Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 855 del 6 ottobre 1999 - Resoconto

OGGETTO N. 855/XI Utilizzo della lingua francese ed italiana nelle funzioni istituzionali dell'Amministrazione regionale. (Interrogazione)

Interrogazione Premesso che lo Statuto Speciale della Regione Autonoma Valle d’Aosta all’art. 38 nel parificare la lingua francese a quella italiana prevede che "gli atti pubblici possono essere redatti nell’una o nell’altra lingua";

Rilevato che in molti uffici dell’Amministrazione regionale sembrerebbe in atto una "francesizzazione" forzata, in quanto carta intestata, moduli prestampati, sistemi operativi dei computer sono esclusivamente in lingua francese;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

il Presidente della Giunta regionale per sapere:

1) quali siano i criteri con i quali all’interno degli uffici regionali viene attuata la previsione di cui in premessa, ossia a chi compete la determinazione della lingua da usare nelle funzioni d’istituto;

2) in quale misura viene preservata e rispettata la libertà d’espressione linguistica del dipendente pubblico e del cittadino utente della Pubblica Amministrazione.

F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi

PrésidentLa parole au Président du Gouvernement, Viérin Dino.

Viérin D. (UV)Tout d'abord, il convient de rappeler quel est le régime du bilinguisme valdôtain, complétant ainsi pour souci de ponctualité, la disposition statutaire rappelée par la question en argument.

L'article 38 en effet dispose que "la langue française et la langue italienne sont à parité en Vallée d'Aoste" et poursuit affirmant que "les actes publics peuvent être rédigés dans l'une ou dans l'autre langue, à l'exception des actes de l'autorité judiciaire qui sont rédigés en italien".

Ces dispositions constituent un système qu'on qualifie de "bilinguisme global", différent de ce qu'on appelle séparatisme linguistique, caractérisé par la possibilité de rédiger les actes publics indifféremment dans l'une ou dans l'autre langue sans qu'il y ait d'obligation d'adopter un texte bilingue. Il s'agit d'un système synonyme d'enrichissement culturel, d'ouverture européenne et d'intégration et cohésion sociale.

L'usage de l'une des deux langues est le fruit d'un choix propre à chacun, la seule exception étant l'obligation concernant les actes de l'autorité judiciaire.

Cela dit, on ne voit pas sur quelle base les auteurs de la question puissent affirmer que dans de nombreux bureaux de l'Administration une "francisation" forcée serait en cours.

Je veux à cet effet rassurer les collègues. Nonobstant la tentative de "croisade" linguistique ou de chasse aux sorcières, il ne faut pas confondre Aoste avec Bozen, l'italien n'est pas en danger. Au contraire force nous est de constater que c'est la situation inverse qui se vérifie. Sans compter la quantité de documents rédigés uniquement en langue italienne, pour ce qui est des exemples énoncés dans le préambule de la question, le papier en-tête des structures du Gouvernement valdôtain ainsi que celui du Conseil régional est bilingue. De même, les formulaires sont normalement disponibles dans les deux langues sauf cas contingents, et temporaires d'épuisement de l'une des deux versions. Le droit statutaire n'impose donc pas la rédaction des actes dans les deux langues, il établit simplement qu'on peut utiliser l'une ou l'autre langue.

Quant aux ordinateurs individuels ils sont dotés en grande partie d'un système d'exploitation et de logiciels d'application en langue française aussi et ce toujours sur la base d'un droit statutaire.

Il y a lieu toutefois de préciser que les systèmes d'exploitation et les programmes d'application, notamment les programmes de traitement de texte en français, permettent aussi la rédaction des actes administratifs aussi bien en cette langue qu'en italien puisqu'ils disposent de vérificateurs d'orthographe y afférents. Il y a donc la possibilité d'utiliser l'acte dans la langue choisie. De plus bien de logiciels sont complètement en italien indépendamment du système d'exploitation. Que ce soit ceux concernant l'enregistrement du courrier, la gestion des délibérations ou des emprunts, des dossiers d'urbanisme, de l'aménagement du territoire ou des programmes traitant l'information sur une unité centrale (système agricole, bons d'essence, etc.).

Les logiciels en français ou les menus en cette langue, par ailleurs ne devraient poser aucun problème aux fonctionnaires de l'Administration vu qu'ils ont réussi une épreuve de vérification de leur maîtrise de la langue française et qu'ils touchent une prime de bilinguisme.

En conclusion, aucune structure ne peut imposer a priori la détermination de la langue à utiliser dans l'exercice des fonctions institutionnelles et partant aucun critère ne peut être fixé pour l'utilisation de l'italien ou du français. Cela est précisément le fait du respect du principe de l'égalité de ces deux langues, qu'établit l'article 38 du Statut spécial, puisque tout citoyen dans ses rapports avec l'Administration a la faculté, mieux le libre choix, le droit de s'exprimer en italien ou/et en français, les deux langues officielles de la Communauté et il a également le droit d'être non seulement compris, mais aussi de se voir répondre dans sa propre langue.

