Oggetto del Consiglio n. 2366 del 19 dicembre 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 2366/XI Approvazione delle opere di ampliamento e adeguamento degli impianti del centro di essiccamento siero in Comune di Saint-Marcel e rinnovo della convenzione stipulata tra la Società Iseco S.p.A. e la Regione autonoma Valle d’Aosta per la gestione dell’attività di raccolta ed essiccamento del siero.
Deliberazione Il Consiglio
Richiamata la deliberazione del Consiglio regionale n. 2965/VIII in data 9 luglio 1987 con la quale si approvava la convenzione, e l’allegato regolamento, tra l’Amministrazione regionale e la Società Baltea Impianti Depurazione S.r.l., concernente l’impegno da parte di quest’ultima a costituire una società denominata "Iseco S.p.A." in comune di Saint-Marcel, per realizzare l’attività di raccolta ed essiccamento del siero residuo delle lavorazioni dei caseifici regionali;
Dato atto che la convezione sopraccitata, registrata ad Aosta in data 7 marzo 1989 al n. 656 serie III, stabilisce la durata del contratto in anni quindici a partire dal 29 settembre 1987 data di consegna dello stabilimento e con scadenza, quindi, in data 29 settembre 2002;
Ritenuto che, ponendosi nella prospettiva delle nuove esigenze del settore lattiero-caseario, il centro di essiccamento siero necessita di opere di ampliamento e adeguamento degli impianti determinanti per l’assetto produttivo e gestionale del centro, al fine di creare nuovi sbocchi di mercato per i prodotti finali del ciclo;
Preso atto dello studio effettuato dall’Ing. Venturella Piergiorgio, incaricato con deliberazione della Giunta regionale n. 1331 in data 29 aprile 2000, finalizzato a valutare la convenienza dell’inserimento dei lavori suddetti nell’ambito del rinnovo della convenzione, dal quale si evince che per completare il processo di razionalizzazione del ciclo di lavorazione del siero presso il centro di Saint-Marcel è necessario:
- mettere in atto una serie di interventi urgenti, di manutenzione straordinaria, finalizzati a rendere il centro siero il più affidabile possibile sia per quanto concerne la necessità di garantire la operatività sia per altri aspetti più connessi all’esigenza di assicurare la qualità del prodotto;
- aumentare la potenzialità dell’evaporatore ed adeguare i servizi ausiliari;
- realizzare l’impianto di metanizzazione, l’impianto di cogenerazione ed aumentare la capacità filtrante della torre spray;
- realizzare l’impianto di scrematura siero e adeguare la sezione di ricevimento consistente principalmente nella sistemazione e ampliamento dell’edificio esistente e dell’area circostante;
- adeguare l’impianto di distribuzione dell’energia elettrica eliminando alcuni aspetti di criticità riguardanti anche la sicurezza;
- adeguare il ricevimento del siero con la sostituzione dell’oramai obsoleto sistema di commutazione, installare una centrifuga autopulente ed alcuni serbatoi;
- adeguare i software di gestione e ampliare il laboratorio;
- apportare interventi per il miglioramento e la diversificazione del siero in polvere per uso alimentare mediante la posa in opera dell’impianto di demineralizzazione. Tale investimento è strategico per realizzare un impianto capace di produrre polveri diversificate di siero e necessario per collocarsi su nuovi mercati rispetto a quelli attuali che non garantiscono più la capacità di assorbimento del prodotto, mantenendo nel contempo il ruolo di raccolta del siero dei caseifici valdostani;
Preso atto che la società Iseco S.p.A., in data 13 settembre 2001, ha sottoposto alla Regione la proposta di contribuire al finanziamento delle opere previste per il completamento del processo di razionalizzazione del ciclo di lavorazione del siero presso lo stabilimento di Saint-Marcel nella misura del 30 percento del costo totale degli investimenti curandone direttamente la progettazione esecutiva e la realizzazione, a fronte di un rinnovo della convenzione alle stesse condizioni contrattuali per ulteriori nove anni;
Preso atto, inoltre, che la ditta Iseco S.p.A. si impegna a rispettare le seguenti condizioni per addivenire al perfezionamento del rinnovo:
- presentazione entro il 31 gennaio 2002 del piano di investimento, redatto sulla base della documentazione progettuale a firma del dott. Venturella Piergiorgio;
- presentazione entro il 15 giugno 2002 del progetto esecutivo dei lavori citati;
- presentazione entro il 15 luglio 2002 degli eventuali adeguamenti del progetto, effettuati sulla base delle osservazioni dell’Amministrazione regionale;
e che la mancata osservanza da parte dell’Iseco S.p.A. di una delle suddette condizioni sarà motivo di risoluzione della procedura;
Atteso che, ai sensi dell’articolo 6, comma 2, della legge n. 573/93, come sostituito dall’articolo 44 della legge n. 724/94, la Regione può, accertata la sussistenza di ragioni di convenienza e di pubblico interesse, procedere al rinnovo del contratto;
Ritenuto che sussistano ragioni di convenienza economica e di miglior perseguimento del pubblico interesse tali da giustificare il rinnovo della convenzione alla ditta Iseco S.p.A., per ulteriori nove anni ai sensi dell’articolo 12 del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440, tenendo conto dei seguenti fattori:
- la società Iseco S.p.A. ha sviluppato, nei trascorsi anni di gestione del centro essiccamento siero, una struttura organizzativa all’interno della società stessa che ha dimostrato una notevole efficienza dal punto di vista della qualità del servizio;
- la lavorazione del siero come suddetto gestita ha risolto la questione ecologica del risanamento dei corsi d’acqua ricettori di reflui idrici provenienti dai caseifici regionali e non si intravedono, pertanto, possibili alternative di gestione valide per la depurazione del siero stesso sia per i costi che per la non esistenza di depuratori idonei alla lavorazione del siero;
