Oggetto del Consiglio n. 1401 del 21 giugno 2000 - Resoconto
OGGETTO N. 1401/XI Intendimenti circa la realizzazione di una nuova struttura ospedaliera. (Interpellanza)
Interpellanza Viste le dichiarazione del neo Ministro alla Sanità, il Professor Umberto Veronesi, sulla funzionalità e ruolo dell’ospedale in Italia, apparse sul Sole 24 ore del 18 maggio 2000, ed in particolare l’affermazione secondo cui sarebbero possibili "risparmi giganteschi", se le strutture ospedaliere fossero più moderne;
Considerato che - sempre a detta del neo Ministro alla Sanità - "il costo di costruzione di un ospedale, chiavi in mano, equivale al costo di gestione di quell’ospedale per un anno" e che "un ospedale ha una vita media di circa 30 anni";
Atteso che la struttura ospedaliera di Viale Ginevra ha superato il limite di età media di un ospedale;
Considerati inoltre gli ingenti costi delle ristrutturazioni in atto e quelli richiesti dalla costruzione ex novo della ipotizzata ala a sud dell’attuale struttura ospedaliera;
Considerato infine gli alti costi aggiuntivi per la pulizia, determinati dai lavori di ristrutturazione che - a detta del neo direttore generale dell’USL - ammontano a ben 3 miliardi;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore competente per sapere:
1) come valuta le dichiarazioni del neo Ministro alla Sanità e se queste la inducono a rivedere la scelta politica di non procedere alla costruzione di un nuovo ospedale;
2) se intende riesaminare, alla luce dei parametri indicati dal Ministro, il confronto tra le due ipotesi, nuova costruzione o ristrutturazione dell’esistente, tenendo conto del differente costo di gestione;
3) se, a fronte del deficit del bilancio dell’USL, intende verificare quali sono i costi derivanti dall’obsolescenza e rigidità della attuale struttura ospedaliera.
F.to: Squarzino Secondina - Curtaz - Beneforti
PresidenteLa parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Questa interpellanza prende le mosse dallo stesso giornale citato un attimo fa dal collega Tibaldi, cioè da "Il Sole 24ore", che effettivamente è una miniera di informazioni.
Sicuramente l'Assessore avrà letto su "Il Sole 24ore" del 18 maggio un'intervista fatta al neoministro della sanità Veronesi che riguarda tutta la problematica degli ospedali. Ha affermato il ministro che, a suo avviso, sarebbero possibili risparmi giganteschi, se le strutture ospedaliere fossero più moderne.
"Se lei fa dei conti - dice il ministro rivolto al giornalista - anche semplicissimi, vedrà che il costo di costruzione di un ospedale chiavi in mano equivale al costo di gestione di quell'ospedale per un anno".
Ora noi in Valle abbiamo dei costi sui 300 miliardi all'anno di gestione dell'ospedale, che poi lievitano ancora sempre.
"Il costruirlo - continua Veronesi - costerebbe tanto quanto gestirlo per un anno e se considera che un ospedale ha una vita media di circa 30 anni, vuol dire che la spesa impegnata è pari a 1/30 del costo totale di quell'ospedale e di tutte le sue gestioni per 30 anni. Intanto però un ospedale moderno, costruito intelligentemente e che farà risparmiare un mucchio di soldi".
Queste sono le affermazioni fatte dal neoministro alla sanità, prof. Veronesi.
È inevitabile che sia fatto un raffronto fra queste valutazioni e la nostra realtà regionale. Tutti sappiamo che abbiamo un ospedale che sicuramente ha più di 30 anni, è stato costruito nel 1942, quindi ha un'età superiore ai 30 anni; sappiamo anche che i lavori di ristrutturazione che sono in atto costano e costano parecchio.
Non solo. A più riprese ho sollevato in quest'aula il problema del lievitare continuo delle spese di ristrutturazione dei reparti dell'Ospedale perché è normale che in una struttura già consolidata, se si interviene, ci siano problemi sempre nuovi che non sono stati previsti nel momento della programmazione dei lavori. Per questa materia i costi di ristrutturazione sono molto ingenti.
