Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1076 del 12 gennaio 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1076/XI Problematiche delle tossicodipendenze in Valle d'Aosta. (Interpellanza)

Interpellanza Richiamate le precedenti iniziative in merito alle problematiche delle tossicodipendenze nella nostra regione;

Preso atto che nella stragrande maggioranza dei casi viene attuato da parte del S.E.R.T., che si occupa del recupero dei tossicodipendenti per conto dell’Unità Sanitaria Locale della Valle d’Aosta, un programma che si basa sulla somministrazione, ai tossicodipendenti utenti del S.E.R.T., del metadone, derivato oppiaceo di sintesi, legalizzato a fini terapeutici;

Considerato che tale sistema di cura rappresenta la continuazione di una dipendenza, senza allontanare lo stesso tossicodipendente dalle pericolose abitudini di chi, periodicamente, necessita di droghe;

Riscontrato che la somministrazione di metadone ai tossicodipendenti in cura risulta essere, nella maggior parte dei casi, un palliativo e non una cura forte per risolvere il problema droga, tanto più che sembrerebbe che il ricorso a tale cura non abbia avuto finora, in termini di riabilitazione e di guarigione, un risultato sufficientemente positivo;

Richiamate altresì le annose problematiche riguardanti la carenza di personale e di organizzazione del S.E.R.T., che sicuramente necessiterebbe di maggior considerazione da parte della Regione e dell’Usl proprio per la rilevanza e la delicatezza del compito assegnatogli;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per conoscere:

1) quanti tossicodipendenti valdostani curati con il metadone, attraverso il S.E.R.T., possono essere definiti totalmente guariti, vale a dire non più dipendenti sia dalla droga sia da altre sostanze simili;

2) se non è il caso, viste le premesse, di integrare al più presto l’organico del S.E.R.T. e soprattutto di valutare l’ipotesi di creare un gruppo di lavoro che valuti la necessità di continuare ad insistere su programmi terapeutici aventi per oggetto la somministrazione di metadone, sia a mantenimento che a scalare, valutando nel contempo se non è il caso di provare a puntare anche su metodi per la cura dei tossicodipendenti che valorizzino soprattutto l’aspetto socio - psicologico del malato.

F.to: Lanièce - Marguerettaz - Viérin M.

PresidenteLa parola al Consigliere Lanièce.

Lanièce (Aut)Quest'interpellanza riguarda un problema molto importante, qual è quello della tossicodipendenza, che è un problema altamente sociale che presuppone una forte attenzione da parte di tutte le componenti sociali del Paese, in modo particolare da parte delle componenti politiche.

La tossicodipendenza è ben lontana dall'essere sconfitta e l'articolo apparso ieri sull'organo d'informazione "La Stampa" evidenzia dei dati preoccupanti: infatti nell'articolo si mette in evidenza come, mentre la media dei tossicodipendenti in Italia è dello 0,44 percento, in Valle d'Aosta è quasi il doppio. In più lo stesso responsabile dice che c'è da valutare anche il fenomeno sommerso e la stima - il risultato è attendibile - è di un tossicodipendente in cura ogni tre esistenti sul territorio. Questo porterebbe a una percentuale dell'1 percento della popolazione della Valle d'Aosta.

È proprio per questo problema rilevante e preoccupante che riteniamo opportuno ripresentare quest'interrogazione che è simile a quella che avevo già presentato nel 1995 nella quale chiedevo alcune delucidazioni all'Assessore proprio perché ritenevo come ritengo tuttora opportuno che questo fenomeno della tossicodipendenza debba essere affrontato in maniera totale, completa, con serietà e con un'attenzione molto particolare. Negli anni scorsi altri gruppi consiliari hanno presentato delle iniziative in questa direzione, iniziative tutte che evidenziano la necessità di un forte intervento da parte dell'Amministrazione regionale per cercare di attenuare, limitare la gravità di questo fenomeno.

Qualcosa è stato fatto, non siamo qui a dire che non è stato fatto nulla, sappiamo che tra poco partirà un day hospital per tossicodipendenti e questo è già un passo importante oltre al fatto che il SERT ha aperto da poco un day hospital per gli alcoolisti. Occorre ricordare che in Valle d'Aosta oltre alle tossicodipendenze c'è da tenere conto anche delle alcooldipendenze: sono due fenomeni preoccupanti che entrambi devono avere una massima attenzione e cura da parte dell'Amministrazione regionale, da parte delle componenti sociali e anche politiche del nostro Paese.

