Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 740 del 15 luglio 1999 - Resoconto

SÉANCE DU 15 JUILLET 1999 (APRÈS-MIDI)

OGGETTO N. 740/XI Interventi nei confronti dell'ENEL per la soluzione dei problemi derivanti dall'elettrodotto Covalou-Montestrutto. (Interpellanza)

Interpellanza Richiamate le diverse iniziative consiliari presentate in merito agli ormai noti problemi causati dall'elettrodotto Covalou - Montestrutto, in frazione Priod nel comune di Hône;

Tenuto conto della volontà espressa in aula da parte della Giunta regionale di cercare una soluzione al fine di risolvere definitivamente tale annoso e preoccupante problema, soprattutto per quanto riguarda la salute pubblica;

Venuti a conoscenza di un analogo caso avvenuto in Emilia Romagna, per il quale il Pretore di Rimini ha condannato l'Enel a ripristinare la situazione preesistente, in seguito agli accertati problemi di salute;

Evidenziato che per la prima volta in Europa, tramite la sentenza in oggetto, vengono riconosciuti i danni fisici provocati dai campi elettromagnetici;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per sapere se non ritiene opportuno verificare la possibilità da parte dell'Amministrazione regionale, di costituirsi parte civile in una causa nei confronti dell'Enel, al fine di contribuire attivamente alla risoluzione dei problemi causati dall'elettrodotto in questione nella frazione Priod di Hône, nel caso in cui la causa abbia esito positivo.

F.to: Lanièce - Collé

Si dà atto che, dalle ore 18,41, presiede il Presidente Louvin.

Président La parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (Aut) È da tempo che in quest'aula si discute dell'annoso e grave problema dei coniugi Praduroux, residenti nella frazione Priod di Hône e sfrattati dall'ENEL, che ha messo in funzione l'elettrodotto Covalou-Montestrutto rendendo quindi impossibile alla famiglia Praduroux, per ragioni legate a possibili ripercussioni sulla salute dovute all'esposizione a campi elettromagnetici, la vita nella propria casa.

Più volte l'Amministrazione regionale ha dichiarato, rispondendo alle interpellanze fatte dal sottoscritto e dal collega Tibaldi, di voler dare soluzione a quest'annoso e grave problema tutelando quindi la salute pubblica, primo diritto di qualunque essere umano, valdostano oppure no. Purtroppo la situazione nella quale versa la famiglia di Hône non è assolutamente cambiata anzi, come ho detto prima, la famiglia ha dovuto lasciare la propria casa per ragioni di "sicurezza medica".

Nelle scorse settimane si è verificato un caso collegato, ma non simile. In Emilia Romagna, dove era stato installato un elettrodotto a poca distanza da un'abitazione, verificatisi simili ripercussioni sulla salute degli occupanti della casa in questione, il caso si è concluso, in primo grado, con la condanna dell'ENEL a ripristinare la situazione preesistente, condanna stabilita dal Pretore di Rimini a seguito degli accertati problemi di salute. Tengo a sottolineare che il caso è diverso da quello della località Priod perché in questo caso c'era un problema di distanze, ma la cosa essenziale, per la quale abbiamo ritenuto di ripresentare quest'argomento in questa sede, è che questa sentenza è una sentenza storica, perché è la prima, in Italia, che riconosce il pericolo reale per la salute pubblica rappresentato dai campi elettromagnetici; quindi noi abbiamo utilizzato il contenuto di questa sentenza, che ribadisco riguarda un caso diverso da quello della località Priod, ma che prende a base il fatto che sono state dichiarate nocive per la salute pubblica le conseguenze dell'esposizione ai campi elettromagnetici e infatti il Pretore, nella sentenza, si è basato su una perizia suffragata anche dalle più recenti ricerche.

L'esame dei più attuali studi, secondo il giudice, riduce le incertezze sull'associazione dei disturbi all'esposizione, valutabili in termini di ragionevole probabilità e non di semplice possibilità. Il sottile linguaggio giuridico della sentenza apre la strada a sviluppi importanti anche in simili contenziosi aperti nel resto d'Italia. Sui rischi per la salute provocati dai campi elettromagnetici a bassa frequenza esistono molte ricerche, non sempre concordanti. Oltre ai disturbi accertati, cefalee, nausee ed altro, si parla di un probabile rischio di ammalarsi di cancro, soprattutto di leucemia.

