Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 3126 del 14 aprile 1998 - Resoconto

SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 14 APRILE 1998

OGGETTO N. 3126/X Approvazione del piano energetico regionale in applicazione dell'articolo 5 della legge 9 gennaio 1991, n. 10 (Norme per l'attuazione del piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia).

Deliberazione Premesso che:

- la Regione Valle d'Aosta ha assunto il metodo della programmazione quale strumento di governo finalizzato alla promozione e alla disciplina dello sviluppo economico, sociale e di assetto territoriale della comunità residente, come sancito all'articolo 1 della legge regionale 15 maggio 1978, n. 12 (Organi, uffici e procedure per la programmazione regionale);

- l'articolo 5 della legge 9 gennaio 1991, n. 10 (Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia) prevede che le regioni predispongano un piano relativo all'uso delle fonti rinnovabili di energia;

- la Giunta regionale con provvedimento n. 10738, in data 20 novembre 1992, ha approvato un documento concernente "Linee guida per la redazione del Piano energetico regionale della Valle d'Aosta";

- per proseguire fattivamente nell'iniziativa intrapresa, affinché la Valle d'Aosta si doti di uno strumento di pianificazione energetica che possa essere in costante collegamento con l'evoluzione della struttura socio-economica della regione, e quindi con il mutevole e composito fabbisogno energetico, la Giunta regionale, con deliberazione n. 2317, in data 24 maggio 1996, ha approvato la costituzione di un Comitato di collaborazione e di monitoraggio per la redazione del Piano energetico regionale;

- con la stessa deliberazione n. 2317 la Giunta regionale ha approvato, altresì, di affidare un incarico fiduciario alla Società finanziaria regionale - Finaosta S.p.A., ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 28 giugno 1982, n. 16, per la predisposizione di un progetto di Piano energetico regionale, comprensivo di un piano di utilizzo delle acque a scopo idroelettrico e finalizzato al raggiungimento dell'autonomia energetica regionale, nonché al perseguimento delle finalità individuate dal Consiglio regionale, in materia di derivazioni delle acque, con deliberazione n. 1193/X del 22 febbraio 1995;

- con deliberazione n. 4120, in data 20 settembre 1996, la Giunta regionale ha approvato il progetto di Piano energetico regionale elaborato dalla Finaosta S.p.A. ed ha affidato alla stessa Società l'incarico per la redazione del Piano medesimo, integrato da un piano di utilizzo delle acque a scopo idroelettrico;

Considerato che è interesse della Regione, nel rispetto dei principi desumibili dalla legislazione statale e dagli atti di pianificazione energetica nazionale e comunitaria, nell'esercizio della propria funzione di programmazione, perseguire, attraverso il Piano energetico regionale, i seguenti obiettivi:

a) promuovere l'autonomia energetica regionale, indirizzando, prioritariamente, lo sfruttamento delle fonti energetiche locali verso impieghi sul territorio valdostano;

b) ridurre le emissioni inquinanti connesse all'impiego dei combustibili fossili, incentivando il risparmio energetico, l'uso razionale dell'energia, l'impiego delle fonti rinnovabili di energia e l'innovazione tecnologica;

c) razionalizzare e, ove possibile, ridurre l'impatto sul territorio delle infrastrutture energetiche.

Considerato, inoltre, che sulla proposta di Piano energetico regionale elaborata dalla Finaosta S.p.A., in esecuzione della soprarichiamata deliberazione n. 4120 del 20 settembre 1996, la Giunta regionale si è espressa favorevolmente con atto n. 180, in data 26 gennaio 1998, a seguito di esame favorevole da parte del Comitato di collaborazione e di monitoraggio per la redazione del Piano energetico regionale, di cui alla sopra menzionata deliberazione n. 2317;

Visto il parere formulato in data 26 febbraio 1998 dal Comitato scientifico per l'ambiente, secondo quanto previsto dalla legge regionale 4 marzo 1991, n. 6, in ordine alla valutazione dell'impatto ambientale;

Evidenziato che alla luce di tale parere sono state introdotte alcune modifiche, mentre non sono state accolte le altre osservazioni;

Vista la legge regionale 7 dicembre 1979, n. 66, che attribuisce al Consiglio regionale la competenza in merito alle subconcessioni di acque pubbliche;

Richiamata la deliberazione n. 4853 in data 30 dicembre 1997;

Visto il parere favorevole di legittimità rilasciato dal Dirigente Coordinatore del Coordinamento industria, artigianato ed energia ai sensi dell'articolo 72 della legge regionale 28 luglio 1956, n. 3, e successive modificazioni, e del combinato disposto degli articoli 13, comma 1 - lett. e), e 59, comma 2, della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla presente deliberazione;

il Consiglio

Delibera

di approvare, dichiarandone la compatibilità ambientale, il Piano energetico regionale - allegato al presente provvedimento - comprensivo di un piano di utilizzo delle acque a scopo idroelettrico, elaborato dalla Società finanziaria regionale - Finaosta S.p.A. ad evasione dell'incarico affidato con deliberazione n. 4120 in data 20 settembre 1996;

di sottoporre la presente deliberazione al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 8, lett. b), del decreto legislativo 22 aprile 1994, n. 320.

Piano energetico regionale

(... omissis...)

Président La parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Mafrica.

Mafrica (GV-DS-PSE) La legge n. 10/91 prevede che le regioni predispongano i piani energetici regionali relativi all'uso delle fonti rinnovabili di energia.

L'Amministrazione regionale ha promosso la redazione del piano energetico regionale tenendo conto delle particolari condizioni ambientali locali e dell'autonomia legislativa ed amministrativa riconosciuta dallo Statuto speciale alla Regione autonoma Valle d'Aosta.

Per la redazione del piano energetico è stato realizzato un complesso coordinato di studi che è stato a disposizione delle commissioni e che è costituito da una decina di allegati. In particolare, sono stati elaborati i bilanci energetici regionali dal ?90 al ?95, evidenziando i risultati, le metodologie impiegate, le fonti di dati che possono anche servire per redigere i bilanci dei prossimi anni. Con studi appositi sono state valutate le potenzialità idroelettriche regionali con un'analisi del sistema idroelettrico esistente, un'analisi idrologica, una valutazione degli impianti idroelettrici potenziali e con indicazioni per le istruttorie dei competenti organi regionali per l'assegnazione di subconcessioni a scopo idroelettrico.

È stata infine, con un sistema di modellizzazione energetica, predisposta una serie di scenari che hanno dato indicazioni su opzioni possibili di politica energetica regionale.

Sono state poi reperite le indicazioni ed organizzati i dati sugli impianti e sulle infrastrutture a carattere energetico in modo da poter essere riversati nel sistema informativo territoriale della Regione.

Dagli studi redatti per formulare il piano sono emersi molti elementi di particolare rilievo. Dalla lettura dei bilanci energetici regionali risulta come le principali caratteristiche del sistema energetico regionale consistano nei seguenti elementi strutturali.

In primo luogo una disponibilità di energia elettrica da fonte idrica largamente superiore ai fabbisogni locali e destinata quindi in prevalenza all'esportazione verso altre regioni, mediamente vengono prodotti 3 miliardi di Kwh annui di cui circa solo 800mila Kwh sono consumati in Valle, mentre gli altri vengono consegnati sulla rete elettrica nazionale.

Vi è un'assenza di altre fonti energetiche primarie a parte un po' di fonti solide di tipo legnoso per cui il fabbisogno petrolifero e di gas naturale è assicurato da importazioni da altre regioni e dall'estero.

Sono presenti sul territorio sistemi di vettoriamento energetico che non sono connessi con il sistema locale, per esempio l'Elettrodotto Rondissone ed Albertville, e l'Oleodotto Ferrera-Svizzera.

È presente un sistema stradale fortemente condizionato da un traffico di attraversamento che collega via trafori o valichi l'Italia con Francia e Svizzera.

Il sistema di trasporti è caratterizzato da una motorizzazione privata elevata e da un prevalente ricorso al trasporto su gomma rispetto a quello ferroviario.

Il sistema energetico valdostano, dal punto di vista della produzione e dell'approvvigionamento, è composto essenzialmente da un parco di centrali idroelettriche, da una rete di trasporto e distribuzione dell'energia elettrica, da una rete per il gas metano che è collegata alla rete nazionale e che serve 18 comuni del centro valle inoltre, è presente sul territorio una rete commerciale di distribuzione di prodotti petroliferi.

Il parco degli impianti idroelettrici può essere sintetizzato nel modo seguente: vi sono 26 impianti di proprietà Enel con una potenza efficiente, totale, di 764 megawatt, una producibilità media di 2,727 miliardi di Kwh/anno. Questi 26 impianti sono così distribuiti: 8 sono a bacino, 5 a serbatoio e 13 ad acqua fluente. Vi sono ancora 4 impianti di proprietà della Compagnia valdostana delle acque con una potenza efficiente e totale di 47 megawatt e una producibilità media di 220 milioni di Kwh/anno. Questi impianti sono tutti ad acqua fluente.

Vi sono poi 17 impianti di potenza maggiore di 70 Kw e con una producibilità media di 150 milioni di Kwh; questi sono di proprietà privata e tutti ad acqua fluente.

Dalla valutazione della risorsa idroelettrica residua, risulta che, a fronte di un'ipotetica possibilità di incrementare di circa il 34 percento la producibilità attuale, le ipotesi realizzative da parte di soggetti diversi dall'ENEL, che per conto suo potrebbe realizzare impianti per 715 milioni di Kwh, presentano caratteristiche effettive stimate in circa una dozzina di impianti per una potenza nominale di 30 megawatt e una producibilità teorica di 220 milioni di Kwh.

Nell'ambito degli studi è stata anche effettuata un'analisi accurata in merito ai cambiamenti in atto a livello nazionale nel settore dell'energia elettrica e ai possibili riflessi che ciò avrà sulla Regione.

Il piano energetico si propone di conseguire tre fondamentali obiettivi strategici. Innanzitutto di promuovere l'autonomia energetica regionale, indirizzando prioritariamente lo sfruttamento delle fonti energetiche locali verso impieghi sul territorio valdostano che determinino una migliore qualità della vita e che agevolino lo sviluppo sociale ed economico. Si tratta poi di ridurre le emissioni inquinanti che sono connesse all'impiego dei combustibili fossili, incentivando il risparmio energetico, l'uso razionale dell'energia, l'impiego di fonti rinnovabili di energia e l'innovazione tecnologica. Infine, si tratta di razionalizzare e, dove è possibile, ridurre l'impatto delle infrastrutture energetiche sul territorio.

Per il raggiungimento di questi obiettivi è previsto dal piano un complesso di azioni flessibili e tra loro complementari, azioni che si devono sviluppare sul piano normativo, su quello tecnico, su quello finanziario e che sono organizzate in modo da dare risposte alla situazione in base alla sua evoluzione.

Innanzitutto vi è un progetto di potenziamento del settore idroelettrico che si pone come obiettivo primario il conseguimento dell'autonomia energetica, cioè come possibilità di utilizzare le acque in concessione per produrre energia elettrica da destinare al soddisfacimento dei consumi locali a condizione di forniture che siano definite nell'ambito regionale.

Per poter conseguire tale obiettivo, vengono indicate delle azioni che si riferiscono ai diversi profili giuridici e alle diverse discipline degli usi. Innanzitutto vi sono indicazioni per il regime del bene pubblico necessario alle attività elettriche, vengono in questo senso date indicazioni per una legge che questo Consiglio aveva già approvato nell'anno passato e che ha riapprovato recentemente; vi sono indicazioni per il trasferimento delle funzioni amministrative a livello regionale e anche in questo senso a livello di Giunta si sono prese iniziative; si danno indicazioni per ottenere attraverso l'articolo 48 bis dello Statuto una norma di attuazione che consenta alla Regione e agli enti locali della Valle d'Aosta di svolgere attività di impresa nel settore elettrico.

Queste sono indicazioni principali per il settore idroelettrico di cui ho riferito il quadro delle potenzialità e degli impianti esistenti.

Per ciò che riguarda il gas naturale, si ritiene che questa risorsa abbia raggiunto la dimensione critica per cui dovrebbe penetrare naturalmente nel mercato dei consumi; in questo senso non vengono ritenuti necessari ulteriori incentivi oltre a quelli già previsti e che sono a termine.

Il piano, nei luoghi in cui non sia presente la rete di distribuzione del metano oppure dove il suo ampliamento non risulti fattibile per ragioni economiche e dove non sia possibile ricorrere a fonti energetiche rinnovabile, prevede che possa essere incentivato l'utilizzo del gas di petrolio liquefatto in sostituzione del gasolio e della nafta.

Esistono poi indicazioni per sfruttare altre fonti rinnovabili a partire dalla biomassa legnosa per cui esiste ed è funzionante una legge regionale, al solare, alla possibilità di riciclo degli RSU.

Le altre fonti rinnovabili hanno indubbiamente la possibilità di contribuire in modo limitato al soddisfacimento dei fabbisogni energetici regionali, ma in particolari zone del territorio e a particolari condizioni possono essere ritenute valide.

Vi sono poi indicazioni per l'utilizzo di nuove tecnologie che individuano nel teleriscaldamento e nelle pompe di calore elettrico due soluzioni che in impianti di varia complessità possono adattarsi bene alla realtà valdostana, una realtà che dispone da una parte di energia elettrica in quantità rilevanti e dall'altra di acque che possono rappresentare il fluido da cui recepire calore per trasferirlo in altri ambienti.

Viene poi valorizzata la risorsa del risparmio energetico quale fonte virtuale di energia e vi sono poi indicazioni interessanti per ciò che riguarda attività formative a vario livello anche in relazione all'istituzione dell'università libera della Valle d'Aosta.

Nel piano vengono anche individuati gli strumenti di supporto alla pianificazione energetica, il soggetto responsabile, l'adozione del modello di sistema energetico di cui ho parlato attraverso una modellizzazione "metodo Markal", campagne di monitoraggio ed aggiornamento per l'affinamento degli strumenti che sono stati predisposti. In particolare, si propone l'istituzione di un soggetto responsabile dell'aggiornamento della pianificazione energetica, individuato nell'Osservatorio energetico regionale, si individuano altresì campagne di monitoraggio che possano tenere aggiornati i dati sulla situazione idrologica e consentire interventi atti a migliorare la produzione di energia idroelettrica.

Il piano energetico regionale, avviato nel ?96, è stato presentato alla fine del ?97, ha compiuto il suo iter amministrativo, è stato sottoposto all'esame delle commissioni, oggi viene all'esame del Consiglio. È un piano che contiene i dati disponibili, è un piano dinamico che dà indicazioni di interventi e di azioni che, attraverso opportuni adattamenti degli scenari, possono essere via via aggiornati con il mutare delle situazioni.

Ringrazio il Consiglio per l'attenzione e concludo dicendo che verrà presentato da parte del Presidente della Giunta un emendamento tecnico sui controlli.

Président La discussion générale est ouverte. La parole au Conseiller Viérin Marco.

Viérin M. (Aut) Volevo fare un intervento diverso da quello che mi appresto a fare, ma dopo le parole dell'Assessore Mafrica sono obbligato a modificare l'intervento perché mi sembra di aver sentito l'illustrazione di un libro di favole che libro di favole non è.