Occorre quindi cercare di fare una valutazione molto approfondita. Con quest'interpellanza noi chiediamo due cose: uno di verificare se i metodi adottati dal SERT, che si basano soprattutto sull'utilizzo del metadone, che viene definito come una droga legalizzata, sia metadone a mantenimento che a scalare, siano la formula migliore per affrontare il problema della droga.

Già nel 1995 avevo evidenziato il fatto che l'utilizzo del metadone non sia lo strumento migliore per combattere la droga anche perché si tratta sempre, ripeto, di una droga legalizzata che non fa sì che il tossicodipendente esca dall'abitudine di drogarsi, anzi possiamo dire che si crea una certa dipendenza non più dalla droga, ma dal metadone e molte volte, in base anche a delle informazioni che mi sono giunte, l'astinenza da metadone è quasi considerata ancora peggiore di quella da eroina.

Questi sono alcuni elementi che mi preoccupano, quindi mi sono permesso con quest'interpellanza di sapere anzitutto i risultati perché, quando si devono affrontare dei problemi, bisogna non solo partire da quello che si cerca di fare, dalla volontà di affrontare il problema che sicuramente è una volontà positiva, ma poi anche tenere conto dei risultati.

Con quest'interpellanza chiediamo se si possono avere alcuni dati in merito alle guarigioni, alla possibilità cioè per alcuni giovani valdostani di uscire, attraverso l'utilizzo di questo metodo, dal tunnel della tossicodipendenza e di reinserirsi nella società.

Adesso come adesso l'organo deputato ad affrontare quest'importante problema è il SERT; al di là del fatto che non sono molto d'accordo sul metodo utilizzato, penso che questa struttura, per poter meglio operare, deve essere messa nelle condizioni migliori. Sappiamo che in passato diverse persone, sia esponenti politici che gli stessi responsabili del SERT e anche il mondo sociale, hanno sempre evidenziato la situazione precaria in cui si trova questa struttura sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista del personale.

Anche qui poniamo all'attenzione dell'Assessore, ed è il secondo punto dell'interpellanza, la necessità di verificare se queste voci che sono apparse negli anni passati con tanto spazio sui giornali corrispondono al vero e se proprio non è possibile far sì che questa struttura, che opera in questo campo e che necessita di maggior considerazione proprio per la rilevanza e la delicatezza del compito assegnatole, sia messa nelle condizioni migliori per meglio operare.

Sappiamo che attualmente al SERT non c'è un organico fisso: ci sono molti convenzionati, c'è un ricambio continuo di personale e questo sicuramente non va nella direzione giusta di poter meglio intervenire, di poter mettere questo servizio, che dobbiamo lodare perché è un servizio che sta cercando di fare qualcosa, nelle condizioni migliori per meglio intervenire in questo delicato settore. Anche a questo riguardo chiediamo qual è la situazione dell'organico e se si può valutare l'ipotesi di migliorare la struttura soprattutto dal punto di vista del personale e dell'organizzazione.

Infine, prendendo spunto da quello che ho detto prima, cioè del fatto che non riteniamo che sia il metadone il metodo migliore per far uscire i tossicodipendenti dal tunnel della droga, chiediamo se non sia il caso di creare un gruppo di esperti che cerchi di valutare l'efficacia del metodo adottato e nel contempo verifichi la possibilità di puntare su altri metodi che valorizzino l'aspetto socio-psicologico del malato. Sappiamo che molte comunità non fanno assolutamente riferimento al metadone, utilizzano altri strumenti e molte volte qualche risultato è stato ottenuto. Visto che si tratta di un problema importante, penso che sia indispensabile cercare di mettere a disposizione di chi si rivolge a questo servizio tutti i possibili metodi utilizzabili.

