Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2129 del 25 settembre 1996 - Resoconto

SEDUTA POMERIDIANA DEL 26 SETTEMBRE 1996

OGGETTO N. 2129/X Procedimento per l'affidamento della futura gestione della casa da gioco di Saint-Vincent. Presa d'atto della valutazione effettuata dalla commissione relativamente ai requisiti 5 e 7 della società Finoper S.p.A.. Esito infruttuoso di gara. Determinazioni per una nuova gara ad evidenza pubblica.

Deliberazione Il Consiglio

Vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 74/X, in data 26 luglio 1993, con la quale si ribadiva la validità ed efficacia della deliberazione del Consiglio regionale n. 2265/IX del 7 giugno 1991 e si stabiliva di riprendere il procedimento per il rinnovo della concessione del Casinò di Saint-Vincent dal momento precedente alla preselezione, invitando le società SITAV S.p.A., S.V.I.T. S.p.A., WORLD LEISURE MINGT L.T.D., IN.PRO.VAL. S.p.A. - Iniziative Promozionali Valle d'Aosta, GIMA S.p.A. e FINOPER S.p.A., a presentare una documentazione integrativa a precisazione dei requisiti di idoneità soggettiva già indicati nell'avviso approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 2265/IX del 7 giugno 1991 ed approvando, a tal fine, la lettera da inviare alle Società sopraelencate;

Richiamata, altresì, la deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X, in data 26 luglio 1993, con la quale si nominava la Commissione per la valutazione dei documenti e per la formulazione della proposta di preselezione per l'affidamento della futura gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent;

Richiamata la deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X, in data 4 novembre 1993, con la quale si prendeva atto delle risultanze della valutazione effettuata dall'apposita Commissione e si stabiliva, sulla base delle risultanze di detta Commissione, che la Società SITAV S.p.A. poteva essere ammessa alla trattativa prevista per l'eventuale affidamento della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent e si delegava la Giunta ad avviare la trattativa privata con la Società in questione per il rinnovo della concessione;

Atteso che con ricorso proposto al TAR della Valle d'Aosta la Società FINOPER chiedeva l'annullamento della deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X del 4 novembre 1993 e di ogni atto presupposto, connesso e conseguenziale, ivi compresa la relazione della Commissione in data 30 settembre 1993 con la quale la Società FINOPER S.p.A. veniva esclusa dalla procedura per l'affidamento della concessione di gestione del Casinò di Saint-Vincent;

Vista la sentenza n. 65/94, in data 20 maggio 1994, con la quale il TAR Valle d'Aosta accoglieva il ricorso proposto dalla FINOPER e conseguentemente annullava la deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X ivi compresa la relazione della Commissione;

Atteso, inoltre, che la Società SITAV S.p.A. proponeva appello al Consiglio di Stato per la riforma della sentenza del TAR Valle d'Aosta 20 maggio 1994, n. 65;

Dato atto che il Consiglio di Stato con decisione n. 817/95, in data 16 ottobre 1995, rigettava l'appello proposto dalla Società SITAV e conseguentemente confermava la sentenza del TAR Valle d'Aosta n. 65/94 che annullava la deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X;

Constatato che, in ottemperanza alla decisione n. 817/95 del Consiglio di Stato, il Consiglio regionale con provvedimento n. 1658/X, in data 23 novembre 1995, deliberava:

1) di dare atto che esclusivamente le Società FINOPER S.p.A. e SITAV S.p.A. hanno presentato, alla data del 10 settembre 1993, la documentazione integrativa a precisazione dei requisiti di idoneità di cui al punto 4) del dispositivo della deliberazione del Consiglio regionale n. 74/X del 26 luglio 1993;

2) di riprendere il procedimento per il rinnovo della concessione del Casinò di Saint-Vincent dal momento antecedente alla deliberazione del Consiglio regionale n. 247/X del 4 novembre 1993, annullata dal Giudice amministrativo di I° grado ed il cui annullamento è stato confermato dal Consiglio di Stato e cioè dalla convocazione della Commissione di cui alla deliberazione del Consiglio regionale n. 75 /X in data 26 luglio 1993;

3) di invitare le Società FINOPER S.p.A. e SITAV S.p.A. a confermare l'esistenza dei requisiti previsti alla data del 15 luglio 1991, confermati alla data del 30 luglio 1993, ed a dimostrarne il permanere, alla data del 31 ottobre 1995;

