Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 866 del 6 ottobre 1999 - Resoconto

OGGETTO N. 866/XI Intendimenti in ordine alla gestione diretta dell'IRAP da parte della Regione. (Interpellanza)

Interpellanza Visto l’art. 24 della legge n. 447/97 ed i richiami che la stampa specializzata ha sviluppato nell’estate dove viene ribadita la volontà delle Regioni di avvalersi della "propria potestà legislativa" affinché l’IRAP sia effettivamente un tributo regionale;

Considerato che nell’anno 1998 vi è stato un gettito inferiore alle previsioni e che sicuramente anche nell’anno in corso ci sarà un minor gettito;

Accertato che dal 2000 l’istituzione e la gestione del tributo dovranno essere curati dalla Regione;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l’Assessore competente per sapere quali sono le iniziative che la Regione intende adottare per la gestione diretta del tributo sia sotto il profilo della strategia da privilegiare che sotto quello dell’autonoma facoltà di individuazione dell’imponibile e delle relative aliquote.

F.to: Comé - Marguerettaz

PresidenteLa parola al Consigliere Comé.

Comé (Aut) L'IRAP, come tutti sappiamo, è stata istituita nel 1997 con il decreto legislativo n. 446 e l'imposta è stata introdotta con effetto dal gennaio 1998 sopprimendo tutta una serie di tributi a carico delle imprese e in parte dei lavoratori dipendenti.

Il tributo, per effetto dell'articolo 24 della citata legge, è destinato ad essere affidato alla potestà delle regioni, il comma 2 di detto articolo recita infatti che le regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano provvedono con legge all'attuazione delle disposizioni del presente titolo e quindi tutto ciò che riguarda l'istituzione, la gestione e l'accertamento del tributo.

La legge che ho citato prima avrà effetto con riferimento al periodo d'imposta in corso dal 1° gennaio 2000; sappiamo, e fra l'altro è stato riportato ampiamente dai giornali che le regioni, nel corso d'incontri con il Ministro delle finanze Visco, hanno richiesto il controllo dell'IRAP.

Pur conoscendo che le informazioni e i dati ministeriali relativi alla distribuzione del peso del tributo con riferimento al periodo 1998-1999 non sono ancora del tutto affidabili, vorremmo avere dall'Assessore, anche se in maniera preliminare, un'assicurazione affinché la leva fiscale messa in mano alla Regione non si traduca in un maggiore aggravio fiscale.

Perché chiedo questo? Perché se, mentre per gli anni 1998-1999 il gettito incassato è risultato inferiore a quello di previsione dello Stato - si parla rispetto alla previsione dello Stato di circa 40 miliardi -, speriamo che lo Stato poi intervenga come effettivamente ha promesso e quindi andrà a compensare la differenza; sappiamo che dall'anno 2000, essendo questa curata dalla Regione, non si avrà alcun compenso.

L'articolo 6 della legge n. 448/98, collegata alla finanziaria per il 1999, introduce una modifica alle legge delega in materia di IRAP, la modifica legislativa prevede che le regioni avranno il potere di variare, in più o in meno, l'aliquota sempre nei limiti di un punto percentuale.

Su queste considerazioni che abbiamo fatto vorremmo capire se la Regione si è attivata o in tempi molto brevi si attiverà per adottare la gestione diretta di questo tributo.

PresidenteLa parola all'Assessore al bilancio, finanze e programmazione, Agnesod.

Agnesod (UV) Voglio iniziare ricordando solo che, quando era in discussione in Parlamento il provvedimento IRAP, questo Consiglio, come altri consigli regionali, adottò un ordine del giorno che rifiutava questo modo di agire che purtroppo si riscontra spesso anche in altri contesti, vale a dire imporre alle regioni regole strutturali rigide controllate dal centro. Questo è il quadro su cui ci siamo mossi in questi due anni.

Voglio inoltre evidenziare che su questa problematica, per quanto riguarda la nostra Regione, sta operando l'intero staff della Direzione Finanze. Il direttore collabora con altre regioni, in particolare con quelle a statuto speciale, e fa parte del gruppo di lavoro ristretto che segue con continuità i rapporti con i Ministeri del tesoro e delle finanze ed ha elaborato le linee portanti di un disegno di legge per tutte le regioni, mettendo a fuoco tutte le complesse problematiche tecniche, prima ancora che politiche, del disegno di legge che ha istituito l'IRAP.

Evidentemente una bozza di legge deve contenere elementi che diano qualche possibilità di gestire la materia in esame; non ha senso che la Regione assuma certi oneri che vengono imposti a piè pari dal ministero competente.

