Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2384 del 9 gennaio 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2384/XI Qualità dell’aria nell’area urbana di Aosta. (Interrogazione)

Interrogazione Visti i dati relativi alla qualità dell’aria nell’area urbana di Aosta, rilevati dall’Arpa nella seconda quindicina di dicembre 2001;

Considerato che per quanto riguarda alcuni agenti inquinanti, quali il biossido di azoto o le polveri sospese, i valori rilevati in alcuni giorni sono stati superiori alla media;

Atteso che la causa dell’inquinamento dell’aria è dovuta in particolare agli impianti di riscaldamento e ai gas di scarico dei veicoli a motore;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l’Assessore competente per sapere:

1) che cosa è stato fatto, e cosa si sta facendo, per evitare che si superino ad Aosta i livelli di sicurezza per la qualità dell’aria;

2) come valuta l’azione fin qui svolta della regione per favorire la riconversione degli impianti di riscaldamento che usano combustibili inquinanti;

3) quali sono le azioni ulteriori che si intendono intraprendere per garantire in Aosta una migliore qualità dell’aria soprattutto in inverno.

F.to: Squarzino Secondina - Curtaz

Président La parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) Premesso che il contenuto dell'interrogazione è - o dovrebbe essere - argomento di discussione del Consiglio comunale di Aosta, cercherò di dare delle risposte per quanto di competenza - e sottolineo per quanto di competenza - dell’Amministrazione regionale e di questo Assessorato, che ha fondamentalmente un ruolo di verifica oltre che, come ben noto, di legislazione, ma i contenuti dell'interpellanza, ripeto, esulano in gran parte dalle competenze dell’Amministrazione regionale. Inizierò con l’aspetto che viene gestito dall’ARPA su indicazione della Regione e riguarda l’aspetto dei controlli.

L’ARPA effettua il monitoraggio in continuo, attraverso la rete regionale di controllo della qualità dell’aria, delle concentrazioni di inquinamento atmosferico e fornisce al comune informazioni in base alle quali possono essere assunti provvedimenti di riduzione dell’inquinamento nei casi di episodi acuti in atto. Questa attività è svolta dall’ARPA fin dall’inizio del 1998 attraverso l’invio giornaliero di un rapporto relativo ai dati rilevati al giorno precedente.

È evidente che l’efficacia dei provvedimenti per la limitazione dell’inquinamento è maggiore se è possibile produrre un'informazione previsionale. Per questo motivo l’ARPA, in armonia con le più recenti indicazioni dell’Unione europea, è attualmente impegnata nella messa a punto di un sistema di controllo dell’inquinamento atmosferico di tipo integrato. Esso è basato su uno stretto rapporto fra monitoraggio, cioè le misure con le centraline, l’inventario delle sorgenti di emissione, cioè traffico, riscaldamento, industria, e i modelli di dispersione di inquinanti nell’ambiente.

L’ARPA, nel corso del 2000 e del 2001, ha realizzato, su indicazione della Regione, il catasto regionale delle fonti di emissioni, nelle quali sono censiti, riferiti all’intero territorio regionale, in particolare per la città di Aosta, i volumi di traffico, le potenze termiche degli impianti di riscaldamento installate, le più significative emissioni industriali. Le informazioni sono riferite ad unità territoriali quadrate di lato, pari a 500 metri.

Esse sono archiviate su supporto informatico e georeferenziate, al fine di un'elaborazione e presentazione grafica su cartografia regionale. In questo modo, con l’uso del modello di dispersione, partendo dalla conoscenza delle attuali concentrazioni di emissioni e prendendo in considerazione di dati delle previsioni meteorologiche regionali, è possibile ottenere la stima dei livelli di inquinamento, che si raggiungeranno, ora per ora, nelle 48 ore successive.

Questo strumento, già tuttora disponibile, è attualmente in fase di sperimentazione e permetterà quanto prima di fornire informazioni previsionali, che mettano il comune in grado di applicare i provvedimenti che possono prevenire l’insorgenza medesima di situazioni di elevato inquinamento. Ci rendiamo conto della grande importanza di questo strumento, che è già applicato anche alla simulazione dei livelli di inquinamento, prodotti dai diversi regimi di traffico lungo l’asse principale della Valle, in condizione di apertura e chiusura del Tunnel del Monte Bianco.

Per quanto riguarda la valutazione degli effetti delle azioni fin qui svolte per favorire la riconversione degli impianti di riscaldamento da combustibili più inquinanti (olio combustile, carbone) a combustibili meno inquinanti (metano, GPL), sulla base del catasto di emissioni che ha tratto i dati relativi agli impianti termici dall’Assessorato regionale all’industria, commercio, artigianato, le percentuali di combustibile per la produzione di potenza termica utile risultano, al 2000, così ripartire: gasolio 49,8 percento, diciamo un 50 percento; legna nulla; metano 34,7 percento; olio combustibile 15,3 percento; GPL 0,2 percento. A questo proposito l’Assessorato all'industria segnala che le utenze allacciate alla rete di metanizzazione di Aosta sono 3.590, è un dato aggiornato al 5 ottobre 2001.