Non lo è per tanti motivi: non lo è perché lo dice Marco Viérin, non lo è perché lo pensano altri in questa sala, non lo è perché lo dicono altre associazioni, altre forze sociali, altre realtà di questa Valle che lo dicono addirittura per iscritto.

Parto proprio dalle ultime considerazioni dell'Assessore che riferiva di un confronto che c'era stato, delle cose che si erano fatte, del tempo trascorso. È passato del tempo, ma il tempo è passato solo nei meandri dell'Assessorato dell'industria perché, tanto per fare un esempio, le audizioni, che dovevano essere fatte e che sono state chieste anche dal collega Collé sono state rifiutate. Mi chiedo e vi chiedo che lavoro abbia potuto fare la Commissione! Infatti ho saputo che l'Assessore alla fine, un po' preoccupato, ha chiamato i sindacati nel suo ufficio, probabilmente solo per un aspetto formale e per ascoltarli lui. Se questo è il confronto, Presidente del Consiglio, e se questa è la funzione del Consiglio, mi chiedo a cosa servono le commissioni? Sarebbe stato più opportuno farli venire in Commissione dove tutti i consiglieri avrebbero potuto apprendere questi fatti, ma questo è un discorso che conferma il metodo di questa maggioranza soprattutto in questi sei mesi, una maggioranza che ha voluto le presidenze di tutte le commissioni, una maggioranza che ha voluto il rapporto di cinque consiglieri a due nelle commissioni e così via.

È un metodo ormai consolidato, quindi pregherei l'Assessore vivamente di non più richiamare questo discorso del confronto aperto in Commissione perché rischia solo di far arrabbiare qualcuno, fra cui anche il sottoscritto, perché poi si passa anche da fessi se non si dice più niente al riguardo.

Detto questo solo come precisazione per chi ci ascolta colleghi compresi, perché sappiano che i sindacati sono stati sentiti solo nelle segrete stanze dell'Assessorato! Partirei ora dagli obiettivi. Assessore, lei mi dice che questo piano promuove 4 obiettivi. Questo piano promuove soprattutto gli obiettivi sull'autonomia energetica regionale, tra parentesi lei ha chiarito che questo vuol dire soprattutto migliorare la qualità della vita, riducendo le emissioni inquinanti, razionalizzando e riducendo l'impatto delle strutture energetiche sul territorio; mi sembra che lei stia facendo in questo momento l'Assessore all'ambiente e ne sarei felice - se questo fosse vero - perché è un obiettivo sul quale concordiamo. Purtroppo qui casca qualcuno, è sufficiente riprendere il rapporto del 26 febbraio 1998 del Comitato scientifico per l'ambiente, un rapporto di un Ente che è stato costituito per volontà del Consiglio regionale, alcuni passaggi, soprattutto quelli riguardanti i temi che ho letto poc'anzi sui quali l'Assessore ha basato questo libro di favole.

Il Comitato dice, e pare strano perché questo Comitato normalmente è molto indirizzato politicamente per cui per scrivere queste cose bisogna proprio che questo piano sia proprio un colabrodo: "Emergono dei parametri di valutazione del futuro energetico della Regione tali da poter creare non trascurabili impatti ambientali che non sembrano però adeguatamente analizzati." E qui dice già tutto il contrario di quello che ci è stato detto.

Rileva la mancanza di un'adeguata valutazione dei trasporti come settore importante per le scelte energetiche locali, mentre l'Assessore ha enfatizzato che è stata fatta un'analisi sulle strade, sul traffico e così via, in particolare per quanto concerne l'analisi delle emissioni inquinanti ad esse collegate e loro riduzione, parte che si ritiene essenziale nell'ambito dei contenuti del piano in quanto contribuisce per circa un terzo al consumo delle risorse energetiche.

"Non sembra essere stata" - dice il Comitato sempre in tema ambientale - "effettuata un'analisi comparativa con le pianificazioni di settore regionali e comunali esistenti, piani regolatori regionali e PTP, carta ittica." E qui c'è uno scollegamento da quello che si dice e da tutto quello che è stato approvato in quest'aula inerente il PTP.

E ancora osserva con preoccupazione il Comitato come dal punto di vista ambientale il minimo deflusso vitale non venga considerato come totalmente vincolante, ma acquisti una connotazione velatamente negativa.

Per chiudere l'analisi di questa lettera del 26 febbraio 1998, inviata all'Assessorato, alla Direzione urbanistica e tutela del paesaggio e non ai consiglieri, voglio rilevare gli aspetti che riguardano maggiormente il piano. Si dice nella lettera: "In funzione di quanto sopra espresso, il piano non sembra migliorare la situazione esistente e non offre scelte chiare e determinate, risultando di fatto aperto a tutte le possibilità." Cioè non ci sono scelte, qui facciamo un'analisi di cosa si potrebbe fare e non di cosa si dovrebbe fare, qui non ci sono scelte, non c'è un raccordo con il PTP, non c'è un raccordo con le altre cose, vorrei capire a cosa serve questo piano. "In termini sostanziali"- proseguo nella lettura - "il piano non pianifica nel senso proprio del termine mancando un'individuazione anche solo in linea generale delle modalità, località ed entità di un utilizzo e sviluppo delle risorse energetiche. Dall'esame del piano risulta come di fatto l'unica alternativa energetica esaminata in modo approfondito sia quella idroelettrica e non sembrano sufficienti le analisi relative alle altre fonti energetiche, quali ad esempio quella solare nonché al risparmio energetico." Ed è quello che invece l'Assessore ha cercato di coprire, parlando del gas naturale, della biomassa legnosa e delle altre fonti fra cui i prodotti inquinanti, legnosi e così via. Ma non si dice in maniera concreta cosa si vuol fare, parlando di gas naturale l'Assessore ci ha detto che il discorso del metano è finito lì quando solo un anno e mezzo fa abbiamo venduto le nostre quote e abbiamo fatto una legge per incentivare con dei contributi regionali gli allacciamenti al metano inoltre oggi il piano energetico stabilisce che non si fa più niente e poi prevede che dove manca il metano, si prevede l'utilizzo del GPL. Noi abbiamo presentato una legge in tal senso sul GPL, ma visto che la proposta di legge è stata presentata dalla minoranza, la maggioranza non permetterà che arrivi in Consiglio. Questa è la democrazia, ne prendiamo atto.

Ritornando sul discorso generale, ci sono quattro punti finali che questo rapporto evidenzia; fra l'altro un rapporto sintetico, sì per una volta il Comitato scientifico per l'ambiente ha fatto un rapporto sintetico di due pagine e mezzo e per la prima volta un rapporto comprensibile, ma tornando alle conclusioni che il Comitato fa, qui si legge: "Il piano non sembra affrontare le ricadute di una politica di gestione energetica in rapporto alla qualità della vita e dell'uomo." E questo è tutto il contrario di quello che ha detto l'Assessore. "Si constata inoltre - è ancora il Comitato che parla - una difficoltà a valutare uno strumento di pianificazione delle risorse idriche che in linea teorica si orienta verso lo sfruttamento idroelettrico, ma che in sostanza rimanda di fatto ogni effettiva decisione ad un'ulteriore pianificazione generale sull'utilizzazione delle acque ancora da elaborare ed è quello che diciamo ormai da anni come minoranza."

E ancora: "Le scelte dei nuovi impianti risultano in contrasto con il PTP, con questa abbiamo già due cose che sono in contrasto con il PTP, non arriva a delle conclusioni o almeno a delle linee programmatiche di indirizzo e risulta particolarmente contraddittorio tutto il piano."

Quando un Comitato scientifico si esprime in maniera così sintetica e chiara, fra l'altro un Comitato che ha dei rapporti soprattutto con l'Assessore all'ambiente e con la Presidenza della Giunta, è preoccupante! Non è comprensibile come la Giunta abbia potuto portare in Consiglio un piano del genere.

Vorrei anche ricordare che tutto questo è costato ad oggi quasi 3 miliardi perché lo studio è partito nel 1988 per un piano sulle centrali idroelettriche, lire 1.165.129.000; lo studio per le prime linee di piano energetico, nel ?92 e lei era già Assessore, Prof. Cesare Boffa, lire 217.800.000; incarico alla Finaosta del 20 settembre 1996 di questa Giunta, circa 1 miliardo; ulteriore incarico alla Finaosta ad integrazione di questo, circa 200 milioni, in data 11 agosto 1997.

Se abbiamo speso queste cifre per ottenere questo prodotto, lascio ai Valdostani valutare il nostro operato, e qui metto tutti nello stesso calderone, perché non può andare bene una cosa del genere. Oltretutto, Assessore, è niente se questo piano alla fine fosse un piano che proviene da uno studio diverso, ma questo piano è basato per l'80 percento su tutto il lavoro fatto dagli altri precedenti due studi e, se vogliamo essere onesti fino in fondo, questo è un piano studiato completamente da CVA e non per niente è stato dato il mandato a Finaosta e poi si è dato l'ok con delibera di Giunta a Finaosta di utilizzare CVA, ma qui è stata utilizzata solo CVA, Signori! Allora dobbiamo essere chiari e dire che questa era un'altra necessità politica per poter mettere sul programma elettorale, fra le cose fatte da questa Giunta, il piano energetico regionale come si è messo il PTP e altre cose che creeranno solo dei problemi enormi. La Giunta si basa sempre sulle valutazioni della struttura, ma oggi anche la struttura dice che con questo piano si va incontro ad un disastro.

Il concetto penso di averlo espresso in maniera forse non precisa, ma certamente chiara nei contenuti. Mi riservo di entrare nello specifico, ad esempio parlando di subconcessioni, visto che l'Assessore non ha detto niente, qui si deve capire che questo piano non tiene conto delle strategie dell'ENEL, strategie che non erano previste negli anni ?88-?90. È lì che si denota anche che si sono presi i soldi, ma si sono copiati dei piani del passato perché le strategie dell'ENEL negli ultimi anni sono cambiate. L'ENEL si è spaccata in tre...

(interruzione dell'Assessore Mafrica, fuori microfono)

... io l'ho letto, Assessore, però questi passaggi vengono fatti in maniera molto velata, ma non si entra nella sostanza e lei lo sa perfettamente perché lei mi può dire che non ho perso dieci giorni di fila a leggere il documento, ma i Signori del Comitato scientifico per l'ambiente hanno scritto le stesse cose. È chiaro che non lo hanno mandato ai consiglieri perché il rapporto è indirizzato all'Assessorato dell'industria e alla Direzione urbanistica e tutela del paesaggio però, lo hanno scritto loro ed è la prima volta che scrivono in maniera molto sintetica.

Ascolterò anche il dibattito e spero che altri consiglieri possano portare altra carne al fuoco, ma qui di carne non ce n'è più.

Président La parole au Conseiller Chiarello.

Chiarello (RC) Dovrei ritenermi soddisfatto, è da cinque anni che, a fronte delle subconcessioni provvisorie e via di seguito, chiedo un piano energetico regionale, ma devo dire che, oltre a chiedere il piano energetico, ho sempre nominato il piano delle acque.

Vorrei ricordare che il documento letto dal Consigliere Viérin è del 26 febbraio e, secondo me, già c'è stata una scorrettezza nei confronti delle commissioni consiliari nel non aver allegato al piano energetico, che è stato presentato ai primi di aprile, anche questo documento. Perché in Commissione avevamo chiesto di avere conoscenza, di sentire i sindaci, di sentire le parti imprenditoriali della Regione, cosa che è stata rifiutata ed è stato anche tenuto molto segreto questo rapporto di due paginette del Comitato scientifico, pensavo fosse molto più corretto averle fatte leggere alla Commissione che doveva esprimere il suo parere in merito al piano energetico. Ma è abbastanza chiaro perché è stato tenuto segreto, il piano energetico dice delle cose che a prima vista sembravano superficiali anche a noi consiglieri abbastanza sprovveduti, privi di conoscenze in tutti i settori energetici. Ci sembrava che senza un piano delle acque fosse difficile sapere quante acque fossero veramente disponibili in questa Regione per produrre ulteriore energia elettrica se non si andava ad incidere poi nel minimo deflusso vitale di certi torrenti nelle aree protette, cioè se non si andava contro un altro strumento della Regione: il piano territoriale paesistico che ha messo dei paletti. Questo comincia già non dico a togliere, ma almeno a livellare certi paletti messi dal PTP, allora mettiamoci d'accordo. Noi di minoranza contiamo poco, ma almeno la maggioranza si metta d'accordo su quali devono essere i paletti del PTP e quali possono essere tolti o tagliati a livello del terreno.

Devo aggiungere che, mentre il piano territoriale paesistico ha avuto, nonostante un suo iter consiliare travagliato, ma una discussione abbastanza appropriata, questo piano energetico è stato messo in calendario ai primi di aprile, non so se il primo di aprile per fare il pesce o qualche giorno dopo.

Alla mia richiesta di sentire su questo piano il parere dei sindaci, degli imprenditori, degli ingegneri e dei vari gruppi professionali presenti nella Regione, mi è stato detto che non si potevano sentire perché questo avrebbe preso troppo tempo e che questo piano energetico regionale in 15 giorni doveva essere approvato. Ritengo fra l'altro che questo piano sia stato tutto basato sull'energia elettrica che è l'unica cosa sulla quale si possono fare certi conti; si parla di solare che però ha una radioattività abbastanza bassa, quindi quello si lascia da parte; il metano è già una realtà, abbiamo venduto la Digrava prima di fare il piano energetico, poi abbiamo dato alla Società privata i bonus per incentivare gli allacciamenti al metano; si è privatizzato prima ancora di sapere come si utilizzava l'energia, qual era l'energia disponibile in questa Regione pertanto, mi sembra che più che un piano sia un piccolo insieme di quello che è presente in questa Regione. Insomma, c'è ancora un po' di acqua, vediamo l'ENEL cosa farà, se ci lascerà qualche finestra ci inseriremo, altrimenti utilizzeremo anche acque a costo di mettere in discussione il minimo deflusso vitale per cui la tutela ambientale passerà in secondo piano. Il sistema dei trasporti viene solo enunciato, ma non si capisce bene quale sarà il cambiamento nel sistema dei trasporti per evitare maggiore inquinamento. In breve, è un piano fatto velocemente perché dopo il PTP gli equilibri stessero abbastanza in piano.

Già in occasione di altre leggi abbiamo detto che ci dispiaceva che queste diventassero delle leggi elettorali; questo effettivamente è passato come un regolamento elettorale, altrimenti con gli studi che ha elencato il collega si poteva già 6-7 mesi fa avere all'ordine del giorno della Commissione questo piano energetico, la Commissione poteva portare il suo contributo come ha portato in altre leggi e si poteva approvare un piano energetico che magari non piaceva alla maggioranza, ma almeno con onore di causa, cioè avendo sentito anche le parti sociali di questa Regione.

Mi dispiace che il piano passi in questa maniera. Anche in questo Comitato scientifico ci si chiede come si è fatto a fare un piano energetico senza un piano regionale delle acque; io devo dire che ancora una volta mi dispiace di questo.

Président La parole au Conseiller Borre.

Borre (UV) Questo piano, a differenza del piano dello Studio Masoli del 1982 e dello Studio Murari Quinson, si piazza in un momento particolare, un momento dove la legislazione vigente per quanto concerne la produzione, il vettoriamento e la distribuzione non ha più un quadro preciso.

