Oggetto del Consiglio n. 2593 del 21 maggio 1997 - Resoconto
SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 22 MAGGIO 1997
OGGETTO N. 2593/X Approvazione del procedimento per l'affidamento della futura gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent. Delega alla Giunta per la trattativa privata con la Finoper S.p.A..
Deliberazione Il Consiglio
Ricordato che il Consiglio regionale con provvedimento n. 2265/IX del 7 giugno 1991 approvava di diramare un pubblico avviso per invitare tutte le società interessate alla concessione per la gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent;
Atteso che:
- in applicazione della deliberazione del Consiglio regionale sopracitata è stato diramato l'avviso pubblico;
- il Consiglio regionale con provvedimento n. 2995/IX in data 10 gennaio 1992 ha preso atto che tra le varie società che avevano inviato la documentazione, solo la società SITAV aveva prodotto la documentazione idonea ad attestare il possesso dei requisiti previsti dall'avviso pubblico e delegava conseguentemente la Giunta regionale ad avviare la trattativa privata con la predetta società;
- la società FINOPER presentava ricorso al T.A.R. Valle d'Aosta per chiedere l'annullamento della deliberazione del Consiglio regionale n. 2995/IX del 10 gennaio 1992 che escludeva la predetta società dalla gara;
- il T.A.R. Valle d'Aosta con sentenza n. 103/1992 respingeva il ricorso proposto dalla società FINOPER;
- la società FINOPER proponeva ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del T.A.R. Valle d'Aosta n. 103/92 e il giudice di II° grado con decisione n. 362, in data 30 marzo 1993, accoglieva il ricorso proposto dalla FINOPER e per effetto annullava la deliberazione del Consiglio regionale 2995/IX del 10 gennaio 1992;
- il Consiglio regionale con provvedimento n. 74/X in data 26 luglio 1993 ribadiva la validità ed efficacia della deliberazione n. 2265/IX del 7 giugno 1991 e dell'avviso ivi approvato deliberando di riconoscere la validità delle domande pervenute in termini da parte delle società e di riprendere il procedimento per il rinnovo della concessione del Casinò di Saint-Vincent dal momento precedente alla selezione;
- con provvedimento n. 75/X del 26 luglio 1993 il Consiglio regionale provvedeva alla nomina della Commissione per la valutazione dei documenti inviati;
Richiamata la precedente deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X, in data 4 novembre 1993, con la quale si prendeva atto delle risultanze della valutazione effettuata dall'apposita Commissione e si stabiliva, sulla base delle risultanze di detta Commissione, che la Società SITAV S.p.A. poteva essere ammessa alla trattativa prevista per l'eventuale affidamento della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent e si delegava la Giunta ad avviare la trattativa privata con la Società in questione per il rinnovo della concessione;
Atteso che con ricorso proposto al T.A.R. della Valle d'Aosta la Società FINOPER chiedeva l'annullamento della deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X del 4 novembre 1993 e di ogni atto presupposto, connesso e conseguenziale, ivi compresa la relazione della Commissione in data 30 settembre 1993;
Vista la sentenza n. 65/94, in data 20 maggio 1994, con la quale il T.A.R. Valle d'Aosta accoglieva il ricorso proposto dalla FINOPER e conseguentemente annullava la deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X ivi compresa la relazione della Commissione;
Atteso, inoltre, che la Società SITAV S.p.A. proponeva appello al Consiglio di Stato per la riforma della sentenza del T.A.R. Valle d'Aosta 20 maggio 1994, n. 65;
Dato atto che il Consiglio di Stato con decisione n. 817/95, in data 11 luglio 1995, depositata in data 16 ottobre 1995, rigettava l'appello proposto dalla Società SITAV e conseguentemente confermava la sentenza del T.A.R. Valle d'Aosta n. 65/94;
Constatato che, in ottemperanza alla decisione n. 817/95 del Consiglio di Stato, il Consiglio regionale con provvedimento n. 1658/X, in data 23 novembre 1995, deliberava:
1) di dare atto che esclusivamente le Società FINOPER S.p.A. e SITAV S.p.A. hanno presentato, alla data prestabilita del 10 settembre 1993, la documentazione integrativa a precisazione dei requisiti di idoneità di cui al punto 4) del dispositivo della deliberazione del Consiglio regionale n. 74/X del 26 luglio 1993;
2) di riprendere il procedimento per il rinnovo della concessione del Casinò di Saint-Vincent dal momento antecedente alla deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X del 4 novembre 1993, annullata dal Giudice amministrativo di I° grado ed il cui annullamento è stato confermato dal Consiglio di Stato, e cioè dalla convocazione della Commissione di cui alla deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X in data 26 luglio 1993;
3) di invitare le Società FINOPER S.p.A. e SITAV S.p.A. a confermare l'esistenza dei requisiti previsti alla data del 15 luglio 1991, confermati alla data del 30 luglio 1993, ed a dimostrarne il permanere, alla data del 31 ottobre 1995;
Ricordato altresì, che con successivo provvedimento n. 1659/X, in data 23 novembre 1995, il Consiglio regionale provvedeva, a seguito della presa d'atto delle dimissioni presentate dai componenti della Commissione, nominata con deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X, in data 26 luglio 1993, a nominare altra Commissione per la valutazione dei documenti già presentati dalle Società FINOPER S.p.A. e SITAV S.p.A., riferiti alla data del 15 febbraio 1991 e confermati alla data del 30 luglio 1993, nonché per l'esame della documentazione da presentare dalle Società stesse per confermare l'esistenza e dimostrare il permanere dei requisiti alla data del 31 ottobre 1995;
Atteso che, con ricorso proposto al T.A.R. della Valle d'Aosta, la Società FINOPER S.p.A. chiedeva l'annullamento delle deliberazioni del Consiglio regionale n. 1658/X e n. 1659/X del 23 novembre 1995;
Dato atto che con sentenza n. 85/96 in data 20 marzo 1996, depositata in data 18 aprile 1996, il T.A.R. della Valle d'Aosta accoglieva il ricorso della Società FINOPER e, per l'effetto, annullava le deliberazioni del Consiglio regionale n. 1658/X e n. 1659/X del 23 novembre 1995, statuendo che:
a) l'effetto del giudicato copre l'esclusione dalla procedura della Società SITAV;
b) la Commissione non può essere rinnovata senza opportuna, congrua ed espressa motivazione;
c) la procedura di preselezione deve essere, quindi, ripresa nei confronti della sola Società FINOPER dal momento della convocazione della Commissione di cui alla delibera 26 luglio 1993 n. 75/X e deve essere proseguita con la valutazione da parte della Commissione stessa dell'esistenza o meno dei requisiti 5 (patrimonio o garanzia equipollenti di almeno quaranta miliardi a garanzia del livello di introiti attuale) e 7 (disponibilità di infrastrutture accessorie alla Casa da Gioco o di acquisti sufficienti a rilevarle o costruirle) in capo a detta Società;
Atteso che la Commissione per la valutazione dei documenti, nominata con deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X del 26 luglio 1993 e con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 1190 del 20 settembre 1993, dopo aver sospeso le proprie dimissioni precedentemente rassegnate, ha espresso e rinnovato - in considerazione delle motivazioni contenute nella sentenza del T.A.R. per la Valle d'Aosta n. 85/95 - la propria disponibilità a riesaminare i punti 5) e 7);
Ricordato che la predetta Commissione, in data 6 giugno 1996, ha ritenuto opportuno, in conformità ai contenuti della sentenza, di richiedere alcuni chiarimenti sulla documentazione già prodotta a suo tempo dalla Società FINOPER e, precisamente:
a) bilancio della COIMAR S.p.A. al 30 giugno 1991 e al 30 giugno 1992 o, in caso di predisposizione dello stesso riferito a fine anno, alle date del 30 dicembre 1991 o del 30 dicembre 1992;
b) documentazione relativa alle procedure e modalità per l'assegnazione e l'erogazione del contributo in conto capitale di Lire 167,8 miliardi da parte del Ministero della Marina mercantile;
Considerato che:
- in data 16 luglio 1996 la Commissione di cui trattasi ha redatto il rapporto conclusivo sull'esistenza dei requisiti 5) e 7) da cui risulta difettare in capo alla FINOPER alla data del 15 luglio 1991 il requisito n. 5 ed essere perlomeno dubbia la titolarità del requisito n. 7;
- il Consiglio regionale, con deliberazione n. 2129/X del 26 settembre 1996, prendeva atto delle risultanze del supplemento al rapporto conclusivo della Commissione per la valutazione dei requisiti 5 e 7 in forza delle quali risultava difettare in capo alla FINOPER il requisito 5 e risultava per lo meno dubbia la titolarità del requisito n. 7, stabilendo che la gara aveva avuto esito infruttuoso e che, conseguentemente, si sarebbe dato luogo ad una nuova gara ad evidenza pubblica;
- avverso tale provvedimento del Consiglio regionale, la FINOPER con ricorso notificato in data 4 novembre 1996 proponeva ricorso al T.A.R. Valle d'Aosta chiedendo l'annullamento della deliberazione del Consiglio regionale sopracitata, del supplemento di rapporto conclusivo della Commissione e chiedeva altresì la sospensione cautelare dei provvedimenti di cui trattasi;
Atteso che il T.A.R. per la Valle d'Aosta con sentenza n. 25/97, in data 22 gennaio 1997, depositata in data 19 febbraio 1997 ha accolto il ricorso proposto dalla Soc. FINOPER ed ha conseguentemente annullato tutti i provvedimenti impugnati e precisamente:
a) la deliberazione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta del 26 settembre 1996 n. 2129/X, recante "procedimento per l'affidamento della futura gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent. Presa d'atto della valutazione effettuata dalla commissione relativamente ai requisiti 5 e 7 della società FINOPER S.p.A.;
b) il "supplemento al rapporto conclusivo della commissione per la valutazione dei documenti inviati e per la formulazione della proposta di preselezione per l'affidamento della futura gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent, redatto a seguito della sentenza 20 marzo - 18 aprile 1996 n. 85/96" del T.A.R. della Valle d'Aosta;
Ritenuto, pur nella convinzione della fondatezza dei propri atti, al fine di non procrastinare ulteriormente l'affidamento ad un privato della gestione della Casa da Gioco, di ottemperare alla sentenza del T.A.R. Valle d'Aosta n. 25/97, avviando la trattativa con la Società FINOPER;
Visti i pareri favorevoli rilasciati dal Capo di Gabinetto e dal Dirigente del Servizio Affari Generali e Legali della Presidenza della Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 72 della legge regionale n. 3/1956 e successive modificazioni, e del combinato disposto degli articoli 13 - comma 1 lett. e) e 59 - comma 2 - della legge regionale n. 45/1995, sulla legittimità della presente deliberazione;
Delibera
1) di prendere atto dell'accoglimento da parte del T.A.R. della Valle d'Aosta del ricorso proposto dalla Società FINOPER e del conseguente annullamento di tutti i provvedimenti impugnati in premessa specificati;
2) di prendere atto altresì che in conseguenza della sentenza del T.A.R. Valle d'Aosta n. 25/97 la sola Società FINOPER risulta ammessa alla trattativa privata;
3) di delegare, conseguentemente, la Giunta regionale ad avviare la trattativa privata con la Società FINOPER per l'affidamento in concessione della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent;
4) di precisare che la trattativa dovrà essere finalizzata, attraverso una convenzione la cui scadenza non superi la data del 31 dicembre 2003, al conseguimento, in particolare, dei seguenti risultati:
a) l'acquisizione da parte della Regione entro 18 mesi dalla sottoscrizione della convenzione, dei beni immobili ritenuti dalla Regione stessa funzionali all'attività della Casa da Gioco;
b) il controllo della Regione sugli aspetti societari, patrimoniali e gestionali della Società concessionaria;
c) l'accettazione del piano di sviluppo della Casa da Gioco predisposto dalla Gestione straordinaria;
d) l'assolvimento, da parte della Società concessionaria, degli obblighi previsti dall'articolo 7 della legge regionale 21 dicembre 1993, n. 88, il recepimento ed il rispetto della regolamentazione riguardante le assunzioni di personale presso la Casa da Gioco approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 2399/X del 5 febbraio 1997 nonché l'esclusione di oneri a carico della Regione per il personale;
e) l'utilizzazione, a valori congrui, su licenza della Regione del logo della Casa da Gioco, del Software gestionale e del relativo Hardware;
f) l'impegno a rilevare dalla Regione o dalla Gestione straordinaria l'arredamento, il materiale da gioco ed attrezzature varie utilizzate per la gestione della Casa da Gioco;
g) l'esclusività ed il divieto di gestione diretta o indiretta di altre attività di gioco, concorrenziali con la Casa da Gioco;
h) l'impegno di avere la sede legale e fiscale nella Regione Valle d'Aosta, per la durata della convenzione;
5) di impegnare la Giunta a relazionare alla IV Commissione consiliare sugli sviluppi della trattativa;
6) di rinviare, in caso di esito positivo della trattativa privata, a successivo provvedimento l'approvazione del contratto di concessione alla Società FINOPER S.p.A. della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent;
7) di dare atto che la presente deliberazione non è soggetta al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta in quanto non compresa nelle categorie indicate nell'articolo 8 del decreto legislativo 22 aprile 1994, n. 320 e di darne esecuzione.
Président Nous allons discuter aujourd'hui l'objet n° 17 à l'ordre du jour.
Avant de donner la parole au Président du Gouvernement, je voudrais rappeler au Conseiller Chenuil que le Conseil était convoqué à 9h15. La parole au Président du Gouvernement, Viérin Dino.
Viérin D. (UV) Conformément aux choix et aux volontés toujours exprimées ainsi qu'aux engagements pris, le Gouvernement soumet aujourd'hui à votre attention une délibération pour déclarer formellement terminée la phase de présélection et admettre la Société Finoper au marché négocié prévu pour l'attribution de la gestion du casino de Saint-Vincent, et parallèlement vous demander d'être délégués à l'effet d'entamer ledit marché sur la base des indications que ce Conseil voudra bien lui fournir.
Et ce, tout en étant convaincus du bien-fondé de ses actions, et en prenant acte du jugement du Tribunal administratif de la Vallée d'Aoste, avec l'affirmation d'une volonté ultérieure, à savoir celle de ne pas proroger le délai de la présélection et de atteindre ainsi l'objectif de la gestion par un particulier de la maison de jeu.
