Oggetto del Consiglio n. 1438 del 12 luglio 2000 - Resoconto
OGGETTO N. 1438/XI Sistemazione del rapporto di lavoro di assistenti educatori precari per portatori di handicap. (Interpellanza)
Interpellanza A conoscenza del malcontento esistente tra gli assistenti educatori per il precario loro rapporto di lavoro con la Regione;
Constatata l’importanza che riveste il lavoro dagli stessi svolto a favore degli utenti portatori di handicap;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
il Presidente della Giunta e l’Assessore competente per conoscere:
quali iniziative intende intraprendere per affrontare la situazione dagli stessi rappresentata e quindi accogliere le richieste avanzate per una definitiva sistemazione del loro rapporto di lavoro.
F.to: Beneforti
PresidenteLa parola al Consigliere Beneforti.
Beneforti (PVA-cU)A conoscenza della protesta degli assistenti educatori, abbiamo avuto un incontro con un gruppo di loro, al termine del quale abbiamo deciso di presentare questa interpellanza per conoscere quali sono le intenzioni della Giunta sulle rivendicazioni che questa categoria ha posto. Com'è noto, il malcontento degli assistenti educatori deriva dalla mancata sicurezza, dalla precarietà del loro posto di lavoro. Credo che la loro situazione non possa essere più procrastinata, sia perché non è tollerabile, sia anche per il pregevole servizio che prestano nei confronti dei portatori di handicap, servizio che ritengo di fondamentale importanza.
L'interpellanza è chiara, le mie richieste l'hanno ulteriormente chiarita, per cui mi fermo qui e aspetto la risposta dell'Assessore competente riservandomi di intervenire successivamente.
PresidenteLa parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Desidero anzitutto precisare che la risposta viene data da me, ma è di specifica competenza dell'Ufficio personale della Presidenza della Giunta e d'intesa con l'Assessorato alla pubblica istruzione perché il problema che è oggetto di interpellanza, cioè gli assistenti educatori, riguarda sì la sanità, ma riguarda specificatamente l'inserimento dell'integrazione scolastica, tant'è che nell'anno scolastico 1999-2000 sono stati assunti 31 assistenti educatori per 60 alunni, inseriti 4 presso la scuola materna, 6 presso la scuola elementare, 29 presso la scuola secondaria di primo grado, 21 presso la scuola secondaria di secondo grado e solo 4 nei SEFO, gli ex atelier, e 8 nei CSE. Questa è la situazione dell'anno scolastico appena terminato.
In merito al problema di fondo, l'Ufficio personale giustamente fa rilevare che l'unica modalità di assunzione di questo personale è quella di fare riferimento all'articolo 7 della legge regionale 24 ottobre 1989 n. 68, che riguarda l'assunzione di personale straordinario temporaneo, perché l'esigenza dell'Amministrazione regionale è di coprire esigenze che non rivestono carattere di continuità e pertanto l'Amministrazione regionale non può farsi carico in questo momento di ampliare la dotazione organica della struttura competente, che è dimensionata su 28 unità con profilo professionale di educatore professionale, e 2 unità con profilo professionale di assistente educatore.
Non c'è alternativa in questo momento all'assunzione, perché annualmente cambiano i ragazzi handicappati che necessitano di questa assistenza e pertanto ancora quest'anno si è proceduto con un bando di concorso che è stato emanato, le cui domande dovevano essere presentate entro il 26 maggio 2000 e che ha validità biennale. Pertanto si procederà ancora ad utilizzare questa graduatoria per il prossimo anno.
Nell'attesa cosa si sta facendo? Mi pare che è questo il sunto della domanda dell'interpellanza del Consigliere Beneforti.
Noi abbiamo preso in esame questo problema da circa un anno e mezzo, perché come Assessorato regionale alla sanità riteniamo che la professionalità del personale che deve assistere i portatori di handicap deve essere l'obiettivo primario che ci poniamo. Sotto questo punto di vista sicuramente in alcuni settori questa professionalità è venuta meno, perché i titoli che vengono richiesti nel bando di selezione sono titoli di scuola media superiore, ma non si richiede una specifica professionalità.
Abbiamo pertanto costituito un gruppo di lavoro tecnico misto, che è composto da rappresentanti della Sovrintendenza agli studi, dal rappresentante dell'area territoriale dell'azienda USL e dell'Assessorato alla sanità, che ha, il 30 giugno, concluso i lavori proponendoci alcune indicazioni che dovranno essere vagliate sotto l'aspetto di scelta politica.
Innanzitutto il gruppo di lavoro sottolinea l'assoluta necessità che questa attività venga espletata da figure professionali con una valenza educativa, questo dall'altro è un preciso obbligo di legge, previsto dall'articolo 13 della legge n. 104/92 che, come il Consigliere Beneforti sa, è stata recentemente modificata dalla legge n. 68 dello Stato, legge che riprende comunque in più parti questo aspetto. Quindi, dicevo, funzione educativa e non funzione di tipo assistenziale.
