Oggetto del Consiglio n. 2188 del 23 ottobre 1996 - Resoconto
SEDUTA POMERIDIANA DEL 23 OTTOBRE 1996
OGGETTO N. 2188/X Bando di gara per la progettazione definitiva e la direzione lavori per il recupero del Forte di Bard. (Interpellanze)
Interpellanza Premesso:
che in data 27 settembre 1996 l'Assessorato al Turismo, Sport e Beni culturali della Regione Valle d'Aosta ha appaltato la progettazione definitiva ed esecutiva, nonché di direzione ed assistenza lavori delle opere per il recupero e la valorizzazione del Forte e del borgo medioevale di Bard;
che il bando di gara contiene condizioni tali da impedire a qualunque società di professionisti valdostana di poter partecipare (vedasi punti 13.1 d) - d1) - d2) - d3) e 14e) a tale aggiudicazione, sia per i requisiti richiesti, sia per i tempi di consegna del lavoro;
che, quanto sopra, tende unicamente a favorire, indirettamente la società che ha già redatto per la Regione Autonoma Valle d'Aosta il progetto di utilizzo del Forte di Bard o, comunque, società esterne alla Valle d'Aosta;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
l'Assessore al Turismo, Sport e Beni culturali per conoscere:
1) le ragioni del suo agire;
2) se intende revocare il succitato procedimento al fine di modificare le condizioni di accesso all'appalto succitato.
F.to: Dujany
Interpellanza Preso atto che la Giunta regionale in data 20 settembre 1996 ha approvato il bando di gara per i servizi completi di progettazione esecutiva e direzione lavori per il recupero e valorizzazione del Forte e del Borgo di Bard;
Ritenuto che il succitato bando potrebbe rivelarsi discriminatorio nei confronti dei professionisti valdostani, in modo particolare per quanto riguarda il punto 13 del bando stesso;
Tenuto conto che nella nostra Regione vi sono più professionisti, anche riuniti fra loro in raggruppamenti temporanei, in grado di redigere il succitato progetto;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per sapere:
1) se, viste le particolari tipologie dei requisiti del bando di gara, ha già di fatto individuato i professionisti o le società di professionisti interessati a redigere tale progetto;
2) se non ritiene l'Assessore con questa azione di penalizzare le professionalità presenti in Valle;
3) se non intende, prima di procedere all'appalto, modificare le condizioni e modalità del bando di gara.
F.to: Collé - Marguerettaz
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Dujany.
Dujany (PVA) Vorrei esternare preliminarmente un senso di preoccupazione che mi pare sia sempre più sentito anche da parte della gente, intorno al ruolo del politico su questo tipo di procedure, rispetto al ruolo della burocrazia.
Vorrei chiedere, riservandomi un'analisi più approfondita in sede di replica, quale ruolo abbia giocato in qualche modo l'Assessore nella predisposizione di questo bando e quale ruolo più diretto alla legittimità abbia invece caratterizzato l'agire della burocrazia, perché sotto questo profilo ci sono dei segnali preoccupanti, nel senso che l'impressione è che sempre più si tenda a svalutare un ruolo di responsabilità politica e sempre più l'azione amministrativa dipenda dall'agire della dirigenza, preoccupata di un aspetto di pura legittimità più che di tener conto di quel corpo vivente che è rappresentato dalla nostra comunità.
Sono note le reazioni che ci sono state su questo provvedimento amministrativo; ciò che vorrei chiedere all'Assessore è quale ruolo lo stesso abbia giocato. Sappiamo che su questo tema dei rapporti fra burocrazia e politica ci sono già dei segnali preoccupanti. É nota una risposta data qualche tempo fa da un assessore al Consigliere Lanièce in merito all'incapacità della pubblica amministrazione di poter dare elementi di conoscenza ad un consigliere regionale che, di qualunque parte esso sia, è comunque sempre espressione del popolo. Non vorrei che si dovesse registrare una tendenza per cui risulti sempre più compresso quel ruolo di democrazia, e a questo riguardo evidentemente l'elemento della conoscenza costituisce elemento essenziale per poter valutare meglio e controllare anche l'agire dell'Esecutivo.
Nel caso specifico la pubblica amministrazione sostiene di aver dovuto agire con il carattere dell'urgenza sul presupposto che, nell'ipotesi in cui non si fosse accettata questa predisposizione di appalto internazionale accelerato, la Regione avrebbe rischiato di perdere i finanziamenti che devono arrivare dalla CEE in merito alla ristrutturazione del Forte di Bard, e quindi entrerebbe in gioco un interesse preminente per questa scelta di procedura. Anche sotto questo profilo vorrei porre alcuni quesiti all'Assessore intorno al suo compito di controllo dell'operato della dirigenza. Facciamo un po' una cronistoria di quelli che sono i fatti che stanno a monte di questa urgenza che si è determinata all'improvviso nel settembre 1996.