Sur la base de ces considérations le Gouvernement vous propose de prendre acte du fait que le Tribunal administratif régional de la Vallée d'Aoste a accueilli le recours qui avait été introduit par la Société Finoper et par conséquent a annulé tous les actes contestés; que suite à ce jugement seule la Société Finoper est admise au marché négocié; de mandater le Gouvernement à ouvrir les négociations avec la Société Finoper en vue de l'attribution de la gestion de la maison de jeu de Saint-Vincent, mais de prévoir que ces mêmes négociations, qui auront pour but la signature d'une convention, devront être orientées vers une série d'objectifs, de façon que ce soit le Conseil, l'Assemblée tout entière à fixer les orientations générales et que le Gouvernement puisse ouvrir ces négociations sur la base d'un examen, qui a déjà été fait au préalable par cette Assemblée, pour définir les objectifs que l'Administration régionale veut atteindre par cette négociation.
Nous avons présenté toute une série de suggestions, tout d'abord en ce qui concerne la durée de ce contrat. Il est indiqué dans la délibération que le terme de cette convention ne devra pas dépasser le 31 décembre 2003, sur la base d'orientations qui avaient déjà été exprimées par cette assemblée en 1993. On s'était déjà à l'époque penché sur cet aspect et on avait donné comme orientation celle de prévoir une durée qui ne dépasse pas une certaine limite.
Il y a également la nécessité de prévoir d'autres objectifs et donc de demander au Gouvernement d'obtenir d'autres résultats:
- L'achat de la part de la Région, sous 18 mois de la souscription de la convention, des biens immobiliers que celle-ci jugera utiles à l'activité de la maison de jeu. Là également je reprends des thèmes qui avaient déjà été examinés et même formalisés avec la présentation au mois de décembre 1993 à l'attention de cette Assemblée d'une ébauche de convention et de contrat. Il s'agit d'atteindre cet objectif que depuis toujours l'Administration régionale s'est fixée, qu'on a défini sous le terme de "rottura dell'accerchiamento", même si aujourd'hui les conditions se sont modifiées, le problème en tant que tel demeure dans toute son importance et donc il est nécessaire de le définir.
- Ensuite le contrôle de la Région sur toutes les questions touchant à la Société, au patrimoine et à la gestion de la Société concessionnaire. Là aussi nous reprenons une requête déjà formulée en 1993 qui devrait permettre à l'Administration régionale non pas de gérer, parce que ce n'est pas dans nos fonctions de gérer, mais nous voulons, par la signature d'une convention, confier à quelqu'un d'autre la responsabilité de la gestion de la maison de jeu sur la base des accords conclus. Nous, nous devons contrôler que les dispositions de ce contrat et de cette convention soient respectées et que le fonctionnement de la maison de jeu soit conforme aux principes établis.
- L'acceptation du plan de développement de la maison de jeu élaboré par la gestion extraordinaire; problème également important qui a été soulevé maintes fois à l'intérieur de cette Assemblée. Au-delà de la définition du contentieux il y a là une réalité dynamique; il faut continuer à assurer la rentabilité, le développement de la maison de jeu et, pour ce faire, la gestion extraordinaire a défini un plan de développement, qui puisse permettre au casino de maintenir sa compétitivité et tenir compte également des changements qui sont annoncés, qui pourraient se réaliser dans le secteur des maisons de jeu. Donc il est important de donner une continuité à cette volonté et de réaliser ce plan de développement, qui devrait assurer la poursuite de ces finalités.
- L'engagement de la part de la Société concessionnaire de respecter les termes de l'article 7 de la loi 88/93, par laquelle on a institué la gestion extraordinaire de la maison de jeu. L'article 7 de cette loi prévoit que la nouvelle convention pour l'attribution de la concession du casino devra prévoir une disposition assurant la prise en charge par le nouveau concessionnaire de tout le personnel en fonction. Il s'agit donc dans ce cas de donner application à une disposition que nous avions adoptée au mois de décembre 1993.
- Egalement l'acceptation et le respect de la réglementation en matière d'embauche du personnel de la maison de jeu, telle qu'elle a été approuvée par la délibération du Conseil régional du mois de février dernier. Nous avions, à l'époque, non seulement souligné l'importance de cette réglementation, mais également sa nature d'accord entre deux parties, les deux parties étant aujourd'hui la gestion extraordinaire et l'Administration régionale. Mais au moment où il y aura une société privée qui gérera la maison de jeu, il est nécessaire de rétablir cet accord, et donc nous le fixons; vu que c'est une volonté qui a été exprimée par cette Assemblée, nous demandons le respect de cet accord en tant que volonté, en tant qu'objectif à atteindre au cours de la négociation.
- Mais aussi le fait que la Région n'aura à supporter aucune charge ou dépense en ce qui concerne le personnel. C'est reprendre, là également, une volonté déjà exprimée en 1993 et qui visait à l'époque au dépassement des conditions inscrites à l'article 13 de la vieille convention. Il s'agit ici non pas de répéter du point de vue formel la même formulation, compte tenu du fait que nous n'avons plus appliqué cet article 13, mais de confirmer néanmoins une volonté, à savoir que la Région n'aura à supporter aucune charge ou dépense en ce qui concerne le personnel.
- L'utilisation, moyennant un chiffre raisonnable, avec autorisation de la Région du logo de la maison de jeu, de son logiciel de gestion et du matériel informatisé y afférent. C'est l'un des résultats de la gestion extraordinaire; quand nous nous sommes fixé l'objectif d'une autonomie de fonctionnement opérationnel de la maison de jeu, là c'est un objectif qui a été atteint parce qu'aujourd'hui tout ce qui a trait au système informatisé de la maison de jeu est propriété de la dite maison de jeu, donc propriété de l'Administration régionale. Aujourd'hui nous nous posons le problème d'utilisation de ces instruments, qui est donc à définir dans la convention.
- L'engagement également de relever l'ameublement, les équipements de jeu et les différents accessoires, nécessaires au fonctionnement de la maison de jeu ou de la Région ou de la gestion extraordinaire. C'est l'inversion des dispositions qui étaient prévues par la vieille convention à l'article 20; là c'est l'engagement qui a été respecté par la gestion extraordinaire à la date du premier juillet 1994, nous avons relevé de SITAV l'ameublement et tous les équipements nécessaires au fonctionnement de la maison de jeu, il s'agit maintenant de prévoir la même procédure pour la Société privée.
- L'interdiction pour la Société gestionnaire de gérer directement ou indirectement tout autre activité de jeu en concurrence avec la maison de jeu de Saint-Vincent et partant l'obligation de gérer exclusivement le casino de Saint-Vincent. Il s'agit d'une disposition qui avait déjà été insérée dans la vieille convention avec SITAV, nous l'avions reprise et inscrite dans l'ébauche de convention de 1993; nous la représentons parce que nous considérons que pour l'Administration régionale c'est un élément prioritaire, compte tenu de l'importance que notre maison de jeu a pour la communauté valdôtaine.
- Enfin l'engagement pour la Société gestionnaire d'implanter son siège social en Vallée d'Aoste pendant toute la durée de la convention.
Cette délibération a été soumise à l'examen de la IVème Commission; je veux remercier ses membres et son Président pour la sollicitude avec laquelle ils ont examiné cet acte et je veux également les remercier pour la collaboration qu'ils ont donnée, non seulement en examinant cet acte, mais en formulant à l'attention du Gouvernement toute une série de remarques, de façon à mieux considérer les différents éléments et à tenir compte de la volonté de l'Assemblée tout entière.
C'est ce que le Gouvernement a fait; une grande partie des remarques formulées par les membres de la IVème Commission ont été retenues et donc je vais présenter des amendements. Je pense que nous pourrons au cours de la discussion générale ainsi que au cours de la discussion des différents amendements qui ont été acceptés et qui sont donc présentés par le Gouvernement, mieux préciser quelles ont été les raisons d'acceptation et par contre quelles ont été les raisons qui nous ont amenés à ne pas accepter toutes les remarques qui ont été formulées.
Le Gouvernement par cet acte veut donc passer à la phase de la négociation; pour aborder au-delà des problèmes de procédure et de présélection les questions réelles qui sont liées au fonctionnement de la maison de jeu; il y a l'engagement de notre part d'informer la IVème Commission du déroulement de ces négociations avec un nombre de réunions qui puisse permettre à la Commission d'être effectivement informée du déroulement de ces négociations. Donc notre espoir est que nous puissions, par cet acte, entamer finalement la phase finale de cette longue procédure et, comme nous l'avons inscrit dans notre programme de majorité, confier à une société privée la gestion de notre maison de jeu.
Si dà atto che, dalle ore 10,00, presiede il Vicepresidente Aloisi.
Presidente È aperta la discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Chenuil.
Chenuil (GV-PDS-SV) Colleghi consiglieri, se dovessi fare un'analisi completa sulla vicenda Casinò, dovrei parlare per ore, ma ritengo sia inutile perché tutti ormai siamo a conoscenza di quest'atto e poi detto fra noi non avrei nemmeno la capacità oratoria di farlo. Potrei sempre però scrivere un documento, che sarebbe molto interessante sulla vicenda del Casinò in questi ultimi sette anni.
Oggi siamo chiamati a votare questo deliberato della Giunta regionale, un deliberato che non è il frutto di una volontà politica e amministrativa della Giunta o del Consiglio, sia di una parte che dell'altra; è invece un atto con cui dobbiamo ottemperare a quanto deciso dal TAR della Valle d'Aosta.
Ebbene, questo è abbastanza umiliante per noi 35 eletti dai cittadini valdostani, che sulla cosa pubblica dobbiamo decidere con i nostri principi, con le nostre idee; oggi dobbiamo ottemperare a quanto ha deciso il Tribunale e questo io, Amministratore da 27 anni nelle varie istituzioni, non lo condivido.
Ho votato a favore nella IV Commissione per far sì che questa delibera venisse discussa in Consiglio, l'ho votata per coerenza e perché i tempi sono ormai stretti e non avrei voluto con ulteriori rinvii arrecare danno alla Regione. Ma con la stessa coerenza e con la stessa responsabilità non posso votare a favore di questa delibera, in quanto ancora oggi sono convinto del lavoro fatto dalla Commissione cosiddetta Bortoli, in particolare dell'analisi fatta dal Prof. Zanetti sul bilancio consolidato Finoper, che evidenziava la mancanza del requisito n. 5 previsto dall'avviso pubblico. Quindi dichiaro la mia astensione sulla delibera.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.
Parisi (RV) Intervengo brevemente a nome del Gruppo Riformista per dichiarare il voto favorevole sulla delibera predisposta dalla Giunta regionale da parte del nostro Gruppo.
Siamo convinti che la decisione assunta dalla maggioranza qualche tempo fa, quella cioè di non ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR sia stata una decisione politicamente responsabile, anche se dobbiamo riconoscere che in molti di noi vi era la sensazione che tale decisione non fosse stata presa in quest'aula, ma al di fuori. Rimane quest'amaro in bocca, lo faceva rilevare anche il Consigliere Chenuil.
Non starò a ripercorrere il lungo iter di questa vicenda dal ?90 ad oggi, sulla quale sono stati scritti libri bianchi e sulla quale ci sono state dei confronti anche accesi. Però credo che questa maggioranza abbia effettuato degli atti che hanno permesso di arrivare ad oggi senza quegli scenari drammatici che si prefiguravano e mantenendo in particolare una situazione che riteniamo rilevante, che è quella dell'occupazione di tutto il personale che opera all'interno della Casa da gioco.
Questo era lo scenario che si presentava nel ?93: la possibilità di una chiusura e del licenziamento del personale con tutte le conseguenze drammatiche che si sarebbero riversate non solo sul personale, ma sull'intera Regione. Quindi, pur in presenza di enormi difficoltà, questi atti ci hanno permesso di arrivare a questa delibera.
Crediamo di aver ottenuto dei risultati, prima di tutto sotto l'aspetto dell'autonomia gestionale. Abbiamo acquisito in questi anni una serie di attrezzature e di strumenti che sono strettamente legati alla Casa da gioco e che ci hanno permesso anche di entrare all'interno di questa struttura e di avere una conoscenza più diretta e puntuale di quello che avviene al suo interno. A prescindere dalle critiche che si possono fare sulle scelte, tra l'altro scelte che siamo stati obbligati ad assumere sulla base di atti che avevamo già trovato sui nostri tavoli -ricordo che la vicenda non è nata con l'entrata nostra in quest'aula, ma è una vicenda che è ben più a monte del '93 -, a prescindere dalle posizioni che ognuno di noi ha tenuto in quest'aula, ognuno di noi, qualunque atto abbia cercato di far emergere in questo Consiglio, lo ha fatto convinto di fare gli interessi della comunità valdostana.
Credo che sia importante, a prescindere dalle posizioni che più volte sono state manifestate in quest'aula, tenere ben presente l'obiettivo fondamentale al quale tutti ci siamo richiamati fin dall'inizio, vale a dire quello di affidare la gestione della Casa da gioco ad un soggetto privato con ampia garanzia di trasparenza e di affidabilità, e nel contempo che la nostra Regione finalmente fosse un soggetto attivo e non passivo in tutte le scelte che saranno prese dalla Casa da gioco. Purtroppo, in tutti gli anni della gestione della Casa da gioco la nostra Regione ha avuto soltanto una partecipazione da comprimaria, non è mai stata il soggetto determinante nelle scelte effettuate e sappiamo le motivazioni per le quali si è arrivati a questo.
Mi auguro che si vada quindi al confronto con la Società Finoper con uno spirito costruttivo, ma con il fermo proposito che l'eventuale convenzione potrà essere sottoscritta solo se verranno raggiunti gli obiettivi che questo Consiglio ha più volte indicato. Non li sto ad elencare, però sono ben evidenti nella delibera che è stata da noi approvata nel ?93.
Noi partiamo da quella delibera per dire che siamo, come abbiamo più volte dichiarato, per una gestione privata però a certe condizioni. A noi non interessa chi andrà a gestire la Casa da gioco di Saint-Vincent; a noi interessa che chiunque andrà a gestire il Casinò, abbia certe garanzie perché in quest'aula rappresentiamo gli interessi della comunità valdostana e il nostro compito primario è solo questo.
Quindi mi auguro che nel momento in cui la Giunta andrà ad un tavolo con la Società Finoper, ci vada con questo spirito.