Vi sono altri casi simili a quello successo a Rimini: ad esempio c'è una circolare firmata da un responsabile del Servizio sanitario nazionale della Regione Emilia Romagna che parla apertamente di rischio sanitario per la popolazione, l'esposizione a campi elettromagnetici. C'è stato un altro caso che riguardava la città di Parma dove si è verificata l'apertura di un contenzioso a seguito del fatto che dopo l'installazione di una cabina elettrica nei pressi di un'abitazione, nella stessa poco tempo dopo si sono verificate tre morti le cui cause potrebbero essere collegate con i disturbi provocati dai campi elettromagnetici.

Vi sono stati altri casi, pur sempre diversi, ma che stanno a dimostrare che negli ultimi tempi si dà molta importanza agli effetti delle esposizioni dei campi elettromagnetici, fra questi anche quello che riguarda l'elettrodotto che attraversa le colline del Chianti, nei pressi dei Comuni di Scandicci e Impruneta.

I Sindaci e la Regione, spinti dalla protesta degli abitanti, sono riusciti a bloccare la linea, l'ENEL ha fatto ricorso al TAR che ha ordinato la riattivazione dell'impianto, ma ad energia ridotta, riconoscendo come primario l'interesse alla tutela alla salute. Anche qui, pur dando ragione all'ENEL, il TAR ha obbligato l'ente a ripristinare l'impianto, ma ad energia ridotta, ribadendo l'interesse primario della tutela della salute pubblica. Un altro esempio può essere riferito al fatto che, come ho già detto nelle precedenti interpellanze, a livello nazionale da tempo si sta cercando di presentare una legge quadro in materia, anche se conosciamo bene tutte le lungaggini burocratiche, si parte con buone intenzioni, ma chissà quando questa legge verrà approvata.

All'interno di questa nuova normativa, che dovrebbe regolamentare questo problema importante soprattutto dal punto di vista della salute pubblica, si dice che la situazione diventa allarmante quando il campo di esposizione è superiore a 0,2 microtesla per la bassa frequenza, e in questo caso si può richiedere al comune di ordinare la rimozione della cabina o del traliccio che provoca questa situazione. Ora, è stato accertato nell'abitazione dei coniugi Praduroux che questo valore è superiore a 0,2 microtesla; quindi è vero che questa normativa non è ancora in vigore, ma c'è un iter per cui prima o poi ci sarà questa normativa che per di più presuppone anche una specie di monitoraggio e una rivisitazione di siti, in modo da poter intervenire per ripristinare le situazioni non corrette o inadeguate.

Proprio per l'importanza di questa sentenza, al di là del fatto che, come detto precedentemente, si tratta di un caso diverso, che ha preso a base il fatto che l'esposizione a campi elettromagnetici provoca danni alla salute pubblica, chiediamo all'Amministrazione regionale di verificare la possibilità d'intentare una causa all'ENEL per questo caso, facendo valere come fatto principale il rischio per la salute pubblica. Spero che da parte dell'Amministrazione regionale ci sia la volontà di verificare con gli uffici competenti, con l'Ufficio legale dell'Amministrazione regionale, se si può portare in causa l'ENEL per i pericoli per la salute pubblica conseguenti all'esposizione ai campi elettromagnetici anche a bassa frequenza, prendendo spunto da quanto è successo in quelle zone che ho appena citato.

Proviamo a verificare se è possibile, nel caso in cui la causa vada in porto in modo positivo, dare una soluzione positiva a quest'annoso e grave problema dei coniugi Praduroux. Se invece ancora una volta non ci sarà data una risposta positiva, speriamo che ci venga detto cosa si intende fare per quanto meno cercare di attutire queste grosse difficoltà che questa famiglia e la località di Hône stanno vivendo.

Rimaniamo in attesa della risposta dell'Assessore per verificare la disponibilità che l'Amministrazione regionale ha del resto sempre assicurato in quest'aula dicendo che c'era la volontà, ma c'era purtroppo l'ENEL che godeva di una posizione di supremazia; adesso, visto che in altre parti d'Italia si stanno intentando delle cause contro l'ENEL, approfittiamo anche noi per cercare di far valere le giuste cause di famiglie valdostane.

Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) Giustamente il Consigliere Lanièce nelle premesse ha ricordato che più volte quest'aula ha esaminato questo problema e le risposte sono state fornite da diversi componenti della Giunta a seconda dell'argomento che veniva trattato.

Vista l'impostazione dell'interpellanza, che sembra puntare il dito, in senso buono del termine, sulla salute, spetta a me tentare di dare delle risposte di ordine sanitario. Vorrei però premettere alcune nozioni tecniche:

"Il progetto dell'elettrodotto Covalou-Montestrutto è corredato di tutte le autorizzazioni ambientali, paesistiche e di tutela storico-culturale prevista dall'attuale normativa nazionale e regionale, in particolare il progetto è anche corredato dalle valutazioni positive di compatibilità ambientale, ai sensi della legge regionale n. 6/91.

Sulla base della segnalazione avanzata da alcuni cittadini di Hône, è stato promosso un incontro con gli stessi per comprendere le ragioni del disagio che possono essere così riassunte: la linea attraverserebbe troppo da vicino il centro abitato di Priod creando difficoltà ad un suo ulteriore sviluppo e nella posa dei pali sarebbero state interessate delle aree dove, secondo un'interpretazione storica, sarebbero presenti dei manufatti oggi praticamente riconducibili alle barriere di produzione del Forte di Bard del periodo Napoleonico. Rispetto alla vicinanza del centro abitato, si fa presente che sono stati rispettati tutti i vincoli previsti dall'attuale normativa, verificati in sede di rilascio dell'autorizzazione. Le eventuali preesistenze storiche sono state invece valutate da parte della Sovrintendenza."

Mi sono limitato a leggere una relazione tecnica preparataci dai funzionari dell'Assessorato del territorio e ambiente.

Per quanto riguarda i valori di esposizione elettromagnetica - che è il punto centrale - alla quale sono esposti gli abitanti, essi rientrano abbondantemente nella norma di legge come stabilito dalle misurazioni effettuate dall'ARPA. L'ultima misurazione è del 14 giugno u.s. che recita testualmente:

"Quest'intervento è stato effettuato per verificare l'intensità dei livelli di induzione magnetica e campo elettrico a quattro mesi dall'ultimo rilevamento effettuato e per estendere le misure ad alcuni locali utilizzati per l'allevamento dei conigli e dei polli. I valori rilevati in abitazione sono leggermente superiori a quelli misurati nel corso del precedente intervento, ma rientrano nel campo dei valori previsti con linea 132 kW funzionante a pieno carico, vedi relazione intervento 26 gennaio 1999.

I livelli in corrispondenza alle gabbie dei conigli sono identici a quelli della soprastante abitazione; nei locali adibiti a pollaio, nonché nella cantina, i livelli sono più bassi come è prevedibile in considerazione della maggiore distanza dalla linea; in ogni caso i valori rilevati sono molto lontani dai limiti prescritti dal DPCM 23 aprile 1992, considerati cautelativi nei confronti degli effetti acuti da esposizione a campi elettromagnetici a 50 hertz."

Quest'ultima frase la svilupperemo dopo perché i concetti espressi sono quelli già citati dal Consigliere Lanièce dei limiti dei valori in assoluto e nei confronti degli effetti acuti, dicono il Dott. Agnesod, Responsabile della sezione Radiometria, e il Dott. Operti dell'ARPA.

Questa è la situazione allo stato attuale. Fortunatamente, per quanto riguarda la salute, non sono stati accertati danni alle persone da parte dell'autorità sanitaria e in relazione alla presenza della linea elettrica pur non potendo escludere a priori sintomatologie psicosomatiche che, come è ben noto a tutti, sono diverse da soggetto a soggetto. Non sto a ricordare al Consiglio regionale, perché mi pare di averlo fatto in precedenti occasioni, quali e quanti sono stati gli interventi predisposti dal servizio di Medicina legale dell'USL anche in una logica di medicina preventiva per tutelare la salute dei coniugi Praduroux fortunatamente, allo stato delle conoscenze scientifiche di oggi, siamo assolutamente nella norma. "Sic stantibus rebus", allo stato dell'arte, né la Regione, né l'USL, né l'Ispettorato regionale del lavoro, né l'INAIL, né l'INPS, né il Governo possono intervenire nei confronti dell'ENEL.