- la proposta sopradescritta, presentata dalla società Iseco S.p.A., consiste nel mantenimento delle condizioni contrattuali già previste con l’ulteriore disponibilità a finanziare il 30 percento delle opere previste nel progetto di ampliamento ed evoluzione impiantistica, evoluzione che si rende opportuno venga eseguita dall’Iseco stessa per esigenze specifiche derivanti dalla conoscenza approfondita dei processi di trasformazione degli impianti, avendone curato fino ad oggi la manutenzione; la società Iseco, inoltre, grazie alle conoscenze che ha maturato nei quindici anni di gestione sarà in grado di ottimizzare la resa economica derivante dalle evoluzioni impiantistiche, il tutto a garanzia della partecipazione finanziaria all’investimento;
- la ditta Iseco S.p.A., inoltre, garantirebbe la continuità dei servizi attualmente svolti anche durante la messa in opera dei lavori di adeguamento sopra descritti;
- la buona continuità della gestione del centro rappresenta un servizio a carattere strategico per la collettività agricola valdostana in quanto coinvolge un numero elevato di aziende zootecniche distribuite su tutto il territorio, nonché il mantenimento dell’occupazione e il perseguimento di fini ecologici;
- l’attuale composizione societaria della Iseco S.p.A. include la società finanziaria regionale denominata "Finaosta S.p.A." con sede in Aosta che è una ulteriore tutela per gli interessi della pubblica Amministrazione;
Atteso che, al fine di garantire, in ogni fase di attuazione dei lavori di adeguamento del centro siero, la necessaria azione di controllo e coordinamento dell’Amministrazione regionale, la ditta Iseco S.p.A. si impegna a collaborare con un professionista che verrà incaricato dalla Regione autonoma Valle d’Aosta e a sottoporsi alle procedure di verifica e di rendicontazione mirate al completo rispetto degli obiettivi del piano di investimento e della normativa vigente;
Dato atto che tutte le nuove opere conseguenti al piano di adeguamento e ampliamento del centro siero di Saint-Marcel rimarranno di proprietà della Regione autonoma Valle d’Aosta, così come rimarrà in esclusiva disponibilità della pubblica Amministrazione l’intera progettazione dell’intervento e ciò al fine di eventuali sviluppi futuri del centro;
Ritenuto, quindi, opportuno e conveniente, nell’interesse dell’Amministrazione regionale, rinnovare la convenzione, nonché l’allegato regolamento di gestione, stipulata tra la Regione autonoma Valle d’Aosta e la società Iseco S.p.A., alle stesse condizioni contrattuali, a partire dalla data del 29 settembre 2002 per un ulteriore periodo di nove anni a fronte di una partecipazione della società Iseco S.p.A. agli investimenti previsti in misura di una percentuale del 30 percento, e a fronte dell’impegno alla consegna da parte della società Iseco S.p.A., entro il 15 giugno 2002, del progetto esecutivo delle opere relative all’ampliamento e adeguamento degli impianti del centro di essiccamento del siero presso lo stabilimento di Saint-Marcel;
Richiamata la legge regionale n. 10 dell'8 aprile 1994 che regola il funzionamento del centro di raccolta ed essiccamento siero di proprietà regionale in comune di Saint-Marcel;
Richiamata, inoltre, la legge regionale 7 dicembre 1979, n. 66, in particolare l’articolo 1 lettera t), che stabilisce la competenza del Consiglio regionale in merito agli atti, da compiersi nell’interesse della Regione, che non siano espressamente riservati alla competenza della Giunta o del Presidente della Regione;
Richiamata, inoltre, la deliberazione della Giunta regionale n. 13 in data 11 gennaio 2001 concernente l’approvazione del bilancio di gestione per il triennio 2001/2003 con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;
Visto, inoltre, l’obiettivo gestionale n. 152003 "Attuazione di iniziative finalizzate al miglioramento ed incremento delle produzioni" del bilancio di gestione per l’anno 2001;
Visto il parere favorevole rilasciato dal Direttore della Direzione promozione e sviluppo agricolo dell’Assessorato Agricoltura e risorse naturali, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla legittimità della presente deliberazione;
Visto il parere della III Commissione consiliare permanente;
Delibera
1) di approvare le opere di ampliamento e adeguamento degli impianti del centro di essiccamento siero ubicato in comune di Saint-Marcel di cui allo studio effettuato dall’Ing. Venturella Piergiorgio, incaricato con deliberazione della Giunta regionale n. 1331 in data 29 aprile 2000;
2) di approvare il rinnovo della convenzione e dell’allegato regolamento di gestione, stipulata tra la Regione autonoma Valle d’Aosta e la società Iseco S.p.A., alle identiche condizioni contrattuali e a fronte di una partecipazione del 30 percento della società stessa agli investimenti previsti, a partire dalla data di scadenza del 29 settembre 2002 per un ulteriore periodo di nove anni fino al 29 settembre 2011;
3) di dare atto che la spesa annuale del rinnovo della convenzione di cui sopra, ammontante a lire 1.101.000.000 (I.V.A. inclusa) (euro 568.619,05) oltre alla quota proporzionale di lire 478,5 per ogni quintale di siero conferito ed oltre alla revisione prezzi graverà sul capitolo 43990 (richiesta n. 2079) del bilancio pluriennale 2001/2003 e sui rispettivi capitoli dei bilanci futuri dal 2004 al 2011 (euro 142.154,76 per l'anno 2002 e euro 568.619,05 dal 2003 al 2011);
4) di subordinare il rinnovo della convenzione all’adempimento da parte della ditta Iseco S.p.A. delle condizioni di cui in premessa e all’approvazione del progetto esecutivo e del capitolato dettagliato d’oneri concernenti i lavori suddetti, demandando ogni ulteriore onere in punto di approvazione alla Giunta regionale con determinazioni da assumersi entro il 29 settembre 2002; la Giunta regionale provvederà, inoltre, all’impegno della relativa spesa nel limite del 70 percento dell’investimento previsto ammontante a circa lire 5.500.000.000 (I.V.A. inclusa) (euro 2.840.512,94) che graverà sul capitolo 46940 (dettaglio n. 7420) del bilancio pluriennale 2001/2003 come segue:
- euro 1.000.000,00 per l'anno 2002;
- euro 1.500.000,00 per l'anno 2003;
- euro 340.512,94 per l'anno 2004.
Président La délibération en question a reçu l’avis favorable de la IIIème Commission du Conseil à la majorité.
La parole à l’Assesseur à l’agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.