Non ho altro da aggiungere al mio breve intervento. Termino affermando che è nostra convinzione, ed è per questo che ci esprimiamo a favore di questa delibera, che tutto il lavoro che è stato fatto non è stato un lavoro inutile. Anche se ognuno di noi probabilmente avrebbe gradito una soluzione diversa, esprimiamo l'auspicio che si giunga alla fine di questa storia con quei risultati che abbiamo tutti sempre invocato.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Collé.
Collé (PpVA) Brevissimamente. Credo che alcune perplessità su quest'atto vi siano. La prima che salta agli occhi la troviamo al punto a), è una perplessità, ma vuole essere anche una domanda, alla quale se possibile avere una risposta, laddove si parla dell'acquisizione da parte della Regione entro 18 mesi dalla sottoscrizione della convenzione dei beni immobili ritenuti dalla Regione stessa funzionali all'attività della Casa da gioco.
Chiediamo come sia possibile inserire questo punto nel deliberato, visto che i beni che verranno ritenuti funzionali non appartengono alla Società Finoper, ma appartengono - almeno da quelli che sono stati gli atti finora - a Eurosicurity o a SITAV. Allora sia ben chiaro che noi siamo favorevoli a che questo avvenga, chiediamo solo come è possibile da un punto di vista tecnico inserire questo punto, quando la società proprietaria di questi non è la società che tratta con la Regione per la futura gestione del Casinò.
Avremmo anche voluto capire - lo abbiamo chiesto in Commissione - quali fossero i beni ritenuti funzionali; capiamo altresì che diventa difficile prima di partire con la trattativa andare ad elencare quali sono effettivamente questi beni, quindi per così dire affidiamo alla Giunta il compito di valutare attentamente quali saranno i beni che si ritiene funzionali per l'attività della Casa da gioco.
Una perplessità che ho evidenziato in Commissione riguarda il punto g), ovvero l'esclusività e il divieto di gestione diretta o indiretta di altre attività di gioco, concorrenziali con la Casa da gioco. Questo è un punto di cui più volte abbiamo parlato, siamo convinti che questo punto debba non solo essere inserito, ma debba essere tenuto in considerazione. La perplessità sta nel fatto che non ci sia un limite a questo punto, in tal senso avevo fatto la proposta in Commissione di aggiungere "sul territorio italiano". Sappiamo che Finoper è proprietario di casinò sulle navi, questo inficia oppure no la trattativa? Era per essere più chiari fin dalla partenza. È una perplessità che mi sento di ribadire oggi in Consiglio.
Un'altra perplessità che però non abbiamo più dopo gli emendamenti che il Presidente della Giunta ha presentato, era la seguente: se questa Società dovrà gestire la Casa da gioco e se in sei anni non ha investimenti da fare, per così dire viene senza nessun incentivo, gestisce la Casa da gioco in maniera ordinaria, si fa i suoi bei soldi e poi se ne va via. Avevamo evidenziato come si dovesse non solo dare la possibilità, ma inserire un punto dove si parlasse anche per quanto riguarda il concessionario di eventuali investimenti. Adesso il punto d), dove si prevede la partecipazione della concessionaria agli oneri necessari per la valorizzazione della Casa da gioco, va a completare e a garantire la Regione qualora la Società Finoper gestisca la Casa da gioco nel futuro.
Ho espresso, così come ho fatto in commissione, alcune perplessità; il nostro Gruppo voterà favorevolmente quest'atto, intendendo dare a questo voto una valenza politica: vogliamo sottolineare come si sia arrivati alla conclusione di un percorso che da più tempo abbiamo con i nostri interventi in Commissione e in aula auspicato. Quindi ci pare logico, pur mantenendo quelle perplessità che prima elencavo e a cui forse mi verrà data risposta, esprimere il nostro voto favorevole. Anche se obiettivamente, Presidente, ci sembra pleonastico - come già evidenziato in Commissione - inserire nel secondo comma del punto b) le parole "pur nella convinzione della fondatezza dei propri atti". Avevamo proposto un emendamento in cui chiedevamo di togliere questo scritto, la cosa non è stata accettata, ne prendiamo atto, ma riteniamo che questo passaggio poteva anche non essere inserito.
L'atto di oggi a nostro avviso inizia un nuovo percorso, un percorso che in modo particolare sarà seguito dalla Giunta, un percorso che - così come ha detto anche il Presidente - la IV Commissione dovrà seguire; mi auguro vivamente che la IV Commissione abbia una funzione importante che venga messa al corrente e che via via segua gli avvicendamenti per la trattativa del Casinò.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Perron.
Perron (UV) L'atto che esaminiamo oggi e che ci accingiamo a votare è certamente un atto importante in quanto può essere considerata terminata quella lunga fase che abbiamo definito fase di preselezione. Intravediamo oggi una possibile penultima puntata di tutta quella telenovela sul Casinò che ha coinvolto la Regione, la società che concorreva per l'appalto e che ha visto coinvolti - anche se non da protagonisti - tutti coloro che lavorano all'interno del Casinò.
Credo che il tema del Casinò sia stato in questa legislatura, come in quella precedente, uno dei temi più importanti affrontati da quest'Assemblea, uno dei temi che ha visto un più forte confronto dal punto di vista dei programmi, ma anche dal punto di vista politico fra le diverse forze politiche che siedono in quest'aula.
L'atto di oggi è importante perché intravediamo anzitutto un cambiamento di clima fra le parti e questo è senz'altro positivo. L'atto è importante perché intravediamo all'orizzonte la possibile conclusione di un iter giuridico-amministrativo che non abbiamo voluto noi e che non ha certo costituito una positiva parentesi di tutta questa vicenda che è durata diversi anni. Credo che, pur nelle difficoltà della situazione che ci siamo trovati a gestire, assolutamente non si sia perso tempo in questo periodo e che diverse cose per quello che attiene la funzionalità della Casa da gioco siano state fatte. Questo periodo è servito se non altro per conoscere le potenzialità di quella che è forse la principale azienda della Regione. Oggi abbiamo una conoscenza diversa della Casa da gioco da quella che avevamo tre anni fa, quando vi era ancora un gestore privato.
La gestione straordinaria nel corso di questi tre anni ha evidenziato e messo in chiaro le ingessature che rischiavano di rendere asfissiante la dipendenza della Casa da gioco dal gestore privato. In particolare in questi anni si è concretizzata una completa autonomia operativa gestionale, che è stata conseguita con l'elaborazione interna di un software e di un hardware gestionale specifici, tecnologicamente all'avanguardia anche nel mondo delle case da gioco, ampiamente innovativi, che sono stati vincenti anche in sede legale. Quindi è da sottolineare anche l'importanza di un provvedimento del Tribunale di Aosta ha sancito l'indipendenza software e hardware della Casa da gioco.
Si è recuperato in termini di immagine un nuovo logo, che ha ripreso quello originario della Casa da gioco, che era stato successivamente accantonato dai gestori privati; questo è servito a dare un'identificazione dell'immagine della Casa da gioco, che non era legata al legittimo proprietario, cioè la Regione, ma che era legata al gestore pro-tempore.
Un altro punto importante da sottolineare è che sono allo studio e sono stati predisposti da tempo dei progetti, quello che viene chiamato piano di sviluppo che la Giunta ha recepito con una propria deliberazione; progetti che sono già noti alla IV Commissione e in generale a quest'Assemblea e che portano all'ampliamento e all'ammodernamento della struttura della Casa da gioco, che è svincolata da proprietà o da dipendenze private.
Tutto questo va senz'altro a beneficio di un'autonomia e di un consolidamento della struttura, affinché essa possa al termine di questo periodo essere proficuamente e senza vincoli riaffidata ad un gestore privato. Un gestore privato che deve rispondere a requisiti di trasparenza e affidabilità imprenditoriale, che deve avere capacità gestionale e che deve rappresentare una garanzia dell'Amministrazione regionale e della collettività che questa stessa rappresenta.
Voglio anche sottolineare che, fra diverse difficoltà e fra i diversi costi che hanno inciso in questo periodo forse più del dovuto per attività complementari alla Casa da gioco, ricordiamo non ultimo il Billia, i benefici per la nostra Regione e quindi per l'ente pubblico sono stati importanti e hanno garantito alle casse regionali diverse decine di miliardi in più di quanto si sarebbe potuto percepire, se l'Amministrazione regionale avesse affidato questa struttura ad un gestore privato.
Quindi la Casa da gioco, con degli inevitabili alti e bassi che sono legati all'aleatorietà del gioco, ha anche invertito un trend negativo che si era registrato nell'ultimo periodo e ha difeso - forse l'unica fra le quattro case da gioco che esistono in Italia - il settore dei cosiddetti giochi tradizionali; tutto questo a beneficio di quella comunità che è ampiamente rappresentata nel numero dei dipendenti appartenenti all'azienda e di quell'importante volume di denaro che la stessa azienda riversa sulla collettività. Pensiamo ai tributi all'Amministrazione regionale, ma pensiamo anche ai tributi che venivano versati al Comune di Saint-Vincent.
La gestione straordinaria ha consentito di salvaguardare i livelli occupazionali in un settore di grande rilevanza qualitativa e quantitativa per il quadro del lavoro e dell'economia della Regione; la gestione straordinaria ha dimostrato in concreto la possibilità di una gestione autonoma della Casa da gioco, nonché la possibilità concreta di uno sviluppo. Il tutto al fine di mantenere e di incrementare i livelli di efficienza, di produttività, di redditività anche in vista di una possibile ripresa di una gestione ordinaria.
In questo senso era importante che la Giunta avesse approvato un piano di sviluppo, come è necessario che la Regione si riappropri di tutti quei beni che sono collegati alla Casa da gioco e che sono ritenuti funzionali, affinché si arrivi alla cosiddetta rottura dell'accerchiamento.
È necessario d'altronde assicurare al meglio l'esercizio dell'attuale Casa da gioco di Saint-Vincent per consegnare al termine di questa gestione straordinaria un'azienda che sia efficiente, efficace, fornita della disponibilità di tutti i servizi necessari, in grado di superare quell'accerchiamento dei beni di proprietà regionale che si è realizzato nel corso degli anni, al fine di liberare le proprietà regionali e le aziende fornitrici dei servizi che sono collegate con la Casa da gioco di Saint-Vincent.
Oggi con quest'atto intravediamo la possibilità di perseguire quell'obiettivo che abbiamo sempre e coerentemente dichiarato di voler perseguire, cioè la gestione privata della Casa da gioco di Saint-Vincent. Oggi intravediamo la possibilità di terminare quel contenzioso giuridico, che ha costituito un lungo e brutto capitolo della storia della Casa da gioco.
Oggi intravediamo la possibilità di intraprendere quel percorso che deve portare a un rilancio della Casa da gioco di Saint-Vincent, tenendo conto che stiamo vivendo un nuovo periodo nel quale le condizioni sono cambiate, un periodo nel quale intravediamo sempre più vicina una possibile apertura di nuove case da gioco, per cui è necessario che la nostra azienda si dimostri preparata a questo possibile eventuale appuntamento. Un periodo che bisogna vivere quindi con regole nuove cercando di capire sempre più quelle che sono le esigenze di chi va all'interno della Casa da gioco, cercando di capire che anche il mercato del gioco sta cambiando. Ecco che l'atto in questione, che costituisce una delega alla Giunta, non è a nostro giudizio un atto in bianco, non è che il Consiglio dice alla Giunta regionale: "Fate quello che volete"; è invece una delega che contiene in sé delle precise indicazioni, che chiede alla Giunta il preciso impegno di ritornare in quest'aula con dei risultati acquisiti e di fare delle proposte concrete a questo Consiglio.
È una delega che costituisce una fiducia di tipo politico, che ribadiamo in quest'aula, nella convinzione che la Giunta regionale abbia correttamente operato in questo periodo di gestione straordinaria: operato positivamente almeno per quello che attiene alla salvaguardia dei livelli occupazionali, della redditività di quest'azienda, di uno sviluppo e di un miglioramento complessivo della Casa da gioco.
La delega che è rappresentata da quest'atto contiene in sé delle clausole precise che qualcuno ha definito pesanti; sono delle clausole certamente onerose, ma sono altresì delle richieste che abbiamo creduto opportuno avanzare da parte di chi si siede con serietà ad un tavolo, di chi ha nel suo intento degli obiettivi seri e di chi si prefigura di avere delle concrete prospettive future.
Le clausole a mio giudizio sono fissate con l'obiettivo di rendere sempre più autonoma la Casa da gioco: a questo proposito ricordiamo l'importante paletto dell'acquisizione degli immobili, delle aree, che forse è l'aspetto più importante di questo mandato; le clausole sono fissate con l'obiettivo di sviluppare sempre più la Casa da gioco, di darle la possibilità di ritagliarsi una fetta di mercato sempre più ampia, di avere una clientela sempre più vasta: ricordo a tale riguardo l'importante atto costituito dal piano di sviluppo.
Le clausole sono fissate con l'obiettivo di offrire dei servizi e una qualità dell'offerta sempre migliore e qui è importante ricordare gli investimenti che si renderanno necessari. Le clausole sono fissate anche ponendo un'attenzione alla qualità del personale e quindi all'offerta che viene proposta; ricordo gli impegni che il gestore dovrà recepire e quanto fissato dalla legge ?88 e quanto fissato dal Regolamento delle assunzioni.
La delega impegna la Giunta regionale a ritornare con una proposta, con dei risultati, con degli obiettivi concreti che devono essere ottenuti.
Credo che sia questo il momento della chiarezza per le parti: da una parte ci deve essere la chiarezza della Regione che deve dimostrare, e mi pare lo stia facendo, concretamente di voler affidare la gestione del Casinò ad un gestore privato e quindi di voler perseguire coerentemente quell'obiettivo che abbiamo sempre dichiarato di voler ottenere. Dall'altra ci deve essere la chiarezza della Società che si siederà al tavolo con la Regione, Società che deve dimostrare di possedere quei requisiti necessari per una gestione buona della Casa da gioco e per quello che attiene la trasparenza e l'affidabilità dell'azionariato, Società che deve dimostrare, per dirla con una frase un po' grossolana, di voler anche fare qualcosa per questa Regione.
Annunciando il voto favorevole del Gruppo dell'Union Valdôtaine, diciamo di voler seguire attentamente l'evolversi di questa questione e di apprezzare l'impegno della Giunta regionale a riferire in commissione nel merito della questione, dando così la possibilità a tutti i consiglieri di seguire attentamente lo sviluppo di questa vicenda.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Florio.
