Oggetto del Consiglio n. 2304 del 11 dicembre 1996 - Resoconto
SEDUTA ANTIMERIDIANA DELL'11 DICEMBRE 1996
OGGETTO N. 2304/X Approvazione della vendita della centrale idroelettrica di proprietà regionale sita in Comune di Issime alla Compagnie Valdôtaine des Eaux s.a.. Introito di somma.
Deliberazione Il Consiglio
Ricordato che la Società "Compagnia valdostana delle acque S.p.A." (siglabile C.V.A.) o "Compagnie valdôtaine des eaux s.a.", società interamente partecipata dalla Regione in gestione speciale, ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 28 giugno 1982, n. 16 ("Costituzione della società finanziaria regionale per lo sviluppo economico della Regione Valle d'Aosta) e successive modificazioni, è proprietaria delle centrali idroelettriche già appartenenti al patrimonio ILVA;
Considerato che per una migliore razionalizzazione e riorganizzazione del patrimonio idroelettrico è necessario che venga trasferita alla C.V.A. anche la centrale idroelettrica di Issime, compresi tutti gli immobili, pertinenze ed impianti, pervenuta alla Regione dalla Società ILSSA VIOLA con rogito stipulato dal Notaio G. Favre in data 9 dicembre 1986, repertorio 38001/6145;
Posto che l'alienazione è finalizzata al perseguimento dell'obiettivo di unificare la gestione degli impianti di produzione di energia elettrica di proprietà regionale;
Atteso che la valutazione dell'impianto è stata eseguita dall'ing. Giovanni Carena, per conto della C.V.A., con perizia del 24 febbraio 1996, in complessive Lire 2 miliardi, tenuto conto del valore patrimoniale e del valore reddituale della centrale, in quanto trattasi di una stima che deve tenere conto non solo del carattere patrimoniale, ma anche di quello di carattere economico-reddituale per il quale il servizio demanio e patrimonio regionale non ha ritenuto di avere specifica competenza in materia, come risulta dalla nota dell'Assessorato del bilancio e delle Finanze in data 3 maggio 1996, prot. n. 8991/5 Fin.;
Tenuto conto che nella valutazione sono compresi tutti gli impianti e le pertinenze della centrale, meglio descritti nell'elenco predisposto dall'Assessorato del Bilancio e delle Finanze in data 12 luglio 1996, il cui valore a corpo è stato stimato in complessive Lire 809.600.000.=;
Tenuto presente, inoltre, che, attualmente, la centrale di cui si tratta è gestita dalla Cooperativa elettrica di Issime, in forza di convenzione stipulata in data 14 settembre 1994, repertorio n. 11366, e che la medesima si è dichiarata disposta a cessare la gestione al momento del trasferimento della medesima alla C.V.A.;
Posto che la C.V.A. ha accettato in data 30 luglio 1996 le condizioni e le modalità di vendita proposte dalla Regione con nota del Servizio Affari generali e legali in pari data, prot. n. 13690/5 Leg.;
Atteso che l'Assessore al Bilancio ed alle Finanze, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 22, comma 5, della legge regionale 19 gennaio 1996, n. 1 (legge finanziaria) ha espresso il proprio assenso con nota del 23 agosto 1996, prot. 17129/5 Fin;
Visto il parere favorevole di legittimità rilasciato dal Dirigente del Servizio affari generali e legali della Presidenza della Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 72 della legge regionale n. 3/56 e successive modificazioni, e del combinato disposto degli articoli 13 - comma 1, lettera e) e 59 - comma 2 della legge regionale n. 45/1995, sulla presente deliberazione;
Delibera
1) di approvare la vendita alla Società "Compagnia valdostana delle acque S.p.A." (siglabile C.V.A.) o "Compagnie valdôtaine des eaux s.a.", con sede legale in Aosta, Corso Battaglione n. 24 (codice fiscale e partita IVA 00531820074), della centrale idroelettrica di Issime, località Grand Praz, di proprietà regionale, compresi gli impianti e le attrezzature meglio individuati nell'elenco allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale, per il prezzo a corpo di Lire 2.000.000.000.= (duemiliardi), di cui Lire 809.600.000.= (ottocentonovemilioniseicentomila) per i beni mobili di cui all'allegato elenco, distinta al Catasto come segue:
in Comune di Issime
a) al NCT dello stesso Comune:
Foglio 16 nn. 286 - 289 - 290 - 294 - 304 - 308 - 310 - 324 - 325;
Foglio 26 nn. 108 - 184 - 201 - 202 - 204 - 211 - 220 - 221 - 223 - 251;
Foglio 27 n. 237;
b) al NCEU dello stesso Comune:
Foglio 38 nn. 289 - 290 - 294 - 304 - 308 - 310 - 324;
Foglio 48 (al NCT Foglio 26) nn. 93 - 108 - 184 - 202 - 204 - 220 - 223;
Foglio 26 (in realtà Foglio 48) n. 253;
in Comune di Gaby
a) al NCT dello stesso Comune:
Foglio 26 nn. 76 - 85 - 95 (ex n. 73/a);
b) al NCEU dello stesso Comune:
Foglio 26 n. 282 (già Foglio 38 n. 282 del Comune di Issime);
2) di dare atto che il terreno di proprietà regionale distinto al NCT con il n. 95 (ex 73/a) del Foglio 26 in Comune di Gaby è gravato da una servitù di passaggio pedonale e carraio a favore del terreno distinto al NCT dello stesso Comune con il n. 96 (ex 73/b) del Foglio 26, costituita con atto autenticato dal Notaio G. Favre in data 28 ottobre 1994 - rep. 100501 - e in data 29 novembre 1994 - rep. 101029, registrato a Châtillon il 15 dicembre 1994 al n. 186 e trascritto ad Aosta il 23 dicembre 1994 ai nn. 9601/7087;
