Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2662 del 25 giugno 1997 - Resoconto

SEDUTA POMERIDIANA DEL 25 GIUGNO 1997

OGGETTO N. 2662/X Adozione del piano regionale delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale, ai sensi della legge regionale n. 15/1996.

Deliberazione Il Consiglio

Premesso che:

- la legge regionale 11 luglio 1996, n. 15, concernente le norme per la coltivazione di cave e torbiere, per il reperimento dei materiali di cava e per il riassetto delle cave abbandonate, stabilisce tra l'altro che la Regione individui le aree ove insistono i giacimenti dei materiali di cava ai fini di sopperire alle esigenze connesse alla realizzazione delle opere ed interventi di competenza dello Stato, della Regione, dei comuni, di ogni altro ente e dei privati ed alla valorizzazione dell'attività produttiva del marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale, nonché per contemperare tali esigenze con quelle di tutela del territorio;

- tali determinazioni sono già state assunte per le sabbie e ghiaie (deliberazione del Consiglio regionale 2 giugno 1994, n. 727/X) nonché per il pietrame (deliberazione del Consiglio regionale 14 giugno 1995, n. 1396/X), mentre devono ancora esserlo per il marmo e le pietre affini ad uso ornamentale;

- la Giunta regionale, con deliberazione n. 6776/1993, incaricava l'Ing. Sergio Ravet della redazione del catasto regionale dei giacimenti di marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale e del relativo piano regionale delle attività;

- con deliberazione n. 3359/1995 della stessa Giunta, veniva istituito presso l'Ufficio miniere e cave dell'Assessorato dei Lavori Pubblici, sulla base degli elaborati presentati dall'incaricato, il catasto regionale dei giacimenti di marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale che, ai sensi del comma 3 dell'articolo 6 della legge regionale n. 15/1996, deve essere aggiornato contemporaneamente alla revisione del piano relativo allo stesso litotipo;

- l'Ing. Sergio Ravet, anche sulla base delle indicazioni dei comuni e dei privati, ai sensi del comma 1 dell'articolo 4 della succitata legge regionale, ha provveduto alla stesura di un piano costituito dagli elaborati di cui all'allegato 1, che fa parte integrante della presente delibera;

Accertato che:

- alcune Amministrazioni comunali hanno già espresso, su richiesta scritta dell'Ufficio miniere e cave dell'Assessorato dei Lavori Pubblici, un primo parere preventivo sulla localizzazione dei siti proposta dal piano e che comunque, le stesse potranno far pervenire le eventuali ulteriori osservazioni e proposte di modifica nei 60 giorni successivi all'affissione all'albo notiziario dell'Amministrazione regionale del piano adottato dal Consiglio regionale, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo;

- il Comitato scientifico per l'ambiente, con la nota n. 9-97/CSA in data 6 febbraio 1997, ha espresso, ai sensi dell'articolo 8 della legge regionale n. 6/1991, un articolato parere sull'opportunità di inserimento nel piano di cui trattasi di alcuni siti di cava proposti precisando di voler privilegiare l'inserimento nello stesso di quelli già oggetto di precedenti coltivazioni, e di conseguenza già compromessi, rispetto ai nuovi, dei quali solamente tre ottengono parere favorevole in quanto non ritenuti ad elevato impatto ambientale.

Ritenuto quindi, sentito il competente ufficio miniere e cave, di recepire le osservazioni delle Amministrazioni comunali e il parere del Comitato scientifico per l'ambiente nonché di proporre la configurazione del piano marmo e pietre affini ad uso ornamentale di cui all'allegato 2 e alle corografie che costituiscono l'allegato 3, che fanno parte integrante della presente deliberazione;

Considerato che, ai sensi del comma 3 dell'articolo 4 della legge regionale n. 15/1996, il piano è adottato, su proposta della Giunta regionale, con deliberazione del Consiglio regionale e che concomitantemente viene aggiornato il relativo catasto;

Vista la legge regionale n. 15/1996;

Visto il parere favorevole rilasciato dal titolare delle funzioni di Responsabile del Servizio Assetto e Tutela del Territorio dell'Assessorato ai Lavori Pubblici, ai sensi dell'articolo 72 della legge regionale n. 3/1956 e successive modificazioni e del combinato disposto degli articoli 13 - comma 1 - lett. e) e 59 - comma 2 - della legge regionale n. 45/95, in ordine alla legittimità della presente deliberazione;

Delibera

1) di adottare il piano regionale delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale costituito dagli elaborati di cui all'allegato 1 e con la localizzazione delle aree estrattive e di quelle non più suscettibili di sfruttamento secondo l'elenco e le corografie di cui agli allegati 2 e 3;

2) di affiggere all'albo notiziario dell'Amministrazione regionale l'elenco e le corografie di cui agli allegati 2 e 3, ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge regionale n. 15/1996;

3) di approvare l'aggiornamento del catasto regionale dei giacimenti di marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale secondo la configurazione di cui al precedente punto 1);

4) di sottoporre la presente deliberazione al controllo della Commissione di Coordinamento, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 8, lettere b) e g), del decreto legislativo 22 aprile 1994, n. 320.

Allegati

(...omissis...)

Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) L'argomento è stato ampiamente esaminato nelle commissioni competenti, che hanno entrambe dato un parere favorevole all'unanimità ed è stato poi oggetto di successivi approfondimenti e audizioni presso la III Commissione. A seguito di richieste di consiglieri regionali il provvedimento è stato rinviato negli ultimi due Consigli per sentire il parere dell'Associazione marmifera.

Nella sostanza, la proposta di deliberazione che si sottopone oggi all'approvazione del Consiglio non è l'approvazione di un piano, bensì è l'adozione del piano che prevede l'avvio di un iter, il quale dà la possibilità sia agli operatori del settore, ai comuni e ai singoli cittadini, di fare delle osservazioni entro 60 giorni. Dà inoltre la possibilità di eventuali nuovi inserimenti di aree di cava non individuate nel piano, sempre nel termine di 60 giorni.

Si sottolinea anche che la bozza di piano che viene presentata al Consiglio dovrà essere aggiornata ogni tre anni e comunque non oltre i tre anni, quindi potrà essere anche modificata e aggiornata in tempi successivi.