Tutti gli impianti a metano per i quali sono stati erogati finanziamenti - preciso che sono state presentate e accolte 3551 domande a livello regionale per un importo di 4.678 milioni di contributi erogati ai sensi della legge regionale n. 44/1996 - sono stati controllati per verificare la regolare esecuzione dell’intervento.

Il Servizio energia dell’Assessorato industria, ai sensi del DPR n. 412/1993, ha effettuato una decina di controlli sull’effettivo stato di manutenzione e di esercizio degli impianti termici. Preciso inoltre che, come è noto, il Piano sociosanitario regionale per il triennio 2002-2004, approvato con legge regionale n. 18, ha affidato all’ARPA le verifiche connesse con l’esercizio e la manutenzione degli impianti di riscaldamento, e a questo proposito verrà predisposto un apposito programma operativo. Dai dati di concentrazione di inquinanti rilevati dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria si osserva una diminuzione del biossido di zolfo da 56 nanogrammi/mc relativi al semestre invernale 1994-1995, a 16 nanogrammi/mc relativi al semestre invernale 2000-2001, pari al 71 percento, quindi con un notevolissimo miglioramento.

Questo è dovuto alla diminuzione dell’uso di combustibile a maggiore tenore di zolfo, olio combustibile, gasolio; al contrario, i valori di concentrazione, in particolare per le particelle in sospensione con diametro inferiore ai 10 nanogrammi, hanno subito una riduzione assai inferiore, da 50 nanogrammi/mc a 44 nanogrammi/mc. Questo in termini di stato di fatto.

Il Comune di Aosta, in relazione a questo, ci dice che il superamento dei livelli di attenzione è avvenuto unicamente per il biossido di zolfo nelle centraline gestite dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Piazza Plouves e presso il Teatro Romano. In effetti il picco è stato rilevato in data 18 dicembre rispetto ai 5 parametri che vengono rilevati da parte delle centraline, che riguardano il biossido di zolfo, il biossido di azoto, l’ozono, il monossido di carbonio e altri valori che vengono definiti in modo tecnico diverso.

Rispetto a questi il 18 dicembre 2001 si è rilevato un valore di biossido di azoto di 235, rispetto al valore di riferimento inteso come livello di attenzione di 200. Su questo bisogna ricordare che una cosa sono i livelli di attenzione, altra cosa sono i livelli di allarme. In Aosta nel momento di più alta concentrazione si è lievemente superato solo il livello di attenzione, per fortuna siamo ben distanti dal livello di allarme che in questo caso per il biossido di ozono è di 400 nanogrammi/mc.

Il Comune di Aosta dice che i provvedimenti presi previa consultazione con l’ARPA, e dopo aver valutato i bollettini meteo del corrispondente servizio regionale relativi ai giorni successivi, sono consistiti nel comunicato stampa, diffuso nel tardo pomeriggio dal sindaco, che ha rappresentato la situazione che si era prodotta e ha invitato i cittadini a limitare l’uso della macchina privata per i propri spostamenti in città.

La situazione, tenuta sotto controllo, è migliorata grazie dalla diminuzione dell’intensità del traffico cittadino e al miglioramento delle condizioni meteorologiche. Il Comune di Aosta, grazie ai rilievi della qualità dell’aria fornita dall’ARPA, segue in maniera ravvicinata e attenta l’evolversi della situazione, pronta nel caso ad adottare i provvedimenti che si renderanno necessari alla tutela della salute pubblica. Questo per quanto riguarda l’aspetto dell’attività svolta finora dal Comune di Aosta.

Riguardo agli interventi che dovrebbero essere presi in materia, indubbiamente l’aspetto forte correlato con quello della riconversione degli impianti di riscaldamento concerne la riduzione e la razionalizzazione dei flussi di traffico, nell’ambito dei piani comunali di traffico, i cosiddetti "PUT", su cui rinviamo alle competenze del Comune di Aosta.

Preciso al riguardo che, limitatamente alle competenze dell’Assessorato al territorio, la Giunta regionale, con delibera n. 4162/1999, ha ulteriormente rafforzato le procedure riguardanti il cosiddetto "bollino blu", e ha deliberato di approvare nuove disposizioni rispetto a quelle impartite con direttiva del 7 luglio 1998, che prevedono, fra l’altro, il controllo dei gas di scarico a tutti gli autoveicoli, omologati ai sensi della direttiva comunitaria e immatricolati da quattro anni, che abbiano già effettuato la prima revisione.

Questa delibera di Giunta regionale è una delibera che va a "scavare" ancora, se si può usare questo termine, nel merito del controllo, e va a dare delle disposizioni molto più restrittive rispetto a quelle che erano state date precedentemente.

