Oggetto del Consiglio n. 1479 del 26 luglio 2000 - Resoconto
OGGETTO N. 1479/XI Intendimenti in merito ai problemi dello stabilimento Cogne Acciai Speciali. (Interpellanze)
Interpellanza Preso atto della dichiarazione dell’amministratore delegato della Cogne Acciai Speciali - dott. Massimo Viglietti, inerenti a 40 unità lavorative in eccesso;
Saputo che il Gruppo Marzorati starebbe per comprare la francese "Ugine Savoie Imphy";
Considerato che l’Amministrazione regionale ha investito importanti risorse finanziarie per lo stabilimento ex Cogne;
Preoccupati che tale vicenda sia preludio all’ennesima crisi dello stabilimento siderurgico di Aosta;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per sapere:
1) se l’Assessore all’industria, artigianato ed energia ha incontrato la dirigenza della C.A.S. per chiarire l’attuale situazione;
2) se l’Amministrazione regionale ritiene reali i nuovi pericoli per l’occupazione e di conseguenza quali gli intendimenti della stessa al riguardo per il prossimo futuro.
F.to: Viérin M. - Marguerettaz - Comé - Lanièce
Interpellanza Premesso:
- che, secondo alcuni recenti articoli di stampa, la Cogne Acciai Speciali, controllata dal gruppo ticinese Marzorati, starebbe definendo l’acquisizione di un ramo dell’azienda siderurgica francese Ugine;
- che tra la Regione e la Cogne Acciai Speciali è stato siglato, nel 1993, un protocollo d’intesa che stabilisce precisi impegni in capo all’azienda;
- che la Regione ha erogato in questi anni un pacchetto di finanziamenti e contributi a favore della Cogne Acciai Speciali;
- che il mercato europeo della siderurgia ha, in questi ultimi anni, accusato crolli dei prezzi a causa del boom dell’import selvaggio dai paesi asiatici;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore competente per sapere:
1) quali informazioni conosce in merito alla ipotizzata acquisizione di cui in premessa;
2) quali considerazioni esprime sull’eventualità che ciò accada e quali prospettive può riservare al futuro dell’industria siderurgica valdostana.
F.to: Tibaldi - Frassy
PresidenteLa parola al Vicepresidente Viérin Marco.
Viérin M. (Aut)La vicenda Cogne torna in quest'aula dopo alcuni mesi, ne abbiamo discusso a fine 1999-inizio 2000, abbiamo voluto riprendere l'argomento dopo che abbiamo saputo di alcune notizie alle quali però non sono seguiti chiarimenti da parte dell'Amministrazione regionale al riguardo.
Non abbiamo neanche capito se l'Amministrazione regionale avesse già provveduto, dopo queste notizie che sono uscite sul futuro del gruppo Marzorati, ad instaurare qualche rapporto con l'azienda e quindi ci siamo visti obbligati a ripresentare un'iniziativa su questo tema.
Questo lo dico per anticipare la risposta dell'Assessore Ferraris, proprio perché l'ultima volta che abbiamo presentato un'iniziativa di questo genere l'Assessore ci disse di aver fissato un appuntamento con la dirigenza Marzorati per la settimana successiva. Spero di non ricevere la stessa risposta oggi ed è per questo che ho fatto tale premessa.
Venendo all'argomento, tutti i colleghi sapranno che sono apparse delle notizie sui tagli occupazionali alla Cogne: una quarantina immediatamente, altri settanta a fine anno concernenti i contratti di formazione in scadenza al 31 dicembre 2000 e il tutto deriverebbe da un'eventuale operazione che il gruppo Marzorati sta cercando di concludere con la francese Ugine Savoie Imphy.
Notizie provenienti d'Oltralpe danno per certa questa operazione, addirittura in Francia se ne parla già nei telegiornali in maniera abbastanza precisa, quindi spero che l'Assessore ci dica qualcosa in più, soprattutto se ha incontrato la dirigenza e soprattutto se ritiene che ci siano dei pericoli reali per il futuro dello stabilimento, in particolare per il futuro dell'occupazione nello stabilimento di Aosta.