La legislazione al momento ha però un dato preciso: l'energia non è più un monopolio. Per la Valle d'Aosta questo è un fatto importante, la Regione ritorna proprietaria delle acque.

Ecco perché dicevo che questo progetto si differenzia dagli altri due; oggi si deve programmare il futuro idroelettrico della Regione con una visione di tutta l'energia prodotta in Valle, ENEL compresa.

Per gli altri due progetti il limite era posto dal monopolio ENEL, quindi lo studio era rivolto essenzialmente a ciò che ancora si poteva produrre oltre al prodotto e per raggiungere l'autoconsumo. Una produzione stimata con lo Studio Masoli di 760 milioni di Kwh.

Oggi finalmente possiamo rivendicare il diritto di poter operare nel modo più concreto e valido sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale. Dobbiamo quindi sollecitare il confronto con tutti gli enti della nostra società, allargare i rapporti con tutti coloro, enti pubblici e privati, sindacati, operatori, cittadini che, in base alla loro esperienza ed intuizione, possono aiutarci a fare meglio, ENEL compresa.

Tenuto conto che l'autonomia politica passa attraverso l'autonomia economica, mi sembra inevitabile che l'orientamento da seguire sia quello di evitare che quest'immensa ricchezza possa sfuggirci. Questo piano mi sembra timido nel suo contenuto per quanto riguarda una linea che vada al di là della sola possibilità di utilizzare le acque in concessione per la produzione di energia elettrica da destinare al soddisfacimento dei consumi elettrici locali. Ritenevo infatti che il piano dovesse prevedere una programmazione che andasse al di là dell'autosufficienza in virtù della privatizzazione dell'ENEL, di tutte le successive leggi in materia (le leggi n. 91, n. 481/95) e forti del principio di legge regionale n. 287 concernente l'esercizio dei diritti e dei poteri attribuiti alla Valle d'Aosta dagli articoli 7, 8, 9 e 10 dello Statuto speciale per l'utilizzazione delle acque pubbliche a scopo idroelettrico. Credevo di vedere in questo disegno un disegno più vicino alle nostre esigenze, più avanzato, più coraggioso; avevo in mente l'immagine di quell'oro bianco che rientra dal resto d'Italia come resa economica di un prodotto nostro, ceduto a chi ne ha bisogno.

Breve, ma positivo il commento sulla necessità di utilizzare impianti di teleriscaldamento, legati all'utilizzo di altre fonti di combustibile. È questo uno dei progetti che caldeggio da 15 anni. Finalmente vedo avanzare concretamente il mio sogno. Non è la scoperta dell'acqua calda, ma l'utilizzo dell'acqua calda per i vari usi. La legge regionale del 15 gennaio 1997 n. 1 è un timido anticipo.

Per quanto riguarda le altre fonti energetiche, la risorsa gas energetico è un elemento importante nel settore, dovrebbe trovare utilizzo nei grandi centri e sostituire pian piano il gasolio. Rimarrà comunque una fonte energetica esterna alla nostra Regione.

Energia eolica: questa risorsa non aveva avuto successo già nello studio del 1982 con una dichiarazione del tipo: "non si dispone ancora di una tecnologia sufficientemente avanzata per consentire un'utilizzazione economica". Oggi si dice che indagini anemologiche hanno rilevato una ridotta potenzialità della risorsa vento.

L'energia solare sia fotovoltaica che termica è auspicabile per un utilizzo negli impianti non servibili da nessun altro sistema.

Appare quindi evidente, anche da questo studio, che l'idroelettrico, cioè l'utilizzo della nostra risorsa acqua è inevitabile ed indispensabile per un'energia rinnovabile, fonte economica validissima per il futuro.

Approvo questo piano energetico con la convinzione che sia la base sulla quale tutta la politica dell'acqua e dell'energia si baserà per affrontare l'evoluzione nel campo energetico che sta avvenendo in Italia e in Europa, convinto che la nostra Regione può e deve giocare il suo ruolo e lo può giocare con norme e leggi e richieste di norme di applicazione dello Statuto, tutto in considerazione della legge regionale n. 287 e delle leggi che sanciscono la privatizzazione dell'ENEL.

Président La parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (Aut) Il mio intervento sarà ovviamente abbastanza breve, visto che il collega Viérin ha già enunciato alcuni passaggi importanti che porteranno il nostro Gruppo a votare contro questo provvedimento.

Le norme del nuovo piano energetico sottoposte oggi all'attenzione del Consiglio portano la firma frettolosa da parte della Giunta regionale che si trova in affanno preoccupata soprattutto di presentare il suo operato, qualunque esso sia, prima della scadenza elettorale del 31 maggio, per ottemperare a quanto era scritto nel programma di maggioranza. Anche in questo caso, come è successo ultimamente parecchie volte, la minoranza si è vista passare sotto gli occhi un disegno di legge senza neppure avere il tempo sufficiente per discutere, per decidere - come conviene ad un autentico Consesso regionale e consiliare - insieme alla maggioranza la bontà o meno di questo disegno di legge soprattutto per quanto riguarda gli approfondimenti generali e specifici.

Eppure qui si parla di risorse energetiche, cuore dello sviluppo economico della nostra Regione; risorse che dovrebbero costituire un elemento di discussione molto più ampio e ponderato visto che - come diceva già Chiarello - abbiamo discusso per mesi e mesi il PTP, mentre il piano energetico "è passato" nell'arco di un mese. Invece pare sempre che qualcuno abbia già deciso tutto per noi e ci chieda oggi una semplice accondiscendenza o meno, mediante il democratico utilizzo del nostro voto, alle volontà decise da parte dell'Assessore e della Giunta.

Per quanto riguarda le norme del piano energetico, ci chiediamo per quale motivo il Governo regionale non ha tenuto conto delle considerazioni espresse dall'opposizione, e non solo, in questi cinque anni. Chiarello diceva che sono ben cinque anni che le forze che compongono la minoranza, ma anche altre forze presenti in maggioranza chiedono a gran voce il piano energetico. Come diceva l'Assessore prima, questo piano è la conseguenza di una legge del ?91; sono passati 7 anni da quando bisognava presentare un piano energetico e quella legge dava un anno di tempo per la presentazione del piano. Ci si aspettava, dopo tanto tempo, un lavoro più approfondito, addirittura, come è emerso dall'intervento di Viérin, ci sono dei contrasti con il parere del Comitato che ha sollevato delle perplessità e ci sono dei passaggi che mettono il piano energetico in contrasto con il piano territoriale. A quanto ci risulta non sono stati sentiti i rappresentanti locali degli enti locali visto che comunque questo piano energetico calerà anche su di loro.

Entrando poi nel merito del disegno di legge, si può vedere ancora meglio la frettolosa incompiutezza e anche l'aspetto teorico di questo piano energetico. L'Assessore ha sottolineato il fatto che il consumo di Kwh è più che mai inferiore alla produzione e questo può far dire che abbiamo una produzione notevolmente maggiore del consumo, ma la verità è un'altra. Sappiamo benissimo che la produzione estiva è circa cinque volte superiore alla produzione invernale allora, perché non è stato fatto un diagramma in cui venivano messi a confronto la produzione e il consumo mese per mese? Così facendo, siamo ancora sicuri che quello che dice l'Assessore sia una cosa vera? Io avrei dei dubbi perché la produzione estiva è cinque volte superiore a quell'invernale e quindi, probabilmente, nel periodo invernale la produzione non è sufficiente per i consumi o almeno questa potrebbe essere un'ipotesi comunque da verificare. Purtroppo nel piano energetico non c'è questo diagramma, quindi non possiamo essere sicuri se quest'affermazione corrisponde o meno al vero: questa è una cosa che magari lo stesso Assessore potrà chiarire nella sua replica.

L'ENEL qualche mese fa ha organizzato un importante convegno, tenutosi ad Aosta, in cui sono intervenuti i massimi rappresentanti dell'ENEL. Ad una domanda del Presidente della Finaosta in merito al ruolo dei consorzi, l'ENEL ha dato una risposta negativa - non so se per bocca di Tatò o di Testa - anche perché, secondo loro, questo era in linea con quanto deciso in Europa. Se andiamo a leggere il disegno di legge, vediamo che il piano dà una certa importanza ai consorzi. Vogliamo chiedere delucidazioni in merito a questa strana coincidenza per quanto riguarda i consorzi: da una parte l'ENEL ribadisce la sua contrarietà, rivendicando una posizione in linea con l'Europa, dall'altra vediamo i consorzi inseriti in questo piano.

A livello nazionale ancora non sappiamo quale sarà il futuro dell'opzione di privatizzazione dell'ENEL. Non era allora opportuno aspettare, visto che ormai si è aspettato sette anni, l'evolversi della situazione a livello nazionale per sapere qual era la scelta migliore? Potrebbe succedere che a una privatizzazione su scala nazionale corrisponda una regionalizzazione in Valle d'Aosta? La CVA è in grado dal punto di vista dell'efficacia e dell'efficienza di poter competere con qualsiasi altra impresa privata? Queste sono problematiche importanti da sottoporre all'attenzione perché riconosciamo nell'energia una risorsa importante e vogliamo però che questa risorsa sia sfruttata al massimo per essere competitivi, perché non è importante venire oggi ad approvare un piano per dire che la maggioranza ha fatto il suo dovere se poi il piano non è quello che servirà alla Valle d'Aosta per poter essere forte in questo campo.

Penso che sia un'esigenza non solo nostra, di consiglieri di minoranza, ma anche dei consiglieri di maggioranza, quella di sapere che è stato approvato qualcosa che rafforza la nostra Regione, qualcosa di utile per la nostra Regione.

Queste sono alcune considerazioni che ci portano ad essere perplessi su questo piano energetico: possiamo dire che questo è un piano molto teorico, magari studiato in maniera approfondita dato che ci sono voluti sette anni per farlo, però, queste perplessità mettono in evidenza che forse un maggior dibattito su questo problema poteva essere fatto anche perché alcuni rilievi non hanno avuto risposta dalla lettura di questo piano e quindi chiediamo all'Assessore se può fornire spiegazioni ad alcune di queste nostre perplessità. Ribadiamo il nostro voto contrario sperando che dalle risposte, che l'Assessore ci vorrà fornire, emerga almeno un quadro migliorativo di quello che purtroppo si evince dalla lettura del disegno di legge.

Président La parole au Conseiller Dujany.

Dujany (Aut) Con la nuova legge urbanistica e con il PTP recentemente approvati da questo Consiglio si sono costretti i comuni ad adeguarsi a queste scelte, inserite in queste leggi, volute dalla maggioranza. Anzi, si è anche previsto che, nell'ipotesi in cui i comuni non si fossero attivati, si sarebbe fatto luogo alla nomina di un commissario ad acta che si fosse sostituito ai comuni stessi nell'adempimento e negli obblighi sanciti in queste leggi.

Pare invece che questi principi non valgano rispetto a questo provvedimento che è in esame, provvedimento che nelle sue premesse richiama il parere formulato dal Comitato scientifico dopodiché, senza analizzare punto per punto le diverse osservazioni, se la cava molto semplicemente dicendo: "Evidenziato che, alla luce di tale parere, sono state introdotte alcune modifiche..." - quali?, non si conosce quali - "... mentre non sono state accolte le altre osservazioni". E quindi senza farsi grandi problemi, senza esaminare punto per punto tutte le diverse argomentazioni che sorreggevano il parere negativo del Comitato scientifico, dice che relativamente ad alcune - ma quali non si sa - il problema non si pone più, mentre per altre non se ne tiene conto per poi arrivare a deliberare di ritenere la compatibilità ambientale.

Vorrei capire se ci sono qui due pesi e due misure perché se ad agire sono gli enti locali, li costringiamo ad adeguarsi alla normativa pena la nomina di un commissario ad acta, mentre questi principi non valgono per la Giunta regionale. Nelle premesse è chiarissimo il parere del Comitato scientifico laddove dice che questo provvedimento contrasta con il PTP, ma questo PTP chi lo ha voluto? Lo avete voluto voi, noi abbiamo votato contro e c'è veramente da chiedersi come si possa tollerare una contraddittorietà di atteggiamenti così ampia.

C'è un altro aspetto che riguarda ormai un po' tutte le leggi di questa fine legislatura che hanno per obiettivo quello di poter dire: "Abbiamo fatto una legge in materia, non ha importanza di quale qualità, si è concretizzato il programma di legislatura" e quindi al di là di qualunque tipo di capacità di incidere sulla realtà. Anche in questa materia - ma lo sarà anche sul piano delle autonomie locali dove l'obiettivo è solo quello di indicare un ruolo agli enti locali senza trasferire una sola funzione - il Comitato scientifico è molto chiaro: "Il piano non sembra migliorare la situazione esistente e non offre scelte chiare e determinate risultando di fatto aperto a tutte le possibilità di sviluppo". Come dire che la situazione, a seguito di questo provvedimento, è esattamente quella precedente. Anche qui mi chiedo come ci si possa muovere in questa linea di grande genericità, dove l'obiettivo non è la soluzione dei problemi, ma quello di potersi presentare all'elettorato dicendo che abbiamo fatto un provvedimento in materia.

Président La parole au Conseiller Linty.

Linty (LNPIAP) Intanto voglio sperare che quando il Consigliere Chiarello dice che noi della minoranza non capiamo niente, usasse un plurale "mayestatis".

Credo che, relativamente a questo piano energetico regionale, sia stata omessa o meglio non sia stata sviluppata una parte importantissima, trainante perché noi abbiamo uno Statuto speciale che trasferisce alla Regione le competenze in materia di acque per produzione idroelettrica, ma abbiamo allo stesso tempo - ed è qui il paradosso - una legge dello Stato che impedisce alla Regione il trasporto dell'energia prodotta, abbiamo di fatto un monopolio per quanto riguarda la produzione di energia e soprattutto l'impossibilità di poter trarre i benefici che la produzione idroelettrica le dà.

A pagina 10, laddove al comma 3.2 si affronta la questione del trasporto di energia elettrica, si liquida in poche righe il problema per poi andarlo a riprendere a pagina 14, laddove si sostiene che lo scenario è dominato da notevoli incertezze, in particolare per ciò che riguarda l'ordinamento tariffario e la possibilità per soggetti diversi da ENEL di effettuare sia produzione che distribuzione di energia elettrica. Credo che a questo piano energetico regionale manchi un documento importante che poteva essere una legge regionale laddove si diceva anche con un linguaggio semplice e diretto che l'energia idroelettrica in Valle d'Aosta può essere trasportata in Valle d'Aosta dalla Regione. È chiaro che questa avrebbe cozzato contro la Commissione di coordinamento però, vorrei ricordare a quest'aula che siamo arrivati a contenziosi dinanzi alla Corte costituzionale per un'ecotassa sotto il Monte Bianco. E quindi siamo disposti ad arrivare ad un contenzioso per un'ecotassa sotto il Monte Bianco e non per rivendicare un diritto nostro? Cioè, siamo disposti ad arrivare a discutere della facoltà di questa Regione di imporre una tassa ai mezzi pesanti, ma non siamo disposti ad andare a battere i pugni per avere riconosciuto quello che in parte già lo Statuto riconosce? Il fatto di aver allegato a questo piano energetico regionale una legge che dava alla Regione facoltà di trasporto era un fatto importante perché se anche ci dicessero che possiamo produrre tutta l'energia idroelettrica che vogliamo, ma poi non ce la lasciano trasportare, capite bene che abbiamo una ricchezza da cui però non possiamo trarre i benefici. Credo che sia questo il punto debole di questo piano energetico regionale perché è un elenco sicuramente di nobili intenzioni, nel senso che si dice che si vuole coinvolgere gli enti locali nelle scelte e, nel corso di questa legislatura sono state compiute delle scelte sul territorio valdostano senza tenere in considerazione gli enti locali, quindi fa piacere vedere che da oggi questo verrà fatto anche se ci sono sette righe che trattano l'argomento.

