Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 128 del 9 novembre 1988 - Resoconto

OGGETTO N. 128/IX - INIZIATIVE PER GARANTIRE LA RAPPRESENTANZA DELLA COMUNITA' VALDOSTANA IN SENO AL PARLAMENTO EUROPEO. (Approvazione di risoluzione).

PRESIDENTE: In relazione alla richiesta formulata dai Consiglieri Aloisi, Lavoyer, Louvin, Mafrica, Pascale, Riccarand, Rusci, Stévenin e Vesan, invito il Consiglio a deliberare di procedere all'immediata discussione e alla decisione sull'argomento in oggetto, che riveste carattere di urgenza.

Do lettura della proposta di deliberazione.

IL CONSIGLIO

- ai sensi del secondo comma dell'articolo 53 del Regolamento interno del Consiglio;

DELIBERA

di procedere nell'adunanza in corso alla discussione e alla decisione sull'oggetto: "Iniziative per garantire la rappresentanza della comunità valdostana in seno al Parlamento europeo"

PRESIDENTE:Se nessuno chiede la parola, pongo in votazione la proposta di deliberazione testé letta.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 28

Votanti: 27

Favorevoli: 27

Astenuti: 1 (Gremmo)

Il Consiglio approva

PRESIDENTE: Visto l'esito della votazione, do lettura della risoluzione in oggetto e la pongo in discussione.

RISOLUZIONE

VISTI gli sviluppi del recente dibattito in cui sono intervenuti esponenti del Governo italiano e autorevoli politici circa la necessità di modificare l'attuale normativa elettorale in materia di elezione del Parlamento Europeo;

CONSIDERATO che l'attuale legge elettorale (L. 24/1/1979 n. 18, modificata dalla legge 9/4/1984 n. 61) non garantisce concretamente alla Comunità valdostana di esprimere propri eletti in seno all'Assemblea parlamentare europea;

RICORDATO che l'art. 47 dello Statuto speciale prevede la riserva di un rappresentante della Valle d'Aosta, considerata come circoscrizione elettorale uninominale, in seno a ciascun ramo del Parlamento nazionale;

AVUTA NOTIZIA del prossimo inizio della discussione della nuova normativa elettorale da parte della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati;

SOTTOLINEATA l'importanza storica del ruolo che il Parlamento europeo eletto il prossimo anno è chiamato a svolgere nel quadro del processo di integrazione europea, processo a cui la Valle d'Aosta, Regione bilingue e di frontiera, sente di dover dare il proprio contributo costruttivo;

INVITA

la Commissione Affari Costituzionali della Camera a prendere in seria considerazione la possibilità di inserire, nel quadro delle modifiche che essa riterrà opportuno elaborare all'attuale normativa per l'elezione del Parlamento Europeo, la costituzione di una circoscrizione elettorale uninominale per la Regione Valle d'Aosta ovvero analoghe soluzioni atte a conseguire identiche finalità;

IMPEGNA

il Presidente della Giunta regionale e tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio regionale a promuovere ogni iniziativa utile in vista del riconoscimento e dell'attuazione del diritto della comunità valdostana ad ottenere un proprio rappresentante all'interno del Parlamento europeo in vista delle consultazioni elettorali del mese di Giugno 1989;

DA MANDATO

al Presidente del Consiglio regionale di inoltrare immediatamente la presente risoluzione agli organi interessati alla procedura di revisione dell'attuale normativa elettorale.

PRESIDENTE:Per buona conoscenza del Consiglio do notizia che nel pomeriggio di oggi si riunisce la Commissione parlamentare "Affari Costituzionali" in previsione della discussione sulle modifiche da apportare all'attuale normativa elettorale in materia di elezione del Parlamento europeo.

Ha chiesto la parola il Consigliere Louvin; ne ha facoltà.

LOUVIN (U.V.):Très brièvement, juste pour introduire l'argument et pour souligner l'importance de cet ordre du jour qui a été présenté et signé presque par tous les chefs de groupe présents dans ce Conseil.

Nous connaissons tous les précédents de 1979 et 1984, les différentes interventions politiques et des organes institutionnels de la Région tendant à obtenir la création d'un collège électoral uninominal pour les élections européennes et visant, donc, à assurer, au sein du Parlement de Strasbourg, une représentance de la communauté valdôtaine.

La loi électorale de 79, modifiée en 84, ne nous assure pas, tout en prévoyant certains mécanismes qui portent leur attention sur l’existence des communautés d'expression non-italienne (donc des minorités linguistiques comme celle slovène, sud-tirolienne et valdôtaine), la possibilité d'avoir des élus au sein de l'Assemblée Parlementaire de Strasbourg. C'est pour cette raison que, d'abord, au moment de la formation de la majorité qui a porté à l'élection du Gouvernement régional, ce problème a été évoqué pour souligner l'importance d'obtenir la garantie d'un représentant au sein du Parlement européen. Mais il me paraît que à ce moment l'argument dépasse longuement le clivage qui peut exister entre majorité et opposition. C'est donc dans ce sens que j'interprète l'adhésion à cette initiative de certains chefs de groupe de l'opposition.

