Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1100 del 26 gennaio 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1100/XI Intendimenti in merito all'equiparazione dei manufatti in rame alle produzioni tradizionali alla Fiera di Sant'Orso. (Interpellanza)

Interpellanza Preso atto che nei "Criteri per lo svolgimento della millesima edizione della Fiera di Sant’Orso" al punto 5.4, in merito agli oggetti appartenenti al settore tradizionale, vengono indicati, per quanto riguarda il ferro battuto "sia gli oggetti finiti che componenti, composti da elementi fissati tra loro con fascette e chiodature, senza saldature visibili, tutti finiti manualmente e bruniti o verniciati con sostanza non coprente; sono esclusi gli oggetti in rame";

Riscontrato che al punto 6.2 dei sopradescritti criteri si legge che "le produzioni in rame sono equiparate alle produzioni tradizionali";

Evidenziata una chiara contraddizione in merito all’appartenenza o meno dei manufatti in rame al settore tradizionale della millesima edizione della Fiera di Sant’Orso e più in generale all’artigianato tipico della Valle d’Aosta;

Considerato che fino alla 999esima edizione le produzioni in rame non erano considerate tradizionali;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per conoscere

1) se, a partire da quest’anno, le produzioni in rame vanno considerate appartenenti alla tradizione artigianale della nostra regione, indicando le motivazioni di tale scelta, visto che fino alla scorsa edizione della "Foire" dette produzioni erano specificatamente non considerate tradizionali;

2) quanti e quali sono gli artigiani valdostani che, al momento, producono manufatti "tradizionali" in rame.

F.to: Lanièce - Viérin M. - Marguerettaz - Comé

PresidenteLa parola al Consigliere Lanièce.

Lanièce (Aut)Con quest'interpellanza abbiamo voluto chiedere delle delucidazioni all'Assessore all'industria in merito alla delibera che stabilisce per quest'anno i criteri per lo svolgimento della millesima Fiera di S. Orso.

All'interno di questa delibera c'è un passaggio che, ad una prima lettura, ci ha fatto sorgere alcune perplessità.

Al punto 5.4, quando si parla dei settori appartenenti al settore tradizionale della Fiera di S. Orso, nell'ambito del ferro battuto, alla fine del paragrafo si dice che sono esclusi gli oggetti in rame. Sempre continuando fra i vari punti che riguardano i settori che appartengono al settore tradizionale, arriviamo al punto 6.2, dove si dice che le produzioni in rame sono equiparate alle produzioni tradizionali.

Ci chiediamo come mai questa situazione di contraddizione: da una parte prima si dice che gli oggetti in rame sono esclusi, e poi li si equiparano agli oggetti tradizionali.

Come dicevo, l'introduzione delle produzioni in rame nella fiera è recentissima, risale all'anno scorso. Ma mentre l'anno scorso possiamo dire che la produzione in rame è avvenuta in modo un po' strano, o meglio "a sanatoria", quest'anno è stata fatta a regola d'arte, nel senso che è stata fatta nei tempi previsti, con una delibera e senza alcune modifiche dell'ultima ora. Proprio per questo ci siamo posti la domanda e non abbiamo fatto riferimento alla delibera dello scorso anno ma a quella di quest'anno, proprio per avere delle delucidazioni.

Probabilmente l'Assessore nell'illustrazione ci chiarirà queste nostre perplessità e noi gliene saremo grati.

Inoltre, vista l'introduzione recentissima del rame, abbiamo chiesto quali sono le motivazioni che hanno spinto l'Assessorato a fare questa scelta.

Infine abbiamo chiesto anche il numero degli artigiani valdostani che attualmente lavorano il rame, per vedere se questo inserimento del rame è dovuto anche al fatto che nel frattempo si è creato un numero abbastanza consistente di artigiani che, lavorando il rame, "hanno spinto" automaticamente l'Assessorato a prevedere l'introduzione di diritto, fra le produzioni tradizionali della fiera, delle produzioni in rame.

