Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 672 del 9 giugno 1999 - Resoconto

SÉANCE DU 9 JUIN 1999 (MATIN)

OGGETTO N. 672/XI Soluzioni al problema della carenza di anestesisti presso le strutture ospedaliere. (Interpellanza)

Interpellanza Preso atto della carenza di anestesisti presso le strutture ospedaliere presenti in Valle, che mette in forse il normale svolgimento degli interventi chirurgici nelle sale operatorie;

Constatato che la prova preliminare di conoscenza della lingua francese costituisce un ulteriore ostacolo per l'assunzione di detto personale specializzato e che urge trovare una soluzione al riguardo;

Rilevato inoltre che la presenza di sale operatorie in sedi ospedaliere distinte aggrava ulteriormente il problema;

I sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per conoscere:

1) come intende agire, anche rispetto alla prova di accertamento della conoscenza della lingua francese, per far fronte a questa emergenza derivante dalla carenza di anestesisti;

2) se non ritiene che la presenza di sale operatorie in sedi ospedaliere diverse aggravi la situazione e quali sono i costi per garantire la guardia medica anestesiologica 24 ore su 24 al Beauregard;

3) se corrisponde a verità la notizia per cui alcune sale operatorie saranno (o sono) costrette a chiudere fin dal mese di giugno.

F.to Squarzino Secondina - Curtaz

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) I temi della sanità sono da tempo al centro dell'attenzione degli organi d'informazione, certamente perché la salute è uno dei beni più preziosi che ciascuno di noi ha e quindi, quando si parla di salute, tutti sono attenti, ma soprattutto direi perché in questo momento la sanità in Valle d'Aosta continuamente mette in luce situazioni critiche che si ripropongono nel tempo senza che venga data una soluzione. Non parlo di una soluzione definitiva, ma almeno una soluzione capace di contenere i danni più evidenti di situazioni che tornano in modo ricorrente all'attenzione dell'opinione pubblica e dei responsabili della sanità: la questione della carenza di personale infermieristico e di personale medico.

Già altre volte in questo Consiglio è stato sollevato il problema specifico della mancanza di anestesisti; se oggi lo ripropongo è perché ultimamente ci sono state prese di posizione ufficiali, proposte di soluzioni, controproposte, il tutto culminato - a quanto dicono i giornali - in incontri più o meno ufficiali fra l'Assessore, i rappresentanti dei medici, i responsabili dell'USL. Tutti noi abbiamo visto in questi ultimi tempi questi grossi titoli: "Sanità: un'estate a rischio"; "Elisoccorso"; "Mancano anestesisti in ospedale, l'USL ordina ad un rianimatore di lasciare il 118 per quattro mesi"; "Sale operatorie rischio di chiusura, l'Assessore Vicquéry ha fissato un incontro per domani"; "La carenza di anestesisti sta creando problemi allo svolgimento dell'attività chirurgica"; "Sanità: deroga per il francese"; "La Regione: si tratta di garantire un pubblico servizio"; "Un decreto prefettizio potrebbe ovviare alla carenza di medici anestesisti"; "Servono più sale operatorie, i chirurghi ospedalieri contrari all'ipotesi di chiusura estiva di una sala"; "Liste di attesa di mesi per la carenza di anestesisti"; "Impensabile aumentare i nostri carichi di lavoro, parla il Primario di Anestesia" e via dicendo.

La situazione è certamente grave e l'Assessore lo sa meglio di me; basti ricordare che se nel 1993 c'erano 24 tra anestesisti e rianimatori in servizio, nel 1999 - sei anni dopo - con un incremento del 20 percento dell'attività chirurgica abbiamo l'organico dimezzato, quindi 12 più 2 incaricati.

Ora le carenze sono molteplici. L'Assessore ci ha ricordato a più riprese che è proprio una difficoltà generale in tutta Italia quella di trovare gli specialisti, ma, come emerge dagli ultimi fatti, ci sono essenzialmente due cause che sono tipiche della nostra realtà: c'è il problema della prova di francese e abbiamo visto recentemente come due dei candidati, che avevano tutti i titoli di specializzazione, non sono riusciti a superare la prova; siamo in presenza di sedi ospedaliere distaccate, ciascuna con sale operatorie, e questo richiede di garantire una presenza continuativa di anestesisti nelle due sedi, se fosse un'unica sede sicuramente necessario un minor numero di anestesisti.

Allora, rispetto a queste due cause, che sono tipiche della nostra Regione, sarebbe interessante sapere cosa l'Assessore intende fare e questo è il motivo principale della nostra interpellanza. Siamo interessati a conoscere il punto di vista dell'Assessore e soprattutto le decisioni che intende intraprendere per ovviare a questi inconvenienti.

Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) Come giustamente ha detto la Consigliera Squarzino, i problemi della sanità sono purtroppo sempre all'ordine del giorno e spesso non per dire le cose che vanno bene, ma per dire quelle che creano problemi.

I problemi sono molti, è inutile nasconderlo, sono molti in virtù anche e soprattutto di una normativa che negli ultimi 10 anni è cambiata innumerevoli volte, che ha messo in grosse difficoltà i gestori della sanità e intendendo per gestori della sanità dal ministero alle regioni, ai responsabili dell'USL. L'ultimo decreto che è in fase di elaborazione creerà ulteriori difficoltà pur avendo il decreto stesso una sua logicità.

La problematica che è all'attenzione di tutti sta nel prendere atto che normative logiche da farsi si calano in realtà non pronte ad accogliere le normative stesse. Il problema che è già stato citato, quello della carenza degli anestesisti è uno dei problemi, mancano traumatologi, mancano ortopedici, sono a rischio le aperture dei centri traumatologici invernali, sono a rischio tematiche meno all'attenzione, ma che riguardano la medicina legale e la medicina del lavoro, è a rischio tutto il sistema perché il decreto in fase di emanazione, e non solo quello, prevede tutta una serie d'incompatibilità, pertanto se i medici finora potevano svolgere più funzioni in più sedi diverse, pur con gli emendamenti accolti in parte dal Ministro, queste situazioni non potranno più verificarsi e ciò a fronte di un numero limitatissimo di specializzazioni nelle sedi universitarie. Si pensi che per l'anno universitario in corso a Torino si sta parlando di tre posti di specialità per l'Anestesia e il problema sarà risolvibile probabilmente fra 10 anni e non prima.

Cosa si sta facendo? Si sta cercando tutti di arrabattarsi, c'è una concorrenzialità grossa fra regioni e USL, concorrenzialità che è a dir poco paradossale in un sistema in cui dovrebbero essere messe a profitto tutte le professionalità in una logica di solidarietà e non all'inverso, concorrenzialità che porta ad un aumento dei costi considerevole, abnorme, che aumenterà il disavanzo dell'USL e che nel contempo non darà delle risposte concrete al cittadino. Cosa c'è alle spalle di tutto questo? C'è il grosso, enorme "business" fra il sistema sanitario pubblico e il sistema sanitario privato che ha tutto l'interesse per accaparrarsi le professionalità ottime del sistema pubblico formate dal sistema pubblico e se le sta accaparrando a suon d'ingaggi che assomigliano molto agli ingaggi del pianeta del calcio italiano.

È difficile proteggersi, noi stiamo mettendo in piedi tutta una serie di iniziative e, proprio per rispondere alla prima istanza: come si intende agire per far fronte a questa emergenza, i punti individuati sono i seguenti: la riapertura immediata dei termini del concorso, che è scaduto il 30 maggio u.s., relativo a 9 posti di anestesisti, andato purtroppo deserto, riapertura dei termini; contestuale offerta gratuita di alloggio per un anno ai possibili incaricati; predisposizione di una direttiva all'USL in materia di assunzione di personale con particolare attenzione all'assunzione con contratto a termine e con contratto di diritto privato ai sensi del decreto legislativo n. 29/93, "Bassanini", c'è questa possibilità prevista di by-passare il tutto con contratti di diritto privato, ma si entra nel mercato di cui dicevo prima; costituzione di un comitato di crisi composto dal Direttore sanitario, da due chirurghi e dal Primario di Anestesia che stanno fronteggiando questa situazione estiva che comunque è leggermente migliorata rispetto a 15 giorni fa perché nel frattempo è rientrata dalla malattia una validissima dottoressa con la specializzazione in anestesia e rianimazione.

Si sta lavorando riguardo ad un'ipotesi di mantenimento delle 28 sedute operatorie mediante la determinazione del debito orario relativo alle sedute operatorie da coprire mediante l'utilizzazione dei rianimatori in libera professione.

Questo è un ulteriore escamotage che contrattualmente è possibile e che dovrebbe andare in porto entro una decina di giorni perché nelle varie sedi si sta esaminando questa possibilità, cioè utilizzare gli stessi medici dipendenti in regime di libera professione all'interno delle strutture con orari differenziati e utilizzando non solo gli anestesisti in senso stretto, ma anche i rianimatori e i medici del 118.