PrésidentLa parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI)Facciamo alcune valutazioni sulla risposta che il Presidente della Giunta ha fornito alla nostra interrogazione, interrogazione sicuramente sintetica, nel senso che è la sintesi di un problema ben più grande.

La risposta del Presidente per certi versi è una risposta pacata che se corrispondesse alla reale situazione, sicuramente ci potrebbe vedere soddisfatti.

L'interrogazione invece nasce da situazioni precise che mi sembra di poter dire in parte smentiscano quella che è stata l'affermazione condivisibile del Presidente, ma che purtroppo riteniamo non rispecchi la situazione attuale. Ci spieghiamo meglio.

Il problema non è una crociata linguistica che la nostra forza politica vuole intraprendere, nel senso che non è una crociata né per l'italiano né contro il francese, è semmai una crociata per quella che è una forma di libertà come è la libertà di espressione.

Abbiamo visto direttamente, e ci è stato comunque segnalato da più parti, come in diversi uffici dell'Amministrazione regionale sia in atto una sostituzione significativa di tutto ciò che è necessario ai fini di quelle che sono le funzioni d'istituto, mi riferisco alla cancelleria intendendo i vari fogli e i moduli prestampati, ci riferiamo al software dei nuovi computer che vengono acquistati che sembrano far prevalere l'utilizzo della lingua francese. Quanto io dico è anche confermato da un provvedimento dirigenziale che riguarda la fornitura di ben 900 personal computer - e non mi sembra che siano poca cosa -, un provvedimento dirigenziale recente datato 6 maggio e nell'incarico che viene dato a IN.VA. si parla di personalizzazione delle apparecchiature con il logo: "Région Autonome Vallée d'Aoste". Ora questo può essere un dettaglio insignificante per alcuni, ma è significante per noi in quanto riteniamo che il logo quanto meno, essendo l'immagine dell'Amministrazione che ne esce, dovrebbe essere bilingue e non esclusivamente in lingua francese.

Detto questo, prendiamo atto con soddisfazione dell'affermazione "choix propre à chacun" che il Presidente ha fatto poiché di conseguenza non ci dovrebbero essere imposizioni ai dipendenti pubblici, da parte dei dirigenti a loro superiori, di utilizzare nella redazione degli atti l'una o l'altra lingua. Ci auguriamo che la risposta che lei ha fornito a quest'interrogazione venga anche recepita da quanti invece sistematicamente hanno l'abitudine di rimandare indietro provvedimenti, perché non sono redatti in lingua francese o perché pretendono che certi provvedimenti siano redatti esclusivamente in lingua francese.

Riteniamo condivisibile il fatto che il dipendente pubblico, essendo a svolgere una funzione pubblica, sia al servizio del cittadino e che di conseguenza debba avere la capacità di rispondere al cittadino nell'una o nell'altra lingua in quanto l'una e l'altra lingua sono le lingue con le quali in Valle d'Aosta ci si può esprimere, di conseguenza il cittadino deve avere il diritto di poter interloquire con il funzionario e il funzionario adeguarsi all'esigenza del cittadino; questa è una condivisione di un principio di libertà che condividiamo?

(interruzione del Presidente della Giunta, fuori microfono)

? prende l'indennità ed è un funzionario pubblico al servizio del cittadino su questo concordiamo, quello su cui non concordiamo invece è quando l'Amministrazione, che dovrebbe essere al servizio della collettività, pretende di far uscire un indirizzo che faccia una netta scelta di campo.

Presidente, lei sa bene che ci sono parecchi moduli prestampati che in questo periodo sono redatti esclusivamente in lingua francese; riteniamo che questo comunque vada a coartare?

(interruzione del Presidente della Giunta, fuori microfono)

? ma l'Amministrazione regionale dovrebbe mettere nelle condizioni quel cittadino di poter comprendere la lingua che più gli aggrada perché se è vero che il dipendente pubblico percepisce l'indennità di bilinguismo, il cittadino non percepisce nessuna identità di bilinguismo se non per il fatto che sia dipendente pubblico, di conseguenza il cittadino che non percepisce l'indennità può benissimo non sapere e non volere comunque esprimersi in una lingua, italiano o francese, che non riconosce come la sua lingua.

Ciò detto verificheremo che le affermazioni di principio fatte dal Presidente della Giunta e che in parte condividiamo trovino concreta attuazione all'interno della pubblica amministrazione, sicuramente sino ad oggi così non era, altrimenti quest'interrogazione non avrebbe avuto motivo di essere sollevata.