Quindi l'invito è proprio quello di fare il punto della situazione e, visto l'impegno a creare un day hospital per tossicodipendenti che dimostra la volontà dell'assessorato di dare soluzione a questo problema, inoltre chiediamo anche all'Assessore di verificare se questo metodo dell'uso del metadone è il migliore possibile o se non è opportuno cercare altri metodi che possano dare risultati migliori di quelli che abbiamo davanti ai nostri occhi, anche perché non ci risulta che il metodo utilizzato dal SERT finora abbia portato grossi vantaggi dal punto di vista della guarigione.

Si dà atto che, dalle ore 12,08, presiede il Presidente Louvin.

PrésidentLa parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV)Cercherò di rispondere al Consigliere Lanièce partendo dalla seconda domanda che ha posto, cioè quella riguardante l'organico del SERT, che è quella più semplice perché rispetto ai tempi passati l'organico del SERT è attualmente composto da ben 26 persone, di cui 5 medici, 6 infermieri professionali, 3 psicologici, 4 assistenti sociali, 4 educatori professionali, 4 amministrativi con un organico addirittura superiore di un'unità rispetto a quanto stabilito dalla delibera della Giunta regionale n. 3903/90. Questo è stato fatto con grossi sforzi proprio per dare attuazione alla politica non solo delle tossicodipendenze in senso stretto, ovvero droga, ma, come ha già accennato il Consigliere Lanièce, al problema dell'alcoolismo su cui dovremo sicuramente tornare.

Per cui l'organico del SERT è a pieno regime, la professionalità è assicurata anche mediante partecipazione obbligatoria a corsi di formazione e sotto questo punto di vista si tratta di mettere in piedi dei servizi che ancora non ci sono, day hospital e day centre per tossicodipendenze di cui stiamo ipotizzando alcune soluzioni speriamo a breve o medio termine.

Detto questo, vorrei confutare la tesi di fondo che sta alla base dell'interpellanza e cioè che il metodo del metadone sia poco efficace o addirittura più dannoso dell'uso dell'eroina perché teniamo presente che della metodologia del metadone si parla esclusivamente per assunzione di eroina e non per altri farmaci. Questo va detto con forza perché i SERT sono nati nel momento in cui il problema della droga significava eroina, poi è sorto parallelamente il problema della cocaina, i cocainomani non si rivolgono al SERT perché non ne sentono la necessità, poi ci sono i fenomeni delle droghe nuove, ecstasy e quant'altro, l'ecstasy sembra già addirittura superata in certi ambienti giovanili dall'assunzione di pasticche ancora più pericolose, per cui stiamo parlando solo ed esclusivamente di lotta all'eroina.

Allora voglio confutare questa tesi che era una tesi sostenuta in effetti da larghi strati del mondo scientifico anni fa, ma che è ormai generalmente considerata superata, lo testimonia questa ricerca dell'Istituto italiano di medicina sociale, pubblicata ultimamente, che dice: "? Dal proibizionismo rigido alla strategia della riduzione del danno per eliminare le conseguenze più gravi ed immediate derivanti dall'uso di sostanze stupefacenti, ma per le nuove droghe sintetiche servono soprattutto efficaci politiche di prevenzione?".

Lasciando perdere le droghe sintetiche, relativamente alla politica della riduzione del danno, si dice che: "? L'indagine comparata sulle politiche pubbliche di lotta alla droga in Italia e in Europa, condotta dall'Istituto italiano di medicina sociale, mette in evidenza somiglianze e differenze in materia legislativa in merito alle politiche di prevenzione e riduzione del danno adottate in alcuni Paesi dell'Unione Europea e in Svizzera. Il quadro giuridico europeo mostra forti differenziazioni fra le realtà nazionali, tuttavia anche nei Paesi che hanno adottato strategie proibizioniste si stanno introducendo programmi finalizzati alla riduzione del danno che privilegiano la tutela della salute del tossicodipendente piuttosto che la repressione del comportamento deviante?".

Questa è l'ultima notizia riguardante questa tematica.

Il Consigliere mi chiede quanti tossicodipendenti sono stati curati con metadone, i dati ci sono, ne darò lettura, e quanti possono considerarsi essere totalmente guariti. La risposta è, per ovvi motivi, impossibile sia per motivi di privacy, sia per motivi di merito riguardanti il fatto che il soggetto malato - non voglio qui aprire il tema se il tossicodipendente è un malato oppure no perché anche qui ci sono due teorie di pensiero -, comunque il soggetto tossicodipendente si rivolge ai servizi fino a quando ritiene di rivolgersi e poi è una libera scelta sua allontanarsene.