Teniamo conto che nella prospettiva del progetto che l'Assessore, la Giunta e questa maggioranza hanno in mente, non c'è soltanto la ristrutturazione degli attuali reparti, ma c'è anche la costruzione di un'ala nuova a sud, quindi un'altra ala che richiederà altri tipi di intervento finanziario.
Questa è la situazione nostra, una situazione in cui, continuando a lavorare sul vecchio, impegniamo miliardi e miliardi senza ottenere in cambio quello che potremmo ottenere con una struttura nuova.
Ci siamo chiesti se anche l'Assessore, che sicuramente avrà avuto modo di leggere questa intervista, ha ripensato al problema nel suo complesso; se qualche dubbio almeno questa intervista glielo ha sollevato; se di fronte a questi parametri che il ministro pone, l'Assessore sia intenzionato a ripensare, insieme alla Giunta e alla maggioranza, la decisione che è stata presa; se non ritiene di rivedere le proprie scelte anche a fronte del continuo deficit dell'USL, che si presenta qui alla fine di ogni anno di gestione con una quota sempre maggiore di deficit.
Deficit che è legato anche - a detta della stessa neodirettrice generale dell'USL - a delle cose in più che pone il lavorare nella vecchia struttura; facevo un esempio di 3 miliardi circa all'anno solo per costi aggiuntivi per la pulizia. Ora 3 miliardi all'anno non sono noccioline e questi lavori all'interno della struttura sembra che debbano continuare per chissà quanti anni ancora! Quindi siamo interessati a sapere dall'Assessore se queste nuove informazioni da parte del neoministro della sanità hanno fatto sorgere almeno qualche dubbio.
PresidenteLa parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Ringrazio la Consigliera Squarzino per l'interpellanza e nel contenuto rispondo subito a quest'ultima domanda: se quell'intervista mi ha fatto sorgere qualche dubbio.
Non solo non mi ha fatto sorgere dubbi, mi ha confermato totalmente nella bontà della scelta fatta nel 1994, e dirò perché. Perché le affermazioni del Ministro Veronesi si possono sintetizzare in uno slogan "piccolo è bello", e già prima il Consigliere Tibaldi parlava per altra materia di questo slogan, si vede che oggi è la giornata, in quanto il contenuto dell'intervista, che poi è stata meglio esplicitata nell'incontro che il ministro stesso ha avuto con noi Assessori la settimana scorsa, è il seguente.
Il ministro ipotizza una rete di ospedali piccoli in rete, è questo il punto fondamentale, ipertecnologici con non più di 2-300 posti letto, camere possibilmente tutte singole con degenze di 2-3 giorni al massimo, blocchi divisi, da una parte la terapia e dall'altra la convalescenza, e anche belli da vedere.
Questo è il contenuto del pensiero di Veronesi, contenuto fra l'altro contestato immediatamente dal Presidente del Centro nazionale per l'edilizia tecnica ospedaliera, Canneto, il Direttore generale del Policlinico Gemelli di Roma, che sempre su "Il Sole 24ore" dice che gli ospedali troppo piccoli non consentono di investire in tecnologia, ovvero limitano l'attività delle strutture ad una specializzazione, e contesta la logica dell'ospedale al centro dell'attenzione. Logica che il ministro con questa ipotesi cerca di rafforzare in senso contrario, cioè puntando con un'attività sul territorio e quant'altro.
Cosa dice il ministro? Ipotizza quale sarà l'ospedale di domani, che è esattamente quanto abbiamo detto quando si riteneva che non è necessario un nuovo ospedale in Valle d'Aosta, perché il futuro degli ospedali si baserà come si dice su piccoli ospedali per acuti e strutture separate per la riabilitazione e per la lungodegenza.