Andando indietro nel tempo, partiamo con la delibera n. 9742 del 26 novembre 1993, mediante la quale la Giunta regionale affidava l'incarico per l'elaborazione dello studio di fattibilità e del piano operativo per il recupero del Forte e del Borgo medioevale di Bard. In questa delibera si fissavano dei termini estremamente ristretti, entro i quali i professionisti incaricati di questo lavoro avrebbero dovuto provvedere alla redazione e alla predisposizione degli elaborati; in particolare si diceva che entro sei mesi dalla firma della presente convenzione dovevano essere prodotti una serie di elaborati ed entro un anno dalla convenzione dovevano essere prodotti un'altra serie di elaborati. Si aggiungeva poi nella convenzione, all'articolo 6, che il mancato rispetto dei termini di consegna degli elaborati avrebbe comportato una riduzione dei corrispettivi in misura dello 0,5 per ogni giorno di ritardo.
Questo si diceva nel novembre '93, quindi dal novembre '93 decorreva questo anno; si deve presupporre che con il novembre '94 questo studio di fattibilità dovesse essere depositato presso gli uffici dell'assessorato competente e subito dopo essere portato all'attenzione del Consiglio regionale. Se così non fosse - e chiedo all'Assessore conoscenza di questa situazione - se cioè i ritardi nell'esame di questo progetto di fattibilità da parte del Consiglio non fossero dovuti a carenze della pubblica amministrazione, bensì a dei ritardi nella consegna degli elaborati da parte dei professionisti; in questa seconda ipotesi, chiederei all'Assessore se il Governo regionale ha provveduto a dare applicazione all'articolo 6 della convenzione, che prevede una riduzione dei corrispettivi a carico dei professionisti incaricati.
Sta di fatto che, anziché ad un anno di distanza - 26 novembre 1993, 26 novembre 1994 - il Consiglio regionale è venuto a valutare questo piano operativo in sede della delibera 19 luglio 1996. Allora ecco le urgenze: le urgenze vanno valutate nel tempo, da quando è iniziato un iter procedurale. Quindi si è perso tutto l'anno '95 e ben 7 mesi dell'anno '96 per arrivare oltre dopo un anno e mezzo all'approvazione da parte del Consiglio regionale del piano operativo, e questo in data 17 aprile 1996.
Successivamente a questo deliberato, la Giunta regionale provvedeva il 19 luglio - ben tre mesi dopo l'approvazione del piano, che era intervenuta il 17 aprile - ad incaricare il Centro di Sviluppo di predisporre i documenti necessari all'espletamento delle procedure concorsuali, il bando e quanto necessario al bando. Qui la delibera, proprio tenendo conto dell'urgenza, stabiliva dei precisi oneri a carico del Centro di Sviluppo, con delle precise penalità, cioè la Regione richiedeva che entro un periodo estremamente ristretto di tempo la società provvedesse alla predisposizione di questi elaborati, e sempre all'articolo 6 veniva sancito che il mancato rispetto del termine di consegna degli elaborati di cui all'articolo 2 lett. a) e c) avrebbe comportato la riduzione del corrispettivo in misura dell'1 percento per ogni giorno di ritardo.
Eravamo al 19 luglio '96; anche sotto questo profilo chiedo all'Assessore come mai nonostante i termini estremamente ristretti fissati nel deliberato si è poi pervenuti solo il 20 settembre '96 all'approvazione del capitolato d'oneri del bando di gara dei servizi. Se non si ha come riferimento questo iter visto nel suo insieme, non si può partire esaminando la situazione alla data del 20 settembre '96; è invece necessario avere il quadro di riferimento e stabilire a chi debbano essere attribuite queste responsabilità in tutti questi anni, perché o abbiamo avuto delle responsabilità dei progettisti e degli incaricati, e in quel caso dovevano o devono scattare delle penalità a carico dei responsabili, oppure le responsabilità sono in capo a qualcun altro. E direi che compito dell'Assessore è quello di fornire ogni chiarimento sotto questo profilo.
Un ultimo elemento, su cui vorrei porre l'attenzione, è se nella predisposizione di questo bando così delicato l'Assessore abbia ritenuto di servirsi delle professionalità presenti nel contesto valdostano, in particolare se abbia inteso servirsi degli ordini professionali che esplicano una funzione di natura pubblica, in modo tale da tener conto dell'apporto degli stessi nella predisposizione e nella stesura del bando stesso.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Collé.
Collé (PpVA) Cercherò di non ripetere quanto ha già esposto il collega Dujany. Credo sia giusto fare un piccolo riassunto di quanto avvenuto fino ad oggi da parte dell'Amministrazione regionale per quanto riguarda il Forte di Bard, quindi partiamo dal 1991, quando è stato fatto il rilievo del Forte, sono seguiti: nel '93 lo studio di fattibilità, incarico al prof. Mussetto ed altri, nel '96 studio elaborazione programma delle attività da insediare, incarico sempre affidato al prof. Mussetto ed altri, infine sempre nel '96 la consulenza al Centro Sviluppo per la predisposizione del bando di gara. Tutto questo ha comportato per l'Amministrazione regionale un onere di 2 miliardi più IVA, andando poi a vedere quello che è il bando, che è oggetto di questa interpellanza, di 4 miliardi 500mila, arriviamo ad un totale di 7 miliardi di lire. Quindi stiamo parlando, per quanto concerne la progettazione del Forte di Bard, di un importo che ha gravato sull'Amministrazione regionale per circa 7 miliardi.