3) di introitare la somma di Lire 2.000.000.000.= (duemiliardi) al capitolo 10200 ("Provento vendita beni immobili") del bilancio di previsione della Regione per l'anno finanziario 1996;
4) di stabilire che:
- il pagamento del corrispettivo di cui al precedente punto 1) dovrà essere versato in un'unica soluzione presso la Tesoreria regionale prima della stipulazione del rogito notarile;
- il rogito notarile dovrà essere stipulato entro tre mesi dalla data di comunicazione dell'approvazione del presente provvedimento da parte del Consiglio regionale;
- tutte le spese notarili, onorari, imposte ed ogni altra conseguente saranno a totale carico della Società acquirente, salvo l'imposta INVIM che per legge rimane a carico della Regione venditrice;
- la centrale ed i beni mobili verranno ceduti nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano, con gli inerenti diritti, accessioni e pertinenze;
5) di conferire al Presidente della Giunta regionale e, in caso di delega, all'Assessore che interverrà alla stipulazione dell'atto conseguente al presente provvedimento, la facoltà di autorizzare l'inserzione nello stesso delle precisazioni, rettifiche ed aggiunte che il Notaio rogante riterrà necessarie per il perfezionamento del rogito;
6) di rinviare a successivo provvedimento dirigenziale l'approvazione e l'impegno della spesa dell'imposta INVIM;
7) di sottoporre la presente deliberazione al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta ai sensi e per gli effetti dell'articolo 8, lettera d) del decreto legislativo 22 aprile 1994, n. 320.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Borre.
Borre (UV) Questa delibera è stata esaminata dalla II commissione, che ha valutato positivamente il fatto che la regione tramite la struttura CVA (Compagnie Valdôtaine des Eaux) acquistasse la centrale per andare verso un piano idroelettrico regionale, che vedesse tutte quelle che sono le potenzialità raggruppate sotto l'ente CVA.
Nello stesso tempo però si è concordato di presentare un ordine del giorno, che tenesse in conto le richieste del comune di Issime e della comunità Walser di Gressoney.
Sono richieste che vanno verso la necessità della comunità di far sì che strutture di servizio, tipo compattatore, depuratori e gli edifici degli enti comunali potessero già subito - se la legge lo permette, o in un secondo momento con norme adeguate, quindi norme richieste dalla regione - fruire della corrente prodotta in quella zona.
Quindi pregherei di distribuire l'ordine del giorno che la II commissione ha redatto, dopo di che ne darò lettura. Se nel frattempo qualcun altro vuole intervenire.
Presidente L'ordine del giorno è in fase di distribuzione.
Il Consigliere Borre intende illustrare l'ordine del giorno? Prego.
Borre (UV) Più che illustrarlo, lo leggo:
Ordre du jour Le Conseil régional de la Vallée d'Aoste
Ayant pris connaissance de la délibération n. 35 du 5 novembre 1996 et la délibération n. 96 du 28 novembre 1996 par lesquelles la Communauté de montagne Walser-Haute Vallée du Lys exprime la volonté de protéger et de mettre en valeur la main d'oeuvre locale dans la création de nouveaux emplois afin de maintenir l'enracinement dans le territoire de la population de montagne;
Ayant examiné la délibération n. 42 du 31 octobre 1996 de la Commune d'Issime dans laquelle on exprime:
- la volonté d'acquérir la Centrale Grand-Proa (ex Illsa Viola);
- le propos d'employer, par le biais d'une collaboration entre les communes, le Consortium obligatoire "Eischeme" d'Issime, le Consortium de dépuration des eaux de Lillianes, le Consortium de dépuration des eaux de Gressoney, les bénéfices de la Centrale en question dans l'intérêt des populations de la Vallée du Lys comme énergie alternative, dans l'impossibilité pour ces mêmes populations de tirer profit du réseau de gaz méthane réalisé dans la Vallée centrale;
Ayant évalué attentivement les dites requêtes;
Compte tenu des adresses de politique de l'énergie formulées par le Gouvernement valdôtain en vue du Plan régional pour l'Energie dans le but d'utiliser au mieux les ressources disponibles dans le territoire valdôtain;
Rappelant les lois actuellement en vigueur dans le secteur de l'énergie;
Donne mandat
au Gouvernement valdôtain, afin que, dans le cadre de l'achat de la Centrale Grand-Proa à travers le C.V.E. (Compagnie Valdôtaine des Eaux), société chargée également de la rédaction de l'ébauche de Plan régional de l'Energie:
- soit assuré l'embauchage des dépendants de la Coopérative actuelle;
- soit prévue la participation, dans le Consortium des Autoproducteur d'énergie hydroélectrique actuel, du Consortium Codar Lys de Lillianes, du Consortium du Dépurateur de Gressoney-Saint-Jean et de Gressoney-La-Trinité et du Consortium pour la gestion du futur compacteur, des ordures de la Vallée du Lys;
- toutes les initiatives de mise en fonctionnement et de manutention ordinaire et extraordinaire soient réalisées rapidement, dans le but de promouvoir l'augmentation de la productivité, en utilisant, dans les limites du possible, les entreprises locales;
- l'énergie produite par la dite Centrale soit utilisée dans le cadre du Consortium futur des auto-producteurs, en impliquant directement les collectivités locales (communes et Communautés de montagne), dans le respect des dispositions en matière d'énergie.
