Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2389 del 9 gennaio 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2389/XI Riconoscimento del diploma di "Tecnico dei Servizi sociali" rilasciato dall’ISIP. (Interpellanza)

Interpellanza Preso atto delle affermazioni fatte dall’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione circa la spendibilità sul mercato del lavoro del titolo di studio "Tecnico dei servizi sociali" rilasciato dall’ISIP;

Constatato che questo è considerato titolo di studio esclusivo per lavorare negli asili nido;

Rilevato che nella descrizione del corso ISIP vengono indicati altri ambiti di possibili sbocchi professionali;

Appreso che è stato istituito un gruppo di lavoro per verificare ulteriori sbocchi professionali ai titoli di studio rilasciati dall’ISIP;

Appreso inoltre del progetto della Regione di preparare con 1200 ore gli operatori socio-sanitari (O.s.s.) da utilizzare nei servizi alle persone;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interpella

l’Assessore competente per sapere:

1) se il diploma rilasciato dall’ISIP è riconosciuto dalla Regione solo come titolo per lavorare in asili nido;

2) quali sono gli altri ambiti di lavoro in cui sono spendibili gli attuali titoli di studio rilasciati dall’ISEP e in quali concorsi specifici, attivati dalla Regione, dagli enti locali o dall’USL, sono indicati quali requisiti d’accesso;

3) se sono stati previsti corsi per la preparazione di operatori socio sanitari (O.s.s.) da utilizzare nei servizi socio sanitari in alternativa ai tecnici dei servizi sociali;

4) se, e come, intende rispondere alle richieste formulate dai sindacati scuola e dai rappresentanti dei genitori e degli allievi dell’ISIP circa gli sbocchi professionali degli attuali diplomandi.

F.to: Squarzino Secondina

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Con questa interpellanza ritorno su un problema che avevamo già esaminato nell’altro Consiglio, perché a mio avviso esistono ancora delle zone d’ombra, su cui forse varrebbe la pena di fare un po' più di chiarezza. Nell’ultimo Consiglio l’Assessore, rispondendo ad una mia domanda relativamente alla spendibilità sul mercato del lavoro del titolo di studio "Tecnico dei servizi sociali" rilasciato dall’ISIP, aveva detto che questo era un titolo di studio che, come ogni diploma, serve per accedere all'università, per accedere a corsi post-diploma, un titolo di studio che è considerato come esclusivo per lavorare come educatore negli asili nido. Già allora avevo sollevato un aspetto, che credevo fosse nel frattempo cambiato, dato che le mie documentazioni erano relative all’anno 2000; invece così non è, pertanto ripropongo la questione.

Nella Guida all’Orientamento, predisposta dalla Presidenza della Regione, Dipartimento politiche del lavoro, Direzione Agenzia regionale del lavoro, in cui sono presentati i percorsi scolastici e professionali dopo la terza media, e che serve agli studenti per poter effettuare le proprie scelte, era scritto, riprendendo quanto indicato già nelle precedenti Guide, che presso gli istituti professionali della Regione esiste l’indirizzo servizi sociali, che dà luogo sia alla qualifica di "operatore dei servizi sociali" sia al diploma di "tecnico dei servizi sociali".

Questa Guida all’Orientamento indica quali sono gli ambiti entro cui questi operatori e questi tecnici possono svolgere la propria attività. Li rileggo: "all’interno di enti pubblici e privati quali le USL, le microcomunità, i centri diurni, le associazioni di volontariato, le scuole". Va sottolineata una grossa discrepanza fra l’ambito dell’asilo nido, in cui queste figure professionali possono essere utilizzate, indicato dall’Assessore, e gli ambiti di microcomunità, centri diurni, associazioni di volontariato e le altre scuole indicate in questa Guida.

Questo pone una questione, che vorremmo chiarire meglio, e quindi capire quali sono gli altri ambiti di lavoro in cui sono spendibili gli attuali titoli di studio, e in quali concorsi specifici attivati da Regione, enti locali e USL, sono indicati come requisiti di accesso. C’è un altro elemento di preoccupazione ed è il fatto che, a latere di questo corso per operatori di servizi sociali, la Regione sta attivando un corso di 1200 ore per preparare operatori sociosanitari, da utilizzare nei servizi alle persone.

