Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 24 del 15 luglio 1998 - Resoconto

SEANCE DU 15 JUILLET 1998 (MATIN)

OGGETTO N. 24/XI Applicazione in Valle d'Aosta della Circolare del Ministero della Pubblica Istruzione del 6 aprile 1998, concernente le sperimentazioni di insegnamento dell'educazione fisica. (Interpellanza)

Interpellanza Preso atto della Circolare del Ministero della Pubblica Istruzione - Ispettorato per l'educazione fisica e sportiva - (prot. n. 128 del 6 aprile 1998), secondo la quale non sussistono più i motivi che hanno determinato le autorizzazioni per le sperimentazioni di insegnamento dell'educazione Fisica per classi miste anziché per squadre distinte per sesso, in quanto la legge finanziaria 1997 (articolo 1, comma 76 della legge 662/1996) consente agli organi competenti di ciascun istituto, nel rispetto dell'autonomia scolastica, di scegliere l'organizzazione dell'insegnamento dell'educazione fisica per squadra o per classe;

Considerato che la stessa legge finanziaria al comma 85 dell'articolo 1 afferma che "le disposizioni di cui ai commi da 70 a 80 non si applicano alla Regione Valle d'Aosta" che disciplina la materia nell'ambito delle competenze derivanti dallo Statuto e dalle relative norme di attuazione;

Constatato che la Sovraintendenza agli Studi della Valle d'Aosta, in presenza di questa norma, si è limitata a trasmettere alle scuole la nota ministeriale senza alcun adattamento alla realtà regionale e senza alcuna concertazione con le organizzazioni sindacali ;

Preso atto che l'applicazione immediata della circolare ministeriale del 6 aprile 1998, prot. n. 128, ha determinato, nel Liceo Ginnasio "XXVI febbraio" di Aosta, la perdita di un posto di insegnamento di educazione fisica (nell'organico di diritto per l'anno scolastico 1998/99);

Considerato inoltre che nel Liceo Ginnasio "XXVI febbraio" tale circolare non andava applicata in quanto la sperimentazione ivi attuata prevede oltre all'insegnamento di educazione fisica in classi miste anche la compresenza di due insegnanti: infatti il rinnovo di tale sperimentazione è stato autorizzato dal Ministro della Pubblica Istruzione, in data 20 maggio 1998, con apposito decreto;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interpella

l'Assessore competente per sapere

quali sono i motivi per cui l'Amministrazione regionale si è limitata a trasmettere alle scuole la nota del ministero e se è intenzione dell'Assessore competente definire regole di comportamento concordate con le OO.SS, tramite protocolli di intesa, circa la prassi e i tempi da rispettare per i provvedimenti ministeriali in materia scolastica, che prevedono un adattamento specifico per la Valle d'Aosta;

se è intenzione dell'Assessorato competente intervenire per ripristinare, a partire dall'anno scolastico 1998/99, almeno nell'organico di fatto, il posto di educazione fisica che è stato soppresso;

quali sono le intenzioni dell'Assessorato competente nei confronti della prosecuzione nei prossimi anni della sperimentazione di educazione fisica presso il liceo Ginnasio XXVI febbraio, deliberata dal collegio dei docenti.

F.to: Squarzino Secondina

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) La questione può apparire un po' tecnica a chi legge per la prima volta quest'interpellanza, ma il problema è molto semplice.

L'insegnamento dell'educazione fisica nella scuola secondaria superiore avviene, per legge, per squadre maschili e femminili di almeno 15 alunni. Da alcuni anni però, proprio per esigenze didattiche, le scuole hanno chiesto di sperimentare altre modalità organizzative dell'insegnamento dell'educazione fisica; si sono moltiplicate in tutta Italia moltissime di queste sperimentazioni tanto che è venuto meno lo spirito della sperimentazione e il Ministero ha deciso che toccava alle singole scuole, nell'ambito della loro autonomia, decidere se organizzare l'insegnamento di questa materia per squadre oppure per classi miste per cui ci sarebbe un insegnante di educazione fisica per un'intera classe, sia essa maschile, femminile o mista.