PresidenteLa parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (FI)Il 21 marzo scorso la IV Commissione consiliare aveva richiesto l'audizione con l'Amministratore delegato della Cogne Acciai Speciali Massimo Viglietti in merito alla situazione dell'azienda e alle prospettive della medesima, visto che il mercato della siderurgia negli ultimi anni ha vissuto una serie di altalene, e di crescita e di decremento, che hanno coinvolto anche l'industria siderurgica valdostana.
All'audizione, l'Amministratore delegato Viglietti, non si è presentato. Ci ha inviato una lettera facendo intendere che non avrebbe partecipato all'incontro in questione e che quindi aveva incaricato, se vogliamo, l'Assessore Ferraris a fornire alcune informazioni sull'azienda.
L'Assessore si è fatto carico di questa delega, che probabilmente gli aveva conferito l'amministratore della CAS qualche giorno prima, e ci ha illustrato la situazione che allora era in atto, facendo cenno all'intenzione della società di acquistare lo stabilimento Ugine ubicato nei pressi di Albertville, "? la cui produzione?" - si dice nel verbale che sto leggendo - "? è complementare a quella della Cogne acciai speciali?, il che consentirebbe ai due gruppi di diventare il primo gruppo europeo nella produzione degli acciai inossidabili lunghi". Questo alla data del 21 marzo scorso.
Nei giorni scorsi, invece, prima "Il Corsivo" e poi altri organi di informazione hanno lanciato la notizia di questo acquisto: "La Cogne compra Ugine e diventa leader in Europa" e così via anche la RAI che ha fatto un servizio particolare, ove fra l'altro si faceva riferimento a un fatturato della Cogne acciai speciali leggermente abbondante rispetto a quello reale, in quanto il giornalista parlava di 500 miliardi di volume di affari nel 1999, mentre sappiamo che non hanno neppure raggiunto 400 miliardi.
La notizia dell'acquisizione Ugine ha creato un certo interesse da parte degli operatori del settore, del comparto politico valdostano e degli stessi dipendenti, che sono sul chi va là e che si chiedono quali saranno le prospettive dell'azienda valdostana.
Poche volte si è parlato in quest'aula dell'importanza che invece ha la Cogne in Valle d'Aosta, poche volte specie da quando è stata privatizzata, e naturalmente le apprensioni e le preoccupazioni degli operai sono anche le nostre, perché a una settimana di distanza dalle prime notizie che davano la Cogne per acquirente certo dell'Ugine, comparivano sugli stessi giornali altre notizie che o smentivano quanto detto prima o comunque già paventavano il mancato rinnovo di contratti a termine per un certo numero di operai, in parte adesso e in parte a fine dicembre.
Cosa sta succedendo nell'azienda siderurgica valdostana? Non lo sappiamo. Certe notizie sono contraddittorie, in particolare una che ho raccolto da "La Stampa" di domenica 9 luglio è di segno completamente opposto, poiché si parla di un altro gruppo siderurgico di grande levatura europea: il Thyssen Krupp che starebbe progettando una fusione con la francese Uginor, questa è il gruppo che comprende anche la Ugine. Di tale ipotetica fusione a darne notizia è "Der Spiegel", un noto periodico tedesco.
Allora, Assessore, dopo tante notizie è bene sapere qualcosa anche da lei. Come fa, per esempio, uno stabilimento che ha un giro di affari di 400 miliardi ad impegnare 700 miliardi per acquistare un'azienda decisamente più grande? Come fa ad operare questa espansione quando preannuncia contrazioni occupazionali di prossima realizzazione e comunque anche cali produttivi?
Queste sono alcune delle contraddizioni che abbiamo rilevato anche dall'esame dei bilanci e dalle informazioni reali che ci vengono dall'interno dell'azienda.