Partendo da questo presupposto, che la Giunta regionale condivide, il gruppo di lavoro propone alcune ipotesi organizzative transitorie e propone ipotesi organizzative definitive, anche in applicazione della legge regionale n. 58/98, che dice chiaramente che spetta all'ente locale, cioè comune e comunità montana, provvedere a questo tipo di assistenza.
La figura professionale: la tipologia del personale che dovrà essere adibita è quella dell'educatore professionale e non dell'assistente educatore.
L'assistente educatore è una figura non ben definita, mentre la figura dell'educatore professionale è formata con corso triennale dell'Amministrazione regionale e sta andando verso una riforma complessiva, perché è in atto nell'ordinamento universitario questa tendenza di prevedere per queste figure professionali la laurea breve, come si dice, di durata triennale, tant'è che è presumibile che questa laurea triennale nel prossimo futuro sia quella richiesta per lavorare in tutti i servizi socioeducativi, che riguardino gli asili nido, che riguardino le scuole, che riguardino gli atelier, che riguardino le strutture più specificatamente destinate alla gestione dei portatori di handicap.
Nel frattempo, data la complessità della situazione attuale, che vede una presenza di titoli differenziati per il personale operante nell'ambito socioeducativo, il gruppo di lavoro ritiene che venga individuato fra persone provviste di un diploma quinquennale di scuola media superiore, integrato dal diploma regionale di educatore professionale, oppure di una laurea in scienze dell'educazione con indirizzo di educazione professionale, oppure un diploma quinquennale della scuola media secondaria, integrato da un'esperienza di almeno 18 mesi e integrato da un corso di riqualificazione di educatore professionale.
Queste sono le conclusioni a cui è giunto il gruppo di lavoro; devo dire che l'Associazione nazionale educatori professionali, che ha una sede in Valle d'Aosta, ha chiesto all'Ufficio personale, in occasione del bando di selezione di cui ho parlato, di dare le indicazioni e in data 13 giugno ha scritto una lettera alla stessa struttura organizzativa.
Questa lettera, firmata dal Presidente ANEP, sezione Valle d'Aosta, signora Sveva Mancini, recita testualmente: "Nel ringraziarvi per la vostra sollecita e cortese risposta, cogliamo l'occasione per esprimere la nostra soddisfazione per il punteggio riconosciuto ai titoli di studio immediatamente superiori a quelli richiesti per la partecipazione alla selezione in base all'attinenza degli stessi. Riteniamo infatti che la valutazione del titolo di educatore professionale da voi preso in considerazione alla stregua di un diploma di laurea in scienze dell'educazione riconosca e valorizzi il corso per educatori professionali organizzato dalla stessa Amministrazione regionale dal 1988 al 1998".
Questo per ribadire qual è l'intenzione, qualunque sia la scelta di tipo gestionale che verrà fatta; una delle ipotesi che è stata avanzata è stata quella di contratti di lavoro part time verticale, che significa l'assunzione da ottobre a fine maggio, ferma restando la validità del rapporto di lavoro in sé stesso, oppure forme flessibili che permettano di uscire dal precariato, perché questa è una situazione di precariato che invita neodiplomati a partecipare alla prova di selezione, ma che pone dei grossi problemi gestionali sia dal punto di vista dell'ente gestore, sia dal punto di vista dello stesso operatore che spesso, quando si rende conto che deve operare con portatori di handicap, dopo alcune settimane di esperienza rinuncia per sua non attitudine personale. Per cui la volontà è di uscire dal precariato, ma per quanto riguarda il modo di uscire dal precariato si ipotizza un rapporto di lavoro a livello regionale, ripeto, basato su un part time verticale, oppure la possibilità di esternalizzare il rapporto di lavoro affidandolo a delle cooperative sociali e questa è una soluzione che potrà essere gestita sia direttamente dall'Amministrazione regionale sia dall'ente locale.
Ognuno di noi potrà esprimere le sue opinioni perché il problema è ancora aperto, sicuramente dovremo confrontarci al nostro interno, dopo di che apriremo un dibattito con le organizzazioni sindacali del settore e con l'Associazione nazionale educatori professionali perché l'unica cosa certa, al momento, è che in prospettiva la figura professionale che utilizzeremo per questi servizi, e questo è un dato che è previsto dalla normativa nazionale e regionale in vigore, è quella dell'educatore professionale. Con quale tipo di rapporto di lavoro ne discuteremo, perché vogliamo evitare che nel prossimo anno scolastico si debba nuovamente far fronte a questa forma di precariato.
Questa è la situazione allo stato attuale, che è non ancora definitiva, ma che ci dà degli spunti interessanti per discuterne nelle sedi competenti.
PresidenteLa parola al Consigliere Beneforti.
Beneforti (PVA-cU)Prendo atto della risposta dell'Assessore, però devo dire che non mi dichiaro pienamente soddisfatto.
