Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 908 del 20 ottobre 1999 - Resoconto

OGGETTO N. 908/XI Intendimenti per il rilancio della Casa da Gioco di Saint-Vincent. (Interpellanza)

Interpellanza Premesso

- che in sede di audizione con la IV Commissione consiliare 'Sviluppo economico' il Presidente del Comitato della Gestione Straordinaria regionale, illustrando il quadro complessivo della casa da gioco valdostana, ha affermato che "il Casinò di Saint-Vincent va benino, ma potrebbe andare meglio";

- che dai dati riepilogativi sui proventi dei casinò italiani, forniti ai componenti della IV Commissione dallo stesso Presidente del Comitato di gestione, si rileva che la quota di mercato della casa da gioco valdostana si è sensibilmente ridotta negli ultimi quattro anni, passando dal 37,8 percento del 1995 al 34,9 percento del 1998 e al 33,9 percento del 1999 (questo dato è ovviamente ancora parziale);

- che anche i giochi francesi, unanimemente riconosciuti quale 'nicchia' di mercato del Casinò di Saint-Vincent, sono diminuiti dal 35 percento del 1995 al 33,4 percento del 1998 e, anche se parziale, al 31,7 percento del 1999;

- che secondo quanto espresso dal Presidente del Comitato di gestione, "il disciplinare approvato dal Consiglio regionale è un vestito stretto per poter rispondere adeguatamente alle esigenze di un mercato del gioco molto aggressivo" e che, nonostante la legge regionale 13/1999 e i provvedimenti collegati, "sarà difficile chiudere il bilancio a pareggio";

- che nel corso dell’audizione è emersa la carenza di un indirizzo strategico da parte della Regione per il rilancio della casa da gioco valdostana;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per sapere:

1) quali considerazioni esprime sui dati consegnati dal Presidente del Comitato di Gestione e, in particolare, sulla compressione della quota di mercato afferente al casinò di Saint-Vincent;

2) se pensa di definire un piano strategico di rilancio della Casa da gioco e, in caso affermativo, e quando pensa di sottoporlo all’esame del Consiglio regionale;

3) se il progetto Casinò 2000, pensato e illustrato con enfasi qualche anno fa, ha ancora una qualche valenza oppure se ritiene che sia superato e quindi degno di essere archiviato;

4) se l’ipotesi di costruire una seconda casa da gioco, palesata qualche mese fa, è ancora praticabile.

F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi

PresidenteLa parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (FI)Recentemente la IV Commissione ha avuto l'onore di incontrare il triumvirato, ovvero il Comitato di gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent. In quest'incontro abbiamo avuto il piacere di conoscere i due commissari aggiunti al già Commissario Arrigoni, con i quali è stato fatto il punto della situazione della Casa da gioco di Saint-Vincent.

Quest'interpellanza riassume alcuni passaggi significativi di quest'incontro, in particolare passaggi che si riferiscono alla situazione che è stata ereditata dal triumvirato in seguito a una gestione commissariale di 5 anni.

Durante la riunione è stato consegnato a tutti i commissari un tabulato redatto da loro, quindi penso che sui dati non ci sia più discordanza, com'è accaduto negli anni scorsi quando io arrivavo con dei dati e il Presidente me ne contestava la veridicità, qui arrivano direttamente da una fonte originaria, dai quali dati si evince che i proventi di gioco e il flusso di clienti che frequentano la casa da gioco evidenzia delle forti compressioni rispetto al passato.

La sensazione personale è che il commissario abbia evidenziato una sostanziale impotenza di carattere decisionale a fronte di quelle che dovevano essere delle scelte strategiche di rilancio per la casa da gioco, una sorta d'impotenza che deriva in primo luogo dal fatto che comunque è la Regione a dover individuare le linee strategiche della casa da gioco, e in secondo luogo dal fatto che la riconfigurazione normativa che è stata recentemente fatta dal Consiglio Valle, quindi l'istituzione del triumvirato, il disciplinare, lo statuto, annessi e connessi, costituiscono a suo dire - qui l'ho riportato virgolettato - un "vestito stretto" per poter rispondere adeguatamente alle esigenze di un mercato del gioco che è diventato particolarmente aggressivo. E quando si parlava del mercato del gioco, si faceva riferimento non squisitamente ai quattro casinò italiani, ma anche all'espansione notevole che hanno avuto le slot-machines non solo nei casinò, ma anche a livello di bar e di esercizi pubblici.

Con quest'interpellanza, oltre ad un commento che è richiesto nel primo quesito da parte del Presidente della Giunta e quindi della Giunta alle affermazioni fatte dal commissario, penso che il Presidente sia in possesso del resoconto di quella riunione, vorremmo sapere cosa ne è della strategia di rilancio più volte annunciata e più volte cercata della Casa da gioco di Saint-Vincent.