La notizia che Lei, Assessore, aveva anticipato in IV Commissione è stata confermata anche da un articolo de "La Vallée" di sabato scorso, dove Lei, quasi come se fosse l'amministratore delegato dell'azienda, dispensa dati e ci illumina sulle prospettive del futuro. Evidentemente Lei sarà in possesso di tutte quelle cognizioni di fatto e di diritto per poterci illuminare sulla situazione.
Quale sarà, quindi, il futuro della Cogne Acciai Speciali? Sono fondate queste notizie relative alla trattativa con Ugine? Quali informazioni Lei possiede o quali ulteriori informazioni ha acquisito da quel 21 marzo scorso? E naturalmente la seconda domanda che abbiamo posto nell'interpellanza, che ha una valenza più politica: quali considerazioni è in grado di esprimere sull'eventualità che questo accordo vada in porto? Le informazioni che noi possediamo sono di diverso segno rispetto a quelle evidenziate dal Consigliere Marco Viérin, in quanto alla certezza che lui ha acquisito da fonti d'Oltralpe corrisponde altrettanta improbabilità da parte nostra.
Visto che ci sono anche fra gli stessi Consiglieri di opposizione voci discordanti, sarebbe opportuno che l'Assessore facesse luce sulla vicenda.
PresidenteLa parola all'Assessore all'industria, artigianato ed energia, Ferraris.
Ferraris (GV-DS-PSE)In risposta all'interpellanza vorrei chiarire che io ho esclusivamente la delega "pro tempore" ad Assessore all'industria, altre deleghe che mi sono attribuite dall'interpellante assolutamente non mi competono.
Chiarito questo, veniva citato nelle interpellanze, in particolare in quella del Consigliere Viérin, il protocollo di intesa fra Regione e Cogne acciai speciali; a proposito del protocollo di intesa va detto che questo è stato integralmente rispettato sia dalla Cogne acciai speciali, sia dalla Regione, in particolare sono avviati i lavori per la discarica di Pontey, il primo lotto verrà consegnato nel 2001, gli spostamenti degli impianti da parte della C.A.S. sono stati realizzati e, per quanto riguarda l'occupazione, questo era un altro elemento previsto nel protocollo, in cui si parlava di 800 addetti, mediamente negli ultimi anni l'azienda ha avuto un'occupazione costantemente superiore ai 1.000 addetti.
Per venire alle questioni poste, il Consigliere Tibaldi ha detto che conosce i bilanci Cogne, quindi ha potuto vedere che nel corso dell'ultimo anno l'azienda ha chiuso un bilancio in utile di 2.433 milioni, il 1998 era stato chiuso con un utile di 178 milioni. Il volume di vendita è aumentato, nel 1999 le vendite Cogne sono ammontate a 129.000 tonnellate contro le 122.000 del 1998 e le previsioni che sono state fatte per il 2000 prevedono un incremento di quantità di prodotti spediti e l'aumento dei prezzi di vendita. I primi sei mesi dell'anno confermano un andamento positivo dell'azienda.
Gli investimenti nel 1999 sono stati 12,9 miliardi, hanno riguardato l'area della laminazione, la fucina, le finiture, il sistema informatico.
Gli investimenti effettuati dall'azienda negli ultimi sei anni, da quando è in attività la Cogne acciai speciali, sono stati di circa 135 miliardi e per il 2000 sono previsti ulteriori 17 miliardi nelle aree produttive dei semiprodotti e dei prodotti finiti e nei servizi generali dello stabilimento. Si tratta pertanto di investimenti che in sette anni supereranno i 150 miliardi.
L'azienda ha una forte propensione ad esportare, (70 percento); la produzione aziendale viene venduta prevalentemente per un terzo nei Paesi europei, per un terzo nel resto del mondo e per un terzo in Italia. Per quanto riguarda la qualificazione produttiva, è in corso una richiesta di autorizzazione da parte della Commissione europea per un progetto di ricerca, co-finanziato dalla Regione, per quanto riguarda lo sviluppo di acciai inossidabili da utilizzare in calcestruzzo per cemento armato, nei motori a scoppio, nella laminazione di leghe al titanio.