PresidenteLa parola all'Assessore all'industria, artigianato ed energia, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)Come diceva il Consigliere Lanièce, se è vero che la Valle d'Aosta non ha una specifica tradizione nella produzione degli oggetti in rame, vanta però sul proprio territorio numerose miniere di rame che sono state sfruttate fin dall'antichità: Pontey, Saint-Marcel, eccetera.

Nella tradizione agricola valdostana inoltre il paiolo in rame o l'alambicco per la grappa sono oggetti diffusi capillarmente.

Per questi motivi, pur non considerando la realizzazione di oggetti in rame come lavorazione tradizionale, la stessa viene considerata come equiparata alle produzioni tradizionali per quanto riguarda la promozione dell'artigianato valdostano all'interno delle manifestazioni quali la Fiera di S. Orso, la mostra concorso, eccetera.

Fino all'esposizione di criteri scritti per lo svolgimento della Fiera di S. Orso, i produttori di oggetti in rame venivano collocati fra gli espositori tradizionali.

Nel novembre 1995 è stato nominato, da parte della Giunta regionale, un comitato con il compito di fornire indicazioni utili alla predisposizione di un regolamento della Fiera di S. Orso. Questo comitato, che allora era composto da esperti in materia di artigianato, dall'Assessore al commercio del Comune di Aosta, dal Presidente dell'IVAT, dal Capo servizio dell'Ufficio mostre e artigianato della Regione, da un artigiano non professionista e dal Presidente del "Comité des traditions valdôtaines", ha portato all'approvazione nel 1997 di un primo regolamento per lo svolgimento della Fiera, regolamento che poi è servito per lo svolgimento della fiera del 30 e 31 gennaio 1998.

Questo primo regolamento quindi, derivante da una delibera del 1997, prevedeva che negli spazi fosse creata al punto 6.1, lett. d) una zona prolungamento della zona destinata al settore tradizionale, riservata alla produzione di oggetti in rame e alla lavorazione della ceramica, produzioni queste che possono vantare una tradizione più recente.

Praticamente con questa delibera del 1997 si equiparano queste produzioni alle produzioni non tradizionali. Già in questo testo del 1997 la dizione riguardante il ferro battuto era identica a quella che poi si è ritrovata nelle versioni successive. La delibera che è stata fatta nel 1998 e che contiene i criteri per lo svolgimento della fiera del 30 e 31 gennaio 1999, riprende questa equiparazione e stabilisce che sono equiparate alle produzioni tradizionali, tra le altre, anche ceramiche e produzioni in rame.

La delibera del 1999 ricopia esattamente quella precedente, quindi possiamo dire che è dal 1997 che c'è questo tipo di orientamento, tenuto conto del fatto che nel passato le produzioni in rame venivano esposte nella stessa area delle produzioni tradizionali. In ogni caso, prima dell'approvazione ogni anno da parte della Giunta, sono sempre state sottoposte al parere preventivo delle categorie interessate, dell'IVAT e del "Comité des traditions valdôtaines", cosa che è stata fatta anche per il regolamento di quest'anno.

Per quanto riguarda gli espositori che attualmente sono presenti, quelli che sono iscritti negli archivi degli assessorati e iscritti alla Fiera di S. Orso sono: Costantini Franco, Fazi Umberto, Guglielmetti Massimiliano nei non professionisti, Guglielmetti Andrea come impresa artigiana.

Questa è la situazione per quanto riguarda gli oggetti in rame. È una questione che è stata affrontata nel tempo e quest'anno non abbiamo fatto altro che riproporre quanto è avvenuto in passato.

PresidenteLa parola al Consigliere Lanièce.

Lanièce (Aut)Prendo atto della risposta. Ci auguravamo di avere maggiori delucidazioni in merito a questa scelta.

L'Assessore ci ha detto che nel 1997 il rame è stato introdotto nei criteri; può essere interpretato in questa maniera, ma nella delibera del 1997, riguardante la fiera del 1998, il passaggio concernente il rame è stato messo a parte, dicendo che si poteva creare una zona che era la prosecuzione di quella destinata al settore tradizionale, ma non si diceva che queste produzioni erano equiparate alle produzioni tradizionali. Ed è la prima osservazione.