Presidente É aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Linty.
Linty (LNPIAP) Farò un discorso forse un po' generale a riguardo di questo atto, che comunque denota la situazione di fronte alla quale ci troviamo oggi a votare.
Mi riferisco nella fattispecie alla Compagnie Valdôtaine des Eaux, società in gestione speciale della quale sovente ho sentito dire: ma CVA è la Regione. Credo sia giunto il momento di definire i limiti, di tracciare una linea fra dove arriva la Regione e dove arrivano le S.p.A. da lei partecipate, perché in più di una occasione, circa l'applicazione dell'articolo 116 del regolamento, quando ci siamo trovati a chiedere documentazioni varie a queste S.p.A. - che sono la Regione -, queste società ci hanno risposto: "No, non siamo la Regione; noi sottostiamo al codice civile, siamo una società privata, anche se a totale partecipazione regionale, quindi i documenti che chiedete non vi sono dovuti". Quindi dobbiamo chiarire qual è la competenza regionale e qual è la competenza di queste S.p.A., che qualche volta sono totalmente pubbliche, qualche volta sono totalmente private, e dove c'è questa grande dinamicità delle posizioni che generano una discreta confusione.
Arrivo all'atto in questione per contestare la stima che è stata fatta di questo impianto, a firma dell'ing. Carena.
Qualunque perito che viene chiamato a fare una stima, solitamente usa un principio comune, che è quello di valutare quanto era costato costruire quell'immobile, quanti sono gli anni impiegati per costruirlo, quali sono i problemi di ristrutturazione, vale a dire se l'immobile è vetusto, dopo di che segue la stima: questo era il valore dell'immobile, sono passati tanti anni, ci sono i serramenti che non funzionano, il valore dell'immobile viene decrementato del tot per cento, quindi oggi vale tanto. Questo è il principio ispiratore della stima del valore dell'impianto fatta a firma dell'ing. Carena, per un valore di 2,971 miliardi.
Però il problema sta nel fatto che la centrale di Grand-Proa non è un condominio, non è una casa; la centrale ha degli elementi rotanti che si chiamano turbine, generatori, che alla fine dell'anno fatturano centinaia e centinaia di milioni di produzione di energia elettrica, quindi quando viene fatta una stima di una centrale idroelettrica non ci si può limitare a quella che è l'opera di presa, a quello che è il canale di adduzione, a quello che è l'immobile, bisogna valutare anche la redditività.
Sono andato a prendere i documenti giacenti presso l'Assessorato alle finanze, dove i periti mandati dalla Regione per fare la stima dicono queste parole: "Per quanto riguarda i valori relativi all'impianto idroelettrico, valore reddituale (questo di cui sto parlando), il tecnico sottoscritto non è in grado di esprimere alcun parere in quanto esula dalle sue competenze tecniche in materia". Allora qui mi viene spontanea una domanda: abbiamo parlato di energia in più di una occasione in questo Consiglio e non da ieri, è mai possibile che in tutto l'organico dell'amministrazione regionale non ci sia un perito in grado di fare una stima di due generatori di energia elettrica, per vedere quanto fatturano quei generatori alla fine dell'anno e per poter avere anche un quadro più preciso?
Se si considera il valore di mercato, l'Assessorato dice di aver seguito gli stessi criteri seguiti per le centrali Cogne, però non è detto che se si sbaglia una volta questo giustifichi anche un errore futuro. Quindi credo che il carattere economico reddituale di questa centrale sia da prendere in considerazione e che non si possa dire che per le centrali Cogne abbiamo valutato solo gli immobili e facciamo così anche questa volta, perché il valore medio di una centrale non viene neppure calcolato sugli immobili, ma viene calcolato per kwh a prodotto, sono 800 lire al kwh, moltiplicato per 24 ore, moltiplicato per 365 giorni; cioè si prende come misura tutto l'arco dell'anno anche se sappiamo che ci sono i vari flussi, quando produce di più e quando produce di meno.
