Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1400 del 21 giugno 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1400/XI Prospettive per gli istituti di credito della Valle d'Aosta. (Interrogazione)

Interrogazione Premesso:

- che le assemblee dei soci della Banca di Credito Cooperativo del Gran Paradiso - Monte Bianco e della Banca di Credito Cooperativo di Gressan e Saint-Christophe hanno recentemente deliberato la fusione dei due istituti;

- che la Giunta regionale aspira - come in più occasioni essa ha rilevato - alla costituzione di un polo bancario valdostano comprendente, oltre alle BCC, anche la BVA;

- che la profonda evoluzione in atto nel sistema creditizio a livello globale sta comportando una brusca frenata delle banche locali;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

la Giunta regionale per sapere:

1) quali sono gli equilibri dei due istituti cooperativi nell’ambito della futura società e dell’organo amministrativo e se la fusione rientra nel piano di costituzione di un polo bancario valdostano;

2) se nelle prospettive delle altre BCC e della Banca della Valle d’Aosta rientra l’adesione al succitato ?polo’;

3) entro quali termini e attraverso quali modalità (accordi federativi tra istituti, fusioni o altro) si prevede che si possa concretizzare tale polarizzazione e quali sono le aspettative.

F.to: Tibaldi - Frassy

PresidenteLa parola all'Assessore al bilancio, finanze e programmazione, Agnesod.

Agnesod (UV)La recente fusione della Banca di Credito Cooperativo del Gran Paradiso-Monte Bianco e della Banca di Credito Cooperativo di Gressan e Saint-Christophe è senza dubbio finalizzata a favorire l'aggregazione delle stesse in un polo locale, al quale dovranno fare riferimento anche la Banca di Credito Cooperativo non ancora coinvolta e in tempi più lunghi la Banca della Valle d'Aosta.

Per quanto riguarda la prima domanda sugli equilibri interni, occorre dire che gli stessi sono stati delineati da patti parasociali, approvati dalle rispettive assemblee, e tengono conto dei rapporti dimensionali in essere e prevedono per il Consiglio di amministrazione 8 componenti di Gressan e 5 del Grand Paradis, per il Comitato esecutivo 3 di Gressan e 2 del Grand Paradis, il Presidente del Collegio sindacale di Gressan, 2 membri di Gressan e 1 del Grand Paradis. Questo vale per il primo triennio di fusione, dopo sceglierà l'assemblea degli azionisti riunita con le componenti già unificate.

L'obiettivo di addivenire alla creazione di un'unica istituzione bancaria locale risponde all'esigenza di sfruttare al meglio la presenza territoriale dei singoli enti bancari, nonché di contrapporsi con maggiore efficacia all'attività posta in essere dagli istituti di credito di livello nazionale.

Per ottenere risultati positivi non si dovrà comunque snaturare le realtà creditizie locali, le quali trovano e troveranno la loro forza nel capillare radicamento sul territorio nel quale da tempo operano.

L'obiettivo a medio termine potrà essere raggiunto se in questa fase e nel percorso di avvicinamento all'obiettivo si continuerà ad operare sempre più in sinergia fra le componenti creditizie e finanziarie locali. E già questo operare insieme su progetti specifici, su azioni programmate, un primo risultato tangibile della definizione di polo creditizio valdostano.

L'obiettivo ci conduce a ragionare in un'ottica di ottimizzazione del servizio e gli strumenti che verranno utilizzati per raggiungere lo scopo saranno coerenti con le finalità da perseguire, giungendo al termine del percorso, e qui rispondo ad un'altra domanda che è stata posta nell'interrogazione, ad una fusione degli enti creditizi locali, che consentirà di ottenere anche una semplificazione degli organi di amministrazione e delle strutture operative.

Il coordinamento di azione rappresentato dall'Assocredito valdostana, che opera nel raccordo fra le componenti, è nella direzione di far lavorare insieme le realtà creditizie locali offrendo loro una serie di servizi, opportunità e progetti, di cui i principali sono la Carte Vallée, i fondi pensione su base territoriale, la rinegoziazione dei mutui - legge n. 23/99 - il portafoglio prodotti. Su questo ultimo punto l'Assocredito si è fatta promotrice di una serie di accordi per la distribuzione di prodotti bancari sia nel settore degli impieghi, sia nel settore della raccolta indiretta.