Tant'è che questo articolo dice che per quanto riguarda l'organizzazione funzionale, per le degenze si è affermato il concetto di qualificazione in senso trasversale con una riduzione dei posti letto - concetto ribadito da sempre da noi e tornerò su questo - sviluppo dei servizi diagnostici e terapeutici in day hospital e in day surgery, quindi ampliamento delle prestazioni terapeutiche e riabilitative al di fuori dell'ospedale tradizionalmente concepito - ed è quanto noi abbiamo detto, ovvero prestazioni terapeutiche e riabilitative al Beauregard, prestazioni per acuti in Viale Ginevra - riduzione dei posti letto, riduzione dei servizi generali di supporto alle funzioni ricettive e amministrative mediante l'affidamento di tale attività ad aziende specializzate esterne - quello che si sta facendo in Valle d'Aosta - richiesta da parte degli utenti di una maggiore qualità ricettiva (e la proposta di ampliamento dell'ospedale prevederà come dirò dopo anche questi aspetti).
Per quanto riguarda l'organizzazione volumetrica - continua l'articolo - l'ospedale di domani privilegia lo sviluppo di tipo orizzontale con un impianto volumetrico di tipo semiestensivo; per quanto riguarda l'articolazione planimetrica, si tende al superamento delle distinzioni fra le parti, divisioni e sezioni, verso il modello dipartimentale con l'obiettivo di ottimizzare l'uso comune di risorse umane e tecnologiche. È esattamente quello che prevediamo noi nell'ipotesi di ampliamento: non più reparti, ma dipartimenti, all'interno dei quali ruota il personale, ruotano i letti, letti non più assegnati al singolo primario, ma assegnati al dipartimento per aree della medicina, aree della chirurgia, aree della diagnostica, e via dicendo. Per cui tutto questo è esattamente in linea con quanto è affermato da dibattiti in Consiglio regionale e quanto è affermato dalla documentazione a disposizione di tutti.
Aggiungo che proprio nei giorni scorsi la Commissione di inchiesta del Senato ha pubblicato l'esito di un interessantissimo rapporto sugli ospedali incompiuti; il titolo di questo rapporto è: "Ospedali incompiuti da 30.000 miliardi: sprechi, inefficienze, clientelismi, tempi biblici".
Per fortuna la Valle d'Aosta non c'è, e non c'è perché abbiamo rivisto la scellerata ipotesi di costruire un ospedale nuovo di 800, sottolineo, 800 posti letto, assunta non più tardi di 7-8 anni fa. Qualcuno voleva all'epoca costruire in Valle d'Aosta un ospedale di 7-800 letti?
(interruzione del Consigliere Beneforti, fuori microfono)
? Consigliere Beneforti, sono atti del Consiglio regionale che lo dicono! Dicevo, 7-800 posti letto che sarebbero stati assolutamente in controtendenza rispetto a quanto tutti dicono oggi, ma già dicevano anni fa.
In questi ospedali incompiuti da 30.000 miliardi che sono ben 134, ci sono regioni come il Veneto, la Liguria, le Marche, il Lazio, l'Abruzzo-Molise, la Campania, la Basilicata, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna che hanno 134 ospedali incompiuti!
Cosa dice questa interessantissima inchiesta del Senato? Che i tempi medi di costruzione non sono quelli che si dicevano durante il dibattito sull'ospedale nuovo, cioè bastano 3 anni per costruire un ospedale nuovo; i tempi medi - che significa che come tutte le medie c'è di più e di meno - sono di vent'anni! Qualcuno ipotizzava la costruzione di un ospedale nuovo con tempi medi di vent'anni, senza tener conto che l'attuale struttura acquistata dalla Regione doveva e deve comunque essere ristrutturata, perché non a norma in molte sue parti. Problema di una gravità assoluta che ha già, in alcuni casi, interessato la Procura della Repubblica, per fortuna non siamo interessati da questa inchiesta.
Ma l'Amministrazione regionale può assicurare, per rispondere nel merito, che la struttura ospedaliera di Viale Ginevra, al termine degli interventi in atto e in previsione, potrà essere considerata un ospedale moderno e sicuro, fruibile, tecnologicamente adeguato e rispondente ai requisiti gestionali di qualsiasi altra nuova struttura ospedaliera.
L'Amministrazione è sicuramente conscia che un ospedale ha una vita media di circa 30 anni, ma nessuno di noi ipotizza che ogni 30 anni si ricostruisca un ospedale nuovo in Valle d'Aosta, è nella logica delle cose! Nessuno di noi ipotizza e neanche il ministro ipotizza che ogni 30 anni si costruisca un ospedale nuovo; basta vedere l'esperienza francese: chi di noi conosce Parigi sa dove sono situati gli ospedali di Parigi. Sono situati in strutture del 1700 mediamente.