Florio (VA) L'impressione che ho avuto ascoltando i colleghi che mi hanno preceduto è di una certa noia nell'affrontare quest'argomento, una certa scontatezza, se così si può dire, nell'atto che si esamina e nelle conseguenze che ne deriveranno in sede di votazione.
Vorrei fare alcune osservazioni partendo dal testo della delibera, che è ordinato e che consente di avere di fronte un riassunto corposo di ciò che è accaduto dal 7 giugno 1991, data nella quale il Consiglio regionale approvava il pubblico avviso.
La prima considerazione che mi viene da fare, che non mi sembra sia stata fatta con chiarezza da chi mi ha preceduto, è che a partire dal ricorso al TAR Valle d'Aosta della Finoper contro la delibera del Consiglio regionale del 10 gennaio 1992, sino alla data dell'ultima sentenza del TAR Valle d'Aosta del 22 gennaio 1997, si sono succeduti una serie di fatti, di avvenimenti, di atti amministrativi e di ricorsi, la cui lettura prima o poi dovrà essere fatta in modo complessivo anche andando al di là delle chiavi di lettura che devono essere nostre proprie di rappresentanti politici.
Bisognerà fare una lettura, probabilmente sarà necessario lasciare passare del tempo, ma bisognerà fare una lettura che tenga conto di aspetti societari, di movimenti di persone all'interno di queste società, di aspetti finanziari, di tutta una serie di questioni la cui conoscenza, la cui pubblicità, la cui emergenza, la cui possibilità di lettura probabilmente potrà avvenire solo fra un po' di tempo. Perché faccio questa considerazione? Perché noi, Nuova Sinistra prima, i Verdi poi, hanno sempre avuto nei confronti della questione Casinò un atteggiamento a metà fra il distaccato e il negativo.
Abbiamo sempre sostenuto e sosteniamo ancora oggi che si tratta di una struttura di dimensioni eccessive in rapporto alla capacità di controllo di questa Regione, di una struttura troppo grande rispetto alle capacità di autogoverno e di controllo considerata la potenza finanziaria della struttura che si è venuta creando; abbiamo sempre dato un giudizio negativo nei confronti della presenza di questo tipo di struttura all'interno del territorio della Regione. E questo giudizio non cambia, non è mai cambiato. Altro è il discorso invece del trovarsi una struttura di questo tipo presente nel territorio di questa Regione, di competenza di questo Consiglio regionale, da gestire e comunque da governare. E qui, fra le due date che vi ho citato prima, sono avvenuti fatti nei confronti dei quali ho la netta sensazione non vi sia stata quasi mai reale possibilità di controllo da parte di quest'Assemblea sovrana.
Ricavo personalmente una sensazione di impotenza che mi lascia perplesso e per certi versi anche frustrato e vorrei porre a me stesso e ai colleghi una domanda: nonostante l'intenzione ribadita più volte, dopo la costituzione di questa maggioranza nel ?93, di condurre un'azione chiara e limpida, che fosse frutto di una successione di scelte che rimanessero strettamente ancorate all'obiettivo del raggiungimento di una gestione privata della Casa da gioco, come è stato possibile che, nonostante questa ferma intenzione almeno presente nel Gruppo Verde sicuramente, con chiarezza e con limpidezza, ma anche in altri gruppi politici che costituiscono questa maggioranza, si sia giunti ad una soluzione che è quella che oggi ci troviamo a dover sottoscrivere, che sono convinto lasci gran parte dei consiglieri e delle forze politiche con la bocca amara? Come è potuto accadere questo? I motivi secondo noi sono tre: il primo motivo non sta nella mancanza di determinazione della maggioranza, alla quale riconduco piena responsabilità delle scelte fatte, perché così ha da essere, e nella quale ci riteniamo pienamente inseriti. Non sta, quindi, in questa mancanza, al contrario della quale invece c'è sempre stata piena determinazione e chiarezza di intendimenti.
Sta in altri aspetti, che sono, il primo, una debole difesa dal punto di vista legale, una difesa che non è stata in grado di contrastare le opinioni che venivano via via espresse attraverso atti da parte dei legali delle nostre controparti. Se vi andate a rileggere i ricorsi che nel tempo sono stati presentati, credo che senza andare a leggere il risultato finale di quei ricorsi nessuno di noi darebbe 50 lire per la validità di quei ricorsi dal punto di vista degli aspetti giuridici, ma in quest'aula ci sono anche altri che potrebbero ribadire questo concetto. Eppure nonostante questo, quei ricorsi, i contenuti di quei ricorsi, ciò che in quei ricorsi veniva sostenuto ha sempre - nella sostanza dei fatti - avuto ragione di essere, è sempre uscito vincitore.
Il secondo motivo è probabilmente costituito dal fatto che questa maggioranza, alla quale riconduco di nuovo la responsabilità politica di conduzione di questa vicenda, non ha saputo cogliere alcuni momenti chiave che ci avrebbero consentito di uscire dall'impasse e il momento chiave è stato uno, uno solo probabilmente, realmente tale. Nel momento in cui ci siamo accorti che avevamo di fronte non una pluralità di partecipanti alla gara, ma un solo partecipante, in quel momento probabilmente abbiamo avuto l'unico vero cannocchiale per scappare dal dedalo in cui eravamo cacciati, sostenendo e giustificando quanto si voleva sostenere dal punto di vista politico in una delibera che fosse sufficientemente argomentata che erano venuti meno i fondamentali presupposti di cui alla delibera del Consiglio del 7 giugno 1991, vale a dire la pluralità dei partecipanti. Concetto rispetto al quale nessuna forza politica, comprese quelle che siedono all'opposizione, avrebbero avuto nulla da obiettare.
Vi è un terzo elemento perché la storia che c'è stata non si spiega solo con questi due motivi, c'è un terzo motivo che attiene alla storia complessiva del Casinò dal ?45 ad oggi. Qui ci dobbiamo ancora una volta dire con chiarezza che mai in tutti questi anni il controllo della vicenda Casinò ha mai albergato all'interno di questo palazzo, all'interno di questa città e all'interno di questa Regione.
Il controllo effettivo, reale delle scelte che riguardano la questione Casinò ha sempre albergato al di fuori di questa Regione. Basta andarsi a leggere la storia di ciò che è accaduto, sovente nel male, nei confronti dei rapporti fra la Casa da gioco e l'apparato politico-amministrativo di questa Regione, per rendersi conto che chi si è trovato a sedere in quest'aula in tutti questi anni ha sempre dovuto o subire situazioni di ostaggio, o accettare supinamente, o fare finta di non vedere, o partecipare a ciò che veniva deciso altrove.
E questa è - non ho paura di dirlo - l'ammissione di una sovranità limitata di quest'organismo, e lo dico in questi termini con riferimento alla discussione che è avvenuta in quest'aula ieri.
Detto questo, non ci tiriamo fuori da ciò che è accaduto, nel senso che anche noi Gruppo Verde abbiamo probabilmente avuto nella lettura della vicenda, degli atti complicati che si sono seguiti, una certa difficoltà a percepire con lucidità ciò che stava accadendo, abbiamo avuto anche noi difficoltà a suggerire soluzioni diverse nel corso delle discussioni amichevoli che abbiamo avuto per tentare di dipanare la matassa, anche noi abbiamo questa responsabilità.
A questo punto siamo a decidere, riconfermando la fondatezza dei propri atti, e questo lo condividiamo perché ciò che abbiamo fatto, almeno ciò che ha fatto il Gruppo a cui appartengo lo ha fatto convinto di procedere secondo una strada che potesse condurre, con chiarezza, limpidezza e trasparenza, a raggiungere uno scopo che ci si era prefissato all'inizio, quindi questa frase ha da essere riportata a chiare lettere nel testo della delibera.
A questo punto si vedrà ciò che accadrà perché non sono convinto che la vicenda sia finita; ci sono elementi tali di mancanza di chiarezza che fanno sorgere inquietudini alla lettura in tutti questi anni di tutta una serie di articoli di stampa, di riviste più o meno specializzate, articoli tali da far dubitare che realmente la società, che ci è stato detto da altro organo deve sedere dall'altra parte del tavolo per tentare il raggiungimento di un contratto per la gestione privata della Casa da gioco, abbia intenzione di giungere a quest'obiettivo. Io non sono convinto di questo, staremo a vedere con quale serietà, determinazione, correttezza di rapporti, rispetto ai quali richiamo l'attenzione della Giunta - o di chi della Giunta parteciperà direttamente a queste trattative -, questa società vorrà confrontarsi con legittimità di posizioni anche diverse sui punti di cui al deliberato di quest'atto amministrativo, che comprende aspetti menzionati anche in modo generale, ma che devono consentire alla Giunta e a chi della Giunta parteciperà direttamente di saper leggere con attenzione fra le righe, con un supporto se del caso tecnico-legale più adeguato allo scopo rispetto a quello che abbiamo avuto fino ad oggi.
L'obiettivo è ribadito con chiarezza nel testo della delibera: quello di giungere alla gestione privata della Casa da gioco, obiettivo rispetto al quale non abbiamo dubbio alcuno da sollevare. Attenzione soltanto nei confronti di un aspetto che invece ci vede vigili ed è questo piano di sviluppo della Casa da gioco. Sia chiaro che la discussione su quest'aspetto ha da essere tutta fatta, anche all'interno della maggioranza.
Non poniamo paletti, per richiamarci ad un termine utilizzato per definire il contenuto del deliberato, pregiudiziali in questo momento, ma ha da essere una questione che deve essere valutata con estrema attenzione. La dimensione fisica ed economica, le conseguenze sociali della presenza di quella Casa da gioco in questa Regione, la sua dimensione in rapporto a questa Regione sono già oggi eccessive.
Attenzione nella valutazione esatta delle prospettive future e del conseguente probabilmente necessario piano di riordino e di sviluppo, ma attenzione che il riferimento non può essere costituito da elementi che comportino una lievitazione quantitativa della dimensione; attenzione a fare sì che il confronto su quest'aspetto del problema non sia determinato soltanto dalla minaccia - pure presente - della nascita di altre case da gioco. Il discorso in relazione a quest'aspetto ha da essere ben più complessivo e deve tener conto di ciò che ho detto prima circa il controllo della Casa da gioco.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris.
Ferraris (GV-PDS-SV) Come tutti i consiglieri hanno potuto vedere, la delibera che è in discussione riporta nelle sue prime quattro pagine di premessa almeno 6 sentenze di diversi tribunali amministrativi. Questo sta a significare, come altri hanno ricordato precedentemente, in particolare il Consigliere Chenuil, che questa delibera è frutto di una volontà politica vincolata.
In effetti, fino al ?93 abbiamo visto che le sentenze dei TAR riguardavano esclusivamente aspetti procedimentali della vicenda, in questo caso avevamo visto con la sentenza del ?93 la riammissione della Finoper alla preselezione. Successivamente, dal ?95 in poi sia il TAR che il Consiglio di Stato entrano nel merito della selezione e si sostituiscono in parte sia alla Commissione nominata dal Consiglio, sia alla Regione, tant'è che siamo arrivati alla bocciatura della SITAV e alla promozione della Finoper, basando questo anche su alcuni aspetti tecnici (la vicenda Coimar insegna).
Ho voluto richiamare queste cose perché la strada che ha di fronte a sé questo Consiglio è una strada segnata.
Il Consigliere Chenuil ha fatto alcune dichiarazioni precedentemente, io condivido la posizione che ha assunto dal punto di vista personale. Chenuil, che ha fatto parte della Commissione nominata dal Consiglio che ha esaminato questa cosa, ha ribadito la fondatezza dei propri atti e quindi la correttezza delle valutazioni espresse dalla Commissione. Credo che sia giusto che ci sia un'espressione di coerenza e di autonomia di giudizio all'interno di quest'aula; penso che nella sua situazione avrei fatto la stessa cosa.
È ovvio che come forza politica dobbiamo fare una valutazione diversa e la valutazione diversa è contenuta anche nell'atto che ha portato lo stesso Giorgio a votare la delibera perché questa arrivasse in Consiglio e consiste nel fatto che noi, pur ribadendo come viene fatto nella delibera la fondatezza degli atti votati da questo Consiglio e dalla Giunta, ci troviamo di fronte alla necessità di dare delle risposte alla questione del Casinò.
Continuare con la decisione che era già stata assunta precedentemente di non mandare avanti un contenzioso nei confronti della Finoper, risponde all'esigenza di garantire un futuro alla Casa da gioco; siamo tutti d'accordo che questo debba avvenire attraverso l'affidamento ad un privato, che ci sia la necessità di realizzare un piano di sviluppo e gli investimenti necessari per far sì che la Casa da gioco rimanga competitiva in una situazione in cui ci saranno possibili aperture di nuovi casinò. Quindi è necessario aprire la trattativa.
Siamo convinti che a questo punto la trattativa debba essere aperta e condividiamo il deliberato della delibera stessa, che prevede tutta una serie di obiettivi e di risultati che devono essere raggiunti nella trattativa; non sto qui a ricordarli perché sono questioni che in quest'aula sono già riecheggiate molte volte, sono stati puntualizzati rispetto alla situazione che si è determinata oggi dopo un periodo di gestione commissariale della Casa da gioco, per cui confermo per una parte, ovviamente, e non tutto il Gruppo del PDS un voto favorevole a questa delibera. Anche perché credo che in questo modo possiamo dare una risposta ad una vicenda che dura da troppi anni e perché credo che il futuro della Casa da gioco sia una cosa che interessa tutti, così come interessa tutti l'occupazione e l'attività che alla Casa da gioco è collegata, di conseguenza con quest'atto pensiamo - pur non avendone la certezza - che verranno dei risultati positivi per quanto riguarda il futuro di quest'importante attività economica in questa Regione.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (Ind) Da parte dei consiglieri di maggioranza ho sentito finora una passerella di doglianze, di rimostranze, di amarezze nei confronti di questi quattro anni di vicenda misto amministrativa-giurisdizionale che si è verificata finora. In particolare ho sentito lamentele che fanno riferimento al fatto che questo Consiglio e la Giunta per una volta, anzi per più volte - sei sentenze ricordava il collega Ferraris - siano stati espropriati della sua sovranità per affrontare un tema così delicato ed importante con cognizione di causa e soprattutto con la determinazione necessaria, con la quale normalmente si devono affrontare temi di questo calibro.
