Oggetto del Consiglio n. 776 del 28 luglio 1999 - Resoconto
OGGETTO N. 776/XI Progetto per la valorizzazione della zona fluviale della Dora Baltea in Valle d'Aosta. (Interpellanza)
Interpellanza Ribadita l’esistenza di volontà comuni, sia da parte degli Amministratori pubblici sia degli operatori del settore turistico – ambientale, nel tentativo di diversificare l’offerta turistica e di valorizzare altre fasce di territorio della Valle;
Ricordata una iniziativa, agli inizi degli anni ’90, relativa alla presentazione di un progetto di un "Piano Fluviale per la valorizzazione ambientale, paesaggistica e turistica della Dora Baltea in territorio valdostano";
Ricordato inoltre che sull’iniziativa in questione fu redatto un progetto di fattibilità che interessava tutti i comuni tra Saint-Vincent e Villeneuve, iniziativa che riscontrò pareri favorevoli, all’epoca, da parte degli Amministratori comunali interessati e fu anche presentato un relativo disegno di legge;
Visto che a tutt’oggi non vi sono disposizioni di sviluppo a fini turistici e ricreativi, aventi per scopo la valorizzazione dell’ambiente naturale e le peculiarità culturali delle aree fluviali della Dora Baltea;
Considerato altresì che i recenti disastri alluvionali hanno senz’altro comportato, insieme al mancato coordinamento degli interventi infrastrutturali lungo il fiume, un ulteriore impoverimento della connotazione naturalistica delle aree summenzionate e conseguentemente delle potenzialità che le caratterizzano;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per conoscere:
1) i motivi per i quali non si è voluto concretizzare tale interessante progetto, alla luce dell’evidente necessità di recuperare le suddette potenzialità turistico – ambientali e al fine di creare le condizioni per una diversificazione stagionale e geografica dell’offerta turistica valdostana;
2) se si ritiene opportuno riprendere in considerazione tale progetto, indicando tempi e modalità;
3) in caso di risposta negativa, quali sono le eventuali nuove proposte che l’Amministrazione regionale intende assumere per la valorizzazione della zona fluviale valdostana della Dora Baltea, al fine di concretizzare così una diversificazione dell’offerta turistica.
F.to: Lanièce - Collé - Marguerettaz - Viérin M. - Comé
PresidenteLa parola al Consigliere Lanièce.
Lanièce (Aut)È da molto tempo che in Valle d'Aosta amministratori pubblici, operatori turistici e altre professionalità legate alla tutela dell'ambiente evidenziano la volontà comune di valorizzare altre fasce di territorio della nostra Regione.
Il tentativo è quello di diversificare l'offerta turistica della nostra Regione, fatto che, in virtù del particolare momento di difficoltà che il turismo sta vivendo, potrebbe essere un'occasione d'incremento anche economico dell'industria turistica stessa e anche dell'indotto collegato.
Nel 1992, con il disegno di legge n. 385, era stato presentato un piano fluviale per la valorizzazione ambientale, paesaggistica e turistica della Dora Baltea in territorio valdostano. Il provvedimento nacque sulla falsariga d'iniziative simili che si erano verificate in diversi comuni italiani presentanti zone fluviali d'interesse storico e turistico. Il disegno di legge n. 385/92 prevedeva l'attuazione di un progetto di piano fluviale, di cui era stato redatto un progetto di fattibilità.
Questo progetto era nato prendendo spunto dal fatto che le aree lungo il fiume sono da sempre stato oggetto d'importanti interventi infrastrutturali, spesso tra loro non coordinati, che hanno determinato l'impoverimento della connotazione naturalista dei luoghi e quindi di molte delle potenzialità che caratterizzano le zone lacustri e fluviali. L'obiettivo principale era quindi quello di recuperare le accennate potenzialità in vista di un utilizzo da parte non solo della popolazione residente, ma altresì di quella turistica così da promuovere fra l'altro la diversificazione stagionale e geografica dell'offerta turistica valdostana. Questo progetto riguardava tutti i comuni compresi fra Saint-Vincent e Villeneuve. I vari amministratori comunali allora contattati per conoscere il loro parere su questo piano fluviale avevano inoltre espresso giudizi positivi. Si presentavano quindi tutte le premesse per operare in tranquillità alla ricerca di una nuova proposta turistica, che nello stesso tempo poteva diventare anche un'operazione di tutela e di sviluppo ambientale.
Al momento attuale il progetto relativo al piano fluviale della Dora Baltea non è stato mai attuato e conseguentemente le disposizioni contenute nel disegno di legge richiamato non sono mai state applicate; inoltre negli ultimi anni abbiamo assistito a gravi disastri alluvionali che hanno procurato in diverse zone della Valle un impoverimento della connotazione naturalistica delle aree fluviali e quindi anche delle potenzialità turistico-ambientali che le caratterizzano. È anche evidente che nel ripristinare alcune di queste aree non si è mantenuto un coordinamento generale degli interventi infrastrutturali.