É chiaro che, facendo questo conto, si vede che la stima è inferiore di parecchi miliardi rispetto al valore economico reddituale di questa centrale. Parto sempre dal presupposto che trattasi di società, come dicevo prima, non riesco mai a capire dove si ferma la Regione e dove inizia la società, quindi io sto trattando CVA come una società privata anche se la gestione e la sottoscrizione sono tutte della Regione, però visto che quando mando le richieste mi si risponde che è una società privata, la sto trattando così.
Fra l'altro questa centrale sta vendendo i kwh all'Enel come centrale ad acqua fluente. Per spiegare la differenza, un kwh a prodotto con l'acqua fluente, vale a dire con un'opera di presa con le turbine apposta per produrre con acqua fluente, costa molto meno di un kwh prodotto da una centrale a bacino con la condotta forzata discendente. Attualmente la centrale di Grand-Proa sta cedendo energia all'Enel al costo di una produzione ad acqua fluente, ma non è così.
La centrale di Grand-Proa è vero che ha il canale, ma il canale arriva ad un bacino a monte della centrale, condotta forzata, che arriva a far girare le turbine, quindi sarebbe da rivedere subito questa cosa. Queste cose le dico anche in vista del futuro piano energetico regionale e di quelle che saranno in futuro le determinazioni da prendere in quest'aula e in altre sedi. Quindi, dicevo, sarebbe da rivedere questa cosa perché se si sta cedendo il kwh ad un prezzo non giusto, bisogna prendere dei provvedimenti.
Venendo al discorso dei benefici di questa centrale, con piacere leggo che nell'ordine del giorno è inserito il discorso energetico relativamente al riscaldamento, perché in effetti chi abita nel fondo Valle può usufruire del servizio del gas metano, mentre chi abita nella media e nell'alta Valle, dove sappiamo tutti che il gas metano non arriverà mai, è giusto che possa avere le relative agevolazioni per potersi riscaldare elettricamente. Però c'è una cosa che mi ha urtato. Chi usufruirà di questi kwh? Usufruiranno i cosiddetti consorzi di impresa, ad esempio gli impianti di risalita. Allora mi è venuto in mente questo: nella discussione sul bilancio parlavo di una economia a circuito chiuso e trovo un'altra occasione di pensarla allo stesso modo con questi atti, perché sappiamo che con la riunificazione delle società di Gressoney, la Regione ha la maggioranza delle azioni di quel consorzio, quindi la Regione ha la centrale, la Regione ha il consorzio.
C'è una partita di giro e sto vedendo i capitali che si muovono ma che alla fine rientrano sempre all'interno del palazzo, alla faccia di quando si dice che vogliamo rendere la Regione più leggera. Se questa è la leggerezza, mi sembra che invece questa sia una ingerenza (per carità benevola) della Regione sull'economia di una determinata zona, magari non voluta, magari dettata dai fatti, forse non si poteva fare diversamente, questo non sta a me a dirlo, però ci troviamo di fronte a questa situazione oggi. E credo che i benefici della cosiddetta autoproduzione debbano ricadere non solo sulle imprese, anche perché se consideriamo la cosa in maniera forse un po' semplicistica, chi è che paga l'impatto ambientale di questa centrale? Lo paga il Comune di Issime. Quali sono le aziende del Comune di Issime che potranno usufruire del kw a basso costo? Nessuna.
Con l'ordine del giorno verrebbe inserito tutto ciò che concerne gli enti locali, e va benissimo, ma non c'è a Issime una sola azienda che possa inserirsi in questo consorzio, che non sia un'azienda pubblica.
Quindi credo che sia indispensabile inserire nel piano energetico regionale - che apprendo oggi viene redatto da CVA, mentre sapevo che era Finaosta a doverlo redigere - la possibilità da parte delle autoproduzioni di effettuare anche politiche tariffarie, che vadano nel senso di agevolare e di incrementare la popolazione della media montagna.
Detto questo, rispetto al discorso fatto prima relativamente alla perizia non vorrei che si fosse pensato a tenere basso questo valore, perché stando alla redditualità della centrale vi posso garantire che i miliardi lievitano di non poco, e che ci fosse la mancata volontà di versare la dovuta tassa Invim fino al '92. Perché sappiamo bene che se i miliardi sono 2 l'Invim sarà di un certo importo, se i miliardi sono 8-9 o 10 l'Invim fino al '92 comincia a "cubare".