L'Amministrazione regionale ha sentito i responsabili e le associazioni del settore, ha sentito tutti i comuni, e in base alle loro proposte e alle loro determinazioni abbiamo steso questo piano che sottoponiamo all'approvazione del Consiglio, e che è il risultato di quanto in questa prima fase ha deliberato anche il Comitato scientifico. Di conseguenza, se modificazioni dovranno essere fatte all'interno di questo piano, dovranno essere fatte a seguito di segnalazioni o di cittadini o di esperti del settore, che avranno tempo 60 giorni per chiedere eventuali modifiche o integrazioni.

Ritengo quindi che, proprio per dare questa possibilità e per arrivare all'approvazione definitiva del piano, il Consiglio dovrebbe approvare tale proposta.

Presidente È aperta la discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Dujany.

Dujany (PVA) Vorrei porre alcune domande all'Assessore in merito all'iter seguito nella predisposizione di questo piano, perché qui si è intersecata l'applicazione della vecchia normativa, della quale tenevano conto sia l'incarico dato a suo tempo con delibera n. 6776/93 all'ing. Ravet che la successiva delibera del ?95, con quella introdotta dalla legge regionale 15/96, che ha totalmente innovato la precedente. Si pone un problema di correlazione fra queste due normative e in ogni caso, andando oggi alla discussione questo tema, è evidente che il Consiglio deve anzitutto porsi una valutazione di legittimità rispetto a quest'ultima legge.

A questo riguardo vorrei far rilevare che l'articolo 4 di questa nuova legge prevede che la Regione individui, sentiti i comuni e i privati, in particolare le categorie interessate, le aree ove sorgano i giacimenti dei materiali di cava. Per quanto mi è stato riferito dalle categorie interessate, mi risulta che a seguito della legge regionale approvata l'11 luglio ?96 non si sia mai trasmessa formalmente ai privati e alle associazioni interessate una bozza di proposta di piano, in modo tale che le associazioni potessero valutarne in contenuti ed eventualmente sottoporre delle proposte alla Giunta regionale perché questa, prima di adottare i provvedimenti, ne potesse vagliare il contenuto. Sotto questo profilo mi pare che non sia quindi possibile, allo stato attuale dei fatti, adottare questa delibera per non incorrere in vizi di legittimità.

Ma poi vi sono aspetti ancora più importanti di questo, al cui riguardo vorrò poi porre alcune domande all'Assessore competente.

Abbiamo avuto un piano redatto dall'ing. Ravet, che teneva conto - così come prevedeva la normativa regionale - di due atti fondamentali: il catasto regionale dei giacimenti di marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale, catasto che era stato approvato con delibera della Giunta regionale n. 3359/95; la delibera del Consiglio del 25 ottobre 1989 sulle cave di lose, che andava ad individuare quali cavi potevano essere sfruttabili in Valle d'Aosta. L'ing. Ravet ha lavorato tenendo conto, dunque, di questi contenuti che stavano a monte e il suo lavoro è in perfetta sintonia con questi due documenti fondamentali.

Dopo di che, così come prevedeva l'articolo 5 della nuova legge, si è acquisito il parere scientifico per l'ambiente: parere scientifico che è stato dato dal Comitato ai sensi ancora della legge 6/91, per cui il contenuto originario si è trovato a questo punto totalmente stravolto. Ma quello che è più grave, tanto più oggi che il Consiglio dovrebbe esaminare il contenuto di questo atto, è che non vi è una sola motivazione sul perché il piano elaborato a suo tempo dalla Giunta regionale, relativo al catasto regionale e all'altra delibera che individua gli sfruttamenti delle cave di lose, debba variare rispetto ad una scelta fatta dal Comitato scientifico. Pertanto oggi il Consiglio regionale dovrebbe approvare il piano senza minimamente conoscere le motivazioni di tale scelta, perché non c'è una sola argomentazione che possa permettere ad un consigliere di capire perché mai una cava non risulti più inserita, perché mai altre cave invece risultino inserite rispetto al passato. Mi pare quindi che sul piano dell'istruttoria della pratica questo provvedimento non metta assolutamente il consigliere in grado di poter valutare in modo adeguato il contenuto stesso, ed è evidente che è oggi che il consigliere deve adottare questo piano, è oggi che deve farne una sua valutazione e recepirne o meno i contenuti proposti.

Andando più nel concreto, abbiamo una situazione di questo genere, ed è di questo che chiedo chiarimenti all'Assessore, se è in grado di darmeli, cava per cava, situazione per situazione.

Abbiamo delle cave dichiarate in esercizio nel rapporto di sintesi degli elaborati dell'ing. Ravet e del geologo Celestino, come per esempio Aosta-Bioula, Champdepraz-Gorf, Morgex-Suzey Vineuve, che vengono dichiarate poi non più suscettibili di sfruttamento sulla base del parere del Comitato scientifico, e non si capisce assolutamente perché mai ci sia questa scelta. E io voglio capire, il Consiglio credo che abbia diritto di capire!

Ma ancora più strana è la situazione inversa, perché abbiamo cave che gli elaborati dell'ing. Ravet indicavano come dismesse, che invece all'opposto vengono inserite nel piano come aree di cave in esercizio. Allora, o l'ing. Ravet non sa fare il suo lavoro e ha indicato cave che non erano più disattivate come cave disattivate e poi non si capisce perché in realtà risulti una scelta dell'Amministrazione diversa, oppure qui c'è qualcosa che non va! Chiedo espressamente per quel che riguarda le cave di Gressoney Saint-Jean-Ecko, che fra l'altro sono state oggetto di un incidente nel corso dei lavori nei giorni passati, di Hône-Seville e di Issogne-Mure basse, perché mai l'ing. Ravet abbia indicato queste cave come dismesse, quindi non più in funzione, e perché mai invece risultino inserite nel piano come aree di cave in esercizio.

Un'ulteriore domanda riguarda le cave dichiarate potenzialmente riattivabili nella relazione generale, di cui agli elaborati Ravet-Celestino, come per esempio quelle di Villeneuve-Châtel Argent, Ayas-Crétaz, Sarre-Beauregard, Saint-Dénis-Raffort, Valtournenche-Vachère, Verrayes-Plan de Verrayes, che vengono inserite nel piano come non più suscettibili di sfruttamento senza alcuna motivazione, perché gli elaborati Ravet-Celestino, su cui si basa il piano, affermano invece che sono riattivabili. Allora qui vogliamo capire esattamente cosa sia successo.

