Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1351 del 7 giugno 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1351/XI Determinazione dei soggetti legittimati alla partecipazione alle battute di caccia ai cinghiali. (Interrogazione)

Interrogazione Saputo che il T.A.R. della Valle d’Aosta avrebbe dichiarato illegittimo e quindi annullato l’atto amministrativo con cui si indicavano, per coloro che possono partecipare alle battute per uccidere i cinghiali (anche al di fuori del periodo venatorio) anche i cacciatori residenti nei comuni dove si sono registrati danni;

Appreso che, più recentemente, lo stesso T.A.R. avrebbe sospeso, su ricorso dell’E.N.P.A. e della L.A.C., un successivo atto amministrativo con il quale la Giunta aveva incluso tra i soggetti legittimati alle battute anche i soci dei consorzi di miglioramento fondiario dei comuni nei quali si sono registrati danni da cinghiale;

Osservato quanto sia presumibile che, illegittimo il primo atto, sia illegittimo anche il secondo;

Ritenuto opportuno ottenere maggiori informazioni al riguardo;

Il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

l’Assessore competente per conoscere:

1) se quanto suesposto corrisponde al vero;

2) in caso affermativo, quali sono le ragioni che hanno portato alla deliberazione di un secondo atto dai contenuti analoghi a quello precedente, già dichiarato illegittimo;

3) se non pensa che vi siano soggetti interessati alla proliferazione del cinghiale per andare a caccia tutto l’anno.

F.to: Curtaz

PrésidentLa parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.

Perrin (UV)L'interrogazione presentata dal Consigliere Curtaz mi fornisce anche l'occasione per illustrare molto brevemente le iniziative che l'Amministrazione regionale intraprende da alcuni anni nella gestione della specie cinghiale.

Dalle continue segnalazioni del mondo agricolo e sulla base delle rilevazioni effettuate dal Corpo forestale valdostano, emerge che la popolazione dei cinghiali presente in Valle d'Aosta ha subito negli ultimi anni un consistente aumento numerico, tale da arrecare gravi danni alle produzioni agricole, colonizzando terreni agrari coltivi fino a quote che superano i 2000 metri.

L'incremento demografico e l'espansione sul territorio di questa specie causano devastazioni alle colture e danni all'economia agricola e determinano anche effetti di carattere economico sulla finanza regionale, in quanto la Regione, in attuazione dell'articolo 40 della legge n. 64/94, è tenuta a risarcire i danni.

Per far fronte a questa situazione, l'Amministrazione regionale ha posto in essere a partire dal 1995 diverse azioni, che sono finalizzate, da un lato, alla difesa delle colture agricole e, dall'altro, al contenimento numerico della specie cinghiale.

Per le colture agricole specializzate di ridotte dimensioni, come ad esempio per i vigneti, è possibile attuare forme di difesa mediante recinzioni elettrificate. Da alcuni anni difatti abbiamo avviato delle sperimentazioni, che si sono tra l'altro rilevate molto positive. Là dove sono state apposte queste misure difensive, non si sono più riscontrati danni da cinghiali, però purtroppo questo metodo di controllo è realizzabile in un numero molto limitato di casi e non può essere esteso su tutto il territorio.

Il contenimento numerico dei cinghiali viene invece attuato in due momenti e con due impostazioni metodologicamente completamente diverse. Durante la stagione venatoria i cacciatori, organizzati in apposite squadre, effettuano delle battute sul territorio destinato alla caccia prelevando un certo numero di esemplari. Qualora, nonostante questo tipo di prelievo, il numero dei cinghiali permanga tale da creare gravi danni alle produzioni agroforestali e alterazioni all'equilibrio naturale, in applicazione dell'articolo 18 della legge n. 64/94, sentito l'Istituto nazionale della fauna selvatica, è disposta con deliberazione di Giunta regionale la realizzazione di programmi di cattura o abbattimento con metodi selettivi nei periodi tecnicamente più idonei anche nelle zone vietate alla caccia.

Ai sensi sempre dell'articolo 18 della legge n. 64/94, le catture e gli abbattimenti sono effettuati dagli agenti del Corpo forestale valdostano con l'eventuale collaborazione di guardie venatorie volontarie, dei proprietari e conduttori dei fondi interessati dai danni, purché in possesso di porto d'armi per l'esercizio venatorio, e di cacciatori esperti, qualificati attraverso appositi corsi di formazione riconosciuti dalla Regione.

