Oggetto del Consiglio n. 1480 del 26 luglio 2000 - Resoconto
OGGETTO N. 1480/XI Progetto per il miglioramento delle condizioni di sicurezza nel Tunnel del Monte Bianco. (Interpellanza)
Interpellanza Venuti a conoscenza del progetto "Fire in Tunnel", presentato lo scorso 5 luglio a Roma dal Prof. Carlo Rubbia, presidente dell’ENEA;
Considerato che tale progetto prevede un sistema di prevenzione che garantirebbe la messa in sicurezza dei tunnel, compreso anche quello del Monte Bianco, in quanto si propone di utilizzare lo stesso approccio esistente per la gestione dei rischi nei reattori nucleari, utilizzando le stesse tecnologie;
Visto il recente avvio dei lavori per la ricostruzione dei tratti del Traforo del Monte Bianco danneggiati nel rogo del 24 marzo 1999 e che la riapertura sarebbe prevista, nella migliore delle ipotesi, entro la primavera del 2001;
Ritenuto tale sistema interessante e sicuramente utile per poter garantire una maggiore sicurezza all’interno del Traforo del Monte Bianco;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per conoscere:
1) gli intendimenti circa la possibilità di applicare il progetto "Fire in Tunnel" anche nel Traforo del Monte Bianco, al fine di migliorare le condizioni di sicurezza del tunnel;
2) le migliorie in materia di sicurezza previste dal progetto di ricostruzione del Traforo del Monte Bianco.
F.to: Lanièce - Comé
PresidenteLa parola al Consigliere Lanièce.
Lanièce (Aut)L'obiettivo di questa iniziativa è quello di portare all'attenzione del Consiglio regionale l'esistenza di un progetto per migliorare la circolazione del traffico nei tunnel e quindi anche all'interno del traforo del Monte Bianco, chiedendo alla Giunta se è a conoscenza di questo progetto e della possibile utilizzazione dello stesso nel traforo del Monte Bianco.
Infatti l'ENEA ha presentato lo scorso 5 luglio a Roma il progetto "Fire in tunnel". Il prof. Carlo Rubbia, presidente dell'ENEA, nel suo intervento ha evidenziato queste nuove caratteristiche in materia di sicurezza nel tunnel, sottolineando come questo progetto sia decisamente avanzato rispetto agli standard attualmente in vigore, anche per quanto riguarda il traforo del Monte Bianco che, da come è stato sviluppato questo progetto, sembra sia stato uno dei motori ispiratori dell'iniziativa.
Il progetto "Fire in tunnel" prevede un sistema di prevenzione che garantirebbe la messa in sicurezza dei tunnel in quanto si propone di utilizzare lo stesso approccio esistente per la gestione dei rischi nei reattori nucleari, utilizzando le stesse tecnologie e rendendo così intelligenti i sistemi di prevenzione.
L'idea infatti è quella di dotare il tunnel di diversi sensori, che diano costantemente la situazione reale, misurando e testando continuamente, ad esempio, la presenza di fumo, la temperatura, la presenza di gas. In questo modo "Fire in tunnel" potrebbe gestire situazioni di crisi in maniera quasi automatica.
Il progetto prevede anche la realizzazione di una banca dati, ad accesso riservato, delle classi di gallerie esistenti in Italia con dati tecnici, strutturali, territoriali sulle gallerie stesse e una loro rappresentazione tridimensionale in realtà virtuale, visibile sia dalla sala di controllo, che attraverso computer portatili a disposizione delle squadre mobili di intervento.
Nell'ottica di una sempre maggiore specializzazione in fatto di sicurezza e di intervento sarà anche realizzato un simulatore per addestramento, analogo a quello degli aerei, oltre ad un sistema intelligente che aiuti gli operatori, preposti alla gestione dell'emergenza, a prendere decisioni giuste e tempestive.
L'utilità del progetto "Fire in tunnel", visto il recente avvio dei lavori per la ricostruzione dei tratti del traforo del Monte Bianco danneggiati nel rogo del 24 marzo 1999, anche in considerazione che la riapertura sarebbe prevista nelle migliori delle ipotesi entro la fine della primavera del 2001, potrebbe essere alquanto positiva per il nostro traforo. Ritengo infatti che questo sistema sia interessante e sicuramente utile per poter garantire una maggiore sicurezza all'interno dei tunnel e quindi anche del nostro traforo.
Per questo chiedo alla Giunta regionale di conoscere la possibilità di valutare l'applicazione, anche in via sperimentale, del progetto "Fire in tunnel" anche nel traforo del Monte Bianco, sostenendo ciò nelle opportune sedi, in aggiunta alle migliorie in materia di sicurezza previste già dal progetto di ricostruzione del traforo del Monte Bianco.
So che la spesa prevista per la sperimentazione di questo sistema è di circa 26 miliardi di lire, ma sono estremamente convinto che la messa in sicurezza del traforo non debba prevedere limiti di spesa, tanto più che il traforo del Monte Bianco è una struttura di importanza europea.