Perrin (UV) L’oggetto della deliberazione prevede il rinnovo di una convenzione con opportuni adeguamenti, avente carattere accessorio e di non incidenza su elementi essenziali della stessa, adeguamenti indispensabili per l’aggiornamento di impianti industriali ormai datati e da allineare all'evoluzione dei mercati; il tutto tutelando ulteriormente gli interessi economici della pubblica amministrazione e garantendo continuità alle produzioni lattiero casearie. Credo di dover fare una breve cronistoria, per meglio individuare le ragioni che hanno portato ad una scelta di gestione centralizzata del trattamento del siero, e che hanno portato in contemporanea alla costituzione della società ISECO.
La società ISECO S.p.A. all’origine era composta da Baltea Impianti Depurazioni con l’80 percento del capitale sociale e Finaosta con il 20 percento; alla Baltea Impianti Depurazioni è subentrata la Severn Trent Italia, che ha rilevato l’80 percento del capitale sociale, rimane Finaosta con il suo 20 percento. ISECO è stata costituita per realizzare l’attività di raccolta ed essiccamento del siero residuo delle lavorazioni dei caseifici regionali e per risolvere, in modo particolare, il problema dell’inquinamento delle acque superficiali. Il siero, residuo della lavorazione della fontina e del formaggio, viene solo parzialmente utilizzato per lavorazioni in caseificio, ed è considerato uno scarto di lavorazione anche altamente inquinante. C’è un fatto anche particolare: che le lavorazioni effettuate in Valle d’Aosta sono caratterizzate da stagionalità produttiva: gran parte dei caseifici regionali operano al massimo delle loro potenzialità nel periodo da dicembre a maggio, quindi periodo ulteriormente negativo per l’inquinamento poiché di magra per i corsi d’acqua. Se il problema dello smaltimento del siero fosse stato affrontato nei termini usuali di scarico idrico, la soluzione avrebbe dovuto transitare nella realizzazione per ogni caseificio di un impianto di depurazione idoneo a riportare i valori degli agenti inquinanti ai termini di legge.
Tale soluzione, considerato il tipo di inquinamento esclusivamente organico e data la sua origine, avrebbe comportato ossidazione biologica, consumo di energia, produzione di biomasse concentrate, trasferendo così il problema allo smaltimento di quantità ridotte, ma non trascurabili, di sostanze semisolide. Tralasciando eccessivi dettagli tecnici, vi elencherei tuttavia i principali aspetti connessi con la depurazione di liquami da industrie lattiero-casearie senza alcun recupero di siero, che, come detto, risultano estremamente concentrati. Sono necessari notevoli volumi di trattamento, cioè vasche e manufatti di notevoli dimensioni: viene consumata una grande quantità di energia per l’ossidazione biologica, è necessario un attento ed assiduo controllo analitico ed operativo del processo, poiché il siero presenta notevoli rischi di rapida fermentazione acida, non controllabile e negativa per un impianto di depurazione.
Sussistono, altresì, forti rischi sulla qualità finale dell’acqua depurata. Inoltre, per la particolarità dovuta al ciclo stagionale di funzionamento, si sono dovute ancora considerare le difficoltà di avviamento ad ogni ripresa delle lavorazioni, la necessità di disattivare a fine attività con problemi di svuotamento di vasche e smaltimento di alte quantità di fanghi.
Tutto quanto esposto si traduceva operativamente in elevati costi, in problemi di inserimento ambientale, elevati costi di gestione, rischi gestionali per controlli e fuori servizio; quindi la scelta fatta a suo tempo, cioè l’alternativa del recupero, presupponeva un'ottica diametralmente opposta, tuttora valida e copiata con anni di ritardo da altre realtà produttive, alla soluzione degli impianti di depurazione, prima descritta.
Quindi: recupero del siero alla fonte, eliminazione quasi totale del problema dell’inquinamento, trasformazione e valorizzazione dello scarto, riduzione dei costi strutturali e gestionali.
Il sistema operativo realizzato per attuare la soluzione del recupero è stato così articolato: recupero, pastorizzazione e stoccaggio del siero presso i singoli caseifici, trasporto del siero grezzo allo stabilimento di Saint-Marcel, lavorazione del siero grezzo operata mediante refrigerazione e stoccaggio, concentrazione per evaporazione sotto vuoto e ricompressione meccanica, cristallizzazione, confezionamento in sacchi e sacconi, commercializzazione della polvere di siero essiccato.
La soluzione di recupero presenta evidenti vantaggi rispetto all’alternativa della depurazione: tutto ciò per l’evidente motivo che nel caso del recupero si ha un unico complesso produttivo, con caratteristiche ben definite e delimitate, mentre nel caso della depurazione si hanno numerosi impianti distribuiti sul territorio con caratteristiche particolari rispetto ad un'efficiente organizzazione industriale.
Lo stabilimento, operante sin dal 1988, ha visto l’incremento dei conferimenti iniziali di 120.000 quintali all’anno, passare ai 225.000 del 1992, fino ai 290.000 attuali; risultati raggiunti grazie alla bontà impiantistica, alla capacità operativa ed alla professionalità degli operatori, che hanno garantito con continuità la possibilità di produrre all’intero comparto lattiero valdostano.
Si informa che le risultanze dello studio - affidato a un tecnico specializzato dalla Giunta regionale, con deliberazioni n. 2137/1999 e n. 1331/2000 - per l’acquisizione delle definizioni progettuali e l’elaborazione dei documenti tecnico-economici necessari a valutare la convenienza dell’inserimento dei lavori concernenti l’evoluzione impiantistica nel rinnovo della convenzione, si sono trasformati in un impegno della società ISECO a finanziare, a fronte di un rinnovo della gestione di nove anni, gli investimenti per la quota del 30 percento, dagli studi preliminari almeno 2.350 milioni che, divisi per 9 anni, ammontano a 261 milioni per ogni anno.