Si inserisce in tutto questo un ulteriore aspetto. Il Comitato scientifico per l'ambiente il 9 maggio 1997, contraddicendo il parere dato nel gennaio con riferimento a questa delibera di Giunta, ha invece espresso un parere favorevole - quando nel gennaio era un parere contrario - relativamente alla coltivazione della cava di marmo verde in località Mure del Comune di Issogne, prot. 50/97, Comitato scientifico per l'ambiente, riunitosi in data 30 aprile 1997. A questo punto voglio capire perché mai nel gennaio il Comitato scientifico dava un parere negativo, perché mai oggi ci viene sottoposta una delibera che stralcia questa cava e perché mai il 30 aprile 1997 lo stesso Comitato scientifico ha dato un parere opposto.

Mi risulta poi che l'associazione, della quale porto in questa sede la voce, non essendo riuscita ad avere dei contatti con l'Assessorato competente, abbia dovuto far ricorso a telefonate notturne risalenti a ieri sera e ad incontri avvenuti di prima mattina, per avere un minimo di contatto con l'Assessore e poter arrivare alla discussione di questi contenuti. Nell'ultimo Consiglio ricordo, ed è verbalizzato, che l'Assessore aveva chiesto il rinvio della discussione di questo punto all'ordine del giorno sul presupposto dell'esigenza di sentire e di acquisire, così come dice l'articolo 5 della nuova legge, eventuali proposte di modifica che gli imprenditori del settore volevano sottoporre. Evidentemente presa alla sprovvista da una telefonata alle 22,30 di ieri e da un incontro mattutino, l'associazione non è stata in grado se non di fissare un nuovo incontro per mercoledì prossimo.

Quindi io chiederei ancora, oltre alle risposte ai quesiti che ho posto prima, risposte che chiedo puntuali cava per cava, situazione per situazione, se non sia opportuno rinviare, come lo si è già fatto per tre volte, una quarta volta questo argomento, in modo tale che le categorie interessate possano esprimere fino in fondo il loro pensiero.

Mi riservo di intervenire nel prosieguo della discussione.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (Ind) Intervengo anch'io per fare alcune osservazioni su questo atto amministrativo, che ci è stato proposto in IV Commissione il 23 aprile scorso, in occasione di un incontro abbastanza rapido con l'Assessore, sulla base delle osservazioni e dei rilievi che lui fece all'attenzione dei commissari. Ricordo che venne anche fatto osservare come fosse importante sentire preventivamente un parere da parte dei diretti interessati, da coloro cioè che eserciscono le cave di marmo e attività affini.

In quella sede ci venne dato per scontato il parere favorevole di questa categoria alle iniziative che venivano sottoposte all'attenzione della commissione.

Però nei giorni a seguire siamo venuti a conoscenza di elementi di novità, che ci hanno lasciato sconcertati. Abbiamo appreso cioè che la categoria non era stata assolutamente presa in considerazione, e questo, come diceva il Consigliere Dujany, nonostante la legge 15/96 facesse riferimento a un parere che, sebbene non vincolante, è pur sempre previsto come obbligatorio dall'articolo 4, 1° comma, della suddetta legge.

Penso che sia indispensabile, prima di procedere al voto di questo documento, sentire la categoria interessata, perché è sulla categoria interessata che si dispiegheranno gli effetti favorevoli - o meno favorevoli - di questo provvedimento, anche perché sappiamo che le cave fanno parte del patrimonio di un'azienda e quindi sono suscettibili di valore economico, essendo parte di quella disponibilità che un'impresa ha oppure non ha.

A parte le osservazioni condivisibili fatte da chi mi ha preceduto, che evidenziano come nel piano siano state inserite cave non più suscettibili di sfruttamento e invece siano state escluse cave che negli elaborati vengono dichiarate in esercizio, sarebbe importante sapere se l'Assessore intende procedere a tutti i costi, nonostante quest'assenza di confronto con le categorie, oppure se non ritiene opportuno, magari con un rinvio in commissione, analizzare approfonditamente la questione.

Sappiamo benissimo che escludere una cava, un sito, un giacimento minerario o anche un semplice trovante, significa - se fatto in maniera ingiustificata - indebolire o annullare la posizione economica di un imprenditore. Essendosi sempre dichiarato l'Assessore Lavoyer a favore dell'imprenditoria, ritengo che un atteggiamento in senso contrario di questo tipo si tradurrebbe in un esproprio senza indennizzo effettuato spudoratamente da un'autorità amministrativa senza, non dico il consenso, ma perlomeno un equo confronto con chi tale "esproprio" deve subire.

Penso che un ulteriore rinvio del documento, in attesa di un confronto che sembra sia stato fissato questa mattina con il Presidente dell'associazione per il 5 luglio, non impedisca di affrontare serenamente la questione in questo Consiglio.

Presidente Sulla proposta di rinvio presentata dal Consigliere Dujany, su cui è previsto che si pronuncino un consigliere a favore e uno contro, si è già espresso a favore il Consigliere Tibaldi.

Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) Se vogliamo intanto discutere sul rinvio, sono contrario e quindi sono favorevole affinché il Consiglio discuta questo provvedimento.

Presidente Il Consigliere Dujany ritira la proposta di rinvio? Se il Consigliere insiste sulla proposta di rinvio, la pongo in votazione:

Presenti e votanti: 33

Favorevoli: 12

Contrari: 21

Il Consiglio non approva

Presidente Si procede nella discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) È vero che quando ha parlato l'Assessore, ha puntato sul fatto che le due commissioni si sono espresse all'unanimità; però bisogna anche che sia onesto nel riconoscere che al sig. Ravet, autore di questo studio, se gli sono state lasciate dire dieci parole è già tanto. Mi sembra che già da questo fatto sia abbastanza importante capire come è passato questo regolamento.

Una sola cosa dico. Il provvedimento è stato portato con urgenza, sottolineando la necessità di normalizzare la situazione per le cave, e abbiamo dato fiducia all'Assessore; l'Assessore negli ultimi tre Consigli ha chiesto più volte il rinvio, non abbiamo avuto notizia dagli imprenditori del risultato degli incontri avuti, per cui mi sembrava serio che almeno nella sua illustrazione stamani ci dicesse di aver incontrato gli imprenditori del settore e ci comunicasse i risultati. Solo quello volevo sapere.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (RV) Prendo la parola perché sono profondamente deluso da come è stata gestita questa materia. Parto da un comunicato che è stato fatto stamani, là dove si parla di un incontro avvenuto prima di questo Consiglio e dove le parti propongono di incontrarsi il 2 luglio, per definire delle proposte di correzione al piano. Si parla anche di una bozza di piano, non si parla di piano; vorrei capire se questa è l'adozione del piano o se invece è una bozza di piano, come viene definita in quel comunicato. Anche perché non capirei come oggi noi possiamo approvare un piano, che verrebbe modificato dalle parti fra una settimana. Credo che a quel punto si dovrebbe seguire tutto l'iter previsto dalla legge.

