Oggetto del Consiglio n. 1433 del 12 luglio 2000 - Resoconto
OGGETTO N. 1433/XI Situazione del "FOPAVA - Fondo complementare per i lavoratori autonomi della Regione". (Interrogazione)
Interrogazione Ricordato che in attuazione della legge regionale 26.06.1997 n. 22 è stato istituito il "Fondo Pensione Complementare per i Lavoratori Autonomi della Regione Autonoma Valle d’Aosta (FOPAVA)";
Appreso che il numero dei cittadini che finora hanno aderito all’iniziativa è di molto inferiore al numero minimo di soggetti necessario per attivare l’operatività del Fondo;
Ritenuto opportuno avere ulteriori elementi di giudizio al riguardo;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
la Giunta regionale per sapere:
1) quanti soggetti hanno finora aderito al Fondo integrativo "FOPAVA";
2) quali conseguenze crea il mancato raggiungimento del numero minimo previsto per l’operatività del Fondo;
3) quale giudizio dà l’Amministrazione sui dati emersi e quale futuro ritiene avrà il Fondo integrativo in esame.
F.to: Curtaz
PrésidentLa parole à l'Assesseur au budget, aux finances et à la programmation, Agnesod.
Agnesod (UV)Alla domanda n. 1: "quanti soggetti hanno finora aderito al fondo integrativo FOPAVA", le adesioni raccolte ad oggi risultano pari a circa 300 unità, e non hanno ancora permesso di raggiungere il numero minimo stabilito dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione per completare l'iter necessario per ottenere l'autorizzazione all'esercizio.
Il Consiglio di amministrazione provvisorio e l'Assemblea degli enti associati al FOPAVA, costituita dai rappresentanti delle associazioni di categoria del lavoro autonomo e delle libere professioni, che hanno istituito il fondo, hanno recentemente preso in esame la situazione venutasi a creare e le prospettive del FOPAVA, dando mandato al Presidente e al Vicepresidente di individuare eventuali ulteriori iniziative in grado di permettere l'avvio del fondo e da portare poi all'approvazione dell'assemblea.
Sulla seconda: "quali conseguenze crea il mancato raggiungimento del numero minimo previsto per l'operatività del fondo", il mancato raggiungimento del numero minimo previsto non dovrebbe comportare alcuna conseguenza dal punto di vista pratico. Infatti, sulla base delle normative vigenti non viene fissato un termine entro il quale raggiungere il numero minimo di adesioni, ma viene solamente fissato un obiettivo in termini numerici, che è stato quello concordato in un primo tempo in 1200, che poi è stato ridotto a 7-800 circa. Certamente gli organi amministrativi del fondo dovranno nei prossimi mesi assumere delle deliberazioni in merito alla volontà e all'opportunità di proseguire nell'iniziativa, nonché alle eventuali iniziative per rilanciare il progetto, al fine di fornire delle risposte certe a coloro che finora hanno dato la propria adesione al FOPAVA e a tutti i potenziali interessati.
Per quanto riguarda l'ultimo quesito: "quale giudizio dà l'Amministrazione sui dati emersi e quale futuro ritiene avrà il fondo integrativo in esame", c'è da dire che il fondo di previdenza complementare per i lavoratori autonomi della Regione autonoma Valle d'Aosta, il FOPAVA, è stato costituito su iniziativa delle associazioni del lavoro autonomo e delle libere professioni e sulla base degli accordi istitutivi dalle stesse sottoscritti, secondo le modalità e le previsioni della normativa vigente in materia a livello nazionale, e non è stato istituito in attuazione della legge regionale n. 22/1997; questa legge è stata quella che ha permesso alla Regione Valle d'Aosta di promuovere lo sviluppo dei fondi di pensione integrativa a carattere territoriale e mettere a disposizione gli strumenti necessari a supportare l'avviamento e il funzionamento degli stessi.
Non ci sono solo in Valle d'Aosta questi fondi di lavoratori autonomi e vedremo in seguito che in altre realtà hanno avuto delle difficoltà di raccolta, dovute a delle motivazioni che vedremo successivamente.
