Oggetto del Consiglio n. 814 del 22 settembre 1999 - Resoconto
OGGETTO N. 814/XI Comunicazione del Senatore Dondeynaz in materia di riforme istituzionali.
Président Avant d'ouvrir la discussion et sur la base de la prévision de l'article 51 du Règlement intérieur, je voudrais donner la parole au Sénateur Dondeynaz pour une communication au Conseil.
Je rappelle qu'il est de la faculté de nos Parlementaires d'intervenir par des communications, mais qu'ils n'ont pas le droit de participer au débat et donc ils ne sont pas d'un point de vue strict les interlocuteurs de la discussion générale, ils sont toutefois autorisés à nous livrer des communications.
La parole au Sénateur Dondeynaz.
Dondeynaz (Senatore) Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, signori consiglieri, ho ritenuto importante partecipare all'avvio di questa discussione con una mia comunicazione perché ritengo essenziale che, in un momento così delicato per i rapporti che si riferiscono allo Stato e la Regione sulle riforme, i Parlamentari siano tenuti ad approfondire con voi gli orientamenti da assumere affinché le nostra azione a livello nazionale sia coerente con le decisioni del Consiglio regionale.
Il momento che stiamo attraversando è veramente preoccupante infatti basti ricordare l'estenuante discussione e il laborioso travaglio che la Commissione Affari Costituzionali della Camera, ha dovuto superare lavorando intensamente dal mese di gennaio per poter realizzare un testo unificato tenendo conto dei 22-23 disegni di legge presentati dai singoli Parlamentari.
Durante tutto questo periodo emergeva sempre più evidente che per quanto riguardava la Valle d'Aosta vi sarebbe stata una deroga all'obbligo di effettuare una prima elezione diretta del Presidente della Giunta consentendo così alla nostra regione di decidere sulla materia tenendo conto quindi del proprio modo di essere all'interno dei cambiamenti proposti per la generalità delle regioni.
La Commissione definita "dei nove" che ha la funzione di esaminare e ricercare le convergenze di tutti gli emendamenti presentati prima che il disegno di legge vada definitivamente in aula ha cambiato radicalmente l'impostazione che tutti quanti voi conoscevate reintroducendo un emendamento che impone anche alla Valle d'Aosta la norma transitoria, riproponendo integralmente la gravità della decisione precedente.
Questo comportamento, secondo il mio punto di vista, ripropone ancora una volta la continuazione di una logica che "ripropone" ed evidenzia l'incapacità del Parlamento di produrre qualunque tipo di riforma considerando le regioni, comprese quelle a statuto speciale, incapaci di decidere autonomamente le forme di governo delle regionali.
Questo tentativo, dopo il fallimento della Commissione bicamerale, ripropone alcuni cambiamenti parziali della Costituzione, prospettando una riforma a "spizzichi e bocconi".
Tutto questo ha determinato a livello parlamentare un dibattito sull'utilità e l'opportunità di fare dei cambiamenti frammentati e disorganici anziché portare avanti un progetto organico e complessivo.
Questo atteggiamento è grave anche perché si contrappone all'iniziativa del Consiglio di aprire una discussione molto concreta sulla modifica dello Statuto della Regione Valle d'Aosta, tesa a realizzare le nuove esigenze di questa comunità.
Simile impostazione che impone un modello di elezione diretta anche alla Valle d'Aosta, nonostante che i rappresentanti della Regione e i Parlamentari, in una pluralità di occasioni, abbiano sostenuto nelle varie sedi un'opinione contraria e l'esigenza di assegnare la competenza al Consiglio regionale può mettere in discussione addirittura i nostri rapporti con l'attuale maggioranza che evidenzia una voglia di uniformità senza ragioni logiche, sostenendo che se tutti scelgono i loro presidenti con quelle modalità anche voi, in Valle d'Aosta, dovete agire analogamente.
La norma transitoria, nella parte in cui afferma che "Nell'attesa che voi legiferiate, noi v'imponiamo l'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale", a mio giudizio, evidenzia la profonda sfiducia dello Stato nei confronti delle autonomie territoriali ritenendole incapaci di darsi un modello adatto alle loro esigenze. Quindi è evidente che questa impostazione non è sollecitata da gran parte Regioni e, meno che meno, dalla nostra Regione. Sono i problemi connessi con le difficoltà di governabilità presenti in due Regioni a Statuto speciale e specificatamente della Sicilia e della Sardegna. Queste invece ritengono questo modello adatto alla risoluzione dei loro problemi.