Questa è la situazione chiara perché si può intervenire nei confronti di terzi a condizione che ci sia l'accertamento di una mancanza, di un'assenza, di una manchevolezza; allo stato dell'arte, ripeto, non è possibile fare nulla.

Ciò detto, non vogliamo minimizzare il problema, anzi non si può non riconoscere che il tema dell'esposizione ad onde elettromagnetiche è ben lungi dall'essere risolto. Il Consigliere Lanièce ha già citato il disegno di legge quadro n. 4816, che è fermo in Commissione ambiente della Camera non per lungaggini burocratiche, purtroppo, ma perché non c'è la volontà politica e non c'è l'accordo fra le forze politiche di maggioranza e di opposizione di mandare avanti il disegno di legge.

È un disegno di legge che prevede una messa in opera di attività di risanamento dalle onde elettromagnetiche e che fissa in questa proposta al 2015 l'ultimazione delle opere stesse; è un disegno di legge che creerà una serie infinita di problemi perché, essendo l'Italia inserita in ambito europeo, un eventuale disegno di legge del Parlamento italiano in materia di onde elettromagnetiche dovrebbe giocoforza avere il visto e l'avallo della Commissione europea. Questo significa che, qualunque impostazione tecnica si voglia dare in Italia al problema delle onde elettromagnetiche, quest'impostazione tecnica dovrà essere decisa d'intesa con i partner europei; ciò significa migliaia di miliardi d'interventi di risanamento, questa è la dimensione del fenomeno.

È chiaro che se qui possiamo parlare di valori fissi a 0,2 microtesla o a quant'altro, è chiaro che la definizione di questi valori a tutt'oggi non è supportata da elementi di conoscenze scientifiche adeguate e appunto sotto l'aspetto sanitario quello che fa testo è un solo elemento ed è il nesso causale fra l'esposizione e lo stato della salute.

È un concetto medico-legale molto delicato questo, è un concetto medico-legale a cui fanno riferimento sempre le perizie tecniche a livello di tribunale nell'accertare la responsabilità o meno dei medici nell'effettuazione di qualunque atto medico e se facciamo caso, a fronte d'innumerevoli ricorsi, di cause aperte dai cittadini nei confronti dei medici per negligenze tecniche e di professionalità da parte dei medici stessi, nella stragrande maggioranza dei casi le sentenze sono di assoluzione nei confronti dei medici. Perché se è vero che può essere accertata la mancanza e la negligenza, è difficilissimo a posteriori accertare il nesso causale fra la mancanza e lo stato della salute perché se io oggi giudice accerto che tre mesi fa, sei anni fa, dieci anni fa, il Dott. X ha avuto un comportamento negligente, io giudice oggi non posso accertarmi che dieci anni fa il Dott. X, secondo scienza e coscienza, aveva accertato che allo stato dell'arte quella era la situazione sanitaria del soggetto interessato. È questo il problema dei problemi, cioè l'accertamento del nesso causale fra l'esposizione e lo stato di salute.

Personalmente sono dell'idea che se non siamo oggi all'anno zero della conoscenza scientifica in materia di onde elettromagnetiche, siamo all'anno uno, siamo molto molto distanti dal capire quali sono le fonti di rischio per la salute umana, che sia il cellulare, che siano le linee elettriche, che siano i computer, che sia tutto il sistema del mondo civile che ci circonda e se posso esprimere anche un convincimento personale, ritengo che in questa grossa battaglia oggi vincono le multinazionali, vincono i forti, non vincono sicuramente i cittadini, non vinciamo noi che siamo i rappresentanti dei cittadini.

Per cui se vogliamo essere onesti, guardiamoci lo stato della situazione: ci sono eminenti studi epidemiologici che sostengono l'ipotesi della rilevanza eziologica di tali esposizioni anche se non permettono di formulare una valutazione del nesso causale di cui ho parlato. Ci sono allo stato dell'arte semplici giudizi di sospetto e a questo proposito i servizi veterinari dell'USL hanno inviato, su mia proposta, all'Istituto superiore della sanità gli accertamenti fatti nella casa dei coniugi Praduroux circa le malattie accertate agli animali, stiamo aspettando una risposta dall'Istituto superiore della sanità che, secondo quanto ci è stato riferito, arriverà a giorni.

