Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1059 del 16 dicembre 1999 - Resoconto

OGGETTO N. 1059/XI Disegno di legge: "Interventi a favore di imprese industriali per la realizzazione di insediamenti produttivi nell'area industriale "Cogne" di Aosta".

Articolo 1 (Finalità)

1. La Regione promuove la realizzazione, da parte di imprese industriali, di insediamenti produttivi nell'area "Cogne" di Aosta, al fine di consentire il processo di riconversione produttiva previsto dalla legge regionale 26 gennaio 1993, n. 4 (Interventi per la riqualificazione e lo sviluppo dell'area industriale "Cogne" di Aosta).

Articolo 2 (Interventi)

1. Per le finalità di cui all'articolo 1, la Giunta regionale è autorizzata a concedere incentivazioni alle imprese industriali che intendono insediarsi nell'area "Cogne" di Aosta, nei limiti consentiti dalla normativa comunitaria in tema di aiuti di Stato, per investimenti in beni strumentali ammortizzabili.

2. Per ogni intervento è calcolata l'intensità dell'aiuto in equivalente sovvenzione lorda o netta, al fine di garantire il rispetto dei limiti di cui al comma 1.

3. La Giunta regionale provvede, previo esame delle istruttorie tecnico-economiche svolte da Finaosta S.p.A. ed eventuale indicazione di criteri di priorità, a dare mandato senza rappresentanza alla società stessa affinché eroghi le incentivazioni, sotto forma di contributo, finanziamento, prestito partecipativo, o prestazione di garanzia.

4. Finaosta S.p.A. provvede al controllo sui beni che hanno formato oggetto di intervento ed assicura il monitoraggio degli insediamenti produttivi, inviando semestralmente dettagliati rapporti in merito alla struttura regionale competente in materia di industria, cui è affidata l'attuazione delle disposizioni della presente legge.

Articolo 3 (Opere infrastrutturali e di bonifica)

1. Per la realizzazione degli interventi di cui all'articolo 2, comma 1, lettere a) e d) della l.r. 4/1993, la Regione può mettere a disposizione di Struttura Valle d'Aosta s.r.l. risorse finanziarie tramite:

a) erogazione di contributi in conto impianti per interventi di infrastrutturazione e per l'acquisizione di beni strumentali ammortizzabili;

b) erogazione di finanziamenti o sottoscrizione di appositi aumenti di capitale sociale per interventi di bonifica.

2. La Giunta regionale dispone l'erogazione degli interventi di cui al comma 1 anche attraverso il conferimento di mandato senza rappresentanza a Finaosta S.p.A.

Articolo 4 (Non cumulabilità di interventi)

1. Gli interventi finanziari di cui all'articolo 2 non sono cumulabili con quelli previsti da altre leggi per gli stessi investimenti.

Articolo 5 (Norme finanziarie)

1. Gli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge sono stimati, nel triennio 1999-2001, in lire 20 miliardi (Euro 10.329.137,98), di cui lire 4 miliardi (Euro 2.065.827,59) autorizzati nell'anno 1999.

2. Alla copertura dell'onere a carico dell'esercizio 1999 si provvede mediante utilizzo per lire 4 miliardi di somme già trasferite a Finaosta S.p.A., per un ammontare complessivo di lire 12 miliardi, e non interamente utilizzate, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettere a), b) e d) della l.r. 4/1993, per la copertura delle spese per interventi di bonifica e reinfrastrutturazione delle aree, razionalizzazione degli insediamenti esistenti e realizzazione di nuovi insediamenti produttivi concernenti l'area "Cogne" di Aosta.

3. Alla autorizzazione degli oneri a carico dei bilanci successivi si provvede con legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 19 della legge regionale 27 dicembre 1989, n. 90 (Norme in materia di bilancio e contabilità generale della Regione Autonoma Valle d'Aosta), come modificata dalla legge regionale 7 aprile 1992, n. 16.

Président Le projet de loi en question a reçu l'avis favorable de la IIème et IVème Commission avec l'adoption d'un certain nombre d'amendements.

La Conférence régionale pour l'économie et le travail s'est également exprimée favorablement et l'Union européenne n'a soulevé aucune objection à l'adoption de ce projet de loi.

La parole au rapporteur, le Conseiller Fiou.

Fiou (GV-DS-PSE)Inizio con il ringraziare i collaboratori dell'Assessorato dell'industria per il sostegno che ci hanno dato nella formulazione della relazione. Preciso che la relazione è fatta a nome mio e del Consigliere Borre.

Il disegno di legge all'esame del Consiglio regionale è un ulteriore importante tassello nell'opera di riqualificazione dell'area Cogne. Un progetto questo ambizioso ma necessario e dovuto per tutto quanto quell'area ha rappresentato nella storia valdostana del secolo che si chiude.

Un segnale forte che la Regione Valle d'Aosta ha voluto dare in un'ottica di risanamento e di sviluppo. Un sesto del territorio del capoluogo regionale è interessato dall'opera complessiva; la dimensione stessa ci è di aiuto per comprendere la rilevanza e la complessità dell'intervento.

Intervento che ha richiesto il contributo di risorse importanti, non solo finanziarie: mi riferisco all'attività del gruppo di pianificazione e della commissione di monitoraggio che hanno contribuito alla stesura del piano di riorganizzazione urbanistica e di riconversione produttiva dell'area.

Intervento, inoltre, per il quale si è resa necessaria una solida e propositiva attività di concertazione, accompagnata da una forte volontà d'intesa fra la Regione e il Comune di Aosta, sancite entrambe dall'accordo di programma sottoscritto nel maggio del 1997.

È utile qui ricordare che il risultato dell'intervento su un'area che sempre in termini di copertura è un terzo di quella complessiva urbana di Aosta è guardato con molta attenzione dall'amministrazione comunale che si aspetta che l'area in oggetto sia al contempo occasione di rafforzamento del tessuto economico cittadino e anche sbocco per la localizzazione di attività di artigianato pesante, ad esempio, che in qualche modo non sono state localizzate altrove dal piano regolatore, ovviamente questo nel rispetto delle norme CEE.

Non ritengo che sia necessario ripercorrere le varie tappe del processo di recupero dell'area. Il punto di partenza di quest'impegnativo progetto può essere fissato con legge regionale n. 4/93, ma, nel contempo, si sono realizzate nel settore industriale altre importanti iniziative anche grazie alle positive esperienze vissute in altre aree importanti industriali (Pont-Saint-Martin, Verrès, Châtillon), che hanno di fatto consentito la reindustrializzazione di questa Regione e che oggi tornano utili nel processo di avvicinamento al recupero urbanistico, ambientale e produttivo di quest'importante porzione della città di Aosta.

È oggi avviato il processo di urbanizzazione dell'area e sono iniziati i lavori di bonifica della stessa; tali opere saranno completate nell'anno 2001.

In sintesi, con riguardo alle opere di reinfrastrutturazione dell'area, la società Vallée d'Aoste Structure S.r.l. ha affidato la realizzazione dei lavori di reinfrastrutturazione all'impresa Bonatti S.p.A per un importo pari a lire 12.341.899.709.

Le opere di bonifica, dalla stessa Vallée d'Aoste Structure sono state appaltate all'Associazione temporanea d'imprese, Ecodeco S.p.A., Ferrero, Piemonte Costruzioni e ISAF per un importo pari a lire 25.998.295.830, alla fine del mese di novembre si è inoltre provveduto all'affidamento del secondo lotto per lire 11.700.000.000, aggiudicato allo stesso raggruppamento d'imprese.

Per quanto attiene alla reindustrializzazione, la società Vallée d'Aoste Structure S.r.l. ha realizzato la progettazione esecutiva della Pépinière d'entreprises: l'esecuzione dei relativi lavori sarà aggiudicata entro il corrente anno.

Si pensa ormai in un'ottica di riutilizzazione dell'area. Si è iniziata, anche attraverso Finaosta, un'attività di promozione dell'area industriale.

Per il corrente anno l'area Cogne è rimasta inserita nell'obiettivo 2B con la possibilità di utilizzarne i fondi assegnati. In seguito, Agenda 2000-2006 potrà prevedere anche una modificazione degli incentivi alle imprese.

È evidente l'interesse della nostra Regione che l'area possa risultare attrattiva sotto vari aspetti: il quadro attuale comporta finanziamenti in "equivalente sovvenzione netta" del 10, del 15 o del 20 percento, a seconda che si tratti di grandi (da 250 addetti e oltre), medie (da 50 a meno di 250) o piccole imprese (sotto i 50).

I risultati della definizione delle nuove zone di diversificazione degli interventi strutturali della Comunità europea saranno noti solo nei primi mesi del prossimo anno.

Sorge, con riguardo alle questioni dell'attrattività esterna, la necessità di formulare un differenziale che ci consente di renderla conveniente rispetto alle altre: in tal senso una possibilità può essere offerta dai finanziamenti concedibili ai nuovi insediamenti sull'area. Ma ancora più importante e conveniente sarà, per l'attuazione positiva della strategia indicata anche nel disegno di legge oggi all'esame del Consiglio, uno sviluppo integrato, una sinergia fra i vari attori sociali, la capacità di questa Regione di essere e di operare in quanto "sistema strutturato".

Il tenore della proposta di legge è stato oggetto di un acceso dibattito e di alcune proposte da parte delle associazioni di categoria. La II Commissione consiliare ha accolto due emendamenti che tengono conto di queste proposte.

L'articolato disciplina funzioni di analisi tecnica delle proposte di stabilimento, mentre sono lasciate impregiudicate le decisioni politiche sulla tipologia degli insediamenti, che saranno frutto di un esame da parte delle forze di maggioranza e del Consiglio nel suo complesso.

Alcuni degli emendamenti proposti dalle associazioni di categoria non sono stati accolti perché in contrasto con la normativa dell'Unione europea in materia di concorrenza: mi riferisco alla priorità alle aziende valdostane per l'insediamento nell'area o alla concessione ad esse, a prezzi vantaggiosi, dell'acquisto delle aree. Le richieste sempre con riferimento alle proposte pervenute dal mondo economico valdostano?, fra queste sono condivisibili le richieste di semplificazione burocratica. Infatti, in tal senso si inquadra la legge regionale 2 luglio 1999, n. 18 "Nuove disposizioni in materia di procedimento amministrativo, di diritto di accesso ai documenti e di dichiarazioni sostitutive".

Concludendo, intendo ancora sottolineare come la presente proposta normativa si richiami direttamente alla legge regionale 26 gennaio 1993, n. 4. Si inserisce infatti nella fase di promozione di nuovi insediamenti produttivi nell'area.

Con questo provvedimento si inizia ad affrontare l'ultima fase di quest'intervento complesso. Una fase di reinsediamento, d'ora innanzi non si parla più soltanto di "area da recuperare", si affronta la questione della rivitalizzazione economica e produttiva della stessa.

E ciò in piena sintonia con l'accordo di programma fra la Regione ed il comune, che prevede complessivi 95.000 metri quadrati di superficie coperta destinati ad attività produttive e servizi, al lordo di quanto già esistente (ad esempio, l'edificio ex PAC che ha già 24.000 metri quadri).

PrésidentEst-ce que l'Assesseur souhaite intervenir? La discussion générale est ouverte.

La parole au Conseiller Cerise.

Cerise (UV)Au cours de l'audience du 8 mars dernier avec la IIème Commission et la IVème Commission, réunies, les représentants des associations des catégories intéressées par ce projet de loi ont présenté des propositions d'amendement. Il s'agit là de propositions constituant un apport constructif propre à l'élargissement du débat et par là même à une réflexion politique opportune et approfondie.

La majeure partie des indications fournies n'a pas obtenu l'approbation de la commission; ceci pour différentes raisons et M. Fiou a déjà dit quelque chose. D'abord, ces indications sont incompatibles avec les dispositions de l'Union européenne an matière d'aide aux entreprises, ensuite elles prétendaient de la part de l'Administration régionale des décisions déséquilibrées penchant excessivement du côté des entrepreneurs, enfin il n'était pas possible de les insérer dans une loi.

Je tiens toutefois à remercier ceux qui ont pris part à la discussion, ils ont ainsi contribué à la formulation des amendements qui, bien que modestes, permettent de rendre certains objectifs de la loi plus clairs et précis.

Parmi les propositions avancées, certaines ne pouvaient être insérées dans un contexte de loi. Il n'est pas pour autant question de les ignorer, en particulier en ce qui concerne l'attente des entrepreneurs de mesures de simplification des normes et des procédures en matière d'aide aux entreprises pour que les dispositions relatives soient rendues dans le plus bref délai et que l'on tienne compte au moment de l'examen et de l'appréciation de certains critères qui observent l'équilibre entre les divers intérêts qui entrent en jeu lors de l'installation d'une nouvelle entreprise.

Je profite de l'occasion pour solliciter également l'application de l'arrêt de loi n° 118/98 prévoyant l'institution d'un guichet unique pour les activités de production, ce qui s'accorderait avec la nécessité de donner moins de subventions aux entreprises, mais d'offrir plus de services afin d'avoir le secteur moins assisté mais inséré dans un système plus efficace.

