Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 404 del 10 febbraio 1999 - Resoconto

SÉANCE DU 10 FÉVRIER 1999 (MATIN)

OGGETTO N. 404/XI Soluzioni al problema igienico-sanitario degli alloggi monostanza. (Interrogazione)

Interrogazione Vista la lettera inviata in data 23 dicembre 1998 al Consiglio regionale dall'ufficiale sanitario del Comune di Aosta dottor Luigi Sudano, il quale lamenta come, in Valle d'Aosta, gli alloggi monostanza ovvero i monolocali rasentino spesso situazioni "terzomondiste", essendo la loro superficie abitabile alquanto inferiore al minimo previsto dal DM del 5 luglio 1975, che prevede una superficie minima comprensiva dei servizi di almeno 28 mq;

Preso atto delle preoccupanti considerazioni espresse dal dottor Sudano in merito ai disagi e ai rischi per la salute dei cittadini, derivanti dal dimorare, soli o addirittura in promiscuità di persone, in alloggi troppo piccoli i quali sotto il profilo igienico sanitario non ottemperano alla necessità di favorire a più livelli una migliore qualità della vita dei cittadini;

Considerato che spesso dietro la presunta esigenza di edificare alloggi monostanza di metratura minima si cela l'ovvia possibilità di speculazioni edilizie;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

la Giunta regionale per sapere:

1) se è in accordo con quanto affermato in premessa;

2) se i suggerimenti espressi dall'ufficiale sanitario di Aosta nella suddetta lettera, ovvero quelli di adoperarsi in modo da elevare, con apposito decreto o legge regionale, la superficie degli alloggi monostanza di nuova costruzione ad un minimo di 38 mq, nonché di permettere la locazione dei minialloggi o monolocali di metratura inferiore solo ad uso turistico e non come abitazione permanente, sono già stati oggetto di approfondita analisi da parte degli uffici competenti e quali sono le risultanze di tali analisi;

3) se sono già state individuate, o stanno per esserlo, soluzioni alternative al problema igienico sanitario sollevato dal dottor Sudano, tenendo comunque sempre presente il rischio di speculazione edilizia che gli alloggi di piccola metratura senz'altro favoriscono.

F.to: Lanièce - Collé

Président La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Vallet.

Vallet (UV) I Consiglieri affrontano una questione molto complessa ed esprimere accordo o disaccordo così come richiesto al punto 1 dell'interrogazione forse è un po' troppo semplicistico.

Il riferimento nell'interrogazione è a una nota che il dr. Sudano ha inoltrato, nella quale emergono due questioni; il sovraffollamento degli alloggi di piccola dimensione rispetto al quale il dr. Sudano esprimere due possibilità di soluzione: aumentare la dimensione minima delle unità abitative e/o introdurre una distinzione fra unità abitativa a scopo residenziale e quella a scopo turistico.

Per quanto riguarda il problema dell'abitabilità il riferimento del dr. Sudano è alla propria esperienza nel rito dei sopralluoghi per il rilascio del certificato di abitabilità. Rispetto a questa situazione, quindi analizzando la procedura che attualmente vige, appare evidente che la richiesta del proprietario e la visita di controllo debbano avvenire prima che l'immobile venga effettivamente utilizzato e non riguardano l'utilizzo dell'immobile, ma piuttosto la verifica della sua corrispondenza al progetto approvato, ed è l'idoneità ad essere occupato con riferimento alla avvenuta prosciugatura dei muri e alla salubrità degli ambienti.

La promiscuità di persone o il sovraffollamento delle abitazioni non è un problema direttamente connesso al rilascio del certificato di abitabilità, un locale non è necessariamente non abitabile perché in quel momento vi sono più persone di quelle previste in progetto; la valutazione delle superfici minime dei locali di abitazione in riferimento al numero di persone ospitabili è quindi del tutto teorica. Tali problemi possono peraltro essere estesi ad unità immobiliari di maggiori dimensioni rispetto all'alloggio monostanza.

Per quanto riguarda l'accenno contenuto nella lettera in merito al fatto che questi alloggi monostanza, quindi di superficie minima, possano favorire fenomeni speculativi, qui bisogna dire che non è un'equazione perfetta il fatto che, essendosi previsti alloggi monostanza, si debba andare incontro a fatti speculativi; le stesse problematiche, legate all'uso speculativo, si osservano anche in quelle unità immobiliari che, pur costituite da più vani abitabili, presentano non di rado vani che vengono definiti studi o stireria o deposito o spogliatoio in quanto non raggiungono le superfici minime previste dalla legge e sono in realtà utilizzate come camere da letto, senza dimenticare i sottotetti che non raggiungono le altezze minime previste dalla legge.

Evidenziato questo, è chiaro che nel momento in cui si progetta e si costruisce un fabbricato, spesso non è possibile prevedere quale sarà l'utente o quale sarà il beneficiario e quindi quale comportamento di vita questo adotterà.

Probabilmente la speculazione o le speculazioni a cui si riferisce il dr. Sudano non è tanto la speculazione edilizia, ma quella più abbietta di colui che sfrutta l'immigrazione e l'emarginazione, i cui problemi evidentemente non sono di natura urbanistica, ma devono trovare risposta in un ambito diverso, che è quello del sociale.

Per quanto riguarda invece il secondo aspetto, che è quello di distinguere l'uso permanente dall'uso turistico, in questo senso notevoli passi avanti abbiamo fatto con l'approvazione della legge n. 11/98, la nuova legge urbanistica, dove abbiamo introdotto questa differenziazione che nella normativa statale non esiste e che nella precedente normativa regionale non esisteva.