Chiediamo quindi alla Giunta regionale perché, nonostante non si fossero presentati problemi d'insormontabile difficoltà, il piano fluviale non sia mai stato applicato nonostante sia evidente la necessità di recuperare le potenzialità turistico-ambientali delle zone vicine alla Dora Baltea in modo tale che si creino le condizioni per proporre un'alternativa stagionale e geografica alla classica offerta turistica valdostana.
Il nucleo operativo, per verificare la possibilità di dare attuazione ai contenuti del disegno di legge, potrebbe sicuramente essere quello formato dalle stesse persone che nel disegno di legge in questione erano state indicate come facenti parte del Comitato per il piano fluviale.
È chiaro che se si verificasse la volontà oggi di riprendere in considerazione questo provvedimento, visto che esiste già un primo progetto di fattibilità, occorrerebbe cercare di rendere il tutto operativo in tempi brevi.
Per questo motivo abbiamo voluto conoscere: i motivi per i quali fino ad oggi non si è voluto concretizzare tale interessante progetto, alla luce anche delle evidenti necessità di recuperare le suddette potenzialità turistico-ambientali e al fine di creare le condizioni per una diversificazione stagionale e geografica dell'offerta turistica; se si ritiene opportuno invece riprenderlo in considerazione, indicando i tempi e le modalità e, nel caso di risposta negativa, quali sono le eventuali nuove proposte da parte dell'Amministrazione regionale in merito alla valorizzazione della zona fluviale valdostana della Dora Baltea in modo da concretizzare una diversificazione dell'offerta turistica.
Si dà atto che, dalle ore 17,29, presiede il Vicepresidente Viérin Marco.
PresidenteLa parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Vallet.
Vallet (UV)L'aumentata sensibilità verso i temi ambientali ha trovato nella valorizzazione degli ambiti fluviali uno dei risultati più evidenti: la riscoperta delle tecniche d'ingegneria naturalistica, lo sviluppo dei diversi parchi fluviali e la diffusione di attività ricreativo-sportive in ambito fluviale testimoniano il crescente interesse anche economico verso i fiumi.
Nel 1990 anche per la Dora Baltea nel tratto Villeneuve/Saint-Vincent furono valutate le possibilità di sviluppo dei percorsi turistico-culturali che permettessero di rivitalizzare il fiume quale elemento di unione nel territorio della media Valle. In tale progetto di fattibilità furono individuati quindi i percorsi specifici che collegassero punti del territorio rilevanti dal punto di vista paesaggistico, storico, monumentale, con lunghi tratti che costeggiassero le sponde della Dora quale elemento naturale di raccordo fra i diversi siti e essi stessi attrattiva per escursioni. Il progetto prevedeva la possibilità di un'iniziativa pubblica che doveva catalizzare anche l'interesse dei privati per lo sviluppo di attività ricreativo-sportive per un investimento globale ipotizzato intorno ai 100 miliardi.
Per la sua realizzazione il progetto poteva essere suddiviso in molti parti autonome, ma coordinate fra di loro e venne presentato ufficialmente con una manifestazione pubblica alla quale furono invitati anche i rappresentanti dei comuni interessati. Il progetto richiedeva inoltre che si sviluppassero anche una serie d'iniziative di recupero e di valorizzazione naturalistica del corso d'acqua quale preliminare e necessaria riqualificazione ambientale del territorio interessato.
Rispetto quindi a tale tematica, la riqualificazione ambientale, non è corretto affermare che a seguito dell'alluvione del 1993 gli interventi sulla Dora non siano stati coordinati e che si è causato un impoverimento delle connotazioni naturalistiche delle sponde della Dora, certamente non ascrivibili agli interventi di sistemazione. Gli interventi di sistemazione idraulica furono realizzati sulla base di programmi approvati dalla Giunta e la competente commissione consiliare venne tenuta informata sull'andamento delle iniziative con apposite relazioni.
A seguito dell'alluvione del 1993 si è invece avuta una rapida evoluzione del quadro normativo di riferimento che si è concretizzato nel piano stralcio delle fasce fluviali dell'autorità di bacino del Po. Tale piano interessa anche la Dora Baltea fra la confluenza della Grand Evian e Pont-Saint-Martin attraverso l'individuazione delle famose tre fasce lungo il corso del fiume: la fascia di deflusso, la fascia di esondazione e recupero ambientale e la fascia di piena catastrofica. È la seconda fascia, quella di esondazione e recupero ambientale, che costituisce il luogo in cui privilegiare attività di uso del suolo compatibili con il rischio di esondazione e con il recupero di ambiti naturalistici. Tale zonizzazione, che dovrà essere recepita anche dai piani regolatori comunali secondo le modalità dell'articolo 35 della legge n. 11/98, legge urbanistica, è quindi il primo passo necessario per concretizzare qualunque iniziativa lungo la Dora Baltea.