Quando si parlò di riconvertire l'area Cogne non vi nascondo di aver fatto un'ipotesi tutta mia ed era quella di vedere quest'enorme spazio di 100 ettari trasformato in un'area dotata di ampie aree verdi, fruibili, infrastrutturata con viali, magari con un centro congressi prestigioso, il complesso necessario per ospitare manifestazioni fieristiche di grande portata non solo per offrire il prodotto "Valle d'Aosta", ma per accogliere un po' ambiziosamente, ad esempio, l'esposizione o la Fiera delle Alpi occidentali; un complesso per manifestazioni culturali all'aperto, spettacoli teatrali, folcloristici.

È stata fatta un'altra scelta ossia quella di ridestinare l'area per gli insediamenti industriali di cui con questa si incentiva l'installazione.

Ora si pone da un punto di vista politico il problema delle opzioni, nel senso di destinare l'area bonificata, o parti di essa, ad impianti produttivi che provengono da fuori Valle oppure per ricollocare grandi o medi insediamenti industriali valdostani oppure ancora di assentire ad artigiani, cioè a piccoli insediamenti, di accedere a questi spazi.

Non ci è dato sapere se al momento ci sono delle richieste per grandi insediamenti provenienti da fuori Valle né dove e in quale misura si colloca questa nostra area nel mercato delle aree destinate all'industrializzazione.

In base all'accordo di programma sono oggi destinati 95.000 metri quadri di superficie calpestabile; ora una superficie di questo genere consente l'insediamento anche di grandi industrie tanto più se si tratta d'industrie ad alta tecnologia, per le quali gli spazi necessari sono relativamente limitati.

Per cui, tenuto conto che ci sono oggi più di 40 ditte artigiane che hanno necessità di delocalizzarsi per evadere da situazioni molto penalizzanti che sono date dalle imposizioni di vincoli urbanistici, necessità di nuovi spazi per ottemperare agli obblighi dell'igienicità e della sicurezza sui posti di lavoro, per portare l'attività produttiva oltre la soglia della sopravvivenza, ebbene ritengo che queste aziende vadano in qualche modo privilegiate e se i 6.000 metri quadri messi oggi a loro disposizione non saranno sufficienti, credo che sarà opportuno riflettere se non sia il caso di mettere a disposizione altri spazi.

Analogo discorso va fatto per le industrie vere e proprie valdostane che si collocano nell'ambito della media industria valdostana in quanto, se rispondono a dei criteri di diversificazione dell'offerta produttiva, probabilmente possono essere più affidabili considerato anche quanto è avvenuto in passato con le grandi industrie che vengono da fuori e che spesso hanno dei percorsi produttivi che sono molto limitati e che non vanno al di là del riassorbimento degli investimenti iniziali.

PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI)Questo disegno di legge lo abbiamo esaminato tempo fa in IV Commissione anche alla presenza dei rappresentanti delle varie categorie produttive valdostane poi c'è stata una pausa perché era necessario un avviso della CEE ed oggi lo stesso disegno di legge arriva in aula, ma sin da allora noi avevamo espresso in commissione alcune perplessità che oggi riprodurremo in questa sede.

La prima perplessità riguarda la strategia che vorrebbe portare avanti questo disegno di legge, una strategia che ci pare notevolmente indefinita perché non si chiarisce in maniera puntuale cosa si vuole fare dell'ex area Cogne o meglio di quella parte dell'area Cogne che non è e non sarà destinata allo stabilimento siderurgico esistente, bensì di quella parte dell'ex area Cogne che dovrebbe essere destinata alla rilocalizzazione d'imprese valdostane oppure alla localizzazione di nuovi insediamenti, anche questa biforcazione non è stata puntualizzata.

Si sa peraltro che l'impegno finanziario previsto nel settennio, che va dal 2000 al 2006, ammonta a 52 miliardi. La legge prevede all'articolo 2 che questi siano per una parte destinati a favore d'interventi per incentivare le imprese industriali che intendono insediarsi in quest'area, mentre dispone all'articolo 3 che per l'altra parte siano destinati ad opere infrastrutturali di bonifica che dovranno essere gestite dalla Struttura Valle d'Aosta, società a totale partecipazione pubblica, in particolare controllata da Finaosta.

Di quest'ingente somma, 52 miliardi, che dovrebbe servire in parte a reinfrastrutturare la zona, bonificarla, e in parte ad incentivare nuovi insediamenti, non si conosce l'entità di spesa, non si conosce la quantità di spesa in una direzione e nell'altra, anzi nell'articolo 5 delle norme finanziarie si rinvia tutto a future autorizzazioni degli oneri a carico dei bilanci che verranno successivamente predisposti dalla Regione.

Sappiamo però che è necessario, ai sensi di una corretta pianificazione imprenditoriale e industriale, dove la Regione perlomeno dovrebbe fissare delle linee guida, conoscere in maniera più dettagliata queste iniziative in cosa si concretizzano.

La bonifica e gli interventi infrastrutturali peraltro stanno procedendo anche all'interno di quella parte dell'area Cogne che è interessata dallo stabilimento siderurgico.

Come stanno procedendo questi interventi? Sappiamo che è stato fatto uno studio ad opera della Montgomery Watson, di una società che ha previsto un'operazione di copertura attraverso uno speciale strato impermeabilizzante dell'area interessata da elementi nocivi e tossici. Ma come procederà la bonifica anche al di fuori di quest'area strettamente siderurgica? Finora si sa che c'è una società, la Struttura Valle d'Aosta, che ha un particolare incarico e che dovrà portare a termine degli interventi d'infrastrutturazione urbanistica, ma come questi interventi impatteranno con l'equilibrio urbanistico della città?

Quest'area in fondo rappresenta un sesto della superficie urbana, quindi sarebbe opportuno sapere anche dall'Assessore come verranno effettuati questi interventi, quali sono i tempi previsti di realizzazione e quando si prevede di ultimarli.

Sappiamo anche che sono stati messi a disposizione attraverso il Programma "Resider" dei fondi comunitari per la bonifica, in parte se n'è parlato ieri nel corso di un'interpellanza, fondi comunitari che ammontano a diverse decine di miliardi e che dovranno essere impegnati in quest'opera di bonifica dell'area. Sarebbe opportuno che l'Assessore competente ci fornisse qualche delucidazione in più su come procederà l'intervento nel suo insieme, su quali sono i tempi previsti per la sua ultimazione, su quali sono le opere d'infrastrutturazione in corso e programmate, su come si vuole impostare l'opera di pianificazione di reindustrializzazione dell'area visto che la scelta politica compiuta è stata quella di reindustrializzarla perché gli articoli 1 e 2 ci sembrano alquanto lacunosi e quindi non suffragati da quegli elementi di dettaglio che possono far capire in maniera puntuale quali sono le linee di politica industriale che la Regione vuole attuare per l'area in questione.

PrésidentLa parole au Vice-président Viérin Marco.

Viérin M. (Aut)Ho apprezzato l'intervento del collega Cerise che ha ricordato le vicende di quest'area perché oggi andiamo a toccare non solo una cosa specifica, ma andiamo purtroppo a ribadire che scelte strategiche non vengono fatte neanche in una piccola particella di quell'area, cioè quella porzione che è stata destinata dalla Giunta - e chiarirò perché dalla Giunta - a settore d'intervento industriale o artigianale.

Parto anch'io da quella che era la nostra posizione già nella passata legislatura, nel 1993-1994, quando dovemmo fare in quest'aula delle battaglie affinché si mettesse di nuovo in piedi quella commissione e quel gruppo di lavoro ristretto per discutere i problemi dell'area ex Cogne, allora non si voleva quasi riprendere quella commissione dicendo che era una commissione della legislatura ante 1993. Lo abbiamo fatto dopo alcuni scontri, però siamo stati presi abbastanza per il naso perché - per riferire come sono andate le cose - abbiamo fatto alcuni incontri con i responsabili della città di Aosta tanto per chiudere il discorso e passare oltre.

Nel corso dell'ultimo incontro è stato chiesto il parere di questo gruppo di monitoraggio che doveva trasmetterlo alla Giunta prima che questa definisse il progetto di riconversione dell'area - il progetto non è mai venuto in Consiglio, ma è andato in Giunta -, fummo convocati dall'allora Assessore Mafrica il 24 dicembre alle 11,00 di mattina per dare quel parere.

E questo è un piccolo esempio di come si vuole fare concertazione, di come si vogliono affrontare le cose.

Il sottoscritto allora, l'unico del gruppo di lavoro, trasmise un proprio parere alla Giunta, chiaramente un parere che non poteva dire più di tanto essendo il sottoscritto Consigliere di minoranza, però la legge d'istituzione della commissione e del gruppo di lavoro prevedeva che i consiglieri trasmettessero un parere e il sottoscritto fece quest'atto.

Voglio solo leggere mezza pagina di questo parere, espresso quattro o cinque anni fa, che però anticipava quello che oggi sta succedendo. Parlo solo della riconversione produttiva, altrimenti dovrei affrontare l'argomento in maniera molto più ampia facendo i dovuti collegamenti, come giustamente ha fatto il collega Cerise, ma non voglio uscire dall'argomento e mi limito alla riconversione produttiva.

Scrissi alla Giunta in merito alla riconversione produttiva: "? Si individuano scenari di trasformazione economica con obiettivi di sviluppo e di riconversione per fronteggiare le attuali condizioni di deindustrializzazione in cui versa l'economia valdostana. Il principio è pienamente condiviso, ma non si tracciano dei tempi delle attività che si dovrebbero insediare per raggiungere materialmente gli obiettivi sopra enunciati. Infatti l'unica previsione al riguardo è quella di destinare una parte delle superfici per le attività di uffici e servizi e l'altra per usi industriali, quantificati con distinti parametri, l'eventuale numero dei futuri addetti pari a 1.200 unità per quelli della CAS S.p.A., ma nessuna traccia di tale reale futura domanda di utilizzo di questi fabbricati viene esposta. Rischiamo di conseguenza o di realizzare tante scatole vuote o di avere degli inquilini che, come in passato, non daranno vere garanzie di lavoro ai Valdostani.

L'obiettivo deve essere ben più alto, ben diverso, presente nel progetto solo in parte e nella fase terminale di lungo termine, quella che come al solito tutti noi sappiamo essere solamente il sogno dei progettisti che rimane nei cassetti. Si corre realmente il rischio di non provvedere di gambe adeguate un progetto che sulla carta pare approntato solamente per ottenere finanziamenti comunitari. In conclusione ritengo che, come si evince anche dalle note della commissione di monitoraggio del 16 luglio 1996, per raggiungere veramente gli obiettivi prefissatici l'area in questione dovrebbe essere obbligatoriamente ben inserita ed integrata nel contesto urbano dando anche corso ad interventi esterni all'area in questione.

La nostra sensazione purtroppo è quella di essere in procinto di perdere un'unica ed irrepetibile occasione per dotare la città di una vera porta a sud, quella famosa porta a sud di Aosta, che dovrebbe da una parte risolvere e d'altra parte creare quegli spazi indispensabili per migliorare l'economia, la vivibilità e l'immagine turistica di Aosta e dei comuni viciniori?".

Questa relazione di quattro - cinque anni che trasmisi alla Giunta, di cui ho letto solo alcuni passaggi, è in sintesi la stessa cosa che ha detto il collega Cerise e lo ringrazio per questo.

Ritornando invece sul disegno di legge in oggetto volevo chiedere alcune cose che il collega Tibaldi ha già anticipato.

Vorremmo capire qual è la politica economica, qual è la strategia che la Giunta regionale vuole avere su quell'area perché ormai sono sette o otto anni che si chiedono queste cose, che sono le cose più importanti, e non si è ancora data una risposta e ancora in questo disegno di legge noi ritroviamo queste manchevolezze.

Basti pensare ad alcune osservazioni che sono state fatte in commissione e a questo riguardo rileggo una piccola parte dell'audizione del presidente dell'Associazione industriali in data 8 marzo 1999: "?Vorrei solo ricordare che come associazione avevamo posto l'anno scorso, cioè nel 1998, l'esigenza di conoscere le priorità che venivano segnalate nel mondo economico dalla Regione, dalla maggioranza, e questo è un dato che continua a mancare perché, al di là di alcuni principi di concertazione che sono solo stati ben sottolineati e di alcuni principi in cui si dice che le categorie economiche dovranno avere molto più peso per un discorso di sviluppo economico nella nostra Regione, continuano a mancare le scelte politiche a monte?".

Queste manchevolezze sono state confermate, quindi vorrei che non mi si rispondesse che non è vero perché il 22 marzo, data della riunione successiva della commissione, l'Assessore Ferraris dichiarò - cito dal verbale della commissione -: "L'Assessore Ferraris ritiene che il provvedimento in esame non precluda alcun tipo di scelta che si riterrà di operare per la futura collocazione delle imprese nell'area summenzionata".