Ciò premesso, credo sia giusto che alcuni aspetti vengano evidenziati ed esternate perlomeno le perplessità che personalmente ho avuto leggendo questa delibera.
Il primo aspetto che mi ha colpito è quello dei famosi requisiti, durata massima delle prestazioni, quindi progetto definitivo entro 80 giorni, progetto esecutivo entro 200 giorni, completamento entro 290 giorni. Stiamo parlando di un'opera di estrema importanza per la Valle d'Aosta, stiamo parlando di lavori per 65-70 miliardi, e che solo di progettazione implicano una spesa di circa 7 miliardi.
Venendo alla seconda parte dei requisiti, per poter accedere alla progettazione finale, dopo questi pre-progetti che sono già stati realizzati, i professionisti che intendono partecipare devono avere i seguenti requisiti: devono aver avuto un fatturato nel loro studio o personalmente per 25 miliardi per interventi di restauro, di cui il 50 percento restauro architettonico, 13 miliardi per opere impiantistiche di cui il 50 percento per restauro architettonico e 12 miliardi per opere infrastrutturali. La terza parte prevede non più requisiti, ma degli elementi che comunque vanno ad incidere per l'aggiudicazione dello studio che vincerà il bando di gara. É stata fatta una specie di classifica, il prezzo inciderà per il 34 percento, l'esperienza progettuale specifica per il 20 percento, l'esperienza di direzione lavori per il 20 percento, l'organizzazione della struttura che andrà a progettare questa opera per il 9 percento, e i termini di consegna per il 17 percento.
L'Assessore Agnesod ha dichiarato ai giornali alcune frasi su cui chiedo spiegazioni: "Non siamo noi a decidere i tempi (...) se perderemo i finanziamenti, vorrà dire che li addebiteremo all'Ordine degli architetti (...) abbiamo seguito la normativa europea recepita da una legge italiana, ci siamo attenuti a quel modello".
Anzitutto bisogna capire se il bando di gara è stato fatto seguendo un modello o seguendo una normativa precisa; dalla documentazione che ho potuto reperire in questi giorni, ho capito leggendo le normative comunitarie che quello che la CEE chiede alla Regione Valle d'Aosta, così come ad altri enti che intendono accedere a questi finanziamenti, è l'assunzione di un impegno rilevante entro il 31 dicembre 1996. Mi chiedo, Assessore, se come impegno rilevante non sia necessario l'impegno di bilancio che andremo a mettere per questo intervento, e se quindi non è eccessivo il contratto che verrà siglato con l'ente, con i professionisti che andranno a vincere questo appalto. Mi auguro che a questa domanda, fondamentale, ci sia una risposta chiara. Anche perché mi risulta - chiedo conferma anche di questo - che l'appalto dei lavori dovrà essere fatto da parte dell'Amministrazione regionale entro dicembre '97, cioè fra un anno e qualche mese. Quindi, la domanda che mi viene naturale è se effettivamente c'era tutta questa urgenza, se i tempi non potevano essere di più ampio respiro, così come chiedo se i requisiti che sono stati introdotti nel bando - ovvero 25 miliardi, 13 miliardi, 12 miliardi) facciano riferimento ad una precisa normativa CEE, o se l'Assessorato ha fatto una scelta politica di mettere questi requisiti. Questo credo sia molto importante ai fini di una comprensione di tutto quello che si è verificato con questo bando.
C'è un altro aspetto che mi ha colpito. In 80 giorni si deve consegnare il progetto definitivo, nei primi 60 giorni l'Amministrazione regionale ha il potere di interferire per così dire con i professionisti, al fine di apportare delle modifiche, rimanendo poi al professionista o ai professionisti interessati 20 giorni di tempo per consegnare all'Amministrazione regionale il progetto definitivo, che non è quello esecutivo, ma comunque è il progetto definitivo, ed abbiamo appreso qual è la differenza fra definitivo ed esecutivo, ed è già un grosso passo avanti. Mi chiedo se anche questo sia del tutto normale. Ho fatto il sindaco per qualche anno e mi sono reso conto di cosa vuol dire fare una progettazione di piccole opere da 2-3 miliardi; stiamo parlando di 70 miliardi, obiettivamente questi tempi mi sembrano un po' fuori dal comune.
Un'altra cosa di cui sono venuto a conoscenza, ne chiedo conferma all'Assessore, riguarda il tipo di rapporti fra Amministrazione regionale e Ordine degli architetti in Valle. Mi risulta che l'Ordine degli architetti, appena venuto a conoscenza di questo bando, abbia mandato un telegramma all'Amministrazione per capire com'era questo bando, per vedere se era possibile discuterne, ma al telegramma non è stata data risposta.