Ci si chiede allora se esiste un collegamento fra gli operatori sociosanitari che la Regione intende preparare con queste 1200 ore di insegnamento, e i diplomandi dall’ISIP, cioè persone che hanno un diploma e che hanno una preparazione di ben 5 anni, superiore pertanto alle 1200 ore! Ci si chiede quindi se è vero che sono stati previsti dei corsi per preparare operatori sociosanitari, da utilizzare nei servizi sociosanitari, in alternativa o al posto di questi tecnici dei servizi sociali.

Ancora - e qui riprendo una questione posta nella passata iniziativa consiliare -: visto che è stato istituito un gruppo di lavoro che intende verificare, come diceva l’Assessore, ulteriori sbocchi professionali per i titoli di studio rilasciati dall’ISIP - collegato a questo c’è il problema del rapporto con la scuola, su cui magari intervengo dopo - ci sarebbe da capire qui che rapporto c’è fra questi ulteriori sbocchi professionali e gli sbocchi professionali che invece sono aperti agli attuali frequentanti l’ISIP, vale a dire agli attuali diplomandi.

Président La parole à l’Assesseur à l’éducation et à la culture, Pastoret.

Pastoret (UV)Comme toujours, le préambule de l’interpellation risque d’être déroutant et il cache bien souvent des intentions et des extrapolations, qui n’ont rien à voir avec la réalité des faits. C’est justement à partir du préambule de cette initiative, que nous pouvons constater qu’elle se base sur des principes non fondés, comme cela a déjà pu être constaté au cours de la séance précédente de ce Conseil. J’ai déjà eu l’occasion de dire, lors de cette séance, comme sur ce thème il y a eu une attitude censurable de donner de prétendues informations, qui se sont avérées fausses, et j’avais cité un communiqué de presse qui avait été lancé...

(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)

? en revenant sur la question, il me semble qu’il y ait l’intention de charmer les doutes, pour essayer de démontrer des théories que je trouve un peu naïves. Pour ce faire, on fait toute une série de considérations préalables, qui n’ont rien à voir avec les quatre questions qui sont posées. J’ai fait toute cette introduction, pour dire que je répondrai aux quatre questions qui sont posées.

La réponse que je suis bien heureux de donner à la première question, ne vient pas de moi-même, mais des dispositions de loi qui régissent la matière, et notamment le Règlement régional n° 6/1996 portant: "Norme sull’accesso all’Amministrazione regionale e agli enti pubblici non economici, dipendenti dalla Regione", qui établit, à l’article 5, pour ce qui est des titres d’études pour l’accès au VIIème grade de l’administration publique - je cite - que les candidats doivent justifier du: "titolo finale di studio di istruzione secondaria di secondo grado, valido per l’iscrizione all’università": c'est donc le cas pour les jeunes qui sortiront de l’ISIP, et ce qui d’ailleurs est contenu dans le communiqué de presse, que j’ai eu l’occasion de lire ici et que j’ai rappelé tout à l’heure.

Comme je l’ai dit au cours de l’initiative précédente, le titre obtenu à la fin des cinq années d’étude de "Tecnico dei servizi sociali" est un diplôme de fin d’études secondaires de deuxième degré, valable aux fins de l’inscription à l’université, ce qu’il permet d’accéder aux postes des organigrammes de la Région, aux termes du Règlement n° 6, que je viens de citer. Ce diplôme n’est donc pas reconnu par la Région comme "solo titolo per lavorare negli asili nido", mais aussi comme titre pour accéder à d’autres et différentes places de travail.

Ces données je ne les invente pas, mais elles sont contenues dans des dispositions régionales comme le Règlement n° 6; des dispositions qui devraient bien être connues par des collègues, qui les ont approuvées dans cette Assemblée. Notamment, puisque cela remonte à 1996, ça vaut pour Vous, Mme Squarzino. Ces données répondent aussi à la question posée au point 2, et la réponse est toujours donné par l’article 5, que je viens de citer. De plus, puisqu’on a fait aussi de la polémique sur les jeunes étudiants qui ont terminé à la 3ème année, je rappelle que le contrat collectif régional de travail établit, pour l’accès à certains profils professionnels, la reconnaissance des trois années d’études.