Questo tipo di autorizzazione è stata inserita prima nella finanziaria del 1996 ed ancora nella finanziaria del 1997 e recentemente una circolare del Ministero ha ricordato alle scuole questa possibilità di decidere in modo autonomo l'organizzazione dell'insegnamento dell'educazione fisica.

Anche in Valle d'Aosta c'è stata una circolare della Sovrintendente agli studi che ha trasmesso la nota ministeriale alle scuole, ma - ed è questo il punto - nella finanziaria del 1996 e del 1997 si dice con molta chiarezza che queste disposizioni non si applicano alla Regione Valle d'Aosta che disciplina la materia nell'ambito delle proprie competenze.

Per questo c'è una prima richiesta dell'interpellanza: per quali motivi l'Amministrazione regionale si è limitata a trasmettere alla scuola la nota del Ministero. Questo è un motivo occasionale, ma c'è il problema più generale che mi interessa di più ed è questo: come ci si intende muovere a fronte di provvedimenti ministeriali o legislativi che riconoscono un'autonomia da parte della Regione Valle d'Aosta nell'ambito scolastico.

Non è mai chiaro infatti quali sono le modalità con cui si deve intervenire, cioè a volte la Pubblica Istruzione applica "tout court" quello che è deciso a livello ministeriale, a volte rimanda di mese in mese e a volte anche di anni, la sua applicazione senza indicare con chiarezza quali sono i criteri in base ai quali fa queste scelte. Per questo si chiede se è intenzione dell'Assessorato definire delle regole di comportamento con i sindacati e rispettare le regole che vengono stabilite.

Un secondo aspetto, più specifico, che l'interpellanza affronta riguarda il liceo-ginnasio XXVI Febbraio di Aosta in cui l'applicazione di questa circolare ha determinato la perdita di un posto di insegnamento nell'organico.

Si tenga conto che questa circolare fra l'altro non andava neanche applicata a questa scuola superiore: è vero infatti che si dice che rientra nell'autonomia scolastica decidere l'organizzazione dell'educazione fisica per squadre o per classi miste e che questo tipo di sperimentazione è demandato all'autonomia scolastica delle scuole.

Ma è pur vero che il liceo-ginnasio di Aosta ha una sperimentazione di educazione fisica che non rientra in questa tipologia, tant'è vero che esiste un decreto del Ministero in data 26 maggio 1998 con cui si autorizza per l'anno scolastico 1998-1999 la prosecuzione senza modifica della sperimentazione per l'insegnamento di educazione fisica nelle scuole di cui all'allegato elenco e nell'allegato elenco esiste anche il liceo-ginnasio di Aosta.

Rispetto a questo secondo tema si vuole chiedere: 1) se si vuole venire incontro al problema, se si vuole ripristinare almeno nell'organico di fatto quel posto che è stato cassato nel liceo classico di Aosta, ma soprattutto quali sono le intenzioni dell'Assessorato rispetto alla prosecuzione di questa sperimentazione. Aspetto la risposta dell'Assessore, mi riservo di intervenire con successive osservazioni.

Président La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Pastoret.

Pastoret (UV) L'interpellation demande de ma part un compte rendu chronologique des faits qui se sont passés et qui sont à l'origine de la situation que Mme Squarzino vient d'illustrer.

La réponse sera donc un peu débordante; vous l'imaginez, d'après la présentation à laquelle vous avez assisté, le thème est complexe. J'espère quand même qu'elle pourra aussi représenter, au-delà des faits techniques, un intéressant exemple quant à la superposition des rôles dans les rapports Etat-Région et quant au manque de clarté qui existe très souvent et qui engendre des rapports compliqués entre les deux Administrations. L'exposition sera un peu lourde et on pourra parfois aussi se demander dans quel monde nous sommes en train de vivre par rapport aux contradictions qui en ressortent. Les bureaux de l'Assessorat se sont occupés de la partie technique et ont essayé de réduire les détails; cependant, même si je me limiterai à en citer que l'essentiel, je vous prie de vouloir exercer au maximum votre patience. Je dois donc partir avec une illustration des faits.