Penso che oggi sia superfluo cercare di trovare colpe altrove, dando colpe a legali, lamentandosi che non sono stati colti i momenti chiave in tutti questi anni o che l'esercizio del controllo delle società che hanno gestito la Casa da gioco risiede al di fuori della Valle perché, se si vuole fare un elenco di cause o concause che hanno portato ad arrivare ad oggi in questo stato di cose, non bisogna dimenticare un fatto fondamentale. Non bisogna dimenticare che il 7 giugno 1991 il Consiglio regionale costruì un bando su misura per una società e questo bando su misura per una società ha fortemente condizionato ed è poi stato accettato anche da chi è succeduto politicamente alla guida della Regione.
Allora, collega Florio, quando fai l'elenco di quelle che sono le cause o l'assenza di opportunità o il non aver colto opportunità nel corso di questo tempo, per coerenza devi aggiungere anche questo fattore, perché tutti sappiamo - e la lettura del bando era del resto abbastanza palese - che la Società che avrebbe dovuto gestire la Casa da gioco era un'altra rispetto a quella alla quale oggi il Consiglio delegherà la Giunta a trattare. Questo si è protratto dal ?91 fino al 4 novembre 1993, data fatidica per questo Consiglio, quando il Consiglio nell'erronea convinzione della fondatezza dei propri atti - anzi proporrò un emendamento aggiuntivo a questo documento, sul quale mi soffermerò dopo - ha dato prosecuzione a quella volontà politica che la Giunta Bondaz nel ?91 aveva costruito.
Tant'è che questa reticenza nell'andare a trattativa privata si vede ancora in un atto del 6 maggio 1997, che è la richiesta di un parere all'Avv. Comba, dove c'è una frase significativa nelle premesse. La domanda consiste nello stabilire se la Regione possa tornare indietro rispetto alle decisioni prese nel passato; qui ci si rende conto, è scritto nero su bianco, che abbiamo sbagliato tutto pur nell'erronea convinzione della fondatezza dei nostri atti.
È necessario ed opportuno riconoscere non solo le colpe dei legali, ma anche le proprie colpe, che sono profondamente politiche.
D'altronde questa delibera, l'ho già detto in Commissione, nelle sue prime quattro pagine di premesse, dove c'è la cronologia dei fatti che si sono succeduti - e sono fatti che testimoniano il conflitto fra l'ente amministrativo e l'ente privato, conflitto che viene poi sopito e deciso dagli enti giurisdizionali in primo e secondo grado -, testimonia quello che è stato un fallimento di procedure politiche che sono state decise dalla Regione e quindi dalla maggioranza che la governava.
In Commissione infatti proponevo di sopprimere un inciso della delibera, non per contrastare per partito preso quelle che sono state differenti posizioni, ovvero la mia, quella dell'opposizione, rispetto alle vostre, in tutti questi anni, ma per rafforzare una debolezza intrinseca che si evince proprio da questi documenti, una debolezza intrinseca della Regione nei confronti del partner privato. Cioè nelle premesse si dice "Ritenuto, pur nella convinzione della fondatezza dei propri atti...", ma dopo quattro pagine che dicono le sentenze ci hanno dato contro in quel caso, nel caso successivo, l'anno dopo e l'anno ancora dopo, e dopo che nel deliberato ai primi due punti si dice di "1) di prendere atto dell'accoglimento da parte del T.A.R. della Valle d'Aosta del ricorso proposto dalla Società FINOPER...; 2) di prendere atto altresì che in conseguenza della sentenza del T.A.R. Valle d'Aosta n. 25/97 la sola Società FINOPER risulta ammessa alla trattativa privata", con che coraggio questo Consiglio è convinto della fondatezza dei propri atti? Ma piuttosto by-passiamo, togliamo questa frase, infatti proponevo di toglierla per il decoro e il prestigio di questo Consiglio, non per ragioni squisitamente politiche. Però quest'emendamento è stato interpretato in sede di maggioranza come una motivazione politica, di ulteriore scontro politico avanzato dal sottoscritto e dal Consigliere Collé, che siamo come sapete Consiglieri di opposizione in IV Commissione.
Per quanto riguarda la sostanza, penso che il principio fondante che deve governare anche le decisioni di questo Consiglio in questa fase particolarmente delicata, sia quello di cercare di capire qual è il contenuto reale che si cela dietro queste parole, il contenuto reale dell'atto, quali sono le opportunità da parte della parte politica di riuscire a cogliere certi obiettivi.
L'obiettivo fondamentale è immagino lo sviluppo e il rilancio della Casa da gioco dopo 3 anni di parentesi, dopo 3 anni che sono scaturiti con la procedura commissariale nel ?94 alla quale quanto prima bisognerà cercare di dare termine, a meno che non si voglia prorogare la gestione pubblica. A mio avviso con questi paletti, con questi punti che sono qui indicati, difficilmente si potrà conseguire quest'obiettivo perché vengono posti in notevole evidenza quali sono i vincoli incrociati che si creano fra le due parti che dovranno cercare di fare la trattativa, di sostenere l'accordo e quindi di conseguire.
Velocemente cito quali sono le mie perplessità. Il primo punto è quello degli investimenti. Uno dei requisiti fondamentali che il bando richiedeva ai concorrenti era quello di avere una capacità finanziaria di almeno 40 miliardi, per poter far fronte agli investimenti e allo sviluppo della Casa da gioco; qui vediamo che nel punto c) si parla meramente di un'accettazione del piano di sviluppo della Casa da gioco predisposto dalla gestione straordinaria senza fare riferimento a quella capacità finanziaria che allora era richiesta. Poi viene presentato un emendamento, che è una toppa, dove si dice che la concessionaria deve partecipare agli oneri necessari per la valorizzazione della Casa da gioco. Non so quale significato si voglia dare a questa frase che si aggiungerà al deliberato nel punto d), però mi sembra che sia in notevolmente senso contraddittorio con quanto stabilito dal bando del ?91, che ha condotto tutta la procedura di preselezione fino ad ora.
Altro fatto vincolante è che un piano di sviluppo sia formulato da una gestione straordinaria, che terminerà il suo mandato. Il piano di sviluppo dovrebbe essere studiato fra le parti, che sono la Regione e il privato, alla luce di tutte le novità anche da un punto di vista legislativo e che presumibilmente porteranno alla nascita di nuove case da gioco sul territorio italiano.
Altro punto che proprio è la dimostrazione tangibile di quanto dicevo prima, cioè che il bando fosse costruito per un soggetto, è quello che riguarda l'acquisizione da parte della Regione entro 18 mesi dei beni immobili ritenuti dalla Regione stessa funzionali all'attività della Casa da gioco, la cosiddetta rottura dell'accerchiamento. Se vi ricordate, nel bando si chiedeva il possesso o la proprietà degli immobili oppure una capacità finanziaria di 70 miliardi per acquisirli; già da lì si capiva che la preferenza era canalizzata in una direzione. Adesso qui poco importa se c'è la proprietà o il possesso, o se ci sono i 70 miliardi disponibili; sta di fatto che si consumerà, qualora venga stipulato un accordo, un colossale investimento immobiliare da parte della Regione, che si chiama rottura dell'accerchiamento e che ci siamo resi conto in questi anni non è che sia poi così funzionale all'esercizio della Casa da gioco.
Altro punto di domanda, che sta andando avanti parallelamente a quella che la delibera oggi proposta, è relativo al personale: come è possibile prevedere che le 65 assunzioni vengano fatte prima di un tentativo di trattativa con il gestore privato? Non mi sembra politicamente corretto, non mi sembra nemmeno corretto nei confronti del gestore privato che dovrà prendersi l'onere di assumere tutto il personale in servizio. È una clausola precisa che è stabilita dall'articolo 7 della legge 88/93. Allora per correttezza prima si cerca di fare una trattativa, poi si procede alle assunzioni, altrimenti anche questo è un vincolo allo sviluppo che sembra essere funzionale più al soddisfacimento di interessi politici o elettoralistici piuttosto che al rilancio della Casa da gioco. Anche questo è un elemento che non deve essere assolutamente sottovalutato e che purtroppo non è stato inserito in questa delibera, che va avanti parallelamente, ma che sta andando avanti con una velocità superiore rispetto a quella che sarà la trattativa che si svolgerà fra le parti.
Facendo riferimento a questo criterio fondamentale, che è quello della preoccupazione dello sviluppo e del rilancio della Casa da gioco di Saint-Vincent e, nonostante queste perplessità, per coerenza con quanto ho sostenuto, dichiaro il mio voto favorevole, mi auguro che queste opportunità in questa delicata fase, che consegniamo alla gestione esclusiva della Giunta, vengano tenute in estrema considerazione, che le preoccupazioni che sono state formulate da tutti non vengano dimenticate oggi come momento di un dibattito che è fine a sé stesso, ma che vengano tenute in costante e forte considerazione. Altrimenti correremmo il rischio che questa trattativa si consumi fra due persone piuttosto che sia tesa a dare quella necessaria brillantezza e quel necessario smalto da un punto di vista politico ed economico che la Casa da gioco, di conseguenza gli interessi della nostra Regione, devono sempre avere.
Non è una fiducia di tipo politico come diceva qualcuno, è un atto di coerenza con quanto sostenuto, che mi auguro chiuda una fase - anche se ho qualche perplessità proprio per alcune ragioni che ho enunciato - che ha dimostrato, e più volte abbiamo avuto dei confronti serrati su questo, che i dati della Casa da gioco non sono poi così positivi in questo momento. La gestione pubblica non ha fornito dati e risultati così positivi.
Mi auguro che lo sviluppo possa essere conseguito con una seria trattativa che non sia eccessivamente vincolata da pretese di parte o da obiettivi che risiedono al di fuori di quanto invocato in maniera ampia anche da altri consiglieri, quindi da altre forze politiche all'interno di quest'aula.
Si dà atto che, dalle ore 11,16, presiede il Presidente Stévenin.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Lanivi.
Lanivi (PVA) Per esprimere il giudizio del Gruppo P.V.A. sulla vicenda del Casinò, che non ripeto se non per linee molto sommarie perché la posizione è stata resa pubblica e si riassumeva in questi termini: 1) un giudizio negativo sulla procedura avviata nel ?91; 2) questa procedura avrebbe dovuto essere interrotta, se possibile; 3) il cammino più trasparente avrebbe dovuto essere costituito da un appalto pubblico europeo; 4) fondamentali per il giudizio sulla Casa da gioco dovevano essere la compatibilità con gli interessi economici e sociali della Valle, il problema della sicurezza della Valle rispetto alla presenza della Casa da gioco, la sottolineatura dell'autonomia del potere politico regionale rispetto al potere del gestore della Casa da gioco; 5) un giudizio sulla definizione di sviluppo basato più sulla qualità che sulla quantità.
Questi erano e sono gli obiettivi rispetto ai quali il Gruppo P.V.A. aveva preso posizione.
Rispetto ad alcune considerazioni svolte in questa sede volevo fare, anche perché non ci siano degli equivoci, alcune precisazioni. La vicenda non nasce nel ?93, non è l'anno zero il ?93; l'anno zero è il ?91. Noi stiamo "pagando" un avvio di procedura che è del ?91 e che aveva due obiettivi: sicuramente l'uno, quello illustrato dal Consigliere Tibaldi, di riconsegnare alla SITAV la gestione della Casa da gioco, e l'altro - non detto in maniera esplicita, ma implicita, sul quale vi è una netta differenziazione dalle affermazioni fatte da Tibaldi, oltre che alcune precisazioni doverose al Consigliere Florio - che sottendeva uno sviluppo privo di controllo della Casa da gioco.
Quindi non posso condividere l'affermazione fatta dal Consigliere Tibaldi, secondo il quale l'obiettivo centrale della Regione è lo sviluppo e la crescita della Casa da gioco; non è questo perché, se fosse questo l'obiettivo, la procedura avviata nel ?91 poteva rispondere allo scopo. Il problema è un altro, il problema è di uno sviluppo e di una crescita o di un rilancio della Casa da gioco compatibili con gli interessi politici, sociali, economici e culturali della Valle d'Aosta. Questo è il vero problema perché trovare gestori privati che utilizzino il posizionamento geografico, la tradizione, la qualificazione del personale della Casa da gioco di Saint-Vincent, ne troveremmo più di uno; quello che ci interessa è invece che questo sviluppo avvenga dentro una cornice rispettosa degli interessi dell'autonomia regionale. Questo è l'obiettivo centrale per noi.
Se andiamo a vedere dal ?91 in poi - credo sia mio dovere ricordarlo in presenza di molti giovani consiglieri regionali perché bisogna sempre esaminare con occhi disincantati la lezione che ci viene dal passato per agire verso un possibile miglioramento per il domani - c'è stata una fase dopo il 1991, e qui mi riferisco anche ad alcune affermazioni fatte dal Consigliere Chenuil, che mi paiono degne di considerazione: un primo alt alla linea che era di "consegniamo alla SITAV e poi faccia quello che vuole di questa Casa da gioco" è avvenuto nel ?92-?93, quando si è posto come motivo fondamentale di selezione il criterio della trasparenza e dell'affidabilità. Di fronte a chi voleva soluzioni immediate e rapide, semplici scorciatoie che portassero già entro la fine del ?92 alla chiusura dei rapporti con la SITAV, è stato detto no perché il problema della Casa da gioco è un problema delicato sotto molti aspetti per la Valle d'Aosta, per cui la gestione di questa Casa deve essere fatta con delle garanzie precise in termini di trasparenza, che voleva dire in modo semplice sapere con chi si ha a che fare, e di affidabilità, nel senso di conoscere le intenzioni, la consistenza, l'affidabilità di questo gestore.
È stato un momento molto importante e anche un percorso utile per il Consiglio regionale perché oggi viene fatta, pur con tutti i limiti delle cose umane, una considerazione sulla Casa da gioco diversa da quella espressa in quest'aula da un eminente Consigliere e uomo politico valdostano, il quale ebbe a dire riecheggiando una frase detta da un Presidente della General Motors: "Tutto ciò che fa bene alla General Motors fa bene agli Stati Uniti d'America", quindi "Tutto ciò che fa bene alla Casa da gioco di Saint-Vincent fa bene alla Valle d'Aosta". Il che non è sempre vero perché su questo tema c'è stato quasi un intero gruppo dirigente che è stato falciato a seguito delle vicende del Casinò, quindi è un problema da trattare con molta attenzione, data la delicatezza della stessa attività, che guardiamo non in senso moralistico, ma in senso molto realistico. Cioè si tratta di un'attività economica delicata, importante, pertanto riteniamo doveroso che questo Consiglio l'esamini non solo in termini economici, ma nei suoi risvolti sociali e, ribadisco, culturali rispetto alla realtà valdostana.