Quanti sono guariti non lo sappiamo, il dato non esiste in nessun servizio pubblico così come non esiste il dato di quanti sono usciti dall'alcoolismo o dal tabagismo. È un tema interessante, sicuramente la politica della riduzione era ed è tesa a portare fuori dai marciapiedi le categorie più deboli dei tossicodipendenti.

Ma prima di rispondere al quesito occorre chiarire alcuni aspetti della problematica, infatti fra le idee e le immagini del tutto errate che molti hanno nel campo della droga e delle tossicodipendenze ci sono quelle relative al metadone che è considerato nell'ambito della farmacologia un farmaco di sintesi.

Come purtroppo ben si sa, l'eroina è una droga potente, produce un efficace sollievo al dolore e un forte senso di totale benessere; interrompere l'uso di eroina è come smettere di fumare, non è molto duro se non si è fatto per troppo tempo o troppo regolarmente, è generalmente più facile per le persone che hanno molti interessi o che hanno forti incentivi a smettere. Molti consumatori di eroina, così come i fumatori, provano a smettere, molti alla fine hanno successo anche se solo pochi ce la fanno al primo tentativo. Molti altri smettono per mesi e addirittura anni solo per riprendere il consumo di eroina ancora una volta anche dopo tanto tempo con successive overdose che sono più frequenti fra coloro che avevano già sospeso l'uso di eroina.

Non esiste il modo migliore per smettere l'uso di eroina, di fumare o di qualunque altra forma di dipendenza, ma decenni di ricerche scientifiche ci forniscono buone informazioni su quali strategie funzionano meglio per la maggior parte di persone. Quando si parla d'interrompere l'uso di eroina, l'evidenza principale di successo risiede nel fatto stesso d'interromperne l'uso. Nel 1990 l'Istituto di medicina dell'Accademia nazionale delle scienze ha constatato che il mantenimento con il metadone è stata la modalità di trattamento più rigorosamente studiata e che ha prodotto i risultati positivi meno opinabili.

Invito il Consigliere Lanièce a cogliere questo punto: certezze non ne esistono, è il mantenimento che è stato più studiato e che ha prodotto i risultati positivi meno opinabili, tutto il resto è il contorno, ma la verità allo stato delle ricerche attuali è questo.

Il metadone, come l'eroina e gli altri oppiacei, può causare dipendenza fisica se preso su basi regolari, ma la dipendenza da metadone somiglia molto più alla dipendenza da insulina dei diabetici piuttosto che a quella da eroina, tipica degli eroinomani non in trattamento. È una dipendenza, è chiaro, ma anche il diabetico è dipendente dall'insulina, ma è ben altra cosa essere dipendenti dal metadone piuttosto che dall'eroina.

Occorre altresì rammentare che la normativa dispone l'obbligo per i SERT di mettere a disposizione fra le offerte terapeutiche anche questi programmi metadonici e tralascio tutta la normativa.

Con il metadone si possono fare due cose ben diverse fra loro, ma non antagoniste: la riduzione del danno, ed è il punto su cui incentra l'attenzione il Consigliere Lanièce, e la terapia. L'efficacia di tale farmaco dipende dalla corretta modalità di prescrizione degli interventi di tipo psicosociale che si riescono ad associare.

Brevemente, per riduzione del danno si intende favorire il recupero complessivo della salute, contenere le attività criminogene connesse all'abuso di sostanze, contenere la diffusione delle infezioni, ivi incluso l'HIV, migliorare le difese immunitarie nei soggetti affetti da AIDS, iniziare un percorso di reinserimento sociale, ridurre in modo consistente i danni e i costi sociali della tossicodipendenza.

Ho visto pubblicata tempo fa una bellissima scheda che distingueva le dipendenze da metadone dalla dipendenza da eroina e ne evidenziava con molta efficacia le diverse conseguenze.

Fin qui ho parlato di riduzione del danno. Per quanto riguarda la terapia, questa comporta la stretta integrazione terapeutica fra farmacoterapia, fra cui c'è il metadone, e la psicoterapia. Quest'ultima aiuta il paziente ad accettare uno psicofarmaco necessario, mentre lo psicofarmaco può aiutarlo a superare la resistenza iniziale o a proseguire la psicoterapia.