Non ripeterò le domande che sono state poste dal Consigliere Dujany, però volevo far osservare all'Assessore che quando è stata richiesta l'audizione alla III Commissione e abbiamo sentito gli operatori del settore e i professionisti, in quel momento ci era stato consegnato un documento da parte dell'associazione, a cui era seguito l'impegno da parte dell'Assessore di analizzare quel documento e di verificare la possibilità di un intervento modificato rispetto al piano che era stato approvato dal Comitato scientifico. E ripeto: piano approvato dal Comitato scientifico, perché è già stato detto che tutto il lavoro di anni fatti dai professionisti incaricati di fare la mappa minerologica è stato completamente disatteso. Mi risulta, forse l'Assessore nella replica mi dirà il contrario, ma risulta dagli atti che tutto il lavoro fatto dai professionisti non è stato tenuto in nessuna considerazione dal Comitato scientifico. Il Comitato scientifico si è trovato in ufficio, in due ore ha assunto, forse legittimamente, delle decisioni senza motivarle, ma senza tener conto di un lavoro che ritengo io - ma credo non solo io - fatto con cognizione di causa, anche perché l'Amministrazione aveva affidato un incarico dando anche le indicazioni del tipo di piano di cui aveva bisogno.

Inoltre questo piano non recepisce la volontà politica che è stata espressa da questo Consiglio con la legge n. 15/96, perché all'articolo 4 si dice che il piano stesso è uno strumento strategico per la Regione e viene formulato avendo sentito i comuni e i privati. Ebbene, su 74 comuni ho visto solo 19 risposte; non so se i rimanenti comuni non sono stati sensibili o non sono stati interessati da questo discorso. Per quanto riguarda i privati, e per privati credo che si intendano le associazioni di categoria, queste sono state sentite stamattina prima del Consiglio. Avrei gradito che un mese e mezzo di rinvio avesse dato quanto meno la possibilità di effettuare un confronto su questo tema, che anche secondo noi è un tema rilevante per una categoria economica.

In un momento di crisi noi dovremmo avere la responsabilità e la capacità anche di recepire le istanze che vengono dagli operatori interessati ai provvedimenti che andiamo ad approvare, perché se non dovessimo tener conto di questo non svolgeremmo bene il nostro compito.

Fra l'altro nella legge n. 15/96, sempre all'articolo 4, e questo su proposta del Consigliere Borre...

(... ilarità dell'assemblea...)

... no, senza battute, non l'ho chiamato in causa perché voglio strumentalizzare la cosa, ma perché nel momento in cui si andò ad approvare una legge, c'era da parte di questo Consiglio una grossa attenzione alle problematiche sollevate dalla categoria, e giustamente il Consigliere Borre in quell'occasione fece inserire all'articolo 4, punto 9, una norma con cui è prevista un'iniziativa da parte della Regione per incentivare il settore. Credo che questo piano non vada in questa direzione assolutamente, perché abbiamo parlato di cave di lose, abbiamo parlato di una serie di altri operatori di questo settore, ma se si legge bene e a fondo questo piano, sicuramente non va in quel senso.

A mio avviso la nostra parte doveva essere quella di andare a verificare una decisione di carattere tecnico assunta da un organismo che è stato istituito legittimamente, anche se a questo proposito vorrei sapere dall'Assessore se il Comitato scientifico è costituito da tutte quelle figure previste dalla legge n. 15/96, articolo 8, perché ho il dubbio che il Comitato, che deve esprimere il parere, non sia quello previsto da questo articolo 8. Ripeto, ho qualche dubbio e gradirei che l'Assessore me lo chiarisse, se possibile.

Facendo sempre riferimento al parere espresso dal Comitato scientifico, il Comitato fra le altre cose ha fatto delle osservazioni; vorrei sapere se sono state tenute in debito conto le osservazioni che sono state fatte dal Comitato scientifico, ne cito alcune.

La prima: secondo il Comitato scientifico la carta giacimentologica che è stata redatta è incompleta, quindi il piano può essere considerato solo un censimento e non un vero strumento di pianificazione estrattiva. Se questo è vero e se ci poniamo come obiettivo quello di avere uno strumento che sia strategico in un settore, credo che questo dovrebbe essere un argomento importante.

La seconda osservazione riguarda le previsioni urbanistiche contenute nei piani regolatori comunali, cioè secondo il Comitato non venivano tenute in considerazione le valutazioni in merito ai piani urbanistici comunali, quindi il piano non era in grado di valutare i potenziali impatti ambientali delle cave così come proposte.

Ripeto, avrei gradito, tenuto conto che abbiamo rinviato il provvedimento per quasi due mesi e che il comunicato faceva riferimento ad un incontro per verificare eventuali modifiche da apportare al piano, tenuto conto altresì che dall'incontro è scaturito che i funzionari dell'Assessorato hanno accolto i suggerimenti e alcune modifiche - che ritengo sostanziali - proposte dall'Associazione marmifera, rinviare di ancora una settimana, non sarebbe stata la fine del mondo! Se non si vuole rinviare, approviamolo pure, però ritengo che questa cosa avrebbe potuto essere gestita in maniera migliore di come si è fatto.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Voyat.

Voyat (UV) Solo per ripetere una raccomandazione già fatta in commissione all'Assessore, che avrebbe dovuto verificare se era possibile inserire in questa delibera, ed è il fatto del tipo di sfruttamento.

Da tutte le altre parti lo sfruttamento soprattutto quello del marmo viene fatto con il taglio a filo; quindi sarebbe bene che anche in Valle d'Aosta ci fosse una regola affinché lo sfruttamento non debba essere più fatto con l'uso di dinamite o esplosivi, ma con il taglio a filo. A questo punto ci sarà senz'altro uno sfruttamento maggiore e migliore. Si dovrà poi precisare che il ricorso agli esplosivi è consentito solo in casi eccezionali.