In conclusione, la scelta operata è ben argomentata dalle motivazioni tecniche, che possono così riassumersi:
- mettere in atto una serie di interventi urgenti di manutenzione straordinaria, finalizzati a rendere il centro siero più affidabile possibile, sia per quanto concerne la necessità di garantire l’operatività, sia per altri aspetti connessi all’esigenza di assicurare la qualità del prodotto;
- aumentare la potenzialità dell’evaporatore ed adeguare i servizi ausiliari;
- realizzare l’impianto di metanizzazione, l’impianto di cogenerazione e aumentare la capacità filtrante della torre spray;
- realizzare l’impianto di scrematura siero ed adeguare la sezione dell’incenerimento consistente principalmente nella sistemazione e ampliamento dell’edificio esistente dell’area circostante;
- adeguare l’impianto di distribuzione dell'energia elettrica, eliminando alcuni aspetti di criticità riguardanti anche la sicurezza;
- adeguare il ricevimento del siero con la sostituzione dell’ormai obsoleto sistema di commutazione, installare una centrifuga autopulente ed alcuni serbatoi;
- adeguare il software di gestione, ampliamento di laboratorio, apportare interventi per il miglioramento e la diversificazione del siero in polvere per uso alimentare mediante la posa in opera dell’impianto di demineralizzazione.
Tale investimento è strategico per realizzare un impianto capace di produrre polvere diversificata di siero, e necessario per collocarsi su nuovi mercati rispetto a quelli attuali, che non garantiscono più la capacità di assorbimento del prodotto, mantenendo, nel contempo, il ruolo di raccolta del siero dei caseifici valdostani.
Le motivazioni finanziarie e funzionali. La società ISECO S.p.A. ha sviluppato, nei trascorsi anni di gestione del centro essiccamento siero, una struttura organizzativa all’interno della società stessa, che ha dimostrato una notevole efficienza dal punto di vista della qualità del servizio. La lavorazione del siero, gestita come sopra detto, ha risolto la questione ecologica del risanamento dei corsi d’acqua, ricettori di reflui idrici provenienti dai caseifici regionali, e non si intravvedono pertanto possibili alternative di gestione valide per la depurazione del siero stesso, sia per i costi che per la non esistenza di depuratori idonei alla lavorazione del siero.
La proposta presentata dalla società ISECO, consiste nel mantenimento delle condizioni contrattuali già previste con l’ulteriore disponibilità a finanziare il 30 percento delle opere previste nel progetto di ampliamento ed evoluzione impiantistica. Evoluzione che si rende opportuno venga eseguita dall’ISECO stessa, per esigenze specifiche derivanti dalla conoscenza approfondita dei processi di trasformazione degli impianti, avendone curato fino ad oggi la manutenzione. La società ISECO inoltre, grazie alle conoscenze che ha maturato nei 15 anni di gestione, sarà in grado di ottimizzare la resa economica derivante dalle evoluzioni impiantistiche, il tutto a garanzia della partecipazione finanziaria all’investimento.
La ditta ISECO, inoltre, garantirebbe la continuità dei servizi attualmente svolti anche durante la messa in opera dei lavori di adeguamento di cui vi ho parlato. La buona continuità della gestione del centro rappresenta un servizio a carattere strategico per la collettività agricola valdostana, in quanto coinvolge un numero elevato di aziende zootecniche, distribuite su tutto il territorio, nonché il mantenimento dell'occupazione e il perseguimento dei fini ecologici.
L’attuale composizione societaria di ISECO include la società finanziaria regionale, "Finaosta", con sede in Aosta, che è ulteriore tutela per gli interessi della pubblica amministrazione. È inoltre sufficientemente garantita dalle verifiche che dovranno addivenire al perfezionamento del rinnovo. Inoltre la ditta ISECO si impegna a rispettare le seguenti condizioni, per addivenire al perfezionamento del rinnovo, cioè:
- presentazione entro il 31 gennaio 2002 del piano di investimento, redatto sulla base della documentazione progettuale a firma del dr. Venturella, incaricato dalla Giunta;
- presentazione entro il 15 giugno 2002 del progetto esecutivo dei lavori citati;
- presentazione entro il 15 luglio 2002 degli eventuali adempimenti del progetto, effettuati sulla base delle osservazioni dell’Amministrazione regionale.
La mancata osservanza da parte dell’ISECO di una delle suddette condizioni sarà motivo di risoluzione della procedura. È finanziariamente certa in quanto, in ogni fase di attuazione dei lavori di adeguamento del centro siero, la necessaria azione di controllo e coordinamento verrà espletata da un tecnico incaricato dall’Amministrazione regionale, con il quale ISECO si impegna a collaborare e a sottoporsi alle procedure di verifica e di rendicontazione, mirate al completo rispetto degli obiettivi del piano di investimento e nel rispetto della normativa vigente. Dato atto che tutte le nuove opere conseguenti al piano di adeguamento e ampliamento dello stabilimento di Saint-Marcel rimarranno di proprietà dell’Amministrazione, così come rimarrà in esclusiva disponibilità l’intera progettazione dell’intervento, e ciò al fine di eventuali sviluppi futuri del centro, la scelta del rinnovo della convenzione alle condizioni sopra ampiamente illustrate risulta oltre modo vantaggiosa patrimonialmente per l’incremento di valore del centro industriale.
Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Ho ascoltato la relazione dell’Assessore, che ha ripercorso con dati puntuali la storia dell’ISECO, del servizio che questa struttura svolge nei confronti di un problema, che è la raccolta e il trattamento del siero. Sono informazioni tecniche interessanti, ma che non giustificano l’atto che oggi viene portato in questo Consiglio. Già lo avevamo accennato in sede di commissione e, qui, ribadisco che il nostro gruppo non voterà questa delibera, e non la voterà perché la ritiene illegittima. Ritiene che questa delibera non rispetti la legge regionale, la legge che questo Consiglio si è dato, la legge n. 10/1994: "Funzionamento del centro di raccolta ed essiccamento siero, di proprietà regionale in Comune di Saint-Marcel", legge che è molto chiara al riguardo.
La legge, fra l’altro, è stata fatta nel 1994 quando già esisteva una convenzione dal 1987 fra Regione e ISECO, proprio per il funzionamento, trasporto e trattamento del siero residuo proveniente dalla lavorazione degli insediamenti lattiero-caseari situati nel territorio regionale. Cosa dice questa legge? Dice, all’articolo 2, che l’Amministrazione regionale, per raggiungere la finalità, che è quella di avere qui un centro di essiccamento siero, "provvede tramite apposita gara, a stipulare specifici contratti con imprese in possesso dei requisiti di idoneità". Indica quindi chiaramente un percorso da seguire: noi, Regione, nel momento in cui vogliamo cercare un'impresa a cui affidare la gestione di questo centro, vogliamo agire tramite apposita gara. Poi naturalmente il legislatore si pone la questione, si chiede cioè: ma come, siamo nel 1994, c’è già una convenzione in atto, che facciamo? E allora introduce un altro articolo, l’articolo 3 concernente "Disposizioni transitorie", in cui dice che "le convenzioni già stipulate prima dell'entrata in vigore della presente legge", quindi quella stipulata nel 1987, "sono ritenute valide sino alla loro naturale scadenza". La scadenza naturale, essendo quella convenzione di 15 anni, era il 29 settembre 2002. È previsto anche che si possa adeguare questa convenzione, dove si dice: "salvo loro adeguamento da parte della Giunta regionale, sulla base delle necessità tecnico-commerciali", ma questo adeguamento è visto all’interno della naturale scadenza, che sono i 15 anni, se per caso in quei 15 anni bisogna adeguare gli impianti a necessità nuove dal punto di vista tecnico-commerciale.