Temo di poter già anticipare, da quanto ci è stato detto telefonicamente, che la risposta sarà nei termini in cui ho appena riferito, cioè di un'ipotesi di rilevanza eziologica, ma di semplici giudizi di sospetto perché la scienza a tutt'oggi non è in grado di dare delle risposte chiare e accertate.

In merito all'interpellanza, se devo essere del tutto franco e sincero, come sono solito essere, dovrei dire che questa dovrebbe essere considerata irricevibile per l'assenza del contenuto dell'interpellanza stessa, è come se andassimo a giudicare un omicidio in assenza del morto. Consigliere Lanièce, come è possibile chiedere alla Giunta regionale di costituirsi parte civile, in che cosa? In un procedimento inesistente.

A noi non risulta che sia stato aperto un procedimento, per costituirsi parte civile, Consigliere Lanièce, lei lo sa bene, non è il caso di chiedere agli uffici legali di darci una risposta, per potersi costituire parte civile deve esserci un procedimento penale aperto, che è cosa diversa dal procedimento citato dal Consigliere Lanièce del Pretore di Rimini che è a tutti gli effetti una causa civile. Deve esserci una denuncia nei confronti dell'ENEL che viene citata per danni nei confronti di cose o di persone, allo stato attuale così non è, per cui è impossibile dare una risposta, nel senso che non è possibile ipotizzare la costituzione di parte civile in assenza di un procedimento penale aperto che è il presupposto giuridico indispensabile.

Ciò detto, voglio riconfermare che il Governo regionale si è attivato, ha seguito con apprensione e continua a seguire con apprensione questa problematica. Ci sentiamo vicini ai coniugi Praduroux, lo diciamo in tutta sincerità, ma siamo impossibilitati ad intervenire oltre quanto abbiamo fatto per i motivi detti. Ci sentiamo vicini e solidali con loro e riconfermiamo l'impegno del Governo regionale a seguire tutta la problematica, ma non solo, ci faremo carico di sollecitare con lettera e anche con l'intervento dei parlamentari valdostani, Caveri e Dondeynaz, il Governo perché tiri fuori dai cassetti questo disegno di legge. Vogliamo capire, per dircela tutta, se ha intenzione di fare melina o se ha intenzione di entrare nel merito della questione.

Se si entrerà nel merito, come noi riteniamo importante e utile, saremo anche noi in grado, con l'esperienza negativa purtroppo per i coniugi Praduroux, di portare il nostro contributo a livello parlamentare e per segnalare gli aspetti tecnici che abbiamo rilevato, pertanto ci faremo carico di chiedere ufficialmente al Parlamento di impegnarsi a portare avanti il disegno di legge in materia, vedremo le modalità, potrebbe essere un'interpellanza, potrebbe essere un'interrogazione o anche una lettera formale direttamente al Presidente del Consiglio dei ministri.

Concludo raccomandando a tutti di non strumentalizzare politicamente questa questione, guarda caso sono le forze di opposizione presenti e non presenti in Consiglio regionale che a volte, chi in buona fede, chi in mala fede…, riconosco i sacrosanti diritti dell'opposizione di farsi paladini di tutte le questioni che riguardano i cittadini valdostani, ma prendo atto… non è moralismo questo…

(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)

… si prende atto, caro Consigliere Lattanzi, che qui la controparte non è e non può essere l'Amministrazione regionale, poi liberi d'interpretarla in questo senso, ma se si vuole vincere la battaglia, caro Consigliere Lattanzi, che non è chiamato in causa, per cui è pregato di zittirsi, se si vuole vincere una battaglia, la battaglia la si vince in questo caso mettendo assieme cittadini ed istituzioni. È inutile parlare di tribunali e di diritti del malato, è inutile riempirsi la bocca di demagogia pura, quindi dobbiamo essere seri, noi siamo seri e siamo disponibili ad operare assieme ai cittadini con le forme e le modalità che riterremo più opportune.

È un invito che facciamo, se viene raccolto siamo grati, altrimenti prendiamo atto che si vuole strumentalizzare politicamente la questione e questo, cari consiglieri, va a totale detrimento dei coniugi Praduroux e di coloro che si trovano nella stessa situazione.