Concludo dicendo che il Comune di Aosta, in materia di ambiente - ma ripeto che questa è competenza comunale - si sta attivando a largo raggio, perché si può rilevare la partecipazione del comune alle domeniche ecologiche con l’organizzazione di manifestazioni di iniziativa ambientale, ad esempio:

- riciclo di materiale da parte dei bambini con animatore, degustazione di gelati alle erbe, cibi particolari, presenza in piazza di venditori di materiali connessi con l’ambiente, erboristi, eccetera;

- partecipazione alle manifestazioni "Città senz’auto", sempre con l’organizzazione di manifestazioni mirate;

- l’incarico per arrivare ad ottenere le certificazioni ambientali ISO 14001 (attualmente è terminata la fase di analisi ambientale e si sta valutando il documento concernente la politica ambientale del comune di Aosta, per predisporre un manuale applicativo);

- la partecipazione al bando del Ministero dell’ambiente per la realizzazione di "Agenda 21", che prevede un finanziamento per il Comune di Aosta di 300 milioni;

- la predisposizione di un comitato scientifico per l’ambiente;

- il concorso di idee per percorsi urbani di turismo culturale ai fini turistici, ma anche nell’ottica di incentivare la passeggiata a piedi in città;

- gli incentivi, anche se limitati, all’acquisto di mezzi non inquinanti;

inoltre, iniziative assunte in applicazione delle direttive di Giunta regionale sulla viabilità, zone blu e parcheggi e, in ultimo, anche la realizzazione di rotonde alla francese, che rendono più fluido il traffico e quindi hanno una ricaduta positiva.

Questo a largo raggio è quanto risulta dalle informazioni che abbiamo su questo problema. Ripeto, possiamo e dobbiamo dare un messaggio assolutamente tranquillizzante ai cittadini di Aosta, fermo restando che è dovere precipuo da parte delle amministrazioni comunali e degli enti e istituti preposti, di monitorare con molta attenzione un fenomeno che sicuramente è acuito durante i periodi di siccità e di poca ventosità come l’attuale.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Ringrazio l’Assessore per le informazioni. Credo che i cittadini desiderino ricevere un messaggio tranquillizzante, ma su dati reali; non è che il politico debba lanciare messaggi tranquillizzanti al cittadino, ma il politico deve lavorare per creare una situazione realmente tranquillizzante per il cittadino. Dai dati che l’Assessore ha fornito, credo che ci sia da parte della Regione, grazie all’ARPA, un attento lavoro di ricognizione, di verifica, di controllo dei dati.

Di questo bisogna dare atto. Sono dati che consentono alla città di Aosta - ho solo parlato di questo e non ho chiesto dati su Courmayeur e Valtournenche, anche perché quest’anno sia Courmayeur, per la chiusura del tunnel, sia Valtournenche, per la mancanza di neve, registrano una diminuzione del traffico - di assumere le sue decisioni e di intervenire, come ha fatto anche recentemente il sindaco e quindi i dati diventano poco significativi.

Dai dati che l’ARPA ci offre, e sono dati che i lettori della stampa possono periodicamente trovare sul quotidiano nelle pagine regionali, abbiamo visto che nella seconda quindicina di dicembre, per quanto riguarda l’inquinamento da biossido di azoto, dovuto sia al traffico, sia al riscaldamento in modo particolare, è stata rilevata una situazione mediocre e, in alcuni giorni, quali il 18, il 19 e il 21, cattiva.

Questo vuol dire che è stato superato il livello di attenzione; è chiaro che non è il livello di inquinamento, lo spero bene, però è stato superato il livello di attenzione, come pure è stato sfiorato il livello di attenzione anche per le polveri sospese, che sono agenti inquinanti, agenti che introducono all’interno dell’organismo delle sostanze nocive alla salute. Chi ha letto oggi "La Stampa", ha visto che questi dati negativi sulla qualità dell’aria nell’area urbana di Aosta ritornano nuovamente. Proprio oggi, il 9 gennaio, vediamo che nuovamente il biossido di azoto ha superato i livelli di attenzione, quindi esiste ancora il problema. Capisco tutto il lavoro egregio che l’ARPA sta facendo, e va bene per il controllo e la verifica, ma credo che occorra fare ancora molto, non solo per quanto riguarda il Comune di Aosta e la regolamentazione del traffico, ma proprio come Regione. Dai dati che ha fornito rispetto al catasto di emissioni del 2000 si vede che c’è ancora un’ampia fetta di impianti inquinanti di riscaldamento.

È utile allora che ci sia il controllo dell’ARPA, ma se noi sappiamo che ci sono questi impianti di riscaldamento inquinanti, rispetto a questo problema cosa facciamo come Regione? La seconda domanda posta nell’interrogazione era proprio per sapere come viene valutata l’azione fin qui svolta dalla Regione e quali sono le azioni ulteriori che si intendono intraprendere rispetto a queste due indicazioni. Credo che, riguardo al fatto di ridurre l’uso di materiali inquinanti negli impianti di riscaldamento, ci sia ancora molta strada da fare.