Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1439 del 12 luglio 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1439/XI Predisposizione di un disegno di legge regionale disciplinante l'imposta regionale sulle attività produttive. (Interpellanza)

Interpellanza Richiamata la precedente iniziativa consiliare del gruppo "Autonomisti-Autonomistes" presentata in merito alla gestione dell’Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP);

Preso atto delle difficoltà economiche presenti in Valle d’Aosta e recentemente evidenziate anche dall’Assessore competente nella presentazione del Conto consuntivo della Regione Autonoma Valle d’Aosta relativo all’anno 1999;

Considerato che nel periodo d’imposta a decorrere dal 1° gennaio 2000 è di competenza della Regione, quale ente titolare del tributo, la possibilità di definire le procedure applicative dell’imposta;

Venuti a conoscenza dell’approvazione, da parte della Regione Lombardia, il 21 marzo scorso, della legge regionale che disciplina le "Disposizioni in materia di imposta regionale sulle attività produttive e di anagrafe tributaria regionale";

Evidenziato che, nonostante le difficoltà di gestione della stessa imposta, già riportate da una precedente iniziativa consiliare, la Regione Valle d’Aosta non ha ancora provveduto alla predisposizione di un’apposita legge regionale;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per conoscere:

1) le motivazioni per le quali non si è ancora provveduto a predisporre un disegno di legge in materia di "Disposizioni in materia di imposta regionale sulle attività produttive e di anagrafe tributaria regionale", anche in considerazione che nel periodo d’imposta a decorrere dal 1° gennaio 2000 la stessa IRAP è di competenza della Regione Autonoma Valle d’Aosta;

2) quali sono i tempi e le modalità previste per la predisposizione di tale disegno di legge.

F.to: Lanièce - Marguerettaz - Comé - Viérin M.

PresidenteLa parola al Consigliere Lanièce.

Lanièce (Aut)Torniamo a parlare dell'IRAP, imposta regionale sulle attività produttive.

Dopo la discussione del 6 ottobre scorso sulla mancata realizzazione degli obiettivi economici previsti, oggetto della precedente iniziativa consiliare sul tema presentata dal collega Comé, ci siamo purtroppo resi conto che l'Amministrazione regionale, in merito alla definizione legislativa di questa imposta, sarebbe in ritardo. Infatti, secondo la normativa nazionale, dal 1° gennaio scorso è di competenza della Regione, in quanto è ente titolare del tributo, la possibilità di definire le procedure applicative dell'imposta stessa.

C'è chi si è dato subito da fare, rispondendo nella maniera migliore alla chiamata dello Stato, tant'è che ad esempio la Regione Lombardia ha approvato lo scorso 21 marzo una propria legge regionale che disciplina le disposizioni in materia di imposta regionale sulle attività produttive e di anagrafe tributaria regionale.

Quindi è un ritardo quello della nostra regione nella stesura di una legge di questo tipo, che in condizioni normali potrebbe essere tollerato. Ma se consideriamo che in Valle d'Aosta si presentano alcune difficoltà economiche, come è stato recentemente evidenziato anche dall'Assessore alle finanze durante la presentazione del conto consuntivo regionale 1999, è decisamente anomalo che la Regione non abbia ancora provveduto alla disposizione di una bozza di un disegno di legge per la gestione dell'IRAP, pur riconoscendo che comunque nella precedente risposta l'Assessore aveva evidenziato che si era ancora in possesso di dati disaggregati e che c'erano delle difficoltà tecniche sulle quali uno "staff" stava lavorando. Questo dobbiamo riconoscerlo, giustamente, ed è ciò che ci aveva esposto l'altra volta l'Assessore.

