Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 865 del 6 ottobre 1999 - Resoconto

OGGETTO N. 865/XI Valutazioni in merito all'utilizzo della sola lingua francese per la sponsorizzazione di atleti valdostani. (Interpellanza)

Interpellanza Rilevato:

- che con deliberazione di Giunta è stata approvata la "pubblicizzazione dell’immagine turistico-sportiva della Valle d’Aosta mediante la sponsorizzazione?di atleti valdostani";

- che l’atleta sponsorizzato si impegna ad apporre il logo della Regione sull’abbigliamento e/o sul copricapo "consistente nella scritta "Vallée d’Aoste – Italie"";

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per sapere:

- se non ritiene che l’indicazione a titolo di "pubblicizzazione dell’immagine turistico-sportiva" della nostra regione in sola lingua francese rischi di trasmettere un messaggio confuso al potenziale turista circa la nostra ubicazione geografica;

- quali valutazioni hanno determinato la scelta di utilizzare esclusivamente la lingua francese;

- se in futuro non ritenga di utilizzare un criterio bilingue.

F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi

PresidenteLa parola al Consigliere Frassy.

Frassy (FI) Abbiamo presentato quest'interpellanza perché siamo rimasti un po' perplessi su quella che può essere l'efficacia della sponsorizzazione che è stata recentemente deliberata dalla Giunta regionale.

È vero che l'Assessore allo sport e al turismo tra i vari assessori è sicuramente quello che è riuscito dall'inizio della legislatura ad oggi a mettere in piedi una struttura forse più potente di quanto non abbiano gli altri assessorati, perlomeno per quanto riguarda la capacità di monitoraggio su quelle che sono le situazioni promozionali dell'immagine della Valle d'Aosta, nel senso che l'Assessore si è dotato di una serie di uffici e di consulenze che non solo riguardano quella che è l'immagine, ma anche quello che è il messaggio che deve essere veicolato.

È peraltro vero che da dati recentemente usciti e pubblicati sui giornali locali e non smentiti, la Valle d'Aosta per quanto concerne l'immagine che ne esce fuori dai confini nazionali sembrerebbe essere ultima o meglio penultima davanti alla Regione Molise.

Probabilmente questo è il frutto di una situazione che l'Assessore si è trovato in eredità e probabilmente il fatto di aver potenziato, come ha potenziato, la struttura di comunicazione e d'immagine dell'assessorato serviva proprio a superare la carenza di visibilità, che la precedente gestione della passata legislatura probabilmente gli aveva lasciato in eredità. Queste sono supposizioni che stiamo facendo ad alta voce.

Quello che peraltro è certo è che la sponsorizzazione che viene indicata nella deliberazione di Giunta è una sponsorizzazione che può, a nostro avviso, lasciare spazio - e lo dico in maniera seria anche se qualcuno pensa che sia una battuta - a degli equivoci sull'ubicazione geografica della nostra regione. Voi considerate che questo messaggio dovrebbe essere diretto a coloro che, non Valdostani, non conoscono la Regione Valle d'Aosta e di conseguenza non conoscono nemmeno il francese e probabilmente nell'attimo in cui l'immagine televisiva riporta la scritta che viene percepita in una lingua diversa rispetto alla madre lingua italiana, e mi riferisco al potenziale turista calabrese piuttosto che siciliano o laziale, ci potrebbe essere un calo di attenzione per un prodotto che come primo acchito non riconoscono di loro interesse.

Non solo, ma il messaggio di una regione che ne esce come una regione per certi versi esterofila, con il senso positivo che voglio ancora dare a questa parola, può far cadere l'interesse dell'offerta turistica della nostra Regione nei confronti del potenziale turista, il quale potrebbe pensare che a fare un soggiorno in Valle d'Aosta voglia dire per lui entrare in approccio con quelle che possono essere le complicazioni di una lingua che lui non conosce.