L'Ordine degli architetti della Valle d'Aosta ha diffidato gli architetti della Valle d'Aosta a partecipare a questo bando, neanche a questa diffida l'Amministrazione regionale ha ritenuto opportuno interloquire con l'ordine degli architetti e successivamente l'Ordine degli architetti regionale ha fatto presente la situazione all'Ordine degli architetti nazionale, il quale a sua volta ha diffidato gli architetti a livello nazionale di partecipare a questo bando. Obiettivamente, anche per quelli che sono stati i rapporti - se quanto ho appena detto corrisponde al vero - un po' di perplessità ci sono. Poiché il tessuto economico della Valle d'Aosta, dove credo rientrino i professionisti valdostani, ha una sua rilevanza in Valle, chiedo come mai ad un certo punto si è ritenuto interloquire direttamente con l'Ordine nazionale, senza avere un pourparler con l'Ordine presente in Valle d'Aosta. La sensazione che abbiamo avuto, che dico adesso e che magari smentirò dopo la replica dell'Assessore, è che questo bando sia stato fatto in un certo qual modo ad hoc per qualcuno, perché da quello che ho potuto sentire fra i professionisti valdostani mi risulta che forse un valdostano potrà partecipare, forse neanche, a questo bando.
Mi chiedo se questo è normale, e mi chiedo se questo non è discriminatorio nei confronti di professionalità che esercitano in Valle d'Aosta, o se invece ancora una volta l'Amministrazione regionale ha scelto, così come altre volte in altri campi, di andare fuori Valle a cercare professionisti migliori. Credo che a questo punto, al posto di fare tutta questa procedura, di cui parlavo all'inizio, e quindi il rilievo, il primo pre-progetto, il secondo studio per cosa andare ad insediare in questa attività, mi chiedo se non era meglio fare un concorso di idee, un bando dove tutti potessero partecipare andando a dire quello che ritenevano migliore andare ad ubicare nel Forte di Bard, nel Borgo di Bard, eccetera.
Abbiamo espresso grosse perplessità su quello che era l'insediamento all'interno del Forte ed oggi ribadiamo questa nostra perplessità, dicendo che forse poteva essere presa una strada completamente diversa da quella che è stata presa.
Le domande che volevo fare erano queste; aspetto le risposte, poi eventualmente farò una replica.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore al turismo, sport e beni culturali, Agnesod.
Agnesod (UV) Mi sia concesso esprimere una mia impressione rispetto a questo problema: ne ho sentite e ho anche visto sulle interpellanze che sono state presentate delle insinuazioni molto gravi, le definisco in questo modo, però gradirei esprimere l'impressione che ricavo da questo tipo di atteggiamento, dopo aver sentito anche l'illustrazione fatta dai due interpellanti, e cioè che ci sia un disagio di fondo rispetto a questo intervento di grande rilievo, che può determinare una svolta nel complesso dell'offerta turistica della nostra regione.
Mi sembra che venga visto con difficoltà, mi sembra che dia fastidio, e che dia fastidio perché comunque si va avanti, si cerca di rispettare le normative e i tempi, e si prosegue verso l'inizio lavori. Arriveremo all'inizio lavori nei tempi, i tempi che sono stati detti sono giusti, quindi entro il 31 dicembre '97 dovremmo iniziare i lavori. Per rispettare i tempi dobbiamo espletare questa gara per quanto riguarda la progettazione, dopo dovremmo fare la gara per le opere edili. Quindi i tempi non sono lunghi, dobbiamo stare nelle regole, dobbiamo cercare di rispettare le norme ed è quello che abbiamo fatto.
I contenuti delle premesse presenti nelle due interpellanze contengono delle insinuazioni che ritengo gravi ed offensive, che respingo in modo chiaro e categorico, in quanto non è assolutamente vero che le condizioni sono tali da impedire a qualunque società di professionisti valdostani di poter partecipare a questa gara. Queste affermazioni sono, a mio modo di vedere, assolutamente prive di fondamento, e non solo a mio modo di vedere, essendo in questo confortato da pareri legali anche nella concreta adesione da parte di altri ordini, vedi quello degli ingegneri.
Molto più grave è il sintomo di non conoscenza e l'affermazione successiva espressa in una interpellanza, in cui si dice che questo bando tende unicamente a favorire la società che ha già redatto il progetto di utilizzo del Forte di Bard; non conoscenza perché non esiste una società che ha redatto il progetto, bensì un gruppo di professionisti incaricati per competenze specifiche in più settori, che hanno prodotto un lavoro su cui questo Consiglio in seduta pubblica si è espresso, e perché a tutti coloro che hanno per motivi differenti chiesto la documentazione completa questa è stata fornita, quindi a maggior ragione i professionisti valdostani hanno avuto modo di sapere che di lì a poco, seguendo non i tempi italici, ma quelli imposti da un programma approvato dalla CEE, sarebbe stata avviata la procedura concorsuale per l'affidamento delle progettazioni.
Mi stupisce questa presa di posizione anche degli architetti valdostani, forse mal consigliati; sicuramente i più bravi fra di loro dovranno chiedere conto a chi in modo del tutto incomprensibile ha preso una simile decisione, decisione non condivisa dallo stesso Ordine degli ingegneri della Valle d'Aosta, i quali affermano invece che il bando di gara applica, seppur in maniera arbitrariamente penalizzante, il disegno di legge 17 marzo 1995 di recepimento della direttiva 92/50 della CEE. Non sono state rilevate da parte di quest'Ordine le illegalità evidenziate dal Consiglio nazionale degli architetti.