Queste sono le cose che vorrei conoscere, anche se preannuncio la mia contrarietà a questo atto anche perché giustamente l'ordine del giorno della II commissione cita l'ultima delibera del comune di Issime, quella di quest'anno, circa la volontà di acquisire la centrale, ma sono dieci anni che il comune chiede di poter avere questa centrale. Quindi se vogliamo fare un discorso di autoproduzione, questo non può prescindere da un piano energetico; fino a quando non c'è quel piano energetico, diventa difficile comprendere quanto ci possiamo allargare sulla produzione e quanto possiamo acquisire di autoproduzione, soprattutto come la vogliamo gestire, perché oggi rimandiamo tutto a questo piano energetico regionale, che sto attendendo con un'ansia incredibile, come credo e spero tutti voi, però credo sia giunto il momento di capire quello che si può fare come regione, quello che è da lasciar fare agli enti locali, anche perché credo che la media montagna tutta (e non solo il comune di Issime) stia vivendo un problema di spopolamento veramente grave.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (Ind) Non ho seguito la discussione e l'elaborazione della risoluzione né l'iter di questa delibera in II commissione, però mi pare di capire che questo atto sia l'ennesimo tassello di quel mosaico confuso, che rappresenta oggi in Valle d'Aosta il comparto energetico.
Dico mosaico confuso, perché sia prima che avesse inizio questa legislatura, sia adesso, non ho mai ravvisato un'iniziativa nell'ambito della politica energetica che fosse di tipo pianificatorio. In questi anni abbiamo solo assistito ad atti che, isolatamente considerati, se un domani si arriverà alla redazione di un piano energetico regionale, avranno l'utilità, fra virgolette, negativa di essere dei vincoli e dei paletti e basta. Perché? Perché paradossalmente prima di pianificare sono state compiute delle azioni, sono stati portati a compimento determinati atti e determinate scelte, che prescindono da una valutazione globale di quella che è l'utilizzazione del bene primario che la Valle d'Aosta possiede, cioè l'acqua.
E qui basta fare un'elencazione di esempi e di fatti che si sono susseguiti in questi anni, a partire dalle centrali ex Ilva: secondo un protocollo di intesa siglato nel 1993, la Compagnie Valdôtaine des Eaux, società a partecipazione regionale, doveva avere un determinato ruolo, una forma di compartecipazione con il partner privato che ha rilevato l'attività siderurgica aostana, ma poi - non si è mai capito bene il perché - è stata dirottata verso altre direzioni. Abbiamo visto la cessione delle quote Digrava, dove la regione ha avuto quel fondamentale ruolo di partecipare insieme all'Italgas alla realizzazione della rete metanodottica principale, e poi abbiamo visto abbandonare il campo, nel momento in cui si poteva avere un minimo di redditività in questa operazione, nel contesto energetico del gas in questo caso, e lasciare la parte polposa della gestione del metano alla società privata.
Abbiamo visto quale tipologia di criteri provvisori sono stati emanati per il rilascio di subconcessioni di derivazioni d'acqua, criteri che si discostano decisamente rispetto a quelli che sono i parametri di utilità economica e sociale stabiliti dal T.U. sulle acque, indirizzati sempre e solo nell'ottica di vedere la regione come centro di controllo e di gestione assoluti.
Abbiamo visto come vengono gestiti in maniera alquanto anomala i rapporti fra la Regione e l'Enel: di fronte a certe richieste di riduzione del sovrapprezzo termico la Regione ha nicchiato, gli stessi parlamentari valdostani mi sembra che non si siano dati da fare un gran ché e la stessa salvaguardia ambientale nei rapporti con l'Enel sia stata gestita esclusivamente a carico della Regione.
Abbiamo approvato due leggi, che vedono l'intervento pubblico sostanzioso, miliardario, riguardo all'interramento di linee che secondo me avrebbero dovuto essere a carico totale dell'Enel, anche perché l'Enel beneficia in maniera non indifferente di quella che è la nostra risorsa acqua.
Di fronte a questo ennesimo tassello che si inserisce in questo mosaico confuso, sarebbe importante capire oggi in che senso e in che direzione si vuole sviluppare questa migliore riorganizzazione del patrimonio idroelettrico. Non è sufficiente metterla come una frasetta spoglia di contenuti, senza sapere poi come questa CVA, oltre ad acquistare tutte le centrali, intenda implementare l'azione energetica in Valle d'Aosta, perché nel secondo capoverso ci si limita a dire che ci sarà "una migliore razionalizzazione e riorganizzazione del patrimonio idroelettrico", punto e basta.
Vorremmo capirne qualcosa di più, spero che l'Assessore competente sia esauriente non solo sul punto specifico ma si spinga oltre, dandoci una visione di prospettiva un po' più ampia, anche per conoscere se e quando intende varare un piano energetico regionale, per sapere inoltre questo piano di utilizzazione delle acque, questa politica energetica intesa in senso lato, quali aspetti economico-sociali sia pubblici sia privati andranno a toccare e quali benefici in concreto potranno portare alla collettività valdostana.
Presidente Nessun altro collega intende chiedere la parola? Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola l'Assessore al bilancio e finanze, Lévêque.
Lévêque (Ass.tec.) Brevemente, prima di lasciare intervenire l'Assessore competente sulle questioni legate al piano energetico.
Volevo fare due precisazioni rispetto a quanto detto dal Consigliere Linty in relazione alla questione delle società e in relazione alla valutazione.