Per quanto riguarda quindi la questione di modificare la superficie minima ammissibile, questo è possibile farlo con una legge, è possibile farlo attraverso le norme di attuazione dei singoli piani regolatori, è possibile farlo introducendo la norma nel regolamento edilizio.

Crediamo che non sia opportuno farlo con lo strumento legislativo, perché questo sarebbe vincolante per tutte le realtà e quindi tutti i piani regolatori dovrebbero poi adeguarsi a quanto previsto dalla legge. Crediamo invece che sia più opportuno approfondire questo aspetto, perché non è così scontato che la risposta positiva debba essere quella suggerita dal dr. Sudano.

Il Consigliere sa che sono stati costituiti 5 gruppi di lavoro, che hanno in parte già predisposto e saranno all'attenzione della Giunta lunedì prossimo, dopo essere stati approvati e avere avuto l'intesa con gli enti locali il 30 dicembre, una serie di provvedimenti attuativi della legge urbanistica, la legge n. 11/98.

Questi gruppi di lavoro avranno anche il compito di definire il regolamento edilizio tipo così come previsto dalla legge; c'è già una bozza predisposta da un consulente a cui la Giunta aveva affidato il compito di redigere la bozza, prossimamente i gruppi di lavoro potranno definire la proposta, che poi comunque verrà sottoposta all'esame di questo Consiglio.

Quindi credo che questo argomento dovrà essere correttamente e giustamente approfondito in quella sede, nei gruppi di lavoro, essere oggetto di intesa fra Regione ed enti locali, e poi essere esaminato e sottoposto all'attenzione di questo Consiglio.

Président La parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (Aut) Ringrazio l'Assessore Vallet per la risposta che mi ha fornito, che evidenzia comunque una volontà da parte dell'Amministrazione regionale di seguire il problema.

Ho presentato assieme al collega Collé quest'interrogazione perché ero venuto a conoscenza di questa lettera che il dr. Sudano aveva mandato a noi Consiglieri e quindi leggendo questa lettera avevo notato dei passaggi importanti. In effetti il dr. Sudano ha un'esperienza ed i suggerimenti che dava erano a mio avviso validi, da portare in quest'assise per discuterli e per verificare cosa ne pensava l'Assessorato competente.

Nella lettera, il dr. Sudano aveva evidenziato un aspetto molto importante, e cioè quello di tenere conto che, visto il clima che esiste in Valle d'Aosta, vi sono queste molecole sospese nell'aria, che comportano per i monoalloggi dei problemi a livello di odori e di variazioni negative del microclima dell'abitazione, con conseguenze dannose per la salute.

Come diceva ancora il dr. Sudano nella lettera, per il fatto di dormire nella stessa stanza dove si è appena mangiato e fumato una sigaretta, è evidente che questi vari "odori" possono danneggiare la salute dell'organismo della persona che vi abita.

Oltre a questo problema aveva evidenziato il fatto che comunque esistono delle speculazioni su questi monoalloggi e sul fatto che molte volte succede che in questi monoalloggi abitano più delle persone necessarie in base alle regole fissate dalla legge.

L'invito che in parte è stato accolto dall'Assessore è quello di verificare, nel gruppo di lavoro, la possibilità di tenere conto di incrementare il limite minimo per i monoalloggi, perché è vero che la legge di riferimento, il decreto ministeriale del 5 luglio 1975, ha indicato le dimensioni per l'alloggio monostanza, che deve essere non inferiore a m2 28 e non superiore a m2 38, lasciando quindi uno spazio fra 28 e 38, ma se si va a verificare il decreto ministeriale, si vede che le dimensioni utili degli alloggi monostanza non tengono conto del tipo d'ingresso, del corridoio, che sono spazi quasi sempre presenti negli alloggi e che portano via dei metri.

La stessa cosa vale per i servizi, perché per avere l'abitabilità questi devono avere una certa dimensione e questa stessa metratura porta a una diminuzione della metratura utile, per cui da 28 si arriva ad avere una metratura utile sui 20 metri quadrati.

Giustamente l'Assessore ha evidenziato l'importanza di verificare con gli uffici questa situazione, pertanto resto in attesa di sapere cosa proporrà il gruppo di lavoro, tenuto conto che, come diceva l'Assessore, è meglio non individuare questa variazione con uno strumento legislativo per evitare che questo diventi vincolante per tutti, però mettere in evidenza questo aspetto potrebbe far sì che i comuni attuino un regolamento edilizio che prevede una metratura superiore. Infatti il dr. Sudano citava l'esempio del Comune di Introd, che prevede come metratura minima per i monoalloggi 38 metri quadrati. Questo è già un esempio di come un comune si è adoperato in questa direzione.

Quindi l'invito potrebbe essere quello di inviare questa lettera che il dr. Sudano ha inviato a noi Consiglieri, anche ai rappresentanti dei comuni perché essi verifichino nel loro regolamento edilizio la possibilità di accogliere quest'innovazione, che salvaguarda la salute delle persone che vi abitano. L'aspetto speculativo è già stato evidenziato dal fatto che nella legge 11/98 si tiene conto di questo aspetto, e quindi possiamo dire che in parte l'Amministrazione ha già dato una risposta su questo problema.

Invito l'Assessore a portare nella commissione competente eventuali sviluppi di questa situazione.