Per quanto riguarda l'occupazione, negli ultimi tre anni gli occupati sono stati mediamente superiori alle 1.000 unità; al 31 dicembre 1999 erano 1.041, al 30 giugno 2000 sono 1.036, di cui circa 90 contratti a tempo determinato, (37 contratti a tempo determinato e 53 contratti di formazione lavoro).
È stato fatto qui riferimento a notizie di stampa; l'azienda in riferimento a queste notizie ha detto, tramite un comunicato stampa, che esse sono assolutamente inesatte ed io aggiungo che l'andamento occupazionale non è influenzato dall'ipotizzata acquisizione dell'Ugine Savoie; è invece la conseguenza di un processo di razionalizzazione e riorganizzazione produttiva.
L'azienda in un comunicato stampa del 10 luglio ha dichiarato che l'amministratore delegato non ha mai parlato di gravi ridimensionamenti dell'organico e le notizie riportate sui contratti a termine sono assolutamente inesatte. Questi sono dati di fonte aziendale.
Per quanto riguarda le organizzazioni sindacali, c'è stato un incontro informale e successivamente ci sarà un confronto con le organizzazioni aziendali stesse in merito ai problemi di riorganizzazione aziendale che potranno comportare ricadute sul piano occupazionale, comunque sicuramente non nelle dimensioni che sono apparse sui giornali.
D'altronde, e lo ricordavano anche i Consiglieri interpellanti, la Cogne non è nuova a manifestare una visibile differenza tra dichiarazioni espresse e comportamenti assunti. Infatti se vi ricordate, in quest'aula avevamo parlato nel 1998, di fronte a una situazione di crisi dell'acciaio, cosa che attualmente non si verifica, di tagli occupazionali annunciati dalla C.A.S. per 160 addetti ma, andando a vedere i dati a consuntivo, abbiamo verificato che gli organici della Cogne non si sono mai discostati da una media di circa 1.030-1.040 addetti all'anno.
Per venire alla questione della trattativa Ugine, c'è da premettere che attualmente il mercato degli acciai inossidabili lunghi a livello mondiale è controllato da 15 aziende. Il mercato è estremamente frammentato, ci sono aziende che vanno dal 2 percento all'8 percento quanto a quote di mercato.
La C.A.S. è il sesto produttore mondiale con circa il 5 percento del mercato, con 129.000 tonnellate di venduto nel 1999.
L'Ugine Savoie, che opera vicino a Ugine, vicino ad Albertville, ha 1.600 dipendenti. È il primo produttore mondiale nei prodotti lunghi inossidabili e produce barre e profilati. Il fatturato nel 1999 è stato di circa 600 milioni di Euro.
Nel momento in cui C.A.S. arrivasse - uso il condizionale non a caso - all'acquisizione dell'Ugine Savoie, la quota di mercato di queste due aziende sarebbe di circa 12-13 percento del mercato dei prodotti lunghi a livello mondiale, indubbiamente questo significherebbe che il gruppo C.A.S. - Ugine sarebbe il primo gruppo a livello europeo e mondiale e questo è un dato che noi giudichiamo positivo qualora si realizzi. Questa acquisizione rafforzerebbe la posizione competitiva della Cogne e consentirebbe l'integrazione degli impianti di produzione dello stabilimento di Aosta, che manifesta un'eccedenza produttiva nell'area dell'acciaieria, e quelli dell'Ugine che presenta un'eccedenza produttiva nell'area di laminazione.
Le notizie di stampa circa le trattative in corso con diversi gruppi per la cessione da parte di Uginor dell'Ugine Savoie sono assolutamente vere.