Gli elementi conoscitivi del Progetto per la valorizzazione della zona fluviale della Dora Baltea insieme a quanto prodotto a livello regionale e di autorità del bacino del Po a seguito dell'alluvione hanno trovato nel Piano territoriale paesistico la sintesi ottimale in un quadro generale di obiettivi a livello regionale. Le possibilità individuate dal progetto di piano fluviale sono state infatti riprese e coordinate nel Piano territoriale paesistico e nei suoi indirizzi. Tra i programmi integrati d'interesse regionale contenuti nel PTP ne è stato previsto uno apposito denominato "Fascia della Dora Baltea, riassetto idrogeologico, riqualificazione ambientale e valorizzazione degli usi sociali della fascia della Dora Baltea" che i colleghi consiglieri potranno trovare in dettaglio alle pagine 52 e 53 delle linee programmatiche del PTP.
Riguardo ai quesiti posti si può pertanto affermare che il progetto non è stato abbandonato, ma ha trovato nel PTP un livello di sintesi e di legittimazione superiore del progetto specifico Dora Baltea e negli altri progetti e indirizzi che si propongono come fine il recupero di potenzialità turistico-ambientali diverse da quelle tradizionali, con la zonizzazione in fasce fluviali si è avviata concretamente la delimitazione territoriale delle aree su cui intervenire e comunque da salvaguardare.
Sono stati poi attivati da due comunità montane, la Comunità montana Monte Emilius e la Monte Cervino, due progetti di realizzazione di percorsi pedonali e ciclistici lungo le sponde della Dora che anticipano in parte negli obiettivi quanto previsto dal progetto di piano fluviale. La concretizzazione di uno o più progetti aventi come obiettivo la valorizzazione degli ambiti fluviali anche per una diversificazione dell'offerta turistica non può che passare attraverso l'attuazione del progetto integrato a cui ho fatto riferimento.
Questi ambiti potrebbero divenire i primi progetti sperimentali per l'applicazione del PTP articolandosi in recupero ambientale del fiume e delle sue sponde attraverso la sperimentazione di metodi di gestione delle sistemazioni idrauliche anche di tipo naturalistico e la definizione di percorsi di fruizione dei monumenti, organizzando itinerari specifici attrezzati, promozione di attività ricreativo-sportive nel corso d'acqua e nelle sue aree limitrofe.
Non avrebbe senso recuperare il progetto di piano fluviale del 1990 tal quale perché la sua attualizzazione e il suo coordinamento con altre iniziative a livello regionale è già avvenuto, ripeto, nel Piano territoriale paesistico. Esso può essere sicuramente la base da cui partire, per attuare i progetti specifici del PTP.
Tali iniziative richiedono un forte appoggio da parte degli enti locali che ne dovrebbero divenire forse anche gli attuatori visto che ne saranno poi i gestori sui quali ricadranno gli oneri di manutenzione di tutte le infrastrutture e richiedono questi interventi sicuramente anche il coinvolgimento di soggetti privati. Questi ultimi vanno coinvolti anche finanziariamente perché tocca loro promuovere e impiantare le iniziative necessarie ad attirare i turisti o comunque i possibili fruitori.
Concludendo ci sono quindi delle potenzialità che sulla carta sono notevoli. È necessario coordinare l'azione di diversi settori come il turismo, la cultura e il territorio coinvolgendo gli enti locali e i privati per fissare un programma di azione comune e in questo senso ci attiveremo.
PresidenteLa parola al Consigliere Lanièce.
Lanièce (Aut)Prendiamo atto della risposta che ci ha fornito l'Assessore dalla quale si evince che questo progetto era un progetto importante che potrebbe essere preso a base per eventuali futuri interventi, però dall'intervento dell'Assessore non ci è parso di cogliere dei tempi precisi su quando verranno fatti tutti questi interventi a parte alcune iniziative poste in essere dalle due comunità montane.
Non è che volessimo che questo progetto fosse ripresentato in toto oggi, ma che fosse preso come esempio per valorizzare queste fasce di territorio, per dare un'offerta turistica diversificata rispetto all'attuale, sull'esempio dei parchi fluviali che ci sono in Italia, ad esempio il Parco del Ticino che ha avuto un enorme sviluppo, tenuto conto che questo progetto prevedeva una spesa di 100 miliardi e avrebbe dato grosse possibilità occupazionali e di ritorno turistico, quindi sicuramente era un grande progetto. Lo si può rivedere, ma l'importante è tenere conto della validità dello stesso, che aveva colto nel segno cercando di sviluppare un'offerta turistica diversificata cogliendo delle potenzialità che ci sono in Valle d'Aosta lungo le fasce di territorio che si trovano lungo la Dora Baltea.
Ci auguriamo che da parte dell'Assessore venga al più presto presentato qualcosa di più concreto, dal punto di vista dei tempi, in merito a queste iniziative perché riteniamo che iniziative del genere non possano che fare del bene al nostro turismo e al tempo stesso servire per il recupero ambientale di queste fasce di territorio. Invitiamo pertanto l'Assessore a informare la commissione competente, quando ci saranno delle azioni concrete da parte della Giunta in merito a questo problema.