Ciò non evita di dare un'assistenza di tipo qualitativo altissima, anche se evidentemente anche a livello francese stanno ripensando questa politica. Sta di fatto che, in Viale Ginevra, sono stati effettuati interventi sistematori del corpo di fabbrica, la cosiddetta "ala chirurgica", che è stata costruita agli inizi degli anni '70, costruita con una logica degli anni '70, non la si può definire giusta o sbagliata, ma diversa rispetto alla tecnologia costruttiva di oggi, che è una tecnologia per padiglioni, per dipartimento rispetto ai reparti.
Se poi si parla di parti tecnologiche, la vita media si abbassa ulteriormente. Nelle strutture ad altissima tecnologia, come la Rianimazione, l'invecchiamento è rapidissimo; ogni 2 anni una rianimazione in teoria dovrebbe essere rifatta, indipendentemente dal fatto che sia situata, localizzata in un ospedale nuovo o in un ospedale che ha 30 anni e infatti non si acquistano più le apparecchiature tecnologiche, ma si affittano in leasing.
Nel territorio dello Stato circa un terzo delle strutture ospedaliere ha un'età media di oltre 60 anni e si trovano in pieno centro cittadino; in buona parte di queste si stanno eseguendo gli interventi di parziale ristrutturazione e ammodernamento, in esecuzione del piano straordinario di investimenti, finanziati dalla legge dello Stato, il famoso articolo 20 della legge n. 67/88.
Il Presidio di viale Ginevra è fra questi e gli interventi già eseguiti e quelli in atto e in previsione, oltre che attendere alla risoluzione di carenze relative ad aspetti normativi, edilizi e sanitari, sono rivolti ad un graduale ammodernamento e ad una maggiore funzionalità della struttura ospedaliera, secondo le nuove tendenze in atto.
Il sistema compositivo e l'organizzazione volumetrica privilegiano un impianto di tipo semiestensivo, che con un opportuno riordino permetterà di creare una serie di corpi di fabbrica esistenti e di nuova edificazione collegati fra loro e dimensionati in relazione alla loro destinazione. In questo modo si otterrà una migliore organizzazione funzionale con la separazione degli spazi di degenza da quelli di diagnosi e terapia e con conseguente maggiore razionalizzazione ed economicità delle funzioni.
Altro obiettivo degli interventi sarà l'organizzazione e l'ottimizzazione dei percorsi sia orizzontali sia verticali per una più rapida mobilità del paziente e dell'informazione allo stesso connessa quali lastre, referti, e via dicendo. Inoltre, le componenti tecnologiche previste all'interno delle realizzazioni, tenderanno a migliorare oltre la componente impiantistica, anche i sistemi informatici e di gestione integrata. In particolare, la realizzazione di nuovi spazi per le degenze, per lo svolgimento delle funzioni, per i servizi, nel rispetto dei requisiti strutturali e sanitari degli standard edilizi, permetterà di giungere alla realizzazione di una struttura ospedaliera più funzionale sotto gli aspetti relativi alla sicurezza, al benessere, alla fruibilità e alla gestione.
Per quanto riguarda la sicurezza, verranno raggiunte migliori condizioni per l'incolumità degli utenti: protezione da cadute, migliore percorribilità, difesa e prevenzione di danni in dipendenza da fattori accidentali, evacuazione in caso di emergenza e protezione dal fuoco, nonché nella fruibilità del sistema edilizio.
Un maggior benessere sarà assicurato dall'insieme delle condizioni edilizie e sanitarie adeguate ad una migliore qualità della vita, alla salute e allo svolgimento dell'attività dell'utenza: camera degenza a due letti con servizi, spazi di socializzazione e di relazione, climatizzazione, protezione da inquinamento acustico, servizi all'utenza, servizi generali quali la biblioteca, asili nido, e via dicendo.
