Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 864 del 6 ottobre 1999 - Resoconto

OGGETTO N. 864/XI Andamento dell'economia industriale valdostana e prospettive di sviluppo. (Interrogazione)

Interrogazione Preso atto della crisi produttiva, che a livello mondiale, sta attraversando il settore dell’informatica;

Considerata la crisi che, nel vicino Canavese, sta interessando tutte le aziende collegate con l’ex Olivetti;

Atteso che, purtroppo, il Traforo del Monte Bianco, al momento attuale, resta ovviamente chiuso al transito e non si sa con precisione quando esso riaprirà;

Riportate le parole del Presidente dell’Associazione Valdostana Industriali, che esprimono incertezza sull’andamento dell’attività industriale per l’anno in corso, in considerazione del fatto che gli standard produttivi sono inferiori rispetto allo scorso anno;

Ribadita la leggera ripresa dell’occupazione nella zona della Bassa Valle, in funzione dell’applicazione di contratti atipici e di lavoro "interinale";

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

La Giunta regionale per conoscere:

1) l’andamento del dell’economia industriale valdostana negli ultimi tre anni;

2) la produttività e le prospettive lavorative delle aziende installate in territorio valdostano che hanno beneficiato di aiuti regionali nel settore tecnologico ed informatico;

3) l’eventualità di formare un gruppo di lavoro che possa studiare e favorire le migliori applicazioni del lavoro interinale nella nostra regione favorendo così l’impiego di persone disoccupate.

F.to: Lanièce - Marguerettaz - Collé - Comé - Viérin M.

PrésidentLa parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)Come già citato nella premessa dell'interrogazione, si fa riferimento a una situazione mondiale, credo anche implicitamente a una situazione nazionale, che non vede dei grandi trend di crescita dell'economia nel suo complesso.

Visto che testualmente viene riportata una frase riportata in un articolo de "La Stampa" del 28 agosto, sull'andamento della situazione industriale, in cui anche un'intervista al Presidente della locale Associazione industriali, e che si fa riferimento al fatto che nell'intervista si dice che gli standard produttivi sono inferiori rispetto a quelli dello scorso anno, è altrettanto vero che nella stessa intervista, molte volte le citazioni andrebbero fatte per intero, si diceva anche che in Valle d'Aosta le cose vanno meglio che nel resto del Paese e questa è una dichiarazione del Presidente dell'Associazione industriali e come tale credo che sia persona informata sui fatti, almeno su quelli che riguardano il settore industriale.

Venendo ai problemi posti, per quanto riguarda l'andamento dell'economia industriale negli ultimi tre anni, dicevo che incidono indubbiamente fattori di carattere nazionale ed internazionale e sull'andamento regionale incide anche la questione legata alla chiusura del Tunnel del Monte Bianco, oltre a vicende legate in particolare all'Olivetti Personal computer del Canavese che, come tutti sappiamo, sta vivendo una situazione estremamente travagliata.

Premesso questo, i dati sono i seguenti: per quanto riguarda l'occupazione, nel triennio 1996-1999 si riconferma una ripresa dell'occupazione nel settore industriale con una crescita di 750 unità nelle imprese industriali che occupano più di 40 dipendenti, un valore assoluto di crescita simile a quello registrato nel triennio precedente che aveva comportato una crescita di 850 unità.

Questi dati non includono gli addetti della CAS, in quanto azienda di più grandi dimensioni, che comunque nel periodo in oggetto ha incrementato i propri addetti di circa 80 unità.

L'occupazione nella media industria ha quasi raddoppiato i propri addetti dal 1993 al 1999, passando da 1.700 ad oltre 3.200; si è completato il reinsediamento in aree industriali importanti come Pont-Saint-Martin, dove i lavoratori delle aziende insediate o in via d'insediamento (vedi il caso Thermoplay) raggiungono le 900 unità rispetto ai 1.000 dipendenti che erano presenti in quell'area nell'ultimo periodo in cui si svolgeva l'attività siderurgica, quindi prima metà degli anni '80.

Nel 1996 gli occupati nell'industria in senso stretto erano l'11 percento del complesso degli occupati in Valle, saliti al 12 percento nel 1997 e al 13 percento nel 1998.

Considerando le consistenze medie degli occupati del 1998 e raffrontandole per settori con quelle dell'anno precedente, si nota che l'industria in senso stretto in Valle d'Aosta ha avuto una crescita occupazionale del 16,7 percento, un dato - sull'andamento dell'economia in Valle d'Aosta riportato dalla Banca d'Italia - che non ha riscontro in nessun'altra regione, un dato però che deve essere sempre valutato tenendo conto che i piccoli valori assoluti comportano variazioni percentuali notevoli e questo va evidenziato sia in presenza di risultati positivi e altrettanto in presenza di risultati negativi.