Quindi credo che così com'è redatto, il piano stenti ad avanzare in maniera determinata. Va altresì ricordato come l'ENEL giochi in questa Regione un ruolo egemone e questo giustifica tutti i voti contrari che ho espresso quando si trattava di trasferire all'ENEL somme piccole, medie o grandi per interventi nella nostra Regione.

Questo è un fattore che mi preoccupa, mi riferisco al fatto che l'ENEL possa produrre circa 3 miliardi di Kwh/anno in questa Regione pagando dei canoni di concessione a dir poco irrisori poi, quando si ricordano all'ENEL le scelte dissennate che ha fatto anche in materia di personale, a questo riguardo non dobbiamo dimenticare che molte delle centrali valdostane ad oggi sono spresidiate e ci troviamo dinanzi a situazioni paradossali tipo operai dell'ENEL che devono scendere, parlo per la zona della bassa Valle, tutte le mattine in quel di Quincinetto. Due a timbrare per tornare poi nelle valle laterali laddove c'è la manutenzione da fare nelle centrali. Dicevo, quando si pongono queste rimostranze all'ENEL, oltre alle "liaisons" a livello europeo di cui parlava Lanièce poco fa, l'ENEL dice che ora sono dei privati. Sì, ma fare i privati con i canoni che pagano siamo capaci tutti a farlo.

Quindi sottolineo il fatto che si prende atto passivamente dell'egemonia dell'ENEL in questa Regione senza aver fatto un atto concreto perché di intenzioni ne abbiamo sentite a valanga in quest'aula in cinque anni, ma non si è fatto un atto concreto, quindi una legge che potesse restituire alla Regione in maniera pratica quello che è suo.

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (Ind) Per alcune brevi considerazioni sul piano. Condivido innanzitutto quanto espresso da chi mi ha preceduto secondo il quale questo piano viene presentato in zona Cesarini proprio oltre i tempi supplementari ormai, probabilmente più per ottemperare a quello che era un obiettivo della carta programmatica di questa coalizione di governo piuttosto che per soddisfare esigenze e per traguardare scopi che invece questo documento, che oggi ci viene sottoposto all'esame, dovrebbe tendere a raggiungere.

È un documento che consta di 28 pagine, la prima metà delle quali riassume un quadro sintetico sullo scenario esistente dando una fotografia energetica della nostra Regione con i consumi, le potenzialità, le varie fonti energetiche tuttora utilizzate e così via, mentre l'altra metà, dieci pagine o poco più, formulano quello che dovrebbe essere il vero contenuto programmatico di questo piano e cioè una serie di principi e di intenzioni che si caratterizzano per la loro fondamentale astrattezza. Si tratta infatti di principi, alcuni dei quali in larga parte condivisibili, ma che se cercano di individuare una serie di risultati da raggiungere, non ne indicano in maniera affatto precisa qual è il percorso per cercare di raggiungerli.

Le perplessità che sto evidenziando mi pare siano state evidenziate non solo da chi mi ha preceduto, ma anche da quell'autorevole Comitato scientifico che in quelle poche pagine ha esposto una serie di dubbi e una serie di contraddizioni allo stesso Assessore che sottendono a questo piano.

Il dato, secondo me, è ancora più eclatante se si pensa che questa metà programmatica del documento innanzitutto è pervenuta dopo sette anni da quella legge nazionale del ?91 che facoltizzava le regioni di dotarsi di un piano; altre Regioni a Statuto ordinario, ma anche a Statuto speciale, mi riferisco in particolare alla Provincia di Trento e Bolzano, si sono ben presto dotate di uno strumento programmatico come questo; noi abbiamo lasciato sette anni con quasi 3 miliardi di spese per incarichi professionali di vario tipo che sono stati citati in maniera molto precisa dal Consigliere Viérin. Quindi se uno fa un conto, 3 miliardi di contributi professionali per arrivare a stendere un documento di 28 pagine, la metà delle quali hanno contenuto programmatico, mi sembra sia un po' azzardato denominarlo piano, piano che fra l'altro è stato soprattutto redatto dai tecnici di Finaosta saltando a pié pari quelle che sono le funzioni consultive e anche di proposta che possono scaturire da organi consiliari come la IV Commissione, che ha esaminato questo documento in una rapida seduta nel recente mese di marzo. Piano che avrebbe dovuto essere il presupposto essenziale per tutta una serie di provvedimenti o di iniziative o di scelte che questa coalizione di governo ha portato avanti in questi cinque anni e che sono state scelte, iniziative e provvedimenti varati alla rinfusa proprio perché mancava e manca, nonostante questo documento oggi venga presentato, quello strumento di indirizzo che invece era presupposto essenziale per le scelte di politica energetica in Valle. Penso che una delle scelte più significative che sia stata fatta in questo senso, cioè in distonia con quelle che sono state adottate in questi cinque anni, sia proprio quella della Digrava che, dopo un investimento di alcune decine di miliardi e una partecipazione azionaria della Regione in quella Società, è stata ceduta a costo zero interamente all'Italgas dopo che è stata stesa una rete nel centro Valle e una rete di fondo Valle per la fornitura ad enti civili e ad aziende produttive senza che la Regione ne abbia potuto trarre alcun beneficio. Questo è un esempio emblematico di una di quelle scelte che a mio avviso sono state ingiustificate e su cui, quando venne portata in aula dall'allora Assessore Lévêque la questione, ci fu una decisa presa di posizione in senso contrario da parte dell'opposizione, ma non è l'unica scelta che si può catalogare come fatta alla rinfusa proprio perché mancava un preciso strumento di pianificazione.

Per quanto riguarda il settore idroelettrico, che costituisce la parte preminente di questo piano, avendo la Regione una ricchezza di acque non indifferente se non unica nel contesto energetico italiano, risalta come si voglia cercare di conservare un ruolo protagonistico alla CVA, "Compagnie valdôtaine des eaux", Società che, al di là di quella che è la sua connotazione giuridica, non ha ancora ben fatto capire quali siano le sue reali intenzioni a livello espansivo nel settore energetico aostano. E in questo piano purtroppo non se ne fa cenno, si sa solo che alla CVA verrà riservato un ruolo privilegiato, ma non si sa quali garanzie potrà dare in merito alle forniture di energie, in particolare per quanto riguarda lo sfruttamento di quali aste torrentizie e di quali concessioni sarà beneficiaria oltre a quelle quattro di cui si è già impossessata. La CVA non è ben definita in quella che è la sua struttura e la sua strategia e purtroppo in questo piano non se ne fa un cenno assolutamente approfondito.

Del pari, nel piano vengono anche ripresi come sacrosanti quei criteri provvisori che vennero deliberati dal Consiglio regionale nel febbraio ?95 per il rilascio delle concessioni di piccole derivazioni d'acqua; criteri provvisori che sono stati più volte contestati dal sottoscritto circa le contraddizioni che hanno nei confronti del Testo Unico sulle acque, dove stabiliscono le priorità che sono oggettivamente non condivisibili; criteri che soprattutto sono stati messi in discussione da una recente sentenza del Tribunale superiore delle acque pubbliche in un contenzioso fra i privati e il Comune di Courmayeur, dove si stabilisce l'incongruità di alcuni principi che lì sono contenuti.

La stessa cosa vale nei rapporti con l'ENEL, dove la Regione ha dimostrato in questi anni un'estrema debolezza contrattuale nei confronti dell'ente energetico nazionale, debolezza contrattuale che si è manifestata con la soppressione di un distretto senza che la Regione ne fosse stata preventivamente informata e nonostante ciò la Regione si è impegnata a spendere diversi miliardi per sotterrare linee elettriche aeree interamente a costo suo. Debolezza della Regione anche nei rapporti con lo Stato tant'è che se c'è stata un'approvazione unanime da parte di questo Consiglio nel ?95 in ottemperanza con quanto stabilito dalla famosa legge sulla montagna, di cercare di guadagnare per i residenti in Valle d'Aosta l'esclusione o perlomeno la riduzione del cosiddetto sovrapprezzo termico, però poi la Regione e i nostri Parlamentari non sono riusciti a distanza di quattro anni ad ottenere alcunché nei rapporti con lo Stato. Questa sarebbe stata un'importante conquista perché avrebbe consentito un risparmio in termini di denaro dal 30 al 45 percento a favore dei residenti in Valle, in particolare degli utenti civili e degli utenti titolari di aziende. Era un'importante "chance" contenuta in una legge del ?94, la legge sulla montagna, che però non è stata assolutamente, nonostante l'indirizzo unanime di questo Consiglio, realizzata proprio perché la debolezza nei rapporti con lo Stato è più che mai evidente.

Borre parlava giustamente di rivendicare i diritti, ma se non rivendichiamo questi diritti che sono canonizzati in provvedimenti legislativi puntuali, come appunto la legge sulla montagna, tanto vale parlare di autonomia politica che si traguarda con la cosiddetta autonomia economica e quindi attraverso quella ricchezza essenziale di cui disponiamo che è l'energia, cioè se non siamo capaci di utilizzare queste opportunità che ci sono riconosciute da leggi fatte dallo Stato, mi chiedo come riusciamo a porci ad un tavolo contrattuale di pari dignità nei confronti dello Stato.

Per quanto concerne il piano nel suo complesso, ho evidenziato questo carattere fondamentale di astrattezza, di norme fondamentalmente teoriche, di principi che non indicano percorsi precisi da seguire, ma che enunciano affermazioni in gran parte condivisibili, ma che oltre che essere tardive sono prive di quella concretezza che sarebbe necessitata ad un piano energetico per la nostra politica in Valle d'Aosta.

Président La parole au Conseiller Florio.

Florio (PVA-cU) Si tratta di un argomento di fondamentale importanza per il presente e il futuro di questa Regione, credo che tutti ne siamo coscienti e gli interventi di tutti i colleghi che mi hanno preceduto lo hanno sottolineato. Si tratta di un argomento peraltro estremamente difficile, estremamente complicato perché soprattutto strettamente connesso con quella zona nebbiosa almeno in questo momento dei rapporti fra questa Regione e lo Stato centrale.

Innanzitutto c'è da sottolineare il fatto, al di là di ogni valutazione specifica nei confronti di questo piano, che finalmente anche se con fatica per certi versi, anche se con un po' di ritardo, questa Regione riesce a dotarsi di un documento che oserei definire direttore nei confronti del problema dell'energia. Si tratta del fatto di essere riusciti a dotarsi di un documento che, proprio in quanto esistente, può consentire una sua revisione, una sua rivalutazione, una sua anche parziale correzione, ma soprattutto un suo seguito nei confronti di questo problema complicato e difficile che riguarda il problema dell'energia.

Credo che debba essere reso atto all'Assessore competente che è stato fatto comunque un impegno e uno sforzo di sintesi nei confronti di quest'argomento nei confronti di un settore che è segnato da pressioni le più diverse provenienti da parti contrastanti fra di loro dal punto di vista degli interessi specifici e diretti quindi, diamo una valutazione positiva del fatto che si sia riusciti a portare a compimento questo lavoro.

Dal punto di vista del contenuto più specifico, non posso nascondere che invece alcune perplessità ci animano a seguito della lettura del documento. Prima di tutto si tratta di una questione di incertezza documentale che non è poi ultima nell'insieme della questione. Oggi approviamo un documento che è costituito da 29 pagine e che è titolato "Piano energetico regionale della Valle d'Aosta", ma questo documento è il risultato di una serie di sintesi successive, a cascata, la cui origine sta in una quantità consistente di volumi fra di loro estremamente ricchi di dati, di cartine, di grafici, di raffronti e quant'altro e quindi con un'evidente, fra virgolette, superficialità e sommarietà conclusiva determinata dal fenomeno fisico della ricerca della successiva sintesi. Allora, la prima considerazione è di tipo dubitativo: non sarebbe stato meglio portare in approvazione un documento anche più consistente dal punto di vista del suo spessore fisico, un documento cioè che contenesse al suo interno una parte più legata alle analisi della situazione, ad esempio della situazione produttiva e dei consumi da una parte, ad un'analisi della situazione dei rapporti di tecnica legislativa, di diritto costituzionale fra lo Stato centrale e questa Regione per giungere all'individuazione più che di un obiettivo, di una pluralità di obiettivi da perseguire nel caso in cui i rapporti fra questa Regione e lo Stato potranno prendere nel futuro una direzione piuttosto che un'altra. Una direzione che è attualmente nella nebbia più totale e la cui soluzione è anche e forse soprattutto legata alla soluzione che verrà data al termine della lunghissima discussione che oggi è ancora in corso all'ingegneria istituzionale del nostro Paese, ai risultati in sostanza del lavoro della Bicamerale.

Questo non è stato fatto. Si è preferito portare alla discussione finale un documento estremamente sintetico e per ciò stesso in talune parti certamente anche superficiale che ha condensato al suo interno una pluralità di questioni che sono fra di loro strettamente collegate, ma che sono anche estremamente complesse e questa è la prima sottolineatura di incertezza nei confronti della valutazione di questo documento.

La seconda considerazione che voglio fare è anch'essa di ordine generale, attinente alla filosofia che si ricava dalla lettura di questo documento, ma che si ricava anche dagli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto ed è una filosofia che vorrei sintetizzare in una battuta. Nei confronti del problema energetico nella nostra Regione si utilizza un atteggiamento che è determinato dall'ottimismo della volontà, dimenticando l'indispensabile pessimismo della ragione. Cioè noi guardiamo a questo problema dell'energia, riassunto in modo superficiale nella sola energia di produzione idroelettrica, immaginando che dal corretto utilizzo di questa potenzialità possa derivare a questa Regione un futuro comunque radioso, indipendente, assolutamente autosufficiente in rapporto a cosa? A tutto il resto del mondo, in sostanza. Noi riteniamo giustamente che le acque siano nostre, che arrivino dai nostri ghiacciai e dai nostri torrenti e che quindi sia diritto storico, inalienabile, da nessuno criticabile, di poter utilizzare questo patrimonio senza che nulla ci possa essere obiettato da chicchessia e che tutto questo possa essere rivendicato ad un utilizzo diretto delle nostre capacità imprenditoriali, della nostra qualità della vita eccetera, ma le cose non stanno così o non stanno semplicemente così. Questo è sicuramente uno dei cannocchiali da usare per guardare a questa realtà, ma purtroppo non è l'unico.