Come dicevo, non esiste ancora una legge regionale in merito alla disciplina di questa imposta, una legge regionale in materia di tributi che non può essere sottovalutata né ritardata nei tempi, anche perché l'IRAP nello specifico va a toccare le attività produttive, vale a dire tutto ciò che in maniera diretta e indiretta incide realmente sulla quotidianità della popolazione valdostana, dal piccolo negozietto di una delle nostre vallate laterali, fino ai grandi insediamenti industriali. Quindi non vorremmo che questo ritardo venisse prolungato all'infinito, a dimostrazione dell'incapacità di effettuare delle precise scelte in merito ai criteri da adottare per la gestione e la disciplina di questa imposta.

Per questo chiediamo alla Giunta regionale di conoscere, se è vero quanto abbiamo affermato noi, e cioè che non esiste un disegno di legge in materia, le motivazioni per le quali non si è ancora provveduto a predisporre tale disegno di legge, e quali saranno i tempi e le modalità previsti per la predisposizione di tale bozza di legge, nell'auspicio che si possa seguire l'efficiente esempio della Regione Lombardia, la quale, ben conscia dell'importanza che riveste l'IRAP per le proprie risorse finanziarie, ha saputo attivarsi con la dovuta e necessaria urgenza.

Rimaniamo in attesa della risposta dell'Assessore, poi interverremo per verificare se siamo d'accordo o meno su quanto ci dirà l'Assessore.

PresidenteLa parola all'Assessore al bilancio, finanze e programmazione, Agnesod.

Agnesod (UV)Per iniziare la risposta a questa interpellanza mi sia concesso di fare una premessa.

Come accertato anche da questo Consiglio, l'effetto tunnel ha prodotto e sta producendo una contrazione sensibile sul gettito delle entrate regionali.

La scelta da noi fatta è stata quella di non agire sulla leva fiscale, per non gravare di ulteriori oneri le aziende e i cittadini valdostani; azione, questa, che sarebbe stata legittima e giustificabile visto la situazione, e che complessivamente quindi IRAP, addizionale IRPEF et IRT avrebbero fruttato alla Regione un'entrata stimata sui 40-50 miliardi.

Perché non si è fatto? Per non penalizzare la nostra economia e tutti i Valdostani, già messi a dura prova anch'essi per la stessa ragione per cui ci sono meno entrate nostre, cioè la chiusura del tunnel.

Fatta questa premessa, entrando nel merito dell'interpellanza, per evitare interpretazioni o chiavi di lettura particolari, cercherò di illustrare cosa significa questo nuovo tributo, quali sono le competenze e i reali spazi di manovra che fanno capo alla nostra Regione, e le ragioni di un percorso che abbiamo scelto, quindi non è un ritardo né è casuale, ma è un percorso che abbiamo scelto per affrontare queste problematiche.

Il quadro di riferimento definito dal legislatore nazionale in materia di IRAP, come è noto, prevede che le responsabilità normative vengano ripartite fra Stato e regioni, secondo una precisa distinzione: al legislatore nazionale il compito sostanziale di definire la struttura dell'imposta e al legislatore regionale la possibilità di definire, a partire dal primo gennaio di quest'anno, le procedure applicative, articolo 24 della legge n. 446/97.

La legge delega n. 662/96, che ha previsto l'istituzione dell'IRAP, pone delle condizioni e limita l'azione delle regioni e anche di quelle a statuto speciale, come la nostra.

In effetti, tale legge disciplina dettagliatamente i soggetti passivi dell'imposta, la determinazione della base imponibile per le diverse categorie di soggetti e l'aliquota base, e prevede l'obbligo della dichiarazione unica, ovvero congiuntamente a quella relativa all'IRPEF-IRPEG, modello di versamento F24; elementi, questi, che condizionano fortemente la possibilità di definire normativamente l'attuazione dell'imposta sia nella sostanza, sia nelle modalità di riscossione.

Il rispetto di tali principi serve indubbiamente a garantire che le scelte applicative delle diverse regioni non alimentino differenze di trattamento fra contribuenti, mettendo in discussione sul piano territoriale la stessa garanzia di imparzialità.