La scadenza naturale della convenzione sta arrivando, noi ci saremmo aspettati che l’Assessore si presentasse in commissione con una proposta di delibera, per redigere una gara pubblica d’appalto, poi le modalità erano da vedere, ma comunque una gara pubblica! Invece l’Assessore si presenta con un’altra proposta: e quale situazione si prospetta con questa delibera? Si prospetta il rinnovo della convenzione già stipulata, a partire dalla fine della precedente convenzione, alla stessa società, senza passare da apposita gara come dice la legge, proprio in disprezzo di quanto dice l’articolo 3 della legge regionale; e lo fa con motivazioni che non capiamo! Fra l’altro, oggi, l’Assessore non le ha neanche riportate, ma noi, in commissione, avevamo posto il problema, avevamo chiesto anche delle motivazioni all’Ufficio legislativo, ma anche quelle motivazioni ci paiono alquanto "arzigogolate", (per usare un termine molto asettico), tant’è vero che dopo tre pagine contenenti i pareri, si conclude con delle espressioni che sono di difficile interpretazione.
Ne do lettura: "In conclusione può dirsi che con le precisazioni in ordine al carattere accessorio e alla non incidenza del rinnovo su elementi essenziali della convenzione, la scelta ipotizzata sia legittimamente configurabile, tenuto conto dell’interesse pubblico, nonché delle ampie motivazioni tecniche e finanziarie addotte dalla Giunta regionale, a supporto della scelta di rinnovo nella proposta di deliberazione al Consiglio".
Qui si mette l’accento sul fatto che l’interesse pubblico e le ampie motivazioni tecniche e finanziarie consentono di agire in deroga alla legge. Allora lei mi deve spiegare dove, come e quando esiste un interesse pubblico! Io pensavo che l’interesse pubblico fosse qualcosa di veramente grosso, che coinvolge l’interesse pubblico di tanti, tale da giustificare che si andasse contro la legge.
Credo che anche l’intervento del rispetto dell’interesse pubblico sia regolamentato, indicato: ad esempio, nel momento in cui c’è stata la calamità dell’alluvione, l’interesse pubblico certo che chiedeva di agire in un certo modo; nel momento in cui si è verificato l’episodio della "mucca pazza" in tutta Europa e poi anche da noi, lì c’era un interesse pubblico chiaro. Ma, qui, lei deve spiegare qual è l’interesse pubblico che obbliga ad attribuire alla stessa società, a rinnovare la convenzione senza passare attraverso una gara di evidenza pubblica!
A mio avviso, non ci sono elementi in base ai quali si decide di rinnovare una convenzione ad una società, convenzione il cui costo per la Regione è di circa 1.700 milioni all’anno. Si decide di stanziare inoltre altri 5,5 miliardi nell’arco di 3 anni all’attuale impresa ISECO, per contribuire fino al 70 percento delle spese di ammodernamento degli impianti.
Questa decisione, a nostro avviso, non solo è contraria alla legge, come prima ho cercato di argomentare, e ad ogni regola di trasparenza nell’uso del denaro pubblico, ma non si basa su nessuna valutazione della redditività dell'impresa! La convenzione dà per scontato che la gestione di tale centro sia passiva; che sia passiva lo ha ripetuto anche lei, Assessore, in commissione portando varie motivazioni, fra cui quella che si tratta di una produzione a ciclo discontinuo.
Ricordo che la scelta di lavorare il siero con questa impresa costa alla Regione già 1.700 milioni, più 1 miliardo per il trasporto, quindi quasi 3 miliardi all’anno. Altrove, lei lo ha detto in commissione, Assessore, si realizza invece un'attività redditizia che produce valore aggiunto. Perché non si può studiare una soluzione analoga anche nella nostra regione?
L’Assessore ha valutato positivamente la soluzione adottata nel Trentino, in cui un consorzio di cooperative gestisce un centro analogo con burrificio annesso. L’ha valutata "una proposta interessante", ma ha concluso che era meglio aspettare prima di attivarla, senza tuttavia fornire ulteriori precisazioni.
Ora mi chiedo perché occorra aspettare almeno 9 anni per prendere in considerazione questa proposta, nel senso che rinnovando questa convenzione per altri 9 anni, il possibile studio di una proposta alternativa viene rinviato di altri 9 anni.
Assessore, credo che l’interesse pubblico avrebbe richiesto che si cominciasse prima a studiare altre soluzioni, in modo da poter arrivare alla conclusione della convenzione con altre proposte, non con il rinnovo di questa convenzione! Qui, invece, si decide di continuare nella strada intrapresa, rafforzandola con ulteriori rinnovi e con ulteriori finanziamenti! Questa delibera per il nostro gruppo è illegittima e la cosa più grave, secondo me, è che a decidere l'illegittimità di questo atto è lo stesso Consiglio, che è deputato a garantire la legittimità. Questo stesso Consiglio sta compiendo un atto gravemente illegittimo, Assessore!
Président La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Assessore, noi abbiamo un punto in comune su questa delibera, ed è sicuramente il plauso per quella che è l’attività sostanziale che l’ISECO svolge. Penso che questo sia fuori di discussione, anche perché è una società che molti di noi - forse a malapena - conoscevano, proprio perché è una società che ha operato nell’ambito della convenzione senza finire sulle cronache per quei motivi molte volte più di tipo politico che di tipo operativo. Qui si fermano i nostri punti in comune.