C'è stata una seconda scelta che abbiamo condiviso come maggioranza nel ?93 ed è stata quella di non interrompere il percorso direttamente, ma con prudenza di proseguire su questa via. Forse non avevamo altre possibilità, però voglio ricordare a Florio che questa decisione è stata condivisa, quindi la dobbiamo tenere per quello che vale. È probabile che si potesse pensare anche a sbocchi diversi, ma quella scelta ha portato oggi ad una soluzione rispetto alla quale personalmente non vedo o non sono in grado di intravedere alternative diverse, anche se l'obiettivo della forza politica alla quale mi riferisco avrebbe immaginato una situazione diversa.
C'è stata una scelta molto importante in questa legislatura, mi riferisco alla gestione straordinaria; se dimentichiamo questo, dimentichiamo un passaggio importante. E non dico questo per dire che la gestione straordinaria è "la scelta".
Dico che è stato un enorme, fondamentale, strategico, importantissimo ombrello sul Consiglio regionale, ma direi di più, sulla Regione per non essere nelle condizioni di assoluta non difesa rispetto a mire anche legittime di gestori della Casa da gioco quindi, questo percorso non deve essere inteso come scelta di indirizzo, ovvero gestione pubblica, ma deve essere inteso come ombrello protettivo sul Consiglio e sull'intera Regione. E questo è il dato che caratterizza, se il Governo precedente ha segnato uno stop rispetto all'affidamento senza confini per uno sviluppo senza limiti della Casa da gioco, il secondo ha creato una condizione di protezione della Valle e di questo Consiglio regionale.
Cosa posso dire ancora? L'indirizzo che avevamo in mente l'ho detto; resta da dire l'atteggiamento rispetto a questa delibera che voteremo non perché sia quello che auspicavamo, ma perché in questa situazione ci sembra la soluzione migliore. Non la migliore in senso assoluto, ma una scelta prudente che è coerente con le scelte operate in precedenza. Non riesco ad intravedere se non scorciatoie che si è visto più di una volta possono rappresentare dei pericoli tremendi, ma nello stesso tempo devo prendere atto di un'evoluzione del dibattito in questo Consiglio che è da ritenersi positivo.
Adesso credo che nessuno metta più in discussione due fatti importanti: il primo, di prendere atto che la Regione si era trovata senza saperlo in condizioni di non poter decidere perché accerchiata, di non poter fare perché priva di strumenti essenziali di azione e il secondo, di non conoscere l'effettiva realtà della Casa da gioco, conoscenza che oggi è possibile - lo diceva prima il Consigliere Perron - perché la Regione è entrata direttamente e può conoscere meccanismi, funzionamenti e logiche, anche grazie ad alcuni strumenti dei quali si è potuta dotare senza i quali avrebbe potuto essere ulteriormente condizionata.
Quindi l'approvazione di questa deliberazione va nella linea di consentire una presenza, nella sicurezza degli interessi della popolazione valdostana, di questa Casa da gioco; che questo sviluppo, che questa crescita sia compatibile con la logica della strategia di crescita di questa Regione; di fare sì che non sia la Regione che ruota attorno al Casinò, ma che sia il Casinò una presenza economica e sociale utile per lo sviluppo complessivo della Regione. Ecco perché si è enfatizzato il ruolo dell'accerchiamento: questo vuol dire più autonomia e più libertà per la Regione rispetto ai gestori.
Puntare sullo sviluppo qualitativo più che quantitativo, questo è un obiettivo che ho già enunciato, così come trasparenza e affidabilità continueranno ad essere dei punti importanti.
Per quanto riguarda alcune altre considerazioni, non le ritengo di fondamentale importanza; l'auspicio è che il lavoro della Giunta, che si può prevedere difficile e complesso, sia portato avanti con grande determinazione soprattutto rispetto agli interessi di questa Regione.
Si dà atto che, dalle ore 11,18, presiede il Vicepresidente Aloisi.
Presidente Ha chiesto la parola il Presidente della IV Commissione, Piccolo.
Piccolo (ADP-PRI-Ind) Credo che sia doveroso da parte mia - e non voglio fare delle polemiche, ma solo alcune puntualizzazioni - ribadire in questa particolare occasione, anche perché ho vissuto in prima persona in qualità di membro della IV Commissione il complesso problema Casinò che, al di là di molte dichiarazioni ed accuse fatte da alcune forze politiche, in particolare da quelle dell'opposizione, oggi si può affermare che con questa proposta la Giunta regionale porta al Consiglio un atto che mette un punto fermo ad una vicenda dopo anni di ricorsi e controricorsi.
A proposito delle illazioni fatte da alcuni consiglieri dell'opposizione, in particolare accusando un interesse della maggioranza o di alcune forze di maggioranza di voler gestire il Casinò tramite il Commissario straordinario fino al 1998, cioè fino alle prossime elezioni regionali, credo che in questo siano rimasti delusi.
Per quanto riguarda il Gruppo che rappresento, rispondiamo con fermezza alle accuse dichiarando che sono false e la prova tangibile è quella di oggi. Quest'atto, che smentisce appunto le illazioni, ribadisce altresì alcuni punti: fino ad oggi la doverosa e legittima difesa della potestà statutaria della Regione, se ricorsi ci sono stati da parte nostra, erano comunque tutti mirati alla difesa della potestà regionale in materia di concessione della Casa da gioco; il ribadire il diritto della proprietà dell'immobile e della relativa concessione della Casa da gioco da parte dell'Amministrazione regionale; il non ricorrere al Consiglio di Stato in seguito anche alla sentenza del TAR ultima e prendendo atto della sentenza, evitando quindi per quanto ci riguarda altri lunghi contenziosi; la ferma volontà di affidare ad un privato la gestione della Casa da gioco, dopo aver avuto l'opportunità della gestione grazie proprio alla gestione straordinaria che, qui va ricordato, ha permesso la non chiusura della Casa da gioco, il mantenimento delle attuali maestranze e soprattutto il gettito delle entrate della Casa nelle casse regionali ed ha permesso di avere la diretta conoscenza sull'attività e sugli introiti del Casinò durante questo periodo commissariale, facilitando il ruolo di dominus della Regione Valle d'Aosta.
Fatto questo importante perché permette all'Amministrazione regionale di poter inserire oggi nel deliberato per la trattativa alcuni punti qualificanti, che non erano stati previsti nella precedente bozza di convenzione e che garantiscono meglio un più rispondente introito della Casa da gioco nelle casse regionali, oltre che a garantire sempre più lo sviluppo e l'attività del casinò di Saint-Vincent, alla luce anche di possibili nuove aperture di case da gioco sul territorio nazionale.
E sempre relativamente ad alcune affermazioni ed accuse fatte in quest'aula, per far intravedere come da parte delle forze di maggioranza esistessero preconcetti nei confronti della Finoper o di altre società concorrenti, desidero respingere categoricamente questo tipo di accusa e ribadire che non abbiamo mai avuto preconcetti o veti nei confronti di nessuna società concorrente per la gestione del casinò. Sfido chiunque a dimostrare il contrario.
La nostra unica preoccupazione è sempre stata quella di cercare di dare alla Casa da gioco un gestore privato che rispondesse a tutti i requisiti previsti dal bando del ?91.
Fatte queste debite e doverose precisazioni in merito all'atto oggi in discussione, desidero ribadire che la delibera proposta dalla Giunta regionale ci sembra sufficientemente precisa e corretta soprattutto dopo le modifiche in alcune sue parti deliberative che tengono nella dovuta considerazione le proposte di integrazione avanzate dai membri della IV Commissione che ringrazio anche in quest'occasione per il contributo dato.
Nel chiudere questo mio breve intervento, confidando che quest'atto possa veramente essere l'ultima scelta politica di questa maggioranza nell'affidare il futuro gestionale del Casinò di Saint-Vincent, fonte di risorse finanziarie importanti per il nostro bilancio regionale oltre che ovviamente fonte occupazionale, voglio esprimere un augurio: di poter definire prima della fine di questa legislatura il problema relativo alla gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent e ridare alla stessa una gestione privata che possa meglio esercitare la propria attività di gioco, in virtù anche di una possibile concorrenza che potrà subire, considerata la sempre più pressante richiesta di apertura di nuove case da gioco sul territorio nazionale.
Secondo noi una gestione privata, se ben diretta, potrà veramente essere la carta vincente nei confronti di altri casinò concorrenti, ma soprattutto potrà garantire di mantenere alto il prestigio della Valle d'Aosta con il Casinò più grande e famoso d'Europa.
Per quanto sopra detto, concludo dichiarando il voto favorevole del mio Gruppo all'atto oggi in discussione.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.
Chiarello (RC) Qualcuno diceva prima che in questo Consiglio c'è un po' di noia, un po' di scontatezza per le cose che dobbiamo approvare e io direi anche un po' di impotenza di fronte a quei sei atti che sono riportati nelle prime pagine. Non ho tutte quelle sicurezze che ha il Consigliere Piccolo, spero che dopo 7 anni di dibattito su questo Casinò si arrivi a una soluzione. Lo spero veramente perché, quando sono entrato in consiglio, come ha detto Lanivi parlando di giovani consiglieri, avevo espresso il mio parere su un appalto europeo e adesso sento che anche Lanivi ribadisce questa scelta, che poteva essere diversa....
(... interruzione del Consigliere Lanivi, fuori microfono...)
... era un appalto europeo probabilmente - come ha detto qualcuno - fatto per qualche impresa che c'era già. Comunque non voglio entrare in polemica, lo vedevo diversamente l'appalto europeo. Mi sono sempre assunto la responsabilità della Commissione Bortoli, figuratevi se non mi assumo la responsabilità di quello che dico adesso e spero che anche Piccolo si assuma la responsabilità di quello che ha detto...
(... interruzione del Consigliere Piccolo, fuori microfono...)
... no, no, ma spero che si risolva più che altro per la realtà del Casinò in questa Regione, per i mille dipendenti, per tutto quello che gira attorno al Casinò e per tutto quello che è derivato dalla ricchezza che ci viene dal Casinò.
Come avevamo detto in Commissione, in certi passaggi non ci era sembrata molto chiara la gara di appalto; allora voglio anche dire che non condivido laddove si parla nella delibera di accettazione del piano di sviluppo della Casa da gioco predisposto dalla gestione straordinaria perché un commissario che esce è indubbio che dia un piano di sviluppo credibile. Cioè bisogna capire qual è il piano di sviluppo, cosa vuole la Regione da questo piano di sviluppo, cosa vuole da questa nuova azienda e, secondo me, si deve anche quantificare.
Finalmente si prevede l'acquisizione entro 18 mesi dalla sottoscrizione della convenzione dei beni immobili ritenuti dalla Regione stessa funzionali all'attività; anche lì voglio vedere quanto costeranno questi beni. Uno dei punti salienti della prima bozza che è stato contestato dal TAR era l'acquisizione quanto costerà, adesso vedremo forse quanto costerà l'acquisizione di questi beni.
A differenza di altri che mi hanno anticipato, dico che il commissariamento è servito a questa Regione per capire come funziona il Casinò, per capire quali sono gli introiti in modo da avere in mano al momento della trattativa un qualcosa di più forte. Siccome il Casinò è già di per sé un meccanismo difficile da controllare, ritengo che la gestione privata sia indispensabile, però anche in questo senso voglio vedere quanti benefici porterà al Casinò, a differenza del commissario, la gestione privata.
I conti a casa mia li facciamo sempre a fine anno; anche qui si tirano i conti e poi vediamo quanto ci ha dato il Casinò con la gestione commissariale e quanto darà negli anni a venire con la gestione privatistica. Quest'ultimo tipo di gestione lo vedo più nell'ottica dello sviluppo: se un privato ha interesse a sviluppare e ha le capacità, ha più mano libera rispetto ad una gestione commissariale però, ripeto, che questo commissariamento, facendo tutti i conti a fine anno, è servito alla Regione.
Spero, come ho detto prima, che si concluda questa vicenda Casinò, vorrei ricordare a Lanivi che verso la fine degli anni settanta, inizio anni ottanta, forse si poteva già eludere l'accerchiamento acquistando i beni del Casinò; si è deciso di non comprarli, però già allora lo si poteva fare con un minore esborso. Però andando indietro nel tempo, potremmo magari nel ?48-?50 vedere altre cose. Invece dobbiamo riuscire a mettere la parola fine a questa vicenda, ma ho qualche dubbio che questa convenzione metta la parola fine.
Do fiducia a questa maggioranza, che poi gestirà l'operazione, però non mi sento di votare questa delibera, pertanto mi asterrò per le ragioni che ho detto....
( ...interruzione del Consigliere Marguerettaz, fuori microfono...)
... non do fiducia nel senso, scusate, non vorrei... non mi è venuta la parola... dico che questa maggioranza doveva a questo punto assumersi delle responsabilità. Ha assunto queste responsabilità, io non le condivido appieno perché la mia idea era di un appalto europeo e poi, come ho detto, ci sono un paio di punti che non condivido, pertanto mi asterrò sulla delibera.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Lanièce.
Lanièce (GA) Anch'io per fare alcune brevi considerazioni sulla questione Casinò, tenuto conto del fatto che i colleghi che mi hanno preceduto hanno detto quasi tutto, quindi finirei per ripetere diverse cose.
Oggi finalmente, dopo mesi e mesi passati ad analizzare ricorsi e controricorsi, a leggere sentenze, siamo di fronte ad un atto concreto, quello che riguarda l'approvazione di un procedimento per l'affidamento della futura gestione del Casinò ad una società privata.
Possiamo dire che finalmente siamo giunti ad un momento importante, in cui finalmente potremo vedere se da parte dell'Amministrazione regionale c'è la volontà di addivenire all'affidamento ad un gestore privato della struttura della Casa da gioco di Saint-Vincent.
In merito all'atto in oggetto, anch'io come altri colleghi della minoranza non posso che esprimere alcune perplessità che riguardano alcuni aspetti di quest'atto amministrativo. Basti pensare ad esempio al problema degli investimenti, al problema dell'acquisizione dei beni funzionali - ma quali sono questi beni funzionali? -, anche alla stessa durata della convenzione, una durata, secondo me, esigua se si vuole puntare ad un rafforzamento notevole della Casa da gioco. E ancora il problema sollevato dal collega Tibaldi in merito all'assunzione di 65 persone prima ancora di intavolare una trattativa con Finoper, anche questo è un fatto che lascia perplessi. Lo stesso l'accettazione del piano di sviluppo della Casa da gioco predisposto dalla gestione straordinaria. Questi sono alcuni aspetti sui quali ho delle perplessità abbastanza grosse.