Una migliore fruibilità sarà garantita inoltre da migliori condizioni di accessibilità, di correlazione, di flessibilità delle strutture, di dotazione di migliori apparecchiature, impianti ed arredi e quant'altro per lo svolgimento di tutte le attività rivolte all'utenza.
Si evidenzia che gli interventi di ristrutturazione del Presidio ospedaliero fanno parte, come tutti sanno, di un programma generale in materia di edilizia sanitaria, approvato dal Ministero della sanità e finanziato per la maggior parte con fondi statali, per cui i costi delle ristrutturazioni in atto risultano compresi nei parametri nazionali.
Si tratta di interventi perfettamente in linea con gli standard e le indicazioni ministeriali, che sono stati attentamente vagliati dagli organi ministeriali preposti, accertandone l'assoluta validità e condivisibilità. Questi sono dati ufficiali incontrovertibili.
È opportuno rilevare che gli interventi di ristrutturazione presso la struttura ospedaliera si sarebbero comunque dovuti indifferibilmente effettuare, al di là della decisione o meno di costruire un nuovo complesso ospedaliero, in quanto si tratta di opere di adeguamento alle normative vigenti.
Per quanto riguarda la costruzione ex novo dell'ipotizzata ala a sud dell'attuale struttura ospedaliera, il costo di realizzazione della stessa risulterebbe analogo a quello di una nuova edificazione in qualsiasi altro luogo, trattandosi di una struttura ad hoc.
In considerazione di quanto sopra espresso, le dichiarazioni del Ministro della sanità, ripeto, non inducono certamente a rivedere la scelta politica di non procedere alla costruzione di un nuovo ospedale. Non è sicuramente un argomento che può essere messo in discussione ogni sei mesi, pur rendendosi conto che le tendenze sanitarie sono variate e continuano a variare nel corso degli anni! Pensiamo, come dicevo, all'Ospedale che nel 1990 si parlava di ristrutturare, di ampliare, con una disponibilità di circa 800 posti letto; sarebbe stato un errore gravissimo, di cui avremmo portato le conseguenze oggi e per i prossimi 20-30 anni!
Oggi le cose sono cambiate e si va verso una riduzione dei posti letto per acuti e una riqualificazione dei servizi sul territorio, tant'è che oggi si parla di un ospedale con 567 posti letto, di cui solo 447 per acuti in viale Ginevra rispetto agli 800 previsti all'epoca, e 120 per la riabilitazione e la lungodegenza al Beauregard.
Torno ad evidenziare che la struttura di viale Ginevra, al termine degli interventi previsti, potrà essere considerata un ospedale moderno, rispondente ai requisiti gestionali di qualsiasi altra nuova struttura ospedaliera, per cui non si intende riesaminare il confronto fra le due ipotesi: nuova costruzione e ristrutturazione dell'esistente, tenendo conto del cosiddetto "differente costo di gestione".
Argomento sul quale confesso che non ci sono a tutt'oggi delle indicazioni precise; sono affermazioni valide che però non sono suffragate da dati, perché è incontrovertibile che il costo di gestione di una struttura è in conseguenza di una serie di molteplici fattori, dal dimensionamento degli stessi, ai percorsi, alla gestione del personale, alla gestione delle scorte, alla gestione del magazzino, e via dicendo, e anche relativamente alla parte strutturale in senso stretto, ma soprattutto alla parte della gestione dei servizi.
Per quanto riguarda l'influenza dei costi di gestione, derivante dall'obsolescenza e rigidità dell'attuale struttura ospedaliera, sulle voci che hanno determinato il deficit di bilancio si può affermare che quest'ultimo è conseguenza di spese ben diverse - ne parleremo dopo - dalla manutenzione della struttura ospedaliera, che ha influito per circa un miliardo su 33. La Consigliera Squarzino ha citato l'aspetto delle pulizie, quello è un aspetto che costituisce una spesa straordinaria rispetto alla normalità, questo è di tutta evidenza, perché con i cantieri all'interno le necessità di pulizia aumentano.
Devo dire però che la parte interventistica all'interno della struttura sta venendo meno, perché i grossi interventi sono stati tutti realizzati e si tratta ora di iniziare i lavori della Radioterapia e dell'ampliamento del Pronto soccorso, che sono lavori esterni alla struttura, per cui anche il disagio verrà meno piano piano.
