Oggetto del Consiglio n. 1600 del 15 novembre 2000 - Resoconto
OGGETTO N. 1600/XI Iniziative per la prevenzione e la repressione del fenomeno della pedofilia. (Interpellanza)
Interpellanza Vista la legge statale 285, la quale stabilisce l’erogazione di finanziamenti in favore di regioni e città italiane che promuoveranno progetti di prevenzione e repressione del fenomeno della pedofilia;
Considerato che in proposito la Regione Valle d’Aosta non ha, finora, a quanto ci risulta, presentato nelle sedi istituzionali appropriate alcun progetto di prevenzione di tale triste realtà;
Ritenuto necessario provvedere immediatamente a colmare tale negligente carenza;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per conoscere:
1) se conferma quanto riportato in premessa;
2) per quali motivi sino ad oggi non è mai stata presentata o proposta in Valle d’Aosta alcuna iniziativa in favore della lotta contro il morbo sociale della pedofilia;
3) come ed in quali tempi intende ovviare a tale lacuna, tenuto conto anche della possibilità di usufruire dei sopracitati fondi statali.
F.to: Lanièce - Marguerettaz - Comé - Viérin M. - Collé
PrésidentLa parole au Conseiller Lanièce.
Lanièce (Aut)Credo che sia impossibile dimenticare quelle terribili e discusse immagini trasmesse recentemente dai telegiornali nazionali che hanno mostrato bambini inermi in presa a mostri senza scrupoli.
Giuste o sbagliate che fossero quello trasmissioni che hanno invaso le nostre case per pochi minuti, portandosi così tanto orrore, devono una volta di più smuovere e indignare le nostre coscienze e convincerci dell'importanza di mettere in atto al più presto tutte le strategie possibili nella lotta senza quartiere contro la pedofilia. Lo Stato, grazie alla legge n. 285 del 1997 sui diritti dell'infanzia, ha messo a disposizione delle somme considerevoli per combattere questa guerra.
Mi stupisco del fatto che sino ad oggi la possibilità di attingere a questa riserva non abbia ulteriormente spinto il Governo regionale a farsi parte attiva in causa in questa lotta. Molte altre regioni italiane si sono messe già al lavoro in tal senso, penso alla Sicilia che ha in cantiere ben 8 progetti di prevenzione o il Veneto, la Lombardia e via anche le altre regioni.
Anche noi in Valle d'Aosta abbiamo modo di fare qualcosa di assolutamente utile per i nostri figli, abbiamo la possibilità di fare la nostra parte contro questo fenomeno della pedofilia, una piaga che, come purtroppo alcune statistiche hanno dimostrato, non accenna a diminuire nonostante i buoni successi ottenuti dalle forze dell'ordine.
I motivi di questa recrudescenza possono essere molteplici: dalla brama di far soldi in ogni modo, o anche quello peggiore, alla soddisfazione, costi quel che costi, di aberrazioni individuali, insopprimibili se non curate più che seriamente.
Per questi motivi il nostro compito preciso di amministratori deve essere quello di combattere questo gravissimo fenomeno con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione ed è proprio in questa direzione che ho presentato, a nome degli Autonomisti, questa interpellanza riguardante il preoccupante tema della pedofilia.
Con questa iniziativa consiliare ho voluto richiamare la legge statale n. 285/1997 riguardante "disposizioni per la promozione dei diritti di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza" al cui interno è prevista fra l'altro anche l'erogazione di finanziamenti in favore di regioni e di città italiane che promuoveranno progetti di prevenzione e di repressione del grave fenomeno della pedofilia.
Siamo inoltre venuti a conoscenza di un comunicato ANSA, datato 28 settembre, nel quale vengono elencati i progetti approvati per regioni e per città; all'interno di questo comunicato ANSA purtroppo la Valle d'Aosta "ha un valore zero", cioè non esiste per ora nessun progetto di prevenzione.
Penso che la Giunta regionale sia consapevole dell'importanza di agire in questa materia al più presto, quindi chiediamo delucidazioni in merito. Vogliamo conoscere per quali motivi, in base ai dati riportati dall'ANSA e che non sono stati in nessun modo contraddetti da parte della Giunta regionale, sino ad oggi non è mai stata presentata o proposta in Valle d'Aosta in base a questa legge alcuna iniziativa in favore della lotta contro il morbo sociale della pedofilia; come ed in quali tempi intende ovviare a tale lacuna tenuto conto anche della possibilità di usufruire dei sopracitati fondi statali.