Président La parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (Aut) L'ultima frase mi lascia molto allibito, nel senso che per cinque volte ho trattato quest'argomento in questo Consiglio, non ho mai fatto nessuna strumentalizzazione, anche se avrei potuto farlo. Ho sempre chiesto, e tutti possono verificarlo, il Presidente del Consiglio "in primis", di far sì che ci fosse un incontro fra Amministrazione regionale, Comune di Hône, ENEL e i cittadini che purtroppo devono subire una situazione che è così perché è stata autorizzata dall'Amministrazione regionale.

Preciso: l'Amministrazione regionale ha dato l'ok, quindi non possiamo dire che non c'entriamo nulla perché l'Amministrazione regionale, ripeto, ha dato l'ok. Come mai? Ha fatto una valutazione errata. Allora cominciamo a renderci conto che abbiamo fatto uno sbaglio noi, Amministrazione regionale. Chi era l'Assessore all'epoca non mi interessa, la Giunta regionale ha fatto un errore.

Visto che la Giunta regionale ha fatto un errore e visto che questo riguarda la salute pubblica dei cittadini valdostani che l'Amministrazione regionale deve tutelare, penso che la prima cosa da fare sia quella di cercare una soluzione, non di lavarsene le mani; quindi nessuna strumentalizzazione, e i colleghi che hanno seguito questa vicenda possono benissimo provare quanto ho detto, visto che ho solamente chiesto sempre degli incontri senza fare polemica.

Per prima cosa non posso accettare delle simili dichiarazioni, mi dispiace, Assessore Vicquéry, ma queste cose non si possono neanche dire perché non corrispondono al vero. Se ci si riferisce a qualche altra forza, non so, però sia io che lo stesso collega Tibaldi ci siamo attivati per chiedere, come facciamo sempre, delucidazioni su problemi che secondo noi è importante che vengano discussi in Consiglio, perché riteniamo che ad essi debba essere data una soluzione, nel caso in discussione una soluzione ai cittadini di Hône della località Priod.

Detto questo, supponiamo che venga comprovato che ci sono conseguenze mediche da quest'esposizione: in questo caso l'Amministrazione regionale è possibilista nel fare un'azione contro l'ENEL? L'Amministrazione regionale poco tempo fa ha stilato una bozza di protocollo d'intesa con l'ENEL per un investimento di centinaia di miliardi.

In una dichiarazione resa da Federbim a Roma il 31 marzo 1999 e indirizzata a tutti i presidenti dei consorzi Bim associati, compreso quello valdostano, al punto b) di questo protocollo si dice che la Commissione ambientale della Camera ha approvato una risoluzione con la quale impegna il Governo a definire un protocollo d'intesa con l'ENEL da estendere successivamente anche agli altri soggetti gestori nel campo della produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica, finalizzato a sviluppare e adottare, nelle costruzioni di nuovi impianti e negli interventi di ammodernamento di quelli esistenti, tutte quelle soluzioni funzionali tecnologiche che consentano di ridurre l'impatto ambientale e di ridurre l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Allora, visto che abbiamo fatto una prima bozza di protocollo d'intesa con l'ENEL e che c'è a livello nazionale una dichiarazione che invita il Governo e tutti gli enti interessati a mettere in atto delle convenzioni nelle quali venga ribadito che si deve cercare di ridurre l'impatto ambientale e di ridurre l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, questa è l'occasione giusta per inserire in questo protocollo d'intesa, che prevede circa 1000 miliardi d'investimenti, questa clausola.

L'Assessore diceva che i limiti verificati dall'ARPA sono molto al di sotto di quanto stabilito dall'attuale normativa ed è vero, però, come giustamente ha precisato l'Assessore, riguarda sempre gli effetti acuti, non si sa niente sugli effetti a lunga frequenza. Questa è già una cosa importante. Per di più, anche da una semplice verifica numerica, il primo controllo effettuato in data 14 ottobre 1998 dall'ARPA prevedeva in camera da letto 0,098 microtesla, in data 14 giugno 1999 invece il valore in camera da letto era 0,85, quindi è aumentata di 85 volte l'induzione magnetica in sei mesi, mentre in cucina si è passati da 0,11 microtesla a 0,62 con un aumento di 6 volte.