Le regioni hanno la facoltà di variare, a partire dal 1° gennaio di quest'anno, l'aliquota base stabilita dallo Stato fino a un punto massimo in percentuale e di differenziare tale variazione per settore di attività e per categorie di soggetti passivi.

Nessuna regione ha ancora operato in questa direzione, questo è importante sottolinearlo; si stanno studiando misure ed eventuali azioni con un confronto continuo sia a livello tecnico che politico fra regioni, in talune realtà in via sperimentale esistono degli interventi particolari, mi riferisco alla Regione Friuli.

Per quanto riguarda la Lombardia ed alcune altre regioni a statuto ordinario, è vero che si sono dotate di una legge regionale, ma è una legge di principi che non interviene sui soggetti sostanziali, sulle aliquote, per definire invece le finalità fra cui inserire l'armonizzazione delle procedure applicative delle imposte con quelle delle altre regioni, dello Stato e degli enti locali. Quindi questa legge riprende uno schema tipo, di cui disponevamo anche noi, predisposto a settembre 1999 dall'apposito gruppo tecnico di lavoro nominato dalle regioni e in cui operava anche il nostro Direttore delle finanze, la dott.ssa Borney, che ha seguito e segue questa problematica.

Quindi non è una sorpresa che una regione a statuto ordinario si sia dotata di questa legge, ma voglio precisare che nella sostanza è una legge tipo, di principi, che non modifica nulla rispetto a quanto è disciplinato dallo Stato e che noi stiamo facendo in questo momento. Certo, per una regione a statuto ordinario che parte da zero, alcuni punti possono costituire delle basi su cui poi operare con provvedimenti successivi, ma per regioni come la nostra questi elementi sono già patrimonio legislativo e fanno parte della nostra azione quotidiana in campo tributario.

Abbiamo più volte affrontato questo argomento della legge tipo dello schema di decreto legislativo da adottare, ma abbiamo scelto la strada di evitare leggi non indispensabili, anche se avrebbe fatto immagine, leggi non di sostanza, e di continuare invece ad operare sull'analisi del gettito del periodo transitorio 1998-1999 e sullo studio di efficaci strumenti di gestione futura del tributo. Non dimentichiamo che è un tributo giovane, recente, che ha creato un terremoto all'interno del sistema tributario preesistente. Sottolineo questa cosa, perché nessuno ha ancora definito un percorso e legiferato in merito, quindi non siamo in ritardo o in situazione di difficoltà.

La finanziaria 2000 contiene norme riferite alla gestione del tributo IRAP; per quest'anno stiamo operando su un obiettivo specifico proprio in questo settore e abbiamo impostato un obiettivo nella direzione bilancio, e d'autunno verrà valutata l'eventuale ulteriore possibilità di utilizzare la nuova legge finanziaria regionale per fornire l'eventuale supporto legislativo necessario.

Questo anche in un quadro di semplificazione legislativa e riduzione del numero di leggi in essere.

Ad oggi, i dati che le regioni possiedono sul gettito 1998 necessitano di complessa elaborazione per ottenere indicazioni sui diversi settori economici, e spiegherò dopo come arrivare a fare in modo che questi dati vengano recepiti dalla Regione e letti in modo reale dalle regioni stesse. I dati sul gettito 1999 saranno disponibili solo dopo il mese di agosto 2000, quindi presumibilmente a settembre-ottobre 2000.

L'obiettivo per la Regione resta quello di assumere direttamente la responsabilità del governo dell'IRAP, questo è il nostro obiettivo; a tal fine è necessario però preliminarmente concentrarsi su tre punti fondamentali.

Il primo, disporre dei dati IRAP di proprietà delle regioni, quello che dicevo prima, per poter sviluppare una capacità di analisi dei flussi; il secondo, garantire il collegamento con lo Stato nell'attività di liquidazione, riscossione ed accertamento dell'importo, e poter acquisire i dati contenuti negli archivi fiscali dello Stato.