Là aussi nous n’avons rien à inventer, puisque cela découle des dispositions que nous avons approuvées et que nous respectons. Pour l’accès à la catégorie Ière dans l’annexe B du contrat de travail, il est dit qu’il est nécessaire d’avoir un diplôme de fin d’études secondaires du deuxième degré et donc les trois ans des services sociaux sont aussi valides à cet effet. Page 42 du contrat, C1 "Diploma di istruzione di secondo grado", différence avec C2, "Diploma di istruzione di secondo grado, con iscrivibilità all'università", ce que j’ai cité tout à l’heure.

Troisième question. A cette question j’avais déjà donné une réponse de caractère général lors de la séance du Conseil passée, quant aux initiatives qu’on avait envisagées dans ce groupe restreint. Aujourd’hui je dis que: "oui". Ces cours ont été prévus, mais non pas en alternative, comme vous le dites ou peut-être vous l’espérez. Ces cours ont été approuvés lundi 7 janvier par délibération du Gouvernement régional, sur proposition de l’Assesseur Vicquéry: "Approvazione dell'organizzazione di corsi per operatori sociosanitari, e dello schema di convenzione con l’IRO Valle d’Aosta per l’acquisizione di risorse strumentali ed umane per la realizzazione dello stesso".

Dans ces cours la priorité d’embauche a été donnée à ceux qui sont suivi les trois années à l’ISIP et qui leur ont permis d’obtenir le titre de "Operatore dei servizi sociali". Ces élèves, bien loin d’être exclus, ont donc été favoris, et cela bien contrairement à certains suspects.

Cela relève d’une décision que le Gouvernement a prise, tout simplement parce que par cette décision il a réaffirmé les choix qui sont déjà prévus par les dispositions en vigueur, même si cela ne relève que partiellement de ces dispositions, mais pour confirmer une cohérence avec les actes que je viens de citer.

Quatrième question enfin, je répondrai en disant que l’Assesseur Vicquéry et moi-même nous nous sommes préoccupés de vérifier, avec nos collaborateurs, d’autres et ultérieures possibilités de débouchés professionnels pour le futurs diplômés, et que jamais par le passé il n’y a eu une telle intention et une telle disponibilité envers des cours d’étude.

Je dirai aussi que tout cela risque d’être rendu inutile par des raisons que je ne trouve pas trop nobles et qui sont parfois liées aux soucis d’apparaître, ce qui est tout à fait hors propos par rapport à la volonté de résoudre des problèmes, car toute cette pagaille autour de ce problème, qui n’existe pas, a engendré des préoccupations insensées et tout simplement parce qu’on n’a pas eu la volonté de lire des actes et des dispositions qui - je le répète - ont été approuvées par cette Assemblée et qui contenaient déjà les réponses aux problèmes soulevés. Je ne sais pas s’il y a une volonté là de vouloir à tout prix démontrer des méchancetés et que l'on soit trop superficiels pour ce faire.

Je trouve que sur toute cette question on n’a dit pas mal des choses sans être documentés, sans avoir travaillé suffisamment, et cela est grave surtout quand certaines évaluations sont faites à l’intérieur de ce Conseil, où tous les collègues doivent remplir des fonctions en connaissant davantage les dispositions qu’ils approuvent dans cette salle. Et cela, avant d’alerter inutilement les gens.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Ho apprezzato il tono da insegnante che l’Assessore ha avuto nei miei confronti: mi ha rimproverato perché non mi sono ben informata e non ho letto bene; grazie per queste osservazioni! Ho notato però che in genere l’Assessore, quando si preoccupa di farmi la predica, lo fa perché non ha dati sufficienti da portarmi come risposta ai problemi che pongo!

Mi attribuisce anche dei "soucis" che non mi riguardano, Assessore; probabilmente lei si rivolge ad altri che hanno questi "soucis d’apparaître", moi j’ai avant tout le "souci d’être", pas "d’apparaître". Non solo. Lei dice che le preoccupazioni sono nate forse dal fatto che c’è questo "soucis d’apparaître".

Assessore, lei lo sa benissimo che queste preoccupazioni negli alunni sono nate non dalla sottoscritta, ma sono nate da un episodio molto concreto: dal fatto che alcuni alunni con il titolo di qualifica sono andati ad informarsi presso l’Assessorato alla sanità per sapere cosa potevano fare con il titolo conseguito, e questo ha suscitato delle questioni e ha posto dei problemi. Di lì sono venute le preoccupazioni, da quell’episodio, e lei lo sa benissimo!