PrésidentLa parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Nel complimentarmi per la sensibilità dimostrata dal Consigliere Lanièce nei confronti di tale delicatissima problematica devo purtroppo rilevare che l'interpellanza denota una scarsa conoscenza dei contenuti della filosofia sottesa dalla legge n. 285, scarsa conoscenza causata di certo da una mancata informazione che è di stretta competenza dell'Assessorato che presiedo, ma scarsa conoscenza anche delle numerose iniziative presentate a favore dei minori.
La legge n. 285, "Disposizioni per la promozione di diritti ed opportunità per l'infanzia e l'adolescenza", si configura come già si evince dal titolo come intervento complessivo di promozione di diritti e di opportunità per i minori mediante l'integrazione fra le politiche sociali degli enti coinvolti nelle politiche per l'infanzia e l'adolescenza, la messa a punto di un assetto organizzativo ed operativo tale da garantire la qualità degli interventi, il superamento della settorialità e la possibilità di procedere a verifiche.
Ne deriva che la legge non è orientata specificatamente alla prevenzione e alla repressione del fenomeno della pedofilia, termine che nella legge non viene mai utilizzato, ma piuttosto prevede diversificate forme di sostegno e interventi rivolti ai minori e alle loro famiglie.
È pur vero che la legge prevede interventi di prevenzione e di assistenza nei casi di abuso o di sfruttamento sessuale e di violenza sui minori (a questo ultimo ambito si deve collegare anche il fenomeno della pedofilia), ma all'interno di una gamma multiforme di interventi.
Al fine di poter trattare in modo corretto e competente la problematica relativa al fenomeno della pedofilia occorre fare una premessa generale che riguardi i seguenti aspetti:
- elementi conoscitivi;
- normativa vigente;
- linee di intervento;
- strategie innovative.
Giornali e televisioni riportano episodi di pedofilia sottolineando come il fenomeno tagli trasversalmente tutte le fasce sociali. I dati sono limitati, in genere, alle fonti giudiziarie e recentemente è stato registrato un aumento delle denunce per maltrattamento, omessa assistenza familiare, abusi sessuali, sfruttamento della prostituzione.
Il fenomeno della pedofilia viene oggi maggiormente alla ribalta per diversi motivi:
- c'è una maggiore attenzione ai messaggi verbali e comportamentali dei minori;
- si è ridotto il senso di colpa vissuto dalla vittima anche perché vengono alla luce casi analoghi e c'è una maggiore informazione e conoscenza sulle possibilità di aiuto;
- la segnalazione è più facile, immediata e anonima, e può avvenire anche attraverso linee telefoniche amiche;
- i processi rispettano di più la vittima.
È importante sottolineare che la pedofilia è costituita da diversi fenomeni che spesso vengono confusi. Occorre distinguere fra:
- la pedofilia in senso stretto;
- la violenza sessuale a danno di minori;
- l'abuso intrafamiliare;
- la prostituzione minorile e la tratta di minorenni a scopo sessuale;
- la pornografia minorile, cartacea e su internet;
- il turismo sessuale a danno dei minori.
A livello di norme specifiche relative al problema che stiamo trattando, la legge n. 66/1996 ha sostituito i reati di violenza carnale, quello di atti di libidine violenta e la congiunzione carnale commessa con abuso della qualità di pubblico ufficiale con la fattispecie unica di violenza sessuale, punita con la reclusione da 5 a 10 anni.
Contro lo sfruttamento sessuale dei minori dispone la legge n. 269/1998 che punisce chiunque induce, favorisce e sfrutta la prostituzione infantile, articolo 2, nonché la produzione, diffusione e possesso di materiale pornografico prodotto mediante lo sfruttamento sessuale di minori di anni 18, anche attraverso la diffusione per via telematica (articoli 3 e 4).
A livello di linee e strategie generali di intervento occorre operare al fine di:
- realizzare una rete, dal livello locale al livello internazionale. Infatti, il fenomeno non è collegato alla sola sfera nazionale e men che meno regionale ed è quindi necessario che soggetti e servizi che lavorano a livello nazionale siano in contatto con chi lavora a livello internazionale. In tal modo, è possibile rompere il circuito perverso tra fenomenologie nazionali e internazionali (ad esempio, pornografia e turismo sessuale);
- definire un nuovo impegno etico e di codici di autoregolamentazione nel sistema dei media;
- intraprendere azioni concrete di prevenzione rivolte a scuola e famiglie; ad esempio, attraverso l'attenta osservazione dell'ambiente scolastico, la sensibilizzazione e l'aggiornamento dei docenti e dirigenti;
- avere nuovi strumenti conoscitivi: è importante avere strumenti per capire il ruolo dei valori, i modelli culturali e le inclinazioni patologiche nella pedofilia. In particolare, vanno approfonditi i fattori di rischio e i fattori protettivi che esistono nella seduzione pedofila dei minori.