Fino all'anno scolastico 1996-1997 l'insegnamento dell'educazione fisica negli istituti superiori doveva essere, come è già stato ricordato, obbligatoriamente organizzato a norma dell'articolo 302, comma 2, T.U. 297/94, nel quale era stato trasfuso integralmente un vecchio dispositivo di legge (legge n. 88/58). Tutto questo definiva che doveva essere esercitato l'insegnamento dell'educazione fisica per squadre distinte per sesso e composte da almeno 15 unità maschili o femminili e che l'insegnamento per classi miste poteva essere autorizzato in deroga solo ed esclusivamente in presenza di situazioni oggettive che avrebbero diversamente determinato l'impossibilità di svolgere l'insegnamento medesimo ovvero in presenza di un apposito progetto sperimentale approvato dal competente ispettorato del Ministero della pubblica istruzione.

In tale ultima condizione si trovava solamente il liceo-ginnasio di Aosta che, sin dall'anno 1990-1991, attuava una sperimentazione denominata insegnamento educazione fisica per classi miste, in base alla quale l'insegnamento in questione veniva impartito per classi in tutto il corso di studi con la particolarità della compresenza di due docenti nel triennio liceale. Tale forma di organizzazione comportava comunque, a livello di organico, la ripartizione delle ore fra l'insegnante maschile e quello femminile in modo da assegnare a ciascuno di essi nell'ipotesi più ricorrente dei casi e dei due corsi completi, 16 ore di lezione di cui 12 in compresenza, da completare con due ore in altro istituto.

Anche altri istituti regionali nel frattempo avevano avanzato altri progetti sostanzialmente analoghi a quello sopra descritto di sperimentazione senza però ottenere l'autorizzazione da parte del competente ispettorato che abbiamo ricordato prima. I dinieghi erano stati motivati dalla debolezza dei progetti didattici e peraltro vi era stata la sensazione di una palese ricopiatura di quello già autorizzato e parevano questi configurare un deciso mutamento di rotta da parte dell'ispettorato stesso.

Ora veniamo a quanto è successo. La legge finanziaria che è stata ricordata all'articolo 1, comma 76, abrogava la soprarichiamata norma del T.U., quella che ho citato in inizio, e attribuiva ai singoli istituti la competenza a deliberare se l'insegnamento dell'educazione fisica dovesse essere impartito per classi intere ovvero per squadre distinte per sesso. Ferma restando l'abrogazione della preesistente norma di riferimento, tale nuova disposizione non trovava di per sé diretta applicazione in Valle d'Aosta in quanto il comma 85 del medesimo articolo stabiliva che la Regione disciplinasse la materia nell'ambito delle proprie competenze.

E ciò è avvenuto con l'adozione previa concertazione con le organizzazioni sindacali con decreto o ordinanza dell'Assessore all'istruzione pubblica n. 16.691 che estendeva integralmente la nuova normativa agli istituti della Regione e stabiliva che l'opzione, liberamente esercitata entro il 15 maggio 1997 dai singoli istituti, avrebbe mantenuto validità anche per gli anni successivi salvo un'eventuale motivata deliberazione contraria che andava assunta entro il 31 marzo precedente l'inizio dell'anno scolastico. Quindi siamo in presenza di una decisione assessorile, sentite le organizzazioni sindacali che porta data 15 aprile 1997 rispetto a questo provvedimento.

In ottemperanza a quest'ordinanza gli istituti della Regione hanno adottato regolari deliberazioni con effetto per l'anno scolastico 1997-1998, le cui opzioni fra l'altro sono ancora valide salvo che per quelle scuole che hanno poi assunto deliberazioni modificative entro il termine richiamato di scadenza del 31 marzo.

Ha fatto eccezione a questo il liceo-ginnasio di Aosta che, avendo già richiesto prima dell'entrata in vigore della nuova normativa la prosecuzione della propria sperimentazione, non essendo intervenute indicazioni dal Ministero della pubblica istruzione circa gli effetti della nuova norma sulle sperimentazioni in atto, non ha adottato alcuna ulteriore deliberazione.