Voglio fare alcune riflessioni per richiamare sul problema degli educatori professionali l'attenzione di tutto il Consiglio e anche dei Consiglieri di maggioranza. Vorrei che anche i colleghi di maggioranza si ponessero il problema così come ce lo poniamo noi e che prendessero posizione a sostegno di certe rivendicazioni che, come quella posta dagli assistenti educatori, rivestono particolare importanza. Prendo atto della volontà dichiarata dall'Assessore di affrontare il problema per uscire dal precariato, però non è con le indicazioni che l'Assessore ha dato che si risolve il problema secondo le attese che hanno gli educatori.
In sostanza, gli assistenti educatori chiedono solo garanzie per il loro posto di lavoro, chiedono di uscire dal precariato, chiedono di lavorare a tempo indeterminato, chiedono di non dover essere selezionati ogni due anni come avviene oggi, Assessore. Chiedono di svolgere il loro lavoro con serenità e questo nell'interesse loro, ma anche nell'interesse degli utenti, che sono giovani, ragazzi già svantaggiati, già minati nella vita, che quindi devono essere assistiti da giovani che hanno uno spirito di serenità, che non hanno il problema del posto di lavoro da un anno all'altro.
In sostanza, credo che questi educatori meritino maggiore riconoscimento e quindi che occorra la volontà politica di risolvere effettivamente la situazione.
Non tutti i giovani oggi si adattano alla scelta di lavoro che questi giovani hanno fatto, tant'è vero che alcuni fanno la selezione positiva, lo ha affermato anche l'Assessore. Chi conosce il mondo degli handicappati sa quali sacrifici occorre fare per stare loro vicino, sa anche da quale amore devono essere circondati questi ragazzi.
Sacrifici ed amore che nemmeno i genitori sono oggi disposti a fare 24 ore su 24, tant'è vero che richiedono l'aiuto dell'ente pubblico che metta loro a disposizione i centri dove questi giovani possono passare alcune ore o delle giornate insieme a qualcuno che stia loro vicino.
Allora vogliamo riconoscere i meriti che gli educatori acquisiscono nel compimento del loro servizio? Vogliamo togliere il malcontento che serpeggia fra loro e che deriva proprio dall'insicurezza del rapporto di lavoro? Vogliamo togliere loro la preoccupazione di essere scartati quando ogni due anni sono chiamati a ripetere l'esame? Immaginiamoci il loro stato d'animo quando si rendono conto che nei loro confronti non c'è il riconoscimento del lavoro che hanno svolto da lungo tempo, che rischiano di essere superati da nuovi aspiranti educatori, che l'esperienza di lavoro che hanno fatto per rendere il loro servizio sempre più efficiente non serve più a niente, perché non è tenuta in considerazione.
Voglio sperare che vi renderete conto che il tempo "usa e butta", come è accaduto per altre categorie, è finito, che è tempo di sistemare una volta per tutte quanti si trovano nelle stesse condizioni di precarietà perché ci sono altre categorie che si trovano nelle stesse condizioni di precarietà.
Si dice: vediamo di risolvere il problema con l'articolo 7 della legge, eccetera; è quello che l'Ufficio personale ci ha detto anche a livello di commissione.
Le proposte dell'Ufficio personale a livello di commissione non ci hanno per niente soddisfatto, e per questo chiediamo alla Giunta un intervento diverso da quello che è scaturito a livello di commissione quando abbiamo affrontato questo problema con i responsabili dell'Ufficio del personale.
Riteniamo che se vogliamo dare un servizio efficiente, dobbiamo anche avere la forza e il coraggio di fare la scelta politica e di rivedere la pianta organica; se vogliamo dare dei servizi efficienti occorre anche il personale.
Allora, se in questo caso è necessario rivedere la pianta organica, rivediamola, magari economizziamo se è il caso, ma economizziamo in altri settori e non in un settore importante come quello degli handicappati e degli educatori che devono nella scuola dare il supporto agli insegnanti, perché questi handicappati possano apprendere anche loro quello che di diritto devono apprendere!
Io non credo che questo servizio di educazione nella scuola debba essere affidato alle cooperative sociali, stiamo attenti, approfondiamo bene il discorso, apprezzo il lavoro che ha fatto il gruppo di lavoro, apprezzo sempre quando la gente lavora e ci porta delle indicazioni; però stiamo attenti che per uscire dal precariato non si vada a cadere poi in una situazione che non dà quei servizi che devono essere dati!
Credo che fra l'Assessorato alla pubblica istruzione e l'Assessorato alla sanità si debba trovare il modo di dare una sistemazione al personale, senza dover ricorrere all'esterno, perché questa è una scelta che abbiamo fatto da tempo e questa scelta deve essere portata avanti fino in fondo.
Mi riservo di approfondire il lavoro svolto dal gruppo di lavoro, lavoro che chiedo all'Assessore di portare in commissione in modo che lo si possa approfondire tutti insieme, per trovare la soluzione più adeguata al problema.
Si dà atto che, dalle ore 11,19, presiede il Vicepresidente Viérin Marco.