D'altra parte fino adesso ho sempre cercato nei miei interventi di indicare la volontà di addivenire al più presto all'affidamento della Casa da gioco ad un gestore privato, pertanto mi sento oggi spinto a votare questo provvedimento perché si arrivi al più presto ad affidare la gestione della Casa da gioco ad un gestore privato per i motivi che ho appena detto: per rafforzare l'immagine della Casa da gioco, per poter finalmente dare uno scossone ad una situazione che non è stata delle migliori in questi ultimi anni.
D'altra parte è anche giusto che questa trattativa che verrà iniziata venga condotta in modo rigido, senza presunzione, ma con la consapevolezza che le cose vanno fatte questa volta per durare. Ciò che importa è che da questa trattativa nasca una determinazione notevole, durevole e vengano portati dei buoni risultati che abbiano una lunga scadenza questa volta. Per quello che avevo sollevato il problema della scadenza che viene prevista solo fino al 2003.
Sarebbe impensabile dover assistere di nuovo ad un palleggiamento di competenze, di commissioni, di criteri, di responsabilità. È tempo di chiarezza e penso che sia giunto il momento di portare a termine un impegno che ci siamo presi tutti noi, al di là della collocazione in maggioranza o in minoranza, di dare una soluzione al problema Casinò. Del resto credo che tutta l'opinione pubblica valdostana ci stia chiedendo di vedere dei risultati concreti.
Non siamo qui a difendere una società privata piuttosto che un'altra; siamo qui per cercare di garantire ai lavoratori del Casinò, all'economia valdostana, allo sviluppo turistico della nostra Regione un futuro sicuro, sereno, molto più di quanto non lo sia l'attuale.
Penso che in questa direzione possa essere colto l'apporto di alcune forze della minoranza, che voteranno l'atto oggi in discussione. Ovviamente se abbiamo dato la fiducia all'Amministrazione regionale in merito a quest'atto, ci aspettiamo poi di verificare, se la trattativa andrà in porto, più attentamente la convenzione che verrà messa in atto.
Quindi incentreremo la nostra attenzione sulla convenzione, che speriamo venga al più presto portata in quest'aula perché vorrà dire che la trattativa è andata in porto, che finalmente dopo alcuni anni la Casa da gioco avrà di nuovo un gestore privato. Per questo indico il mio voto favorevole a quest'atto amministrativo.
Presidente Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.
Viérin D. (UV) Je veux tout d'abord remercier tous ceux qui sont intervenus, non seulement pour les considérations qu'ils ont exprimées, qui sans doute, compte tenu de la complexité et de l'importance de ce sujet, sont utiles, mais également pour toutes les suggestions qui ont pour finalité de mieux définir le mandat que le Gouvernement demande aujourd'hui.
En effet, comme nous l'avions déjà souligné à l'époque, pour le Gouvernement il s'agit d'une lourde responsabilité. De ce point de vue il est bien de définir au préalable les différents aspects qui sont liés à cette négociation, de façon que le Gouvernement et la délégation qui le représentera puissent avoir plus de tranquillité et puissent mieux assumer cette responsabilité. Toutes les suggestions seront mises en considération et nous aurons, au cours du déroulement de cette négociation, la possibilité de continuer cette confrontation au sein de la IVème Commission, pour exprimer au mieux les volontés de cette Assemblée.
Permettez-moi aussi quelques considérations quant au débat qui s'est dégagé et sur quelques thèmes de fond.
Tout d'abord sur notre pouvoir discrétionnaire: il est vrai, il s'agit d'un long processus qui a commencé en 1991 et quand je parle de processus, je fais également référence à la procédure qui a été entamée et au contentieux qui s'en est suivi, parce qu'en 1993 ce processus devait attendre une décision du Conseil d'Etat. Donc il était plutôt difficile d'interrompre une procédure dans l'attente de connaître cette décision.
Par la suite, des considérations ont été exprimées; nous avons toujours fait de la concertation et de la collégialité la méthode suivie pour prendre nos décisions. Les deux aspects qui ont été considérés ont été, tout d'abord, quelle est la procédure qui nous donne le plus d'assurance quant à la rapidité et c'est la considération qui, au mois de juillet 1993, nous avait amenés à dire qu'il fallait, plutôt que d'interrompre le tout, plutôt que de reprendre un chemin sans savoir où cette décision pouvait nous amener, reprendre un certain fil, parce qu'il y avait l'espoir de pouvoir bien terminer cette procédure.
Considérons qu'à l'époque les conditions étaient tout à fait différentes par rapport à aujourd'hui: il n'y avait pas de gestion extraordinaire, nous étions encore dans une phase de prorogation ultérieure d'une convention déjà échue et donc à ce moment-là nous avons fait un choix de responsabilité. Nous avions également un autre choix, Monsieur Tibaldi. L'autre choix, qui aurait été probablement le choix le plus clair, était de changer de cap, d'affirmer que nous ne voulions plus d'une gestion privée, mais que nous voulions une gestion publique. Cela aurait été la décision qui nous aurait permis de mettre fin à tout contentieux. Mais là c'est le véritable choix politique: évidemment quand on fait un choix, on est par la suite prisonnier - pour une question de cohérence - de ce même choix.
Il y avait là une grande opportunité, mais il fallait modifier totalement une orientation de fond, qui aujourd'hui a été réaffirmée par l'Assemblée tout entière et c'est ce que nous n'avons pas voulu. Pour vouloir maintenir ce choix, nous avons dû suivre la procédure et aujourd'hui nous respectons les décisions qui ont été prises par d'autres. C'est de ce point de vue que nous réaffirmons le bien-fondé de ce que nous avons fait jusqu'à maintenant, au-delà des conséquences du point de vue des procédures.
Pour terminer, le pouvoir discrétionnaire n'était pas dans cette phase - qui est une phase essentiellement de procédure, une phase de présélection - un pouvoir d'ordre politique. Il s'agissait simplement, à moins de changer l'objectif principal, de vérifier si certaines conditions étaient remplies ou non.
C'est dans cette direction que nous avons agi; c'est sur la base de cette considération qu'aujourd'hui nous prenons acte de certaines décisions et nous passons à une phase successive, qui est la phase qui devrait nous permettre d'entamer les problèmes dans leur substance, tout en soulignant qu'il ne s'agit pas encore aujourd'hui de signer la convention et donc forcément nous ne pouvons pas définir dans le menu détail toute une série de thèmes. Il n'y aurait pas à cet égard de négociation.
Il s'agit de donner un mandat et de permettre au Gouvernement de négocier en lui fournissant les orientations d'ordre général, et c'est là la raison pour laquelle on ne peut donner une liste exhaustive de tous les différents aspects.
Il s'agit à notre sens de fixer clairement l'objectif et après ce sera au cours de la négociation que on devra mieux le définir, parce qu'il ne faut pas non plus oublier que le résultat final devra être le résultat d'un accord entre deux parties, entre deux volontés et si nous définissions déjà tout à l'avance, alors on peut faire à moins de dire qu'on va ouvrir une négociation. Mais évidemment nous allons avec cet objectif de fond, qui est à la base de toutes ces conditions qui sont inscrites dans la délibération, à savoir assurer une continuité.
A cet égard je souligne le terme continuité parce que je ne veux oublier qu'à partir de 1994 il y a eu un processus positif de gestion de la maison de jeu et donc nous devons assurer la continuité de fonctionnement, de rentabilité, de développement, tout en considérant que cette continuité doit être compatible avec les deux considérations exprimées. La première c'est que le "dominus" est l'Administration régionale et donc qu'il s'agit oui d'une concession pour la gestion d'une maison de jeu, mais que les décisions stratégiques concernant la maison de jeu sont du ressort de l'Administration régionale et sont représentées par ces orientations. Compatibilité donc avec ce fait et avec les intérêts d'ordre général de la Région: voilà les points fondamentaux que le Gouvernement posera à la base de son action, objectifs par la suite réalisés sur la base de ces mêmes orientations.
Ce n'est pas aujourd'hui le cas de dresser un bilan de la gestion extraordinaire, nous le ferons au moment où nous viendrons au Conseil pour proposer la nouvelle convention.
Une seule considération je veux exprimer au-delà du différend quant aux jugements sur les résultats de cette même gestion. Je pense néanmoins qu'un résultat tout le monde est à même de le reconnaître et d'exprimer donc un jugement positif: c'est l'attitude différente du Gouvernement, de cette Assemblée, vis-à-vis de ce problème.
Je veux comparer les deux dates: 1993 et 1997; aujourd'hui nous nous apprêtons à entamer ces négociations avec des conditions qui sont totalement différentes et nettement plus favorables pour l'Administration régionale. Je crois que cette seule considération est une considération importante pour démontrer le bien-fondé de certaines décisions, non pas là sur le plan des procédures, mais sur le plan de la substance parce qu'aujourd'hui nous nous trouvons face à une situation complètement différente, dans laquelle - si nous voulons la traduire en termes de négociation - le pouvoir contractuel de la Région est au moins double par rapport à celui de 1993.
Quelques considérations enfin sur les remarques qui ont été faites quant aux propositions formulées. L'objectif de l'acquisition des immeubles de propriété SITAV, que nous estimons fonctionnels à l'activité de la maison de jeu, nous l'avons gardé. D'autres ont formulé des avis différents; nous en prenons acte; nous constatons seulement que selon les circonstances on change d'avis.
Au moment même où il y avait une pression de la part des employés du Billia, nous aurions aimé entendre les mêmes considérations. Tout le monde juge cette situation de la maison de jeu unique et donne un jugement positif parce qu'elle représente avec une unité de gestion - voilà pourquoi nous voulons atteindre cet objectif - un atout supplémentaire pour l'activité de la maison de jeu. N'oublions pas qu'à côté de cet aspect il y a l'aspect social, qui nous a toujours amenés à prendre en considération ces différents problèmes et qui nous a amenés aussi à concerter certaines décisions compte tenu de l'importance de ce même phénomène sur le plan social.
Quant à l'autre problème soulevé, c'est-à-dire si cet objectif pourra être atteint sur le plan juridique, compte tenu du fait Finoper n'est pas propriétaire de ces immeubles, à part la considération que cette situation s'était déjà présentée en 1993, nous voulons là reconfirmer tout d'abord une volonté, et ensuite - puisque nous savons qu'il y a des rapports entre ces différentes sociétés et qu'au-delà de la Société avec laquelle nous discuterons il y a là également une seule volonté - réaffirmer cet objectif; nous examinerons avec Finoper quelles sont les possibilités de réaliser ce même objectif - et, à notre avis, ces possibilités existent. S'il est vrai, comme il est vrai, qu'il y a des sociétés différentes, il est aussi vrai qu'il y a une liaison directe entre toutes ces mêmes sociétés et qu'elles font référence à un seul "dominus".
Quant au problème de la concurrence, nous estimons que certaines précisions pourront être inscrites dans la convention; ici il s'agit de vérifier s'il y a accord quant aux principes parce que c'est important de réaffirmer le fait que pour nous il doit y avoir incompatibilité entre gestion de la maison de jeu de Saint-Vincent et gestion d'autres activités toujours liées aux jeux, qui sont en contraste avec les intérêts de la maison de jeu de Saint-Vincent.
De quelle façon préciser cette incompatibilité, là aussi nous avons la nécessité de le laisser à la négociation parce qu'il est difficile de prévoir exactement maintenant toutes les différentes facettes d'un problème qui se présentait d'une certaine façon il y a 20 ans, qui aujourd'hui se présente d'une façon tout à fait différente, compte tenu des modifications qui sont intervenues par exemple dans les moyens de communication.
Quant au plan de développement nous avons voulu simplement reprendre une décision qui a déjà été adoptée. Il ne s'agit pas de renvoyer à une décision qui doit être prise; je veux rappeler que par une délibération du Gouvernement du 20 janvier 1995 nous avons "preso atto e per quanto di competenza approvato il piano di sviluppo presentato in data 1° dicembre ?94 dal Commissario straordinario, di dare mandato al Commissario straordinario di provvedere alla stesura dei piani operativi definitivi ed esecutivi, per rendere effettivamente operante tale piano di sviluppo". Donc pour nous c'est tout à fait naturel, compte tenu du procédé qui a déjà été entamé, de donner suite à ces décisions, qui ont été par ailleurs présentées à la IVème Commission.
C'est là une conséquence d'une gestion que nous avons toujours voulue dynamique pour deux raisons: tout d'abord pour maintenir la compétitivité, ensuite parce que au moment même où nous nous présenterons avec le futur gestionnaire de la maison de jeu, nous devons avoir une maison de jeu en pleine activité; d'où la décision de donner suite au plan de développement, d'où également la décision de donner suite à l'augmentation des effectifs. C'est une requête qui avait déjà été formulée précédemment. Nous nous étions opposés: tant que le Conseil régional n'aura pas adopté le règlement du personnel nous ne donnerons pas cours à cette requête, même si elle est nécessaire pour la rentabilité de la maison de jeu. Voilà un signe ultérieur d'une maison de jeu qui est en pleine activité, qui est rentable et qui pourra être gérée au mieux par une autre société.
J'ai pris acte avec satisfaction qu'à l'égard de cette perspective il y a le consensus de presque toute l'Assemblée; j'estime que c'est un élément en faveur du Gouvernement qui pourra, au moment où il siégera à la table des négociations, représenter non seulement la majorité qui l'exprime, mais représenter une volonté générale de toute l'Assemblée.
Donc ce sera un élément qui contribuera à mieux orienter l'action du Gouvernement dans cette phase qui s'ouvre et qui s'achèvera au sein de cette même Assemblée, afin qu'elle puisse, en cas de conclusion positive de la négociation, sanctionner par un vote les conditions pour une gestion privée de la maison de jeu de Saint-Vincent.
Si dà atto che, dalle ore 12,03, riassume la Presidenza il Presidente Stévenin.
Presidente Si vota prima l'emendamento presentato dal Consigliere Tibaldi, di cui do lettura:
Emendamento Al terzultimo capoverso delle Premesse, sopprimere l'inciso "pur nella convinzione della fondatezza dei propri atti".
