Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1354 del 7 giugno 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1354/XI Predisposizione di un disegno di legge per disciplinare l'installazione e l'esercizio di impianti per radiodiffusione televisiva e sonora. (Interrogazione)

Interrogazione Richiamata la lettera del Comitato Prevenzione Onde Elettromagnetiche di Aosta del 15 aprile 2000, inviata al Presidente della Giunta regionale, ai Capigruppo del Consiglio regionale della Valle d’Aosta ed ai responsabili dei movimenti e partiti politici della nostra regione;

Tenuto conto che, in base alle indicazioni esposte nella lettera in oggetto, le Regioni sono impegnate, dall’articolo 4 comma 3 del Decreto Ministeriale 381/98, al controllo dell’osservanza di eventuali obiettivi di qualità che non sono riportati nel decreto, e che, il disegno di Legge quadro sui campi elettromagnetici, atto Senato 4273, stabilisce che la tutela dei campi elettromagnetici sia assicurata attraverso limiti di esposizione, valori di attenzione o di cautela e obiettivi di qualità;

Considerate le azioni svolte anche dalle regioni Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto e dal Consiglio comunale di Roma atte a garantire il controllo dell’osservanza degli obiettivi di qualità sui campi elettromagnetici, scegliendo come limiti di esposizione, valori di cautela o di attenzione i valori esposti nel Convegno internazionale "Inquinamento elettromagnetico: tutela della salute e dell’ambiente", tenutosi a Trento il 25 e 26 novembre 1999;

Preso atto delle indicazioni espresse in tale convegno da eminenti studiosi ed esperti internazionali che consigliavano come valore di cautela un massimo di 3 volt/m per l’esposizione della popolazione a radiofrequenze modulate in ampiezza di frequenza superiore a 3 Mhz e come obiettivo di qualità gli 0,5 volt/m per emissioni in radiofrequenza superiori a 3 Mhz;

Ritenute corrette le richieste del C.P.O.E. di Aosta che, in base ai dati sopra espressi, ha chiesto all’Amministrazione regionale di conoscere gli intendimenti in merito a questa problematica;

Tenuto conto altresì che la Giunta regionale non ha ancora provveduto all’approvazione del disegno di legge regionale avente per oggetto la "Disciplina per l’installazione e l’esercizio di impianti per radiodiffusione televisiva e sonora e telecomunicazioni", in applicazione del D.M. n. 381/1998;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

la Giunta regionale per conoscere:

1) se è conoscenza della lettera di cui in premessa e quali sono le considerazioni in merito;

2) la situazione in Valle d’Aosta nel garantire il controllo dell’osservanza degli obiettivi di qualità sui campi elettromagnetici, e le attuali scelte in merito ai limiti di esposizione, valori di cautela e obiettivi di qualità;

3) la possibilità di valutare l’adozione, per quanto riguarda i parametri sopra indicati, dei valori esposti nel Convegno internazionale "Inquinamento elettromagnetico: tutela della salute e dell’ambiente", tenutosi a Trento il 25 e 26 novembre 1999, come da suggerimento del C.P.O.E. di Aosta, ed in caso di risposta negativa le relative motivazioni;

4) se è a conoscenza delle motivazioni in base alle quali il disegno di legge regionale, in applicazione del D.M. n. 381/1998, non è stato ancora approvato, indicando i tempi entro i quali si pensa di approvarlo.

F.to: Lanièce - Curtaz - Collé

PrésidentLa parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Vallet.

Vallet (UV)La nota del Comitato Prevenzione Onde Elettromagnetiche di Aosta del 15 aprile, a cui fa riferimento l'interrogazione, riassume le conclusioni di un convegno internazionale sull'inquinamento elettromagnetico, che si è svolto nel novembre dello scorso anno a Trento.

In tale ambito sono state presentate da alcuni scienziati le conclusioni di ricerche e indagini sui danni causati dai campi elettromagnetici sulla salute dell'uomo e sono stati individuati i valori limiti di sicurezza che si vorrebbero adottare in ossequio al principio di precauzione.