Teniamo conto che dalle altre parti dove si sfrutta il marmo tutto il taglio viene fatto a filo; ci vorrà più tempo, forse guadagneranno qualcosa in meno, ma potranno sfruttare meglio e senza portare dei danni alla popolazione turistica e soprattutto alla popolazione che risiede nel territorio della Valle d'Aosta.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Borre.

Borre (UV) Assessore, il mio intervento non è della serie "non capisco ma mi adeguo"; voterò questa delibera perché sono convinto che non farà nessun danno né al territorio regionale, né ai cavatori, perché non dice niente, è un semplice censimento delle cave, a cui se ne aggiungono altre.

La cosa che invece auspicavo - già lo ha detto Parisi - era che uscisse qualcosa di diverso, ovvero un piano che partisse da una ricerca economica relativa ad uno sfruttamento che la Valle d'Aosta intendeva fare, quindi la ripresa di una certa attività che aveva portato della ricchezza e una certa consuetudine nella nostra Valle, e di conseguenza lo sfruttamento di questo materiale, perché le lose in Valle d'Aosta sono materia prima per i nostri tetti, i comuni ne indicano l'utilizzo per il rivestimento, e noi dobbiamo andare a comprarle in altri paesi.

Auspicavo che questo piano avesse centrato il problema e avesse fatto una ricerca sul territorio per individuare le cave da sfruttare per le esigenze della Valle d'Aosta e anche per l'esportazione, con lo scopo di favorire la ripresa di un'industria che era già nostra.

Quindi non mi interessano i cavatori o la forma con cui è stata presentata questa delibera, anche se è vero, dopo ci saranno delle osservazioni se si inseriranno altre cave all'interno della lista. Ma anche nella forma ho qualcosa da ridire: mi sembra strano che si arrivi con una lista di no o sì senza dare spiegazioni ai consiglieri. Io l'ho chiesta anche in commissione, l'ho avuta e mi viene difficile dire come sono state scelte quelle 12 cave che sono state ammesse e come mai sono state respinte altre, mentre dalla relazione dell'ing. Ravet si capiva benissimo quali erano quelle da escludere e quali quella da riaprire, partendo dalla strada, insomma dal discorso ambientale, e via dicendo.

Una cosa che chiedo all'Assessore, che penso si possa fare, è questa: nella lista delle cave da ripristinare, controllare quelle che avevano l'obbligo del ripristino, come la legge prescrive, quindi quelle che avevano l'obbligo di ripristinare e che hanno cessato la loro attività, che inizino il ripristino, che non passino gli anni e che sia un ripristino naturale.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Dujany.

Dujany (PVA) Sono costretto a riprendere la parola in questa fase perché il Regolamento è noto e non permette, una volta chiusa la discussione generale e data la parola all'Assessore, di poter presentare delle proposte. Quindi diciamo che metto le mani avanti, non so cosa dirà l'Assessore sui quesiti posti dal Consigliere Borre e a quelli che ho formulato io, ma il Regolamento mi costringe a mettere le mani avanti.

Pertanto, nell'ipotesi in cui la risposta dell'Assessore non dovesse essere esauriente, chiedo che venga messo a verbale nelle premesse della delibera la seguente dichiarazione:

"Rileva l'illegittimità del deliberato per violazione di legge di cui all'articolo 4, primo comma, non risultando trasmesso il piano prima della sua adozione a privati e comuni, e ottavo comma, legge regionale 11 luglio 1996, n. 15, per eccesso di potere, per contraddittorietà e per carenza di motivazione con la delibera di Giunta n. 3359/95 e con la delibera di Consiglio regionale del 25 ottobre 1989 avente ad oggetto lo studio sui giacimenti di ardesia in Valle d'Aosta e sul loro sfruttamento; inoltre il provvedimento appare viziato per eccesso di potere, poiché non motiva minimamente le scelte adottate dalla Pubblica Amministrazione, a differenza di quanto risulta motivato nello studio Ravet, rispetto ai contenuti di cui ai deliberati succitati, nonché rispetto al piano redatto dall'ing. Ravet, che risulta totalmente stravolto dal Comitato Scientifico e poi dall'organo deliberante, senza che sussista motivazione alcuna sulle scelte fatte; infine, il parere del Comitato Scientifico è stato emesso ai sensi dell'articolo 8 della legge regionale 6/91, come espressamente lui stesso afferma, e non ai sensi della nuova legge regionale 15/96 e lo stesso Comitato Scientifico, con provvedimento prot. 50/97 del 9 maggio 1997, si è già espresso in modo totalmente diverso per la cava di Issogne, località Mure, contraddicendosi con il precedente parere espresso nel gennaio ?97".

Secondariamente, al fine anche di rendere trasparente e alla luce del sole quelli che sono stati i proficui risultati degli incontri mattutini presento i seguenti emendamenti, che sarebbero già stati oggetto di accordo - così mi è stato detto da parte delle categorie - con l'Assessore e con il dr. Cerise, e che vanno nel senso di eliminare al punto 4 della delibera: "non più suscettibili di sfruttamento"... "ovvero di riconversione ambientale", e al punto 5 della delibera: "non più suscettibili di sfruttamento".

Consegnerò il contenuto degli emendamenti alla Presidenza del Consiglio, in modo da rendere trasparenti quelli che parrebbero essere gli accordi intervenuti. Se mai non lo fossero, propongo le seguenti modifiche.

Presidente L'articolo 44 del Regolamento dice che ogni consigliere può chiedere che nel verbale della seduta si faccia constare di una sua dichiarazione o del suo voto e dei motivi del medesimo.

Se nessun altro consigliere chiede la parola, chiudo la discussione generale.

Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) Mi riservo di esaminare gli emendamenti quando mi saranno sottoposti.

Mi pare che le motivazioni della discussione siano tutte incentrate in primo luogo sul non voler recepire l'iter di approvazione definitiva di questo piano da parte di qualcuno, e in secondo luogo sulla confusione di eventuali incontri fatti, non fatti, notturni, mattutini, sottolineati dal Consigliere Dujany.