Anche il collega Borre sempre in commissione, rispondendo al sottoscritto, diceva: "Il Presidente Borre sottolinea che il disegno di legge in argomento, pur con l'emendamento all'articolo 1 sopracitato, rimane un provvedimento di finanziamento per il settore industriale che non riguarda i criteri e le modalità di utilizzo futuri dell'area Cogne".

E d'altronde tutto questo è confermato dal disegno di legge in oggetto. Non si sa ancora oggi quali sono i criteri e le modalità di utilizzo futuri di quest'area, dopo sette - otto anni non sappiamo ancora su quali basi possiamo discutere, non c'è un chiaro segnale d'indirizzo di politica economica su cosa si vuol fare in quell'area.

Questo è confermato dal disegno di legge, dagli interventi di Consiglieri della maggioranza in commissione e purtroppo, come a volte ricorda l'Assessore Ferraris, il sottoscritto è colui che alla fine porta scarogna, ma il sottoscritto questo lo disse cinque anni fa.

Io dissi allora nel gruppo di lavoro all'Assessore Mafrica che si doveva decidere cosa fare in quell'area, che non si poteva solo andare avanti sperando nella provvidenza.

Poi una domanda che voglio porre è questa. Nel disegno di legge vediamo 20 miliardi di finanziamento di cui 4 sul 1999 e 8 e 8 negli anni successivi, però nella lettera della CEE, dove si prende atto delle controdeduzioni date dalla Regione, al punto n. 2.2, stanziamenti, si dice: "? Lo stanziamento totale ammonta a 52 miliardi: 4 miliardi nel 1999, 8 miliardi all'anno per ciascuno dei sei anni successivi?". Nel disegno di legge si parla invece solo di due anni successivi. Ora, se uno già imposta 53 miliardi, ci deve pur essere un'idea a monte. Non possiamo scrivere alla CEE che imposteremo 53 miliardi e non avere un'idea a monte di cosa fare in quell'area; è una cosa vergognosa perché non è una cosa che si discute da un anno o due anni, ma sono sette - otto anni che se ne discute. Non si possono sempre rinviare le scelte, bisogna avere anche il coraggio di farle.

Ed è per questo che siamo molto preoccupati perché come tanti altri interventi continuiamo ad impostare interventi da 50-60-70-80 miliardi senza avere un'idea precisa di cosa si farà.

In quella commissione - Borre se lo ricorderà - posi anche un altro grosso problema, cioè quello dello svincolo sul discorso dell'autostrada; abbiamo il coraggio di trasformare quel pezzo di autostrada in tangenziale e fare un'uscita vera alla porta a sud oppure non abbiamo il coraggio di farlo? È stato detto in quell'occasione che si sarebbe visto più avanti. Fra sette o otto anni lo vedremo poi.

Non ho letto il passaggio su questo discorso perché non volevo allungare il mio intervento, però voglio ricordare che quello è un altro problema che verrà al pettine perché quella zona con tutta la nuova viabilità che vogliamo fare sarà congestionata. C'è già tutto il traffico di Corso Lancieri, che è una grande zona artigianale, se veramente si vuole fare un'altra grande zona industriale e artigianale in una parte dell'ex area Cogne, dobbiamo per forza pensare a un discorso di viabilità più veloce, non possiamo buttare tutto nel villaggio Dora o tutto verso l'alta Valle o far rientrare di nuovo tutto verso Pollein, Charvensod, Gressan.

Non possiamo far rientrare tutto questo traffico nel circondariato o addirittura nella città di Aosta, ma su questo discorso si è preferito glissare; lo vedremo fra sette o otto anni se dovremo affrontare un discorso di questo tipo. Però bisogna avere il coraggio di farlo: quel tratto autostradale è della Regione, è stato dato alla SAV in gestione e se abbiamo il coraggio di farlo, dobbiamo trasformarlo in tangenziale e fare un'uscita in quel tratto. È inutile che ci giriamo intorno; qualcuno diceva all'epoca che, poiché si era già iniziato a fare il casello, oggi terminato, a Quart, si sarebbe dovuto spostarlo e ridefinirlo. Questa è stata una delle motivazioni per le quali si era rimandata la discussione se costruire un accesso all'asse autostradale o addirittura trasformare quel tratto in tangenziale visto che era stato fatto per gran parte con i soldi della Regione e non con i soldi delle società autostradali. Queste sono le domande alle quali da otto anni non abbiamo risposta.

Spero che almeno alcune indicazioni arrivino e che ci si possa confrontare in quest'aula.

PrésidentLa parole au Conseiller Borre.

Borre (UV)È chiaro, lo abbiamo detto in relazione, che l'area ex Cogne è un'area strategica per il Comune di Aosta, infatti un sesto è rappresentato dal territorio ancora libero da urbanizzare o su cui fare delle scelte.

La scelta poi forse era quasi obbligata; si parla di occupazione, di richiesta continua di occupazione nel centro Valle perché, per quanto riguarda la bassa Valle, risposte si è cercato di darne e anche in alta Valle, ma rimaneva il grosso problema ad Aosta.

Rimaneva anche il problema di dare una risposta ad Aosta perché l'area era sul territorio di Aosta, tutti conosciamo le problematiche che il Comune di Aosta ha riguardo ad aree artigianali e industriali, Tzamberlet ne è purtroppo l'evidenza, un'area mista che deve rispondere ad esigenze artigianali e ad abitazioni civili senza strutture che accompagnino le abitazioni civili.

Questo disegno di legge insieme ad un accordo di programma, ed è vero, la storia che ha tracciato il Consigliere Viérin - io non mi sento preso per il naso per niente - ha avuto un suo seguito come tutti i lavori che portiamo avanti in questo Consiglio, ci si trova in gruppi di lavoro e poi si fanno delle scelte. Qualcuno diceva: "C'è a chi ci piace e a chi non ci piace", insomma è così?

Ma le scelte fatte nel gruppo di lavoro hanno dato risposta alle esigenze dell'Amministrazione regionale ovvero rispondere per quanto riguarda l'occupazione, insediare aziende nuove che dessero nuova occupazione e al Comune di Aosta con un accordo di programma che cercasse di creare un'area polmone, un'area verde in quella che sarà la sistemazione della bonifica e la sistemazione di quelle aziende a cui si riferiva il Consigliere Cerise. Sono quelle aziende artigianali o industriali che oggi hanno sede nel tessuto urbano della città di Aosta e che non possono più continuare a sopravvivere perché le normative attuali non permettono loro più di restare, quindi dovranno per forza spostarsi: carrozzieri, meccanici, la sede dei pullman e altre attività che occupano parti strategiche della città di Aosta e non permettono di dare quella risposta che il comune vorrebbe.

Con questa legge, come dicevo, abbiamo trovato grazie a quel gruppo di lavoro, grazie alla sensibilità della Giunta e dell'Assessore, gli accordi che riescono a soddisfare le esigenze sia dell'Amministrazione regionale che del Comune di Aosta perché il Comune di Aosta ha sottoscritto il programma dopo che si è modificato l'articolo 1, dopo che si sono andati a precisare che 95.000 saranno i metri a disposizione, ma che, se le esigenze saranno superiori, si cercherà di fare uno sforzo per andarvi incontro.

Il primo passo sarà quello dell'allargamento della strada di Pont Suaz, che sta partendo adesso, con l'attraversamento verso il quartiere Dora di un'asse viaria che porterà via una grossa fetta di traffico alle vie vicine alla Standa.

Sono convinto che questo è un atto estremamente importante e che ci siamo avviati sulla buona strada.

PrésidentLa parole au Vice-président La Torre.

La Torre (FA)L'intervento del Consigliere Borre mi chiama in parte in causa, non tanto per svolgere un intervento critico quanto per fare un po' di memoria storica in merito a quelle che potevano essere le opportunità di utilizzo di quest'area.

Quando si dice che la commissione ha lavorato bene, probabilmente lo ha fatto, però ritengo che, se una piccola critica la si deve fare, questa vada fatta al Comune di Aosta che non ha fatto, appunto, memoria storica dei lavori che erano stati svolti al momento dello studio del piano regolatore della città.

Il Comune di Aosta non sottovalutò mai l'importanza dell'area Cogne, 1 milione di metri quadri che corrispondono grosso modo alla superficie della città di Aosta. Ebbene, come poteva il comune al momento dello studio del piano regolatore non tenerne conto? E furono molteplici le pagine che il Comune di Aosta scrisse in merito ai possibili utilizzi di quell'area, utilizzi che potevano essere i più svariati, non si aveva la pretesa di dare l'indicazione giusta, ma che andavano a comprendere sicuramente una scelta di opzioni e di possibilità che soddisfacevano tante esigenze. Per esempio, la pépinière per gli artigiani era una cosa prevista come pure un recupero dell'area fluviale inserita in un piano fluviale che poteva dare un recupero ambientale a tutta una zona per qualche verso offesa e un recupero di aree di servizio, si parlò anche di spostamento delle caserme perché questo avrebbe permesso di recuperare altre aree all'interno della città. Si parlò di altre soluzioni più o meno discutibili, si parlò del rispetto dell'area industriale inteso come sviluppo moderno di quello che poteva essere la struttura della Cogne dell'epoca, però non voglio dimenticare che si parlò nel 1990 in maniera molto forte e decisiva della porta sud di Aosta che era considerata il vero elemento di rilancio della città e quando si parla di progettare, progettare non vuol dire fare immediatamente, vuol dire guardare avanti, vuol dire avere la capacità d'immaginare il futuro e progettare conseguentemente.

Allora, la porta a sud di Aosta cosa voleva essere? Voleva essere l'occasione per la città che si vedeva attraversata da un'autostrada e all'epoca già si parlava della linea Aosta-Martigny pensando a una linea di media velocità, non di alta velocità ferroviaria, un'occasione per non restare spettatrice di passaggi ad alta velocità. Il rischio che Aosta corre è di restare spettatrice di passaggi ad alta velocità, si disse allora, da una parte l'autostrada, dall'altra parte una linea ferroviaria, noi dobbiamo immaginare un elemento che congiunga questi momenti di passaggio alla città che ha dei valori storici e culturali medioevali, romanici e via dicendo tali da indurre chi passa dalla Valle d'Aosta a fermarsi ad Aosta.

Credo che allora, poi posso anche essere smentito, vedevamo nel giusto, cioè sentivamo la necessità di creare un punto di riferimento della città che fosse la porta a sud.

Chiedemmo a gran voce alla Giunta dell'epoca, che non è quella di adesso, di realizzare un parcheggio autostradale; trovammo un'intesa con la Cogne e con i privati e si costituì addirittura una società mista, fu la prima società mista che fu costituita tra la nazionale Cogne e i privati proprietari delle aree, la Gros Cidac ed altri, insieme alla Regione proprio perché desse inizio con un capitale misto allo studio e alla realizzazione di un parcheggio pluripiano che fosse collegato al parcheggio autostradale, che potesse creare un punto di sosta sull'autostrada, che potesse servire la partenza della funivia nei sabati e nelle domeniche, che servisse la città negli altri giorni.

Chiedemmo un finanziamento alla Comunità europea per il sottopasso sotto le ferrovie per collegare via Bramafan in modo pedonale al centro della città, quindi permettendo l'ingresso delle persone che si sarebbero fermate direttamente nel centro storico della città, quindi realmente pensando a uno strumento atto a rilanciare sotto il profilo turistico la città.

Pensammo di creare un anfiteatro nella zona del parcheggio di connessione fra il parcheggio e la Cidac dotato di negozi e di strutture proprio per invogliare la sosta e tutte queste cose sono scritte, tutte queste cose furono presentate. Nell'ambito di queste proposte c'era anche la viabilità, che non era monca, che era collegata a un discorso generale del piano regolatore della città così come era presentato il discorso della pépinière collegato alle proposte degli industriali che mi sembra d'intuire che oggi purtroppo non sono d'accordo con noi; non so se i motivi siano giusti o sbagliati, se lo impediscono le normative dell'Unione europea, ma so che l'Associazione industriali ha avuto di che dire.

Penso che la legge così vada bene, però la riflessione deve essere corretta fino in fondo: non è che le idee non c'erano o le proposte non furono fatte. Diciamoci la verità?

(interruzione del Consigliere Borre, fuori microfono)

? però non sono state menzionate, si è parlato di tante cose, ma mi sembrava che si volesse cancellare un periodo, allora la porta a sud di Aosta è una realtà e io ci ho fatto una campagna elettorale sopra, quindi la cosa me la ricordo e l'abbiamo anche presentata, purtroppo all'epoca servì, poi dopo? però ci credevamo perché non sempre le campagne elettorali si fanno solo a scopo demagogico, si fanno perché ci si crede?

(interruzione del Consigliere Borre, fuori microfono)

? è tranquillamente da svilupparsi, Borre, però poi, quando vediamo i problemi dei commercianti, le questioni che esistono, credo che non si possa sempre dire che la cosa è da svilupparsi. Certe cose andrebbero pensate e sviluppate, altrimenti le svilupperemo fra dieci anni! E non era neanche in contrapposizione all'autoporto, erano due cose diverse: l'autoporto ha diritto di avere la sua identità e la porta a sud era un potenziamento per la città di Aosta.