Gli studi più recenti hanno portato a diverse conclusioni; il sostegno psicoterapico aiuta i tossicodipendenti che frequentano e intraprendono regolarmente il processo terapeutico, si registrano in effetti evidenti benefici nell'abbinamento della psicoterapia di programmi di trattamento farmacologico sostitutivo a base di metadone.

Molte delle resistenze allo sviluppo di un modello integrato di trattamento sorgono dal modo tradizionale di vedere l'approccio farmacologico e quello psicoterapeutico come antitetici, piuttosto che come sinergici.

A prescindere da altre considerazioni, è comunque vero che gli effetti di una terapia farmacologica risultano più immediatamente evidenti, mentre i risultati di una psicoterapia possono richiedere tempi più lunghi per manifestarsi. Quest'osservazione ha portato alcuni a proporre una strategia terapeutica a due fasi; in quest'approccio l'agente psicofarmacologico è utilizzato per alleviare i sintomi e per preparare e permettere il successivo processo psicoterapeutico. La psicoterapia sarà perciò orientata verso le relazioni interpersonali, l'adattamento sociale e un miglioramento nell'ambito lavorativo.

Il principio guida deve essere comunque quello di aiutare il paziente piuttosto che quello di restare fedele alle proprie impostazioni teoretiche o più banalmente didattico-formative e qui rispondo a quanto richiesto dal Consigliere Lanièce, se risponde al vero che al SERT di Aosta si vuole fare solo terapia con il metadone e non si fanno altre cose, dicendo che questo non è vero.

Usano la metodologia della riduzione del danno, usano la metodologia della terapia con il metadone, ma grazie al fatto che finalmente sono stati potenziati gli organici e che questi comprendono psicologi, psicoterapeuti, assistenti sociali, si fa anche finalmente della psicoterapia individuale o psicoterapia di gruppo che è alla base di un corretto trattamento e rieducazione.

Ciò premesso, richiamando quanto suddetto circa il dato di fatto che molti smettono mesi o addirittura anni, solo per riprendere il consumo di eroina ancora una volta dopo tanto tempo, è evidente che sarebbe non corretto affermare la totale guarigione di soggetti ex tossicodipendenti che da parecchio tempo non fanno uso di stupefacenti. Per questo motivo dicevo che è impossibile dare una risposta. Gli operatori preferiscono parlare semplicemente di soggetti che reggono all'astinenza da un tot di tempo che possono essere sei mesi, un anno, dieci anni, poi alla prima crisi, al primo buco come si usa dire, non essendo più assuefatti all'eroina, subiscono a volte conseguenze anche mortali.

Il SERT dell'USL della Valle d'Aosta utilizza il metadone con due modalità distinte che presuppongono finalità diverse, a scalare o a mantenimento, e sempre integrato da terapie di tipo psicosociale e ove possibile anche psicoterapeutico, modello di cura integrato.

Prima d'iniziare però un qualsiasi trattamento sostitutivo, così come previsto dalla normativa, occorre che vi sia una comprovata dipendenza fisica dagli oppiacei, altrimenti il metodo non viene attuato, che risultino presenti nelle urine le sostanze stupefacenti, che ci sia la possibilità di monitorare il paziente dal punto di vista sanitario e psicosociale, che il paziente sia a conoscenza della finalità della terapia e che dimostri di utilizzarla al meglio.

Per quanto riguarda il metadone come farmaco per la disassuefazione, che è una cosa diversa ancora, la finalità di questo tipo di trattamento è la disintossicazione del paziente evitandogli la crisi di astinenza con modalità il più veloce possibile e con l'obiettivo di far passare il soggetto a programmi terapeutici diversi, di tipo programmi comunitari, trattamenti psicoterapeutici, comportamentali, eccetera. I dosaggi del farmaco sono sufficienti a coprire i sintomi dell'astinenza fisica, in genere 30-40 milligrammi al massimo al giorno per una settimana e poi vengono scalati e il trattamento deve terminare assolutamente entro tre settimane per evitare lo sviluppo della dipendenza dal farmaco stesso.