Nei tre quesiti successivi si chiede: se un piano strategico esiste e in caso affermativo quando verrà proposto all'esame del Consiglio; se il progetto Casinò 2000 ha ancora una valenza, e qui faccio una piccola parentesi: il Presidente si ricorderà, c'è stata un'interpellanza specifica sul Casinò 2000 e sull'ipotesi di costruire una seconda casa da gioco, dove abbiamo chiesto dei chiarimenti, delle conferme o delle smentite su articoli di stampa che erano apparsi nei mesi scorsi.

Quindi chiediamo se questi due progetti, il Casinò 2000 di cui abbiamo visto un bel cortometraggio qualche anno fa, un cortometraggio che tradotto in soldoni, se realizzato, avrebbe visto un impegno finanziario di circa 100 miliardi da parte della Regione, e l'ipotesi di costruire una seconda casa da gioco, abbiano una qualche valenza, cioè siano praticabili.

Però, tornando a domanda originaria, si chiede se esiste e se si pensa di adottare un piano strategico per una casa che sta soffrendo in maniera pesante della concorrenza di altre case da gioco, e non solo, ma del mercato da gioco in generale, in quanto anche le varie scommesse, i vari superenalotto, totocalcio, totogoal, tutta questa concorrenza che fa lo Stato alle case da gioco sta ledendo gli spazi di mercati del casinò.

Tuttavia il Casinò di Saint-Vincent ha il diritto di reagire a questa situazione, visto che la parte politica ha una funzione importante, specie per quanto riguarda le scelte strategiche: questa interpellanza vuole porre l'accento su questo punto!

PresidenteLa parola al Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV)Nous avons des objectifs communs, à savoir relancer l'activité de la Maison de jeu de Saint-Vincent; nous avons aussi des données communes, donc pour une fois nous pouvons examiner ces données, exception faite pour une petite rectification. Quand on fait référence aux quote-part de marché pour ce qui est des jeux français l'on indique 31,7 pour cent; les données officielles font état de 32 pour cent. Il n'y a pas une grande modification, la tendance étant celle que M. Tibaldi vient de présenter.

Il n'y a plus de commissaire, mais il y a un président du comité de gestion; quant à la prétendue impuissance de ce même comité, il remplit les fonctions qui lui sont attribuées, à savoir des fonctions de nature gestionnaire, étant donné - je pense que nous sommes tous d'accord - que les choix stratégiques reviennent à cette Assemblée et que ce n'est donc pas le comité de gestion qui doit décider quant aux choix stratégiques. Il doit donner exécution aux choix défini par l'Administration régionale.

Toutes les maisons de jeu italiennes, et pas seulement le Casino de Saint-Vincent, ont connu une baisse de leurs recettes pour plusieurs raisons. Les ressources disponibles sur ce marché ont sensiblement diminué à cause de la conjoncture économique défavorable, mais à cause aussi de la diffusion des nouveaux jeux, tel le Superenalotto, qui distribue des lots multimilliardaires, ainsi que de l'installation partout en Italie des machines à sous et d'autres jeux dans nombre de locaux publics; on compte 13.000 bars ou cafés où ces machines à sous sont installées.

Il faut ajouter la concurrence des casinos étrangers situés juste au-delà de nos frontières, et pour ce qui est notamment de la Maison de jeu de Saint-Vincent, les conséquences d'une situation économiques défavorables du nord-ouest.

Seul le casino de Venise enregistre une augmentation des clients et des recettes, bien que celle-ci concerne uniquement le secteur des machines à sous, et cela s'explique par deux facteurs strictement interdépendants: d'une part, la guerre des Balkans, qui a poussé la clientèle italienne, notamment des casinos slovènes et croates, même si la guerre était ailleurs, à déserter temporairement ces établissements; d'autre part, l'ouverture au mois d'août dernier du Venise Casino, le premier casino italien style "Las Vegas", où le costume cravate n'est pas obligatoire et où il n'y a que des tables de jeux américains, ainsi que 370 machines à sous. Voilà les atouts de cette initiative de la maison de jeu de Venise, dont le succès à long terme reste à vérifier, compte tenu là aussi de l'évolution économique du marché de l'emploi du nord-est. Mais en tout cas Venise s'est renouvelée, mais pas seulement Venise, vu que Campione aussi est en train de suivre le même procédé, San Remo réfléchit également Saint-Vincent se voit aussi dans l'obligation de réfléchir quant à la relance des activités de la maison de jeu, concernant les investissements qui doivent être effectués.