Mi auguro quindi che dalla risposta della Giunta possa emergere la piena disponibilità a prendere in considerazione, portandolo nelle opportune sedi, la possibilità di adottare questo progetto anche nel traforo del Monte Bianco, anche per evitare che in futuro possano ripetersi incidenti come quello tragico e disastroso del 24 marzo 1999. Sono perfettamente consapevole che gli investimenti in questo senso sono ingenti, ma è chiaro che sulla sicurezza pubblica non si deve risparmiare. Caso mai è preferibile tagliare altre spese non fondamentali.
PresidenteLa parola al Presidente della Giunta, Viérin Dino.
Viérin D. (UV)Je commencerai par répondre à la question posée par Lanièce, mais qu'il n'a pas exposée. Je ne sais pas s'il a renoncé à sa question, si c'est ainsi, nous faisons plus vite, je peux donner un double et je réponds simplement à la première.
M. Lanièce a demandé "le migliorie in materia di sicurezza previste dal progetto di ricostruzione del Traforo del Monte Bianco"; vous êtes encore intéressé aux choses qu'on est en train de faire, ou nous parlons simplement du futur du tunnel?
(interruzione del Consigliere Lanièce, fuori microfono)
Je commencerai donc par cette deuxième question.
Il convient de rappeler que le programme des travaux de réfection du tunnel du Mont-Blanc, programme qui est fondé sur les 41 recommandations de la Commission d'enquête administrative italo-française, a été rédigé compte tenu des observations formulées par le Comité de sécurité, puis approuvées par la Commission de contrôle intergouvernementale.
Ce programme a divisé les travaux en trois grandes catégories: sécurisation du tunnel, réfection proprement dite et amélioration de tous les aspects de la sécurité dans le tunnel, qu'il s'agisse des structures ou des réseaux.
En ce qui concerne les structures, un certain nombre de garages seront réalisés, de façon à ce qu'il y en ait désormais un tous les 600 mètres sur toute la longueur du tunnel, 36 nouveaux refuges seront également construits et il y en aura ainsi un tous les 300 mètres.
Conçus pour que les usagers puissent les repérer facilement, ces refuges seront tous directement reliés à l'une des galeries souterraines de distribution d'air frais et munis d'une zone de filtrage permettant d'éviter que des fumées ne les envahissent au moment où quelqu'un y pénètre. Quant à la galerie de distribution d'air frais reliant les refuges, elle sera dotée d'un éclairage adéquat.
Pour ce qui est des réseaux, les travaux prévus concerneront l'aération, et notamment l'apport d'air frais et le contrôle de la ventilation; la gestion des installations; deux salles de commande identiques seront aménagées aux extrémités du tunnel, et toutes les installations de ce dernier seront entièrement gérées par l'une ou par l'autre, alternativement; la protection des installations, la pose des câbles dans les galeries de distribution d'air frais assurera à ces derniers la résistance nécessaire en cas d'incendie. Par ailleurs, chaque salle de commande disposera d'un circuit de contrôle autonome qui suivra un tracé distinct.
Autres cibles d'intervention: les dispositifs de prévention et les équipements anti-incendie.
En matière de prévention, outre les restrictions imposées au transit des matières dangereuses, il a été décidé d'installer des détecteurs de chaleur à chaque entrée du tunnel et d'équiper ce dernier de divers systèmes de contrôle, afin de repérer automatiquement tous véhicules immobiles, de détecter les incendies grâce aux images fournies par des caméras de surveillance en circuit fermé, de relever les anomalies en matière de température, de taux d'oxyde de carbone et d'opacité, de permettre aux usagers de donner l'alerte directement, grâce aux bornes téléphoniques et au bouton poussoir d'urgence, à leur téléphone portable ou au déclenchement automatique d'une alarme lorsque la porte d'un refuge est ouverte.
Quant aux dispositifs anti-incendie, la centralisation de la gestion technique assurera une réaction automatique et rapide, qui sera encore renforcée par le système de contrôle de la vitesse, de déplacement et d'aspiration des fumées, les nombreux extincteurs disponibles et les réseaux de robinets d'incendie armés.
Enfin, élément fondamental de la lutte contre les incendies, les spécialistes prêts à intervenir: une équipe de pompiers professionnels sera basée à chaque entrée et une troisième occupera en permanence une salle spécialement aménagée au milieu du tunnel. Les moyens techniques, dont ces équipes seront dotées, sont encore en cours de définition mais comprendront probablement: un véhicule à 4 roues motrices, ininflammable, avec un poste de conduite à l'avant et un autre à l'arrière, muni de lance d'incendie télécommandée de l'intérieur, des motocyclettes équipées d'extincteurs.