Vale forse la pena ricordare che la Direzione finanze dell'Assessorato delle finanze della Regione Valle d'Aosta è stata la struttura che, prima ed unica regione in Italia, ha elaborato il testo del disegno di legge sulla rinegoziazione dei mutui - sono notizie apparse sul "Sole 24ore" - e su quest'indirizzo si stanno orientando altre regioni e lo stesso Ministero del tesoro. Non è nostra abitudine aspettare e quando è possibile sicuramente operiamo. Questo va detto perché va riconosciuto e valutato il lavoro che svolge il nostro personale e va riconosciuto il merito laddove il merito esiste.

Ciò detto entro nel merito dell'interpellanza. Anche se è a tutti noto, è doveroso premettere qual è il quadro di riferimento definito dal legislatore nazionale in materia di IRAP, tributo che di regionale - e questa è una cosa su cui vale la pena ragionare - non ha nulla per il momento, se non il nome.

Questo decreto prevede che le responsabilità normative vengano ripartite fra regioni e Stato secondo una precisa distinzione: al legislatore nazionale il compito sostanziale di definire la strutture dell'imposta, al legislatore regionale la possibilità di definire a partire dal 1° gennaio 2000 le procedure applicative dell'imposta, articolo 24 del decreto istitutivo dell'IRAP. Per le regioni a statuto ordinario tale potere è fortemente limitato dalla necessità di rispettare le norme di legge che disciplinano i vari aspetti dell'IRAP e i principi in materia d'imposte sul reddito e qui mi riallaccio a quella citazione fatta dal Consigliere interpellante.

I poteri delle regioni a statuto speciale e delle province autonome sono almeno sulla carta più ampi in quanto limitati solo dalle disposizioni della legge delega, la n. 662/96, che ha previsto l'istituzione dell'IRAP, ma in realtà la legge delega disciplina dettagliatamente i soggetti passivi dell'imposta, la determinazione della base imponibile per le diverse categorie di soggetti e l'aliquota base e prevede l'obbligo della dichiarazione unica ovvero congiuntamente a quella relativa all'IRPEF o IRPEG.

Quindi c'è stata questa trasformazione, che è sostanziale, perché da parte del ministero, quale motivazione per giustificare che non ci sono state per l'IRAP quelle entrate previste inizialmente dal ministero, si dice che ci sono state meno entrate sull'IRAP e più sull'IRPEF, c'è questo tipo di ragionamento che è tutto da dimostrare e spiegherò il perché, elementi che condizionano fortemente la possibilità di definire normativamente l'attuazione dell'imposta sia nella sostanza sia nelle modalità di riscossione.

Il rispetto di tali principi serve indubbiamente a garantire che le scelte applicative delle diverse regioni non alimentino differenze di trattamento fra contribuenti mettendo in discussione sul piano territoriale la stessa garanzia d'imparzialità.

È sicuramente necessario pertanto trovare una forte intesa politica che riesca a suggerire un modello applicativo dell'imposta che salvaguardi l'autonomia normativa regionale e il carattere nazionale dell'IRAP.

Il difficile itinerario normativo disciplinato dall'articolo 24 del decreto n. 446 a parere delle regioni, parere formulato anche con il contributo delle regioni a statuto speciale e delle autonomie speciali, richiede che si trovi un preliminare tavolo tecnico interregionale e con il Ministero delle finanze, peraltro già attivato, attorno al quale sviluppare una riflessione sui ruoli del ministero e delle responsabilità regionali per quanto riguarda il piano sostanziale e formale dell'imposta.

Le caratteristiche del regime transitorio 1998 e 1999 hanno sottolineato il carattere di tributo erariale dell'IRAP senza alcuna possibilità per le regioni d'influire né sui parametri né sulle aliquote stabilite a livello centrale, invece toccherà ora alle regioni regolamentarne la gestione e quindi le attività di controllo, di accertamento e anche l'eventuale contenzioso.

A questo punto risulta evidente che le regioni, comprese quelle a statuto speciale, non hanno potere di curare l'istituzione del tributo, né autonoma facoltà d'individuare l'imponibile e le relative aliquote. Esse hanno la facoltà di variare, come diceva Comé, a partire dal terzo anno successivo dall'entrata in vigore della legge n. 446/97, e qui secondo alcune interpretazioni il 1° gennaio 2000, secondo altri il 1° gennaio 2001, l'aliquota base stabilita dallo Stato fino ad un massimo di un punto percentuale e di differenziare tale variazione per settore di attività e per categoria di soggetti passivi.

Però ad oggi le regioni non possiedono dati disaggregati sul gettito dell'IRAP riscosso nel 1998; si è in possesso soltanto del dato globale che per la nostra Regione è di 135 miliardi che sono ben lontani da quei 182 iniziali previsti dal ministero che poi noi abbiamo stimato e previsto in bilancio in 170. Questo vale non solo per la Regione Valle d'Aosta, ma per tutte le regioni, cioè la stima effettuata dal ministero rispetto alle entrate dell'IRAP per le regioni è stata sbagliata per tutte le regioni. In questo caso ci troviamo in una situazione in cui si conoscono i dati globali e non disaggregati del 1998. I dati del gettito 1999 saranno disponibili solo nel mese di agosto 2000 per cui sarebbe molto difficile e oserei dire azzardato in questa fase definire manovre sulle aliquote.