Si sta infine ipotizzando l'ulteriore convenzionamento con altri ospedali che hanno a disposizione anestesisti con contratti a gettone facendo bene attenzione a non superare un limite invalicabile che è quello di tenere la forza lavoro presente in servizio non sbilanciata rispetto alla forza lavoro gettonista perché ovviamente i gettonisti devono dipendere dal Primario di Anestesia e Rianimazione, devono dipendere dal dipartimento in quanto tale.

L'interpellante chiede come si intende agire anche rispetto alla prova di accertamento della lingua francese. Su questo il dibattito è aperto e verrà affrontato nell'ambito da un lato delle tematiche circa la spendibilità e dall'altro dell'applicazione della delibera della Giunta regionale n. 999 del 29 marzo 1999 circa la tipologia delle prove di accertamento della conoscenza della lingua francese e italiana.

I titoli dei giornali, che sono stati citati, riguardano un'ipotesi di utilizzazione di un sistema relativamente agli incarichi e non ai posti di ruolo tenendo presente che già il contratto di lavoro per i medici prevede per i passaggi interni il non svolgimento della prova di lingua francese comunque, nell'ambito della direttiva che verrà predisposta e nell'ambito della discussione generale, verrà affrontata questa tematica che non può essere vista a parte rispetto al comparto generale del pubblico impiego.

Per quanto riguarda il secondo punto, se non ritiene che la presenza di sale operatorie in sedi ospedaliere diverse aggravi la situazione e quali sono i costi per garantire la guardia medica anestesiologica 24 ore su 24 al Beauregard, è di tutta evidenza che la presenza contemporanea di due blocchi operatori dislocati in due sedi diverse sia un fattore critico in quanto comporta un maggior consumo di risorse umane, economiche e organizzative. Tale criticità si accentua quando alcune di queste risorse - in questo periodo i medici anestesisti - vengono ad essere ridotte; è stato più volte evidenziato che la riunificazione dei blocchi operatori in viale Ginevra e la conseguente abolizione della guardia anestesiologica al Beauregard consentirebbero un risparmio di tre medici specialisti. Il costo della guardia anestesiologica al Beauregard, qualora effettuata da personale convenzionato, è quantificabile in 200 mila lire all'ora rispetto alle 150 mila lire all'ora dei medici "nostri" che lavorano in regime di progetti obiettivi. L'eventuale unificazione, dicevo, riguarderebbe il risparmio di tre medici anestesisti.

Non voglio aprire il dibattito sul tempo perso per discutere sul tema dell'ospedale nuovo o sul nuovo ospedale perché non voglio rinfocolare polemiche.

Mi limito a dire che si valuterà anche quest'ipotesi che ritengo personalmente difficilissima perché, raffrontati i rapporti costi e benefici fra il trasferimento e il non trasferimento, è vero che risparmieremmo tre medici specialisti, ma sicuramente ci troveremmo in situazione di difficilissima gestione in questa fase con lo spostamento della Neonatologia dell'Ostetricia e Ginecologia, comunque è un tema aperto sul quale incaricheremo un tecnico per verificare la fattibilità in tempi stretti.

Per quanto riguarda la terza domanda, se corrisponde a verità la notizia per cui alcune sale operatorie saranno o sono costrette a chiudere fin dal mese di giugno, la risposta è affermativa, sono già state ridotte quattro sedute operatorie dal primo gennaio; è l'unità di crisi che sta verificando le priorità che sono state più volte ripetute nell'ambito degli incontri che si sono effettuati. Si sta lavorando per riportare alle 28 sedute settimanali con le proposte di cui ho parlato prima, ma non posso dire se si riuscirà a fare questo.

È indubbio che il tasso operatorio in Valle d'Aosta è altissimo rispetto alle medie nazionali perché sono quelli i parametri a cui facciamo riferimento. Le nostre sette sale operatorie lavorano a pieno ritmo sia per i day hospital e le day surgery che per quanto riguarda l'attività ordinaria e l'attività di elezione.

Il tasso d'immissione dei cittadini non residenti in Valle d'Aosta è confortante, ma non è eccessivo così come risultava in prima battuta perché abbiamo verificato quali sono i dati; le liste di attesa per le sedute operatorie in alcuni casi sono assolutamente improponibili e mi riservo in quanto responsabile del settore di avanzare delle proposte anche abbastanza tranchantes nelle prossime settimane.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) L'Assessore ha dato una serie d'informazioni che mettono in luce come sia complesso il problema e come sia difficile risolvere la singola questione senza inserirla in un quadro più ampio, facendo riferimento in particolare a tutti i lacci e laccioli derivanti dalla legislazione nazionale che è in continuo movimento e questo lo posso capire: c'è un fermento, c'è un cambiamento; la sanità pubblica deve fare i conti con la concorrenza della sanità privata, questo è inevitabile. Questo dovrebbe però, e su questa questione non ho sentito dire nulla oggi dall'Assessore, farci riflettere sull'intera organizzazione dell'USL, sul fatto che occorre ridare efficienza, ridare motivazione a chi lavora. Credo che la sanità pubblica offra, rispetto alla sanità privata, una serie di strumenti, anche dal punto di vista tecnologico, che la sanità privata non può dare in questo momento, almeno in Valle d'Aosta.