La seconda cosa, che è più grave, è che l'anno successivo, nel 1998, quando sono stati predisposti i criteri per lo svolgimento della 999° Fiera di S. Orso, nei criteri individuati per la prima volta non si leggeva assolutamente nulla in merito al rame; i criteri terminavano con il punto 3.13.4, filati a mano. Anche qui c'era sempre la dicitura relativa alla creazione di quella zona senza però dire che le produzioni in rame erano equiparate alle produzioni tradizionali.

Il 30 dicembre 1998 è stato approvato, dopo i criteri, l'elenco dei partecipanti e all'interno di questa delibera del 30 dicembre 1998 sono stati aggiunti nella premessa anche i costumi tradizionali e i tessuti e, cosa strana, nell'elenco dei partecipanti sono stati ammessi alcuni artigiani con la categoria del rame, che automaticamente, in base ai criteri stabiliti precedentemente, non potevano entrare. L'11 gennaio 1999, a venti giorni dalla fiera, dopo l'approvazione dell'elenco dei partecipanti usciva una delibera e questa sì conteneva il criterio 6.2, in cui si diceva che le produzioni in rame sono equiparate alle produzioni tradizionali.

Questo è un fatto un po' anomalo: infatti, nell'illustrazione prima avevo detto che nel 1999 c'era stato l'inserimento delle produzioni in rame a sanatoria; in effetti è come se si fa un concorso dove bisogna superare una prova in francese, stabilendo fra i criteri che al francese si dà 1 punto, esce poi la graduatoria e si vede che questa è stata redatta assegnando alla prova di francese 5 punti, e poi si regolamenta questo dicendo, al termine della graduatoria, che il francese ha punteggio 5 e non più 1. Per questo abbiamo fatto riferimento solo a quest'anno, perché ci pareva la prima vera delibera in cui correttamente è stata inserita la produzione del rame nei tempi giusti, quindi ad ottobre, prima dell'approvazione dell'elenco dei partecipanti.

Ci sono quindi alcune perplessità in merito a questa vicenda, anche perché purtroppo ci sono anche alcune dicerie fra gli artigiani, che dicono che fra questi produttori di rame ci sarebbe forse qualcuno che non produce quello che espone.

Questo, se fosse vero, sarebbe un fatto molto grave, anche perché gli espositori presenti quest'anno alla fiera di S. Orso, come ha detto l'Assessore, sono 4 e rappresentano lo 0,4 percento degli espositori della Fiera di S. Orso. Quindi sarebbe opportuno eliminare questa perplessità che aleggia nel mondo degli artigiani.

Invito l'Assessore, che ha già dimostrato quest'anno di aver migliorato la fiera rispetto al passato, per aver ad esempio dato maggior spazio alle Pro loco rispetto alle "piadine" della Romagna, a verificare a fondo non solo nel rame, ma in tutti i settori, che gli artigiani che presentano i prodotti alla fiera, siano anche i produttori degli stessi, per una questione di serietà nei confronti di noi Valdostani, di questa fiera che rappresenta la manifestazione più importante della nostra regione e soprattutto per i turisti che vengono in Valle d'Aosta per acquistare prodotti fatti manualmente dagli artigiani.

PresidenteLa parola all'Assessore all'industria, artigianato ed energia, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)Vorrei dire al Consigliere Lanièce che non è stata fatta alcuna sanatoria lo scorso anno, nel senso che i criteri hanno sempre preceduto le iscrizioni, e gli chiederei di andare a verificare sulla delibera n. 3544 del 12 ottobre 1998, perché la delibera è del 12 ottobre e le iscrizioni si sono chiuse il 10 dicembre.

Per quanto riguarda l'ultima questione delle produzioni in rame, va detto che rispetto all'iscrizione ogni espositore sottoscrive sotto la propria responsabilità che le dichiarazioni mendaci saranno perseguite, quindi la dichiarazione attesta che le lavorazioni sono fatte a mano.

Detto questo, siccome è interesse comune che venga salvaguardata la tradizione, il controllo dell'autenticità degli oggetti esposti viene fatto dalla commissione di qualità dell'IVAT, che a sua volta verifica. Quindi se ci sono dei casi, vanno segnalati; però le voci vanno anche suffragate!