Cette initiative tend simplement à souligner l'importance de la liaison qui doit se créer d'un point de vue institutionnel entre la Vallée d'Aoste et la Communauté Economique Européenne (et donc avec le Parlement de Strasbourg) et l'importance d'obtenir, en vue surtout de l'année 1993, un représentant dans l'Assemblée Parlementaire Européenne.

Le contenu de cet ordre du jour est extrêmement simple et synthétique car il rappelle l'opportunité de l'institution d'un collège uninominal ou de la recherche d'autres solutions alternatives qui permettent d'obtenir, vis-à-vis de la communauté valdôtaine, exactement ce même résultat.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Gremmo; ne ha facoltà.

GREMMO (U.A.P.):Signor Presidente e signori colleghi, io non ho firmato questa risoluzione perché, al di là dell'indubbio valore che ha nel richiamare l'attenzione del Consiglio regionale e dell'opinione pubblica sull'infausta legge elettorale per il Parlamento europeo, ritengo che essa contenga da un lato sicuramente una buona dose di ingenuità politica e di mal riposta fiducia nelle forze politiche romane e, dall'altro lato, ponga in termini non del tutto centrati il problema che sta a cuore a tutti quanti, cioè il fatto di avere una rappresentanza valdostana al Parlamento europeo.

Sul fatto che l'attuale legge per il Parlamento europeo sia una tra le più sbagliate dal punto di vista dei meccanismi credo che non ci siano dubbi. Ricordo in proposito che essa è stata votata in quindici giorni, sotto la spinta delle elezioni del 1979. In essa si prevede, ad esempio, che per la presentazione di una nuova lista non presente in Parlamento si debbano raccogliere 35.000 firme in una delle cinque attuali circoscrizioni dello Stato italiano, almeno una decima parte delle quali deve però essere raccolta in ognuna delle varie regioni che la compongono. Per la Valle d'Aosta ciò corrisponderebbe ad una raccolta di 3.500 firme, cosa che, per una forza nuova, sarebbe un'impresa molto difficile, anche se non impossibile. Ho citato questo dato, ma posso ricordare che lo stesso meccanismo di considerare mega-circoscrizioni elettorali 4 Regioni, indubbiamente penalizza la possibilità di avere dei rappresentanti che poi siano l'effettiva espressione di comunità e non di partiti.

Credo, quindi, che da parte mia non vi siano dubbi sulla critica all'attuale legge elettorale; mentre vi sono dei dubbi sul fatto che ci si vada ad illudere, noi per primi e poi evidentemente anche l'opinione pubblica, sul fatto che il Parlamento di Roma, che da sempre ha dimostrato di essere orientato in una direzione sicuramente ostile alla nostra comunità, vada poi a portare a buon fine un documento di questo tipo.

Se mi permettete, ora io comincio ad essere un pochino stufo di continuare a credere nella possibilità della buona volontà di altri, che è fondata sulla nostra base di essere buoni. A questo punto non mi sento di pensare, credere ed illudermi ancora una volta che possa avere buon ascolto un documento di questo tipo; non mi sento di sottoscrivere questa speranza, "cet espoir", proprio perché non sono tanto convinto che a questo punto le speranze possano avere buona accoglienza.

Ha fatto bene l'amico Consigliere Louvin a richiamare la mancanza, finora, di una rappresentanza valdostana al Parlamento europeo. Ha ricordato varie esperienze, ma pur tralasciando di entrare nel merito di queste esperienze, che sicuramente non sono state edificanti, io non penso che sia il momento di seguire delle scorciatoie per risolvere il problema; ritengo invece che ci sia una possibilità molto più praticabile nella direzione che ci interessa. Secondo me, come avevo già detto in altre occasioni e per altre tematiche, essa è individuabile nella possibilità di coinvolgere, rispetto all'esigenza della Valle d'Aosta, le forze che nel resto dello Stato italiano credono all'autonomia.

Io sono più certo che la Valle d'Aosta potrà avere un suo rappresentante al Parlamento europeo se riuscirà a spiegare che il discorso dell'autonomia non è legato a situazioni di particolarismo, ma coinvolge gli interessi dei grandi popoli dell'arco alpino, prima di tutto, e poi dei grandi popoli della pianura padana e dei grandi popoli che oggi sono schiacciati nella loro identità, nei loro bisogni e nelle loro necessità. Secondo me, non è con gli "escamotages" giuridici che si risolve un problema politico di grande respiro, che può essere incentrato nell'assunto: la Valle d'Aosta avrà un suo rappresentante al Parlamento europeo perché gode dell'appoggio, della solidarietà e del comune cammino di altri popoli che numericamente sono più forti. Questa, secondo me, è la sola strada percorribile.