Ecco perché noi riteniamo che questa scelta tutto sommato possa essere un'arma a doppio taglio perché la propaganda, la pubblicizzazione, la sponsorizzazione che facciamo è finalizzata a propaganda e pubblicizzazione del "prodotto turistico Valle d'Aosta" all'interno e di quelli che sono i confini nazionali e anche di quelli che sono i potenziali mercati oltre confine, allora il primo dubbio che noi ci poniamo è se questa sia in effetti una scelta che poi paghi in termini di risultato e d'immagine.

Ci domandiamo anche se questa scelta non vada a creare situazioni analoghe a quelle situazioni spiacevoli che un'atleta valdostana aveva già sperimentato in altri meeting internazionali, voglio ricordare il caso dell'atleta Brunet, la quale venne richiamata dalla propria Federazione per il fatto di avere esibito nel corso di un meeting internazionale nel quale rappresentava i colori nazionali, colori diversi che potevano ingenerare equivoci e che comunque non erano consentiti dai regolamenti sportivi.

Di conseguenza domandiamo all'Assessore se è stata fatta questa verifica e, nel caso non fosse stata fatta, se non ritiene opportuno effettuarla.

In ultimo ci domandiamo e attendiamo risposta dall'Assessore se non ritenga che in un futuro prossimo, alla scadenza di questa convenzione, utilizzare un criterio bilingue, che potrebbe essere Val d'Aoste in francese e Italia in italiano perché sarebbe forse anche più logico o utilizzare la doppia scritta o lasciare nella libera scelta dell'atleta sponsorizzato il tipo di logo da portare in campo.

Riteniamo che siano non delle semplici curiosità, ma che siano comunque delle domande lecite nell'ottica di quella che deve essere l'ottimizzazione di un contratto di sponsorizzazione che è teso a far conoscere la Valle d'Aosta al di fuori dei confini regionali.

PresidenteLa parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Lavoyer.

Lavoyer (FA)Va premesso che la maggior parte dei regolamenti delle federazioni nazionali e internazionali, che autorizzano gli atleti ad esse affiliati all'esposizione sul copricapo dell'abbigliamento di marchio logo di sponsor personale, stabiliscono una superficie massima di 50 x 2. Questo è il primo dato oggettivo che bisogna tener presente perché da questo dato discende la scelta che può essere anche discutibile.

L'Assessorato, nel rispetto di tali disposizioni, aveva realizzato il proprio logo con la scritta: "Valle d'Aosta - Vallée d'Aoste" inizialmente; verificato successivamente che sia a livello televisivo che fotografico le scritte risultavano poco leggibili, visto lo spazio ristretto e la lunghezza della scritta, si era ritenuto a suo tempo opportuno modificare il logo e rifarne uno nuovo utilizzando caratteri più grandi, per fare ciò si rendeva necessario sacrificare una lingua, pertanto su indicazione della Giunta regionale venne realizzato un nuovo supporto con la sola scritta in lingua francese.

Al di là degli altri motivi di carattere più politico, vi è da sottolineare che a rafforzare tale scelta concorre anche il fatto che il francese è la lingua ufficiale del CIO, quindi dal punto di vista della comprensione della lingua il messaggio ha una ricaduta di carattere più generale.

In merito invece all'ipotesi di una potenziale confusione sull'ubicazione geografica della Valle d'Aosta, tale ipotesi sembra alquanto remota in quanto il supporto realizzato anche se nella sola lingua francese che è, sottolineo, la lingua ufficiale del CIO, riporta la scritta: "Vallée d'Aoste, Italie", quindi penso che la localizzazione della Valle d'Aosta sia abbastanza chiara.

Quanto sopra ci pare non solo sufficiente a localizzare la nostra regione, ma direi inequivocabile, quindi l'orientamento per il futuro, se non ci saranno delle modifiche dal punto di vista - ed è quello che auspichiamo - delle dimensioni e degli spazi che possono essere destinati a questi logo, manterremo l'attuale logo privilegiando l'aspetto dimensionale su quello della scritta.