Il liceo poi aveva presentato ai competenti uffici una richiesta di rinnovo per la sperimentazione per l'anno 1998-1999, richiesta che è stata trattenuta unitamente a tutti gli altri progetti presso l'ufficio per un approfondimento e per un esame volto al raggiungimento della prescritta intesa fra Regione e Ministero della pubblica istruzione.

La richiesta è stata poi accantonata - e vi è una ragione fondamentale - in seguito ad una comunicazione, prot. n. 128 del 6 aprile 1998, con cui l'Ispettorato per l'educazione fisica e sportiva revocava le sperimentazioni da lui stesso autorizzate precedentemente. La nota riguardava la sperimentazione per l'insegnamento dell'educazione fisica per classi miste anziché per squadre distinte per sesso; non sto a leggerla tutta per non tediare ulteriormente, ma con tale nota l'Ispettorato, che aveva autorizzato i progetti di sperimentazione, concludeva che allo stato non sussistono più i motivi che hanno determinato le autorizzazioni in parola e che devono intendersi revocate.

Sulla base di questa comunicazione sono state assunte delle decisioni e a questo punto, considerata la sperimentazione in atto presso il liceo di Aosta, considerato che la soprarichiamata comunicazione ministeriale conteneva una revoca generica senza recare alcuna indicazione o riserva riferita a particolari situazioni e che non vi era alcuna ragione di dubitare che essa dovesse riguardare tutte le scuole perché non faceva menzione diversa rispetto a questo problema, la sperimentazione autorizzata dall'Ispettorato e quindi tutte le sperimentazioni autorizzate dall'Ispettorato andavano revocate.

Il provvedimento dell'Ispettorato poteva anche essere letto in un'altra ottica che era quella del riequilibrio di tutta una serie di situazioni che si erano venute a creare nel tempo rispetto ad una norma che consentiva le sperimentazioni, norma che aveva anche consentito una certa prodigalità nell'autorizzare queste sperimentazioni, poi vi è stato un successivo irrigidimento.

Per quanto riguarda la specifica situazione del liceo di Aosta, il predetto provvedimento era atto a porre rimedio ad un'evidente disparità che c'era fra quest'Istituto e gli altri istituti della Valle, dove a ciascun docente degli altri istituti era assegnata una classe intera, mediamente di 18-20 alunni, o una squadra di almeno 15 unità, mentre nel triennio liceale si attuava la compresenza di due insegnanti in ciascuna classe formata complessivamente da un numero di alunni compreso fra le 13 e le 17 unità.

L'Ufficio competente in materia di sperimentazione ha diramato, dando per scontata, ben acquisita e chiara a tutti, l'estensione normativa operata nell'anno scolastico precedente con l'ordinanza assessorile già richiamata, omettendo perciò di fornire specifiche indicazioni e riferimenti, la circolare n. 128/98 richiedendo ovviamente al liceo di Aosta l'adozione e l'invio della deliberazione relativa alla soluzione organizzativa prescelta. Fra l'altro, la lettera che è stata ricordata dalla Consigliera Squarzino rispetto alla trasmissione del Sovrintendente era una lettera di accompagnamento a quel provvedimento n. 128 che ho richiamato precedentemente.

Ovviamente, qualsiasi soluzione diversa da quella sperimentale comportava una riduzione del numero di ore di insegnamento sia che si optasse per la classe mista sia che si scegliesse l'altra soluzione e ciò comportava una riduzione del numero di ore di insegnamento disponibili del liceo. Ciò ha indotto l'insegnante che si riteneva penalizzata da tale situazione ad opporsi a che venisse tempestivamente adottata la deliberazione richiesta per cui nelle more della definizione della vicenda gli uffici competenti, dovendo necessariamente provvedere alla definizione dell'organico di diritto, in base anche alle disposizioni che sono state ricordate, hanno ritenuto, in relazione allo spirito della sperimentazione precedentemente in atto, di definire le cattedre del liceo secondo l'organizzazione per classi con conseguente riduzione delle ore di insegnamento da 32 - 16 e 16 - a 20, una cattedra più 2 ore.