Rappelons encore que toute une série de mesures seront mises en place pour contrôler la circulation et sanctionner les violations éventuelles, dont l'installation d'un gabarit permettant de vérifier que les véhicules ne dépassent pas les dimensions maximales autorisées, la limitation de la vitesse à 70 kilomètres à l'intérieur du tunnel, et l'interdiction de doubler, l'obligation de laisser une distance de 150 mètres entre deux véhicules, la présence d'une bande sonore au centre de la chaussée, la communication directe aux usagers d'instructions relatives à la circulation et aux équipements de sécurité, diffusées à l'aide de dépliants, d'une fréquence radio spécifique et des panneaux spéciaux.
A titre d'information, les coûts d'application de ce programme, à l'exclusion des frais de conception et de direction des travaux, ont été chiffrés à environ 256 milliards de lires, dont 35 milliards pour les travaux de réfection et 221 pour l'amélioration de la circulation dans le tunnel.
Je tiens à souligner encore une fois que ce programme n'est autre que l'application des recommandations contenues dans le rapport commun des commissions d'enquête administrative et que s'il est complexe et étouffé, c'est parce qu'il a pour but la réouverture du tunnel dans des conditions de sécurité optimales.
Il est évident que tout cela, et j'aborde la première question, n'exclut pas la prise en considération des nouvelles technologies en la matière, qui seraient à même de renforcer la sécurité du tunnel. A ce propos les responsables de la remise en état du tunnel, les sociétés concessionnaires, le Comité de sécurité et la Commission intergouvernementale suivront avec une attention particulière l'action entreprise par l'ENEA et notamment s'intéresseront aux techniques qui pourraient être élaborées dans le cadre du projet "Fire in tunnel".
Pour être tout à fait clair, il faut cependant souligner que le projet de l'ENEA vise l'étude des problèmes inhérents aux incendies des tunnels et l'élaboration sur la base des données recueillies des solutions techniques de prévention et d'intervention. L'objectif est la diffusion de l'importante expérience acquise par cet organisme dans l'analyse des risques, analyse appliquée aux centrales nucléaires, et la production d'ici deux ans d'un texte définitif sur ce sujet.
Cette action poursuit donc les mêmes objectifs que les interventions prévues pour le tunnel du Mont-Blanc, c'est-à-dire la définition et l'application des technologies susceptibles de gérer presque automatiquement les situations d'urgence, de façon à réduire les risques que celles-ci comportent. Le projet de l'ENEA devrait précisément bénéficier des recherches déjà effectuées par les organismes techniques désignés par les Gouvernements italiens et français pour le tunnel du Mont-Blanc, car ce dernier sera doté au moment de sa réouverture des dispositifs de sécurité les plus récents. Mais ne pouvant atteindre deux ans, nous devons en tout cas partir avec les travaux dans l'immédiat. D'ici deux ans le projet "Fire in tunnel" pourra donc être pris en considération au moment où l'on passera de la phase de conception à la phase d'application.
PresidenteLa parola al Consigliere Lanièce.
Lanièce (Aut)Prendo atto della risposta del Presidente, quindi lo ringrazio per i chiarimenti in merito ai sistemi di sicurezza previsti dal progetto di ricostruzione del traforo.
Questa iniziativa voleva portare l'attenzione della Giunta in modo particolare su questo progetto interessante, secondo me, e penso anche secondo il Presidente, visto che ha detto che gli enti preposti seguiranno con attenzione l'evolversi del progetto.
La cosa importante era vedere la disponibilità a seguire questo progetto, tanto più che in questi giorni, dopo la presentazione dello stesso, c'è già stato un accordo fra l'ENEA e il gestore del traforo autostradale del Fréjus, il quale, allo scopo di cercare di introdurre tecnologie avanzate per il miglioramento della sicurezza, ha concesso la propria struttura autostradale come laboratorio permanente per la sperimentazione, indicando anche che l'attivazione di questa prima sperimentazione avverrà entro il dicembre di quest'anno.
Alla luce di questo inizio di sperimentazione ho ritenuto opportuno portare in aula questo problema, per sensibilizzare l'Amministrazione regionale, in modo che possa, nelle sedi competenti, cercare di portare questo progetto anche in Valle d'Aosta, avviando eventualmente un accordo con l'ENEA per verificare la possibilità di sperimentare, al più presto, queste avanzate tecnologie, riguardanti la sicurezza, nel tunnel del Monte Bianco. Penso che questa sia una cosa molto importante, per evitare il ripetersi di incidenti come quello verificatosi l'anno scorso nel nostro traforo.
Il Presidente della Giunta mi sembra che abbia percepito la nostra richiesta, ha anche affermato che gli enti preposti sono interessati a seguire con attenzione l'evolversi della situazione; a tale riguardo vorrei far presente che è vero che si parla di due anni, ma c'è un accordo che prevede già che entro la fine di quest'anno nel tunnel del Fréjus si effettuino delle sperimentazioni in merito a queste tecnologie avanzate di sicurezza. Invito pertanto il Presidente a verificare se questo risponde al vero, in modo da poter anche noi sperimentare questo progetto innovativo.