Seconda cosa. Lei mi rimprovera di non aver letto a sufficienza; di non aver letto le sue risposte alla mia precedente iniziativa. Io le ricordo, Assessore, che innanzitutto anche i resoconti, pur essendo stesi in tempi rapidissimi, non potevano, essendo finito il Consiglio il 22 dicembre, essere già pronti, nei giorni 27 e 28, giorni nei quali dovevamo presentare le interpellanze tanto più che nel frattempo c'erano le feste di Natale e Santo Stefano!

Rispetto poi al "non aver letto sufficientemente", anche lei, forse, ha risposto senza aver ascoltato "sufficientemente" la mia presentazione, perché io le ho detto molto chiaramente che questo titolo di studio, come ogni diploma - perché avevo ben ascoltato la sua risposta precedente e quindi la ricordavo -, consente di accedere ai concorsi per diploma!

Ma questo - ed era scritto in modo chiaro nell'interpellanza - è considerato titolo di studio esclusivo per lavorare negli asili nido! Questo non me lo sono inventato io, perché questa espressione è presa dalle informazioni che vengono date dalla scuola agli alunni che si vogliono iscrivere, dove è scritto: "La Regione, nell’ambito delle sue competenze, a partire da quest’anno, ha definito il titolo rilasciato di studi professionali con indirizzo servizi sociali dei licei di scienze sociali come esclusivo per l’accesso ai ruoli di educatore di asili nido". Questo, ripeto, non me lo sono inventato, l’ho letto su documenti ufficiali!

Terza cosa. Lei dice che c’è stato, da parte mia, un mettere insieme cose che non sono tanto collegabili fra loro, o cose che ho messo insieme in modo un po' provocatorio. Ora questi corsi di 1200 ore sono effettivi, decisi adesso dalla Giunta; corsi che sono aperti come iscrizione a quelli che hanno avuto la qualifica, che hanno frequentato tre anni di qualifica di operatori sociali e che, pertanto, frequenteranno questi corsi di 1200 ore per diventare operatori sociosanitari.

Ed essi occuperanno tutti gli spazi occupabili nell’ambito dei servizi sociosanitari. Nel frattempo proseguono il quarto e il quinto anno degli attuali qualificati, che hanno deciso di continuare, e quando usciranno dall'ISIP diplomati, troveranno il mercato già occupato da chi ha frequentato il corso per operatori sociosanitari di 1200 ore. Quindi non sono poi così scollegabili le due cose!

Due osservazioni ancora. Non ho visto né nelle sue risposte, Assessore, né nelle sue azioni, un'attenzione reale alla scuola, alla sua autonomia, quella che lei proclama tanto! Il Collegio dei docenti, fra l’altro, le ha scritto una lettera molto precisa, risalente addirittura al 13 dicembre, a cui lei non ha ancora risposto! Se effettivamente tutto il problema è chiaro e trasparente, dica queste cose al Collegio dei docenti! Il Collegio dei docenti ha delle preoccupazioni e lei neanche risponde alle sue richieste, quindi lei non ha rispetto dell’autonomia delle scuole e non tiene in considerazione il Collegio dei docenti!

Infine, è molto grave - e qui lo riprendo - il fatto che ci sia un gruppo di lavoro che si metta a studiare possibili sbocchi, come se non fosse insito nell’autonomia della scuola il compito di attivare nuovi indirizzi professionali. Sono loro che devono farlo, e devono farlo all’interno di un quadro più generale, di cui questa Guida all’Orientamento non è espressione, perché, ripeto, c’è una discrepanza fra quello che è scritto nella Guida all’Orientamento che viene data agli studenti, e quello che avviene nella realtà scolastica!

A dimostrazione del fatto che manca un sistema chiaro di formazione all’istruzione professionale in questa regione: ogni settore va per conto proprio e poi, se per caso ci si incontra, allora nasce il problema! Non sono per niente soddisfatta delle sue risposte, il che è secondario, non ha nessuna importanza per l’Assessore.

Ritengo però che dal suo atteggiamento emerga un comportamento non rispettoso delle scuole, dei docenti, degli alunni, oltre che della sottoscritta, che ha però questa possibilità almeno di dirglielo esplicitamente!