La Commissione nazionale per il coordinamento degli interventi in materia di maltrattamenti, abusi e sfruttamento sessuale dei minori, istituita dal Presidente del Consiglio dei ministri con decreto del 1998, ha elaborato cinque strategie per combattere questo problema:
- rilevamento dei dati e mappatura delle risorse esistenti sull'intero territorio nazionale;
- livelli di formazione: dalla formazione diffusa a quella specialistica;
- organizzazione dei servizi integrati in rete;
- intese fra le istituzioni interessate, rapporti con il privato sociale;
- intese a livello nazionale e internazionale per la lotta allo sfruttamento sessuale dei bambini a fini commerciali;
- informazione globale per la diffusione di una cultura dell'infanzia, patto di intesa con i media.
Quanto fin qui esposto dimostra la complessità del problema che non può essere affrontato solo in sedi locali e con un approccio settoriale su sollecitazioni più di carattere emotivo e scandalistico che di reale interesse a farsi carico delle esigenze dei bambini.
Nella nostra regione, dai dati in possesso degli uffici competenti, il fenomeno risulta di rilevanza minima per cui la scelta è stata quella di orientarsi, nelle politiche a favore dei minori, verso ottiche preventive e di sostegno alla genitorialità. In tale ottica non corrisponde pertanto a verità quanto contenuto nel punto 2 dell'interpellanza quando si afferma che fino ad oggi non è mai stata presentata alcuna iniziativa in favore nella lotta contro la pedofilia.
In primo luogo va ricordato il lavoro quotidiano di operatori sociali, educativi e sanitari che in collaborazione con le istituzioni scolastiche, il volontariato, le cooperative, gli enti locali, gli organi giudiziari e le forze dell'ordine si occupano della tutela di minori, lavoro la cui delicatezza è tale da sconsigliare qualsiasi azione eclatante e propagandistica interessando la sfera più intima e dolorosa della sfera personale.
Con riferimento alla tutela dei minori e alla problematica del maltrattamento e dell'abuso, la Regione inoltre ha già organizzato varie iniziative di formazione specifica rivolte ad operatori socio-educativi, sanitari e scolastici. Si ricordano in particolare le iniziative seguenti:
- nell'ottobre-novembre 1996 la normativa, la tutela giuridica dei minori, la realtà dei servizi sociali, delibere di Giunta, eccetera;
- nel novembre 1997 "Ti ascolto. La sofferenza del bambino e il disagio degli operatori di fronte all'abuso sessuale";
- nel settembre 1999 "L'ascolto del disagio del bambino".
Si coglie l'occasione inoltre per ricordare che il servizio anticrimine della Direzione centrale della polizia criminale ha istituito anche in Valle d'Aosta presso la Questura un ufficio per i minori seguendo una direttiva del maggio 1996 applicativa del Progetto "Arcobaleno". I servizi socio-sanitari collaborano con tale ufficio attivando interventi di aiuto rivolti ai minori "segnalati" e/o segnalando situazioni per le quali si rendano necessari interventi di vigilanza e di repressione.
Con deliberazione n. 2.609 del 27 luglio la Giunta regionale ha approvato il primo piano regionale di attuazione della legge n. 285/1997, con deliberazione n. 1.161 del 12 aprile 1999 la Giunta ha approvato il secondo piano regionale di attuazione della suddetta legge, piano che abbiamo già avuto modo di illustrare in Consiglio regionale e che prevede un numero elevatissimo di interventi gestiti sia dalla Regione, sia dall'USL, ma soprattutto dagli enti locali.
Gli obiettivi contenuti all'interno del piano di attuazione sono:
- lo sviluppo degli interventi preventivi in favore dei minori al fine di limitare quelli legati all'emergenza;
- la sperimentazione dei servizi innovativi a livello locale;
- l'ampliamento e il miglioramento dei servizi già esistenti;
- la promozione di cultura comune fra tutti i soggetti istituzionali e non coinvolti nelle problematiche minorili;
- la promozione della partecipazione dei bambini e degli adolescenti alla vita della comunità locale.