Complessivamente l'industria, guardando alla domanda aggiuntiva di lavoro espressa dai vari settori economici, ha registrato negli ultimi due anni un saldo positivo che è nel 1997 di 323 addetti e nel 1998 di 326 unità, dato che accentua l'inversione di tendenza manifestata a partire dal 1995 rispetto ai saldi negativi del periodo in cui si era verificata la chiusura di grandi industrie manifatturiere.

Si è concretizzata in sostanza la previsione del progetto Excelsior, un progetto che vede coinvolti: l'INPS, l'Unioncamere, il Ministero del lavoro. Excelsior nel 1997 aveva previsto una crescita occupazionale dell'industria valdostana in grado di assorbire completamente il calo previsto nell'ambito dei servizi. Qualche volta anche le ricerche economiche ci azzeccano.

Valore aggiunto e PIL. La sesta relazione periodica sulla situazione socio-economica della Valle e sullo sviluppo delle regioni dell'Unione europea evidenzia come la Valle d'Aosta abbia mantenuto nel corso degli anni un elevato prodotto interno lordo pro capite aumentandone la differenza in positivo con il dato medio europeo.

Precedono la nostra Regione molte entità territoriali che vengono definite "città Stato", ne cito alcune: Amburgo, Bruxelles, Vienna, Parigi, Londra, entità che hanno una concentrazione di produzione notevole che distorce il valore pro capite e comunque provoca bassi prodotti interni nelle regioni loro limitrofe.

Il PIL per abitante in Valle d'Aosta nel 1998 è quantificato in 46,166 milioni di lire, un dato che pone ai primi posti la Valle d'Aosta con un valore che è del 33 percento superiore alla media nazionale. Questo è utile per verificare quanto a questo risultato abbia contribuito il settore industriale se teniamo conto del fatto che la variazione del valore aggiunto al costo dei fattori è stata in Valle d'Aosta del 12,8 percento nel periodo 1992-1998, mentre il settore della trasformazione industriale, escluse le costruzioni, ha avuto una variazione del 52,3 percento con un incremento della produttività del 49 percento, dato al quale si avvicina solo la Basilicata e sappiamo che in quella Regione c'è stato un forte incremento degli insediamenti industriali, in particolare del settore automobilistico. La media dell'incremento nazionale della produttività nel settore industriale invece è del 23,7 percento.

Questi sono dati dello Svimez. Pertanto possiamo riconoscere che non si è solo rivitalizzato un settore, che aveva lasciato dismesse molte aree, ma che i nuovi insediamenti concorrono positivamente alla formazione del valore aggiunto regionale con ottimi indici di produttività.

Per quanto riguarda il tessuto produttivo, l'industria manifatturiera nel secondo trimestre 1996 contava 1.092 imprese delle quali solo il 10,8 percento erano società di capitale. Tre anni dopo le imprese del settore manifatturiero sono aumentate di 37 unità, ma ben il 30 percento di queste ultime sono società di capitale. Questo conferma un consolidamento del tessuto produttivo.

Per quanto riguarda il portafoglio ordini delle imprese, dopo un buon fine del 1998 c'è stato un avvio del 1999 non ai livelli precedenti, come era indicato anche nell'intervista citata, comunque su livelli accettabili. Mi pare quindi che l'andamento del settore industriale valdostano, pur nell'ambito di situazioni cicliche e settoriali - si pensi alle vicende citate in premessa per quanto riguarda il settore dell'industria informatica, in particolare la crisi dell'OPC -, abbia avuto un trend sostanzialmente positivo.

Per quanto riguarda la produttività e le prospettive lavorative delle aziende installate sul territorio valdostano, che hanno beneficiato di aiuti regionali nel settore tecnologico informatico, si può dire che i dati sulla produttività delle aziende del settore elettronico sono desumibili rapportando il fatturato delle imprese per gli addetti delle aziende.

Le imprese principali sono: Balteadisk, Elelys, Enrietti, FIA, GPS Standard, Honestamp, ITW FASTEX, ITEM, Skyway, SET, Viasystems, Tecdis ed avanti. Si può evidenziare come il dato medio della produttività di queste aziende sia passato da 162,7 milioni per addetto nel 1996 ai 189,7 del 1998. C'è una situazione di crisi per quanto riguarda aziende dell'indotto della OP, in particolare c'è una situazione di crisi nella FIA, che è un'azienda che ha avuto due problemi concomitanti: la crisi del settore dell'informatica e il fatto che una produzione nuova, il cosiddetto "forecast" virtuale, non ha avuto un riscontro sul mercato per cui oggi quest'azienda si trova a dover ricorrere alla cassa integrazione.