Poi c'è il metadone come farmaco nel trattamento a mantenimento, l'altro era a scalare, questo è a mantenimento. Tale modalità di uso si prefigge degli obiettivi a lungo termine che prevedono una riabilitazione psicofisica e sociale del soggetto "in primis" e solo secondariamente al raggiungimento di tale condizione la disintossicazione. Il trattamento passa attraverso diverse fasi: la fase dell'induzione farmacologica con il blocco dapprima dell'astinenza e poi degli effetti euforizzanti dell'eroina in cui si cerca di far passare il paziente dalla condizione di tossicodipendente da strada a quella di paziente in cura; la fase della stabilizzazione metabolica della dose; la fase della lenta e personalizzata disintossicazione. I dosaggi cambiano a seconda delle fasi.

Le modalità di esecuzione al trattamento le tralascio perché sono di tipo tecnico-organizzativo.

Ho delle schede dal 1991 riguardanti il numero degli utenti in carico al SERT e i dati sono questi: nel 1991 erano 112 utenti residenti e 45 in strutture riabilitative, nel 1992: 133 residenti e 49 strutture riabilitative, nel 1993 il dato è di 193 e 49, nel 1994: 128 e 25 e come vedete sta diminuendo il numero dei soggetti in riabilitazione ed è un problema che abbiamo anche noi per cui paradossalmente abbiamo troppi posti letto in rapporto alle necessità di appoggio di tossicodipendenti nelle strutture riabilitative. È un fenomeno che porta a rimettere in discussione tutte le strutture di riabilitazione residenziale in Italia. Continuando con i dati, nel 1995 il dato è di 151 e 33, nel 1996: 189 e 22, nel 1997: 201 e 35, nel 1998: 220 e 37.

Questo è il quadro generale del problema dell'uso del metadone.

Chiede il Consigliere Lanièce se non è il caso di valutare l’ipotesi di creare un gruppo di lavoro; la risposta è no perché i gruppi di lavoro a volte si istituiscono per non far risolvere i problemi. Il problema qui non è se decidere da parte di gruppi di lavoro se utilizzare di più o di meno il metadone. Non sono un difensore accanito della terapia del metadone, prendo atto però che i fenomeni da strada che erano visibili sino ad alcuni anni fa sono scomparsi. I tossicodipendenti sono in mezzo a noi, sia coloro che usano l'eroina, sia coloro che usano cocaina, sia coloro che usano altri tipi di droghe sono professionisti, alcuni di questi anche affermati. Il fenomeno del tossicodipendente da strada non esiste e questo è già di per sé?

(commenti vari in Assemblea)

? il fatto che sia un professionista anche medico che fa uso di droghe è preoccupante, ma uno degli obiettivi che era quello di allontanare la figura del tossicodipendente da strada che era ed è l'immagine più diffusa nella società, è già un risultato ottenuto.

Sicuramente gli effetti dell'uso della eroina sono devastanti, questa tabella lo dimostra; l'inizio dell'effetto è immediato, gli effetti narcotici sono avvertiti immediatamente, la sindrome di astinenza si instaura entro 3-4 ore e può essere controllata con metadone, eccetera. È inutile in questa sede entrare nel dettaglio degli effetti nefasti dell'uso della droga.

Concludo dicendo che la tematica è aperta, certezze non ne esistono; è una tematica diffusa, dibattuta e tra i medici responsabili, e faccio riferimento più ai medici che agli psicologi e agli assistenti sociali e psicoterapeuti, sussiste ancora oggi questa diatriba tra le due teorie di pensiero: l'uso più massiccio o meno di metadone, la grammatura che viene somministrata ai tossicodipendenti. Su questo non sono in grado di dare risposte perché solo il medico nel momento in cui fa una visita clinica è in grado di prescrivere una certa dose rispetto a un'altra e questa responsabilità va lasciata totalmente al medico che ha in cura il tossicodipendente.

PrésidentLa parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (Aut)Prendo atto della risposta dell'Assessore.

Faccio alcune considerazioni. Anzitutto non ho detto che il metadone è peggio dell'eroina, ho solo detto che l'astinenza da metadone a mantenimento è peggiore dell'astinenza da eroina e questi sono dati scientifici. Riporto quanto mi hanno detto esperti su questo problema.