Ripeto, il mio intervento non voleva essere critico. Dico solo che probabilmente in questa questione è mancato il ruolo del Comune di Aosta, non so perché, forse non ha voluto recitare da soggetto.

Penso che la Regione abbia fatto la sua parte, ma sicuramente qui è mancato il soggetto del Comune di Aosta, è mancato anche del coraggio perché da 1 milione di metri quadri collocati in quella posizione, di nostra proprietà, si poteva pretendere di fare molto di più.

Quello che si sta facendo può anche andare bene, però mi sembra che qui veramente si poteva rilanciare. A volte si può fare da sette, a volte bisognerebbe immaginare di fare da dieci, magari, tentando d'immaginare di fare da dieci, si arriva a fare da otto. Questa volta secondo me si arriva a fare solo da sette, ma non è un voto, è un'impressione.

PrésidentLa parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU) Non volevo intervenire, ma ci hanno tirato un po' per i capelli.

Non voglio fare né della retorica né della dietrologia, ma rifiuto che si venga qui a dire che anche il Comune di Aosta non ha fatto quello che doveva fare per risolvere il problema dell'area Cogne.

Non voglio difendere il periodo in cui sono stato in comune in maggioranza, ma il problema ce lo siamo posti anche in quel periodo; infatti la soluzione oggi proposta è quella scelta dal Comune di Aosta. Di fronte a tutte le proposte e idee presentate, il Comune di Aosta ha fatto una scelta e l'ha portata avanti. Oggi ci si trova a decidere su quella scelta e non su altre.

Ma a parte questo, ci vogliamo rendere conto di una cosa? Io accetto tutto, però voglio partire anche da un altro principio, visto dalla mia angolazione. Registro che oggi in Valle d'Aosta ci sono 7.197 disoccupati. Qualcuno mi dirà che non sono tutti attivi, ma ci sono migliaia di giovani e di persone che bussano a tutte le porte per trovare un posto di lavoro. In maggioranza queste persone sono della città di Aosta.

Allora, quando mi si pone il problema se reindustrializzare l'area Cogne oppure no, mi si deve anche dire dove poi si vanno ad impiantare le industrie, perché una risposta ai disoccupati bisogna darla. Ieri, in una mia interpellanza, chiedevo di far presto a bonificare l'area Cogne per permettere a queste industrie d'insediarsi e dare lavoro a chi non ce l'ha.

E poi pensiamo a un'altra cosa: la città di Aosta non può vivere soltanto di commercio perché il turismo della città è quello che è; oggi la parte industriale è determinante per l'economia valdostana e quella della città di Aosta, per cui non possiamo pensare di farne a meno. O si sviluppa il turismo, l'agricoltura e gli altri settori in modo tale da arrivare a fare a meno del settore industriale, oppure fino a quel momento è una componente della nostra economia senza alternative.

Quindi, per l'area Cogne c'è il discorso importante dell'occupazione, c'è tutto un problema di recupero ambientale e c'è un progetto di viabilità per Aosta. Credo che questi obiettivi possano rendere alla città di Aosta uno sviluppo sia occupazionale sia economico, almeno questa è la prospettiva per la quale noi si opera.

L'area di Pont-Saint-Martin, con la chiusura dell'Ilssa Viola, era diventata una zona morta, dopo che l'area è stata attrezzata per insediamenti industriali c'è stata la ripresa occupazionale. Non dico che sono contrario a certe iniziative, vorrei vedere lì un bel prato verde, ma l'alternativa qual è? Troviamo l'area dove andare a mettere delle industrie, perché questa è la necessità di Aosta. Non si può dire che si doveva o si poteva fare così, chiedo che mi si presenti un'alternativa. Se c'è un'alternativa, esaminiamola, però facciamo presto, non si può ritardare più di quanto stiamo ritardando.

Possiamo fare tutte le critiche e tutti i suggerimenti, ma dobbiamo guardare al problema principale che è quello dell'occupazione, del recupero ambientale e anche della viabilità della città di Aosta.

Questi sono i presupposti che dobbiamo tenere presente nell'esaminare questo progetto, come li abbiamo tenuti presente al Comune di Aosta quando si doveva decidere sullo stesso problema.

PrésidentLa parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (FI) Nessuno mi ha tirato per i capelli perché sarebbe difficile, quindi intervengo perché voglio intervenire.

Di cose su quest'area se ne possono dire molte, partirei dalla considerazione che ha fatto l'ex Sindaco La Torre quando dice che se ci sono delle responsabilità sul futuro di questa parte della città così importante, sicuramente fra le cause della non chiarezza dello sviluppo di quell'area c'è una latitanza politico-tecnico-burocratico-amministrativa del Comune di Aosta. Noi lo abbiamo denunciato da sempre, almeno da quando esistiamo politicamente.

Il Comune di Aosta è colpevole di non aver detto alla Regione cosa voleva fare in quell'area. Ha aspettato supinamente le indicazioni, le disponibilità oltre che i denari, ma anche le indicazioni politiche e tecnocratiche dell'Amministrazione regionale, di questo non possiamo fare una colpa all'Amministrazione regionale, qui sono d'accordo, ma dobbiamo imputarlo a una mancanza di leadership politica di chi ha gestito in questi ultimi dieci anni il Comune di Aosta.

Per quanto riguarda le riflessioni che ha fatto Beneforti, lontano dall'innescare una polemica, ma credo che, se è vero che il sogno di Cerise, che tra l'altro condividiamo, è un'utopia e come tutti i sogni e le utopie rimane nel cassetto, è altrettanto vero che dobbiamo uscire dalla logica che l'occupazione la dà esclusivamente l'industria perché se rimaniamo legati a questo, caro Beneforti, si è fuori dal mondo economico. Perché quando tu sostieni che i prati verdi non fanno economia, ti invito ad andare a vedere intere regioni che hanno fatto del terziario, dei congressi, della qualità della vita e della qualità dei posti il loro business principale.

Di politica economica in questa Valle se ne parla tanto, ma se ne fa molto poca perché le volontà politiche vanno nella direzione di mantenere un certo controllo politico e burocratico sullo sviluppo dell'economia.

Se però uscissimo dagli schemi, come ha fatto Cerise nel suo intervento, parlando di sogni e di utopie, effettivamente potremmo, anche se poi si annunciano solo nelle campagne elettorali, immaginare una capitale valdostana che si indirizza in un'altra direzione, seppure con grande difficoltà. E qui sono d'accordo con il Presidente della Giunta quando dice che a volte si affrontano questi problemi con una certa superficialità e con un certo generalismo; non sono processi che si improvvisano nell'arco di un decennio, però se ci fosse veramente la volontà politica di dare alla capitale della Valle d'Aosta un ruolo diverso da quello dell'industria e del lavoro pubblico, cioè industria privata, ma pubblica e dell'amministrazione pubblica come unico sfogo, ti posso garantire, Beneforti, che la disoccupazione non esisterebbe. Perché oggi la disoccupazione esiste in gran parte virtuale perché si aspetta il posto pubblico ad Aosta.

Dei 7.000 disoccupati di cui tu parli, per fortuna soltanto una minima parte hanno una disoccupazione preoccupante sotto l'aspetto del sostentamento perché non abbiamo numeri alti di famiglie che in questa Regione vivono della povertà. Dico fortunatamente, ma ci stiamo arrivando molto velocemente perché l'altra faccia della medaglia è che chi è alla soglia della povertà si iscrive nell'attesa non di un lavoro, ma di un lavoro pubblico che è diverso dal lavoro, nel senso che l'uovo dell'occupazione pubblica è un uovo pieno, strapieno.

Ne abbiamo discusso anche nell'ultimo Consiglio, quattro giorni di bilancio, dove è emerso che la volontà politica di tutti è ridurre il costo della macchina burocratica anche perché ci si è resi conto che l'occupazione pubblica non può essere la risposta all'occupazione in generale e che quindi deve avere un ruolo marginale.

Nella Regione questo non è perché chi garantisce l'occupazione principale in questa Regione non è il privato, non è l'economia reale, ma sono la Regione, il Casinò e tutti gli annessi e connessi parapubblici, quindi uno sforzo non solo di demagogia nella campagne elettorali, ma uno sforzo programmatico per dare alla Valle d'Aosta e ad Aosta un'opportunità di economia e di sviluppo diversa da quella del pubblico prima o poi si dovrà fare. Noi diciamo più prima che poi perché se aspettiamo ancora un po', forse perdiamo tutti i treni per l'Europa, ma non possiamo continuare a pensare di dare a quel milione di metri quadri di territorio, sul quale si ha la possibilità d'intervenire in maniera molto radicale politicamente perché le risorse per adesso ci sono, sono già stanziate, di dare a quel tipo di ubicazione uno sviluppo che per quanto ci riguarda non va nella direzione dell'industria grossa, ma neanche di quella media perché la realtà della Valle d'Aosta la possiamo vedere. Beneforti, tu parli di bassa Valle che ha risolto i suoi problemi di occupazione con l'industria, ma è un problema che ogni anno abbiamo sempre di fronte perché le fai anche tu le interpellanze per dire come mai abbiamo dato i miliardi a quell'azienda che adesso minaccia di mettere 100 piuttosto che 200 persone in mezzo a una strada.

Non possiamo dire che l'intervento pubblico regionale nell'economia all'indirizzo dell'industria oggi abbia prodotto occupazione, ha prodotto un ammortizzatore sociale che sta momentaneamente tamponando una situazione letteralmente esplosiva per noi sotto l'aspetto dell'economia e dello sviluppo, poi possiamo farci tutti i ragionamenti che vogliamo, ma se non fosse questa la realtà, non saremmo condizionati ogni anno a preoccuparci che le aziende vengano in Valle d'Aosta a sviluppare i loro processi o addirittura non se vadano perché questo è il nostro problema oggi.

Noi abbiamo aziende con 100, 200, 300 dipendenti che stanno valutando la possibilità di andarsene dalla Valle d'Aosta perché c'è troppa burocrazia, perché il finanziamento regionale viene pagato tre volte con i tempi, perché porta fuori mercato l'occupazione dell'amministrazione pubblica nell'economia e nell'industria e anche perché siamo una realtà geografica che è fuori da tutte le opportunità d'interconnessione con il mercato europeo.

Siamo carrefour d'Europa, ma siamo un carrefour virtuale europeo, lo siamo più culturale che viario e transfrontaliero perché l'economia non passa di sicuro dalla Valle d'Aosta e, per immaginare delle industrie che pensino di produrre in Valle d'Aosta prodotti da esportare in tutta Europa o nel mondo, bisognerebbe avere il minimo significato di cos'è un processo industriale per capire che questa è una cosa non utopica, ma fuori mercato, costosa, che richiede decine di miliardi d'investimento, ma assolutamente non produttiva.

Non abbiamo una possibilità di scelta economica riferita al turismo, al commercio, ai servizi, secondo noi è una strada obbligata e il massimo dell'industria che Aosta si potrebbe permettere secondo la visione di Forza Italia in termini economici è l'artigianato e il commercio che invece hanno necessità di modificare i propri assetti industriali e produttivi per raggiungere, come diceva giustamente Cerise, livelli di sopravvivenza minimi.

Non ci sarebbe bisogno per 40 aziende artigianali di una riorganizzazione di siti industriali; ce ne sarebbe bisogno per centinaia di aziende artigianali ad Aosta.

Secondo noi quell'area avrebbe dovuto essere, così non sarà purtroppo, l'ubicazione delle attività artigianali, commerciali di piccolo e medio livello e poi avrebbe dovuto essere lo sviluppo del terziario avanzato, terziario avanzato vuol dire ricerca scientifica, vuol dire cultura, vuol dire, come giustamente diceva Cerise, centri congressi, attrazione di poli per quanto riguarda lo sfruttamento di quelle che noi tutti consideriamo delle immense ricchezze sotto l'aspetto della dialettica e della filosofia, ma poi quando è il momento di sfruttarle queste immense ricchezze, le utilizziamo solo a scopi elettorali.

Crediamo che sull'economia valdostana si possa fare del qualunquismo, della demagogia, si possano fare delle intere campagne elettorali ma, per quanto riguarda questo specifico problema di un sesto del territorio della città di Aosta, i cittadini di Aosta non credo che si aspettino quanto sta disegnando questo programma, ma avrebbero l'idea di aspettarsi dalla classe politica scelte molto più radicali nell'indirizzo del terziario, del turismo, del commercio e dell'artigianato, cose che purtroppo qui vengono poco definite, mal definite e, ribadisco, per un'assoluta assenza di leadership politica di chi ha amministrato il capoluogo in questi ultimi dieci anni.

PrésidentLa parole au Conseiller Ottoz.

Ottoz (UV)J'ai fort apprécié l'intervention du Conseiller Cerise et du Vice-président La Torre qui ont correctement posé une question de choix, quoique avec des vues différentes, sur celle qui est une partie absolument stratégique et unique dans notre Vallée.