Per quanto attiene il settore degli impieghi, l'associazione sta attivamente perseguendo un accordo con l'Artigiancassa S.p.A, per finanziamenti in pool ad imprese artigiane, consorzi di imprese artigiane e piccole e medie imprese.

Il settore della raccolta ha visto l'associazione promotrice di una partnership con Crédit Agricole Indusuez, per offrire strumenti di "asset allocation", GPF, strumenti derivati e strutturati, eccetera, complementare il portafoglio prodotti per le banche di credito cooperativo.

Ho dei dubbi con quanto afferma l'interrogante, là dove nelle premesse dice che la profonda evoluzione in atto nel sistema creditizio a livello globale sta comportando una brusca frenata delle banche locali.

Alcuni dati e alcune piccole riflessioni a questo riguardo voglio farle, proprio perché non concordo con questa affermazione.

Dal fronte Banca d'Italia in riferimento agli impieghi delle banche di credito cooperativo e BVA, quindi delle associate, dal 1998 al 1999 si è avuto un incremento di circa il 12 percento degli impieghi e la raccolta totale è aumentata del 2 percento. Inoltre, l'utile delle attività ordinarie ha avuto un incremento di ben 3,1 percento. Anche in Italia i risultati delle banche di credito cooperativo sono stati positivi sia per gli impieghi, sia per la raccolta.

Dati questi che dimostrano la crescente fiducia che il cittadino pone nei confronti di questi istituti. È di questi giorni la sottoscrizione di un accordo europeo fra le Federcasse, i CREA, quindi le banche di credito cooperativo italiane, che rappresentano 550 banche, 2300 sportelli in Italia, con Rabobank, 445 banche locali olandesi, e Digibank, 2200 microbanche tedesche a cui aderiscono oltre 14 milioni di cittadini in Germania. È la riproposizione su scala continentale della fusione virtuale lanciata all'inizio del 1999 dalle banche di credito cooperativo italiane; il mantenimento delle identità operative delle microbanche sui bacini locali viene coniugata con il tentativo di dare efficienza ed omogeneità al servizio portato dalle banche alle rispettive clientele.

Anche sul piano delle valutazioni che emergono, io faccio riferimento ad analisi che sono apparse sul più importante quotidiano economico italiano, "Il Sole 24ore", a più riprese ci sono stati articoli che dimostrano il vantaggio competitivo delle banche locali e la loro funzione irrinunciabile.

Oggi una piccola banca può offrire alla clientela il meglio del meglio, a condizioni vantaggiose. Essa infatti può selezionare per i diversi servizi i migliori produttori e legarsi ad essi con apposite convenzioni anche di volta in volta, lo può fare con operatori nazionali o internazionali, ciò che importa è che essi dispongano di un eccellente "know how" nei rispettivi campi di attività.

Come si vede, non è difficile che una banca anche se molto piccola ma ben radicata sul territorio, riesca a soddisfare appieno alle esigenze dei clienti e a conseguire apprezzabili risultati economici per i propri soci.

A favore delle banche locali vi è un ulteriore importante elemento; la concentrazione dà origine a banche mastodontiche che rischiano un certo burocratismo, ne fanno le spese soprattutto i piccoli e medi clienti che si trovano spesso di fronte ad un interlocutore poco attento alle loro esigenze e molto lento nelle decisioni.

Altri analisti affermano che dopo la febbre delle fusioni assisteremo a un'onda contraria di disaggregazioni e anche all'estero le grandi aggregazioni sembrano ora entrate in una fase di stanca.

Quindi, ritornando al polo creditizio valdostano, si tratta di attivare uno strumento agile, competitivo, ben radicato, che sappia raccogliere le istanze e le esigenze del cittadino e del mondo produttivo valdostano.

Il quadro di inserimento è quello di un'economia più solida, che abbia nel sistema creditizio e finanziario locale una componente strutturale di sostegno e di servizio, orientata al comune conseguimento degli obiettivi strategici di interesse generale, pur nel rispetto delle logiche di impresa che devono rappresentare il presupposto e il vincolo per la gestione delle aziende interessate.

PresidenteLa parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (FI)Non so fino a quando il teorema del "piccolo è bello" sia sostenibile a ogni costo.