Visto che stiamo per deliberare un atto amministrativo dai riflessi economici non indifferenti, abbiamo cercato in tutti i modi di farle capire in commissione come su questa materia sarebbe stato opportuno procedere con maggiori cautele. Dobbiamo dire che lei ultimante è forse l’Assessore più spericolato della Giunta, nel senso che ha acquisito una capacità che contraddice un po' con lo spirito della montagna, che lei dovrebbe rappresentare, il passo lento e ponderato, e abbiamo visto come su altri provvedimenti le sue certezze abbiano dovuto infrangersi contro altre certezze che hanno obbligato il suo Assessorato a fare dei passi indietro.
Vorrei evidenziare allora come - pur di fronte a quella che è la condizione dell’opera svolta da ISECO fino ad oggi, diventi pericoloso continuare a portare avanti, come se il tempo si fosse fermato, il rinnovo di una logica che è data 15 anni addietro! Innanzitutto auspichiamo che anche questa Regione, prima o poi, possa uscire da quell'ottica di tipo "assistenziale" che va a connotare la stragrande maggioranza delle iniziative economiche, imprenditoriali o pseudo-tali, perché 15 anni fa si era partiti dal principio del presupposto che questa iniziativa fosse un'iniziativa a perdere in termini economici. In considerazione di questo fatto, la Regione mise in piedi una convenzione onerosa, nel senso che il privato gestiva lo stabilimento e percepiva un rimborso dei costi che a fine esercizio avrebbero portato il bilancio in perdita? Siamo sicuri, Assessore, che 15 anni dopo la realtà sia questa? Noi abbiamo qualche dubbio e l’Assessore non ci ha dato certezze diverse rispetto a quanto andiamo a sostenere, perché il dato che è stato citato del Trentino dimostrerebbe - semmai - il contrario. Dimostrerebbe che le cooperative consorziatesi fra di loro riescono a gestire lo smaltimento, il recupero e la commercializzazione del siero con un margine se non di utile, quanto meno con un equilibrio finanziario che impedisca la perdita a bilancio.
La delibera peraltro rinnova una convenzione datata, come abbiamo detto, alle identiche condizioni contrattuali, perché questo è scritto in delibera, ma nel rinnovare la convenzione innova la convenzione stessa, perché leggendo attentamente la delibera si capisce che la linea di produzione, smaltimento e riciclo del siero, che fino adesso produceva un prodotto di uso mangime per animali, dunque con basso valore aggiunto, viene affiancata da un’altra linea che produrrà un prodotto ad uso alimentare e con un maggior valore aggiunto, ed è un prodotto che è base corrente di tutti i prodotti di pasticceria.
Già questa considerazione ci porta a dire che le identiche condizioni contrattuali sono quanto meno da dimostrare, perché nella convenzione che qui si va a rinnovare - e nel relativo allegato - si dicevano alcune cose che motivavano il perché la Regione riconoscesse la cifra di 1.700 milioni alla gestione dello stabilimento, in quanto questa cifra era definita come corrispettivo degli oneri di gestione. Gli oneri di gestione erano costruiti in maniera precisa da analisi di tutta una serie di voci: energia elettrica, combustibile, reattivi, materiale di consumo, personale addetto, e via elencando. Da questo conteggio analitico ne derivava che il valore aggiunto del prodotto riciclato non era sufficiente a coprire i costi di gestione: da qui, l'individuazione di quella quota fissa e di quella quota a percentuale ogni tanti grammi di siero in polvere prodotto. Oggi come oggi, non sarà più così, perché sappiamo che con un maggior valore aggiunto innescato dalla seconda linea di produzione, i costi di gestione saranno diversi, saranno più bassi.
Allora la prima perplessità - e ci preoccupa non poco - Assessore, e glielo diciamo francamente come glielo abbiamo detto in commissione, è quella della cosiddetta "responsabilità per danno erariale", perché quando il Consiglio regionale va ad approvare una convenzione che stabilisce che c’è un contributo di gestione per riportare in equilibrio la gestione di quello stabilimento, se domani, da un'analisi dei conti, emerge che il nostro contributo di gestione è superiore al deficit di produzione, è evidente che viene meno il principio sul quale si imposta tutto l’atto amministrativo. Su questo scoglio, Assessore, che non è uno scoglio di poco conto, le risposte non sono giunte. Quello che ci preoccupa è che in questo caso c’era tutto il tempo per arrivare a queste risposte, in quanto la delibera che adottiamo va a rinnovare una convenzione che scade il 29 settembre 2002; c'era dunque tutto il tempo per fare un minimo di analisi seria, come era stata fatta all’atto della prima convenzione. Questo è il primo grosso elemento di perplessità sull'impostazione finanziaria, contabile, di questa delibera.
Altri elementi si aggiungono. Uno è stato già citato, ma vale la pena di riepilogarlo con alcuni ulteriori dettagli, ed è la procedura che avete seguito: avete seguito la procedura di andare al rinnovo di questa convenzione. Dicevamo, nel corso del pomeriggio, come spesso ci siano delle leggi regionali che vengono dimenticate, per il semplice fatto che vengono disattese. La legge n. 10/1994 è una legge che è stata costruita sullo stabilimento di Saint-Marcel, nel senso che regolamenta solo la gestione di quello stabilimento.
Cosa dice quella legge? Sostanzialmente poche cose, ma chiare. All’articolo 1, individua le finalità dello stabilimento, di proprietà regionale, di Saint-Marcel e, all’articolo 2, dice quali sono le modalità di intervento e di gestione per la funzionalità dello stabilimento stesso, precisando altresì che l’Amministrazione regionale provvede, tramite apposita gara, a stipulare specifici contratti con imprese in possesso dei requisiti di idoneità ai sensi della vigente normativa, eccetera. Infatti la gestione di questo stabilimento avviene attraverso l’attivazione di due convenzioni: una, quella per cui stiamo discutendo, di gestione dello stabilimento vero e proprio; un’altra, per il trasporto e lo stoccaggio in stabilimento del siero prelevato dai caseifici.
L’articolo 3 è titolato "Disposizioni transitorie", perché il legislatore del 1994 si è reso conto che esisteva già una convenzione e che in qualche misura bisognava andare a ragionare concretamente su quella che era la gestione esistente; convenzione, fra l’altro, atipicamente lunga, 15 anni! E allora nelle disposizioni transitorie si legge che le convenzioni già stipulate prima dell'entrata in vigore della presente legge sono ritenute valide sino alla loro naturale scadenza, perciò lascia intendere che non è ipotizzabile di andare a rinnovare oltre alla naturale scadenza le convenzioni in essere.