Posso solo dire che sono rimasto stupito delle osservazioni fatte a suo tempo dal Consigliere Dujany e quando ho sentito i responsabili dell'associazione, questi erano convinti che il Consiglio avesse già avviato l'iter della pratica. L'incontro che aspettavano le associazioni marmifere era l'incontro successivo all'adozione del provvedimento che avviava la possibilità, a seguito di osservazioni, di apportare delle modifiche alla delibera. Questo è l'equivoco di fondo da chiarire, perché per quanto attiene l'incontro che l'Assessore doveva avere a seguito del rinvio del provvedimento da parte dello scorso Consiglio, questo è stato fatto con i responsabili del settore e in quella sede è stato ribadito che in questa fase non c'era da parte della Giunta la volontà di modificare il provvedimento, proprio perché l'iter prevede che entro i 60 giorni sia i responsabili dei settori dell'associazione, sia i singoli cittadini che i comuni, possono fare tutte le osservazioni che vogliono. Sulla scorta di queste osservazioni il Consiglio poi prenderà le determinazioni per l'approvazione definitiva del piano. Infatti parrebbe problematico in questa fase andare a inserire anziché un'altra, o togliere una cava anziché un'altra. In questa prima fase c'è stata l'elaborazione di un lavoro che è stato supportato dal punto di vista tecnico, e non come dice il Consigliere Dujany, che l'Amministrazione regionale non ha mai sentito l'associazione, ma c'è tanto di documentazione che ho già fatto vedere in commissione e che produrrò anche al Consigliere Dujany, che abbiamo inviato all'Associazione industriali, all'Associazione marmiferi, a tutti i comuni informando loro che l'Amministrazione stava predisponendo questo piano e chiedendo loro eventuali segnalazioni di cave che potevano essere attivate. Sulla base di tali segnalazioni lo studio dell'ing. Ravet è andato ad esaminare tutte le cave che sono state segnalate o in attività oppure cave nuove.

Sulla scorta di questa documentazione il Comitato scientifico ha espresso un parere, che voglio sottolineare riprendendo un'osservazione fatta dal Consigliere Parisi, che sembrava quella più complessa. Il parere non deve essere prodotto in base all'articolo 8 della legge che parla di conferenza dei servizi, perché quell'articolo si riferisce solo all'autorizzazione delle singole cave, che è una procedura successiva al censimento al catasto, altrimenti si fa confusione fra censimento delle cave, il catasto, perché ci può essere nel catasto una cava che nel censimento non viene considerata attiva, ma è accatastata. È una procedura totalmente diversa quella dell'esame della singola autorizzazione, della durata dell'autorizzazione, del progetto, che prevede i tempi di sfruttamento, le modalità, la durata dello sfruttamento, le quote, le sezioni; questa è una procedura totalmente diversa che viene avviata e articolata con le procedure dell'articolo 8 della legge. Altra cosa è il parere del Comitato scientifico, che deve esprimersi su questo documento di pianificazione.

Rispondendo al Consigliere Borre, può anche darsi che questo documento non sia sufficientemente articolato dal punto di vista degli aspetti economici che lo stesso va a determinare, però è un primo elemento importante, è la prima volta che l'Amministrazione regionale approva un documento di pianificazione per questo tipo di settore. Voglio sottolineare che comunque non oltre i tre anni può essere rivisto, ma ciò non vuol dire che non possa essere rivisto anche prima. Quindi c'è un costante aggiornamento di questa documentazione.

Inoltre le valutazioni fatte in questo momento tengono conto non tanto delle potenzialità, ma del reale sfruttamento di queste cave; se alcune di queste cave non vengono sfruttate nell'arco di tre anni al massimo, è inutile inserirle in questo piano, che deve invece tenere conto delle reali potenzialità di queste cave. Infatti, sentendo gli operatori del settore al di là di quella che è stata la memoria che hanno presentato, sulla quale se vuole, Consigliere Dujany, le posso rispondere punto per punto anche sui riferimenti legislativi relativi alla legge 61/93, che già allora prevedeva la stesura del piano regionale delle attività estrattive, che estendeva il regime autorizzativo anche al marmo, l'associazione ha individuato 4-5 cave che possono essere prese in esame con una dovuta documentazione e motivazione.

Allora noi potremmo dal punto di vista politico esaminare un'eventuale integrazione e modificazione di questo piano sulle segnalazioni che ci verranno fatte o dai singoli cittadini, o dai comuni, o dagli operatori dei settori. Ci parrebbe azzardato in questa fase proporre l'inserimento oppure lo stralcio di cave (e non so con quali criteri il Consigliere Dujany lo farebbe); per quanto compete la Giunta abbiamo ritenuto che non era questa la fase per andare a modificare il piano.

Non sono laureato in legge, forse per questo non capisco tutte le parole contenute nella premessa che ha prima letto il Consigliere Dujany, ma dal punto di vista della legittimità ho l'assicurazione da parte degli uffici che l'atto è del tutto legittimo. Ma non solo, gli uffici sono stati interpellati successivamente sulle osservazioni che il Consigliere Dujany ha già presentato ampiamente in diverse sedute di commissione. Abbiamo chiesto una memoria scritta da parte degli uffici, che ci hanno garantito che l'atto è legittimo. D'altro lato penso che la competenza sulla legittimità degli atti non attenga all'Assessore, bensì al funzionario che redige l'atto stesso. Quindi da questo punto di vista non posso che rispondere al Consigliere Dujany di aver avuto ampia assicurazione dai responsabili dell'ufficio che l'atto è legittimo.

Per quanto riguarda l'entrare nel merito delle singole cave, sono disponibile a fornire tutta la documentazione che il Consigliere Dujany vorrà richiedere agli uffici competenti...

(... intervento del Consigliere Dujany, fuori microfono...)

... non posso in questa sede entrare nel dettaglio delle singole cave. Il Consigliere Dujany è libero di chiedere quello che vuole...

(... nuovo intervento del Consigliere Dujany...)

... Presidente, io non ho interrotto il Consigliere quando ha fatto il suo intervento...

Presidente ... per favore, Consigliere Dujany...

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) ... a me pare che il parere del Comitato scientifico, che può essere condivisibile o meno, comunque è - così come è stato prodotto anche in commissione - sufficientemente motivato. I pareri negativi sono motivati, poi possono essere condivisibili o meno, ma sono tutti quanti motivati o per aspetti di tipo paesaggistico, o perché non conformi con le previsioni del PTP, comunque ogni parere sia positivo che negativo è ampiamente motivato.

Volevo anche sottolineare che l'incontro che ho avuto stamani con il responsabile dell'associazione era per chiarire l'equivoco di fondo. Infatti il responsabile dell'associazione era convinto che il Consiglio avesse già avviato l'iter. L'incontro quindi avverrà non per mettere in discussione questo deliberato, ma per recepire osservazioni nelle modalità che la legge prevede e con i passaggi e le procedure che la legge prevede, acquisendo i pareri dell'Assessorato e del Comitato scientifico stesso. Dopo di che il Consiglio dovrà approvare definitivamente l'atto a seguito dell'esame preventivo da parte delle commissioni competenti.