Le choix a été fait, on est d'accord. C'est le choix de l'industrie avec une petite partie destinée aux entreprises artisanales et aux services. C'était le choix le plus facile aussi, car c'était plus facile repérer le terrain pour l'industrie où elle avait déjà été placée, quoique dans la ville ce terrain représente une richesse qui ne sera jamais plus répétée.

Faisons quand même garde à ne pas nous concentrer pour l'occupation, puisque d'occupation on parle, de ne pas trop nous concentrer que sur l'industrie. C'est évidemment le mirage de la grande entreprise, normalement elle vient de l'extérieur, elle est grande pour nous, pas toujours elle est grande en dehors, elle est égale à beaucoup de places de travail. C'est la grande illusion, parce que ces choix se font souvent par une approche qui n'est pas politique, mais qui est presque syndicale et donc le choix est "industrie égale occupation".

Mais l'Europe et les Etats-Unis, tous nos partenaires dans la Communauté nous montrent que l'occupation de nos temps est liée aussi à la flexibilité. Et qui est contre la flexibilité? C'est de nouveau les syndicats. Ils font bien parce que chacun fait son métier, mais c'est la politique qui doit faire les choix.

Une petite réflexion sur notre façon d'affronter le problème ici et sur les médias valdôtains: 30-40-50-60 places de travail perdues dans l'industrie ça fait un désastre, ça fait du bruit, c'est un gros problème, ça demande de gros investissements, de grosses contributions et de grosses aides. Dix hôtels qui ferment en six mois un à la fois, on ne s'en aperçoit pas. C'est peut-être le même nombre de gens qui perdent leur travail et qui ne peuvent plus se déplacer des vallées latérales pour venir travailler ailleurs, mais on ne s'en aperçoit pas. Même chose pour les entreprises commerciales et pour les artisans, on s'aperçoit simplement des places de travail perdues dans l'industrie, les autres n'ont pas de voix dans la publique opinion.

Donc poursuivons, ayant fait ce choix, notre action en faveur du secteur industriel avec cette loi qui présente aussi la solution d'une série de problèmes de la ville pour replacer des services ou des activités qui se feront mieux que pas dans la ville, mais cueillons l'occasion de réfléchir sur l'opportunité de réaligner nos futurs choix.

Le tourisme, paraît-il, représente 40 pour cent de notre produit régional brut et le commerce et l'artisanat en sont en grande partie ce qu'on appelle "l'indotto". Evidemment l'agriculture est un pilier de notre économie, et elle est bien aidée dans notre Région. Le tourisme, qui représente 40 pour cent de notre activité économique privée, en ce moment souffre et il ne souffre pas seulement à cause de la fermeture du tunnel, les signaux sont assez préoccupants, cherchons donc de réfléchir si ce n'est pas le cas de réaligner nos choix futurs puisque le tourisme, le commerce, l'artisanat et les services qui leur sont relatés méritent plus d'attention que celle que nous leur accordons aujourd'hui, et peuvent garantir du travail sûr et profondément enraciné à notre territoire.

PrésidentLa parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)Presento due emendamenti. Uno riguarda una modifica delle norme finanziarie, l'articolo 5. Questo disegno di legge, come sapete, era stato presentato in commissione a febbraio, adesso è stato collegato al bilancio, di conseguenza gli oneri derivanti dall'applicazione della legge sono stimati in 16 miliardi nel periodo 1999-2001, anziché 20 come era previsto precedentemente. Perché questa riduzione? Perché si intende utilizzare per quest'area i fondi che derivano dall'obiettivo 2 per i prossimi anni, 2000-2006.

Il secondo emendamento riguarda invece la richiesta di dichiarazione di urgenza per la legge stessa.

Poi mi riservo una replica per quanto riguarda le questioni che sono state dette in aula.

PrésidentLa parole au Vice-président Viérin Marco.

Viérin M. (Aut)Per chiedere due dati che speravo che l'Assessore ci fornisse. Ha parlato di 16 miliardi; nel mio intervento ho detto che nella lettera alla Comunità europea figurano 53 miliardi complessivi nei 6 anni. Volevo chiedere se questi 16 miliardi che l'Assessore fornisce come dato sono solo per l'intervento che la Regione farà, mentre la differenza sarà data dai fondi comunitari, quindi da 16 a 53 oppure se la Regione prevede già, visto che ha comunicato alla Comunità europea i 53 miliardi, che i prossimi anni oltre i 16 metterà altri denari.

La seconda domanda è rivolta alla relazione di accompagnamento del disegno di legge, dove al terzultimo comma si dice: "? Infine, le norme finanziarie di cui all'articolo 5 prevedono che alla copertura dell'onere connesso all'attuazione degli interventi di cui all'articolo 2 della legge per l'anno 1999, quantificato in lire 4 miliardi, si faccia fronte attraverso il recupero di somme già trasferite a Finaosta S.p.A. e parzialmente utilizzate?".

Vorrei solo capire se questi 4 miliardi, anche con l'emendamento che l'Assessore ha presentato, vengono utilizzati e quindi capire da dove provengono, nel senso: non utilizzati da Finaosta, se li abbiamo trasferiti l'indicazione sarà stata data al momento del trasferimento a Finaosta. Vorrei capire cosa non è stato fatto da Finaosta e quindi verificare se può essere corretto il fatto di spostare questi 4 miliardi oppure se c'è stata una mancanza di Finaosta nell'ottemperare ad alcune scelte del Consiglio.

PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) Volevo fare sommessamente una mia osservazione perché abbiamo sentito diversi interventi anche abbastanza interessanti sui quali però voglio dissentire e lo spunto me lo ha dato in particolare l'intervento del Consigliere Ottoz che dice se non ho capito male: "Abbiamo dei settori strategici più importanti, dobbiamo investire e puntare su quei settori".

Può anche darsi che ci sia del vero in questo modo di ragionare, però penso che nell'economia, come peraltro sosteniamo di dover fare in altri settori, sia un principio sano quello della differenziazione, della differenziazione delle opportunità, delle opportunità economiche, delle opportunità finanziarie, delle opportunità occupazionali. Puntare tutto o prevalentemente su un settore può essere estremamente pericoloso, d'altronde non facciamo lo stesso ragionamento quando parliamo di turismo e diciamo che è importante differenziare, non possiamo solo pensare al settore sci alpino piuttosto che alla stagione estiva o a qualcos'altro?

Quindi è bene differenziare. Ciascuno di noi avesse un miliardo e fosse un risparmiatore senza grandi ambizioni e lo portasse a un operatore finanziario, è difficile che costui gli consiglierebbe d'investire un miliardo in un unico fondo o in un'unica forma di investimento, ma consiglierebbe d'investire una parte in fondi, una parte in titoli di Stato, una parte sul conto corrente e via dicendo.

Credo, ed è un ragionamento più da buon padre di famiglia che da amministratore regionale, che anche negli investimenti del settore economico si debba fare questo tipo di discorso. Posso essere anche non entusiasta come ambientalista sul fatto che all'interno dell'area Cogne vengano ricreate delle altre industrie, a parte che almeno a livello d'intenzioni sappiamo che queste industrie saranno di piccole dimensioni, dovranno essere attente dal punto di vista ambientale, saranno ad alto valore aggiunto, eccetera, però bisogna anche riconoscere che, ci piaccia o non ci piaccia, è essenziale che ci sia una certa quota di occupazione anche nell'industria, per un ragionamento banale: investendo troppo su un settore, semmai questo settore andasse in crisi per tutta una serie di ragioni, abbiamo una situazione più equilibrata che ci permette di affrontare meglio un'eventuale crisi economica.

È questo che deve essere alla base di uno sviluppo equilibrato di tutti i settori economici della nostra Regione pur tenendo conto ovviamente che la nostra Regione ha certe vocazioni e quindi le vocazioni vanno perseguite con maggiore attenzione, ma senza precluderci la possibilità di avere lavoro e occupati in tutti i settori economici.

PrésidentLa parole au Conseiller Ottoz pour deuxième intervention.

Ottoz (UV)Je regrette que M. Curtaz me fasse dire des choses que je n'ai pas dites, car je lui relis la phrase: "? l'opportunité de réaligner?", je n'ai pas dit d'effacer les financements à l'industrie, mais de réaligner nos choix, donc de corriger s'il en est le cas et si nous le décidons politiquement. Personne ne veut effacer les investissements dans l'industrie, personne, moi le premier, ne propose d'effacer l'occupation dans l'industrie.

Je partage totalement le principe de la répartition des risques dans les investissements, dont M. Curtaz parlait, qui est un des principes de base pour une bonne gestion d'un patrimoine. J'ai simplement dit qu'il est peut-être opportun pour les choix futurs d'examiner l'opportunité de réaligner nos choix puisque le tourisme, paraît-il, représente 40 pour cent de notre produit régional brut, il est en difficulté, mais nous investissons normalement dans l'industrie une quantité de ressources qui semble plus importante par rapport au poids qu'elle a dans l'économie de la Région.

PrésidentLa parole au Conseiller Praduroux.

Praduroux (UV) Non volevo parlare, ma sentendo un po' tutti mi è venuto in mente che arrivo da un settore industriale, settore che oggi è difficile da salvaguardare per cui mi riallineo a quanto ha detto Curtaz prima, da buon padre di famiglia.

Questa nostra Regione per poter sopravvivere deve diversificare in modo sostanziale tutte le sue attività, quindi se da un punto di vista ambientale può sembrare bello fare un quartiere fieristico, fare un'area a verde, cosa che personalmente mi sta benissimo, vedo comunque che l'area Cogne era un'area industriale e pertanto va riconvertita secondo me in un'area industriale perché anche se in questi ultimi anni i nostri giovani purtroppo non gradiscono molto lavorare nell'industria, dobbiamo capire che con l'agricoltura e con il turismo bisogna trovare anche una valenza industriale in Valle.

Sarà opportuno alle persone a cui competono fare le scelte trovare un settore industriale non inquinante, tecnologicamente avanzato, però la scelta fatta di riconvertire l'area industriale Cogne in questo settore mi pare opportuna e corretta proprio perché provengo da un settore industriale prima di fare il Consigliere.

PrésidentSi personne ne demande la parole, je ferme la discussion générale.

La parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) L'esame di questo disegno di legge, che interviene su un aspetto importante come quello della reindustrializzazione dell'area Cogne, si è trasformato in un dibattito a più voci in cui abbiamo sentito un po' di tutto, dall'urbanistica alle politiche industriali e il Consigliere Lattanzi ci ha dato anche qualche lezione di economia, pertanto vorrei ricondurre la discussione sul disegno di legge facendo alcune precisazioni.

Innanzitutto credo che la scelta di andare verso la reindustrializzazione dell'area Cogne risponde all'esigenza che questa Regione ha, come altre, di differenziare il proprio reddito e di rispondere, come dicevano alcuni Consiglieri, a un problema che è quello di creare nuova occupazione; sapendo che l'occupazione la si può creare in diversi settori e quindi anche nel settore industriale, tenuto conto del fatto che questo settore rappresenta, come parecchi studi fatti sulla Valle lo dimostrano, un momento d'integrazione del reddito e di equilibrio. Pensiamo alla chiusura del Tunnel del Monte Bianco, che ha indubbiamente ripercussioni sul settore commerciale e turistico, mentre l'industria rappresenta in questo momento un elemento di stabilizzazione del reddito e questo può succedere proprio perché viviamo in un'economia che ha degli andamenti ciclici.

Ora, io non vedo questa fuga di aziende dalla Valle d'Aosta, se il Consigliere Lattanzi può darci qualche informazione più specifica, sarà sicuramente accolta.

Vedo invece un tentativo che è stato fatto da questa Regione, lo ricordava anche il Consigliere Beneforti, di reindustrializzazione che ha avuto anche successo: penso all'area di Pont-Saint-Martin, ma anche all'area di Châtillon con la Tecdis con quasi 500 dipendenti e le aziende valdostane non sono aziende che producono per un mercato chiuso, sono aziende che si confrontano con un mercato globale, abbiamo aziende che esportano il 70 percento della loro produzione.

Non dimentichiamoci poi dell'importanza che può avere in una qualunque realtà economica un settore come quello industriale che è collegato alle dinamiche economiche generali, che è portatore comunque di un modo di operare e di una cultura che è utile anche per gli altri settori; non a caso alcuni dei modelli organizzativi, pur con tutte le differenziazioni del caso, sono stati mutuati dal settore privato, in particolare dal settore industriale dove erano stati collaudati anche da parte del settore pubblico, dove si parla spesso di aziendalizzazione.

Non avere quest'elemento sarebbe un impoverimento dal punto di vista economico, dal punto di vista non solo occupazionale, ma anche culturale. Ma, per tornare al disegno di legge, il suo obiettivo è quello di creare le condizioni di massima appetibilità all'area Cogne, che si è deciso sarà un'area industriale, per fare in modo che essa abbia un differenziale di appetibilità rispetto ad altre aree, tenuto conto del fatto che viviamo in una realtà europea in cui ci sono nel nord Italia, ma anche in Francia delle aree appetibili.