Ritengo infine che sia da contrastare, facendo anche uno sforzo sul piano culturale, l'idea che la soluzione dei problemi della politica italiana sia riconducibile esclusivamente all'elezione diretta di tutti gli organismi di carattere generale. Io contesto quest'affermazione e affermo che questa impostazione ha pari dignità come tutte le altre che esistono.
Ritengo che il problema principale sia quello della partecipazione dei cittadini alla vita politica del Paese a tutti i livelli, e quindi sia necessario ricercare forme di governo che aumentino il livello di discussione, di partecipazione, di decisione dei Consigli ancor prima di verticalizzare ulteriormente le attuali strutture.
In primo piano vanno messe le capacità dei consigli di esercitare l'importante ruolo di rappresentanza assegnato dai cittadini e quindi verificare l'opportunità di costruire una società piramidale, come molti tentano di teorizzare infondendo speranze eccessive di risolvere i problemi attuali della politica italiana attraverso l'esaltazione del ruolo parziale delle riforme. Voglio mettere in evidenza che questo modo di agire da parte del Parlamento cancella tutti ragionamenti che noi stiamo facendo sulla natura pattizia degli statuti. Siamo di fronte ad un'imposizione brutale e netta, che mortifica una volontà largamente maggioritaria del Consiglio nell'affermare il diritto del Consiglio regionale di decidere le forme di governo e le forme di elezione della nostra comunità.
Questo mi sembra che sia l'elemento essenziale, convinto che questo Consiglio abbia la capacità di ritrovare al suo interno la soluzione più adatta dalla realtà in cui viviamo.
Sotto questo aspetto, e questo era il senso della comunicazione, credo che occorra evitare di ricercare altre soluzioni attraverso la mediazione nazionale.
Può anche darsi che all'interno di questo Consiglio vi siano opinioni diverse di agire per realizzare il modo migliore di governare la Regione, ma la decisione deve scaturire da questo Consiglio evitando di importare soluzioni nazionali, che impongano al Consiglio una formula decisa altrove e non adatta alla realtà valdostana.
In questo contesto devo dire sinteticamente che c'è un ruolo importante dei Parlamentari a livello nazionale.
Siamo di fronte ad un'impostazione della maggioranza che ci costringe a riflettere sul nostro ruolo e sui rapporti che intercorrono con la stessa maggioranza. Infatti facciamo riferimento alla maggioranza attuale.
La nostra partecipazione alla maggioranza, seppure non organica e limitata ad una verifica costante dei contenuti rispetto alla nostra autonomia, esige che sulla questione dello Statuto non si possa tacere, per l'estrema importanza che riveste. Dobbiamo riconfermare che tutte le procedure inerenti sia l'elezione diretta, consiliare, direttoriale devono essere delegate pienamente a questo Consiglio.
Riconfermo quindi l'impegno di operare in stretto legame con il Consiglio regionale, assumendo le determinazioni che voi deciderete.
Ringrazio per l'attenzione ed in conclusione voglio sottolineare l'esigenza di una grande unità del Consiglio per evitare che le nostre riflessioni sulla revisione dello Statuto, siano annullate da un'impostazione che vede capovolgere, per la prima volta nella storia, l'iniziativa della modifica degli statuti che vedeva il Consiglio regionale soggetto attivo che richiede le modifiche al proprio Statuto.
La ricerca di uniformità evidenziata su questo argomento, si estende anche a tutte le proposte di modifiche della costituzione, evidenziando un contesto di carattere nazionale teso alla realizzazione di una normalizzazione delle situazioni differenziate. In conclusione sottolineo che questo è un segnale molto preoccupante al quale dobbiamo guardare con estrema attenzione preparandoci, qualora fosse necessario, ad una forte reazione da parte dei Consiglio e dell'intera Comunità valdostana.
Vi ringrazio, buon lavoro.
PrésidentMerci, M. le Sénateur, merci pour le contenu de votre communication; je tiens également à vous exprimer le remerciement de l'Assemblée pour la sensibilité et l'attention que vous avez toujours eues dans les relations envers les organes du Conseil, la disponibilité à nous tenir toujours bien renseignés sur ce qui se passe au Parlement et je souhaite également que, pour les passages qui nous attendent, la collaboration et la disponibilité des Parlementaires demeurent intactes dans des moments particulièrement importants de notre vie politique.
Le Conseil prend acte.