Noi non siamo una realtà lunare, non siamo un altipiano posizionato ad una quota di mille metri più in alto rispetto al resto non del nostro Paese, ma dell'Europa, non siamo cioè astratti da tutto quello che ci sta intorno e l'energia - che è uno dei motori centrali dello sviluppo economico da una parte e della qualità della vita dall'altra - è una materia prima non più nazionale, ma internazionale, non più legata all'esistenza dello Stato italiano piuttosto che dello Stato francese o dello Stato tedesco e via dicendo, ma legata a fenomeni che travalicano e di grandissima distanza gli interessi propri di ciascuna di queste enormi realtà economico-sociali. Basti dire che uno dei problemi centrali nei confronti della tipologia energetica è determinato dai costi: fino a quando l'ENEL continuerà a dover acquistare energia sul mercato nazionale ai prezzi che sono fissati per legge, è certo che non potrà rivolgersi a quei mercati nei quali invece l'energia è prodotta a prezzi infinitamente inferiori. Ricordo a coloro che erano andati insieme a me a visitare il reattore nucleare di Creys-Malville quello che ci riuscimmo a dire in quei due giorni di pullman, a cena e a pranzo, cioè che l'energia elettrica di produzione nucleare e di provenienza francese ha un costo per Kwh infinitamente più basso rispetto all'energia elettrica di produzione idroelettrica di provenienza italiana e anche valdostana. Non vorrei che dietro quest'ottimismo della volontà, persino romantico nella sua rivendicazione che non può non vedermi favorevole ascoltandolo, non vorrei che, nel rimanere fermi a quest'ottimismo della volontà, si dimenticasse invece il pessimismo della ragione e quindi la concreta valutazione di ciò che realmente è possibile fare.

Per scendere nel concreto di quello che voglio dire, il Consigliere Linty ha fatto riferimento a tutto il settore della distribuzione che dovrebbe essere nelle mani della Regione. Certo, ci mancherebbe: se uno ha il petrolio che ricava dai propri pozzi e non riesce a trasferirlo ai quattro angoli della terra e soprattutto nei paesi nei quali il petrolio è assolutamente indispensabile per mantenere i livelli di produttività e di qualità della vita che ci sono, quel petrolio non vale nulla. Ma cosa significa, Consigliere Linty, trasportare l'energia elettrica di produzione idroelettrica in termini di costi, in termini di impiantistica? È una cosa incredibilmente costosa la realizzazione di reti di questo tipo, la loro gestione, la loro messa in sicurezza e la loro corretta conduzione tant'è che abbiamo avuto modo in questi cinque anni di venire a conoscenza in III Commissione dei tentativi di alcuni gruppi privati di realizzare anche punti di produzione idroelettrica consistenti che sono poi caduti proprio per gli oneri insopportabili legati alla realizzazione di quel non trascurabile elemento, costituito dal trasporto e dalla distribuzione.

Qui sottolineo un altro dei limiti di questi piano che è costituito dall'unicità del cannocchiale utilizzato che è quello idroelettrico. È evidente che questo cannocchiale probabilmente dovrà rimanere predominante proprio per il fatto che ci troviamo in mezzo ad una materia prima, fra l'altro assolutamente rigenerabile, naturale, ed è a questa che dobbiamo badare con particolare attenzione però, non siamo legati solo a questa tipologia energetica, siamo legati anche a possibili altri tipi di energia soprattutto rinnovabili.

Lamento una trascuratezza nei confronti del solare passivo perché molta parte dei problemi e dei consumi connessi con il riscaldamento degli edifici di gran parte di questa Regione, oso dire del 50 percento della valle centrale, potrebbe essere sapientemente risolto con l'energia solare passiva e con costi relativamente contenuti ed acquisendo tecnologie che potrebbero essere assolutamente ricche, delle quali l'Italia non è attualmente in possesso e che sono di dominio soprattutto della progettualità ed industrializzazione tedesca. E qui ci sarebbe veramente da fare molto, e lo dico per certi versi per esperienza diretta, con risparmi che possono condurre a percentuali che vanno dal 60 all'80 percento delle spese relative al riscaldamento di case uni o plurifamiliari di contenuta dimensione, ma qui bisognerebbe attivare - ed è solo detto in un piccolo inciso di alcune righe - realmente cantieri laboratorio, scuole di specializzazione e perché non pensarci, ad esempio, in relazione alla costituenda Università della Valle d'Aosta?

Un'altra considerazione che faccio è relativamente alla questione ormai sorpassata e finita della cogenerazione e di quella che fu nel passato, ma lo è ancora oggi in modo di nuovo romantico, un'aspirazione del Consigliere Borre, cioè il teleriscaldamento. La dimensione fisica di parte dei nostri abitati di fondovalle, l'ubicazione geografica delle maggiori concentrazioni degli abitati di fondovalle in relazione alle attività produttive anche di tipo siderurgico ma non solo, avrebbero consentito saggiamente e sapientemente di estendere ad una scala considerevole ciò che è stato fatto anche nel nostro Paese in realtà geografiche che non erano favorevoli come la nostra. Ricordo solo Brescia, il quartiere di Sant'Elia. Qui non è stato fatto nulla, nonostante Borre - gliene devo rendere atto - per parecchi anni in Consiglio comunale e anche qui abbia insistito fino a romperci la testa per certi versi e senza riuscire a portare a casa nulla perché ciò che andava propugnando in quel momento cozzava contro gli interessi di bottega, di portafoglio - ma poi non so neanche quanto alla resa dei conti - di chi in quel momento era partner della Regione nella gestione del rifornimento del metano. Anche qui ci sarebbe dovuta essere un'aspirazione ben più forte, ben più determinata, ipotizzando anche la presenza specifica di finanziamenti ad hoc in questo senso perché è con quella prospettiva e solo con quella prospettiva che, utilizzando combustibili fossili, si può arrivare a risparmi energetici consistenti, connessi con una formidabile diminuzione dell'inquinamento atmosferico.

Infine, un'ultima considerazione. Il guardare all'idroelettrico con il solo ottimismo della volontà fa passare purtroppo per noi in secondo piano il rapporto con la questione ambientale. L'ho sentito dire in parecchi degli interventi che già ci sono stati, ho sentito sollevare la contraddizione presente fra questo piano energetico e il piano territoriale paesistico, peraltro chiaramente sottolineata dallo stesso parere del Comitato scientifico per l'ambiente ed è vero: questo, Assessore, è presente nel documento e ce ne dogliamo senza paura. Soprattutto viene affermata in questo documento l'esigenza di passare da una produzione idroelettrica ad acqua fluente ad una produzione idroelettrica a bacino per guadagnare in termini di potenza. Da notare bene che in termini economici l'affermazione fatta dal documento è corretta: è più pregiata l'energia idroelettrica utilizzabile nelle fasi di punta piuttosto che quella ricavabile per acqua fluente semplicemente ed utilizzabile nel corso delle 24 ore. Non c'è ombra di dubbio che servirebbe di più quell'altra, ma allora io provocatoriamente sostengo che servirebbe ancora di più la realizzazione di energia idroelettrica con acqua proveniente da bacino nel caso in cui ci sia anche il bacino di valle e quindi si ripompi a monte la stessa acqua utilizzata durante il giorno nella notte e via dicendo. La soluzione poi è inarrestabile, badate bene, ma allora quale compito ha il politico se non quello di contemperare le esigenze diverse che sono presenti in una società e quindi in questo caso da una parte la necessità di ottenere più energia e dall'altra però di non perdere definitivamente il patrimonio ambientale che possediamo? Noi sosteniamo che sia indispensabile contemperare le due esigenze e, considerato che questo Consiglio nel PTP ha definito la non attuabilità ai fini paesaggistici degli impianti a bacino, qui oggi vogliamo ribadire in questo documento che la prospettiva per il potenziamento del settore idroelettrico non deve tener conto dell'ipotesi tecnica definita dalla progettazione di impianti a bacino. A questo proposito presento una serie di emendamenti al documento.

Il primo si riferisce al punto 3.1, La produzione di energia idroelettrica, pagina 10, penultimo capoverso, aggiungere: "Trattasi ovviamente di possibilità da sottoporre ad esame puntuale e a specifica valutazione di impatto ambientale".

Il secondo si riferisce al punto 5.1, Piano di potenziamento del settore idroelettrico, pagina 17, 2° capoverso, 1° punto, cancellare da "in questo caso" sino alla fine della frase. Al 2° punto dello stesso 2° capoverso cancellare da "attraverso..." sino alla fine della frase.

Al punto 5.1, Piano di potenziamento del settore idroelettrico, pagina 19, 2° capoverso, cancellare l'ultima frase.

Al 3° capoverso, 2° punto, cancellare da "ma nel caso..." sino al termine della frase.

Al 3° punto del 3° capoverso cancellare da "anche se ciò..." sino al termine della frase.

Al 4° capoverso, nel 3° punto cancellare da "che potrebbero..." sino alla fine della frase.

Infine, 4° punto, cancellare tutto il punto da pagina 19, pagina 20 e pagina 21.

Al punto 5.3, Piano di sfruttamento di altre fonti rinnovabili, pagina 22, 4° capoverso, cancellare da "in ottemperanza..." sino a "si conferma".

Président La parole au Conseiller Linty.

Linty (LNPIAP) Solo per alcune precisazioni. Quando mi riferisco al vettoriamento ed alla distribuzione dell'energia idroelettrica in Valle d'Aosta da parte della Regione, lo faccio per un motivo molto semplice: perché mi rendo perfettamente conto dei danni che potrebbe causare una distribuzione fra virgolette selvaggia, nel senso che laddove abbiamo nel nostro territorio una maggiore concentrazione di centrali idroelettriche, ci sarebbero dei benefici sicuramente per gli utenti, mentre laddove di centrali idroelettriche ce ne sono in misura inferiore oppure non ce ne sono ci sarebbero dei danni. Quindi il fatto che la distribuzione e il vettoriamento siano organizzati a livello regionale è spinto soltanto dalla considerazione che su tutta la Regione viga lo stesso costo del Kwh. Sono sempre stato un nuclearista convinto e sono pienamente d'accordo della necessità di predisporre i piani energetici almeno a livello comunitario.

Sul fatto che l'energia della Valle d'Aosta sia di tutto il mondo posso avanzare qualche perplessità però, ricordo perfettamente che, quando si trattò di votare il referendum sull'energia termonucleare, mi trovai in minoranza - si vede che è un destino -, fatto il referendum tutti contenti, non c'è più l'energia termonucleare in Italia; bene. Alla Valle d'Aosta che abbiano chiuso Trino Vercellese gliene può fregare meno di zero perché, dal punto di vista incidentistico, Trino Vercellese rappresentava una paura o un pericolo per la Valle d'Aosta sicuramente inferiore da Creys-Malville o dalle centrali termonucleari svizzere che ci sono vicino a Zermatt quindi, è chiaro che queste devono essere scelte che o si affrontano a livello comunitario, in quel caso da tutta l'Unione Europea viene tolta l'energia termonucleare e allora ha un senso, ma che noi ci troviamo a dover sostenere dei costi di produzione e di utilizzo dell'energia elettrica più elevati per delle scelte fatte da qualcuno a ragion veduta, ma che poi hanno dato i loro frutti su tutto: pensiamo a quanti Kwh ci sono su un'autovettura, quanto incida il costo ancor più che ci sono delle catene di produzione con elettrosaldature meccaniche e così via per cui, il fatto che il Kwh incidente sull'autovettura sia superiore nel nostro Paese rispetto che ad altre parti in Europa, deve far riflettere circa la programmazione energetica.

Teniamo in considerazione anche un'altra cosa, Consigliere Florio: è vero che ci sono dei costi molto elevati, distribuire e vettoriare energia comporta dei costi sicuramente elevati, però non possiamo analizzarlo - e qui mi assumo la responsabilità di un eventuale errore che ho fatto nel precedente intervento - in maniera settoriale. Dobbiamo considerare quanto si spende in Valle d'Aosta per riscaldamento a combustibili liquidi in un anno; vi siete mai chiesti quante tonnellate di nafta vengono utilizzate in Valle d'Aosta per il riscaldamento? Vi siete mai chiesti perché in Svizzera la fornitura minima che fa la società elettrica è di 10 Kw? Il contatore più piccolo che c'è in Svizzera, quando si va ad allacciare un monolocale, comporta 10 Kw, qui da noi per averne 6 bisogna fare i salti mortali senza contare i costi che l'ENEL fa pagare per avere 6 Kw di contatore. È chiaro che la distribuzione e il vettoriamento vanno inserite in quest'ottica forse un po' più globale. Quando impareremo, come dai Paesi confinanti, a riscaldarci con energia idroelettrica, qui andiamo ad abbattere dei costi di approvvigionamento di petrolio e comunque di derivati, avremo poi un abbattimento dei costi di quelli che sono il vettoriamento e la distribuzione. D'altronde mi viene da pensare che se l'ENEL non molla l'osso, avrà la sua bella convenienza a farlo. Non credo che l'ENEL faccia della beneficenza a tutti gli utenti dell'energia elettrica valdostana, quindi si saranno fatti i loro bei conticini. È chiaro che se viene fatta una "deregulation" totale, quindi viene fatta una privatizzazione selvaggia della distribuzione, posso anche comprendere gli elevati costi a cui si va incontro, ma se la cosa rientra in un piano di contenimento anche delle spese energetiche, credo che stia in piedi.

Président S'il n'y a plus d'autres conseillers qui demandent la parole, je déclare close la discussion générale. La parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Mafrica.

Mafrica (GV-DS-PSE) Innanzitutto una considerazione su cosa stiamo approvando. Stiamo approvando un documento, direttorio lo ha definito Florio, che è la sintesi di 10 allegati che mi auguro siano stati esaminati con attenzione da parte delle commissioni. Fra questi 10 allegati il primo era una relazione finale che costituisce l'oggetto poi sintetizzato nel documento che è oggi all'esame del Consiglio. Gli altri allegati erano un volume sul bilancio energetico regionale, un volume sull'evoluzione e sulle prospettive del sistema energetico con tutta la documentazione che riguarda le leggi, i provvedimenti e l'analisi di queste norme comprese le leggi che riguardano "l'authority", o la relazione presentata dal Senatore Carpi in merito agli scenari della privatizzazione dell'ENEL. È un documento molto interessante e completo, non credo che si possa dire che non sia aggiornato. E poi esiste uno studio preciso che individua fisicamente anche la localizzazione, le potenze, la producibilità delle centrali possibili, nuove, ad acqua fluente; esiste uno studio sulle centrali esistenti con analisi della producibilità, della potenza e di tutte le caratteristiche tecniche. C'è il sesto volume che riguarda l'analisi idrologica, dove sono state studiate per ogni asta torrentizia le curve di portata giorno per giorno partendo dagli studi di inizio secolo del Pulselli, verificando le misurazioni fatte durante lo Studio Masoli tenendo conto delle indicazioni dello Studio di bacino di Murari Quinson con aggiornamenti fatti per l'occasione. Il settimo volume, di 200 pagine, è lo strumento di riferimento per l'aggiornamento del piano energetico regionale, un modello matematico di previsione degli scenari con cui sono stati costruiti scenari al variare delle tariffe, al variare delle ipotesi di disponibilità o meno di centrali da parte della Regione. C'è poi un ipertesto sulle interazioni delle linee di trasporto di energia con il territorio e un altro strumento informatico in cui sono contenuti tutti i dati sotto forma di "database" degli impianti e delle infrastrutture a carattere energetico. Infine, c'è un modello di utilizzazione delle pompe di calore elettrico come esempio di utilizzazione di nuove tecnologie nella Regione.