Al di là pertanto di questa risoluzione, dal votare la quale io mi asterrò, credo che il vero problema politico sia quello di portare, ognuno nel suo partito o nell'ambito delle forze in cui si muove, il dibattito sulle autonomie e sul federalismo in altre sedi, fuori, anche oltre Pont-Saint-Martin. Chi è in un partito stato-nazionale può tentare di farlo, ma secondo me non ci riuscirà, mentre le forze autonomistiche e regionalistiche devono avere l'intelligenza di capire che solo con un discorso di correlazione con le forze autonomistiche presenti oltre Pont-Saint-Martin la Valle d'Aosta potrà avere un suo rappresentante. Non è certamente illudendosi ancora una volta che Roma faccia un "cadeau" che si può arrivare a perseguire questo obiettivo; invece la Valle d'Aosta potrà essere garantita solo innescando un meccanismo di alterità politica e, quando è il momento, anche di alterità rispetto ai meccanismi che si muovono oggi a livello romano.

Per questo motivo, pur comprendendo le ragioni che hanno spinto altri a muoversi adesso, cosa che secondo me è piuttosto prematura, e ripetendo che ravviso una grande dose di ingenuità in questo continuare a sperare e a dare cambiali in bianco da firmare a Roma, non intendo associarmi ad esse e desidero comunque rimanere fuori da iniziative che, secondo me, non entrano nel merito del problema politico dei prossimi anni, che può essere incentrato nell'assunto che la Valle d'Aosta riuscirà a difendere la propria autonomia solo innescando un dibattito sull'autonomia e sul federalismo nei grandi popoli e con i grandi popoli alpini e padani e che, come ricordava il Consigliere Riccarand citando anche dei dati, hanno un peso non solo numerico e fiscale.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Tonino; ne ha facoltà.

TONINO (P.C.I.):A differenza del Consigliere Gremmo, io ritengo invece che sia necessario muoverci subito su questo tema, perché sono state manifestate alcune possibilità di revisione della legge che regola l’elezione del Parlamento europeo, ma allo stato dei fatti, nel dibattito nazionale, non esiste una proposta della Valle d'Aosta. Questo è il vuoto che dobbiamo colmare.

La risoluzione va in questa direzione e quindi noi l'approveremo. Aggiungo che, oltre ad approvare la risoluzione, noi dovremmo avviare fin da adesso una iniziativa politica e (perché no?) anche una proposta di legge di iniziativa regionale che espliciti la richiesta della Valle d'Aosta d'avere un collegio uninominale per una propria rappresentanza in seno al Parlamento europeo. Io credo che sia questo l'obiettivo unanime per il cui perseguimento noi dobbiamo lavorare.

Capisco la voglia del Consigliere Gremmo di fare, sulla questione in discussione, un grande "battage" che, oltre agli interessi della Valle d'Aosta, guardi anche agli interessi dell'Unione Piemonteisa e di altri movimenti nazionali; però a noi preme in primo luogo un ragionamento che ha valore istituzionale e che ha l'obiettivo di rappresentare questa comunità nel Parlamento europeo, anche in vista del processo in corso di unificazione europea. Per raggiungere questo obiettivo, a nostro parere, occorre percorrere tutte le strade praticabili.

Dico questo perché nel passato Consiglio regionale aveva già approvato ordini del giorno di questa portata, che puntavano ad avere un collegio uninominale, ma non furono tentate anche altre strade. Ricordo che si cercò il numero di preferenze necessarie per eleggere un deputato nel caso di apparentamento di un movimento ad un'altra formazione politica. Non sono particolarmente entusiasta nei confronti di una soluzione di questa natura, anche perché, come i Consiglieri ben sanno, il rappresentante della Sudtiroler Volkspartei è eletto al Parlamento europeo perché è apparentato alla Democrazia Cristiana e perché raccoglie 50.000 preferenze.

Prima delle precedenti elezioni europee del 1983-84 noi proponemmo di abbassare il quorum almeno a 25.000, cifra quest'ultima che potrebbe consentire l'elezione di un rappresentante valdostano al Parlamento europeo. Questa è una delle strade intermedie che, ripeto, pur non essendo entusiasmanti, devono essere valutate alla luce dell'obiettivo che si vuole raggiungere.

Il Consigliere Gremmo, invece, ha riproposto la strada dell'apparentamento con delle altre formazioni politiche che nel Paese rappresentano varie minoranze etniche e linguistiche. Lascio che sia l'Union Valdôtaine a fare delle valutazioni in merito, anche perché, allo stato attuale dei fatti, sembra che ci sia ancora un Columbu che non vuole volare e che è ancora saldamente ancorato al seggio del Parlamento europeo, per cui non so se l'aspirazione di vedere al suo posto un rappresentante dell'Union Valdôtaine sia realizzabile o meno. Si tratta, comunque, di valutazioni che lasciamo all'Union Valdôtaine, perché qui a noi preme fare un ragionamento che guardi alle istituzioni.

PRESIDENTE:Se nessuno chiede la parola, pongo in votazione la risoluzione in oggetto, iscritta all'ordine del giorno in via d'urgenza.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 25

Votanti: 24

Favorevoli: 24

Astenuti: 1 (Gremmo)

Il Consiglio approva

PRESIDENTE:Ricordo ai signori Consiglieri che la vecchia dizione "ordine del giorno", ai sensi del nuovo Regolamento, viene sostituita dalla nuova dizione "risoluzione del Consiglio regionale".