Gli obiettivi su indicati evidenziano chiaramente l'attenzione posta al carattere preventivo degli interventi da attivare sul territorio.
I progetti proposti da diversi referenti territoriali (comuni, comunità montane e istituzioni scolastiche) e approvati dalla Regione prevedono in favore delle cinque fasce di età dei minori (0-3, 3-6, 6-11, 11-15, 15-18) interventi molto diversificati fra loro per tipologia, localizzazione, modalità di erogazione, ma accomunati fra loro da un unico obiettivo ovvero offrire opportunità per favorire il benessere, l'agio dei bambini e delle loro famiglie.
La Regione per conto suo ha inoltre previsto quattro progetti che sono il Progetto "Affidi", il consultorio adolescenti, il servizio di prima accoglienza per donne sole con minori e gli interventi in favore dei minori stranieri per l'integrazione interculturale di cui parleremo in un altro punto all'ordine del giorno.
Per dare risposta al terzo punto dell'interpellanza che richiede come e in quali tempi la Regione intende ovviare a tale lacuna tenuto conto anche della possibilità di usufruire dei sopracitati fondi statali, posto che si è dimostrato che non vi è alcuna lacuna, ma al contrario mai, sottolineo, mai si è investito tanto in Valle d'Aosta sia in termini di risorse umane che finanziarie si precisa che nella proposta per l'adozione del progetto obiettivo materno infantile, collegato al piano sanitario nazionale 1999-2000, il punto 11 tratta di maltrattamenti, abusi e sfruttamento sessuale dei minori, i punti 13 e 22 trattano di relazioni di coppia, di famiglia e di disagio familiare.
Tenuto conto dei punti sopracitati con l'obiettivo generale di sviluppare e diffondere una cultura per l'infanzia e l'adolescenza e che si rivolga al minore come soggetto portatore di diritti di un'ampia protezione, a garanzia di un'armonica crescita nella propria famiglia e nella comunità, la Regione ha attivato un'iniziativa denominata Progetto "Sorriso" per l'infanzia, finanziato dalla legge n. 34/1996 relativa al settore materno infantile, con delibera n. 1.943/2000. L'iniziativa, che è di prossima adozione e che si inserisce nella programmazione di interventi regionali di concerto con l'USL, le istituzioni scolastiche e gli enti locali, prevede le seguenti azioni:
- promozione nei servizi educativi e scolastici della conoscenza dei diritti dei bambini e degli adolescenti perché questo è uno dei punti fondamentali;
- attivazione di corsi di formazione per gli operatori sanitari e sociali che lavorano in servizi per i minori perché riescano ad individuare il disagio del bambino;
- la costituzione a livello centrale di un'équipe di riferimento per le informazioni e le segnalazioni;
- la predisposizione di materiale informativo destinato alla cittadinanza per sensibilizzarla e per facilitare l'individuazione nei servizi competenti delle procedure per richiedere interventi o fare segnalazioni.
Dall'analisi delle azioni sia di tipo operativo, formativo, di sensibilizzazione e promozione attivate dalla Regione in collaborazione con altre istituzioni e forze sociali emerge pertanto chiaramente la forte attenzione presente anche nel nostro territorio alla complessa problematica inerente l'infanzia e l'adolescenza.
PrésidentLa parole au Conseiller Lanièce.
Lanièce (Aut)Oggi abbiamo visto per la seconda volta che l'Assessore confuta dei dati pubblicati dall'ANSA senza che vi sia stata una presa di posizione da parte dell'Assessorato nei confronti di questi dati, dato che se fossi stato io Assessore, non appena avessi visto questo comunicato dell'ANSA subito mi sarei preoccupato di smentirne il contenuto.
L'Assessore ha detto che non sono bene a conoscenza della legge n. 285; mi sembra che lo stesso si possa dire dell'Assessore perché tutti i progetti da lui elencati sono progetti che riguardano una parte di detta legge, quella concernente i diritti e le opportunità per l'infanzia, e riguardano meno la parte per la lotta contro l'abuso sessuale che è, come diceva anche l'Assessore, prevista all'interno della legge n. 285 nell'ambito dei servizi previsti a sostegno delle relazioni tra genitori e figli, e ciò a dimostrazione che la legge n. 285 prevede appositamente la possibilità di realizzare interventi di prevenzione; lo stesso comunicato dell'ANSA metteva in evidenza come a livello nazionale solo il 2,6 percento dei finanziamenti di questa legge sono stati utilizzati dalle varie regioni e città italiane per progetti contro la prevenzione dell'abuso sessuale, quindi contro la prevenzione del fenomeno della pedofilia.