La nota richiede pertanto che siano adottati limiti di esposizione più restrittivi, almeno in corrispondenza dei siti particolari quali possono essere scuole, spazi per l'infanzia, parchi urbani, e procedure autorizzative per l'installazione di nuovi impianti che generano radiazioni non ionizzanti.

I limiti richiesti sono pari a 3 volt/m per le radiofrequenze superiori a 3 Mhz, come valore di cautela, e a 0,5 volt/m, come obiettivo di qualità; vengono cioè indicati limiti per il solo campo elettrico.

Prima di rispondere ai quesiti formulati cercherò di chiarire, sulla base di una sintetica relazione tecnica, alcuni aspetti della problematica che è complessa e che non è di immediata comprensione.

Alcune puntualizzazioni quindi su campi elettrici magnetici ed elettromagnetici. Al naturale livello di fondo elettromagnetico, generato dalla terra stessa, dall'atmosfera e dal sole, si sono aggiunti come conseguenza del progresso tecnologico i campi prodotti dalle sorgenti derivanti dall'attività dell'uomo, innalzandolo notevolmente.

I campi elettromagnetici si propagano come onde di diversa frequenza; gli impianti fissi per telecomunicazioni o le linee elettriche di impianti connessi generano onde elettromagnetiche con frequenza compresa fra 0 e 300 Ghz.

È possibile poi dividere i campi elettromagnetici in campi a frequenze estremamente basse, cosiddetti ELF, fra 0 e 3 khz, e campi a radiofrequenze e microonde, a cui corrispondono rischi, misure precauzionali e preventive differenti.

Da un punto di vista normativo si distinguono i valori di campo alle diverse frequenze e le densità di potenza ammissibili. Dal punto di vista degli effetti sugli uomini, diventa anche impossibile distinguere gli effetti del singolo campo rispetto all'altro.

L'espressione "inquinamento elettromagnetico" comprende due problemi diversi: i campi elettromagnetici a radiofrequenza irradiati in ambiente dagli impianti di radiodiffusione televisiva sonora e per telecomunicazioni e i campi elettrici e magnetici a 50 hz generati dalle linee di trasporto e di distribuzione dell'energia elettrica.

Per quanto riguarda i rischi per la salute, sulla base della letteratura attuale, l'organizzazione mondiale della sanità ritiene che non esista alcuna evidenza convincente che l'esposizione a campi generati da radiofrequenze abbrevi la durata della vita umana, né che induca o favorisca il cancro. Si riconosce tuttavia l'esigenza di condurre ulteriori studi per migliorare la conoscenza dei fattori di rischio.

I campi elettromagnetici a bassa frequenza possono provocare alterazioni nei potenziali di azione di cellule eccitabili, stimolazioni neuromuscolari, fibrillazione cardiaca. I campi ad alta frequenza possono comportare aumenti globali o localizzati della temperatura corporea.

La mancanza di evidenza scientifica non significa automaticamente sicurezza di assenza di rischi, risultando quindi opportuno assumere come regola per le decisioni in materia di salute pubblica il principio di cautela.

Allo stato attuale, non è quindi possibile affermare con assoluta certezza che non esistono rischi per l'uomo in relazione all'esposizione a campi elettromagnetici di qualsiasi frequenza.

Le informazioni del Comitato Prevenzione Onde Elettromagnetiche, quindi, non aggiungono né tolgono nulla rispetto alla grande massa di dati e risultati disponibili, soprattutto per quanto riguarda gli effetti a lungo termine. Gli effetti acuti sono al contrario ben noti.

Voglio fare anche una rapida panoramica della normativa vigente comunitaria e nazionale.

Per quanto riguarda le radiofrequenze, il D.M. n. 381/98 ha adottato livelli di cautela molto bassi, 6 volt/m, pari a circa 1/4 di quelli europei. Il medesimo decreto ministeriale contempla la possibilità di definire obiettivi di qualità più restrittivi.