Questo per dire che non si può affermare che non sia uno studio completo, articolato con tutta la documentazione necessaria. Io credo che il piano energetico della Valle d'Aosta per questi motivi sia il più completo di tutti i piani esistenti anche perché la Regione è piccola, da anni si occupa di queste cose, è stato possibile scendere nei dettagli molto più che in ogni realtà regionale.

Alcuni considerazioni fatte dai consiglieri che ringrazio tutti per il contributo portato, sono relative alle possibilità di esame del documento. Il documento è stato sottoposto, nel corso della sua stesura, su richiesta del Consigliere Parisi, allora Presidente della III Commissione, anche all'esame delle commissioni comunque, a partire dai primi di marzo, non di aprile, tutta la documentazione era a disposizione dei consiglieri e i tecnici incaricati sono stati a disposizione delle commissioni per ogni richiesta.

Alcuni consiglieri hanno fatto riferimento ad un parere del Comitato scientifico per l'ambiente. Devo osservare che a volte questi pareri sono stati visti dagli stessi consiglieri come strumenti negativi, riferiti a scelte dei comuni o a scelte dell'Amministrazione regionale, in questo caso sono state sposate così come portate.

Devo dire che l'ottica con cui guarda il Comitato scientifico per l'ambiente è un'ottica particolare e in questo caso, poiché nel parere si fa riferimento al fatto che non ci sia stato un collegamento con il PTP, devo dire che forse la documentazione allegata non è stata esaminata da parte del Comitato scientifico per l'ambiente con la dovuta attenzione perché nel nono volume, ipertesto sulle interazioni delle linee per il trasporto con il territorio, ci sono considerazioni di collegamento con il PTP, quindi ci sono una decina di pagine che collegano il piano energetico e il piano territoriale paesistico. Infatti nell'indice si legge: le indicazioni del PTP, le linee programmatiche, il ruolo del PTP nella programmazione regionale, l'esame delle direttive nei confronti delle infrastrutture, le norme di attuazione, la relazione illustrativa, infrastrutture e norme generali. Ci sono quindi questi collegamenti e probabilmente non sono stati esaminati in quel parere.

Quanto al fatto degli incontri promossi dall'Assessore con altri soggetti, sono stati incontrati i produttori e i sindacati. La scelta delle commissioni è una scelta autonoma di questi organismi che non credo dipenda o possa dipendere dalle volontà della Giunta perché la Commissione, quando ha la documentazione allegata, procede nell'esame secondo le sue modalità.

Diceva il Consigliere Viérin che il piano energetico non analizza fino in fondo le questioni dei trasporti; questo Consiglio ha approvato già un piano per i trasporti e il documento fa riferimento alle indicazioni di quel piano. Questo è il piano energetico regionale, non è il piano specifico per i trasporti.

In merito alla proposta di legge presentata dal Gruppo degli Autonomisti, è stato detto in Commissione da parte dei tecnici e da parte dell'Assessore che l'iniziativa viene ritenuta valida perché risponde alle indicazioni del piano, ma non nella forma presentata perché si limitava ad intervenire nei comuni dove il comune fosse d'accordo per predisporre una rete di servizio di GPL. Questo fa dipendere la scelta dalla volontà del Comune di fare o non fare la rete, dalla volontà dell'imprenditore privato di intervenire.

La disposizione che invece è allo studio da parte degli uffici si riferisce agli utenti che possono trovarsi anche in comuni già serviti dal metano, ma nel caso in cui si trovino in una frazione isolata per cui non sarà possibile arrivare con la rete del metano, cioè l'indicazione è di avere un intervento che sia generalizzato nelle zone dove non può arrivare il metano e non soltanto come soluzione proposta nel disegno di legge presentato dagli Autonomisti nella direzione di comuni in cui si predisponga una rete.

Ci sono poi alcune considerazioni che confondono il piano energetico con il piano delle acque, mentre di piani energetici a livello nazionale esistono alcune regioni che li hanno predisposti, il piano generale delle acque, che è stato richiesto dalla "legge Galli", non mi pare sia stato ancora predisposto da alcuna regione perché riguarda le acque anche ai fini degli usi potabili ed irrigui quindi, il piano generale delle acque è uno strumento che ha una visione diversa: i piani energetici valutano le acque per la loro utilizzabilità ai fini idroelettrici, i piani delle acque hanno funzioni più generali. Come Regione abbiamo approvato in questa direzione proprio nell'ultimo Consiglio la legge sul regime idrico e in questo senso il piano energetico predispone una serie di scenari che danno indicazioni rispetto all'evoluzione della situazione. Essi danno anche indicazioni che la Giunta ha iniziato a portare avanti in questo periodo, nonostante non fossimo ancora arrivati all'approvazione del piano energetico.

La prima indicazione è la seguente. Si tratta di vedere se si riesce a sbloccare la possibilità di utilizzare i consorzi. In questo senso la Giunta regionale ha deliberato - ed affronterà il confronto con lo Stato - di appropriarsi delle competenze derivanti dal DPR n. 1142 che trasferiscono alla Regione competenze in materia di industria, giungendo alla conclusione che può essere la stessa Regione a dare le autorizzazioni ai consorzi salvo discussione con lo Stato in eventuali contenziosi sollevati dallo Stato quindi, la prima indicazione del piano è di operare per far funzionare i consorzi esistenti.

La seconda indicazione è di ricercare, se possibile, con l'ENEL degli accordi che portino alla possibilità di utilizzare le reti per il trasporto, a questo proposito il Consigliere Linty ha fatto osservazioni su pagina 14, io lo prego di guardare a pagina 16 del documento in cui si vede come vengano formulate delle proposte specifiche per ciò che riguarda il trasporto che sono di questo tipo. Una prima soluzione se si andrà verso un modello in cui le reti di trasporto saranno come le autostrade per cui chi le usa paga una quota per Kwh, è quella dell'accesso alla rete di distribuzione mediante pagamento di una tariffa, questo se verrà conservato all'ENEL il compito di trasportare con libertà di accesso dalla produzione e per la distribuzione con il passaggio sulle reti ENEL nel caso che venga mantenuto questo monopolio. Viene previsto come seconda possibilità l'acquisto da parte di un soggetto locale di un ramo di azienda dell'ENEL relativo alle reti, cioè si decide di non costruire altre reti, eventualmente in seconda istanza si pensa all'acquisto delle reti ENEL. Viene proposto al terzo punto che si cerchi un accordo per una società mista fra Regione Valle d'Aosta, o un soggetto di sua emanazione, e l'ENEL per la distribuzione dell'energia elettrica.

Si danno anche indicazioni rispetto alla legge. Parlava il Consigliere Linty di una legge, nel primo capoverso di quella pagina si dice che la principale azione da intraprendere è costituita dall'emanazione di una nuova norma di attuazione, cioè non basta una legge ordinaria del Consiglio, occorre una norma di attuazione dello Statuto che riconosca alla Regione la facoltà di impresa per poter trasportare e distribuire energia, quindi c'è un'indicazione in questo senso.

Soltanto nell'ipotesi di non riuscire attraverso le leggi che già sono state emanate da questo Consiglio e le leggi che sono in discussione e, nel caso che non si abbia nessun accordo possibile con lo Stato e con l'ENEL, finché avrà questo ruolo, è previsto, dopo aver utilizzato le indicazioni del piano per sfruttare l'energia idroelettrica residua che non prevede - sono impianti ad acqua fluente - la costruzione di bacini, di valutare l'ipotesi che la Regione costruisca bacini capaci di dare la potenza, ma dopo aver verificato che non è possibile acquistate centrali ENEL, fare società miste con l'ENEL per poter disporre della potenza necessaria, si prenderà in considerazione quest'ipotesi.

A me il percorso, anche se complesso, sembra definito, quindi l'obiettivo è l'autonomia energetica, riuscire a produrre gli 800 milioni di Kwh necessari, 220 sono già nella disponibilità di CVA, 150 di produttori locali, 220 ulteriori - e si arriva a circa 600 - possono essere prodotti con impianti ad acqua fluente già individuati. Per arrivare a 800 si cercherà un accordo per una società mista o per l'acquisto di un ramo di azienda con l'ENEL, nel caso che non si riuscisse a percorrere questa strada - il piano è un piano dinamico - viene proposta la possibilità di valutare nuovi impianti fino al raggiungimento dell'autonomia energetica anche esaminando la possibilità di disporre potenze e quindi di impianti dotati di serbatoi o bacini.

È stata fatta l'osservazione che solo Finaosta ha operato ad alti costi; il costo di questo piano energetico, non di iniziative precedenti che non hanno quella caratteristica, è di 850 milioni, come ha riferito il Consigliere Viérin, ma non è vero che è stato studiato solo da CVA e Finaosta. Tutto il volume degli scenari è stato predisposto dal Politecnico di Torino e tutta l'analisi idrologica è stata fatta con la consulenza di Idrodata, cosa che è riportata nella documentazione allegata e che sarebbe emersa dopo un esame attento. Il piano quindi è stato costruito, aggiornato alle più recenti disposizioni e con indicazioni che riguardano sia la proprietà delle subconcessioni, sia le funzioni amministrative per la Regione, sia la possibilità per la Regione di esercitare il ruolo di impresa.

Ci sono proposte che già in parte sono state recepite in questi mesi dalla Giunta regionale e proposte al Consiglio; ci sono indirizzi che possono rappresentare per i prossimi anni perché il piano è dinamico e ha una base che può essere aggiornata sia per il bilancio energetico, sia per il cambiamento degli scenari entro alcuni anni seguendo l'evoluzione dell'ENEL e la sua prevista privatizzazione.

Chiarello ci rimprovera di aver nascosto il parere del Comitato. Nella delibera con cui abbiamo inviato questo documento all'esame del Consiglio è scritto che è stato esaminato il parere, lo ha letto Dujany con l'osservazione, ne abbiamo tenuto conto parzialmente e non ne abbiamo tenuto conto per altri punti soprattutto perché l'impostazione del parere del Comitato scientifico per l'ambiente è un'impostazione non critica di per sé, ma critica in un'ottica puramente ambientale che non lascia lo spazio richiesto alle previste iniziative di sviluppo che un piano energetico deve avere nei confronti delle attività produttive e dei consumi di questa Regione.

In quanto alla definizione delle subconcessioni, so che il Consigliere Chiarello più volte si è astenuto su alcune subconcessioni che il Consiglio ha approvato nel frattempo. La somma di tutte le subconcessioni approvate da questo Consiglio in questi tre anni non arriva a 3000 Kw per una produzione di 15 milioni di Kwh, cioè le subconcessioni che il Consiglio ha approvato non hanno rilievo rispetto ad una potenzialità di oltre 1,1 miliardi di Kwh possibili di potenzialità residue e rispetto alle indicazioni che si danno per l'utilizzo di tutta l'energia idroelettrica di questa Regione. Con l'approvazione della legge per il regime idrico si sono recepite in legge - come Tibaldi ha osservato - le indicazioni per ciò che riguarda il minimo deflusso vitale e si sono invece introdotte delle variazioni per ciò che riguarda le priorità dei subconcessionari con la legge sul regime idrico.

Borre ha espresso la sua soddisfazione perché c'è un giudizio positivo sul teleriscaldamento. Contrariamente a quello che afferma il Consigliere Florio, credo che se alcuni territori vogliono concentrare in un unico apparato di produzione e di utilizzazione del gas l'attuale disponibilità, la cosa sia ancora possibile. È vero che Digrava non ha mai voluto intervenire in questo senso, può darsi che anche per Digrava in alcuni territori questa condizione possa oggi rappresentare un'opportunità differente.

Devo dire, sempre riprendendo ciò che diceva Florio, che l'ottica di questo piano e dei documenti allegati è proprio quella che Borre sostiene come necessaria, vale a dire un'ottica in cui la Regione raggiunga l'autonomia energetica e possa utilizzare a fini produttivi le proprie acque. E si danno indicazioni sul piano delle leggi da proporre e sul piano degli interventi da fare nei confronti dell'ENEL perché quest'obiettivo venga raggiunto. Credo che se si va a discutere con l'ENEL e con alcuni funzionari dei ministeri, si abbia subito più chiaro quanto sia coraggiosa e con l'ottimismo della volontà la posizione regionale rispetto a come a volte può apparire o può essere presentata. Le posizioni del piano sono per raggiungere quest'obiettivo che è un obiettivo che solo questa regione ha e vengono indicate le strade per raggiungerlo.

Il Consigliere Lanièce chiedeva se c'è un'incertezza, il sesto volume sull'analisi idrologica contiene l'analisi, le curve di portata e la valutazione di tali curve a 91 giorni, a 182 giorni, a 284 giorni, a 355 giorni di tutte le aste, quindi l'analisi è stata fatta e se interessa si può verificare.

Sui consorzi, dice Lanièce, la posizione dell'ENEL è completamente contraria; lo sappiamo, non la condividiamo e con questa delibera, con cui si dà applicazione al DPR n. 1142, abbiamo voluto entrare in contrasto con l'ENEL su questo piano dicendo che deve essere la stessa Regione ad autorizzare i consorzi. Il DPR prevede che sia la Regione ad esercitare i compiti del Ministero dell'industria ed è il Ministero dell'industria che deve dare questi pareri; se la Regione esercita lei questa funzione, evidentemente la può esercitare anche per autorizzare i consorzi. Questa è la tesi che abbiamo sostenuto, tesi che è completamente contrapposta e che ci porta ad uno scontro frontale con le posizioni assunte dall'ENEL.

C'era una proposta fatta da alcuni, io la capisco; il piano energetico regionale arriva a fine legislatura quando il Consiglio ha già iscritto tanti argomenti pertanto, non è stato possibile esaminarlo con il tempo dovuto. Questo però non significa che non si debba intervenire oggi perché avere oggi un documento approvato dal Consiglio che dà queste indicazioni per raggiungere l'autonomia energetica, significa rafforzare l'azione della Regione nei contenziosi in corso e nelle discussioni politiche in corso con il Governo. Quando affermiamo nel piano votato dal Consiglio alcune cose, abbiamo un rafforzamento delle posizioni regionali anche per questi atti di cui parlavo, per esempio la delibera per dare l'autorizzazione ai consorzi, o altri provvedimenti di legge che sono in discussione o che lo saranno nei prossimi mesi. E anche affermare queste cose con un documento regionale, valorizza l'iniziativa che i Parlamentari costantemente hanno avuto e continueranno ad avere per difendere i principi degli articoli 7, 8, 9 e 10 dello Statuto in direttive, in iniziative che ancora a livello nazionale saranno in questi mesi mandate avanti.

Il Consigliere Dujany ha fatto alcune osservazioni sul Comitato scientifico, devo dire che non sempre gli organismi che devono dare dei pareri, danno dei pareri di cui si può tener conto fino in fondo, in questo caso sono pareri consultivi. Del parere del Comitato scientifico per l'ambiente in parte si è tenuto conto apportando alcune modifiche che sono scritte in carattere diverso nel testo, ma l'impostazione stessa differiva da quella discussa a lungo nella Giunta per cui si è ritenuto di non accogliere le altre osservazioni. Al Consigliere Linty mi pare di aver dato una risposta.