Credo che al Consigliere Linty non sfugga la differenza fra società in cui noi partecipiamo o con la maggioranza o con la partecipazione di minoranza, ma comunque in cui c'è una partecipazione della Regione in quanto tale, rispetto alle situazioni tipo quella della CVA o della Vallée d'Aoste Structure, in cui si tratta di S.p.A. costituite su mandato fiduciario della Regione in gestione speciale attraverso Finaosta, interamente controllate e partecipate dalla stessa per conto della Regione.
É evidente che se in questo Consiglio in alcune circostanze ci siamo dovuti, soprattutto per quanto riguarda società in cui la Regione è in minoranza, astenere dal pretendere documentazione aziendale di un certo tipo, è del tutto evidente che la situazione invece in cui si trova una società come Compagnie Valdôtaine des Eaux è decisamente diversa, è a tutti gli effetti una partecipazione equiparabile al 100 percento Regione, solo attraverso la procedura della gestione straordinaria.
Questo evidentemente non giustifica in alcun caso l'ipotesi in cui transazioni o rapporti siano non coerenti con quello che sarebbe comunque una trattativa o un rapporto con una qualunque altra società. E vengo alla stima. Non so se sia così pacifico per tutti, come lo è per il Consigliere Linty, l'elementarità con cui si può valutare un impianto idroelettrico. Poiché è stata seguita dall'Assessorato la valutazione di questa centrale, credo di poter dire che i problemi sono un po' più complicati rispetto al moltiplicare il numero di kw per una costante e per un certo numero di giorni.
Una centrale idroelettrica è un ramo di azienda, se non un'azienda, che ha una sua produttività, ha un suo ciclo di vita, ha degli investimenti da fare, e proprio in ragione di questo la valutazione che è stata alla fine presa alla base di questa cessione tiene conto sì delle capacità produttive attuali della centrale, ma ne tiene conto in un contesto dinamico.
Quindi tiene conto del ciclo di vita a cui questa centrale è arrivata, un esercizio cinquantennale, e di opere (questo è scritto dai tecnici non dell'Assessorato alle finanze, ma di altri servizi dell'amministrazione che sono competenti in materia) che sono definite necessarie, importanti lavori che non riguardano solo macchinari o turbine, ma il sistema nel suo insieme e cioè opere di presa, canale, galleria di adduzione, vasca di carico, fabbricato centrale eccetera. E non si tratta di manutenzione ordinaria; sono invece interventi rilevanti che richiedono investimenti che vanno da un minimo di 7 ad un massimo di 15 miliardi a seconda che si voglia anche consentire a questa centrale un suo ampliamento di produzione, dagli attuali 10 milioni di kwh ai possibili 15-16 previsti.
Evidentemente da quella che è una fotografia dell'oggi va detratto il valore attuale degli oneri da sostenere per questi necessari interventi di ristrutturazione e questo, credo di poter dire, è il giudizio che sta alla base delle valutazioni degli uffici per quanto di competenza, e non mi stupisco del fatto che un ufficio tecnico, che è abitualmente attivo su valutazioni di tipo immobiliare e patrimoniale, abbia trovato qualche difficoltà nel dare una valutazione invece di un ramo di azienda.
Comunque i tecnici che sono stati coinvolti in queste valutazioni, compreso il tecnico di CVA - che in questo caso mi si consenta di poter indicare come un tecnico di parte solo figurativamente proprio per le strette interconnessioni che ci sono fra Regione e CVA - hanno portato a ritenere congrua questa valutazione, perché se come diceva Linty si può arrivare a dei valori superiori, da questi però vanno defalcati gli importanti interventi necessari a consentire che perlomeno la centrale continui a produrre i kw che ha prodotto fino ad ora.
Sul discorso più generale c'è da ritenere che una massa critica di produzione da parte della CVA sia indispensabile per conseguire quegli obiettivi di politica energetica, che sono stati prima richiamati e che credo che l'Assessore Mafrica adesso potrà meglio evidenziare.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore all'industria, commercio e artigianato, Mafrica.
Mafrica (GV-PDS-SV) Ho avuto occasione non più tardi di una settimana fa di illustrare alla III commissione con la presenza dei responsabili di Finaosta e di CVA le linee guida che sono seguite nella redazione del piano energetico regionale ed anche i primi risultati.
La Giunta regionale ha incaricato Finaosta con la collaborazione di CVA per la stesura del piano energetico, programmando un tempo di nove mesi, assegnando tre mesi di tempo per la redazione della prima parte, vale a dire del piano di utilizzo delle acque a fini idroelettrici. Questa prima parte è già stata consegnata, dovrà essere sottoposta ad esame e verificata per poi proseguire nel suo iter.
Nella III commissione sono stati illustrati i criteri, i fini, i metodi che si stanno seguendo per la redazione del piano energetico, vale a dire la costruzione di un bilancio energetico regionale dinamico, la individuazione dei bacini energetici regionali, le iniziative necessarie per potenziare le capacità energetiche della regione e gli investimenti che dovranno essere a ciò indirizzati.