"Ci sembra particolarmente grave - continua questa lettera che l'Ordine degli ingegneri ha mandato all'Ordine degli architetti e per conoscenza al Consiglio nazionale degli architetti, al Consiglio nazionale degli ingegneri, all'Assessorato al turismo - l'affermazione del Consiglio nazionale degli architetti con la quale viene ipotizzata l'elusione della competenza esclusiva degli architetti, in quanto il bando ammette la partecipazione di altre figure professionali. L'articolo 52 del R.D. 2537/25, se da un lato afferma che il restauro e il ripristino degli edifici contemplati dalla legge 20 giugno 1909 n. 364 per le antichità e le belle arti sono di spettanza della professione di architetto, dall'altro precisa in seguito che la parte tecnica può essere compiuta tanto dall'architetto quanto dall'ingegnere. Riteniamo quindi che su questo aspetto - conclude la lettera - il bando sia perfettamente legittimo oltre che opportuno".
Ci siamo attenuti alle norme di legge esistenti e a quanto previsto nel merito delle stesse, non potevamo agire in modo diverso; non è un progetto qualsiasi di una piccola struttura, ma si tratta di un affidamento di incarico professionale relativo a prestazioni di servizi attinenti all'ingegneria e all'architettura di un importo pari o superiore alla soglia comunitaria (attualmente 200mila ECU), e proprio la nostra legge sugli appalti, la n. 12 del 27 giugno 1996, fa preciso riferimento alla normativa comunitaria e statale, stabilendo che le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori o realizzatori sono tenuti ad applicare le disposizioni previste dalla direttiva comunitaria n. 92/50 e riprese dal decreto legislativo n. 157/95. Non era possibile fare diversamente.
All'articolo 3, comma 4, si dice inoltre che nessuna operazione e nessun appalto possono essere artificiosamente suddivisi al fine di sottrarli all'applicazione della vigente normativa nazionale e comunitaria; in particolare, all'articolo 20, comma 3, si prevede che la prova della capacità tecnica dei prestatori di servizio deve essere accertata sulla base dei requisiti previsti dalla direttiva 92/50 e ripresi dal conseguente decreto.
In ogni caso deve essere acquisita la dimostrazione di aver svolto nel triennio precedente prestazioni di servizi nell'ambito della specifica competenza professionale richiesta dal bando, per dimostrare con un importo pari a quello previsto nella gara - e questo è ben chiaro e preciso all'articolo 14 del decreto legislativo 157 - l'elenco dei principali servizi prestati negli ultimi 3 anni con l'indicazione degli importi, delle date, dei destinatari pubblici o privati dei servizi stessi; se trattasi di servizi prestati a favore di amministrazioni o ente pubblici, essi sono provati da certificati rilasciati e vistati dalle amministrazioni o dagli enti medesimi; se trattasi di servizi prestati a privati, l'effettuazione della prestazione è dichiarata da questi o, in mancanza, dallo stesso concorrente. Esistono a questo riguardo sentenze del TAR, che confermano questo tipo di indicazione. Quindi abbiamo solo applicato quelle che sono direttive comunitarie, previste dal decreto legislativo che le ha applicate e confermate da sentenze emesse dal TAR.
Per quanto riguarda le forniture il decreto di riferimento è il n. 358, che prevede le norme che abbiamo introdotto in questo bando di gara.
Quanto poi al riferimento all'importo dei lavori, è l'importo delle parcelle che devono essere presentate relativamente ai lavori che sono stati commissionati negli ultimi tre anni, quindi 25 miliardi di lavoro e non di parcelle del progettista come era stato inteso da parecchi architetti, che sono anche venuti a parlarmi, dicendo che 25 miliardi di parcella era una cifra impossibile da raggiungere. Questo forse è stato un elemento di confusione, però credo che su elementi di confusione non si possano prendere delle decisioni così radicali, portate avanti in questo modo.
Per quanto riguarda il discorso del progetto definitivo, come veniva chiamato prima dal Consigliere Collé, è nella terminologia il vecchio progetto di massima; non si tratta del progetto esecutivo, che è quello che dovrà seguire successivamente, quindi il progetto definitivo in questo momento si chiama così però corrisponde al vecchio progetto di massima, tenuto conto che abbiamo già acquisito quello che è il progetto preliminare, quindi c'è già uno schema su cui poter lavorare.
I predetti requisiti devono essere dimostrati in capo alle singole persone fisiche che assumono le responsabilità della prestazione del servizio o parti di esso, indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto che intende presentare l'offerta. Nel caso di prestazioni multidisciplinari, l'accertamento delle referenze avviene in relazione a ciascuna componente della prestazione, tenuto conto della tipologia e del valore economico della componente medesima. Tali componenti devono esplicitamente essere indicate per tipologia ed importo nel bando stesso.