Dalla risposta sono comunque emersi alcuni dati positivi e cioè che il SERT avrebbe un organigramma al completo. Basti pensare che solo l'anno scorso era uscito un articolo sui giornali in cui si parlava di SERT, di difficoltà in termini di organico e due anni fa era uscito un articolo sempre su "La Stampa" intitolato "SERT in trincea senza personale"; quindi oggi appuriamo che di fronte alle polemiche che ci sono state negli anni passati su questa struttura, proprio dal punto di vista dell'organico, qualcosa sembra che sia stato fatto. Mi hanno riferito che ci sono ancora dei problemi, nel senso che queste persone non sono fisse, spero che questo non corrisponda al vero, ma il fatto stesso che ci sia un organico con parecchio personale è già di per sé positivo.

Per quanto riguarda il problema del metadone, nella stessa linea con cui l'Assessore ha chiuso il suo intervento ribadisco che ci sono due teorie di pensiero.

Ritengo di essere a favore di quella che non vede molto bene un utilizzo indiscriminato del metadone, ma vi sono altri che la pensano diversamente, quindi non si può affermare che è giusta una teoria e non è giusta l'altra, però sta di fatto che c'è questa duplice interpretazione e proprio perché c'è questa duplice interpretazione, noi abbiamo posto il problema di creare un meccanismo, una commissione che verifichi l'attendibilità e i risultati ottenuti con la linea di pensiero scelta dal SERT, visto che, se è vero che ci sono diversi programmi attuabili dal SERT, fino a poco tempo fa la maggior parte dei programmi attuati dal SERT erano quelli basati sul metadone a mantenimento.

Ora l'Assessore ha detto che grazie anche alla presenza in organico di diversi psicologi, si potrà attuare la psicoterapia, però questo è un elemento nuovo, nel senso che adesso è possibile utilizzare anche questo programma. Se però poi l'input che viene dal SERT è quello di utilizzare sempre il metodo del metadone a mantenimento, ripresenteremo in quest'aula questo problema perché è vero che questa metodologia toglie il tossicodipendente dalla strada, tuttavia l'obiettivo di un politico è quello di rendere la persona libera dalla tossicodipendenza, dandole la possibilità di reinserirsi nella società. Quindi è già un fatto positivo averlo tolto dalla strada, però se non guarisce, se non riesce ad inserirsi nella società, non possiamo dire di essere contenti del risultato dal punto di vista politico, perché l'obiettivo finale di un amministratore è quello di permettere a una persona di reinserirsi nella società, libero dalla tossicodipendenza.

Secondo me la scelta che lei Assessore sostiene è una piccola soluzione, ma non è la soluzione che politicamente tutti auspichiamo e dico tutti, senza fare distinzioni fra maggioranza e minoranza, perché come persone abbiamo l'interesse ad aiutare il prossimo, a cercare di renderlo libero dalla tossicodipendenza. Il limite è proprio questo e l'input da dare all'Assessorato potrebbe essere quello di chiedere al SERT di differenziare i metodi applicabili, di non seguire più solo il metodo del metadone a mantenimento, che forse conviene ed è più facile in quanto si stabilisce una dose e per un anno questa resta fissa.

Qui l'obiettivo è un altro, non è solo quello di far stare tranquilli i tossicodipendenti; dobbiamo cercare di risolvere a monte i problemi.

Visto che c'è la possibilità, visto che adesso l'organico è diverso, cerchiamo di dare l'input di utilizzare appieno questi vari programmi che esistono, soprattutto quello sulla psicoterapia. Questa è un'indicazione, ripeto, e penso che sia opportuno come amministratori cercare di mettere in essere tutte le azioni possibili per dare una soluzione, anche se lo sappiamo benissimo che il problema è gravissimo e difficile e che non si possono avere dei risultati certi. Quello della droga, lo sappiamo, è un problema vastissimo, mondiale, però vediamo di mettere a disposizione di queste persone tutti gli strumenti possibili e utilizziamo le professionalità che sono al SERT per individuare, a seconda dei soggetti, la vera terapia da usare, e non puntiamo solo su una scelta di comodo, che consiste nel somministrare il metadone a mantenimento. Questa non è la soluzione giusta e corretta per alleviare le grosse sofferenze che vivono i Valdostani colpiti dalla tossicodipendenza.