Quindi, tutto va bene, ma intanto in sei mesi, guarda caso, sempre l'ARPA, che viene a fare le verifiche, attesta un aumento di 85 volte in una zona, tenuto conto altresì che nella camera da letto lo 0,85 è superiore a quello 0,2, che in base a dichiarazioni di esperti, rappresenta un limite entro il quale è ragionevole cominciare a porre in essere delle iniziative per tutelare la salute pubblica. Di fronte a questi dati rilevati dall'ARPA, che è l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, creata dall'Amministrazione regionale, fossi l'Assessore sarei più cauto perché è vero che ancora non è pronta la normativa nazionale che stabilisce dei criteri precisi, ma un incremento così considerevole nell'arco di sei mesi dovrebbe indurlo a cominciare a far delle verifiche.

È vero che non si sa ancora bene quali siano le conseguenze per la salute pubblica, però si parla sempre di effetti acuti, mentre qui si parla di un effetto a lunga frequenza perché la famiglia Praduroux non è che ha abitato un giorno lì, ma continua ad abitarvi e adesso purtroppo deve andare via dalla sua casa. Questo vale non solo per il caso della famiglia Praduroux, ma vale per tutti i Valdostani che si trovano in una situazione del genere e, quando ho fatto riferimento ad altri casi, l'ho fatto proprio per far vedere che in quei casi la Regione e i comuni si sono mossi contro l'ENEL per tutelare la salute pubblica ed è ciò che oggi io chiedo. Se poi occorre che i Signori Praduroux facciano una denuncia in modo che poi l'Amministrazione regionale possa costituirsi parte civile, va bene, ma almeno si dia la disponibilità a verificare se, nel caso ci sia una denuncia da parte dei Signori Praduroux contro l'ENEL, l'Amministrazione regionale può entrare in causa.

Penso che un po' più di elasticità ci vorrebbe, non per strumentalizzare, ma perché un caso di salute pubblica merita un'accurata attenzione. Noi non strumentalizziamo niente.

Lei ha detto che è disponibile, faccia tutto il possibile allora, ma non dica: "Questo non possiamo farlo", piuttosto dica: "Se i Signori Praduroux faranno una denuncia all'ENEL, verificheremo la possibilità di costituirci parte civile". Questa sarebbe una risposta positiva perché anche se non fa niente in questo momento, però dà la sua disponibilità a verificare, solo a verificare. Ci aspettavamo almeno questo oggi, altrimenti ogni volta che parliamo di questo problema, le risposte sono sempre che i limiti non esistono.

È vero, non esiste per il momento una normativa in vigore, esiste solo una normativa che fissa dei limiti per degli effetti acuti, che è una cosa diversa dagli effetti a lunga frequenza ma, visto che si sono verificati proprio dei casi ultimamente, pensavo che fosse il caso di approfittare di quello che è successo in altre parti d'Italia; se il Sindaco del Comune di Chianti e la Regione Toscana hanno fatto una protesta contro l'ENEL, sono riusciti a bloccare la linea e poi c'è stata una sentenza del TAR che ha ridotto l'energia presente nell'elettrodotto, come hanno fatto a intentare questa causa? Accertiamo, verifichiamo questi casi e poi facciamo il possibile, come dice l'Assessore, visto che ha sempre riaffermato la disponibilità della Giunta a dare una mano su quest'argomento, però diamola sul serio questa mano, cerchiamo di fare tutto il possibile. Tanto se verrà fatto qualcosa, sarà merito dell'Amministrazione regionale e io ne sarò contento, mica cambia niente per me! Voglio dare soltanto una soluzione positiva ai Signori Praduroux, cioè l'importante in quest'aula è che venga presa una decisione, se poi io la propongo e lei la attua, è certamente merito suo perché io posso solo proporla. Non vogliamo strumentalizzare nulla perché si parla di un argomento di salute pubblica.

Quindi invito l'Assessore con gli uffici a fare le opportune verifiche ed eventualmente, se c'è bisogno che ci sia una denuncia da parte dei coniugi Praduroux, a dire: "Fate una denuncia, noi verifichiamo la possibilità di appoggiarla". Questo è un ragionare in termini non politichesi, ma per dare un aiuto concreto a gente che soffre per cause non dovute a loro.