Alla presa di posizione dell'Ordine degli architetti è stato risposto in modo puntuale, e qui voglio riprendere quello che diceva il Consigliere Collé per dire intanto che non è assolutamente vero che non si è risposto, ma che è stato risposto in modo puntuale rispetto a tutte le osservazioni che sono state presentate. Riprendo i vari passaggi di quello che è stato detto. Sull'ammissibilità della procedura concorsuale delle società di ingegneria, secondo un orientamento diffuso e supportato dalla giurisprudenza della Cassazione civile, oltre che dallo stesso TAR della Valle d'Aosta, dette società sono abilitate ad operare senza attendere l'emanazione del regolamento di cui alla legge n. 109/94, che dovrà provvedere solo agli ulteriori criteri di operatività. In tal senso è anche l'orientamento del Ministero dei lavori pubblici, così come emerge dal testo più recente della circolare concernente l'applicazione della legge n. 109/94, anticipato il 10 ottobre dal giornale "Italia oggi".
Durata delle prestazioni. La consegna del progetto completo deve avvenire entro 290 giorni, il termine di 80 a cui si fa cenno nella lettera che si riscontra decorre dalla data di sottoscrizione del contratto e si riferisce alla consegna del solo progetto definitivo; esso appare senz'altro congruo, considerato che il progetto preliminare è già stato redatto e tenuto conto di quanto si dirà in seguito in ordine alla necessità di rispettare la data fissata dalla CEE per l'ultimazione dell'intervento.
Sto riprendendo punto per punto quelle che sono state le osservazioni presentate dall'Ordine degli architetti.
Sul termine di presentazione delle richieste di invito, circa l'utilizzo dei termini abbreviati per la presentazione delle domande di partecipazione l'operato della scrivente amministrazione, espressamente consentito dalla legislazione vigente nei casi di urgenza, trae origine dall'esigenza di rispettare i tempi di attuazione definiti dalla CEE negli atti amministrativi di approvazione dei programmi comunitari per il finanziamento del progetto, pena la perdita del finanziamento medesimo, e risulta altresì conforme all'ulteriore esigenza prescritta dalla legge di indicare espressamente nel bando di gara le relative motivazioni, proprio ai fini della miglior tutela della cosiddetta "trasparenza".
Esperienza professionale richiesta. Nella determinazione dei requisiti e nella relativa esplicitazione in sede di bando, quest'Amministrazione si è attenuta, in assenza di specifiche normative in materia di servizi, alle logiche fissate dal decreto n. 55 del 10 gennaio 1991, che in attuazione della normativa in materia di antimafia ha disciplinato con parametri uniformi e predeterminati l'analoga questione della qualificazione dei concorrenti alle gare per l'affidamento di lavori pubblici. Il riferimento dell'ultimo triennio quale periodo di osservazione per dimostrare la capacità tecnica del concorrente costituisce esplicita richiesta del decreto amministrativo n. 157/95 di cui abbiamo parlato prima.
"Lo scrivente ritiene opportuno - è il dirigente che scrive - sottolineare che la gara in argomento è ispirata a logiche di massima apertura al concorso di tutti i potenziali interessati considerati singolarmente o in associazione temporanea di impresa, oltre che al rispetto e all'impiego di tutte le professionalità che la legislazione vigente richiede per la progettazione e la conduzione di lavori relativi a specifiche tipologie di opere. Per le motivazioni suesposte si invita codesto ordine a revocare la diffida posta in atto nei confronti dei propri iscritti, onde consentire una nutrita e qualificata partecipazione alla gara."
Per quanto attiene al criterio di aggiudicazione, sfugge il senso dell'osservazione contenuta nella lettera, dal momento che nessuna violazione delle disposizioni contenute nel comma 1 dell'articolo 23 del decreto 157 è stata compiuta. In particolare, questo forma oggetto del contendere fra l'Ordine degli architetti italiani e la CEE, oggetto che ha visto sempre perdente l'organismo professionale perché in contrasto con il principio della libera concorrenza, ma nel nostro caso in particolare non risultano privilegiati i criteri economici, dal momento che l'aggiudicazione è previsto che avvenga sulla scorta della valutazione di una pluralità di elementi, di cui il prezzo è solo e rispetto al quale si aggiungono altri riferimenti di natura qualitativa, il cui peso complessivo è senz'altro predominante. Quindi non va a ledere la "professionalità" degli architetti.
Questo è un elemento su cui l'Ordine degli architetti in Italia ha avuto parecchi motivi di contesa con le amministrazioni pubbliche, in quanto si rifiuta di partecipare a delle gare perché secondo l'interpretazione una gara è lesiva della professionalità della figura dell'architetto. Ma nel nostro caso il peso che viene dato al prezzo non è determinante rispetto alle altre voci che la commissione valuterà, per assegnare poi la definitiva progettazione alla società che avrà fatto la migliore offerta complessiva.
Concludo riferendomi alla necessità di procedere per non pregiudicare l'utilizzo dei finanziamenti comunitari, che assistono a questa iniziativa. Evidentemente per ragioni di interesse pubblico non è possibile addivenire alla pubblicazione di un nuovo bando. Va tenuto conto che, malgrado questa presa di posizione, sono arrivate comunque entro il termine stabilito ben 19 richieste di partecipazione, quindi una partecipazione buona che ci garantisce sulla competitività, che è poi la base di qualunque gara pubblica, di qualunque genere essa sia. Non può esistere protezionismo nei confronti di nessuno.