Non ho altro da aggiungere, mi pare di aver dato una risposta alle tre domande che venivano poste dall'interpellanza; sicuramente è un argomento su cui torneremo. Devo dire che l'impressione generale che il ministro ha dato rispetto a questo problema è positiva, perché questo ministro vuol dare una scossa forte alla sanità in Italia, ma il ministro vive in una logica di superspecializzazione, che sicuramente non è adattabile alla Valle d'Aosta, perché non è ipotizzabile nella nostra regione un ospedale di 2-300 posti letto iperspecializzato, in quanto obbligherebbe i Valdostani a rivolgersi altrove per le specialità non presenti.
Noi siamo una realtà del tutto particolare e stiamo ragionando in termini assolutamente inversi, ovvero in termini di dare un ospedale di 450 posti letto per acuti, che dovrà dare delle risposte per il 90 percento per le specialità di base e le specialità di secondo livello, escludendo quanto il ministro invece prevede, l'iperspecializzazione in Neurochirurgia e Cardiochirurgia per la quale stiamo lavorando, e c'è un incontro venerdì prossimo con il collega assessore del Piemonte, per mettere in piedi un sistema dipartimentale che comprenda Aosta, Biella e Ivrea.
PresidenteLa parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Ringrazio l'Assessore per aver ribadito qui il proprio programma di politica sanitaria.
Io non le risponderò leggendo qual è stato il nostro programma come Ulivo, perché sarebbe un ridirle le cose che le ho già detto tante altre volte. Mi permetto di fare alcune annotazioni flash su alcune sue osservazioni.
Era chiaro che la domanda sulla possibilità di rivedere la propria opinione era retorica, perché sappiamo bene che dell'ospedale nuovo se ne dovrà parlare, ma se ne parlerà quando l'Union Valdôtaine deciderà di parlarne! Ormai lo sappiamo che è così, per qualunque problema! Quando l'Union Valdôtaine decide di parlarne, allora diventa il problema fondamentale; prima quando ne parlano gli altri, non è mai un problema!
L'Assessore ha descritto molto bene come dovrebbe essere l'Ospedale, come sarà a suo avviso l'Ospedale di Aosta ristrutturato, facendo un elenco di indicazioni che potrebbero essere prese tali e quali da una rivista, perché descrivono il modello tipo di ospedale, che non è collegato all'Ospedale di Aosta, ma che può essere collegato a qualunque ospedale. Perché le dico questo? Perché lei non ha dato un esempio, uno solo, in cui ha fatto capire che rapporto c'è fra la struttura attuale così come è organizzata, e le cose che lei vuole che si raggiungano! Faccio degli esempi.
L'Assessore ha parlato di spazi per i degenti, io direi anche per le persone che intendono morire in santa pace insieme ai familiari, tutto questo; ma questi spazi l'Assessore se li sogna! O almeno se il progetto è sempre quello che abbiamo visto, in quel progetto non c'è spazio per la vivibilità, come non c'è spazio per i 450 posti letto di cui sta parlando l'Assessore, perché si sa bene che ogni volta che si interviene su un'area, si tolgono 4-5-6-7 posti letto per ogni reparto, quindi diminuiscono questi posti letto.
Ed è chiara questa diminuzione non per scelta politica, ma perché la realtà lo dice: se andiamo a vedere la relazione sanitaria che l'Assessore ha presentato in Consiglio, questo appare chiaramente; nel 1997 il rapporto fra posti letto e abitanti era 4,5 mentre nel 1998 è 4,3 e poi diminuirà ancora di più, non per una scelta, ripeto, ma perché mancano i posti realmente!
Altra annotazione. Lei, Assessore, continua a confondere il piano ideale con la realtà odierna. Lei continua a dire che ci vogliono solo pochi posti letto per acuti, perché poi ci sono strutture regionali per la degenza. Lei sa benissimo che questo è un programma per chissà quando! Lei non ha mai dato una data precisa, perché è vero che ci vogliono posti letto per la lungodegenza, ma lei sa meglio di me che da noi mancano almeno 100 posti letto per la lungodegenza, e rispetto a questo non si sta facendo niente.