Per queste motivazioni a me pare anche dagli incontri che ho avuto io, non so se Dujany parla con altri responsabili dell'associazione, che vi sia attesa da parte dell'associazione che il Consiglio adotti questo provvedimento e il Consiglio finalmente lo approva.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Dujany per dichiarazione di voto.

Dujany (PVA) Non invidio il mio collega Borre, che si è permesso di fare anche lui le stesse domande senza scendere forse nel dettaglio, come ho fatto io, sul perché certe cave siano diventate non più oggetto di sfruttamento e sul perché altre lo siano diventate a seguito del parere del Comitato scientifico rispetto ad un progetto iniziale dell'ing. Ravet, che invece motivata - quello sì - cava per cava, perché l'una venisse inserita, perché l'altra non lo fosse. Dopo di che abbiamo veramente in questo caso la vittoria della burocrazia, non dobbiamo lamentarci a questo punto di una politica che conta sempre meno, perché abbiamo un comitato tecnico che esprime un suo parere, non mette in condizioni minimamente un consigliere di poter capire il perché. L'Assessore mi dice che fuori da questa sede mi darà dei documenti, quando io invece devo votare in questa sede; mi stupisce che quest'aula possa accettare un metodo di confronto di questo livello. Secondo me questa è proprio una rinuncia alla democrazia ed è una rinuncia a che questo Consiglio abbia veramente un ruolo attivo e non sia meramente una sala in cui si alza un dito senza mai cercare di capire.

Non abbiamo ricevuto una sola risposta sui temi generali relativi a questa delibera, individuati da una serie di consiglieri ed esplicitati in modo chiaro dal Consigliere Borre: nulla! Evidentemente in questa situazione non potrà che essere negativo il voto, tranne che non ci sia l'adesione - e su questo ancora l'Assessore non si è pronunciato - a quegli emendamenti che rappresentano la volontà delle categorie e che noi sosterremo.

Un ultimo aspetto riguarda la trasmissione ai comuni e agli interessati. La trasmissione ai comuni è quella che viene richiamata nel deliberato, là dove si dice che l'ing. Ravet anche sulla base delle indicazioni dei comuni e dei privati ha provveduto alla stesura di un piano; ma qui abbiamo una normativa che imponeva alla Giunta di trasmettere la bozza di piano, quella sì che era bozza e non quella di cui si discute oggi, alle categorie interessate ed ai comuni, permettendo loro di esaminarla, per poi raccogliere tutte le proposte e mettere in condizioni quest'aula consiliare di vagliarle e di decidere in merito.

Purtroppo di tutto questo non c'è nulla, quindi noi non votiamo al buio senza capire.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Borre.

Borre (UV) Per dichiarazione di voto. Vorrei pregare il Consigliere Dujany di non pensare per Borre, perché ci riesce a pensare, e di cercare di capire quello che dice Borre, perché Borre ha detto che questa delibera gli va bene perché successivamente faranno le osservazioni.

Speravo che fosse arrivato un piano in quest'aula, ma questa delibera non cambierà niente, è solo una lista di cave, e la voto.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Voyat.

Voyat (UV) Per dichiarazione di voto. Anche se l'Assessore non mi ha ancora risposto...

(... ilarità dell'assemblea...)

... o almeno non mi ha ancora assicurato su quanto mi aveva già detto in commissione, chiedo che l'Assessore, ma in particolare la Giunta, si impegni su questo fatto del tipo di sfruttamento, perché è una cosa estremamente importante. A Donnas ci sono dei problemi per una cava perché viene sfruttata con esplosivo; se fosse sfruttata in modo tradizionale come in Liguria, in Toscana o nel Lazio, dove ci sono le più grosse cave di marmo, forse questi problemi non li avremmo!

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (RV) Sinceramente mi aspettavo anch'io delle risposte di carattere politico in merito ai quesiti di carattere politico che avevo posto con il mio intervento. Probabilmente le cose erano già state prestabilite, per cui qualunque tipo di intervento susseguente sembra impossibile.

Volevo solo far presente in merito alle lose, e questo è un invito che faccio alla Giunta ma anche all'Assessore Agnesod, che qui si danno dei contributi per delle lose che vengono dalla Norvegia; visto che la Norvegia è fuori dalla CEE non vorrei che un domani qualcuno sollevasse questo problema e ci fossero dei provvedimenti, perché credo che non sia consentito dare dei contributi a prodotti che non provengono dalla CEE. Potrei essere anche fuori tema, ma lo dico ugualmente, dal momento che non si vuole tenere conto di un problema che è stato sollevato e al quale purtroppo risposte non sono venute.

Capisco, Consigliere Borre, che questo piano sarà rivisto; ma avremmo gradito poter essere noi a fare tutto un discorso, una proposta politica basata su degli elementi concreti, sull'analisi di un settore che in futuro potrebbe entrare fortemente in crisi e creare problemi occupazionali in Valle. Avremmo gradito che, vista tutta una serie di interventi e di discorsi fatti in passato, che si tenesse conto di una categoria operativa ed economica esistente in Valle d'Aosta. Era questo l'augurio che ci eravamo fatti. Prendiamo atto che questo non siamo riusciti a farlo, non ne conosco il motivo, però avremmo gradito che si fosse fatto questo.

Per questi motivi ci asterremo su questa proposta di piano, salvo che non venga una risposta affermativa in merito a quelle modiche, che credo siano sostanziali, sulle quali credo ci sia stato un accordo di massima con l'Assessore, se è vero quanto ci è stato detto dal rappresentante dell'associazione, e con questo non voglio aprire polemiche. Però il rappresentante della categoria questa mattina ci ha comunicato di questo incontro, ci ha fatto presente il comunicato, ci ha confermato la sua disponibilità ad effettuare alcune modifiche che ritengono sostanziali e risolutive di alcune esigenze della categoria, esigenze che sono state recepite in questi emendamenti, per cui se questa risposta affermativa da parte dell'Assessore dovesse avvenire, il nostro atteggiamento sicuramente cambierebbe.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (Ind) Non mi sembra che l'Assessore abbia dato risposte puntuali a tutti i quesiti sollevati dai consiglieri. L'Assessore ha cercato di giustificare una situazione procedurale che non è stata assolutamente osservata, anzi in Commissione, come avevo già avuto occasione di dire, a noi è stata detta una cosa, sono state date rassicurazioni in merito all'assenso che la categoria dei gestori delle cave aveva fornito a proposito di questo documento, mentre in realtà abbiamo verificato che le cose sono andate in direzione diametralmente opposta.