Questo dato conferma come nel settore industriale la ricerca di nuovi mercati può avere dei risultati positivi, ma qualche volta si può andare anche incontro a delle situazioni d'insuccesso. Per quanto riguarda il problema della FIA, ci sono stati contatti con il Ministero del lavoro e l'Associazione industriali per provvedere nella direzione di andare a sostegni che consentano all'azienda di superare lo stato di crisi, primo fra tutti l'utilizzo dei cosiddetti "ammortizzatori sociali".

L'ultima questione posta nell'interrogazione riguardava l'eventualità di formare un gruppo di lavoro che potesse studiare e favorire le migliori applicazioni del lavoro interinale nella nostra regione favorendo l'impiego di persone disoccupate. Occorre fare presente che tale strumento è uno dei tanti utilizzabili nell'incontro fra domanda e offerta e che in ogni caso questo tipo di strumento è soggetto ad una rigida disciplina di attuazione.

La legge n. 196/97, che prevede: "Norme in materia di promozione dell'occupazione", stabilisce i casi nei quali il contratto di fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo può essere concluso e queste riguardano l'esistenza di un contratto collettivo nazionale di lavoro, i casi di temporanea utilizzazione in qualifiche non previste dai normali assetti produttivi aziendali e in casi limitati la sostituzione di lavoratori assenti. Il lavoro interinale è uno dei momenti di flessibilità, ce ne sono altri, uno di questi può essere il ricorso a patti territoriali o contratti d'area.

Per quanto riguarda i dati della nostra Regione, i dati forniti dall'Ufficio regionale del lavoro, relativi al secondo quadrimestre del corrente anno, ci dicono che si sono realizzati in Valle 280 contratti di lavoro interinale, dei quali 72 registrati nella sezione circoscrizionale dell'impiego di Aosta e 208 in quella di Verrès, mentre non ci sono contratti di lavoro interinale nella circoscrizione di Morgex. Questo sottolinea come su questi contratti incida notevolmente la domanda di lavoro espressa dalla bassa Valle, in particolare dal settore industriale.

Sul lavoro interinale occorre fare alcune considerazioni. Prima di tutto operano in Valle tre filiali di società abilitate all'attività di fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo che sono: la Mainpower, Obiettivo lavoro e Adecco. Direi che è una presenza forte se si tiene conto che nelle altre regioni del nord, dove il lavoro interinale è maggiormente utilizzato, le filiali distribuite in tutte le province, se rapportate alla popolazione, sono meno della metà di quelle presenti in Valle, nel senso che nella nostra regione sono presenti tre filiali a cui corrisponde una popolazione media di 40.000 abitanti, in Friuli ci sono ad esempio 9 filiali operative a cui corrisponde una popolazione per ogni filiale di 130 mila persone, in Piemonte di 115 mila, in Emilia Romagna di 116 mila, in Lombardia di 112 mila, quindi abbiamo una presenza abbastanza allargata in Valle.

È possibile che in Valle vi siano opportunità d'ingresso di altre filiali e di altre società anche se, per quanto riguarda la questione dell'utilizzo del lavoro interinale, il piano di politica del lavoro prevede che all'interno del macrobiettivo 1, "Promuovere l'occupabilità", così viene chiamato il punto 7, si possa favorire la formazione professionale dei lavoratori temporanei anche congiuntamente con le imprese di lavoro temporaneo, quindi una misura specifica per quanto riguarda il lavoro interinale. Le aziende che hanno maggiormente utilizzato questa forma di contratto non hanno al momento avanzato richieste in tal senso.

Il fatto che rispetto al lavoro interinale vi sia una precisa misura all'interno del piano delle politiche del lavoro manifesta comunque un'attenzione che la Regione ha nei confronti di questo e degli altri elementi di novità nel quadro di una mirata flessibilizzazione del mercato del lavoro.

Per quanto riguarda infine il gruppo di lavoro che viene ipotizzato all'interno dell'interrogazione, ricordo che in materia di sviluppo locale, quindi di problemi che riguardano l'occupazione ma non solo, è in atto un confronto da tempo fra la Giunta e le categorie economiche, quindi le associazioni imprenditoriali sia del settore dell'industria, del commercio, dei servizi, le stesse organizzazioni sindacali. Io credo che in questa sede vada affrontato il problema sapendo che il lavoro interinale può rappresentare in certe situazioni un'opportunità di occupazione per i lavoratori anche in Valle.

