Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 777 del 28 luglio 1999 - Resoconto

OGGETTO N. 777/XI Notizie in merito alla possibile caduta di frane sul centro abitato di Pollein e alle misure di sicurezza messe in atto. (Interpellanza)

Interpellanza Venuti a conoscenza di uno stato di all’erta rivolto dalla Protezione Civile agli abitanti di Pollein per la possibile caduta di frana sul centro abitato;

Considerata la preoccupazione degli abitanti sulle scarse informazioni ricevute;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l’Assessore competente ai fini di conoscere l’entità del pericolo e le misure messe in atto per la sicurezza dei cittadini.

F.to: Lattanzi - Tibaldi - Frassy

PresidenteLa parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (FI)Quest'interpellanza riteniamo sia dovuta al fatto che qualche settimana fa agli abitanti dei centri abitati di Pollein e per la verità anche di Charvensod, che non sono citati nell'interpellanza, è stato recapitato un "vademecum" di emergenza per la possibile evacuazione in conseguenza di una possibile caduta di frane di una parte della montagna sovrastante che per la verità è già da qualche anno che crea delle preoccupazioni.

In tal senso le Amministrazioni comunali di Pollein e di Charvensod hanno provveduto, per quanto di loro competenza, a cercare di mettere in atto la sicurezza possibile, cioè di non concedere nuove licenze edilizie, ma per quelli che già hanno le case e i centri abitati in quei luoghi, questo vademecum della popolazione civile ha suscitato molte perplessità, molte preoccupazioni e se diciamo che siamo nella stagione estiva, quando ci sono i temporali le immagini di Sarno tornano alla mente.

Quindi riteniamo che sia giusto che in questo caso l'Assessore competente possa illustrare quali sono le iniziative che l'Amministrazione ha messo in atto, se questo vademecum della Protezione civile è un motivo di preoccupazione dovuta a dei cambiamenti geologici che ci sono stati a monte dei centri abitati e quindi se questo può essere fonte di preoccupazione per gli abitanti.

PresidenteLa parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Vallet.

Vallet (UV)Il fenomeno franoso a cui fa riferimento l'interpellanza è stato segnalato nel giugno del 1996 da privati cittadini alla Protezione civile regionale. È stato posto sotto osservazione strumentale dall'estate 1997 con un sistema automatico di controllo in tempo reale dei movimenti, attraverso l'uso di estensimetri a filo, in associazione a verifiche periodiche con sistemi manuali di rilevazione topografica sia distanziometrica che con sistema satellitare GPS.

Tale movimento franoso interessa una placca detritica alla base della parete nord occidentale della Becca di Nona. La dinamica in atto, configurabile come uno scivolamento planare dell'intera placca sul substrato roccioso, potrebbe determinare una mobilizzazione di almeno mezzo milione di metri cubi di detrito. La particolare natura del fenomeno e la sua interazione con la dinamica idraulica del torrente Comboé potrebbero determinare potenziali rischi indiretti sulle aree abitate di Pollein e Charvensod localizzate sul conoide alluvionale del torrente al suo sbocco sul fondo valle principale.

In relazione ai diversi scenari possibili di evoluzione del fenomeno sono state individuate specifiche procedure di controllo degli eventi e di gestione delle relative emergenze, questo è il senso del vademecum, in particolare sono stati individuati quattro scenari possibili: uno scivolamento parziale della massa in frana con ripercussioni limitate alla parte alta del vallone del torrente Comboé; uno scivolamento parziale della massa in frana con rimobilizzazione successiva del materiale franato ad opera del torrente Comboé e generazione di un fenomeno di trasporto solido di lava torrentizia lungo il torrente e possibili esondazioni quindi nei punti idraulicamente critici; uno scivolamento totale della massa in frana con proseguimento del moto lungo l'alveo del torrente Comboé con effetti d'intasamento dell'alveo su conoide e diffusi fenomeni di esondazione; uno scivolamento totale della massa in frana - ed è lo scenario più catastrofico - con formazione di un lago e la possibilità di un'ondata di piena per tracimazione incontrollata dello stesso.

Il fenomeno franoso è stato posto sotto controllo con strumentazione automatica che misura con cadenza ogni due ore i movimenti della scarpata sommitale della frana. I dati vengono trasmessi al Centro operativo della Protezione civile e successivamente presso gli uffici del Servizio difesa del suolo responsabili del controllo e gestione del sistema insieme alle informazioni meteorologiche fondamentali relative alla piovosità e alla temperatura, inoltre periodicamente sono analizzati gli spostamenti topografici di alcuni punti sulla superficie della frana sia con metodologie distanziometriche che con l'ausilio di metodi satellitari.

La definizione di soglie di rischio e il loro superamento determina l'immediato inoltro di un segnale di preallarme e allarme alle strutture tecniche competenti ed eventualmente, se confermato, alle strutture ed enti responsabili sul territorio da cui derivano l'attivazione di precise e formalizzate procedure e azioni di protezione civile.

L'osservazione delle misurazioni raccolte da fine 1997 ad oggi ha mostrato uno stato di attività generale del fenomeno franoso con oscillazioni stagionali legate alle condizioni termiche dei terreni e alle circolazioni idriche sotterranee, in particolare con punte massime di spostamento nei periodi primaverili e autunnali e fasi di stasi durante l'inverno. Globalmente i movimenti riscontrati sono rappresentabili nell'ordine di qualche centimetro all'anno senza tuttavia mostrare "trend" evolutivi tipici di un fenomeno in fase di collasso come del resto visivamente verificabile dall'assenza di distacchi di volumi importanti di detriti dal fronte di frana che abbiano raggiunto il torrente Comboé determinando ostacolo al regolare deflusso delle frane.