Il Consigliere Tibaldi accusa di astrattezza il documento. Ripeto che il documento è la sintesi di una sintesi di 10 allegati, non si può parlare di 28 pagine, si parla di tutta questa documentazione che è stata a disposizione delle commissioni. L'astrattezza dipende dal fatto che il giudizio politico che dà il Consigliere Tibaldi sul ruolo dello Stato e sul ruolo della Regione è diverso da quello contenuto nel documento. Il Consigliere Tibaldi in tutta la discussione sulle concessioni ha sempre sostenuto - cerco di coglierne il senso - in primo luogo che non ci si doveva discostare dal T.U. del ?33, in secondo luogo che non doveva esserci un intervento della Regione o di sue società in questa materia che deve essere lasciata ai privati. L'impostazione di questo tipo di documento è di raggiungere l'autonomia energetica con la CVA e i produttori locali; vengono graduate le iniziative e vengono indicati i percorsi per ottenere questo risultato. Sarà astratto, ma questo che si approva da parte del Consiglio è un documento politico che viene dall'analisi di più documenti tecnici.

La CVA che ruolo ha? Oggi ha 220 milioni di Kwh, i privati ne hanno 150, 220 sono possibili oggi rispettando il minimo deflusso vitale, rispettando i territori protetti e con impianti ad acqua fluente; la CVA ha oggi questo ruolo di strumento della Regione per attuare una politica energetica. Fino a quando non cambierà quest'orientamento, ha un ruolo particolare; il 100 percento delle azioni di CVA è posseduto da Finaosta che a sua volta ha avuto i fondi da parte della Regione.

L'acquisto delle centrali per 85 miliardi nel ?94 ha consentito in questi primi 4 anni un utile di circa 10 miliardi all'anno, CVA ha presentato i progetti per riammodernamento delle centrali, sta facendo tutti gli investimenti necessari per prolungare le concessioni, contribuisce agli studi in materia energetica, quindi mi pare che stia esercitando un suo ruolo che potrà diventare più importante per il futuro.

In merito ad alcune considerazioni di Tibaldi sull'ENEL, si è discusso più volte con l'ENEL in merito alla sua riorganizzazione; con l'intervento regionale si è mantenuto alla delegazione della Valle d'Aosta in concreto un ruolo che anche in discussioni fatte tempo fa continua ad essere significativo; è aumentata la responsabilità del settore ENEL per la produzione in Valle d'Aosta che si espande verso aree del Piemonte; in questa materia la discussione con l'ENEL è sempre aperta; non credo che si possa dire che l'ENEL ha fatto quello che ha voluto. L'ENEL si è confrontata, alcune cose sono state ridiscusse, altri elementi sono ancora aperti.

L'intervento della Regione sulla legge per la montagna c'è stato in accordo con altre regioni. Ho risposto al Consigliere Parisi con un'interpellanza, alcune iniziative sono all'attenzione del Ministero delle risorse agricole proprio in direzione di eliminare alcune tasse che vanno fino ai 30 Kw di potenza e per abbattere le imposte sul gasolio mentre, per ciò che riguarda il sovrapprezzo termico, la formula diceva "Il CIPI può...", si faceva riferimento ad un organismo che non esiste più e il "può" è stato interpretato finora - ma con un'azione invece da parte della Regione molto pressante per ottenere il risultato contrario - come "non è detto che si debba".

Venendo alle osservazioni del Consigliere Florio, credo che abbia ragione sul fatto che si poteva presentare tutta la documentazione magari in modo diverso e non con questa procedura delle sintesi successive. È stata una scelta legata alla necessità di avere un documento preciso su cui discutere e su cui poi proporre nel caso emendamenti. Esiste sicuramente incertezza, per ciò che riguarda la futura collocazione dell'ENEL, esiste incertezza anche per ciò che riguarda i poteri della Regione; abbiamo predisposto uno strumento - che io continuo a valorizzare nonostante nessuno finora vi abbia fatto riferimento - di modellizzazione degli scenari per la scelta delle opzioni più opportune che ci può aiutare a seguire questi elementi ancora incerti. Le indicazioni date dal piano vanno comunque nella direzione dell'autonomia energetica e del miglioramento delle condizioni ambientali.

Quanto alle questioni che Florio poneva come ottica particolare del piano - parlava di ottimismo della volontà e di pessimismo dell'intelligenza -, credo che siano delle ottiche necessarie per affrontare con la dovuta capacità e con il fondamento di consenso necessario l'evoluzione che ci sarà in questo settore. Non mi pare che qui si vada avanti con delle pure affermazioni di principio, si indicano delle strade di confronto con lo Stato nella Commissione paritetica, con il Governo, per ciò che riguarda leggi nuove da fare, con l'ENEL per ciò che riguarda possibilità di fare società miste per la produzione e la distribuzione, pertanto non credo che si possa dire che c'è solo della volontà, ma si indicano anche dei percorsi.

Rispetto ad altre osservazioni del Consigliere Florio, il solare è stato preso in considerazione, forse non nella misura da lui ritenuta opportuna, ma abbiamo approvato nell'ultimo Consiglio una modifica al disegno di legge n. 62/93 che consente di andare verso l'utilizzazione di pannelli solari sia per produrre calore, sia per produrre energia. Questo disegno di legge permette anche l'utilizzazione di nuove tecnologie come le pompe di calore e nel documento fra le tecnologie da approfondire viene anche data l'indicazione per l'utilizzo nei trasporti di auto o di autobus elettrici, se questo sarà consentito dalla tecnologia. Si parla anche di sperimentare in Valle d'Aosta, dove esiste energia elettrica ed acqua in quantità abbondanti, la possibilità di tecnologie dell'idrogeno vale a dire veicoli che possono funzionare ad idrogeno invece che con le tecnologie attuali. Rispetto agli emendamenti, devo purtroppo dire che, recependo la volontà della Commissione che già li aveva esaminati, non credo che sia possibile accoglierli.

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (Ind) Visto che sono stati presentati degli emendamenti da parte del Consigliere Florio, chiedo cinque minuti di sospensione per una riunione con i Gruppi di opposizione.

Président Le Conseil est suspendu.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 12,20 alle ore 12,37.

Président On peut reprendre les travaux du Conseil. La parole au Conseiller Viérin Marco pour déclaration d'intention.

Viérin M. (Aut) Ho chiesto la parola per dichiarazione di voto che, come tutti hanno capito, non sarà favorevole, ma anche per riesaminare le controdeduzioni che l'Assessore ha posto sul mio intervento iniziale e sull'intervento di altri colleghi per meglio spiegare le ragioni complessive del perché noi, lo anticipo, non voteremo questo disegno di legge, anzi voteremo contro.

L'Assessore Mafrica ha esordito con una battuta di questo tipo: sappiamo cosa stiamo approvando. Io penso che chi dice una battuta di questo tipo, abbia anche delle perplessità per sentirsi in dovere di dirla, perplessità che poi si riscontrano nel lungo intervento dell'Assessore in risposta agli interventi dei colleghi e del sottoscritto.

L'Assessore dice che questo è un documento di sintesi che demanda il tutto a dieci allegati che sono circa mezzo metro di volumi di materiale - da qui la difficoltà per noi di poter leggere tutta la documentazione con il tempo che abbiamo avuto a disposizione -, materiale che poi è stato riportato in sintesi nel documento presentatoci, ma che sicuramente il Comitato scientifico per l'ambiente avrà analizzato. Proprio per questo l'Assessore ci dice che si doveva andare a vedere lo studio delle centrali esistenti, poi l'analisi delle aste torrentizie e le varie analisi di altro genere. Collegandosi a tutto questo l'Assessore cade in contraddizione perché, per giustificare la spesa, che si aggira sui 3 miliardi come spesa complessiva di progettazione e di definizione di questo piano, dice che solo quegli 850 milioni più IVA (circa 1 miliardo) sono stati decisi da questa Giunta e sono rivolti a questo piano. Non è così, Assessore perché se lei fosse andato a leggersi quel mezzo metro di roba che è il totale dei volumi ai quali lei si è riferito, si sarebbe accorto che l'80 percento di quanto scritto è una ricopiatura degli altri studi fatti nel 1988 e nel 1992 prima dal Prof. Boffa e poi da Quinson ed altri quindi, tutti i soldi che sono stati messi per questo studio contribuiscono alla spesa perché è stato riportato l'80 percento degli studi precedenti, anche se con una formulazione appena un po' diversa, a partire dall'analisi delle aste torrentizie e dallo studio delle centrali esistenti, non capisco come non si possa tener conto della spesa complessiva che si aggira sui 3 miliardi per fare questo studio. E qui, come dicevo, c'è contraddizione.

Poi l'Assessore analizza il nostro stupore in merito al parere del Comitato scientifico per l'ambiente e ricorda come siamo stati proprio noi a contestare che questo Comitato è molto vicino alla maggioranza e quindi può dare dei pareri di parte, ma il nostro atteggiamento è dovuto proprio a questo, Assessore: lei ha rafforzato la nostra tesi. Visto che noi riteniamo che è quella la situazione, arrivare al punto che il Comitato scientifico per l'ambiente fa una relazione così pesante, vuol dire proprio che era obbligato, che non poteva fare relazioncine di favore più di tanto. Non vorrei ricordarle alcuni passaggi, ma quando lei mi dice, citando la relazione: "visto il parere formulato in data 26 febbraio dal Comitato scientifico per l'ambiente secondo quanto previsto; evidenziato che, alla luce di tale parere, sono state introdotte alcune modifiche mentre non sono state accolte altre osservazioni", non precisa quali osservazioni sono state accolte e quali no. Anche perché da inizio marzo ad oggi è passato un mese, il piano energetico è stato quindici giorni in Commissione e non ci risulta che siano state portate modifiche se non quelle del Consigliere Florio formulate oggi in aula sulle quali dovremo ragionare sotto un altro aspetto. Anche qui lei cade in contraddizione e non riesce a trovare un appiglio...

(interruzione dell'Assessore Mafrica, fuori microfono)

... allora ci doveva dire quali, Assessore. E buon senso avrebbe voluto che, su un parere formulato da questo Comitato scientifico in merito a quegli accoglimenti, lei facesse riformulare un altro parere del Comitato, cosa che non è avvenuta e mi chiedo il perché.

Quando abbiamo fatto il rilievo che non sono state sentite le forze sociali, i sindacati, gli operatori economici, i produttori e gli enti locali, che sono interessati fortemente a questo discorso, lei ha detto che era vero, ma che non poteva entrare nel merito delle scelte delle commissioni perché, essendo slegate dalla maggioranza, se volevano potevano farlo. Lei ha poi aggiunto: "io l'ho fatto e li ho chiamati nel mio ufficio". Questo non mi sta bene, l'ho detto all'inizio perché o il Consiglio è il Consiglio oppure si scioglie il Consiglio e si elegge solo una Giunta.

Sulla proposta che abbiamo fatto per l'utilizzo nei piccoli comuni del GPL in maniera autonoma, toccando l'aspetto dell'utilizzazione di altre fonti oltre a quell'idroelettrica e quindi del metano, lei ha fatto due ragionamenti che non condividiamo per niente.

Primo ragionamento. Lei dice che non va bene la proposta del GPL formulata dal Gruppo degli Autonomisti, proposta di legge che come maggioranza non avete voluto fare arrivare in quest'aula perché spetta alla Regione fare una scelta di fondo e un ragionamento complessivo. Assessore, su quest'aspetto tutte le volte questa maggioranza ha detto, a parole, di voler dare autonomia agli enti locali.

Secondo ragionamento. Lei sa perfettamente che i tempi burocratici di una scelta regionale sono 10-15 volte superiori di quelli di un ente locale e porto un esempio. Sul discorso del teleriscaldamento mentre noi siamo ancora qui a decidere, il Comune di Morgex sta portando a termine la prima iniziativa di teleriscaldamento. Questo dimostra come gli enti locali siano molto più snelli e vedano questi problemi in maniera pratica quindi, andiamo anche contro a quest'aspetto cioè la velocità degli interventi e il discorso della libertà e dell'autonomia degli enti locali che tanto decantiamo e che sarà da parte della maggioranza ancora decantata quando discuteremo del nuovo ordinamento sugli enti locali.

E passiamo infine agli obiettivi che l'Assessore ci ribadisce iniziando da quello di far decollare i consorzi. Il discorso dei consorzi noi lo abbiamo detto in tanti modi ed è stato affrontato anche in una riunione alla presenza di Tatò e Testa che al riguardo sono stati chiarissimi e non poteva essere diversamente, il discorso dei consorzi è un problema politico, non è un problema che si affronta con le intenzioni. La contrattazione deve essere fatta a livello politico, fra Stato e Regione e bisogna avere il coraggio di affrontare questo tema in maniera grintosa perché se i consorzi non possono fare il trasporto, devono chiudere i battenti. L'ENEL è stata chiara: il discorso del trasporto non lo cederà mai, ha detto, perché è il nuovo monopolio che ha in mano dopo la sua riorganizzazione e la sua suddivisione in tre parti: trasporto, produzione, distribuzione quindi, il discorso trasporto e distribuzione è un discorso politico che va affrontato in maniera molto forte con il Governo nazionale.

L'altro obiettivo, che è quello di vedere con l'ENEL il problema dei trasporti, lei lo ha toccato richiamando pagina 16, dove sono previste tre alternative quindi, prima lei mi dice cosa farete, poi prevede tre alternative; vuol dire che un domani vanno bene tutte e tre le alternative, cioè quella di tariffe concordate con l'ENEL per l'utilizzo delle reti ENEL, oppure l'acquisto delle reti ENEL, oppure l'accordo per fare una società mista con l'ENEL per utilizzare le reti di distribuzione. Praticamente prima dice: dobbiamo fare questo, che è quello che io dicevo che bisognava fare, e poi aggiunge: teniamo le strade aperte perché non sappiamo che risposte avremo, non sappiamo che strada fare. Allora tanto vale essere più corretti ed onesti e poi ribadisce: avere oggi un piano approvato dalla Regione permette un confronto politico più forte per questi momenti di trasformazione, ma io dico che oggi questo piano non dà una forza politica perché anche Borre è perfettamente a conoscenza di cosa vuol dire questo piano per il futuro e cosa significa questo piano oggi. Infatti l'intervento di Borre è stato molto pacato e sensato, ha toccato un aspetto su cui questo piano può portare dei benefici in futuro, ma ha anche fatto capire che questo piano alla fine si è fatto perché si doveva fare, per le motivazioni che abbiamo detto noi, perché questo si è inteso dall'intervento di Borre, ma è normale.

Caro Assessore, lo stesso suo collega di maggioranza, il collega Florio, con il quale non condivido tante cose, ma che se non altro condivido la schiettezza, anche lui dice che questo piano è superficiale e sintetico, che si basa essenzialmente sull'energia idroelettrica senza affrontare il problema nel senso complessivo. Queste cose vengono fuori anche dai banchi della maggioranza, quindi è evidente che questo piano è stato fatto per mettersi una medaglia al momento delle elezioni, una medaglia che luccichi, ma che alla fine si ossida ed è questo il problema.