Mais pour ce qui est de la situation du casino, les données fournies par le Comité de gestion laissent à penser que les comptes de la nouvelle gestion extraordinaire, au titre de la période allant du 1er juillet au 31 décembre 1999, pourraient approcher l'équilibre. On le vérifiera lors de la présentation du budget semestriel. Et ce, sur la base des dispositions de la loi régionale n° 13/99, ainsi qu'en vertu de l'application des nouveaux statuts de la gestion extraordinaire et du cahier des charges qui régit les rapports entre cette dernière et la Région.

Quant à l'évolution des jeux et de la fréquentation, les données actuelles font état, par rapport à la même période de l'année précédente, d'une faible diminution pour cette période, si nous considérons janvier-septembre, mais également d'une croissance, par exemple au mois de juillet. Mais là, force nous est de constater qu'il y a effectivement une baisse pour ce qui est des entrées, même si, paraît-il, cette baisse s'est stabilisée sur les 60.000 par année.

En ce qui concerne les jeux par contre, des améliorations sensibles ont été enregistrées du côté des roulettes françaises, dont les recettes ont pratiquement doublé par rapport à la même période, si l'on considère les trois premiers mois, juillet, août et septembre, de 1998.

Mais évidemment ces données ne sont que partielles, puisque le Comité de gestion n'a commencé son travail que le 1er juillet dernier. De plus, toutes les comparaisons entre les revenus de la maison de jeu avant et après l'entrée en vigueur de la loi régionale n° 13 doivent tenir compte des modifications apportées par celle-ci aux quotes-parts de la gestion extraordinaire et de la Région.

Par ailleurs, il est certain que la loi régionale n° 13, les statuts de la gestion extraordinaire et le cahier des charges constituent une modification fondamentale et ont renforcé les éléments juridiques qui caractérisent la gestion extraordinaire en tant que personne de droit privé, agissant d'une manière autonome par rapport à l'Administration régionale.

Le nouveau cadre législatif et réglementaire a défini avec plus de précision les buts, les champs d'action et le domaine d'intervention de la gestion extraordinaire. Certes, et c'est là un élément de réflexion et d'analyse, il n'en a pas modifié la nature d'outil provisoire servant à assurer le fonctionnement de la maison de jeu pendant la période nécessaire à la passation du marché pour l'attribution de la gestion définitive de celle-ci.

Ce même cadre législatif et réglementaire, et notamment le cahier des charges, peut donc dans ce sens constituer - nous partageons la remarque faite par M. Tibaldi - un habit étroit "un vestito stretto", susceptible d'entraver la pleine action du gestionnaire, qui est tenu d'?uvrer sur un marché particulier en évolution constante, tout en suivant des règles qui ne sont pas strictement dictées par ce même marché. En fait, le Comité de gestion dispose aujourd'hui de pouvoirs bien plus amples que ceux attribués au Commissaire extraordinaire par la loi n° 88. Ce comité peut donc mettre en ?uvre toutes les mesures qu'il juge nécessaires pour réaliser les finalités, les objectifs de la gestion extraordinaire et pour améliorer la situation de la maison de jeu.

C'est ainsi que des initiatives de promotion ont déjà été concrétisées, initiatives liées à la présence du Palais Saint-Vincent ou aux nouvelles modalités d'organisation des manifestations, comme par exemple "le Grolle d'Oro", parallèlement à des actions tendant à une meilleure intégration du casino dans les communautés environnantes de Saint-Vincent et de Châtillon.

Force nous est aussi de constater que l'activité de la gestion extraordinaire n'est pas uniquement influencée par ses statuts et par le cahier des charges, mais également par des facteurs extérieurs, sur lesquels je reviendrai pour les dernières questions qui ont été posées. D'une part, elle est tenue de respecter le contrat avec la SAAV, comportant pour la maison de jeu des charges, qui dans la réalité ne sont pas entièrement compensées par la pleine application de cet accord, par exemple le contentieux existant quant à l'application de l'article 20 de ce contrat.

D'autre part, le contentieux en général qui est encore ouvert avec Finoper et Sitav provoque une situation d'incertitude quant à la gestion future du casino et ne permet pas de lancer tous les programmes de développement existants, dont "Casino 2000", qui est mentionné dans l'interpellation.

Ce projet remonte à 1995 et il doit nécessairement être modifié aujourd'hui, compte tenu du temps qui s'est écoulé et des conditions ou des réponses que nous devons et voulons donner concernant les investissements.

De toute évidence, par ailleurs, ces programmes d'investissements ne peuvent être réalisés par la gestion extraordinaire, qui de par sa nature ne peut effectuer d'investissements à long terme.