Tutte queste operazioni, abbattimenti e catture, previste dall'articolo 18 non costituiscono attività di caccia, ma attività di controllo della specie.

Si sottolinea come la collaborazione dei cacciatori all'operazione di controllo è importante sia per l'aiuto tecnico, sia perché è fatta su base volontaria e non retribuita, e quindi consente di diminuire i costi a carico dell'Amministrazione.

Per venire alla domanda specifica, nella deliberazione di Giunta regionale n. 171 del 28 gennaio 2000, che ha approvato il programma di controllo della popolazione del cinghiale presente in Valle d'Aosta per l'anno 2000, per quanto attiene l'eventuale collaborazione dei proprietari e dei conduttori dei fondi interessati dai danni alle operazioni di controllo, si è fatto riferimento ai consorzi di miglioramento fondiario che trovano normale utilizzazione nell'attività agricola regionale quali unità gestionali in grado di realizzare programmi unitari di conduzione dei terreni, questo visto l'estremo frazionamento delle nostre proprietà, ritenendo che ciò non solo renda possibile una concreta efficacia del piano di controllo, ma anche che non sia in contrasto con l'articolo 18 della legge n. 64/94.

La deliberazione in oggetto è stata recentemente sospesa dal TAR della Valle d'Aosta a seguito di un ricorso promosso dall'ENPA e della Lega per l'abolizione della caccia. Poiché il TAR ha sospeso l'atto ma non si è ancora espresso sulla sua legittimità, per il momento non è dato sapere se quanto deliberato dalla Giunta regionale in merito all'eventuale collaborazione dei proprietari e dei conduttori dei fondi interessati dai danni alle operazioni di controllo costituisca o meno motivo di illegittimità.

Il precedente atto amministrativo, che è citato e che era stato annullato dal TAR della Valle d'Aosta, non può essere messo in relazione con questo provvedimento in quanto non si tratta di una delibera di Giunta, ma si trattava di una comunicazione del Direttore del Corpo forestale che impartiva disposizioni.

L'ultima questione posta è un po' provocatoria. Per quanto è a mia conoscenza, la specie cinghiale è molto prolifica, ha trovato un habitat favorevole dovuto all'abbandono di vaste zone marginali prima utilizzate a scopo agricolo; inoltre questo animale non subisce alcuna concorrenza dalle altre specie. Queste penso siano le motivazioni principali della grande diffusione di questo ungulato sul nostro territorio.

Per quanto concerne altre forme di incremento della popolazione, le nostre stazioni forestali controllano il territorio e anche quei pochi allevamenti - uno o due - autorizzati sul territorio della Valle d'Aosta. Quindi il controllo è comunque assicurato.

PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU)Prendo atto della risposta dell'Assessore, che devo riconoscere è stata esauriente, anzi per certi versi è andata addirittura al di là delle domande poste dall'interrogazione.

Preso atto della risposta esauriente, tuttavia non sono del tutto rassicurato né rispetto alle questioni di tipo procedurale, né rispetto alle questioni di tipo sostanziale che hanno originato la mia domanda, che l'Assessore ha definito "provocatoria".

Ho preso atto della differenza riguardante la natura di atto amministrativo, fra quello già annullato dal TAR e questo secondo, oggetto della sospensione del TAR. Ho però ragione di ritenere che l'Amministrazione, avendo ampliato al di là dell'elencazione tassativa che prevede la legge i soggetti legittimati alle battute al cinghiale, possa aver commesso un atto illegittimo, e quindi sarà questa la decisione che il TAR dovrà prendere, anche se aspettiamo che sia l'organo giudiziario preposto a dire una parola definitiva sul merito.

Certo, ed è la valutazione che faccio da cittadino, questa della "caccia al cinghiale" sta diventando per certi versi un business e per altri la possibilità per i cacciatori di andare a caccia tutto l'anno; questo è in sostanza quello che si sta verificando. E più si ampliano i soggetti legittimati a queste battute, più sono tante le persone che possono usufruire di questa opportunità. Credo che questa sia una cosa poco sana anche per la tradizione che la caccia dovrebbe mantenere nella nostra regione, e che rischi di alimentare degli abusi.

Prendo atto infine che l'Assessore mi ha rassicurato in punto controlli; chiedo che la vigilanza sia alta, sia in riferimento a questi allevamenti autorizzati, sia in riferimento ad altre ipotesi di proliferazione, che potrebbe essere incentivata da coloro che hanno interesse di fare le battute di caccia.