La Regione, a suo tempo, nella sua veste di datore di lavoro, aveva affrontato le problematiche relative all'adeguamento alle norme in materia di previdenza complementare della preesistente forma di indennità integrativa di liquidazione a favore dei propri dipendenti, e nella prospettiva della creazione del comparto unico del pubblico impiego, considerando che in Valle d'Aosta gli oneri del personale dipendente dei comparti scuola e sanità fanno carico al bilancio regionale, si era da subito attivata affinché tutti i dipendenti pubblici potessero aderire ad un fondo di pensione integrativo a base territoriale.
La Regione inoltre, considerando che la problematica riguardante la previdenza complementare avrebbe interessato tutte le categorie di lavoratori dipendenti, aveva coinvolto le principali associazioni imprenditoriali, affinché anche i datori di lavoro privati aderissero all'iniziativa di costituzione di un proprio fondo di previdenza integrativa.
Le analisi e gli studi propedeutici all'avvio dell'iniziativa non avevano coinvolto inizialmente il mercato del lavoro autonomo in relazione alla difficoltà di individuare, così come era previsto dalle normative vigenti, i soggetti di carattere associativo rappresentativi di tutti gli ambiti del lavoro autonomo e delle libere professioni a livello regionale, che avrebbero dovuto costituire il fondo e permettere l'adesione da parte dei lavoratori delle diverse categorie.
Ulteriore difficoltà era inoltre rappresentata dall'impossibilità di stimare la probabilità di adesione a progetti di previdenza integrativa da parte dei lavoratori autonomi, unici contribuenti ai fini previdenziali di sé stessi, e per i quali pertanto si tratta di scelte assolutamente personali, e fino all'effettiva entrata in vigore della riforma fiscale in materia il 1° gennaio 2001 non adeguatamente incentivate dalle norme in materia fiscale attualmente in vigore. A differenza dei lavoratori dipendenti, per i quali è prevista la quota di partecipazione e anche di versamento del datore di lavoro, nel caso dei lavoratori autonomi sono loro stessi che devono fare in maniera completa il versamento a proprio carico.
La Regione comunque, anche su richiesta dell'Associazione di categoria dei lavoratori autonomi di essere coinvolti nel progetto di costituzione dei fondi a base territoriale regionale, ha promosso l'iniziativa anche nel settore del lavoro autonomo, e dopo aver valutato anche mediante un confronto con la Commissione di vigilanza sui fondi pensione l'impossibilità di costituire un unico fondo che includesse lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti, date le particolari norme che disciplinano l'adesione di questi ultimi ai fondi di pensione integrativi, ha supportato tramite la "Servizi previdenziale S.p.A." la costituzione e la successiva promozione del FOPAVA.
In confronto con la Commissione di vigilanza sui fondi pensione per la determinazione della soglia minima per l'operatività del fondo, pari a circa 1200 unità, ridefinite poi in 800 unità, si era poi basata sulle seguenti previsioni: associazioni di rappresentanza aderenti al FOPAVA sono le associazioni del commercio, alberghi e pubblici esercizi, con circa 5300 lavoratori interessati, gli artigiani 4900, gli agricoltori 3000, i liberi professionisti e artisti 593, associazione ingegneri 254, maestri di sci, guide alpine, guide della natura 1350, Associazione stampa valdostana 80, altre libere professioni 600, per un totale di circa 16.000 lavoratori interessati potenzialmente a questo discorso.
Le ipotesi di preadesione nella fase iniziale erano dell'8 percento del totale dei lavoratori, circa 1200 unità come detto prima.
I dati emersi dalla campagna di raccolta delle adesioni al FOPAVA non sono certamente incoraggianti, ma si inquadrano in un contesto nazionale del tutto simile a quello valdostano, e questo è importante sottolineare perché non è un caso particolare che c'è stata nella nostra regione la non adesione da parte dei lavoratori autonomi al proprio fondo di pensione integrativo, la Regione non c'entra niente; sono partiti, hanno costituito, noi abbiamo dato il supporto perché avevamo la legge che ce lo consentiva, ma sono stati loro a farsi carico dell'iniziativa. Infatti anche i fondi costituiti a livello nazionale, dicevo, dalle associazioni del lavoro autonomo e delle libere professioni hanno ottenuto uno scarso riscontro in termini di adesione, anzi, seppure in termini assoluti il nostro numero di aderenti si è alquanto ridotto; se valutato in termini percentuali rispetto alla platea dei potenziali aderenti risulta più elevato della media dei fondi nazionali di categoria.