Non mi pare che si possa dire che siamo in presenza di una carenza di indirizzi per ciò che riguarda la politica energetica.
Tutti gli atti mi pare vadano in una direzione che è molto chiara: si è scelto di avere uno strumento operativo, che è la CVA; questa compagnia deve riuscire, se possibile in tempi rapidi, a garantire l'autonomia energetica per le attività economiche e per i consumi regionali. Il primo passo è stato l'acquisizione delle centrali ex Ilva, che hanno portato ad una energia disponibile superiore ai 200 milioni di kwh, vale a dire fra il 25 e il 30 per cento della energia necessaria per l'autonomia energetica regionale.
Il progetto con l'acquisizione di questa centrale tende ad ampliare questa disponibilità di energia e tende a ridistribuire i vantaggi sulla collettività. Sono stati fatti ulteriori passi, è stato costituito il 2 ottobre il primo consorzio di impresa per l'utilizzazione dell'energia, al quale partecipano una quarantina di imprese industriali funiviarie della nostra regione. Si è per il momento proceduto con un consorzio relativo ad una centrale, quella di Champagne, che non ha un contratto a tempi lunghi, ma ha un contratto la cui scadenza è prossima, per cui prossimamente questi consorzi potranno utilizzare questa energia. Man mano che verrà a scadenza il contratto vigente acquisito al momento del contratto per l'ex Ilva, potrà essere messa a disposizione anche l'energia della centrale di Verrès e in questo caso, se si riuscirà a far fronte alle esigenze degli enti locali, potrà essere costituito un consorzio dedicato in modo particolare ai consumi degli enti locali.
Mi pare che avere questo indirizzo porti la nostra regione in una posizione di avanguardia rispetto alle altre. Qualcuno potrà criticare l'impostazione, perché si tende a dare una gestione unitaria di tutti i diversi interessi presenti in Valle sotto l'egida di questa regione; ma mi pare che la materia sia così importante per lo sviluppo economico della Valle che questo tipo di indirizzo ritengo sia difficilmente contestabile. La regione da una parte ha competenza statutaria, dall'altra ha strumenti di intervento, con 400 milioni di kwh si può garantire l'autonomia a tutte le imprese operanti sul piano industriale, con 800 milioni di kwh si può garantire l'autonomia completa.
Questo è un tassello che va in questa direzione, non vedo contraddizioni perché anche i criteri provvisori approvati da questo Consiglio hanno sempre teso a privilegiare gli interventi di consorzi a maggioranza pubblica o di enti locali. Questo indirizzo può non essere condiviso, ma è un indirizzo abbastanza chiaro, è un indirizzo che parte dalla storia delle acque di questa Valle e che tiene conto di esigenze molto sentite.
Il fatto che la CVA non abbia avuto la partecipazione della CAS dipende da una scelta di CAS, che ha richiesto di aderire al consorzio invece che accollarsi la spesa della partecipazione azionaria alla società.
Le altre questioni sono state illustrate nel corso della riunione della commissione e avremo tempo per tornarci, ma gli indirizzi mi sembrano chiari: avere la possibilità di abbattere i costi della produzione industriale e delle produzioni economiche, avere vantaggi che si rivolgano in primo luogo agli enti locali, indirettamente ai cittadini, finquando non ci saranno norme che permetteranno anche la fase della distribuzione non più attraverso l'Enel, ma a soggetti diversi dagli autoproduttori. Fino a quando le norme consentiranno i benefici solo per gli autoproduttori, lo strumento sarà quello dei consorzi; se nella fase di privatizzazione dell'Enel ci saranno ulteriori possibilità da sfruttare in direzione del trasporto e della distribuzione di energia, sicuramente questa regione le utilizzerà.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Linty per dichiarazione di voto.
Linty (LNPIAP) Ho seguito con attenzione la replica degli Assessori, ma da quanto ho sentito ci sono due questioni che ancora non quadrano, anzi sono tre in tutto e sono quelle che mi faranno votare contro quest'anno, così faccio la dichiarazione di voto.
La prima è quella relativa alla valutazione. Sarò testardo, ma non si può dire: faccio una valutazione e poi se devo fare degli interventi riduco questa valutazione. Intanto la faccio in modo quanto meno strano, passatemi il termine, perché valuto solo gli immobili, mentre questa centrale fattura all'Enel qualcosa come 900 milioni all'anno. Una centrale che fattura 900 milioni all'anno, come fa a valere 2 miliardi? Saranno anche elementari i calcoli che faccio, ma appunto perché sono elementari, ho qualche dubbio che, a fronte di quel fatturato annuo, possa valere solo 2 miliardi.
Seconda osservazione. Sull'atto che è oggi posto in votazione si dice: "Atteso che la valutazione dell'impianto è stata eseguita dall'ing. Giovanni Carena per conto della CVA", cioè la valutazione la fa chi compra? Allora, domani vado a compare una macchina, mi dicono che quella macchina costa 50 milioni, io la valuto solo 25 e la prendo per 25.