Penso che l'Assessore come tutti quanti si sia reso conto che il mondo si sta evolvendo, che è in atto un processo che si chiama globalizzazione, e che investe anche il settore creditizio e finanziario e che investe naturalmente anche la piccola Valle d'Aosta, che non vive in una "enclave" protetta da una boccia di vetro.

Mi sento di fare alcune riflessioni a fronte della risposta che ci ha dato l'Assessore.

La prima riflessione è che la politica creditizia è cambiata rispetto agli anni '50. È vero che negli anni '50, ed era anche un input della Banca d'Italia allora, si tendeva a far proliferare le banche locali, perché più vicine al cittadino, meglio conoscenti della realtà territoriale e di conseguenza in grado di soddisfare in maniera più efficace e immediata i bisogni degli utenti e degli operatori economici, e di controllare anche i rientri dei capitali prestati. Pertanto le sofferenze erano di conseguenza limitate.

È altrettanto vero che a distanza di 50 anni qualcosa è cambiato. Che cosa?

Intanto questa globalizzazione sta comportando una competizione che è decisamente più larga a livello di mercato rispetto a 50 anni fa, una competizione che presuppone una fusione fra grandi istituti, e questo sta avvenendo non solo a livello italiano, ma anche a livello internazionale, e poi è stata creata quella novità che si chiama rete Internet, dove il collegamento fra banchiere e utente avviene sempre meno attraverso la intermediazione bancaria, e sempre più spesso attraverso un monitor, con il quale l'interazione è più che mai immediata.

Sulla base delle risposte fornite mi sembra che il polo creditizio valdostano rischi di rimanere un "poletto" di fronte a quelle che sono le novità che coinvolgeranno anche la Val d'Aosta.

Mi sembra di aver colto perplessità non solo fra l'utenza locale, ma anche fra gli stessi operatori bancari. L'Assessore sa benissimo che queste prospettive di fusione, come lui ha detto che avverrà con la creazione di questo polo, sono state accolte con diffidenza da parte degli operatori delle banche di credito cooperativo, che guardano anche con una certa perplessità il fenomeno BVA, che più che un atout è un fardello da ereditare e con il quale c'è questa volontà politica di coniugare e le risorse delle casse rurali e le risorse della BVA.

L'Assessore dice che le banche dovranno aderire; questo mi sembra un imperativo pesante, anche perché sappiamo che una cassa rurale, quella di Fénis/Saint-Marcel, è piuttosto ostile alla partecipazione di questo polo. Sappiamo che dei direttori di banca che facevano parte della Gressan/Saint-Christophe hanno rinunciato al loro mandato, quando si prospettava la creazione di questo polo creditizio.

Di conseguenza mi sembra che questo ottimismo e questa volontà imperativa, ancora oggi testimoniata da parte dell'Assessore, non trovi tutto quel riscontro e quella disponibilità e quelle aspettative efficaci da parte sia dell'utenza sia di chi lavora in queste banche.

Mi hanno lasciate perplesse alcune affermazioni fatte dall'Assessore, quando fa riferimento a delle fonti, dichiarando che altri analisti dicono, alcuni affermano.

C'è molta genericità nelle sue fonti, Assessore, lei contraddice quella che è una nostra affermazione nella premessa dell'interrogazione e cioè che la profonda evoluzione in atto nel sistema creditizio a livello globale sta comportando una brusca "frenata" delle banche locali; non ci siamo inventati niente, perché noi comunque abbiamo come rassegna stampa "Il Sole 24ore", quello che lei ha citato essere il principale organo di informazione economica perlomeno a livello nazionale e forse non solo.

Nuovi sportelli, banche locali in frenata; la parola "banche locali in frenata" è stata presa da questo titolo del "Sole" e inserita nella nostra interrogazione.

Banche locali nell'era globale sfruttano le barriere all'entrata, cioè solamente questa politica ancora di chiusura della Banca d'Italia e dell'ABI di freno nei confronti degli altri istituti di credito internazionali, sta rallentando la competizione che sarà più che mai pesante e onerosa, e naturalmente lo sarà maggiormente per gli istituti di credito che sono tuttora ancorati a sistemi tradizionali non aggiornati di rapporto con il cliente.

Tutta la fiducia espressa da parte sua, Assessore, ci sembra prematura e forse non corrispondente alla realtà dei fatti. Con interrogazioni e interpellanze successive vedremo di approfondire l'argomento, anche perché il tempo a disposizione è scaduto.