A tal proposito, si fa presente che è in corso di definizione uno schema di convenzione con il Ministero delle finanze e la sua società informatica, la SOGEI, e questo è un passaggio non di poco conto per arrivare a poter poi operare attraverso un disegno di legge che dica qualcosa; il terzo, definire i rapporti fra regioni per le compensazioni e regolazioni contabili interne al sistema regionale, e a questo proposito è allo studio uno schema di convenzione interregionale su cui sta operando il gruppo di lavoro.

Concludendo, la Regione alla luce di questo scenario, come strategia nell'immediato, in attesa che vengano chiariti i punti fondamentali a cui si è fatto cenno, e data la particolare situazione economica condizionata dagli effetti della chiusura del Tunnel del Monte Bianco, intende avvalersi per l'anno in corso dell'amministrazione finanziaria dello Stato, stipulando eventualmente apposita convenzione per l'attività di riscossione, liquidazione, accertamento dell'imposta, e questo già era contenuto nella legge finanziaria regionale, legge n. 1 del 3 gennaio 2000, e non aggiungere elementi di complicazione, in attesa di proporre un disegno di legge regionale che disciplini in maniera sostanziosa - e non tanto per esprimere finalità e punti generici, come dicevo prima, che non tolgono ma non aggiungono nulla - l'esercizio delle competenze della Regione e gli aspetti sostanziali sui quali si riterrà opportuno strategicamente intervenire.

PresidenteLa parola al Consigliere Comé.

Comé (Aut)Riprendendo la risposta che aveva fornito l'Assessore nel mese di ottobre alla mia interpellanza, posso notare che le motivazioni che oggi l'Assessore ha dato all'interpellanza del collega primo firmatario Lanièce sono praticamente le stesse.

Allora l'Assessore aveva motivato che servivano i dati del gettito 1999 e che questi sarebbero stati disponibili solo nel mese di agosto 2000, ci accorgiamo però che la Regione Lombardia, nonostante non abbia ancora questi dati come per la Valle d'Aosta, si è dotata di una legge regionale.

Un'altra motivazione che aveva sollevato allora l'Assessore era quella di ricercare una forte intesa politica, cito le sue parole, che riesca a suggerire un modello applicativo dell'imposta che salvaguardi l'autonomia normativa regionale e il carattere nazionale dell'IRAP.

A questo riguardo io speravo che l'Assessore dopo parecchi mesi ci dicesse che questa intesa politica era stata ricercata e ci riferisse a che punto era. Invece oggi viene ribadita questa necessità di trovare l'intesa politica e non è stato fatto nessun passo avanti rispetto alla risposta precedente?

(interruzione dell'Assessore Agnesod, fuori microfono)

? sì, sì. Noi allora avevamo richiesto un'assicurazione che oggi devo dire ci è giunta, ed era l'assicurazione che questa leva fiscale messa in mano alla Regione non si traducesse poi in un maggiore aggravio fiscale, proprio perché come aveva detto l'Assessore c'è la possibilità di variare l'aliquota nei limiti di un punto percentuale. E oggi l'Assessore ci ha detto che è stata fatta una scelta ben precisa, che è quella di non agire in maniera pesante su questa leva fiscale.

Avevamo allora fatto anche una proposta operativa, ma non abbiamo assolutamente sentito da parte dell'Assessore se questa sia stata presa in considerazione o meno. Avevamo anche richiesto di costituire un comitato tecnico consultivo, formato da tecnici designati dalle diverse categorie economiche con funzione di collaborazione per la stesura di questa legge, nessuna risposta è giunta da parte dell'Assessore, che ci ha informato che questa è tutta in mano al direttore.

Da parte nostra non possiamo che rilevare che le risposte dell'Assessore sono praticamente identiche a quelle di sei mesi fa, quindi auspichiamo che ci si attivi affinché si vada verso una predisposizione di tale legge.