Il minor gettito realizzato in questi due anni rispetto alle previsioni formulate dal Ministero delle finanze sarà compensato da un trasferimento dello Stato, questo è quanto dovrebbe avvenire, in questo momento non è ancora avvenuto e si sta discutendo su quest'aspetto.

Per il futuro è in corso uno studio a livello di commissione parlamentare fra Tesoro e Finanze per aggiustamenti anche sulle aliquote - è il famoso Comitato dei trenta - che dovranno essere formalizzate entro fine anno.

In conclusione quando le regioni saranno in possesso dei dati necessari disaggregati per settori, per categorie, per comparti, quando a livello tecnico si saranno forniti gli strumenti, solo allora potranno essere fatte scelte politiche di indirizzo e di gestione, quindi non maggiore aggravio fiscale perché tutti quanti concordiamo - o almeno questo mi sembra di cogliere come aspetto dal punto di vista delle dichiarazioni che vengono espresse - che il carico fiscale già è pesante sulla nostra economia però, solo nel momento in cui avremo gli strumenti, potremo fare delle scelte di gestione di quest'imposta che per ora di regionale, ripeto, ha solo il nome. Ci auguriamo vivamente che nei prossimi mesi si arrivi da parte dei Ministeri competenti, Finanze e Tesoro, a fornire alle regioni atti definitivi e risultati certi per poter operare in questa direzione.

PresidenteLa parola al Consigliere Comé.

Comé (Aut) Voglio ringraziare l'Assessore per tutto "l'excursus" fatto, dalla nascita dell'IRAP fino ad oggi e per aver ricordato le grosse difficoltà, quindi penso che tutti possiamo concordare che l'IRAP è stato un tributo fallimentare.

Anch'io posso concordare per quanto riguarda l'ordine del giorno che è stato votato penso all'unanimità, come aveva detto l'Assessore in premessa, ma devo dichiararmi insoddisfatto in quanto non ci sono state delle linee di strategia, delle linee dove effettivamente la?

(interruzione dell'Assessore Agnesod, fuori microfono)

? questo è vero, però nell'ultima riunione che c'è stata fra il ministero e le regioni si è concordato che le regioni dovevano in tempi molto brevi dare degli incarichi anche a delle società d'informatica per gestire insieme i dati della SO.GE.I. in maniera che questi dati venissero esplicati in maniera molto più dettagliata, cosa che invece la Regione non ha fatto.

La Regione poteva in maniera autonoma già iniziare a dare questi incarichi a delle società in modo da disporne in tempi molto brevi proprio perché visto che la nostra realtà locale è talmente?

(interruzione dell'Assessore Agnesod, fuori microfono)

? ma questo lo potevamo fare anche noi per avere i nostri dati in maniera che oggi potevamo avere un quadro di riferimento molto più chiaro rispetto alla situazione di difficoltà enorme perché i dati ministeriali non sono assolutamente chiari. Fra l'altro nella nostra Regione è preoccupante il fatto che ci sia questa disparità di 40 miliardi fra quelle che erano le previsioni e quello che è stato invece l'incasso proprio perché in Valle ritengo che non ci siano grosse sacche di evasione, quindi bisogna cercare di capire il motivo di questa grossa differenza. Ma perché dico questo? Perché nella nostra regione vi è un rapporto molto alto fra verificatori e verificati, cioè su circa 10 mila imprese, di cui agricoltori, artigiani e commercianti, qui in Valle vi è un ufficio IVA, un ufficio imposte dirette, quattro ispettorati, quindi era effettivamente importante che la Regione si attivasse fin dall'inizio per cercare di dare una risposta a questi dati.

Per quanto riguarda le strategie, l'Assessore non mi ha indicato nessuna linea; mi ha ripetuto che bisogna aspettare questi dati e non mi ha fatto neppure un'ipotesi, come quella ad esempio della riqualificazione della spesa per ripianare la differenza.

Per concludere, faccio una proposta: d'istituire un comitato tecnico-consultivo formato da tecnici designati dalle diverse categorie di operatori economici con funzione di collaborazione a quello che dovrebbe costituire il primo livello dell'organizzazione regionale anche perché mi diceva l'Assessore prima, che la nostra direzione si sta confrontando con altre regioni a statuto speciale e so che la Regione Friuli Venezia Giulia ha già una bozza di legge pronta, quindi dobbiamo cercare di attivarci anche noi.