PresidenteLa parola al Consigliere Frassy.

Frassy (FI) Dobbiamo esprimere la totale insoddisfazione per la risposta fornitaci dall'Assessore, pur comprendendo l'imbarazzo con cui l'Assessore ha dovuto dare questa risposta perché l'Assessore, in quanto Assessore competente e proponente, era arrivato con un progetto quanto meno coerente che era quello di praticare il bilinguismo dopodiché motivi tecnici lo hanno fatto propendere per una soluzione non più bilingue, ma la scelta alla fine non è più stata tecnica, è stata politica tant'è che la scelta non l'ha fatta l'Assessore, ma l'ha fatta la Giunta nella quale chiaramente l'Assessore c'è, ma conta uno e conta con quelli che sono i numeri e le forze che la sua forza politica gli consente di esprimere in sede di Giunta. Perciò con imbarazzo l'Assessore dice che alla fine la scelta è stata questa e per cercare di vestire quest'imbarazzante giustificazione ci dice che il francese è la lingua ufficiale del CIO. Lo abbiamo capito Assessore, il problema è che la lingua ufficiale del CIO non è la lingua che internazionalmente serve a veicolare le informazioni perché sicuramente più del francese e più dell'italiano è l'inglese. Potevamo scriverci: "Vallée d'Aoste, Italy"?

(interruzione di alcuni consiglieri, fuori microfono)

? se non esiste una versione anglofila per indicare la Valle d'Aosta!

Quello che poi ci soddisfa ancora di meno è la conclusione, Assessore, perché nella conclusione lei ci dice che per il prossimo futuro questa è la strada tracciata e questa è la strada che verrà mantenuta da questa Giunta.

Presidente, non posso non ricollegarmi alla risposta che lei ha dato in apertura di mattinata alla nostra interrogazione sui criteri che sovrintendevano l'applicazione dell'articolo 38 nella comunicazione istituzionale. Avevo detto che condividevo la sua risposta, ma avevo anche concluso evidenziando che purtroppo la sua risposta era l'enunciazione di un principio che non trovava pratica applicazione all'interno dell'Amministrazione. Semmai ce ne fosse stato bisogno, questa è la prova provata del fatto che quel principio la stessa Giunta alla fine non lo segue perché mi sembrerebbe logico ipotizzare una rotazione o un criterio di bilinguismo nel modo in cui avevo precedentemente accennato nell'illustrare l'interpellanza stessa.

Ora non vorrei che il principio enunciato dal Presidente della Giunta avesse una doppia chiave d'interpretazione e che di conseguenza si richiamasse non alla coerenza dell'articolo 38, ma alla "opération cohérence" d'infausta memoria, che due anni fa venne con clamore di stampa propinata ai lettori del "Peuple valdôtain" e che suscitò un enorme dibattito anche sulle altre testate giornalistiche su quello che doveva essere l'utilizzo di una lingua piuttosto che di un'altra lingua.

È vero che poi la "opération cohérence" fu probabilmente più una boutade giornalistica che non una volontà e un'indicazione da seguire fino in fondo, tant'è che alcuni degli artefici di quest'operazione nella maniera poi più incoerente sono finiti in RAI a parlarci quotidianamente in lingua italiana contrariamente a quella "opération cohérence" che andavano predicando.

Ma chiudo quest'inciso per ribadire la nostra più totale contrarietà all'impostazione che la Giunta ha dato. Questa vicenda può sembrare, Assessore, un fatto di costume, però da questi piccoli indicatori emergono poi anche elementi per valutare i principi e le affermazioni che vengono fatte e purtroppo lei, Assessore, con questa risposta ha smentito le affermazioni che stamani il Presidente della Giunta ha fatto su un oggetto analogo. Ne prendiamo spiacevolmente atto.