Dal momento è che è della regione, deve essere la Regione che fa la valutazione, perché è lei che vende, altrimenti è troppo facile. Se la valutazione la fanno sempre quelli che comprano, viene quanto meno da pensarci su.
Terza osservazione. Non posso accettare l'idea che non ci sia un tecnico in grado in tutta la regione di valutare quella centrale per come doveva essere valutata, questo non lo posso accettare. Se non c'era un tecnico interno all'amministrazione regionale, lo si poteva cercare all'esterno. Come si fa a dire: "Esula dalle mie competenze, non ho la capacità di fare una cosa"; ma questo lo posso ancora capire, anzi è senso di responsabilità della persona che è stata mandata sul posto a fare una perizia di questo genere, ma poi l'amministrazione regionale deve cercare qualcuno che lo faccia in modo che la stima di questa centrale sia completa e il più precisa possibile.
Con questo annuncio il mio voto contrario al provvedimento.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi per dichiarazione di voto.
Tibaldi (Ind) Una brevissima replica all'Assessore Mafrica vorrei farla. Penso che nessuno voglia mettere in discussione il fatto che le risorse energetiche locali debbano essere utilizzate per i benefici che può trarne la collettività locale, sia il comparto economico, quindi gli imprenditori, sia i residenti in Valle; su questo penso che siamo tutti d'accordo e che nessuno voglia obiettarlo.
Però anche oggi nelle considerazioni fatte dall'Assessore ho colto quella visione un po' ristretta, un po' dirigistica del ragionamento sull'energia che già altre volte ci era stata proposta. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che quando si parla di energia in Valle d'Aosta, non si può parlare solo ed esclusivamente di CVA. Sappiamo che ci sono potenzialità idroelettriche - al di là delle considerazioni squisitamente societarie o di strutture operative che vengono create - che sono ancora non sfruttate o che rischiano di diventare mal sfruttate in assenza di piano.
Questo è un tema che abbiamo già affrontato in maniera approfondita anche due anni fa, purtroppo qui devo dare atto alla Giunta che ha dimostrato la sua sordità completa nei confronti di questo discorso ed è andata avanti imperterrita. Se nel 1989 l'allora presidente bloccò le concessioni, c'era una ragione; era infatti necessario dire alt, fermiamoci un attimo, cerchiamo di capire quali indirizzi energetici vogliamo dare, ovviamente in tempi brevi e non in sette anni, e fissiamo i criteri di guida e lì decidiamo quali saranno i concessionari (o i subconcessionari in questo caso) che potranno costruire le derivazioni d'acqua. Così avrebbe dovuto essere fatto, così in realtà non è stato fatto, e si va avanti ancora a tentoni.
Ecco perché dico che continua ad esserci una visione ristretta. Il fatto di sommare una serie di centrali idroelettriche che arriveranno a produrre un montante equivalente a 400 milioni di kwh, ben venga, ma rischiamo di perderne altrettanti, se non di più, proprio perché questa pianificazione tarda ad arrivare e adesso guarda caso, paradossalmente, ancora una volta la pianificazione viene proposta da uno di quegli enti, la CVA, che è indicata nei criteri prioritari come soggetto beneficiario di titolarità di subconcessioni. Quindi anche qui c'è un po' il gatto che si morde la coda: invece di essere la Regione l'ente pianificatorio è stato delegato quel gruppo di tecnici che sta da una parte acquisendo gli immobili, in questo caso le centrali, e che un domani in qualche maniera le gestirà. Ecco perché ho parlato di gestione confusa di tutta la vicenda.
Un altro punto che mi rimane incompreso è come mai l'analisi della redazione delle linee guida sia partita dalla III commissione; senza voler togliere niente alla III commissione, fino a prova contraria la competenza in materia energetica spetta alla IV o al limite ad un esame congiunto delle due commissioni, perché tutte le subconcessioni passano prima in IV, mentre questa volta sono passate prima in III commissione. C'è anche l'aspetto territoriale e paesistico, c'è la questione del deflusso minimo vitale da tenere in estrema considerazione...
Parisi, ho capito così, tu hai detto che è la III che ha iniziato a vedere...
(... intervento del Consigliere Parisi...)
... ho capito male... non c'entra niente con questo, dalle dichiarazioni dell'Assessore ho capito così, se ho capito male...
Comunque sulla base di questa assenza di organizzazione generale e di indirizzo, dichiaro la mia astensione.
Presidente Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Borre:
Presenti: 28
Votanti e favorevoli: 26
Astenuti: 2 (Lanièce e Tibaldi)
Il Consiglio approva
Presidente Pongo in votazione la delibera in oggetto:
Presenti: 28
Votanti: 25
Favorevoli: 24
Astenuti: 3 (Lanièce, Tibaldi e Viérin Marco)
Contrari: 1
Il Consiglio approva
Presidente Con questo punto all'ordine del giorno terminano i lavori della mattinata. I lavori sono aggiornati alle ore 16.
La seduta è tolta.