Le motivazioni quali sono? Le motivazioni di questo ancora scarso interesse da parte dei lavoratori autonomi nei confronti di strumenti quali i fondi pensione integrativi sono individuabili principalmente - questa è la nostra ipotesi - negli ancora scarsi incentivi fiscali concessi a livello nazionale per favorire le adesioni e lo sviluppo di questi fondi. Tale situazione dovrebbe migliorare notevolmente a partire dal 2001, con l'entrata in vigore di una legge che prevede questo tipo di specifico intervento.
Nella situazione dei lavoratori autonomi, che a differenza di quelli dipendenti alimentano esclusivamente a loro carico i versamenti ai fondi, nell'accesa concorrenza fatta dalle banche, dalle assicurazioni, perché hanno operato in maniera abbastanza pesante in questo contesto sia gli sportelli bancari, sia le assicurazioni per impedire il decollo di questa forma di pensione integrativa, che poi è un'altra cosa, è un discorso tecnico da fare però non è l'oggetto dell'interrogazione, ma questa concorrenza fatta dalle banche e dalle assicurazioni ai fondi promossi dalle categorie è fenomeno che non avviene invece relativamente al lavoratore dipendente e per questo speriamo che il FOPADIVA abbia un altro successo. Poi esiste una difficoltà da parte delle categorie stesse nel riuscire a supportare adeguatamente l'iniziativa, alcune hanno anche inserito delle comunicazioni di assicurazioni varie, quindi c'è stata molta confusione su questo.
Sono convinto della buona fede da parte di tutti e credo che le categorie sapranno prendere in mano questa situazione, visto che non ci sono tempi di scadenza, sapranno raggiungere quel numero minimo per far decollare questi fondi.
Però dovrà essere compito delle associazioni promotrici del FOPAVA analizzare approfonditamente la situazione e le prospettive del fondo, al fine di individuare le soluzioni più opportune finalizzate a garantire ai lavoratori autonomi valdostani di tutte le categorie la possibilità di accesso ad una previdenza integrativa che è poi un investimento e una garanzia per il loro futuro.
PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU)Ringrazio l'Assessore per i dati che mi ha fornito anche se non sono totalmente soddisfatto, e mi spiego. L'Assessore mi ha dato intanto i dati dell'adesione al fondo complementare, dicendo che di fronte ad un obiettivo fissato originario di 1200 persone interessate al fondo, le adesioni sono state di 300 circa. Poi ci sarebbe stata un'ulteriore riduzione del numero minimo, ma siamo comunque meno della metà, circa un terzo, delle adesioni anche in riferimento a questo numero minimo.
L'Assessore si è poi soffermato sulle cause di questo fallimento, anche se ha auspicato che, non essendoci termini di chiusura delle adesioni, il numero minimo potrebbe essere raggiunto. Mi sembra una valutazione ottimistica perché normalmente più passa il tempo, più sarà difficile convincere le persone ad aderire al fondo.
Quello che mi ha meno soddisfatto è stata la risposta alla terza domanda che ponevo, perché mi sembra che sia mancato il giudizio politico su questa vicenda, perché ovviamente sono state le categorie ad istituire i fondi, ad organizzarsi, ad attivarsi, però in sintonia con una legge regionale e con una volontà politica che era stata espressa da questo Consiglio regionale e che, per certi versi, era anche condivisibile. Quindi la mia domanda era riferita soprattutto ad un giudizio politico generale sull'intera tematica dei fondi complementari.
E invece l'Assessore si è dilungato, anche se la materia è interessante, a darmi tutta una serie di altre notizie. Lei mi è sembrato un po', mi consenta la battuta, Assessore, in questo periodo come Marcello Lippi, allenatore dell'Inter, che non avendo Ronaldo e Vieri, gli tocca parlare di Cirillo e Brochi. La risposta alla terza domanda è stata in questo senso.
Ritengo comunque che questa tematica sia di un qualche interesse, perché coinvolge tutta una serie di soggetti, di categorie; si diceva che fino a poco tempo fa, e credo che ancora questo sia vero, che la previdenza integrativa sarà il futuro del "welfare state", ma credo che i primi passi non siano incoraggianti e quindi una riflessione su questo punto andrà fatta sia da parte delle forze politiche, sia da parte dell'Esecutivo regionale.