Quindi non mi sembra che questo sia un atto pianificatorio fondato su elementi razionali, anzi mi è parso più di capire che si tratti di un atto di forza, di un braccio di ferro che si è consumato fra l'associazione e l'Assessore, che ha visto la vittoria della prepotente autorità nei confronti di una categoria di persone che in Valle d'Aosta producono e pagano le tasse. Categoria, il cui rappresentante stamani in extremis ha dovuto accettare obtorto collo e sottoscrivere un documento compromissorio, che è stato poi trasmesso in forma di comunicato-stampa dell'Assessore.

Non penso che siano questi i percorsi e le strategie politiche da adottate avanti per pianificare, come si vuol fare da parte di questa Giunta, l'economia valdostana, perché se questa è la sensibilità che una classe politica ha nei confronti delle singole esigenze di categorie imprenditoriali ritengo che sia completamente sbagliata e profondamente dannosa.

Quindi, pur apprezzando la disponibilità dell'Assessore a fornirci elementi - disponibilità che fra l'altro è stata anche manifestata questa mattina, in occasione di un'altra discussione relativa alla legge sui lavori pubblici - oggi i consiglieri sono impossibilitati di esprimere una serena valutazione su questo documento. Dichiaro quindi la mia astensione.

Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) Nel dichiarare voto favorevole sul provvedimento, volevo sottolineare alcuni aspetti. Mi sono dimenticato di rispondere al Consigliere Tibaldi, nel senso che in commissione l'Assessore non ha detto che c'era il parere favorevole dell'associazione, ma che aveva sentito l'associazione per informarla di qual era l'iter. Sono due cose completamente diverse. Il Consigliere Tibaldi in commissione votò il documento in modo favorevole.

Chiaramente i successivi sviluppi non hanno nulla a che vedere dal punto di vista del contenuto e dell'impostazione del documento, ma sono sviluppi che potrei definire, in modo elegante, "strumentali".

Per rispondere a Dujany, non è che non voglio rispondere puntualmente sulle cose, ma voglio evitare di dare delle risposte approssimative. Posso fare un esempio per tutti, in modo che si possa capire come mai ci possono essere delle discrepanze sul piano redatto da Ravet e sul deliberato della Giunta, indipendentemente dal parere del Comitato scientifico. Dujany sottolineava la cava di Bioula, che è una di quelle che tutti i consiglieri conoscono; nel momento in cui Ravet stese il piano era una cava in esercizio, il professionista ha detto che quella era una cava in esercizio, successivamente i proprietari della cava hanno richiesto agli uffici competenti il prolungamento dell'autorizzazione, che è stato concesso per un certo periodo con delle condizioni di sistemazione della cava stessa, dopo di che anche su parere del Comune di Aosta la conferenza dei servizi ha dato parere negativo. Pertanto in questo momento l'atto non può che recepire lo stato di fatto attuale. Quindi vorrei evitare di dare delle risposte approssimative magari su un elemento puntuale come questo. Ci sono delle discrepanze perché bisogna vedere qual è l'iter che cave che sono già in attività hanno avuto dal punto di vista dell'autorizzazione singola rispetto all'atto di programmazione generale o di catasto delle stesse. Questa è la motivazione, e non quella che non voglio dare delle risposte.

Volevo dire al Consigliere Parisi che non è stato assolutamente stravolto lo studio fatto dai tecnici, infatti il Consigliere Parisi nei 60 giorni vedrà che le osservazioni su questo atto da parte di tutte le categorie interessate, da parte dei comuni e da parte dei singoli cittadini saranno dal punto di vista numerico perlomeno irrilevanti.

Sugli emendamenti vorrei dire che non vi è stato nessun impegno da parte dell'Assessore. In sede di incontro con l'Assessore e con il funzionario Cerise è stata richiesta un'eventuale revisione di questa terminologia, che puntualmente il Consigliere Dujany riprende. Vorremmo poter esprimere un giudizio positivo o negativo su queste osservazioni nel pacchetto complessivo delle osservazioni che eventualmente l'associazione ci farà; ci riserveremo quindi in quella sede di accettare o non accettare. In linea di principio non c'è un atteggiamento pregiudiziale negativo nei confronti di queste osservazioni, però in questa sede, visto che questo va comunque ad incidere su un'impalcatura complessiva, vorremmo riservarci di verificare il tutto in seconda istanza. Quindi ci asterremo sugli emendamenti.

Presidente Volevo precisare, Consigliere Dujany, che si intendono emendamenti agli allegati, per cui pongo in votazione prima la delibera e poi nel votare gli allegati pongo in votazione gli emendamenti presentati. D'accordo?

Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) Per ribadire quello che ho già detto in commissione sulla proposta fatta dal Consigliere Voyat, che riteniamo una proposta sensata. C'è l'impegno da parte della Giunta di andare nella direzione di utilizzare al minimo l'esplosivo, anche per ovvii motivi di carattere ambientale e per i danni acustici che gli stessi producono.

Presidente Possiamo comunque porre in votazione prima gli emendamenti del Consigliere Dujany all'allegato 2, punto 4, di cui do lettura:

Emendamenti Eliminare al punto 4 della delibera:

"non più suscettibili di sfruttamento"... "ovvero di riconversione ambientale";

Eliminare al punto 5 della delibera:

"non più suscettibili di sfruttamento".

Presenti: 33

Votanti: 15

Favorevoli: 11

Contrari: 4

Astenuti: 18 (Agnesod, Bavastro, Bionaz, Borre, Ferraris, Lavoyer, Louvin, Mafrica, Perrin C., Perrin G.C., Perron, Piccolo, Rini, Stévenin, Vallet, Vicquéry, Viérin D. e Voyat)

Il Consiglio non approva

Presidente Pongo in votazione la delibera con gli emendamenti della III e IV Commissione:

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 22

Astenuti: 11 (Aloisi, Chiarello, Collé, Dujany, Lanièce, Lanivi, Marguerettaz, Parisi, Rocchio, Tibaldi e Viérin M.)

Il Consiglio approva

Presidente Con questa votazione il Consiglio è terminato ed è aggiornato a mercoledì 2 luglio.

La seduta è tolta.