Va detto al riguardo che C.A.S., pur confermando il suo interesse, mantiene la massima riservatezza sulle condizioni della sua offerta e sui tempi di conclusione della trattativa. Si tenga conto che, rispetto a questo, già gli stessi interpellanti avevano utilizzato notizie diverse da quelle che circolano rispetto alla questione in questi giorni, ma a nessuno sfugge come trattative di questo livello vengano condotte nella massima riservatezza, con il relativo fiorire di notizie di stampa più o meno fondate.
A conferma di ciò abbiamo visto che, nel momento in cui un periodico locale annunciava l'acquisto dell'Ugine da parte della Cogne, immediatamente dopo un periodico della Savoia è uscito con un titolo esattamente contrario: "Ugine Savoie rien n'est signé"; tutto ciò conferma come ad oggi la trattativa non sia giunta a conclusione.
Stante la riservatezza della trattativa credo che potremmo affrontare la questione nel momento in cui la trattativa stessa sia arrivata ad un punto di approdo, positivo o negativo perché sicuramente in entrambi i casi ci saranno delle conseguenze. In caso di conclusione positiva ritengo che verrà rafforzata la posizione positiva dell'azienda; in caso contrario la C.A.S. dovrà comunque attrezzarsi per nuove politiche di acquisizione o di alleanze con altri gruppi.
Per quanto riguarda la questione Tissen Krupp, il gruppo Uginor francese ha una produzione prevalente nei prodotti piatti e lo stesso dicasi per Tissen Krupp, quindi un accordo di questo genere riguarda una tipologia produttiva diversa da quella concernente la Cogne.
Le notizie anche di fonte Ugine, disponibili anche sul sito Internet dell'azienda, confermano la messa in vendita del raggruppamento dei prodotti lunghi inossidabili e quindi solo di "Ugine Savoie Imphy" proprio perché questo tipo di produzione, - già era così nelle aziende nazionali a partecipazione statale quando c'era la FINSIDER ed è così anche a livello del gruppo siderurgico francese -, ha condizioni di mercato e produttive specifiche ed è difficile che riescano ad assicurarsi sviluppo e qualificazione in collegamento con produzioni di massa nel campo degli acciai piatti.
Gli acciai inox lunghi rappresentano produzioni di nicchia e come tali devono essere gestiti e organizzati.
Vorrei mettere in evidenza alcuni elementi che mi sembrano per certi versi strani e per altri abbastanza significativi: le notizie di stampa sono state smentite sia in Italia dalla C.A.S. che in Francia dall'Ugine Savoie, ma quello che mi preme dire, al di là di quello che pubblicano gli organi di informazione, è che c'è un rovesciamento nella logica delle cose che viene praticata nell'interpellanza del Consigliere Viérin. Si dice infatti nelle premesse della sua interpellanza: "? Saputo che il Gruppo Marzorati starebbe per comprare la francese "Ugine Savoie Imphy";
Considerato che l’Amministrazione regionale ha investito importanti risorse finanziarie per lo stabilimento Ex Cogne;
Preoccupati che tale vicenda sia preludio all’ennesima crisi dello stabilimento siderurgico di Aosta?" per cui sinceramente capirei una logica rovesciata, ovvero: "preoccupati del fatto che la francese Ugine starebbe per comperare il gruppo Marzorati?", eccetera. Mi pare che ci sia un rovesciamento nelle cose che non riesco a comprendere anche perché, al di là di tutte le considerazioni che possiamo fare, se un'azienda che è radicata in questa regione riesce ad ampliarsi e ad avere un maggiore controllo del mercato, è un elemento positivo da qualunque punto di vista lo guardiamo, poi possiamo discutere nel merito: come questo avvenga, come vengano reperite le risorse quali siano le ricadute sul piano occupazionale e produttivo, ecc., credo che comunque essere d'accordo su alcuni concetti fondamentali potrebbe gettare le basi per un confronto poggiato su criteri condivisi.
PresidenteLa parola al Vicepresidente Viérin Marco.