Fa poi un ulteriore inciso, dicendo che queste convenzioni possono essere adeguate da parte della Giunta sulla base delle necessità tecnico-commerciali e tenuto conto della normativa vigente. La disposizione transitoria precisa che rimangono valide le convenzioni in essere fino alla naturale scadenza, e che possono essere adeguate alle norme vigenti.
Ora, l’atto amministrativo che dovremmo votare, fa sì che le disposizioni transitorie diventino il "modus" con cui si opera e si gestisce il Caseificio di Saint-Marcel. Il fatto che ciò non sia possibile è avvalorato anche dalle procedure che sono state attuate dalla Giunta per l’altro appalto, in quanto l’appalto di trasporto è stato fatto con gara pubblica. Mentre per il trasporto si è proceduto ai vari rinnovi con gara pubblica, per il secondo appalto, che insiste su questa legge, si sta procedendo con una procedura che è vietata dallo spirito della legge! E questo è il secondo aspetto, ed è un aspetto non di poco conto, perché o modifichiamo la legge, oppure ci atteniamo a quello che è lo spirito della legge stessa!
Al di là di questi aspetti di tipo amministrativo, formale, giuridico, riteniamo che ci siano anche degli aspetti sostanziali, sui quali sarebbe opportuno avere elementi di maggiore chiarezza, e anche questi in commissione non sono giunti. Abbiamo verificato che la quantità di siero lavorato è sì per il 90 percento proveniente dai caseifici valdostani, ma quel 10 percento residuo, che può essere poco in percentuale, è acquistato al di fuori dei caseifici valdostani, per consentire l’attivazione a ciclo continuo della produzione e di smaltimento di quei pochi caseifici che durante il periodo estivo, in particolare da giugno ad ottobre, non mandano gli animali in alpeggio. Per essere più chiari: lo stabilimento di Saint-Marcel lavora sei mesi a tempo pieno e in questi sei mesi viene smaltito il 90 percento del siero, che è siero valdostano.
In quei sei mesi in cui i caseifici non sono operativi, perché, essendoci l’alpeggio, la produzione viene fatta in alpeggio e non c’è necessità di smaltire il siero, e perché la lavorazione della fontina non lascia i residuati che ci sono normalmente con la lavorazione durante la stabulazione, andiamo a comprare questo siero in Piemonte e la Regione Valle d’Aosta si accolla l’onere di pagare questi 1.700 milioni per tenere in piedi uno stabilimento, che per sei mesi probabilmente per le esigenze del nostro mercato potrebbe comportare scelte e costi diversi.
Non ho la soluzione in tasca su questa riflessione, però è un dato oggettivo che con risorse della Valle d’Aosta andiamo a depurare il siero di soggetti che con la nostra regione non hanno nulla a che fare! Penso perciò che ci fossero elementi sufficienti per fare una pausa di riflessione, per darci delle risposte e per verificare se oggi, con questa nuova linea di produzione, questa attività non potesse avere una sua redditività e paradossalmente arrivare alla conseguenza che fosse l’ISECO a riconoscere all’Amministrazione regionale un canone, e non l’Amministrazione regionale a riconoscere un indennizzo all’ISECO stesso!
A convinzione di questo ragionamento cito quanto è scritto nella convenzione che andiamo a riapprovare. A pagina 16 si legge che la società concessionaria presenterà agli organi regionali un programma preventivo delle produzioni alternative - ovviamente la nuova linea di produzione di tipo alimentare è alternativa rispetto all’esistente - e dirà anche che la società concessionaria dovrà quantificare i benefici economici derivanti dalle stesse innovazioni. Qui torniamo al primo ragionamento: quali certezze l’Assessore dà ai consiglieri, ai quali chiede di esprimersi positivamente su questo disegno di legge in relazione alla documentazione di quelli che sono i costi di gestione, che con questa convenzione andiamo a ripianare?
Queste sono contraddizioni che, a nostro modo di vedere, rendono non votabile questo tipo di atto amministrativo, non tanto per la sostanza, sulla quale potremmo anche convenire, ma per le modalità e per le procedure che, in assenza di dati precisi, espongono l’intero Consiglio ad una responsabilità di tipo patrimoniale, nella quale il nostro gruppo ritiene di non dover essere coinvolto, proprio perché non ha gli elementi di valutazione sufficienti per poter fare un'analisi completa e soprattutto documentata.
Président La discussion générale est close.
La parole à l’Assesseur à l’agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.
Perrin (UV) Alcune considerazioni sulla questione legittimità, che è stata posta sia dalla Consigliera Squarzino che dal Consigliere Frassy. Ritengo che la legge del 1994 non dia indicazioni precise su quello che potrà essere il prosieguo dell’attività di questa società, ma non vorrei nemmeno entrare nel dettaglio delle questioni di legittimità, perché non è vero che questa ipotesi di rinnovo non sia stata studiata. La Giunta ha incaricato fra l’altro il dr. Venturella di andare a verificare anche da un punto di vista tecnico, ma non solo, qual era lo stato di questa società e quali erano le possibilità di proseguire senza andare ad interrompere un servizio fondamentale, perché questo è uno degli obiettivi fondamentali e a questo riguardo mi stupisco della posizione della Consigliera Squarzino, così attenta a problemi di inquinamento.
Dobbiamo ricordarci che questo impianto e la gestione corretta che è stata fatta in questo impianto hanno risolto uno dei grossi problemi di inquinamento, dovuti allo scarico del siero.
Mi pare anche di avere ampiamente illustrato quali sono state le scelte e anche la "ratio" delle scelte che sono state fatte a suo tempo, scelte che si sono dimostrate vincenti sia dal punto di vista della prevenzione dell’inquinamento, sia dal punto di vista dell'economicità degli interventi, perché sappiamo quanto sarebbe costato andare a depurare, per ogni impianto di depurazione nei relativi caseifici, tutto questo scarico. Ecco perché ritengo che una delle condizioni fondamentali per le quali è necessario non andare ad interrompere questo ciclo, sia proprio quella di garantire questo tipo di servizio.