Le osservazioni strumentali mostrano chiaramente un fenomeno che sta evolvendo senza tuttavia essere giunto a situazioni di collasso come quelle sopra ipotizzate, tuttavia le dinamiche in atto e le possibili evoluzioni anche catastrofiche del fenomeno e le pesanti ripercussioni su persone e beni che potrebbero causare determinano la necessità di applicare misure di cautela e di protezione civile al fine di tutelare la pubblica incolumità.

Sono in atto le indagini e studi propedeutici alla modellizzazione dei vari e potenziali fenomeni evolutivi sia del fenomeno franoso che del trasporto solido lungo il torrente al fine di maggiormente quantificare le condizioni di pericolosità e di rischio attraverso procedimenti di simulazione fisico-numerica. È chiaro che, data la tipologia del fenomeno, la sua localizzazione a quota 2300-2400 metri, l'inaccessibilità del sito con mezzi meccanici, i grandi volumi potenzialmente mobilizzabili, non sono proponibili interventi efficaci di consolidamento o di contenimento dei fenomeni di esondazione catastrofica vista la natura morfologica del torrente Comboé e l'ormai diffuso utilizzo urbanistico residenziale del conoide di fondo valle.

Solo successivamente alle risultanze della modellizzazione del fenomeno franoso sarà possibile valutare la fattibilità di un intervento di by-pass del torrente Comboé volto ad aggirare un eventuale accumulo che sbarrasse il corso d'acqua.

La Direzione protezione civile regionale ha predisposto di concerto con i Comuni di Pollein e di Charvensod un piano d'intervento che è stato approvato il 21 gennaio 1999 dal Comitato regionale della Protezione civile.

Il piano stabilisce la predisposizione nei due comuni di un centro operativo comunale per la gestione dell'emergenza, definisce le modalità della graduale diramazione degli allertamenti, prevede il concorso delle strutture operative regionali a supporto delle attività di soccorso pianificate e messe in atto dai comuni, individua i provvedimenti protettivi per la popolazione che consistono, in relazione alla situazione e alla zona esposta al rischio, nel riparo ai piani alti o nell'evacuazione delle abitazioni, dispone che venga svolta attività d'informazione alla popolazione sulla situazione e sui comportamenti da adottare nelle varie fasi di allarme.

Gli studi che la Regione ha condotto e i provvedimenti cautelativi e le procedure di protezione civile messe in atto, volti alla prevenzione, assolvono a precisi doveri che competono per legge ai due livelli amministrativi Regione e comuni e fanno particolarmente riferimento nel caso specifico all'ipotetico scenario peggiore, allo scenario più catastrofico. Si tratta quindi di attività di prevenzione che non devono scatenare particolari allarmi.

PresidenteLa parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (FI)L'ultima frase dell'Assessore è quella più comprensibile di tutta la relazione tecnica perché non è facile districarsi nella relazione che sicuramente un tecnico del suo assessorato ha fatto che dice che questa placca di mezzo milione di metri cubi di terreno franoso si muove alla velocità di 2 centimetri all'anno, quindi sotto l'aspetto tecnico grandi preoccupazioni non ci sono.

Credo che questo sia il messaggio più importante da mandare alla popolazione perché dopo quei vademecum che parlano di situazioni probabili catastrofiche, quindi di probabilità, la riflessione che potremmo fare noi è, dopo quella relazione, chi di noi abiterebbe oggi in una casa di quelle?

Se le perplessità ci sono, credo che al di là di un controllo, l'ultima cosa da fare, se la frase ultima dell'Assessore è quella che poi conta, sia inviare quel vademecum, cioè non ci sembra che in questo momento, al di là di un monitoraggio con un sistema satellitare, quindi tenere sotto controllo - e credo che sia stato fatto un buon lavoro sotto quest'aspetto, devo fare i complimenti all'assessorato -, visto che questa è la situazione ed è sotto controllo, credo che mandare un vademecum di quel tipo alla popolazione possa non aiutare, ma nuocere in un contesto di questo tipo visto che la situazione è sotto controllo.

Se è poi vero che è sotto controllo perché non vorrei che nei doveri per legge quel vademecum servisse per dire, se succede qualcosa, che noi avevamo tutto quello che la legge ci dice di fare.

Credo che in una Regione che già ha visto purtroppo situazioni per questioni geologiche disgraziate - citavamo prima gli eventi del 1993 -, visto che la situazione mi pare di capire, come ha ripetuto in fine del suo intervento l'Assessore, è assolutamente sotto controllo, quindi il movimento non è di quelli più preoccupanti, sarebbe il caso che si informassero i cittadini che il movimento è di 2 centimetri all'anno, non c'è nessun pericolo e tutto è sotto controllo poi è chiaro che se c'è da fare un movimento di persone, si fa in una certa maniera con una certa organizzazione di protezione civile come è anche comprensibile.

Mi auguro che quest'interpellanza abbia potuto tranquillizzare gli abitanti di Pollein e Charvensod in modo da far capire che l'Amministrazione c'è, sta sorvegliando e lo sta facendo in maniera tecnologicamente molto avanzata, che ci sono degli scenari, la probabilità ultima, quella della catastrofe, è veramente remota e che questo vademecum è un eccesso di sicurezza che è dovuto ed è giustamente dovuto.

Non vorremmo che questo vademecum fosse capito come un prendere atto che lì qualcosa si muove e che è sotto controllo, ma che con questo vademecum ci si è lavati le mani perché se succede qualcosa, è stato fatto tutto quello che doveva essere fatto per legge.

Ringrazio l'Assessore per la risposta dettagliata e soprattutto a questo punto possiamo anche tranquillizzare i cittadini delle due comunità.