Il responsabile del procedimento amministrativo ha già provveduto a nominare la commissione di valutazione delle domande entro il termine previsto del 12 ottobre. Le 19 domande pervenute verranno valutate a partire da oggi, 23 ottobre.
Per quanto riguarda alcuni appunti che mi sono preso sulla breve illustrazione fatta dal Consigliere Dujany, vorrei dire che innanzitutto non mi piace questo termine "che ruolo ha giocato l'Assessore", perché in questo caso credo di aver espresso quelle che erano le ben poche possibilità di giocare un ruolo in un'interpretazione di una legge, di una direttiva comunitaria, di alcune regole ben precise a cui dovevamo comunque attenerci tenendo conto dei tempi, per non pregiudicare definitivamente la realizzazione dell'intervento.
Mi riallaccio a quella domanda, dicendo che la scelta politica e il ruolo che l'Assessore e la Giunta hanno giocato in questo progetto sono quelli di avere la volontà di arrivare fino in fondo per la realizzazione dell'intervento di Bard. A fronte di questo obiettivo, stante il modo con cui si lavora adesso e speriamo anche in futuro nella pubblica amministrazione, i tempi e il percorso devono essere assistiti dal politico, ma devono essere elaborati dalla parte tecnica, da coloro che ne hanno le competenze e che sono messi lì proprio per realizzare questi tipi di percorso.
Per tutti gli altri tempi a cui faceva riferimento il Consigliere Dujany, gli invierò - se è interessato - il programma con i tempi della CEE, quindi il programma che è stato approvato all'inizio, insieme a quelli che sono stati i tempi delle varie fasi che si sono succedute per quanto riguarda le approvazioni di Giunta e di Consiglio, per arrivare fino a quest'ultima.
Questo perché nella sua esposizione il Consigliere Dujany ha dimenticato alcune fasi di approvazione di progetti intermedi che sono avvenuti solo a livello di Giunta, ma che facevano parte del percorso che la Giunta si era data fin dall'inizio per questo progetto.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Dujany.
Dujany (PVA) Ho l'impressione che vi sia un dialogo fra sordi, nel senso che per la risposta data dall'Assessore e in qualche modo per la lettera di predisposizione del dirigente regionale, mediante la quale lo stesso dirigente aveva preparato una risposta ai rilievi dell'Ordine degli architetti, anziché ottenere una risposta di tipo politico, mi ritrovo una valutazione di tipo strettamente tecnico - fra l'altro anche in parte inesatta - che non permette di avere quei chiarimenti che avevo sottoposto.
Avevo posto un primo problema: a chi sia da addebitare la responsabilità dei ritardi nella predisposizione di questo appalto. Avevo indicato dei tempi precisi entro i quali sia i professionisti incaricati dello studio di fattibilità e del piano operativo, sia la società che avrebbe dovuto preoccuparsi del bando, dovevano agire; avevo chiesto all'Assessore di relazionarmi con precisione sul perché il Governo regionale non aveva, tenuto conto dei tempi prefissati, dato applicazione alle delibere conseguenti ai lavori eseguiti dai professionisti e poi per la predisposizione del bando, e l'Assessore mi risponde genericamente dicendo che c'è un qualche atto della Giunta, che non ho richiamato e che esisterebbe, per cui questi atti - di cui non mi si dice né la portata né quali sono - avrebbero inciso nei ritardi del procedimento.
Credo che sia veramente un dialogo fra sordi quello che viene proposto dall'Assessore, sembrerebbe quasi che nella risposta del dirigente non fossero ricomprese queste domande, che di conseguenza non avrebbero la possibilità di trovare soddisfazione da parte dell'Assessore competente.
É inoltre del tutto falso che i requisiti fissati dal bando erano requisiti essenziali; i requisiti erano del tutto discrezionali e la stessa dirigenza lo precisa nelle varie lettere, a cui ha fatto riferimento anche l'Assessore. É vero il vincolo triennale della capacità di progettazione nell'ambito del triennio, ma non era assolutamente essenziale far riferimento a progettazioni su immobili vincolati dalla legge n. 1089, piuttosto che dalla legge n. 1497.
Se si fosse aperto anche ai professionisti che hanno acquisito una grossa esperienza nella ristrutturazione degli immobili in Valle d'Aosta, anche a coloro che abitualmente si occupano degli immobili di restauro, ma per quegli immobili vincolati dalla legge n. 1497, certamente si sarebbe aperta una porta anche ai professionisti locali, con questo senza minimamente andare ad incidere sulla qualità del prodotto finale, poiché sarebbe bastato dare maggiore rilevanza al concorso di idee, alla qualità della progettualità finale, e tutto questo non avrebbe potuto che incidere positivamente sul risultato finale della progettazione. Si è invece voluto in via predeterminata andare a colpire o comunque a non favorire la partecipazione - ribadisco: la partecipazione - dei progettisti locali ad un intervento di grosso prestigio per tutti, né si è voluto coinvolgere - e l'Assessore sotto questo profilo nulla ha detto - gli ordini professionali nella predisposizione de il bando, così da poter raccogliere anche certe attenzioni...