Ricordato altresì, che con successivo provvedimento n. 1659/X, in data 23 novembre 1995, il Consiglio regionale provvedeva, a seguito della presa d'atto delle dimissioni presentate dai componenti della Commissione, nominata con deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X, in data 26 luglio 1993, a nominare altra Commissione per la valutazione dei documenti già presentati dalle Società FINOPER S.p.A. e SITAV S.p.A., riferiti alla data del 15 febbraio 1991 e confermati alla data del 30 luglio 1993, nonché per l'esame della documentazione da presentare dalle Società stesse per confermare l'esistenza e dimostrare il permanere dei requisiti alla data del 31 ottobre 1995;

Atteso che, con ricorso proposto al TAR della Valle d'Aosta, la Società FINOPER S.p.A. chiedeva l'annullamento delle deliberazioni del Consiglio regionale n. 1658/X e n. 1659/X del 23 novembre 1995;

Dato atto che con sentenza n. 85/96 in data 20 marzo 1996, il TAR della Valle d'Aosta accoglieva il ricorso della Società FINOPER e, per l'effetto, annullava le deliberazioni del Consiglio regionale n. 1658/X e n. 1659/X del 23 novembre 1995, statuendo che:

a) l'effetto del giudicato copre l'esclusione dalla procedura della Società SITAV;

b) la Commissione non può essere rinnovata senza opportuna, congrua ed espressa motivazione;

c) la procedura di preselezione deve essere, quindi, ripresa nei confronti della sola Società FINOPER dal momento della convocazione della Commissione di cui alla delibera 26 luglio 1993 n. 75/X e deve essere proseguita con la valutazione da parte della Commissione stessa dell'esistenza o meno dei requisiti 5 (patrimonio o garanzia equipollenti di almeno quaranta miliardi a garanzia del livello di introiti attuale) e 7 (disponibilità di infrastrutture accessorie alla Casa da Gioco o di acquisti sufficienti a rilevarle o costruirle) in capo a detta Società;

Atteso che la Commissione per la valutazione dei documenti, nominata con deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X del 26 luglio 1993 e con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 1190 del 20 settembre 1993, dopo aver sospeso le proprie dimissioni precedentemente rassegnate, ha espresso e rinnovato - in considerazione delle motivazioni contenute nella sentenza del TAR per la Valle d'Aosta n. 85/95 - la propria disponibilità a riesaminare i punti 5) e 7);

Ricordato che la predetta Commissione, in data 6 giugno 1996, ha ritenuto opportuno, in conformità ai contenuti della sentenza, di richiedere alcuni chiarimenti sulla documentazione già prodotta a suo tempo dalla Società FINOPER e, precisamente:

a) bilancio della COIMAR S.p.A. al 30 giugno 1991 e al 30 giugno 1992 o, in caso di predisposizione dello stesso riferito a fine anno, alle date del 30 dicembre l991 o del 30 dicembre 1992;

b) documentazione relativa alle procedure e modalità per l'assegnazione e l'erogazione del contributo in conto capitale di Lire 167,8 miliardi da parte del Ministero della Marina mercantile;

Considerato che in data 16 luglio 1996 la Commissione di cui trattasi ha redatto il rapporto conclusivo sull'esistenza dei requisiti 5) e 7) da cui risulta difettare in capo alla FINOPER alla data del 15 luglio 1991 il requisito n. 5 ed essere perlomeno dubbia la titolarità del requisito n. 7;

Visti i pareri favorevoli di legittimità rilasciati dal Capo di Gabinetto e dal Dirigente del Servizio Affari Generali e Legali della Presidenza della Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 72 della legge regionale n. 3/1956 e successive modificazioni, e del combinato disposto degli articoli 13 - comma 1 lett. e) - e 59 - comma 2 - della legge regionale n. 45/1995, sulla presente deliberazione;

Delibera

1) di prendere atto delle risultanze del supplemento al rapporto conclusivo della Commissione per la valutazione dei requisiti 5 e 7 del bando di gara in capo alla FINOPER alla data del 15 luglio 1991 sulla base dei documenti prodotti dalla Società FINOPER, recependo le conclusioni del rapporto stesso, allegato quale parte integrante del presente atto, in forza delle quali risulta difettare in capo alla FINOPER il requisito n. 5 e risulta perlomeno dubbia la titolarità del n. 7;

2) di stabilire che, sulla base delle risultanze dei giudicati amministrativi citati in premessa e del supplemento al rapporto conclusivo della Commissione, nessun concorrente è in possesso di tutti i requisiti di idoneità richiesti, nessun concorrente, quindi, può essere ammesso alla trattativa prevista, per l'eventuale affidamento della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent, e che, pertanto, la gara ha avuto esito infruttuoso;

3) di stabilire, fin d'ora, che per l'affidamento della futura gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent - da effettuarsi con l'individuazione di un concessionario privato - si darà luogo sulla base della normativa vigente ad una nuova gara ad evidenza pubblica;

4) di rinviare ad un successivo provvedimento deliberativo l'indizione della gara di cui al punto precedente;

5) di sottoporre la presente deliberazione al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 8, lett. f), del decreto legislativo 22 aprile 1994, n. 320.