Vi è la possibilità di usare il massimo di equivalenti di sovvenzione netta consentita dall'Unione europea. Esiste il problema di cosa succederà nel 2000 rispetto alla riconferma degli obiettivi che la Comunità europea aveva assentito alla Regione fino ad oggi, in particolare l'obiettivo 2, perché c'è l'Agenda 2000-2006, rispetto alla quale non sarà secondario il fatto innanzitutto se la Valle d'Aosta rientra in quest'ambito e questo è un dato assodato, mentre il problema ancora da definire è se la Valle d'Aosta potrà utilizzare ancora gli equivalenti di sovvenzione netta e lorda attualmente consentiti alle zone in deroga dell'articolo 92 del Trattato CEE oppure no, ma questa è un'altra questione. In ogni caso stiamo lavorando perché quest'area abbia una propria appetibilità.

È chiaro che questo è un intervento che risponde a precise linee, non è questo disegno di legge una cosa messa in un tessuto in cui non esistono indicazioni e scelte: è un elemento di un tassello più generale.

È stata presentata in commissione ed è stata notificata all'Unione europea una legge per quanto riguarda la ricerca che è un altro elemento di rafforzamento del tessuto economico locale, una legge che consente non solo di creare dei centri di ricerca, ma anche di dare finanziamenti alle imprese che intendono operare nel settore dell'innovazione e della ricerca tecnologica.

Voglio ringraziare tutti quelli che sono intervenuti e anche le categorie, in particolare l'Associazione industriali che ha inteso intervenire a portare un suo contributo a questa discussione.

Il Consigliere Cerise ha specificato bene quali erano i termini della discussione, alcuni emendamenti sono stati accolti, altri, e in particolare quelli che tendevano a differenziare le aziende valdostane rispetto alle altre aziende dell'Unione europea, non erano accoglibili perché in contrasto con le norme europee; così come esiste una differenza di valutazione per quanto riguarda la possibile acquisizione da parte degli imprenditori delle aree: la scelta che viene fatta dall'Amministrazione è quella di concedere l'area in diritto di superficie all'impresa che intende localizzarsi e questo è un principio al quale non intendiamo derogare anche sulla base dell'esperienza che abbiamo maturato perché è vero, Consigliere Lattanzi, che le aziende hanno degli andamenti ciclici, ma io vorrei vedere qual è il settore economico che non ne va soggetto, il problema è di avere degli strumenti tali da rafforzare questo settore e renderlo più competitivo. Questo è l'orientamento che abbiamo.

Per quanto riguarda le linee specifiche, per quanto riguarda la parte urbanistica è stato fatto un accordo di programma con il Comune di Aosta che prevede determinate cose, prevede innanzitutto per quanto riguarda l'area cosiddetta "F8" la porta a sud della città viene sostanzialmente riconfermata; il piano regolatore che andrà in discussione al Consiglio comunale di Aosta prevede appunto la predisposizione della porta a sud nell'area F8. L'accordo di programma prevedeva anche che a carico di Vallée d'Aoste Structure venisse definito uno studio urbanistico su come riorganizzare l'area F8, quindi un parcheggio, edifici adibiti a servizi e a commercio, un sottopassaggio che deve collegare quest'area con il centro della città; sono impegni che erano stati assunti, Vallée d'Aoste Structure doveva presentare un progetto e lo ha fatto.

Rimane un problema non secondario che è quello del finanziamento di queste attività in quanto una parte possono essere finanziate con fondi comunitari, per il resto si tratta di vedere quali canali utilizzare; un'ipotesi è il cosiddetto "project financing" per avere un apporto anche di capitali privati e non operare solo con soldi pubblici.

Per quanto riguarda un ingresso autostradale per la città di Aosta nella zona F8, questo è stato sempre escluso in termini generali, è invece allo studio la possibilità di prevedere un ingresso per l'area industriale che servirebbe a decongestionare il traffico commerciale rispetto ad altre aree della città.

Queste sono alcune delle questioni, ma non sono le questioni connesse a questo disegno di legge, il quale, come dicevo, ha l'obiettivo di consentire l'avvio di un progetto che prevede alcune scelte politiche a monte. Le avevo già anticipate nel rispondere a un'interrogazione presentata dal Consigliere Frassy per quanto riguarda le indicazioni di carattere generale. Qui l'obiettivo è quello di creare un'attrattività d'area cercando di minimizzare gli impatti finanziari che vengono a carico della Finaosta e della Regione e di far sì che ci sia un significativo apporto del capitale privato.

Per quanto riguarda le imprese, l'orientamento è quello d'insediare imprese che rispondano a dei requisiti d'innovazione tecnologica e soprattutto non siano aziende che comportino problemi d'inquinamento. Per quanto riguarda le dimensioni aziendali, stante le dimensioni e l'interesse della Valle, verranno privilegiate le piccole e medie imprese.

Per quanto riguarda la provenienza, la legge prevede l'indicazione delle priorità da parte della Giunta regionale ed è ovvio che queste saranno oggetto di un dibattito, la mia è solo un'anticipazione. In ogni caso l'orientamento è quello di privilegiare le aziende locali, credo che ci sia un interesse oggettivo in questo caso sia per quanto riguarda i problemi delle aziende dell'artigianato pesante, come veniva indicato precedentemente da diversi interventi, e le aziende industriali che sono collocate in Valle. Ci augureremmo che fossero queste le uniche aziende che vanno ad occupare l'area, ma probabilmente i fatti non ci confermeranno in quest'orientamento, quindi sarà necessario pensare anche ad altre aziende.

Un primo intervento che è già stato finanziato dall'Unione europea, per il quale l'appalto si concluderà nei prossimi giorni, riguarda la costruzione di un incubatore per le imprese sul modello della pépinière des entreprises che è operante a Pont-Saint-Martin ed è un intervento interamente finanziato dall'Unione europea.

Anche il disegno urbanistico di quest'area non sarà secondario; una porzione di quest'area, dai 16.000 ai 20.000 metri quadri, verrà progettata e costruita da Vallée d'Aoste Structure e potrà essere messa in locazione per imprese di più piccole dimensioni. Questo vuol dire andare incontro alle necessità provenienti soprattutto da imprese di piccolissime dimensioni, penso alle imprese artigianali.

Rimane un'area superiore ai 70.000 metri quadri per aziende di più grandi dimensioni, con il problema di rendere compatibili le richieste d'insediamento nell'area del settore artigiano con le dimensioni dell'area più in generale; abbiamo un orientamento che l'accordo di programma definisce in 6.000 metri quadri, ma non è una cosa inamovibile. È allo studio anche per la maggiore funzionalità dell'area l'ipotesi di un aggiornamento dell'accordo di programma per renderlo più funzionale alle necessità che si stanno prospettando per la reindustrializzazione stessa.

L'orientamento, ripeto, è per le imprese al di sopra degli 80 dipendenti di procedere con il diritto di superficie e avviare una fase di progettazione dell'area complessivamente. In questo contesto, accogliendo anche una sollecitazione dell'Associazione industriali, saremmo per far sì che i nuovi insediamenti dell'area Cogne vengano gestiti tramite l'attivazione di uno sportello unico per l'impresa. Questa può essere l'occasione per sperimentare in un'area specifica che ha particolari necessità questo tipo d'intervento. Stiamo lavorando appunto in questa direzione?

(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)

? se non ora, quando lei dice, comunque stiamo operando in questa direzione.

Per quanto riguarda poi le incentivazioni dell'area, i famosi 52 miliardi, si deve dire - e qui rispondo anche alla domanda che aveva posto il Consigliere Viérin - che i fondi stanziati dalla legge che sono 4 miliardi per quest'anno e successivi 6 miliardi per gli anni 2000 e 2001 derivano dalla necessità di programmare la spesa su un piano triennale perché questa è la dimensione di programmazione che ha la Regione, ma non sono esaustivi di tutti gli interventi che possono essere fatti nell'area, nel senso che noi abbiamo tutta una serie di leggi che prevedono finanziamenti alle imprese che non sono presenti in questa legge, penso alla legge n. 85 per quanto riguarda i contributi a fondo perduto alle imprese o alla legge n. 9 per quanto riguarda i contributi ai consorzi artigiani, cioè i 52 miliardi sono un plafond che è stato individuato, ma la copertura finanziaria non deriva esclusivamente da questa legge, deriva dal concorso di diverse leggi regionali che operano in termini d'incentivazione e sostegno all'industria.

Per quanto riguarda le domande che erano state fatte rispetto all'opera di bonifica dell'area, stiamo procedendo secondo i programmi definiti e due sono sostanzialmente gli interventi: un intervento di urbanizzazione che comporterà una spesa di 12.340 milioni con consegna dei lavori ultimati a novembre 2000; sono poi in corso due altri interventi per quanto riguarda la bonifica: un primo intervento di 25.998 milioni che avrà consegna nel dicembre 2001 (i primi 10.000 metri quadri verranno consegnati nel secondo semestre dell'anno 2000) e un successivo appalto di 11.700 milioni che consentirà l'effettuazione della completa bonifica dell'area.

Per quanto riguarda i 4 miliardi che sono in possesso di Finaosta per il finanziamento del disegno di legge in discussione, questi, Consigliere Viérin, non sono soldi che non sono stati utilizzati da Finaosta perché inadempiente rispetto a dei progetti che non ha realizzato, ma sono soldi che vengono utilizzati rispetto a fondi che sono stati assegnati da Finaosta alla Regione per l'acquisto delle aree e che, sulla base del fatto che l'acquisto delle aree è stato possibile farlo con un costo inferiore a quello preventivato, sono risorse a disposizione nell'immediato di Finaosta.

Non vorrei che fossero dimenticate altre due cose. La prima è che con la votazione di questo disegno di legge si dà il via a un progetto di pubblicizzazione e promozione dell'area, quello che si può definire un marketing strategico dell'area. Nel bilancio che è stato votato sono previsti 250 milioni per il 2000 e altri 200 milioni per il 2001 e 2002 per questo tipo d'iniziativa che consiste nel definire una simulazione grafica di come andrà utilizzata l'area, aprire un sito Internet, iniziare contatti con imprenditori, fare incontri partendo dagli imprenditori locali, fare tutto quanto è necessario per promuovere l'area sia a livello regionale che a livello internazionale. Questo è un impegno importante che diventa un corollario determinante per fare in modo che quest'area con le dotazioni finanziarie che avrà - e il disegno di legge va appunto nella direzione di ottimizzare queste dotazioni finanziarie - possa avere il massimo di attrazione.

Un'ultima questione che non vorrei fosse dimenticata, e mi ricollego al discorso sul ruolo dell'industria in Valle, è che le imprese industriali, così come altre imprese, hanno anche un ritorno fiscale. Abbiamo alcuni esempi in Valle di aziende che rappresentano un significativo ritorno in termini fiscali per questa Regione con la possibilità per la stessa di approvvigionarsi di risorse, per cui il piano che riguarda l'area Cogne prevede dei ritorni fiscali significativi. L'ipotesi che è stata fatta da una prima valutazione prevede che da qui al 2006 ci siano 105 miliardi di ritorno fiscale fra IRPEG, IRPEF, IVA e IRAP ad esclusione degli introiti fiscali che vengono dall'IVA da importazione dai paesi extracomunitari per cui direi che anche quest'elemento insieme a quello dell'occupazione è una questione da non mai dimenticare quando si discute di questi temi.

Per concludere questo disegno di legge consente di avviare un progetto che prevede un significativo intervento sull'area soprattutto in termini d'insediamento e di occupazione.

Questo disegno di legge non dice chi saranno le imprese, ma consente di aprire un processo per cui poi sarà possibile avere imprese con nome e cognome anche perché dovremo metterci sul mercato e sulla base delle disponibilità che avremo saremo in grado di essere attrattivi. Si tratta di disponibilità economiche, ma anche di capacità di sveltezza della pubblica amministrazione; guardate che in Italia la Valle d'Aosta è conosciuta non per essere una Regione burocratizzata, ma per essere una Regione che riesce a risolvere in tempi brevi i problemi delle imprese. Sicuramente dobbiamo migliorare, ma non pensate che la Valle d'Aosta abbia un'immagine negativa da questo punto di vista. Ha una posizione geografica particolare, ha al momento anche le risorse economiche per poter operare.

Con questo penso di aver risposto alle principali domande poste, poi il dibattito sul ruolo dell'industria non si chiuderà qui, continuerà, ma questo è un dato fisiologico.

Si dà atto che, dalle ore 11,05, presiede il Vicepresidente La Torre.

PresidenteSi passa all'esame dell'articolato.

All'articolo 1 c'è un emendamento presentato dalla II Commissione di cui do lettura:

Emendamento L'art. 1 è sostituito dal seguente:

"Art. 1

(Finalità)

1. La Regione promuove la realizzazione di insediamenti produttivi nell'area "Cogne" di Aosta, nell'ambito della normativa stabilita nell'accordo di programma intervenuto con il Comune di Aosta per la ristrutturazione urbanistica e riconversione produttiva dell'area industriale."