(... intervento dell'Assessore Agnesod, fuori microfono...)
... non è esatto assolutamente, dicevo prima che gli ordini professionali hanno un ruolo pubblico e non vanno assolutamente a tutelare degli interessi privatistici.
Quanto poi al fatto che non siano stati colpiti i professionisti valdostani, vorrei chiedere all'Assessore quanti professionisti valdostani hanno potuto partecipare; siccome lui prima ha fatto un'asserzione dicendo che assolutamente le energie della Valle d'Aosta hanno potuto in qualche modo essere messe in campo, gli chiedo: quanti professionisti valdostani hanno nel concreto partecipato?
Un ultimo elemento riguarda l'aspetto di illegalità; nessuno, per quanto riguarda almeno la mia interpellanza, ha mai parlato di atteggiamento illegale, qui non si parla di un problema di legittimità dell'atto amministrativo, qui si vuole capire se vi è stata nella procedura una totale assenza della parte politica, per cui ogni atto è stato frutto soltanto di un esame stretto di legittimità, senza tener conto della gente che in questa comunità vive. E mi pare che neanche sotto questo profilo è stato possibile ottenere delle risposte.
Non sono certo in gioco i tempi di applicazione e di attuazione dei lavori, ben vengano dei tempi estremamente ristretti; c'era unicamente in gioco la sensibilità o meno della pubblica amministrazione e il modello di partecipazione che la pubblica amministrazione intende mettere in atto nella predisposizione dei suoi provvedimenti amministrativi.
Quindi il mio giudizio non può che essere negativo, anche perché non ho avuto risposte.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Collé.
Collé (PpVA) Mi chiedevo poco fa, ascoltando la risposta dell'Assessore, se era già successo in Valle d'Aosta che l'Ordine degli architetti - così come un altro ordine - diffidasse gli stessi a partecipare ad un bando di gara; credo di no, e credo che comunque questo non sia un sintomo tanto valido.
Quanto alla lettera dell'Ordine degli ingegneri che l'Assessore ci ha letto, per quanto ho potuto capire, è solo una lettera dove, in merito a quanto obiettato dagli architetti, ovvero che gli ingegneri non potevano partecipare, si afferma di ritenere che gli stessi possono partecipare. Non mi sembra di aver sentito neppure un cenno su tutta l'altra parte, quella più importante, quella che perlomeno abbiamo trattato in queste interpellanze. Allora facciamo attenzione anche qui a trarre la conclusione che gli ingegneri dicono che questo bando è stato fatto in maniera giusta; mi pare di capire che hanno difeso le loro posizioni.
L'Assessore ha detto che, essendo questo un intervento di grande portata, darebbe fastidio che si vada avanti. Personalmente non dà nessun fastidio che quest'opera vada avanti, ne sono ben lieto; al momento dell'approvazione delle attività che verranno insediate nel Forte di Bard abbiamo espresso le nostre perplessità, ma una volta approvato dalla maggioranza del Consiglio il progetto, credo sia interesse di tutti che questo vada avanti.
Il fatto che l'Assessore adduca queste motivazioni come parte di risposta all'interpellanza mi lascia un po' perplesso. Così come l'Assessore non può dire che dietro all'interpellanza vi siano delle insinuazioni, perché credo che l'interpellanza sia stata fatta in maniera corretta, andando a ricordare dei punti ben precisi, delle delibere ben precise.
Facendo riferimento poi all'articolo 14, e via dicendo, ho avuto modo anch'io solo oggi di avere i riferimenti di legge di cui parlava l'Assessore, cioè l'articolo 14 del decreto legislativo del 17 marzo 1995, l'articolo 10 dello stesso decreto e poi il DPCM del 10 gennaio 1991, n. 55, a cui ha fatto riferimento l'Assessore, così come la direttiva CEE del 18 giugno 1992. Però, Assessore, quello che non sono riuscito a trovare e quello che le ho chiesto e a cui non ho capito se mi ha risposto, riguarda la natura della scelta.
Le ho chiesto cioè se è stata una scelta politica il fatto di mettere 80 giorni, 200 giorni, 290 giorni, 25 miliardi, 13 miliardi, 12 miliardi, prezzo 34 percento, 20 percento, 20 percento, 9 e 17. Io le ho chiesto questo e lei a questo non mi ha risposto! Lo ha già detto il Consigliere Dujany, nessuno qui ha parlato di illegalità; lei ha parlato di violazione ma nessuno ha mai parlato di violazione; volevamo solo capire se a monte di questo bando ci fosse stata, così come io penso anche alla luce della sua esposizione, una scelta politica di andare in questa direzione.
Una volta saputo questo, Assessore, noi la ringraziamo della risposta, non siamo soddisfatti perché ritenevamo e riteniamo che il bando potesse essere fatto in modo diverso, che a questo bando potesse avere accesso un numero maggiore di professionisti per contribuire in maniera maggiore a quella che poteva essere la realizzazione di questa struttura.
Nessuno di voi voleva parlare né di leggi né di violazione di normative, però credo sia giusto sottolineare che la scelta politica è stata fatta su alcuni requisiti.