Viérin M. (Aut)Partirei da questa ultima considerazione. Assessore, lei sa perfettamente, perché si sono già verificate in Valle queste vicende, che quando c'è un'acquisizione di un'azienda oppure una fusione di due aziende importanti del settore e sarebbe, in questo caso, un'operazione che porterebbe il futuro gruppo a detenere il 12-13 percento del mercato?, dunque se questo si verificherà, è chiaro che il gruppo dovrà decidere cosa produrre qui, cosa produrre là e cosa produrre in altri siti.
Come lei sa, lo ha detto nel suo intervento, l'Ugine è più specializzata in certe produzioni e la Cogne in altre. A me risulta e dovrebbe risultare anche a lei, che ha gli uffici per verificarlo, mentre noi abbiamo solo alcuni amici che ci possono aiutare in questa ricerca, che gli impianti per la produzione di alcune cose sono molto più obsoleti presso l'Ugine che presso la CAS, ma se in futuro il gruppo sarà unico, anziché far lavorare certi prodotti in Valle, si potranno portare gli impianti dall'altra parte e far lavorare il prodotto di là anche perché non siamo carrefour d'Europe a livello dei trasporti e su dei trasporti di materiali così pesanti, dove il costo del trasporto ha un'incidenza notevole, è chiaro che aziende di questo tipo fanno i loro conti e preferiscono spostare alcuni impianti in luoghi dove la vendita è maggiore anziché tenerli in certi siti e poi giocarsi tutto sui trasporti, quindi non sta in piedi il ragionamento che ha fatto lei, Assessore.
Noi abbiamo voluto fare proprio quel ragionamento che lei ci contesta per chiedere soprattutto all'Assessore alcune notizie, per sapere se lo stesso Assessore si era preoccupato di alcune cose.
Io avrei gradito sentir dire che gli uffici dell'Assessorato, l'Assessore, altri ancora avevano fatto una ricerca, che da tale ricerca risultava che il gruppo che potrebbe essere interessato all'acquisizione di Cogne ha alcuni difetti, ha alcuni pregi, che potrebbero verificarsi alcune soluzioni di tipo diverso.
Di tutto questo non abbiamo sentito dire niente, abbiamo solo sentito dire che forse è meglio se l'acquisizione verrà fatta perché il gruppo sarà forte, ma io ribadisco che i gruppi forti poi fanno le loro scelte senza guardare l'occupazione, senza guardare in viso nessuno, senza rispettare troppo gli accordi già siglati perché quando si tratta di numeri se i conti quadrano si va avanti, se i conti non quadrano, si fanno le opportune correzioni e a questi grandi gruppi in futuro spostare degli impianti da qui a lì non gliene frega proprio niente perché guardano solo al ritorno economico.
Quindi direi, Assessore, che il suo intervento è stato similare a quello del 1999, come giustamente lei ricordava, nel 1999 noi presentammo un'iniziativa quando l'azienda chiese di poter mettere in cassa integrazione per 13 settimane gruppi di lavoratori, lei allora ci dette una risposta identica a quella che ci ha dato oggi e noi non possiamo dire altro che siamo insoddisfatti perché riteniamo che un Assessore all'industria su voci di questo genere debba essere molto più attento e debba fare una ricerca molto più specifica, una ricerca che non deve limitarsi a riferire un elenco di dati dei rispettivi gruppi perché questi li conosciamo tutti e penso che anche il collega Tibaldi volesse sapere altre cose, volesse sapere se l'Assessore aveva fatto degli incontri con la dirigenza, sapere se la dirigenza ha garantito alcune cose, sapere se alcune produzioni stante l'operazione in corso rimangono oppure no ad Aosta.
Questo sarebbe stato importante sapere. Posso capire che ci sono notizie riservate, ma in questi casi l'Assessore avrebbe dovuto parlare con gli interpellanti e dirgli che alcune notizie, stante la loro natura riservata, non potevano essere date in Consiglio. Di tutto questo non abbiamo sentito niente, quindi ci riteniamo completamente insoddisfatti!