Il colpo di scena poi si è verificato successivamente. Attraverso non si sa quali canali, copia della richiesta di prosecuzione della sperimentazione - che ho qui e che non leggerò per non annoiarvi ulteriormente - è stata fatta pervenire direttamente al Ministero della pubblica istruzione, che senza interpellare l'Amministrazione regionale ha inserito il liceo di Aosta in un decreto autorizzativo perlomeno inatteso dopo quanto affermato nella circolare 128, citata prima.

Questo provvedimento è stato adottato dal Ministero - ne ho una copia - il 20 maggio, trasmesso con nota del 26 maggio alla Regione autonoma Valle d'Aosta, pervenuto l'8 giugno 1998 e tutto questo successivamente all'approvazione dell'organico di diritto che è avvenuta sia pure già in ritardo rispetto ai termini di legge con deliberazione di Giunta regionale n. 1.774 del 25 maggio 1998.

Al di là di ogni considerazione di merito su tutti questi comportamenti vorrei solo osservare velocemente che questo decreto del Ministero dell'istruzione pubblica, dove si dice che si autorizzano per l'anno scolastico 1998-1999 i rinnovi senza modifica delle sperimentazioni, riguarda - e questo è un caso perlomeno singolare rispetto alle disposizioni generali che erano state impartite prima - sei istituti su tutto il territorio italiano. Non starò a citarli, però chi volesse prenderne visione potrà vedere la geografia che scaturisce da questo tipo di decisione.

Tutto ciò ha creato qualche problema, cercherò adesso di essere breve perché vedo che vi state annoiando, giustamente, ma una considerazione va fatta. Se al Ministero spetta la valutazione e l'autorizzazione di un progetto sperimentale in relazione agli "standards", ai programmi ed alle regole nazionali, bisogna anche ricordare che questi progetti prima non erano a carico dell'ente; ora in questo caso il Ministero autorizza una sperimentazione decidendo lui che la Regione Valle d'Aosta la paga. Converrete con me che questa è una procedura perlomeno inconsueta ed inusuale visto che i costi di questa decisione ricadono su quest'Amministrazione.

Ritengo a questo punto che la situazione sopravvenuta sia ormai tale da rendere inevitabile la sperimentazione per l'anno in corso con il conseguente ripristino delle relative ore di insegnamento nell'organico di fatto.

Ritengo anche però che occorra attivarsi per la futura revoca della sperimentazione, il cui presupposto principale era quello, come ho detto prima, che non ci fosse nessun onere aggiuntivo per la Regione Valle d'Aosta. Dico brevemente che il costo è di circa 35 milioni annui, deciso da altri per noi, e costo difficilmente giustificabile se lo si pone in relazione al numero irrisorio rispetto al complesso di tutte le altre scuole di alunni frequentanti ciascuna classe.

Avant de tirer les conclusions et de donner les réponses que Mme Squarzino attend, je voudrais faire encore deux petites considérations. L'illustration que je viens de faire était nécessaire à mon avis; j'ai essayé de couper par-ci et par-là, mais je tiens à souligner de nouveau les contradictions qui ressortent de toute cette matière.

Nell'interpellanza ci si rifà a quanto lo Stato ha definito dicendo che non sussistevano più i motivi che hanno determinato le autorizzazioni per le sperimentazioni e che si consentiva ad ogni istituto di scegliere in quale forma praticare l'insegnamento dell'educazione fisica. Devo dire che la Regione Valle d'Aosta, come ho ricordato prima, con l'ordinanza dell'Assessore alla pubblica istruzione ha assunto una decisione, non ha subito una decisione, c'è stata una scelta da questo punto di vista e essa ha disciplinato, per quanto riguarda la Regione Valle d'Aosta, la materia secondo la competenza che alla Regione veniva attribuita.