Presenti: 30
Votanti: 29
Favorevoli: 4
Astenuti: 1 (Chiarello)
Contrari: 25
Il Consiglio non approva
Presidente Vi sono poi gli emendamenti del Presidente della Giunta regionale, di cui do lettura:
Emendamenti Al punto 4°) viene apportata la seguente integrazione: "di precisare che la trattativa, nel corso della quale dovrà essere verificata la trasparenza e l'affidabilità dell'azionariato, dovrà essere finalizzata, attraverso una convenzione la cui scadenza non superi la data del 31 dicembre 2003, al conseguimento, in particolare, dei seguenti risultati...";
Dopo la lettera c) viene inserita una nuova lettera:
"d)" la partecipazione della concessionaria agli oneri necessari per la valorizzazione della Casa da Gioco";
La ex lettera d) diventa "e)"
" " " e) " "f)"
" " " f) " "g)"
" "" g) " "h)"
" "" h) " "i)"
Al punto 5) dopo la parola "consiliare" viene inserita la frase: "in un congruo numero di riunioni".
Presidente Pongo in votazione il testo così emendato:
Deliberazione Il Consiglio
Ricordato che il Consiglio regionale con provvedimento n. 2265/IX del 7 giugno 1991 approvava di diramare un pubblico avviso per invitare tutte le società interessate alla concessione per la gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent;
Atteso che:
- in applicazione della deliberazione del Consiglio regionale sopracitata è stato diramato l'avviso pubblico;
- il Consiglio regionale con provvedimento n. 2995/IX in data 10 gennaio 1992 ha preso atto che tra le varie società che avevano inviato la documentazione, solo la società SITAV aveva prodotto la documentazione idonea ad attestare il possesso dei requisiti previsti dall'avviso pubblico e delegava conseguentemente la Giunta regionale ad avviare la trattativa privata con la predetta società;
- la società FINOPER presentava ricorso al T.A.R. Valle d'Aosta per chiedere l'annullamento della deliberazione del Consiglio regionale n. 2995/IX del 10 gennaio 1992 che escludeva la predetta società dalla gara;
- il T.A.R. Valle d'Aosta con sentenza n. 103/1992 respingeva il ricorso proposto dalla società FINOPER;
- la società FINOPER proponeva ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del T.A.R. Valle d'Aosta n. 103/92 e il giudice di II° grado con decisione n. 362, in data 30 marzo 1993, accoglieva il ricorso proposto dalla FINOPER e per effetto annullava la deliberazione del Consiglio regionale 2995/IX del 10 gennaio 1992;
- il Consiglio regionale con provvedimento n. 74/X in data 26 luglio 1993 ribadiva la validità ed efficacia della deliberazione n. 2265/IX del 7 giugno 1991 e dell'avviso ivi approvato deliberando di riconoscere la validità delle domande pervenute in termini da parte delle società e di riprendere il procedimento per il rinnovo della concessione del Casinò di Saint-Vincent dal momento precedente alla selezione;
- con provvedimento n. 75/X del 26 luglio 1993 il Consiglio regionale provvedeva alla nomina della Commissione per la valutazione dei documenti inviati;
Richiamata la precedente deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X, in data 4 novembre 1993, con la quale si prendeva atto delle risultanze della valutazione effettuata dall'apposita Commissione e si stabiliva, sulla base delle risultanze di detta Commissione, che la Società SITAV S.p.A. poteva essere ammessa alla trattativa prevista per l'eventuale affidamento della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent e si delegava la Giunta ad avviare la trattativa privata con la Società in questione per il rinnovo della concessione;
Atteso che con ricorso proposto al T.A.R. della Valle d'Aosta la Società FINOPER chiedeva l'annullamento della deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X del 4 novembre 1993 e di ogni atto presupposto, connesso e conseguenziale, ivi compresa la relazione della Commissione in data 30 settembre 1993;
Vista la sentenza n. 65/94, in data 20 maggio 1994, con la quale il T.A.R. Valle d'Aosta accoglieva il ricorso proposto dalla FINOPER e conseguentemente annullava la deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X ivi compresa la relazione della Commissione;
Atteso, inoltre, che la Società SITAV S.p.A. proponeva appello al Consiglio di Stato per la riforma della sentenza del T.A.R. Valle d'Aosta 20 maggio 1994, n. 65;
Dato atto che il Consiglio di Stato con decisione n. 817/95, in data 11 luglio 1995, depositata in data 16 ottobre 1995, rigettava l'appello proposto dalla Società SITAV e conseguentemente confermava la sentenza del T.A.R. Valle d'Aosta n. 65/94;
Constatato che, in ottemperanza alla decisione n. 817/95 del Consiglio di Stato, il Consiglio regionale con provvedimento n. 1658/X, in data 23 novembre 1995, deliberava:
1) di dare atto che esclusivamente le Società FINOPER S.p.A. e SITAV S.p.A. hanno presentato, alla data prestabilita del 10 settembre 1993, la documentazione integrativa a precisazione dei requisiti di idoneità di cui al punto 4) del dispositivo della deliberazione del Consiglio regionale n. 74/X del 26 luglio 1993;
2) di riprendere il procedimento per il rinnovo della concessione del Casinò di Saint-Vincent dal momento antecedente alla deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X del 4 novembre 1993, annullata dal Giudice amministrativo di I° grado ed il cui annullamento è stato confermato dal Consiglio di Stato, e cioè dalla convocazione della Commissione di cui alla deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X in data 26 luglio 1993;
3) di invitare le Società FINOPER S.p.A. e SITAV S.p.A. a confermare l'esistenza dei requisiti previsti alla data del 15 luglio 1991, confermati alla data del 30 luglio 1993, ed a dimostrarne il permanere, alla data del 31 ottobre 1995;
Ricordato altresì, che con successivo provvedimento n. 1659/X, in data 23 novembre 1995, il Consiglio regionale provvedeva, a seguito della presa d'atto delle dimissioni presentate dai componenti della Commissione, nominata con deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X, in data 26 luglio 1993, a nominare altra Commissione per la valutazione dei documenti già presentati dalle Società FINOPER S.p.A. e SITAV S.p.A., riferiti alla data del 15 febbraio 1991 e confermati alla data del 30 luglio 1993, nonché per l'esame della documentazione da presentare dalle Società stesse per confermare l'esistenza e dimostrare il permanere dei requisiti alla data del 31 ottobre 1995;
Atteso che, con ricorso proposto al T.A.R. della Valle d'Aosta, la Società FINOPER S.p.A. chiedeva l'annullamento delle deliberazioni del Consiglio regionale n. 1658/X e n. 1659/X del 23 novembre 1995;
Dato atto che con sentenza n. 85/96 in data 20 marzo 1996, depositata in data 18 aprile 1996, il T.A.R. della Valle d'Aosta accoglieva il ricorso della Società FINOPER e, per l'effetto, annullava le deliberazioni del Consiglio regionale n. 1658/X e n. 1659/X del 23 novembre 1995, statuendo che:
a) l'effetto del giudicato copre l'esclusione dalla procedura della Società SITAV;
b) la Commissione non può essere rinnovata senza opportuna, congrua ed espressa motivazione;
c) la procedura di preselezione deve essere, quindi, ripresa nei confronti della sola Società FINOPER dal momento della convocazione della Commissione di cui alla delibera 26 luglio 1993 n. 75/X e deve essere proseguita con la valutazione da parte della Commissione stessa dell'esistenza o meno dei requisiti 5 (patrimonio o garanzia equipollenti di almeno quaranta miliardi a garanzia del livello di introiti attuale) e 7 (disponibilità di infrastrutture accessorie alla Casa da Gioco o di acquisti sufficienti a rilevarle o costruirle) in capo a detta Società;
Atteso che la Commissione per la valutazione dei documenti, nominata con deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X del 26 luglio 1993 e con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 1190 del 20 settembre 1993, dopo aver sospeso le proprie dimissioni precedentemente rassegnate, ha espresso e rinnovato - in considerazione delle motivazioni contenute nella sentenza del T.A.R. per la Valle d'Aosta n. 85/95 - la propria disponibilità a riesaminare i punti 5) e 7);
Ricordato che la predetta Commissione, in data 6 giugno 1996, ha ritenuto opportuno, in conformità ai contenuti della sentenza, di richiedere alcuni chiarimenti sulla documentazione già prodotta a suo tempo dalla Società FINOPER e, precisamente:
a) bilancio della COIMAR S.p.A. al 30 giugno 1991 e al 30 giugno 1992 o, in caso di predisposizione dello stesso riferito a fine anno, alle date del 30 dicembre 1991 o del 30 dicembre 1992;
b) documentazione relativa alle procedure e modalità per l'assegnazione e l'erogazione del contributo in conto capitale di Lire 167,8 miliardi da parte del Ministero della Marina mercantile;
Considerato che:
- in data 16 luglio 1996 la Commissione di cui trattasi ha redatto il rapporto conclusivo sull'esistenza dei requisiti 5) e 7) da cui risulta difettare in capo alla FINOPER alla data del 15 luglio 1991 il requisito n. 5 ed essere perlomeno dubbia la titolarità del requisito n. 7;
- il Consiglio regionale, con deliberazione n. 2129/X del 26 settembre 1996, prendeva atto delle risultanze del supplemento al rapporto conclusivo della Commissione per la valutazione dei requisiti 5 e 7 in forza delle quali risultava difettare in capo alla FINOPER il requisito 5 e risultava per lo meno dubbia la titolarità del requisito n. 7, stabilendo che la gara aveva avuto esito infruttuoso e che, conseguentemente, si sarebbe dato luogo ad una nuova gara ad evidenza pubblica;
- avverso tale provvedimento del Consiglio regionale, la FINOPER con ricorso notificato in data 4 novembre 1996 proponeva ricorso al T.A.R. Valle d'Aosta chiedendo l'annullamento della deliberazione del Consiglio regionale sopracitata, del supplemento di rapporto conclusivo della Commissione e chiedeva altresì la sospensione cautelare dei provvedimenti di cui trattasi;
Atteso che il T.A.R. per la Valle d'Aosta con sentenza n. 25/97, in data 22 gennaio 1997, depositata in data 19 febbraio 1997 ha accolto il ricorso proposto dalla Soc. FINOPER ed ha conseguentemente annullato tutti i provvedimenti impugnati e precisamente:
a) la deliberazione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta del 26 settembre 1996 n. 2129/X, recante "procedimento per l'affidamento della futura gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent. Presa d'atto della valutazione effettuata dalla commissione relativamente ai requisiti 5 e 7 della società FINOPER S.p.A.;
b) il "supplemento al rapporto conclusivo della commissione per la valutazione dei documenti inviati e per la formulazione della proposta di preselezione per l'affidamento della futura gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent, redatto a seguito della sentenza 20 marzo - 18 aprile 1996 n. 85/96" del T.A.R. della Valle d'Aosta;
Ritenuto, pur nella convinzione della fondatezza dei propri atti, al fine di non procrastinare ulteriormente l'affidamento ad un privato della gestione della Casa da Gioco, di ottemperare alla sentenza del T.A.R. Valle d'Aosta n. 25/97, avviando la trattativa con la Società FINOPER;
Visti i pareri favorevoli rilasciati dal Capo di Gabinetto e dal Dirigente del Servizio Affari Generali e Legali della Presidenza della Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 72 della legge regionale n. 3/1956 e successive modificazioni, e del combinato disposto degli articoli 13 - comma 1 lett. e) e 59 - comma 2 - della legge regionale n. 45/1995, sulla legittimità della presente deliberazione;
Delibera
1) di prendere atto dell'accoglimento da parte del T.A.R. della Valle d'Aosta del ricorso proposto dalla Società FINOPER e del conseguente annullamento di tutti i provvedimenti impugnati in premessa specificati;
2) di prendere atto altresì che in conseguenza della sentenza del T.A.R. Valle d'Aosta n. 25/97 la sola Società FINOPER risulta ammessa alla trattativa privata;
3) di delegare, conseguentemente, la Giunta regionale ad avviare la trattativa privata con la Società FINOPER per l'affidamento in concessione della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent;
4) di precisare che la trattativa, nel corso della quale dovrà essere verificata la trasparenza e l'affidabilità dell'azionariato, dovrà essere finalizzata, attraverso una convenzione la cui scadenza non superi la data del 31 dicembre 2003, al conseguimento, in particolare, dei seguenti risultati:
a) l'acquisizione da parte della Regione entro 18 mesi dalla sottoscrizione della convenzione, dei beni immobili ritenuti dalla Regione stessa funzionali all'attività della Casa da Gioco;
b) il controllo della Regione sugli aspetti societari, patrimoniali e gestionali della Società concessionaria;
c) l'accettazione del piano di sviluppo della Casa da Gioco predisposto dalla Gestione straordinaria;
d) la partecipazione della concessionaria agli oneri necessari per la valorizzazione della Casa da Gioco;
e) l'assolvimento, da parte della Società concessionaria, degli obblighi previsti dall'articolo 7 della legge regionale 21 dicembre 1993, n. 88, il recepimento ed il rispetto della regolamentazione riguardante le assunzioni di personale presso la Casa da Gioco approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 2399/X del 5 febbraio 1997 nonché l'esclusione di oneri a carico della Regione per il personale;
f) l'utilizzazione, a valori congrui, su licenza della Regione del logo della Casa da Gioco, del Software gestionale e del relativo Hardware;
g) l'impegno a rilevare dalla Regione o dalla Gestione straordinaria l'arredamento, il materiale da gioco ed attrezzature varie utilizzate per la gestione della Casa da Gioco;
h) l'esclusività ed il divieto di gestione diretta o indiretta di altre attività di gioco, concorrenziali con la Casa da Gioco;
i) l'impegno di avere la sede legale e fiscale nella Regione Valle d'Aosta, per la durata della convenzione;
5) di impegnare la Giunta a relazionare alla IV Commissione consiliare in un congruo numero di riunioni sugli sviluppi della trattativa;
6) di rinviare, in caso di esito positivo della trattativa privata, a successivo provvedimento l'approvazione del contratto di concessione alla Società FINOPER S.p.A. della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent;
7) di dare atto che la presente deliberazione non è soggetta al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta in quanto non compresa nelle categorie indicate nell'articolo 8 del decreto legislativo 22 aprile 1994, n.320 e di darne esecuzione.
Presenti: 31
Votanti e favorevoli: 29
Astenuti: 2 (Chiarello e Chenuil)
Il Consiglio approva
Presidente Con questa votazione sono conclusi i lavori del Consiglio.
La seduta è tolta.