Donc quelles sont les objectifs que nous voulons atteindre? Tout d'abord, nous voulons sortir de l'actuel contentieux, qui me semble une condition indispensable, vu que le problème des investissements est également lié au problème de la gestion. Donc sortir du contentieux est notre objectif prioritaire.

Ensuite nous devons réaliser la phase successive de l'attribution de la gestion définitive de la maison de jeu, ce que nous avons défini "gestione privatistica" de la maison de jeu, pour être à même de relancer ces activités par de nouveaux investissements. A cet effet, nous nous trouvons face à deux options qui ne sont pas incompatibles.

Nous sommes en train - pour reprendre une expression que nous avons utilisée ce matin au sujet de l'ENEL - de les mener parallèlement. Nous devons donner une réponse aux problèmes de l'achat des propriétés Sitav, l'objectif que depuis toujours nous nous sommes posé et qu'on peut reconduire d'une façon synthétique à "la rottura dell'accerchiamento". Nous vérifions donc si concrètement les possibilités de rachat de ces propriétés existent, et en fonction de la réponse, positive ou négative, nous mesurons l'ampleur des investissements et en définirons la portée.

En même temps, compte tenu de l'expérience de Venise et de Campione, nous voulons construire un nouveau casino. C'est une option que nous sommes en train de considérer.

Notre objectif est celui d'utiliser la période restante de l'année 1999 pour réunir tous les éléments nécessaires, notamment pour l'achat des propriétés Sitav, et pouvoir, ainsi sur la base de ces données, présenter nos options définitives: sortir du contentieux, promouvoir la gestion définitive de la maison de jeu et faire démarrer le programme d'investissements nécessaires pour relancer l'activité de Saint-Vincent.

PresidenteLa parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (FI)Mi aspettavo sinceramente alcune risposte più puntuali sui punti successivi; non so se devo ritenerle riassunte nel discorso globale che ha fatto il Presidente, perché i quesiti 2, 3 e 4 hanno una loro funzione specifica nell'equilibrio di quest'interpellanza, e mi pare di aver capito che non è venuta alcuna risposta puntuale su questi punti.

Se mi devo accontentare della porzione di risposta che è stata fornita adesso dal Presidente, devo dire che ho sentito affermazioni già fatte da lui in quest'aula.

Siamo concordi che stiamo attraversando un fenomeno congiunturale sfavorevole per il gioco d'azzardo, in particolare per le case da gioco, però non possiamo continuare a lamentarci e a piangere su noi stessi, perché questo fenomeno congiunturale sfavorevole esiste da diversi anni e sta producendo effetti che sono stati sintetizzati nel prospetto consegnato ai commissari della IV Commissione che sono lampanti! Se sia il 31,7 percento o il 32 percento, questo 0,3 di differenza poco importa, però sta di fatto che Saint-Vincent ha sempre avuto come fiore all'occhiello i giochi tradizionali, oggi stiamo assistendo ad una paurosa compressione dei giochi francesi a livello di mercato.

È vero che ci sono 13mila esercizi pubblici o bar che dir si voglia, che hanno installato macchinette e slot machines; è altrettanto vero che il gioco d'azzardo promosso e gestito dallo Stato è invadente e restringe gli spazi di esistenza anche delle case da gioco, però è altrettanto vero che il fenomeno "crollo dei giochi francesi" non può essere assolutamente sottovalutato! Quindi non mi limiterei, Presidente, a dire: "mal comune mezzo gaudio!". Tutt'altro!

Questi dati sono l'ennesimo campanello d'allarme perché da 6 anni a questa parte, e chi è in IV Commissione lo ha vissuto in diretta, la casa da gioco rispetto alla quota di mercato del 40 percento detenuta dall'ex Sitav, oggi, nel mercato dei giochi francesi, è stretta al 32 percento, per prendere il dato del Presidente, anche se il nostro tabulato riporta il 31,7 percento. Però ripeto non è lo 0,3 che fa la differenza!

Il contenzioso è l'altro grande elemento di disturbo. Siamo consapevoli che il contenzioso con Finoper o con le società del gruppo Léfebvre sia un grande elemento di disturbo, però bisogna anche verificare, e forse avremmo già potuto verificare o lo verificheremo a breve, se questo disturbo è giuridicamente fondato oppure no, perché abbiamo sempre sostenuto, o perlomeno abbiamo sostenuto in maniera molto chiara, che un certo disturbo se l'è anche autoalimentato la Regione con delle delibere che erano illegittime, perché comunque sono state censurate dalla giustizia amministrativa.