Questi sono dati inconfutabili anche perché è vero che questa legge è generale e complessa, ma una parte specifica riguarda il fenomeno della pedofilia e, visto "l'escalation" di questo fenomeno, penso che sarebbe opportuno approfittare di questi fondi, che sono ripartiti fra le varie regioni e che se non vengono utilizzati nel triennio, si perdono. Visto che mi rimane il dubbio che i tanti progetti che ha elencato l'Assessore non rientrino nell'ambito della legge 285, devo constatare che ci troviamo probabilmente davanti ad un marcato utilizzo di fondi statali disponibili.
Dal punto di vista amministrativo questo penso che sia un grave errore anche perché quando ci sono dei fondi statali non approfittarne mi sembra il colmo soprattutto quando riguardano un fatto così grave sul quale bisogna invece agire velocemente. Sembra invece dalle risposte che ha dato l'Assessore che tutto sia a posto e probabilmente saranno confutati anche i dati apparsi su "La Stampa" del 31 ottobre che riporta il numero delle violenze regione per regione, dove per la Regione Valle d'Aosta si indicano 2 violenze nel 1998 e 5 nel 1999 con un incremento del 150 percento.
Ritengo inoltre che sarebbe stato opportuno che, appena usciti questi dati, si fosse fatto subito un comunicato stampa per dire che questi dati erano inesatti, visto che da una lettura di questa tabella si evince come la Valle d'Aosta, pur essendo la più piccola delle regioni, ha dei valori superiori ad altre regioni, più grandi numericamente.
Il fatto stesso di passare da 2 a 5 con un incremento del 150 percento, pur essendo sempre un limite minimo perché ricordiamoci che siamo una regione piccola, è comunque un fatto che deve far riflettere.
Adesso non so se anche questi dati non corrispondono al vero, ma sta di fatto che abbiamo un incremento del 150 percento delle violenze, mentre mi sembra che gli interventi previsti dall'Assessore si dirigano più sul versante della formazione e non incidono sul problema della pedofilia che invece dobbiamo affrontare con la massima urgenza; mi aspettavo un'indicazione da parte dell'Assessore della piena disponibilità ad intervenire in futuro in modo ancora più diretto, ad intensificare la nostra attività, altrimenti succede come per il problema dei suicidi: sono tre anni che sollevo questo problema in quest'aula, ogni volta mi si risponde che non mi devo preoccupare, che mi verranno forniti i dati elaborati da un apposito gruppo di lavoro, ma sono due anni che li aspetto e intanto ogni anno aumenta il numero dei suicidi in Valle d'Aosta.
Nel frattempo nessuno fa niente, tutti stanno qui ad aspettare e un giorno minimizzeranno la cosa dicendo che i dati sono tutti sotto controllo, che il numero dei suicidi non è così alto, mentre purtroppo, ogni mese sentiamo che qualcuno si è suicidato in Valle d'Aosta. Mi sembra che su questo problema si finirà per seguire lo stesso atteggiamento che si ha verso i suicidi: "Sì, sì, faremo tante cose", ma concretamente non si fa nulla.
Mi auguro che invece ci sia l'intenzione da parte della Giunta regionale di fare ricorso a questa legge, a questi fondi stabiliti e presenti per interventi e progetti mirati alla lotta contro la pedofilia in modo da poter vedere nella prossima ANSA non più il numero zero vicino alla Valle d'Aosta, ma tre, quattro, cinque progetti mirati ovviamente, non progetti generici dove non si sa se si vada in questa direzione o meno. Ad esempio, si parla del Progetto "Sorriso", è un progetto finalizzato alla promozione dei diritti dei bambini, ma un conto sono i diritti globali, un conto è la parte riguardante l'abuso sessuale, la pedofilia.
La legge n. 285 è generica e ne prendiamo atto, ma è giusto che gli interventi della Regione siano non generici, ma mirati ed è così che si dà risposta a un'iniziativa come questa.
L'importante è fare qualcosa, è vero, però nel prossimo futuro, anche per un giusto riconoscimento all'operato dell'Assessore che alcune volte prende delle iniziative interessanti, si dovrebbe cercare di effettuare interventi mirati in merito a questo problema, visto che è anche un dovere dell'amministratore dare risposte chiare alla popolazione valdostana su un problema così grave come quello della pedofilia.