Per quanto riguarda i campi a 50 hz il DPCM del 23 aprile 1992 ha introdotto limiti che possono considerarsi efficaci nella prevenzione dell'insorgenza di effetti acuti, ma in nessun caso possono considerarsi cautelativi dall'insorgenza di eventuali effetti a lungo termine.

La legge regionale n. 48/99 della Regione Veneto, alcune circolari del Ministero dell'ambiente e una bozza di DPCM allo studio sempre da parte del Ministero, relativi a campi di esposizione a campi elettrici e magnetici a 50 hz, convergono su valori di riferimento di cautela di 0,5 microtesla per le zone residenziali e di 0,2 microtesla per le aree e strutture dedicate all'infanzia.

Conclusione: dal panorama sopra delineato emerge che fisicamente i fenomeni di cui si discute possono essere diversificati in particolare in funzione delle frequenze dei campi elettromagnetici in gioco, potendosi quindi distinguere le problematiche relative alle linee elettriche a bassa, media e alta tensione, dagli apparati di radio e telecomunicazioni.

La rilevanza sociale ed economica dei fenomeni è pertanto diversa a seconda dell'apparato considerato e quindi dell'utenza interessata.

Le normative nazionali pongono limiti inferiori a quelli stabiliti a livello comunitario e internazionale. I limiti attuali sono abbondantemente cautelativi per esposizioni acute; non si può escludere che i valori di riferimento possano ulteriormente ridursi per considerare in particolare i possibili effetti sinergici derivanti da un'esposizione cronica contemporanea a campi elettromagnetici a bassa e ad altra frequenza.

Ancora, è vero che alcune norme regionali fissano limiti più restrittivi secondo l'ambito disciplinato.

Con riferimento ora alle interrogazioni in oggetto, ho già detto in premessa che la nota riferisce di esperienze e studi che sono considerati con scetticismo in parte almeno dagli istituti di ricerca e dalle organizzazioni nazionali ed internazionali di tutela della salute. Non siamo noi in grado di entrare nel merito della bontà scientifica dei risultati, quindi ci si deve rimettere alle conclusioni alle quali perviene l'organizzazione mondiale della sanità, che ritiene non esista alcuna evidenza convincente che l'esposizione a campi generati da radiofrequenze abbrevi la durata della vita umana e che ne induca o favorisca il cancro; riconosce l'esigenza di condurre ulteriori studi per migliorare la conoscenza dei fattori di rischio.

Poiché la mancanza di evidenza scientifica non significa automaticamente sicurezza di assenza di rischi, risulta opportuno assumere come regola per le decisioni in materia di salute pubblica il principio di cautela.

La nota del Comitato Prevenzione Onde Elettromagnetiche richiede l'adozione di limiti solo per il campo elettrico, ritenendo che gli altri limiti siano quelli già previsti dalle leggi attuali. Il riferimento è al decreto n. 381/98 per quanto riguarda gli impianti di telecomunicazioni. I limiti fissati da quel decreto parrebbero essere rispondenti.

In tale materia bisogna poi ricordare che le problematiche delle linee elettriche sono diverse da quelle connesse con le radiofrequenze, così che diventa difficile proporre valori indiscriminati senza un supporto scientifico, considerato che le ricadute in campo economiche sono poi notevoli.

Le recenti normative delle Regioni Basilicata, Marche, Toscana, disciplinano le procedure di rilascio dell'autorizzazione per gli impianti di radiocomunicazione, confermando i valori limiti del decreto n. 381/98.

Attualmente, limiti più restrittivi sono stati proposti in sede di predisposizione del nuovo disegno di legge in materia, attualmente all'esame del Senato, che sono divenuti oggetto anche di circolari del Ministero dell'ambiente per aree destinate ad attività specifiche.

Pur in questa confusione di limiti e di assenza di indicazioni chiare, si potrebbe operare continuando nell'opera di censimento delle situazioni a rischio sia per le linee elettriche, sia per gli apparati di radiotelecomunicazione, adottando i limiti più restrittivi del campo elettrico per le nuove costruzioni, in corrispondenza dei siti particolari quali scuole, spazi per l'infanzia, parchi urbani, e per i siti attrezzati per radiotelecomunicazioni, in attesa dell'adeguamento della normativa nazionale che fisserà modi e tempi anche per il risanamento dell'esistente. Vista la rilevanza economica dell'eventuale risanamento, ci sembra opportuno attendere iniziative generali.