Noto anche - non so se questa cosa uscirà ancora in successivi dibattiti - che qui siamo in un Consiglio che per temi molto più grandi e nobili rivendica l'autonomia di questa Regione. Ora, dire che è stata autorizzata la sperimentazione da parte del Ministero è perlomeno un eufemismo, oserei dire che la sperimentazione in questo caso è stata imposta! Ma per venire alla conclusione e per dare soddisfazione all'interpellante, nell'ambito di tutto quanto è stato fin qui esposto, ritengo che si possano fare tre considerazioni in merito alle tre richieste avanzate.

L'Amministrazione si è limitata a trasmettere alle scuole la nota del Ministero n. 128/98 già ricordata perché non sussisteva ragionevolmente alcun dubbio sulla sua applicabilità sia in relazione alla normativa dalla stessa richiamata, che vigeva anche in Regione per effetto dell'estensione disposta dall'ordinanza che ho ricordato prima, sia in relazione alla totale identità fra la denominazione della sperimentazione in atto presso il liceo-ginnasio di Aosta e quella delle sperimentazioni revocate.

Tra l'altro la concertazione con le organizzazioni sindacali, lo ripeto, si era regolarmente svolta addirittura l'anno prima e nessuna smentita, nessun reclamo, nessuna richiesta ulteriore di concertazione era giunta da parte delle organizzazioni sindacali e questo aveva portato all'integrale estensione della norma a tutti gli istituti regionali.

In via generale, anche se in materia di gestione del personale non sussistono particolari esigenze, la definizione delle prassi e dei tempi che ha richiesto l'interpellante crea qualche problema di tempi e di modi di attuazione, problema che peraltro è già stato in parte superato perché non più tardi di ieri l'Assessore alla cultura si è incontrato con le organizzazioni sindacali per altre questioni e durante quest'incontro sono stati definiti alcuni tempi e alcune modalità per quanto riguarda l'esame di problemi relativi alla scuola.

Tutto questo sarà oggetto quindi di successivi incontri e se le organizzazioni sindacali riterranno di portare all'attenzione anche questo problema insieme ad altri, si affronterà la discussione sotto questo punto di vista.

Il mantenimento del posto, come è stato richiesto, per l'anno scolastico 1998-1999 diventa inevitabile e continuerà la sperimentazione al liceo-ginnasio. Questo determinerà in organico di fatto l'incremento di ore di insegnamento da 20, una cattedra più 2 ore, a 32, con la possibilità di reperire in altri istituti le ore di completamento necessarie a ripristinare i due posti preesistenti. Per quanto concerne l'ultima richiesta riguardo alla prosecuzione della sperimentazione, credo che vi siano già evidenti motivi di risposta in quanto ho citato prima riguardo ai costi, quindi potrei dire che si potrebbe immaginare rispetto a questa cosa che non si facciano più sperimentazioni o che si facciano.

Mi astengo però dal rispondere al riguardo in modo definitivo perché dall'esposizione che ho fatto credo che si evinca con chiarezza che stiamo vivendo in situazioni perlomeno strane se quanto il Ministero dice di non fare un giorno, viene ripristinato poco tempo dopo.

A questo punto le affermazioni e le determinazioni dell'Assessore all'istruzione pubblica della Regione Valle d'Aosta possono essere smentite in qualsiasi momento non per colpa mia e non per cattiva volontà dell'Amministrazione.

Certamente il problema dei costi riferito a questo tipo di sperimentazione come caso in questo momento unico in Valle d'Aosta merita un approfondimento che dovrà essere fatto nei termini del contesto generale in cui si verificano le compatibilità della spesa economica dell'Amministrazione regionale.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Ringrazio l'Assessore per la sua risposta così ampia. Preciso che dal punto di vista tecnico le cose che ha detto erano implicite tutte nell'interpellanza che ho fatto e nell'esposizione riassuntiva con cui ho illustrato l'interpellanza, quindi non sono stati aggiunti elementi tecnici chiarificatori rispetto alla situazione di fatto.