La parola al Vicepresidente Viérin Marco sull'articolo 1.

Viérin M. (Aut)Ritengo che sia più corretto fare la dichiarazione di voto sull'articolo 1, cioè le finalità.

L'Assessore Ferraris non ha risposto in maniera corretta a una delle domande tecniche, cioè i 53 miliardi, perché sulla lettera della CEE al punto n. 2.2 si dice: "Lo stanziamento totale ammonta a 52 miliardi di cui 4 miliardi per il 1999?" eccetera "? e 8 miliardi all'anno per ciascuno dei sei anni successivi", quindi qualcuno gliele ha date queste informazioni.

Poi al punto n. 2.6, intensità, forma dell'aiuto, costi ammissibili e cumulabilità, all'ultimo comma dell'articolo si dice: "Il regime esclude la possibilità di cumulo con altri aiuti" ed è una cosa che abbiamo confermato, quindi mi viene difficile accettare la risposta che è stata data su questo discorso.

In senso generale, Assessore, non possiamo dire che il dibattito è stato fuori luogo perché anche lei ha fatto cenno ad alcuni passaggi, cioè all'accordo di programma con la città di Aosta, ad alcune tematiche importanti quali quella della viabilità, dell'occupazione, dell'area verde, eccetera. Cosa che ha fatto anche il Consigliere Borre.

Come giustamente dicevano anche colleghi della maggioranza, si è persa un'occasione per la vera porta a sud perché è vero che alla fine si decide con i numeri, però riteniamo che si sia deciso per una porta a sud che non sia la soluzione migliore per il prossimo futuro, purtroppo saranno solo i fatti a dire chi avrà ragione, noi diciamo che si poteva fare meglio e non lo diciamo solo oggi, ma lo diciamo - come ricordavo nel precedente intervento - da parecchi anni, anche in maniera scritta.

Toccando solo i tre aspetti più importanti, l'occupazione penso che sia volontà di tutti di farvi fronte; riteniamo che non ci sia un piano complessivo sull'occupazione come abbiamo già detto e anche in questo discorso dell'area Cogne in merito a questo disegno di legge si dice che si costruiranno le strutture tramite Vallée d'Aoste Structure, però ad oggi avremmo gradito conoscere già qualche indirizzo perché non si può sempre costruire e poi andare a cercare qualcuno che venga. Sarebbe meglio cercare qualcuno che venga e poi costruire in maniera più consona e precisa, altrimenti rischiamo, come è successo in altre occasioni, di costruire strutture che dopo due anni dobbiamo rimodificare perché non sono consone all'attività che si va ad insediare. Questo è un discorso di mancanza di organizzazione, di strategia di politica industriale e artigianale.

L'altro aspetto è quello del traffico. L'Assessore giustamente ha detto che è stata una scelta quella di non fare un collegamento con il tratto autostradale, anche questo diciamo che è un errore perché vedrete come saranno congestionate la zona del villaggio Dora e la zona di Corso Lancieri. Non si può pensare infatti di prendere tutto il traffico e buttarlo sulla statale che va verso Quart. Noi abbiamo sempre sostenuto che si doveva affrontare il problema di fare un pezzo di tangenziale sud al quale fare due piccoli collegamenti che non portavano via tanto spazio e in questo modo si creava un'uscita come pure un'entrata celere da Aosta, invece a tutto questo è stato detto di no, il parcheggio pluripiano è stato rimandato al futuro, non si sa quando.

In sintesi avevamo proposto su quest'area di fare una scelta più drastica, cioè di spostare l'allora stabilimento Cogne al di là del Buthier e collegare tutta la zona che sta da questa parte del Buthier verso la Cidac alla città di Aosta dando respiro alla città.

Si è fatta invece la scelta di fare un tratto di sbarramento mantenendo lo stabilimento Cogne in quella sede, fra l'area che si è liberata e la città, non dando uniformità alla città. Queste sono scelte che pagheremo nel futuro.

Venendo invece al disegno di legge, riteniamo che con i 52 miliardi si dica che si vogliono stanziare delle disponibilità, si vuole iniziare a fare qualcosa, ma non si dica più di tanto se non delle cose ovvie perché dire oggi che i criteri saranno quelli tendenti a rispettare l'ambiente e un alto contenuto tecnologico, ebbene questo lo dicono tutti. Non c'è nessuno che non utilizzi questi due criteri in qualsiasi scelta.

Avremmo gradito sentire un discorso più preciso, quindi si continua a non dire come si vuole diversificare perché qualche collega ha parlato di diversificazione e siamo convinti che si debba fare, ma vorremmo che non succedesse come in bassa Valle dove la diversificazione è stata fatta dal nome della società, ma quasi tutto il comparto è rivolto all'elettronica, al settore Olivetti e così via, tutti collegati al settore Fiat - Olivetti.

Si continua in seguito a delegare tutto alla Giunta perché mi ricordo, caro Consigliere Borre, che quando abbiamo fatto quel dibattito anni fa sull'utilizzo dell'ex area Cogne si è detto che non poteva venire in Consiglio ed è stata la Giunta regionale che ha approvato le finalità e gli obiettivi complessivi di quell'area che, come diceva giustamente il collega La Torre, è un'area uguale a tutta l'area della città di Aosta, un'area grandissima. Non si è voluto portare l'argomento in Consiglio, lo si è deciso in Giunta.

Oggi leggiamo di nuovo nella relazione che il mandato conferito alla Giunta regionale conterrà quindi le indicazioni specifiche che il caso richiede in termini di mix d'interventi e di articolazione temporale degli stessi che tenderà ad accertare la validità tecnico-economica della proposta d'insediamento. Rinviamo di nuovo tutto alla Giunta senza che la stessa ci dia alcune precisazioni di dove vuole arrivare.

Oltre a questo abbiamo accertato purtroppo per l'ennesima volta che non si è tenuto conto delle priorità segnalate dal mondo economico della Valle perché anche qui se si va a rileggere quello che in commissione ci ha detto l'AVI, ci dicono che: "? Sulla legge dell'area Cogne per la quale noi, o meglio in modo particolare l'AVI, avevamo avuto assicurazioni di essere consultati per esprimere il nostro parere, questo non è avvenuto, ci siamo ritrovati ad una legge pronta e ci siamo trovati a dover formulare un parere alla CREL?" e questo parere alla CREL è stato poi votato da chi? Da tutti fuorché dalle rappresentanze economiche, infatti non è stato votato dall'Associazione artigiani con l'ASCOM, non è stato votato dall'ADAVA, dal suo presidente e non è stato votato dal presidente dell'AVI.

Si continua a non tenere conto delle priorità segnalate dal mondo economico della Valle e a non avere una strategia generale e si vive alla giornata senza fissare chiari obiettivi tramite criteri e finalità ben definite, quindi non possiamo che essere contrari a questo disegno di legge che è un'appendice, Assessore, all'idea generale che avete voluto fissare per quell'area, agli obiettivi che sempre rimandati sono stati invece ricollocati con intenzioni generali sulle quali non abbiamo concordato sin dall'inizio.

Non possiamo votare questo disegno di legge, non possiamo neanche astenerci perché è un disegno di legge che non prende neanche delle posizioni ben definite. Se nel disegno di legge si fosse tenuto conto almeno delle priorità segnalate dal mondo economico valdostano e si avesse avuto una strategia più generale e più definita, ci saremmo probabilmente astenuti, ma non possiamo astenerci visto che mancano anche queste cose, quindi voteremo contro questo disegno di legge.

PresidenteLa parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (FI)Che sia necessario riqualificare l'area Cogne mi sembra che sia talmente ovvio e scontato che non possiamo votare contro l'articolo che ne definisce le finalità perché se quell'area occupava un milione di metri quadri all'inizio del secolo per ospitare un'industria pesante con le esigenze e le disponibilità che c'erano allora, oggi quest'area è stata completamente riconfigurata e perché l'insediamento siderurgico si è ridotto e perché una parte di essa deve, giustamente, essere bonificata e rilanciata per ospitare nuove attività produttive.

La riqualificazione quindi passa, come più volte è stato detto, attraverso tre direttrici: quella ambientale, con la bonifica, quella urbanistica, cioè della compatibilità di quella porzione del territorio con il centro urbano, e quella produttiva che è la sostanza di questo disegno di legge che oggi siamo chiamati ad esaminare.

Pertanto annunciamo già che sull'articolo 1 ci sarà il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

Viceversa il nostro avviso è diverso e quindi ci sarà un voto di astensione sul prosieguo dell'articolato perché permangono le perplessità che sono state espresse in sede di discussione generale e che voglio adesso richiamare.

Questa legge è una semplice testimonianza, cioè la Regione testimonia la sua presenza che in qualche modo vuole riqualificare l'area, ma come la vuole riqualificare rimane ancora indefinito, soprattutto sotto il profilo strategico, Assessore. Oggi abbiamo appreso timidamente da alcune sue affermazioni che c'è una parcellizzazione di quest'area: una parte verrà destinata ad imprese di maggiori dimensioni, un'altra parte ad imprese di minori dimensioni, però il tutto è ancora astratto e indefinito.

Peraltro nell'accordo di programma e soprattutto nella legge n. 4/93, che è la legge madre di tutto questo processo, si fa riferimento alla bonifica e alla promozione di nuovi insediamenti produttivi; in questa legge si parla semplicemente d'insediamenti produttivi, allora si vuole dare spazio a insediamenti produttivi nuovi oppure alla rilocalizzazione d'insediamenti esistenti già sul territorio valdostano? Cioè strada facendo si è perso l'orientamento iniziale o perlomeno il punto di vista iniziale.

Altro elemento che secondo noi è carente è l'identità. Qual è l'identità precisa che si vuole dare a quest'area? Abbiamo già visto che altre aree sono state oggetto di riconversione negli anni scorsi, in particolare l'area autoportuale che sta anch'essa beneficiando di cospicui fondi comunitari. Nel 1994, quando si esaminò in quest'aula un disegno di legge, quest'area sembrava destinata in breve tempo a diventare un polo del terziario avanzato significativo della Valle d'Aosta; finora l'unica certezza che abbiamo è che si è insediato un centro commerciale, il Continente, e sul resto oltre ai tempi in ritardo in merito all'attuazione ci sono ancora diversi punti interrogativi che attendono risposta. Questo rischia di essere l'epilogo dell'area residua dell'ex Cogne perché non c'è una linea d'indirizzo definita.

Le uniche cose che sono definite sono i soggetti che potranno intervenire in un momento successivo che sono: la Giunta regionale che avrà il compito d'indicare i criteri e le priorità e ancora una volta il Consiglio regionale dà una delega in bianco alla Giunta regionale per definire le priorità quando normalmente l'organo di programmazione potrebbe e dovrebbe essere ancora l'Assemblea regionale; la Finaosta che, oltre ad essere partecipe al cento percento della Struttura Valle d'Aosta, la società che si sta occupando della riqualificazione, avrà anche il compito di fare la solita valutazione delle istruttorie tecnico-economiche sulle imprese che potranno insediarsi. Si parla genericamente di una trentina d'imprese, però si sa che, secondo quello che ha affermato poc'anzi l'Assessore, bisogna ancora impostare una strategia di marketing, che sono previsti 250 milioni per creare i momenti e i motivi di attrazione attraverso delle politiche promozionali.

Dalle affermazioni che sono state fatte dall'Assessore non ci sembra d'intravedere una chiarezza d'intenti, quindi ribadiamo questa carenza d'identità negli obiettivi della Giunta regionale per quanto concerne quest'area.

Ci sono idee di massima che evolvono leggermente da quella legge madre, la n. 4/93, ma non ci sono ipotesi chiare. Secondo il nostro punto di vista poi l'articolo 2, che prevede interventi finalizzati alle incentivazioni alle imprese, è indirizzato solo alle imprese industriali. Perché non c'è un'analoga attenzione alle piccole e medie imprese? È vero la diversificazione produttiva è uno dei punti cardine dell'espansione e dello sviluppo di una società, però non riusciamo a comprendere come mai ci sia anche questa segmentazione d'incentivazioni riservata solo alle imprese industriali, mentre nell'articolo 1, nelle finalità si parla più propriamente d'insediamenti produttivi.

Sono queste le ragioni che ci impediscono di votare favorevolmente gli altri articoli della legge. Se il primo nella sua essenza è condivisibile e quindi favorevolmente accoglibile dal nostro gruppo, sugli altri non può esserci il medesimo avviso.

Più volte con interpellanze anche in quest'aula abbiamo sollecitato la Giunta regionale a copiare le esperienze di altre regioni e citiamo ancora una volta l'esperienza di Trieste dove in maniera molto oculata è stata avviata una zona franca d'impresa, una zona "off shore", questo avrebbe dovuto essere anche in questo caso il modello da seguire. Non è stato fatto per l'autoporto, avrebbe potuto essere fatto per questa porzione importante di area valdostana, di area aostana che è situata in quello che viene giustamente denominato carrefour, purtroppo un'altra occasione viene lasciata perdere.