Ciò che può rendere più accattivante il settore pubblico sono sicuramente migliori servizi a disposizione degli operatori, anche un tipo di organizzazione del lavoro più efficace, tale per cui tutte le professionalità siano valorizzate. Purtroppo, mi dispiace doverlo ricordare ogni volta, si è visto in questi ultimi anni proprio come le professionalità se ne siano andate perché qui non trovavano una valorizzazione delle proprie competenze, quindi chiederei all'Assessore un impegno perché l'organizzazione complessiva dell'azienda diventi accattivante e diventi motivante per gli operatori.

Avevo sollevato nella mia presentazione due questioni essenzialmente locali che dipendono da situazioni specifiche della nostra realtà: una riguarda la presenza di due sedi ospedaliere distaccate, la cui soluzione non dipende dal tempo perso per il dibattito, perché comunque i lavori che erano stati preventivati sono andati avanti nel frattempo, quindi non possiamo dire che questo dibattito ha rallentato i lavori e i progetti. Quindi questo rimane un problema da risolvere.

L'altro secondo problema su cui l'Assessore ha un po' glissato è quello che riguarda la prova di accertamento della conoscenza della lingua francese, nel senso che rispetto a questo problema sicuramente sarebbe possibile fin da subito trovare una soluzione. Avevo ricordato - era l'11 novembre 1998, quindi in tempi non sospetti - rispetto ad un'interrogazione, questa volta relativa all'Oncologia e non all'Anestesia, come esiste nella legislazione regionale una legge, la n. 63/88, che risale a più di 10 anni fa, in cui si prevede che, in casi di assoluta e comprovata necessità e limitatamente al perdurare di una situazione per cui non si trovano persone con i requisiti, il Sovrintendente agli studi "esperiti gli opportuni accertamenti, potrà autorizzare l'assunzione di supplenti".

In questo caso è prevista l'assunzione di personale a tempo determinato, sprovvisti del requisito della piena conoscenza della lingua francese purché in possesso dei titoli per l'insegnamento. Voglio dire che se ci fosse la volontà politica di risolvere in modo corretto questo problema, gli strumenti nella nostra stessa legislazione ci sarebbero, basterebbe applicarli in un altro settore, ma qui credo che sia possibile farlo in tempi brevi; quando c'è la volontà politica di realizzare alcuni interventi, nel giro di 15-20 giorni si fa il disegno di legge, lo si fa passare in commissione con urgenza, lo si fa passare il lunedì mattina per poterlo iscrivere di pomeriggio in modo che il mercoledì sia discusso; quando c'è la volontà politica, le cose si fanno. Se qui non si fanno è perché - io ne deduco - non esiste una chiara volontà politica e questo mi preoccupa assai, tra l'altro questa difficoltà ad affrontare in modo pragmatico il problema impedisce alla gente di capire il senso e il valore che il francese ha in questa Regione.

Se noi utilizziamo il francese come un ostacolo perché la sanità funzioni meglio, lei capisce benissimo che i cittadini recepiscono questa valenza del francese e questo a me spiace, questo non è giusto nei confronti del francese, come non è giusto nei confronti della sanità, quindi chiederei all'Assessore un impegno preciso in questo senso.

L'aver chiuso le sale operatorie credo sia un qualcosa di estremamente negativo perché allunga ulteriormente i tempi. Lei sa bene, Assessore, che i tempi fisiologici sono di 30-40 giorni per interventi normali, in realtà qui le attese arrivano a 6-7 mesi; mi chiedo allora come è possibile in questa situazione raggiungere un obiettivo che la Giunta si è data e che ha inserito nel contratto di programma con l'USL: l'obiettivo di ridurre i tempi di attesa. Mi sembra che rispetto anche a questo tema le distanze fra quelli che sono i desiderata e quella che è la realizzazione è enorme per cui chiederei un ulteriore impegno all'Assessore perché individui uno o due strumenti che risolvano concretamente la situazione.