Si dà atto che, dalle ore 12,07, presiede il Vicepresidente La Torre.

PresidenteLa parola al Consigliere Lanièce.

Lanièce (Aut)Ringrazio l'Assessore per il suo intervento nel quale ha riportato diverse cifre riguardanti il settore industriale e anche in questo caso gli chiedo di poter avere una copia di quanto ha letto.

L'Assessore ha dato una visione molto rosea della situazione industriale e io mi auguro che quanto ha detto corrisponda al vero e che quindi non si debba al più presto tornare in quest'aula a discutere di problemi riguardanti il settore industriale anche se, come l'Assessore ha ricordato proprio in questi giorni, c'è il problema della FIA, un problema abbastanza rilevante visto che dovrebbero essere circa 50 le persone in cassa integrazione. Anche questo dimostra che nel settore industriale non si può mai essere certi di nulla perché nel giro di poco tempo si passa da una situazione positiva ad un'altra negativa, pertanto l'intervento così ottimista dell'Assessore mi lascia perplesso anche se mi auguro che si possa avverare in questi termini.

Come avevo detto, quest'interrogazione era stata presentata per conoscere la situazione nel settore industriale anche alla luce della grave crisi che si sta verificando a livello mondiale soprattutto nel settore dell'informatica, crisi che potrebbe essere aggravata dal terribile terremoto verificatosi a Taiwan che è il principale produttore mondiale di componenti per computer; senza spostarsi in Oriente, basta andare nel vicino Canavese per rendersi conto della crisi che sta attraversando tutto l'indotto Olivetti oltre al fatto, inserito nella premessa dell'interrogazione, che il Traforo del Monte Bianco resta al momento attuale chiuso al transito e non si sa quando esso riaprirà, con la conseguente forte preoccupazione per un settore come quello industriale che nella nostra regione ha sempre avuto comunque dei problemi. Una preoccupazione che, come avevo detto nella mia interrogazione, è stata evidenziata dallo stesso Presidente dell'Associazione valdostana industriali proprio in funzione degli standard produttivi che sono inferiori rispetto allo scorso anno e questo è un primo elemento.

Nella sua analisi l'Assessore ci ha confrontato l'ultimo triennio dandoci dei dati certi sul periodo 1996-1998; per quanto riguarda il 1999 non ci ha potuto dare dei dati perché ovviamente bisogna aspettare la fine dell’anno, però il fatto che il Presidente degli industriali dica che attualmente gli standard produttivi siano inferiori a quelli dello scorso anno, il fatto stesso che nell'unico dato che l'Assessore ci ha appena letto relativo al portafoglio ordini, nel quale ha raffrontato il 1998 con il 1999 nel primo semestre, venga messo in evidenza che in questo primo periodo dell'anno il portafoglio ordini è in diminuzione, fanno pensare a una situazione di difficoltà del settore industriale. Questo pertanto giustifica l'allarmismo che abbiamo messo nella nostra interrogazione perché, a fronte di un andamento positivo nell'ultimo triennio, attualmente siamo in una situazione di difficoltà per cui è opportuno, in virtù del detto: "Meglio prevenire che curare", cercare di tenere sotto controllo la situazione evitando di dover intervenire in seguito per arginare eventuali crisi occupazionali. Questo è un invito che rivolto all'Assessore.

Un altro aspetto riguarda il lavoro interinale, qui l'Assessore ha evidenziato che si sta facendo qualcosa e che c'è la volontà di seguire quest'aspetto che, secondo me, è un aspetto importante; il fatto stesso che dai dati che ci ha annunciato poc'anzi l'Assessore su 280 contratti in base al lavoro interinale circa 208 riguardino la circoscrizione di Verrès, che è la parte della regione dove c'è più concentrazione delle imprese collegate al settore informatico, vuol dire che in questo settore c'è una certa difficoltà. Sappiamo infatti che il lavoro interinale è gestito per cercare di venire incontro ai disoccupati. Questo allora denota che in questo settore industriale, riguardante la bassa Valle, c'è una situazione di difficoltà.

Invitiamo quindi l'Assessore a tenere conto delle considerazioni che abbiamo fatto pur sapendo che, nonostante le dichiarazioni ottimistiche, nell'ambito del settore industriale, si può da un giorno all'altro veder cambiare tutto per una questione di globalizzazione dei mercati.

L'importante è essere sempre pronti, da parte dell'Amministrazione regionale, ad intervenire prima, d’altronde prevenire è meglio che curare, questo è il concetto di fondo, e ovviamente a tenere conto della flessibilità e quindi a seguire con attenzione la possibilità di utilizzare il metodo del lavoro interinale nella nostra regione.