Assessore, dalle sue indicazioni, dai dati che lei oggi ci ha fornito non ci sono speranze in questa direzione, di qui il nostro voto di astensione.

Si dà atto che, dalle ore 11,25, riassume la presidenza il Presidente Louvin.

PrésidentLa parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (FI) Naturalmente per confermare il voto di astensione che ha annunciato il mio Capogruppo, ma per avere l'opportunità di replicare garbatamente all'Assessore.

Chiedo scusa per il tono e la forza con la quale ho sostenuto le mie tesi se questo può aver fatto pensare che volevo tenere una lezione di economia. No, probabilmente non è il mio ruolo. La forza delle mie tesi arriva dalla mia esperienza professionale ed imprenditoriale.

Vede, Assessore, io in questi 15 anni per attività personale ho sviluppato in Valle d'Aosta una delle aziende più avanzate in termini di tecnologia del mondo, do da lavorare a 60 famiglie di cui 15 valdostane, per il futuro abbiamo l'obiettivo di dare a lavorare ad altre 15 famiglie nel prossimo anno e a 50 nei prossimi tre anni, quindi è la forza di quest'esperienza in uno dei settori più avanzati in termini di tecnologia che mi dà l'opportunità di venire qui ad esternare non delle dottrine o dei dogmi, ma delle esperienze che possono essere un contributo positivo per un dibattito che si occupa di lavoro, di sviluppo e di economia.

Le chiedo scusa, Assessore, se lei ha percepito la mia indicazione come un dottrinaggio, non era questa la mia intenzione. Sono fermamente convinto che la Valle d'Aosta debba modificare radicalmente il suo assetto industriale, lo debba fare a favore della scienza, della ricerca e della tecnologia; vedo con dispiacere che questo non avviene e per esperienza personale so che questo in Valle d'Aosta è possibile e sono disponibile, quando lei lo crede, a darle qualche indicazione visto che noi il lavoro lo creiamo e lo produciamo tutti i giorni.

PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) Brevissimamente, non più di un minuto, per dire che il nostro gruppo voterà a favore di questo disegno di legge. Non ripeterò le motivazioni che sono già state evidenziate negli interventi che abbiamo fatto nel corso del dibattito in sede di discussione generale, voglio solo dire che il nostro è un voto favorevole coerente non solo con l'argomentare, ma è coerente anche con le precedenti posizioni che i nostri gruppi, sia il gruppo dell'Ulivo, ma direi ancora prima il gruppo Verde in questa sede e i Popolari anche al Comune di Aosta hanno assunto rispetto a questa vicenda.

Per queste ragioni il nostro voto sarà favorevole sia sull'articolo 1 ora in discussione, sia sull'intero complesso della legge.

PrésidentLa parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)Ovviamente dichiaro il voto a favore della legge.

Vorrei fare solo una brevissima precisazione rispetto a quanto è stato detto. Non è vero che non ci siano, Consigliere Tibaldi, degli orientamenti e delle priorità, sono priorità che riguardano il consolidamento delle aziende locali e quindi il privilegio per questo tipo di aziende. Questo va detto chiaramente.

Altrettanto chiaramente va detto che abbiamo il nord Italia cosparso di aree industriali ben definite, penso all'area di Pallanza piuttosto che a quella del Canavese, che hanno una definizione a priori che poi ha determinato la costruzione di cattedrali vuote e questo è ciò che si vuole evitare per quanto riguarda l'area Cogne. Quindi, il fatto di operare attraverso un lavoro di marketing dell'area significa valorizzare le risorse locali e fare in modo che a un'offerta corrisponda una precisa domanda.

Poi che il settore industriale della Valle sia dipendente dall'Olivetti a me risulta abbastanza sconosciuto perché, a prescindere dalla Cogne che ovviamente fa altro, se prendiamo le aziende che sono in bassa Valle, dalla Sema alla Converter, alla Viasystems, alla Tecdis, alla Bertolini, alla Enrietti, alla Thermoplay e potrei continuare, sono aziende che con l'Olivetti non hanno nulla a che fare.

Infine, il ruolo della Giunta. La Giunta non è un'entità che agisce in un vuoto pneumatico, risponde al Consiglio e risponde alla propria maggioranza, quindi il fatto che le priorità vengano indicate dalla Giunta risponde anche a un meccanismo di economia decisionale, cioè ci vuole un qualcuno che indichi quali sono queste priorità, poi il massimo di disponibilità a confrontarle con il Consiglio, ma questo è un dato naturale che non è neanche da essere messo in discussione.

PrésidentAvant de procéder à la votation de l'article 1er tel qu'il découle de l'amendement présenté par la Commission, il m'appartient d'attirer votre attention sur le fait que nous introduisons des amendements à un acte qui a été soumis à l'avis de l'Union européenne, il est par conséquent nécessaire que le Conseil décide sur la nécessité ou moins d'adresser nouvellement cet acte dans la forme amendée à l'Union européenne. Puisque les amendements ne me paraissent pas avoir une nature de modification aussi radicale et de toucher à des points qui pourraient remettre en question l'avis formulé par l'Union européenne, je crois que nous pourrions procéder. Je souhaiterais toutefois que l'Assesseur Ferraris nous en dise quelque chose.

La parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)Per quanto riguarda gli emendamenti presentati, la dichiarazione di urgenza non interferisce con le indicazioni della Comunità europea e neanche la modifica per quanto riguarda il bilancio. Questo mi consente di rispondere meglio al Consigliere Viérin che poneva il problema dei 52 miliardi.

Il disegno di legge originario prevedeva un finanziamento di 4 miliardi per il 1999 e successivamente un finanziamento complessivo di 20 miliardi che erano 8 miliardi all'anno. Con l'emendamento che facciamo riduciamo questi 8 miliardi a 6, di conseguenza rientriamo ampiamente nelle norme definite dal commissario alla concorrenza.

PrésidentSi personne n'y voit d'objections, nous considérons tranchée la question dans le sens de ne pas retenir indispensable d'adresser nouvellement cet acte à l'Union européenne aux termes de l'article 69 bis du Règlement interne du Conseil.

Notifica CEE Il Consiglio

- sentito l’Assessore Ferraris;

- ai sensi dell’articolo 69 bis del Regolamento interno;

- all'unanimità dei presenti;

Decide

di non procedere ad una nuova notifica alla Commissione della CEE, ai sensi dell’articolo 93.3 del Trattato.

Je soumets au vote l'article 1er tel qu'il découle de l'amendement de la IIème Commission:

Articolo 1 (Finalità)

1. La Regione promuove la realizzazione di insediamenti produttivi nell'area "Cogne" di Aosta, nell'ambito della normativa stabilita nell'accordo di programma intervenuto con il Comune di Aosta per la ristrutturazione urbanistica e riconversione produttiva dell'area industriale.

Conseillers présents: 34

Votants: 29

Pour: 29

Abstentions: 5 (Collé, Comé, Lanièce, Marguerettaz, Viérin M.)

Le Conseil approuve.

A l'article 2 il y a un amendement présenté par la IIème Commission, dont je donne la lecture:

Emendamento L'art. 2, comma 3, è così sostituito:

"3. La Giunta regionale indica i criteri di priorità e provvede, previo esame delle istruttorie tecnico-economiche svolte da Finaosta S.p.A., a dare mandato senza rappresentanza alla società stessa affinché eroghi le incentivazioni sotto forma di contributo, finanziamento, prestito partecipativo, o prestazione di garanzia."

Je soumets au vote l'article 2 tel qu'il découle de l'amendement:

Articolo 2 (Interventi)

1. Per le finalità di cui all'articolo 1, la Giunta regionale è autorizzata a concedere incentivazioni alle imprese industriali che intendono insediarsi nell'area "Cogne" di Aosta, nei limiti consentiti dalla normativa comunitaria in tema di aiuti di Stato, per investimenti in beni strumentali ammortizzabili.

2. Per ogni intervento è calcolata l'intensità dell'aiuto in equivalente sovvenzione lorda o netta, al fine di garantire il rispetto dei limiti di cui al comma 1.

3. La Giunta regionale indica i criteri di priorità e provvede, previo esame delle istruttorie tecnico-economiche svolte da Finaosta S.p.A., a dare mandato senza rappresentanza alla società stessa affinché eroghi le incentivazioni sotto forma di contributo, finanziamento, prestito partecipativo, o prestazione di garanzia.

4. Finaosta S.p.A. provvede al controllo sui beni che hanno formato oggetto di intervento ed assicura il monitoraggio degli insediamenti produttivi, inviando semestralmente dettagliati rapporti in merito alla struttura regionale competente in materia di industria, cui è affidata l'attuazione delle disposizioni della presente legge.

Conseillers présents: 34

Votants: 31

Pour: 26

Contre: 5

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Je soumets au vote l'article 3:

Conseillers présents: 34

Votants: 31

Pour: 26

Contre: 5

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

La parole au Conseiller Cerise.

Cerise (UV) Questo è un rilievo che avevo già fatto in commissione e che vorrei ribadire in questa sede al riguardo della non cumulabilità degli interventi.

Qui si dice che gli interventi finanziari di cui all'articolo 2 non sono cumulabili con quelli previsti da altre leggi per gli stessi investimenti. Tenuto conto che l'articolo 2 pone dei limiti, cioè dice che gli incentivi sono dati nei limiti consentiti dalla normativa comunitaria in temi di aiuti di Stato per investimenti in beni strumentali, eccetera, mi chiedo se è il caso ancora di mettere in queste leggi un articolo di questo genere perché potrebbe essere limitativo o addirittura penalizzante per la Giunta regionale nel momento che deve fare delle scelte.

Vorrei avere una spiegazione al riguardo, riservandomi di vedere se troviamo una formula per evitare di utilizzare questa dizione che ritengo non opportuna.

PrésidentLa parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)Proprio trattandosi di una legge notificata all'Unione europea questo è uno dei vincoli che abbiamo nell'applicazione della legge stessa.

PrésidentJe soumets au vote l'article 4:

Conseillers présents: 34

Votants: 31

Pour: 26

Contre: 5

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

A l'article 5 il y a un amendement présenté par l'Assesseur Ferraris dont je donne la lecture:

Emendamento L'articolo 5 è cosi sostituito:

"Art. 5

"Norme finanziarie"

1. Gli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge, stimati in complessive lire 20 miliardi (Euro 10.329.137,98), sono autorizzati per lire 16 miliardi nel triennio 1999/2001 di cui:

a) lire 4 miliardi (Euro 2.065.827,59) nell'anno 1999;

b) lire 6 miliardi (Euro 3.098.741,39) annui negli anni 2000 e 2001.

2. Alla copertura dell'onere a carico dell'esercizio 1999 si provvede mediante utilizzo per lire 4 miliardi di somme già trasferite a Finaosta S.p.A., per un ammontare complessivo di lire 12 miliardi e non interamente utilizzate, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettere a), b) e d) della l.r. 4/1993, per la copertura delle spese per interventi di bonifica e reinfrastrutturazione delle aree, razionalizzazione degli insediamenti esistenti e realizzazione di nuovi insediamenti produttivi concernenti l'area " Cogne" di Aosta.

3. Alla copertura dell'onere a carico degli esercizi 2000 e 2001 si provvede mediante utilizzo per lire 12 miliardi iscritti al capitolo 69020 " Fondo globale per il finanziamento di spese di investimento", a valere sullo specifico accantonamento previsto al punto B 1.3 dell'allegato 1 al bilancio di previsione per l'anno 2000 e triennio 2000/2002, già approvato dal Consiglio regionale.

4. Gli oneri di cui al comma 3 graveranno sul capitolo 46975 " Oneri per la concessione di incentivi ad imprese industriali per la realizzazione di nuovi insediamenti produttivi nell'area "Cogne" di Aosta" da istituirsi nel bilancio di previsione dell'anno 2000 e successivi.

5. Alla determinazione degli oneri a carico dei bilanci successivi si provvede con legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 19 della legge regionale 27 dicembre 1989, n. 90 (Norme in materia di bilancio e contabilità generale della Regione Autonoma Valle d'Aosta), come modificata dalla legge regionale 7 aprile 1992, n. 16."

Je soumets au vote l'article 5 dans le texte amendé:

Conseillers présents: 34

Votants: 31

Pour: 26

Contre: 5

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Il y a un amendement présenté par l'Assesseur Ferraris dont je donne la lecture:

Emendamento Dopo l'art. 5 è aggiunto il seguente nuovo articolo:

Art. 5 bis

(Dichiarazione d'urgenza)

1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.

Je soumets au vote l'article 5 bis:

Conseillers présents: 34

Votants: 31

Pour: 26

Contre: 5

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Je soumets au vote le projet de loi dans son ensemble:

Conseillers présents: 34

Votants: 31

Pour: 26

Contre: 5

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.