Se questi sono i due fenomeni che per l'ennesima volta in quest'aula vengono portati dal Presidente come fenomeni impedenti di un rilancio immediato della casa da gioco, dobbiamo anche fare alcune riflessioni su altri aspetti. Primo, che la provvisorietà non può equivalere a immobilismo. Se questa è la provvisorietà, e questo è lo spirito della legge n. 88/93, poi rivista e riaggiornata con la legge n. 13/99 che ha istituito il Comitato di gestione, provvisorietà che poi di privatistico ha ben poco per non dire niente, non possiamo far coincidere questo periodo con l'immobilismo, cioè con l'assenza di scelte strategiche!

È vero che sono stati leggermente ampliati i poteri di coloro che si occupano della gestione della casa da gioco, però è altrettanto vero che questo ampliamento è necessariamente ridotto e comunque le iniziative spaziano a livello di manifestazioni, di realizzazione di un palatenda, di manifestazioni più o meno significative.

Noi pensiamo che la casa da gioco abbia bisogno di rilancio anche in termini d'investimenti. Allora proviamo anche qui a importare degli esempi che sono stati agli onori della cronaca ultimamente: Venezia, che ha lanciato una seconda casa da gioco con un notevole successo, soprattutto in un primo momento, adesso conserva comunque un discreto andamento gestionale; Campione, che ha rinnovato completamente la sua struttura ludica.

C'è Saint-Vincent, invece, che vive in maniera un po' passiva, da spettatore, l'evoluzione del mercato e la crescita dei suoi concorrenti. Allora, provvisorietà non può coincidere con immobilismo, anche perché le scelte strategiche non sono impedite dal contenzioso, possono essere anche rallentate o disturbate, ma questa Regione comunque rimarrà nella proprietà della casa da gioco, comunque rimarrà l'ente concedente, e quindi penso, visto che ha la titolarità di prevederle, di costruirle, di disegnarle, che non possa aspettare la chiusura di un contenzioso. Anche perché il contenzioso esisteva già nel 1995 quando venne presentato il progetto "Casinò 2000", eppure ricordo che venne presentato agli organi di stampa questo disegno, questa videocassetta, questo tabulato, e comunque era un'iniziativa che evidenziava un certo dinamismo da un punto di vista politico. Questo disegno però è rimasto nei cassetti, sarà costato anche due lire fare un progetto di quel livello, e comunque dava l'idea di un'amministrazione dinamica.

Nei mesi successivi abbiamo assistito alla proposta, non so se chiamarla "boutade", di costruire una seconda casa da gioco: fra una battuta e l'altra, a Venezia, la seconda casa da gioco è stata realizzata; noi continuiamo ad arrovellarci il cervello e ad incancrenirci su dati che sono sempre più avari o su risultati che sono sempre meno confortanti.

Quindi la controversia giudiziaria, Presidente, non può rimanere una comoda giustificazione per la Regione, per evitare di assumere iniziative che devono essere assunte, lo stesso Presidente l'ha ammesso e confermato, ma da tempo lo ammette e lo conferma: la casa da gioco ha bisogno di un piano di rilancio!

L'audizione ha rilevato l'impotenza decisionale del triumvirato in questo senso.

Chiaramente adesso alcuni passaggi che ritengo significativi, sempre citati dal dott. Arrigoni: "Indubbiamente la mancanza d'iniziative e di trasformazioni significative rallenta la capacità di aggressione sul mercato della Casa da gioco di Saint-Vincent? la Casa da gioco di Saint-Vincent ha circa, a seconda degli anni, da 250 a 300mila ingressi annuali di persone, che vengono una sola volta e poi non tornano più", e questo dato evidenzia un calo di fedeltà, cioè manca di appeal questa struttura!

E ancora "la casa da gioco soffre di una globale incertezza, che dev'essere risolta e che si traduce in "che cosa farò da grande"? rimane sempre, oggi forse con la legge regionale n. 13/99 un po' meno incerta, una dimensione di provvisorietà che prima o poi dovrà essere risolta o con un intervento legislativo piuttosto che con un intervento negoziale", non si capisce bene in che direzione voglia andare a parare, anche se si può tradurre: la Regione decida se vuole fare una struttura pubblica a tutti gli effetti oppure se vuole andare a trattativa una volta per tutte con un privato!

Direi che da un incontro colloquiale con il Comitato di gestione siano emersi elementi di profonda valutazione che quest'interpellanza serve a portare a conoscenza degli altri consiglieri che non hanno potuto partecipare ai lavori della IV Commissione. Ma la sottolineatura che ci sentiamo di fare è rivolta al Presidente, perché si esca da questo stato di immobilismo! Concludo con questo auspicio.