Per quanto riguarda il secondo quesito, va detto che in Valle d'Aosta il controllo dei limiti di esposizione fissati dalla normativa, sia per le linee elettriche, sia per le radiofrequenze, è garantito in sede di rilascio delle autorizzazioni per realizzare le opere dall'ARPA.

La stessa ARPA svolge sul territorio attività di misura dei campi a radiofrequenza e dei campi elettrici e magnetici a 50 hz, valutando i livelli di campo misurati o stimati con i livelli di riferimento normativi, che per i campi a 50 hz non sono solo quelli del DPCM 23 aprile 1992, ma anche con i valori di cautela, verso cui si è orientati oggi.

Sono poi in corso due distinte attività di censimento. La prima è nei Comuni di Châtillon e di Hône per la quantificazione dell'esposizione complessiva della popolazione comunale ai campi a 50 hz generati da elettrodotti. Il metodo che l'ARPA sta sperimentando potrà poi essere esteso a tutta la regione.

La seconda iniziativa di monitoraggio, avviata a seguito di una comunicazione del Ministero dell'ambiente, riguarda il censimento delle aree dedicate all'infanzia che sono interessate da linee elettriche ad alta tensione. Abbiamo deciso di estendere il censimento a tutte le linee elettriche.

Ad oggi, hanno risposto 40 comuni; per 12 di essi non esistono aree che si trovino nelle condizioni richieste, mentre gli altri hanno segnalato spazi dedicati all'infanzia o alla ricreazione attraversati da linee elettriche.

L'ARPA è poi coinvolta insieme con l'Istituto zooprofilattico, l'Istituto superiore di sanità e l'Assessorato regionale alla sanità, per attivare un'indagine esplorativa sugli effetti dell'esposizione prolungata di animali domestici a campi di 50 hz.

Il D.M. n. 381/98 introduce all'articolo 4 la definizione di obiettivi di qualità, cioè dei valori entro i quali contenere il campo elettromagnetico, che le Regioni potrebbero disciplinare per l'installazione e la modifica degli impianti di radiocomunicazione.

Non sono fissati al momento obiettivi di qualità, ritenendo necessario accompagnare tale iniziativa anche da una concreta azione di risanamento dei siti non conformi, secondo tempi definiti per conseguire i valori limite prefissati.

Considerato che è in dirittura di arrivo una nuova normativa nazionale che andrà a definire le azioni di risanamento, visti i contrasti che essa sta suscitando per l'onerosità dei compiti da svolgere da parte dei titolari degli impianti stessi, e considerato che i limiti attualmente validi sono ritenuti comunque cautelativi e maggiormente conservativi rispetto alle altre normative europee, non sembra opportuno fissare in questo momento limiti più restrittivi quali sono gli obiettivi di qualità, senza avere certezze sulla concreta possibilità giuridica di imporre ai titolari le azioni di recupero.

Per quanto riguarda l'ultimo quesito, il disegno di legge regionale in applicazione del D.M. n. 381/98 è stato trasmesso all'Ufficio legislativo della Giunta e all'Assessorato alle finanze per i pareri di competenza in data 2 maggio 2000; prevediamo di poter approvare il disegno di legge in Giunta entro la fine del mese di giugno.

Tale disegno di legge non fissa limiti di esposizione, ma norma la pianificazione in materia e stabilisce competenze e procedure autorizzative; prevede, fra l'altro, la realizzazione del catasto degli apparati di emissione per radiotelecomunicazioni; non fissa limiti di esposizione, tenuto conto che per quanto riguarda gli impianti di radiotelecomunicazioni i limiti fissati dal D.M. n. 381/98 sono ritenuti cautelativi.