Lei, Assessore, ha fatto questi incontri con i sindacati, ma vorrei leggere qualche considerazione che i sindacati hanno fatto durante questi incontri, leggo testualmente: "Pur tuttavia l'autonomia energetica regionale non può prescindere dal riassetto definitivo del settore elettrico nazionale e dal suo sistema tariffario per il quale è al vaglio delle parti sociali e politiche la proposta dell'autorità per l'elettricità e il gas, all'interno del riassetto del settore elettrico in relazione alle operazioni prevedibili e presupposte anche dal nuovo sistema tariffario, vi è la concessione quarantennale affidata all'ENEL S.p.A. ed il ruolo che ad essa continuerà ad essere affidato nel medio periodo pur in uno scenario di liberalizzazione di mercato". Questo hanno detto i sindacati, mi sono limitato a riportare i fatti principali perché i sindacati hanno preparato quattro o cinque pagine e come le ho avute io le avrà avute anche l'Assessore quindi direi proprio, Assessore, che almeno lei un passaggio di questo tipo doveva farlo invece, si è trincerato dietro il fatto che lei ha audito e che le commissioni nella loro autonomia, non essendo legate alla maggioranza, hanno deciso di non farlo. Sappiamo bene invece che l'ordine partito dalla maggioranza e diretto ai membri delle commissioni è stato quello di mandare avanti il piano perché doveva venire in Consiglio. Questo lo sappiamo tutti anche gli uscieri lo sanno quindi, non prendiamoci in giro dicendo: noi Giunta abbiamo optato per un sistema mentre le commissioni si prendono la loro responsabilità se non hanno voluto audire, quando gli ordini di maggioranza sono stati ben diversi. Ed è gravissimo questo fatto e d'altronde questo è successo e sta succedendo per altri provvedimenti di legge, provvedimenti che abbiamo già dibattuto in aula e provvedimenti che andremo a dibattere in aula. Ed è per queste motivazioni che voteremo contro questo disegno di legge, mentre sugli emendamenti del collega Florio ci asterremo proprio perché questi emendamenti hanno evidenziato lo scollegamento che c'è fra il PTP, voluto da questa maggioranza, e il piano energetico. Cosa che invece l'Assessore Mafrica non ha rilevato, e - ma questo mi stupisce - cosa su cui l'Assessore Riccarand non ha detto niente perché ho chiamato in ballo l'Assessore Riccarand che si è trincerato mandando in prima linea Florio.

Queste cose non vanno bene, caro Assessore Riccarand quindi, ci asterremo sugli emendamenti e voteremo contro il disegno di legge.

Président La parole au Conseiller Chiarello.

Chiarello (RC) Per dichiarazione di voto dato che ho già detto quello che pensavo su questo piano però, voglio fare delle precisazioni, Assessore, perché non è vero quello che ha detto, che ci è stato consegnato tutto i primi di marzo.

Questo assolutamente non è vero, perché il 15 marzo, quando si è fatta la prima commissione in cui il relatore doveva relazionare sul piano energetico, quel malloppo non c'era o meglio ce n'era uno per tutti; ci è stato detto: arrangiatevi con quello, non ne abbiamo potuto prenderne visione. Non capisco questa non democrazia da parte del Presidente della III Commissione e dei Consiglieri di maggioranza che, alla mia richiesta di ascoltare i soggetti interessati, hanno detto di no. Non sapevo che l'Assessore vi aveva dato la delega per poter ascoltare anche alcuni soggetti pensavo che fosse una decisione della Giunta di non ascoltare nessuno perché il piano non doveva uscire da queste... avevo chiesto appunto di ascoltare tutti quelli che ha ascoltato l'Assessore, sindacati e via dicendo. Ritengo molto grave la posizione del Presidente della Commissione che in fatto di democrazia non è stato assolutamente grande.

In questa Commissione, ripeto, non c'erano quei volumi, anzi sono stati consegnati ad ognuno di noi consiglieri tre o quattro giorni dopo la Commissione. Non può dire che ci ha consegnato tutto dai primi di marzo, Assessore, perché sono già diverse volte che giochiamo sui tempi. Quella Commissione e il Presidente della Commissione per primo si sono opposti alla richiesta di sentire i soggetti perché non c'era il tempo e speravo che il Presidente della Commissione lo dicesse. Pur avendo fatto le otto e trenta una sera e altri orari altri giorni, ci è stato detto che non c'erano i tempi e la stessa cosa succederà per la legge sugli enti locali.

Almeno su quelle precisazioni, Assessore, non può dire così facilmente; queste cose sono già successe sulla legge urbanistica, sì è vero questo foglio del piano energetico è arrivato per il primo di marzo, ma tutto quello che andava a completare ci è arrivato alla fine di marzo, quindi dieci giorni fa.

Mi asterrò su questa legge proprio per l'importanza che avrebbe un piano energetico ben fatto per la nostra Regione.

Président On passe à l'examen des amendements du Conseiller Florio. Je donne la lecture du 1er amendement:

Emendamento Punto 3.1. La produzione di energia idroelettrica.

Pagina 10 - Penultimo capoverso.

Aggiungere:

"Trattasi ovviamente di possibilità da sottoporre ad esame puntuale e a specifica valutazione di impatto ambientale".

On vote l'amendement:

Présents: 34

Votants et favorables: 3

Abstenus: 31 (Agnesod, Aloisi, Bavastro, Bionaz, Borre, Chenuil, Chiarello, Collé, Dujany, Ferraris, Lanièce, Lanivi, Lavoyer, Linty, Louvin, Mafrica, Marguerettaz, Mostacchi, Parisi, Perrin C., Perrin G.C., Perron, Piccolo, Rini, Stévenin, Tibaldi, Vallet, Vicquéry, Viérin D., Viérin M., Voyat)

Le Conseil n'approuve pas

Président Je donne la lecture du deuxième amendement:

Emendamento Punto 5.1. Piano di potenziamento del settore idroelettrico.

Pagina 17 - 2° Capoverso

1° Punto

cancellare da "in questo caso" sino alla fine della frase.

2° Punto

cancellare da "attraverso..." sino alla fine della frase.

On vote l'amendement:

Présents: 34

Votants et favorables: 4

Abstenus: 30 (Agnesod, Aloisi, Bavastro, Bionaz, Borre, Chenuil, Chiarello, Collé, Dujany, Ferraris, Lanièce, Lanivi, Lavoyer, Linty, Louvin, Mafrica, Marguerettaz, Mostacchi, Parisi, Perrin C., Perrin G.C., Perron, Piccolo, Rini, Tibaldi, Vallet, Vicquéry, Viérin D., Viérin M., Voyat)

Le Conseil n'approuve pas

Président Je donne la lecture du troisième amendement:

Emendamento Punto 5.1. Piano di potenziamento del settore idroelettrico.

Pagina 19 - 2° Capoverso

Cancellare l'ultima frase.

3° Capoverso

2° Punto

Cancellare da "ma nel caso..." sino al termine della frase.

3° Punto

Cancellare da "anche se ciò..." sino al termine della frase.

4° Capoverso

3° Punto

Cancellare da "che potrebbero..." sino alla fine della frase.

4° Punto

Cancellare tutto il punto da pagina 19, pagina 20 e pagina 21.

On vote l'amendement:

Présents: 34

Votants et favorables: 3

Abstenus: 31 (Agnesod, Aloisi, Bavastro, Bionaz, Borre, Chenuil, Chiarello, Collé, Dujany, Ferraris, Lanièce, Lanivi, Lavoyer, Linty, Louvin, Mafrica, Marguerettaz, Mostacchi, Parisi, Perrin C., Perrin G.C., Perron, Piccolo, Rini, Stévenin, Tibaldi, Vallet, Vicquéry, Viérin D., Viérin M., Voyat)

Le Conseil n'approuve pas

Président Je donne la lecture du quatrième amendement:

Emendamento Punto 5.3. Piano di sfruttamento di altre fonti rinnovabili.

Pagina 22

4° Capoverso

Cancellare da "in ottemperanza..." sino a "si conferma".

On vote l'amendement:

Présents: 34

Votants et favorables: 3

Abstenus: 31 (Agnesod, Aloisi, Bavastro, Bionaz, Borre, Chenuil, Chiarello, Collé, Dujany, Ferraris, Lanièce, Lanivi, Lavoyer, Linty, Louvin, Mafrica, Marguerettaz, Mostacchi, Parisi, Perrin C., Perrin G.C., Perron, Piccolo, Rini, Stévenin, Tibaldi, Vallet, Vicquéry, Viérin D., Viérin M., Voyat)

Le Conseil n'approuve pas

Président La parole au Conseiller Florio.

Florio (PVA-cU) Abbiamo partecipato, per quanto ci è stato possibile, seriamente alla valutazione di questo documento. Lo abbiamo fatto in Giunta, lo abbiamo fatto in Commissione, lo abbiamo fatto oggi ancora qui, tentando di apportare al documento i miglioramenti che secondo noi sarebbero indispensabili.

Non nascondiamo che siamo preoccupati dal punto di vista ambientale della logica che sembra essere propria della stragrande maggioranza dei consiglieri. Ci sembra che non venga valutata con la dovuta attenzione la ricaduta sul territorio della nostra Regione di un modo illogico ed affrettato di guardare all'utilizzo delle fonti di energia che nel nostro caso è essenzialmente costituita dall'acqua.

Questo voler rispondere con un'astensione all'esplicita richiesta dell'esclusione dal piano energetico della previsione di impianti a bacino ci preoccupa perché questo significherebbe, nel caso in cui venissero realizzati impianti di questo tipo, un ulteriore grave irrecuperabile depauperamento del patrimonio ambientale della Regione stessa che costituisce peraltro un'altra di quelle risorse non rinnovabili e forse la principale che abbiamo a disposizione.

Ribadiamo che riteniamo cosa buona il fatto che si sia riusciti comunque a redigere questo piano, ma tenuto conto della sostanza della discussione che c'è stata e della risposta del Consiglio agli emendamenti nel loro complesso che abbiamo presentato, ci asterremo.

Président Il y a les amendements présentés par le Président du Gouvernement, dont je donne la lecture:

Emendamenti Inserire nelle premesse, prima del parere di legittimità del dirigente, la seguente formula:

Richiamati i decreti legislativi n.ri 320/1994 e 44/1998;

Eliminare il punto 2°) del dispositivo relativo alla formula dell'assoggettabilità.

On vote le texte amendé:

Deliberazione Premesso che:

- la Regione Valle d'Aosta ha assunto il metodo della programmazione quale strumento di governo finalizzato alla promozione e alla disciplina dello sviluppo economico, sociale e di assetto territoriale della comunità residente, come sancito all'articolo 1 della legge regionale 15 maggio 1978, n. 12 (Organi, uffici e procedure per la programmazione regionale);

- l'articolo 5 della legge 9 gennaio 1991, n. 10 (Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia) prevede che le regioni predispongano un piano relativo all'uso delle fonti rinnovabili di energia;

- la Giunta regionale con provvedimento n. 10738, in data 20 novembre 1992, ha approvato un documento concernente "Linee guida per la redazione del Piano energetico regionale della Valle d'Aosta";

- per proseguire fattivamente nell'iniziativa intrapresa, affinché la Valle d'Aosta si doti di uno strumento di pianificazione energetica che possa essere in costante collegamento con l'evoluzione della struttura socio-economica della regione, e quindi con il mutevole e composito fabbisogno energetico, la Giunta regionale, con deliberazione n. 2317, in data 24 maggio 1996, ha approvato la costituzione di un Comitato di collaborazione e di monitoraggio per la redazione del Piano energetico regionale;

- con la stessa deliberazione n. 2317 la Giunta regionale ha approvato, altresì, di affidare un incarico fiduciario alla Società finanziaria regionale - Finaosta S.p.A., ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 28 giugno 1982, n. 16, per la predisposizione di un progetto di Piano energetico regionale, comprensivo di un piano di utilizzo delle acque a scopo idroelettrico e finalizzato al raggiungimento dell'autonomia energetica regionale, nonché al perseguimento delle finalità individuate dal Consiglio regionale, in materia di derivazioni delle acque, con deliberazione n. 1193/X del 22 febbraio 1995;

- con deliberazione n. 4120, in data 20 settembre 1996, la Giunta regionale ha approvato il progetto di Piano energetico regionale elaborato dalla Finaosta S.p.A. ed ha affidato alla stessa Società l'incarico per la redazione del Piano medesimo, integrato da un piano di utilizzo delle acque a scopo idroelettrico;

Considerato che è interesse della Regione, nel rispetto dei principi desumibili dalla legislazione statale e dagli atti di pianificazione energetica nazionale e comunitaria, nell'esercizio della propria funzione di programmazione, perseguire, attraverso il Piano energetico regionale, i seguenti obiettivi:

a) promuovere l'autonomia energetica regionale, indirizzando, prioritariamente, lo sfruttamento delle fonti energetiche locali verso impieghi sul territorio valdostano;

b) ridurre le emissioni inquinanti connesse all'impiego dei combustibili fossili, incentivando il risparmio energetico, l'uso razionale dell'energia, l'impiego delle fonti rinnovabili di energia e l'innovazione tecnologica;

c) razionalizzare e, ove possibile, ridurre l'impatto sul territorio delle infrastrutture energetiche.

Considerato, inoltre, che sulla proposta di Piano energetico regionale elaborata dalla Finaosta S.p.A., in esecuzione della soprarichiamata deliberazione n. 4120 del 20 settembre 1996, la Giunta regionale si è espressa favorevolmente con atto n. 180, in data 26 gennaio 1998, a seguito di esame favorevole da parte del Comitato di collaborazione e di monitoraggio per la redazione del Piano energetico regionale, di cui alla sopra menzionata deliberazione n. 2317;

Visto il parere formulato in data 26 febbraio 1998 dal Comitato scientifico per l'ambiente, secondo quanto previsto dalla legge regionale 4 marzo 1991, n. 6, in ordine alla valutazione dell'impatto ambientale;

Evidenziato che alla luce di tale parere sono state introdotte alcune modifiche, mentre non sono state accolte le altre osservazioni;

Vista la legge regionale 7 dicembre 1979, n. 66, che attribuisce al Consiglio regionale la competenza in merito alle subconcessioni di acque pubbliche;

Richiamata la deliberazione n. 4853 in data 30 dicembre 1997;

Richiamati i decreti legislativi nn. 320/1994 e 44/1998;

Visto il parere favorevole di legittimità rilasciato dal Dirigente Coordinatore del Coordinamento industria, artigianato ed energia ai sensi dell'articolo 72 della legge regionale 28 luglio 1956, n. 3, e successive modificazioni, e del combinato disposto degli articoli 13, comma 1 - lett. e), e 59, comma 2, della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla presente deliberazione;

Visto il parere delle Commissioni consiliari permanenti III e IV;

Delibera

di approvare, dichiarandone la compatibilità ambientale, il Piano energetico regionale - allegato al presente provvedimento - comprensivo di un piano di utilizzo delle acque a scopo idroelettrico, elaborato dalla Società finanziaria regionale - Finaosta S.p.A. ad evasione dell'incarico affidato con deliberazione n. 4120 in data 20 settembre 1996.

Piano energetico regionale

(... omissis...)

Présents: 34

Votants: 29

Favorables: 20

Contraires: 9

Abstenus: 5 (Chiarello, Florio, Linty, Riccarand, Squarzino S.)

Le Conseil approuve

Président Le Conseil est convoqué aujourd'hui à 16 heures.