Oggetto del Consiglio n. 178 del 11 novembre 1998 - Resoconto
SÉANCE DU 11 NOVEMBRE 1998 (MATIN)
OGGETTO N. 178/XI Superamento dei tetti di abbattimento previsti per la caccia al camoscio e al capriolo. (Interrogazione)
Interrogazione Accertato che è stata chiusa le scorse settimane la caccia al camoscio e al capriolo;
Ritenuto necessario conoscere se sono stati rispettati i tetti di abbattimento previsti;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
la Giunta per sapere:
1) quanti camosci e quanti caprioli sono stati abbattuti quest'anno e quanti negli anni 1996 e 1997;
2) quanti camosci risultavano abbattuti alla data del 18/10/1998;
3) nell'ipotesi in cui sia stato superato il "tetto previsto", cosa si intende fare nel futuro per compensare il maggior numero di animali uccisi e per impedire che tale fenomeno si ripeta ogni anno.
F.to: Curtaz
Président La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.
Perrin (UV) Per quanto riguarda i dati relativi ai tetti di abbattimento di quest'anno e degli anni precedenti, per il 1998 per quanto concerne la caccia al camoscio ci sono stati 780 prelievi su un tetto che era stato fissato a 726, con più 56 prelievi, per il 1997 741 su 730, con più 11 prelievi, e per il 1996 746 su 730, con più 16 prelievi.
I dati relativi all'abbattimento dei caprioli sono più articolati, perché sono divisi in settori; il dato totale è per il 1998 di 196 su 182 previsti, più 14; per il 1997 di 120 su 104, più 16; per il 1996 di 105 su 112, meno 7.
In risposta alla seconda domanda, alla data del 18 ottobre 1998 risultavano abbattuti 704 camosci su 726 per un totale di 22 capi mancanti.
Il dato che interessava forse all'interrogante riguarda queste 54 unità di camosci che hanno superato il tetto di abbattimento. Qui due considerazioni sono da farsi; la prima considerazione è che i tetti di abbattimento sono sempre tenuti leggermente più bassi, perché per il tipo di organizzazione che abbiamo non è possibile stoppare immediatamente e quindi arrivare a un numero preciso degli abbattimenti. Questo per delle ragioni molto semplici, che i cacciatori sono sul territorio, noi annunciamo con un comunicato stampa il raggiungimento del tetto e quindi l'impossibilità di cacciare oltre a questo momento, c'è questo momento di zona franca, per così dire, mentre i cacciatori sono ancora sul territorio, al rientro si fa la conta. Questa è l'organizzazione che oggi è possibile. Bisogna anche dire che queste 54 unità non significano nemmeno l'1 percento in più, quindi rimane assolutamente all'interno di questo calcolo che è stato fatto, cioè il prelievo effettuato passa da un 16 percento a un 17 percento indicativo.
Cosa si può fare per il futuro? Qui abbiamo in ballo il discorso del piano faunistico venatorio che probabilmente andrà a determinare dei distretti, quindi un controllo molto più preciso e più articolato su tutto il territorio, e si potrà fare una previsione già dei tetti di abbattimento più precisa e anche un rispetto successivo di questo tetto fissato.
Credo che sia tutto.
Président La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) Grazie, Assessore, per i dati che mi ha fornito con precisione e che mi hanno confermato in un sospetto che avevo, cioè che rispetto agli scorsi anni lo sfondamento dei tetti di abbattimento è stato nel 1998 decisamente superiore.
L'Assessore ha fatto riferimento a una percentuale dell'1 percento, ma è una percentuale rispetto al totale dei capi animali presenti sul territorio della Valle d'Aosta. Se facciamo invece una percentuale di superamento del tetto rispetto a quanto era abbattibile, scopriamo che questo sfondamento è intorno al 7-8 percento, che mi sembra piuttosto significativo.
Credo che nel caso in esame, anche in base alle esperienze degli anni successivi, bastava chiudere la caccia un giorno o due prima, perché è evidente che quando siamo ai limiti dell'abbattimento si può già chiudere. Poi arriveranno la sera i cacciatori con i camosci in più, se però aspettiamo di superare il tetto di abbattimento per comunicare la chiusura il giorno successivo, eccetera, è evidente che succedono queste cose.
Condivido e apprezzo l'osservazione che è stata fatta, che con il prossimo piano faunistico questo controllo dovrebbe essere più efficace; ritengo anche che sarebbe doveroso per l'Amministrazione regionale, là dove si verifichino degli abbattimenti, l'anno successivo tenerne conto, perché se i camosci da abbattere erano 750 in ipotesi e ne abbiamo abbattuti per tutte le ragioni del mondo - e secondo me anche per un po' di negligenza - 800, l'anno successivo non se ne abbattono più 750, ma se abbattono 700, in modo da mantenere sempre un equilibrio in questo modo. Altrimenti si corre il rischio di fare ingenerare il sospetto che ci sia un certo lassismo nei confronti dei cacciatori.