PrésidentLa parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (Aut)Prendo atto della risposta che ci ha fornito l'Assessore, risposta che dal punto di vista tecnico è stata abbastanza approfondita, ma dal punto di vista dei contenuti non sono, ma penso di esprimere anche il parere del collega che poi interverrà, non siamo pienamente soddisfatti.

Il problema dell'elettrosmog è un problema molto diffuso sia in campo nazionale che regionale, basti pensare alla famosa vicenda dei coniugi Praduroux di Hône, che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione per i problemi collegati all'inquinamento elettromagnetico.

Di fronte a questa situazione, con questa interrogazione volevamo chiedere delucidazioni alla Giunta regionale in merito alle iniziative, a cosa vuole porre in essere per affrontare questo problema, anche perché come ha detto l'Assessore i limiti attualmente previsti riguardano gli effetti acuti, mentre non ci sono indicazioni sugli effetti a medio e lungo termine, che sono poi quelli più preoccupanti per tutti quanti. Infatti, mentre l'effetto acuto si può verificare ed è anche ovvio, gli effetti a medio e lungo termine sono quelli che destano maggior preoccupazione, perché ancora la ricerca scientifica non è andata a fondo nell'analizzare gli effetti sulla persona umana.

Quindi ci saremmo aspettati una maggiore attenzione da parte della Giunta regionale soprattutto nell'accelerare l'iter di presentazione di questo disegno di legge, anche perché facendo riferimento al DM n. 381, all'articolo 4 si diceva che le regioni e province autonome disciplinano l'installazione e la modifica degli impianti di radiocomunicazioni al fine di garantire il rispetto dei limiti, e via dicendo; questo decreto è entrato in vigore il 1° gennaio 1999, è passato un anno e mezzo e quindi si potevano accelerare un po' i tempi, pur sapendo che i limiti esistenti sono quelli che sono e non si potevano facilmente introdurre limiti diversi.

Anche se a tal proposito bisogna prestare attenzione all'esperienza del Veneto, che ha portato avanti un disegno di legge con limiti più restrittivi e alla fine c'è stato pure un ricorso al TAR che è stato vinto dalla stessa Regione Veneto, proprio perché è stato riconosciuto che aveva diritto di mettere dei limiti più restrittivi proprio per tutelare la salute pubblica dei propri abitanti.

PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU)Volevo intervenire brevemente, visto che il tempo a mia disposizione è pochissimo, per sollecitare tre cose che sono anche il seguito di quanto il nostro gruppo aveva fatto con delle iniziative ispettive, a cui aveva risposto l'anno scorso l'Assessore Vicquéry.

I tre solleciti sono questi: uno, è già stato accennato dall'Assessore, ma credo che sia proprio basilare, ed è quello di arrivare ad un censimento complessivo di tutte le situazioni a rischio e pericolo in Valle d'Aosta. Questo mi sembra basilare, perché possiamo fare dei ragionamenti soltanto se abbiamo un panorama preciso di questa situazione.

Il secondo sollecito, e questo me lo ricordo meglio, in occasione della discussione di un'interpellanza l'Assessore Vicquéry ci aveva garantito che sarebbero stati presi dei contatti con l'ENEL sia in riferimento ad iniziative specifiche, sia in riferimento al lavoro di valutazione, di censimento, di studio complessivo del fenomeno.

Sarebbe interessante capire se questi contatti sono stati presi, se hanno dato dei risultati, se anche l'ENEL si sta attivando, eccetera, perché è chiaro che deve essere un lavoro questo di studio da fare in sinergia con l'ENEL che è il principale responsabile dell'inquinamento elettromagnetico.

Terzo stimolo che sottolineo: abbiamo visto delle regioni che sono più avanti di noi. Abbiamo sentito dall'Assessore, adesso non voglio essere polemico a discutere sull'opportunità di aspettare la legge nazionale, però mi sembra che in materia ambientale la sussidiarietà e il federalismo in questa regione siano dimenticati; sono spesso sbandierati in altri settori, mentre in questo settore il dire in maniera arrendevole che si aspetta di vedere cosa succede a livello nazionale mi sembra un atteggiamento contraddittorio e rinunciatario.