Quindi, da una parte, lei dice che ci vogliono piccoli ospedali per acuti, e noi siamo d'accordo a ridurre i posti letto perché bisogna potenziare il territorio, però, poi, riduce i posti letto nella struttura ospedaliera ma il territorio non lo potenzia. E allora lei fa un danno, perché i 20 miliardi di lavoro non sono relativi ai 120 posti letto che sono necessari.
Lei non ha detto una parola sui costi, non una; parole fumose, sì, ma dati concreti e cioè quanto costa questa ristrutturazione alla fine, lei questo non lo ha detto! I dati più recenti che lei ha sottomano dicono che bisogna spendere almeno 260 miliardi per questa serie di opere, e vede che la cifra più o meno corrisponde a quello che si diceva, corrisponde all'anno di gestione di questa struttura, e corrisponde alla costruzione di un nuovo ospedale: la cifra più o meno è questa, quella che si sa. Lei neanche questo ha detto, quindi non ha neanche avuto il coraggio di dire chiaramente quanto costa complessivamente questa ristrutturazione.
Ancora, lei ha fatto l'elenco degli ospedali incompiuti in Italia; credo che sarebbe interessante fare l'elenco degli ospedali cantiere e vedere come in questi i lavori progettati per un anno, due o tre, invece si prolungano per anni e anni. Lei dice che dappertutto gli anni di costruzione di un ospedale sono molto alti. Lei sa benissimo che sarebbe possibile, se si volesse, utilizzare delle procedure, chiavi in mano, dandoli a delle società, in cui questo in 3-4 anni sarebbe fatto. E noi che vogliamo essere all'avanguardia in tante cose, non siamo capaci di individuare una strategia per raggiungere questo? Non c'è la volontà politica, questo va detto, e io riconosco che lei ha detto con chiarezza che non c'è la volontà politica e di questo prendo atto!
Non è altrettanto onesto intellettualmente quando presenta il grande sogno e non fa alcun collegamento con la realtà oggi come oggi, per cui lei fa questi discorsi, ma chi va in Ospedale oggi non trova niente di quello che lei ha detto! E lei non ha neanche precisato quanti anni bisogna aspettare per avere quello che lei ha descritto!
Sottolineo un ultimo aspetto, ma ce ne sarebbero tanti perché lei non ha finito di leggere come è descritto il piccolo ospedale, in cui si parla di organizzazione dei percorsi, ma non solo dei percorsi, ma delle informazioni - referti, lastre - che viaggiano sulla rete?
(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)
? tutto fatto? Andrò a vedere come viaggiano e poi verrò qui a dirle! La prendo in parola, Assessore, lei ha detto che è tutto fatto; io andrò in Ospedale a vedere come avviene questo passaggio in rete delle lastre.
Volevo infine sottolineare qui come lei dice "bianco", e poi un attimo dopo "nero", e poi si rimangia il bianco, cioè dice una cosa e il contrario della stessa! Lei ha iniziato il suo discorso dicendo: condivido il modello di ospedale di Veronesi, cioè piccoli ospedali per acuti, reti di ospedali piccoli molto specializzati, è questo che noi vogliamo, ed ha costruito il suo discorso tutto su questa impostazione, come dire: con Veronesi siamo d'accordo, stiamo facendo quello che dice Veronesi.
Come conclude alla fine? Che sia ben chiaro - lei conclude - il modello Veronesi non è un modello che va bene per la nostra Valle, quindi dobbiamo pensare non a un modello specializzato in rete, ma ad un modello in cui il 90 percento delle cure vengono soddisfatte e poi solo il 10 percento no!
Ma questo, lo ha detto lei, non è il modello Veronesi! Allora lei mi deve spiegare il vostro progetto politico dove si colloca. Per 20 minuti mi ha fatto l'elogio del modello Veronesi, dicendo che era il vostro modello, e alla fine conclude che questo non è il vostro modello. Ora, Assessore, io non capisco bene qual è il suo progetto politico, se non la volontà di non affrontare il problema del nuovo ospedale.