È chiaro che l’impianto ha necessità di essere mantenuto anzitutto e di essere adeguato tecnologicamente, perché questo è un altro degli aspetti su cui si è insistito molto, e abbiamo avuto, da parte della società che ha gestito fino ad oggi l’impianto, la disponibilità ad intervenire economicamente, con il 30 percento, negli interventi di manutenzione e di aggiornamento tecnologico dell’impianto. Questo non credo sia indifferente dal punto di vista dell’interesse pubblico e dell’interesse della pubblica amministrazione, altro fattore che ritengo fondamentale.
Un altro fattore interessante poi, sempre per l’interesse pubblico, è che abbiamo di fronte una società che ha dimostrato di saper gestire questo impianto con personale qualificato; dobbiamo ricordarci che la società ha 40 persone dipendenti, persone che si sono qualificate proprio in questo settore, soprattutto nella gestione del centro, ma anche nella prestazione di servizi ai caseifici: questo è un altro fattore fondamentale, che va a motivare il rinnovo di questa convenzione che ritengo non essere assolutamente contro la legge.
D’altra parte c’è la legittimità, dichiarata dal direttore della struttura competente, che ha proposto questa delibera di Giunta e che si è consultato ampiamente. Credo che la III Commissione abbia approfondito, e la Consigliera Squarzino ha letto le risultanze del parere, che non è assolutamente un parere negativo; è un parere che dice che questa convenzione si può rinnovare e, almeno per quanto sono capace io a leggere, credo che la cosa sia evidente.
Sono convinto che la scelta sia corretta e, fra l’altro, sarà garantita da atti successivi, perché nella delibera andiamo ad approvare le opere di ampliamento e di adeguamento, ad approvare il rinnovo della convenzione ed allegato regolamento, ad approvare il fatto che ISECO intervenga con il 30 percento come condizione fondamentale nei costi di realizzazione e dell’ammortamento dell’impianto, e andiamo a subordinare il rinnovo della convenzione all’adempimento da parte della ditta ISECO delle condizioni di cui in premessa, e all’approvazione del progetto esecutivo, del capitolato dettagliato di oneri concernenti i lavori, demandando ogni ulteriore onere in punto di approvazione alla Giunta regionale, con determinazione da assumersi entro il 29 settembre 2002.
Quindi non è una carta in bianco che diamo, c’è una garanzia che la Giunta, attraverso le proprie strutture, seguirà l’evoluzione di questa convenzione ed avrà la possibilità di non procedere alla convenzione se non fossero rispettate le condizioni che sono poste. Credo che questo sia un altro elemento importante, di certezza, per questo Consiglio.
Per quanto riguarda le affermazioni del Consigliere Frassy, relativamente ad un maggiore valore aggiunto in seguito all’ammodernamento di questo impianto, sono state fatte, anche in questo senso, delle valutazioni, presunte chiaramente, perché non possono essere delle valutazioni definitive; è indicato un maggior ricavo presunto in circa 500 milioni annui, ma ci sono anche maggiori costi - visto che l’impianto viene ampliato - che si aggirano sui 400 milioni.
Dobbiamo comunque considerare che con l’intervento del 30 percento nell’ammodernamento della struttura, ISECO interviene finanziariamente e non è ipotizzabile che questi 2,3 miliardi che la società stessa andrà a investire, siano suddivisi nei 9 anni, perché avremo almeno 2-3 anni prima che il tutto entri in funzione e quindi che anche la linea della polvere di siero ad uso alimentare sia effettiva e possa dare questo valore aggiunto, come sostiene il Consigliere Frassy. Sono dei dati presunti, però dei dati indicativi, quindi non siamo al buio, sappiamo a cosa andiamo incontro. Questi sono degli elementi oggettivi di valutazione, messi a disposizione dei consiglieri, per una valutazione serena di quello che oggi andiamo ad approvare.
Con questa breve replica si vuole dimostrare, assodata la legittimità dell’atto che è stato avallato da uffici a ciò preposti, che c'è un pubblico interesse per l’Amministrazione, che poi, in sostanza, va "a giustificare", fra virgolette, il rinnovo di tale convenzione.
Si dà atto che, dalle ore 19,21, presiede il Vicepresidente Lattanzi.
Presidente La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per dichiarazione di voto.
Squarzino (PVA-cU) Assessore, non mi ha convinto. Vorrei sottolineare due aspetti. Il primo, dal punto di vista tecnico non abbiamo messo in dubbio la necessità di un centro trattamento siero, e non abbiamo neanche messo in dubbio che l’esperto nominato dalla Giunta non sia un esperto capace di affrontare problemi di tipo tecnico. Non è su questo piano che abbiamo incentrato le nostre osservazioni. Il contendere non è, ripeto, sulla necessità di un impianto che preveda il trattamento siero, e nemmeno sul fatto che questa è un'opportunità che limita l’inquinamento ambientale. Non mettiamo in discussione questo, mettiamo in discussione il "non rispetto" della legge. E non condividiamo nemmeno le motivazioni che lei ha apportato, Assessore: lei ha detto che l'Iseco è una società che ha saputo gestire bene; ma allora, se questo è il criterio in base al quale affrontiamo tutti i problemi della gestione dei servizi pubblici, ogni volta che un'impresa vince l’appalto per un servizio pubblico e lo gestisce bene, ha la sicurezza automatica di vedere il proprio contratto rinnovato, di volta in volta, a vita. Ma questo in altri servizi non avviene: né nei servizi di trasporto pubblico, né nei servizi sociali, e via dicendo.
Se questa società sa gestire bene, come io credo, il centro avrà anche i requisiti migliori per presentarsi ad una gara pubblica e vincerla! Questo è il concetto! Qui, invece, non consentendo a questa società di dimostrare i propri requisiti, è come se voi non riconosceste neanche che questa è così capace da superare le altre concorrenti in una gara di appalto. Ripeto, non entriamo nel merito dell'importanza di questa lavorazione, ma continuiamo a ripetere che questa delibera è un atto illegittimo.
Presidente Pongo in votazione la delibera in oggetto:
Consiglieri presenti e votanti: 28
Favorevoli: 22
Contrari: 6
Il Consiglio approva.
Si dà atto che il Consigliere Martin non partecipa alla votazione in oggetto.