PresidenteLa parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (FI)Che risposta smunta ci ha dato, Assessore, su questa importante notizia, su questo importante avvenimento! Sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più.
Lei dice: "Per non fermarci a quanto scrivono sui giornali", ma nulla ha aggiunto di più. È credibile che l'Assessore all'industria non abbia ulteriori notizie oggi? Secondo noi non è assolutamente credibile.
Non è assolutamente credibile anche perché non offre nulla a parte la solita trita e ritrita analisi retrospettiva che è stata fatta sul passato secondo una logica di convenienza dell'Assessore? Mi soffermo piuttosto sul bilancio 1998 che riporta un utile netto di 178 milioni della Cogne acciai speciali, utile netto che è stato raggiunto grazie a un prelievo dal fondo ristrutturazioni industriali di 10 miliardi e l'Assessore probabilmente lo sa. Si tratta di un fondo per le ristrutturazioni industriali che l'Ilva aveva messo a disposizione dell'azienda valdostana con una destinazione precisa, cioè doveva servire per il rilancio dell'azienda e non per l'azzeramento di debiti nella gestione della medesima o per ripianare i debiti di società da questa controllate.
Questo è un ulteriore elemento che ci fa pensare su quanto lei oggi ci ha detto, su come effettivamente stanno le cose e su quanto lei piuttosto non abbia voluto comunicarci.
Oltre all'analisi retrospettiva, lei ha citato un comunicato stampa che è stato diramato dall'Amministratore delegato che precisa che non ci sarà acquisizione, bensì ci sarà razionalizzazione produttiva; cosa si nasconde dietro questa affermazione, cosa si vuol dire con "razionalizzazione produttiva"? L'unica certezza è che ci saranno ricadute occupazionali. L'Assessore aggiunge: "Non so di quale entità, comunque ci saranno". Quindi qualcosa si sta muovendo.
Allora le forniamo noi alcune informazioni, Assessore, da prendere con beneficio di inventario perché dovranno essere confermate o smentite dai fatti, però gliele diciamo noi: la prima è che i contratti a termine che sono in corso di scadenza molto difficilmente verranno rinnovati; la seconda è che pare sia intenzione dell'azienda Marzorati di privatizzare alcuni reparti della produzione, mi riferisco in particolare alla fucina, ai trattamenti termici e al PRS, secondo quella logica di smembramento aziendale che già si è verificata con la Mecano S.r.l.; la terza è che le scorte di magazzino sono ridotte ai minimi termini, ma non per quella propensione ad esportare che ha citato l'Assessore, ma perché esse sono state in buona parte trasferite in altro stabilimento di proprietà di Marzorati.
Questi fatti stanno preoccupando, oltre i sottoscritti, anche i dipendenti. E la presunta acquisizione dell'Ugine, alla luce di questi fatti e dei dati che si evincono dal bilancio, ha tutto il sapore di una bufala estiva.
Io non credo, lo ribadisco, che l'Assessore non conosca altri dati, comunque abbiamo fatto tesoro delle affermazioni che lei oggi ci ha riportato in quest'aula. Siamo insoddisfatti per le mancate risposte da parte dell'Assessore, anche perché comunque la situazione della Cogne è particolarmente delicata. La Regione aveva stipulato nel 1993 con la stessa azienda un protocollo di intesa che prevedeva precisi impegni in capo alla CAS. Oggi non abbiamo ulteriori notizie. Sulla base delle informazioni in nostro possesso sembra improbabile la definizione di questo accordo, anche perché gli indicatori economici e finanziari non depongono in questo momento a favore della Cogne.
Ci siamo limitati a leggere le notizie che sono state pubblicate sui vari organi di informazione, dove l'Assessore, ripeto, si è arrogato il titolo di amministratore delegato. Questa è la novità dell'estate: da ex sindacalista della FLM è diventato il delegato, il tutore "in pectore" della parte imprenditoriale. Questa è l'unica novità che oggi possiamo registrare e che abbia un suo significato. Per il resto siamo insoddisfatti.