C'è un elemento nella lettura che l'Assessore ha fatto degli avvenimenti che non condivido affatto e che è centrale dal punto di vista tecnico ed interpretativo della legge.

Quando nella circolare si parla di autorizzare le scuole a scegliere nella propria autonomia i progetti di sperimentazione per l'insegnamento dell'educazione fisica, si chiarisce molto bene la tipologia dell'insegnamento dell'educazione fisica, cioè per classi miste, ci si riferisce cioè solo a quel tipo di tipologia.

Tutte le altre tipologie di sperimentazione di educazione fisica non vengono prese in esame perché sono più specifiche, quindi la circolare ministeriale non si riferisce alla sperimentazione del liceo-ginnasio di Aosta, poi si può essere d'accordo o non d'accordo, (adesso non entro nel merito della validità), ma l'Assessorato non ha riconosciuto che era una sperimentazione diversa da quella che era nella legge finanziaria 1996 e nella legge finanziaria 1997 e che era oggetto di questa circolare ministeriale. Quindi c'è stato da parte dell'Amministrazione regionale un non riconoscere la specificità di questo tipo di sperimentazione in questa scuola e questo io credo che sia un dato tecnico che va sottolineato.

So benissimo che c'è stata nel 1997 una circolare assessorile concordata con i sindacati per quanto riguarda l'educazione fisica, certo che c'era ed era quello l'atto con cui l'Amministrazione regionale esprimeva la propria volontà su quel tema per le scuole della Valle d'Aosta.

La stessa cosa perché non è stata fatta per quest'anno? Perché non c'è stato almeno un richiamo a quell'atto? Allora a cosa servono gli accordi con i sindacati o gli atti amministrativi che si fanno di conseguenza? Si firma un atto e poi l'anno successivo si finge che questo non ci sia, come se non ci fosse stato!!

Quest'anno si sarebbe dovuto dire che per tutte le altre scuole valeva ancora l'intesa con i sindacati e l'atto amministrativo, che è stato fatto l'anno precedente, nel 1997, doveva valere anche nel 1998 per quanto riguarda l'educazione fisica. Perché non è stato fatto questo? Quindi c'è stata, dal punto di vista politico, una non presa in carico dell'intesa fatta con i sindacati. Inoltre credo che sempre dal punto di vista politico ci sia stata una non attenzione da parte dell'Amministrazione regionale nei confronti di questa scuola.

Secondo me, è molto grave quello che ha detto l'Assessore e cioè che il progetto di sperimentazione che è stato inviato dalle scuole è rimasto accantonato presso l'Assessorato; in attesa di che cosa? Questo tipo di decisione, se dire sì o no alla sperimentazione, doveva essere presa dialogando in qualche modo con la scuola; di fronte ad un progetto della scuola, e ripeto: non entro nel merito del contenuto, ma di fronte ad un progetto di sperimentazione della scuola l'Assessorato lo accantona, non prende posizione e lascia cadere la cosa senza confrontarsi e senza dare le motivazioni per cui prende in carico o non prende in carico questo progetto di sperimentazione. Quindi dal punto di vista tecnico le sue risposte in parte, ripeto, le conoscevo già perché erano implicite; però, quest'elemento sulla non considerazione della fisionomia di questa sperimentazione non è stato corretto.

Dal punto di vista politico la mia interpellanza non era per sottolineare l'adesione oppure no a quello che dice Roma, ma il fatto che qui non ci sono mai regole chiare sui metodi, sui contenuti, sulle procedure per applicare la normativa ministeriale o legislativa che tutela la specificità della nostra Regione, nel senso che un anno si fa quest'accordo con i sindacati e si fa un decreto assessorile, l'anno dopo, come se questo non fosse fatto, si fa una circolare senza chiarire quali sono i criteri in base ai quali si agisce.

Questo, secondo me, è il problema di fondo politico e sono contenta che l'Assessore abbia ieri incontrato i sindacati e abbia con questi deciso una serie di incontri. Sarà nostro compito verificare che gli accordi presi siano puntualmente rispettati.