Allegati

(...omissis...)

Presidente Je rappelle que nous sommes en train de discuter l'objet 29/b à l'ordre du jour. La discussion générale étant close, je passe la parole au Président du Gouvernement, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) Avant tout, permettez-moi de remercier tous les conseillers qui ont pris la parole au cours de la discussion générale, surtout pour les propositions qu'ils ont formulées à l'adresse du Gouvernement quant aux initiatives à envisager ou à entreprendre successivement pour assurer les conditions optimales de la gestion de la maison de jeu de Saint-Vincent.

Ensuite, permettez-moi également d'apporter quelques précisions, afin d'éviter d'ajouter des éléments de confusion à un thème déjà si complexe, de répondre à des affirmations qui ne reflètent pas la réalité et qui sont donc souvent le fruit d'arrière-pensées, et enfin de réaffirmer des volontés précises quant aux choix concernant le futur de la maison de jeu de Saint-Vincent.

Le débat a souligné encore une fois l'importance de cette maison de jeu et dans le panorama économique et social de la Région, et en ce qui concerne les retombées de sa présence au sein de notre communauté. De même il a réaffirmé avec force la compétence de cette Assemblée quant aux décisions concernant son fonctionnement et partant, la fonction politique que les membres de cette Assemblée sont appelés à accomplir, fonction qui doit s'exercer librement sans influence aucune.

Or, à l'exception de quelques messages codés - je veux citer l'invitation à tenir compte "delle responsabilità che vanno al di là degli aspetti legati ad eventuali ricorsi amministrativi" et donc une invitation à un examen de conscience - j'ai pu constater que le fantôme de la prison de Brissogne n'a plus été évoqué au sein de cette Assemblée, ce qui me réjouit d'une part et d'autre part restitue à nos fonctions de conseillers toute leur dignité.

La proposition que j'ai formulée n'est pas la proposition du Président, elle est le fruit de la décision adoptée par une majorité et par un gouvernement. Personnellement je suis flatté des appréciations dont nombre de représentants de l'opposition, même avec des formulations imagées, ont bien voulu m'honorer, mais la réalité est tout à fait différente. Par ailleurs sur le plan politique nous prenons acte d'une énième tentative de division d'une majorité ou de séparation des responsabilités, prétextant des impositions inexistantes ou une subordination passive des conseillers, comme s'il s'agissait de minus habens à l'intérieur de cette Assemblée ou de ce Conseil. Soyons un peu plus sérieux et tenons plus en considération nos collègues, surtout que ce Gouvernement est un gouvernement de coalition, s'appuyant sur une majorité qui a trouvé un accord sur un programme spécifique, et qu'il s'agit d'une majorité qui n'a pas peur de discuter, d'exprimer même parfois des avis différents. Les faits sont d'ailleurs là pour le prouver et, au contraire, nous avons souvent des reproches quant à la dialectique de cette majorité. Donc les faits sont là pour le démontrer et pour démontrer, si besoin est, qu'il s'agit de tout autre qu'une acceptation passive ou d'une imposition de la part de quiconque.

Au mois de juillet 1993, nous avons repris la procédure concernant la concession de la maison de jeu. Si, à cette époque, il y a eu continuité, elle est politique oui, mais avec le seul Gouvernement Lanivi et du point de vue de la continuité avec les décisions précédentes elle est juridique oui, mais compte tenu et de la sentence du Conseil d'Etat et donc de la nécessité de lui donner application, et surtout de la volonté de maintenir la nature privée de la gestion de la maison de jeu, déjà à l'époque affirmée et aujourd'hui reconfirmée, quoi qu'en dise l'opposition. Nous aurions dû en 1993 choisir la gestion publique pour pouvoir faire des choix différents, et la composition de la commission après 1993 ne s'est pas transformée de technique en technico-politique par hasard ou sur un choix délibéré du Président, mais là encore pour exécuter ladite sentence du Conseil d'Etat; il suffit de relire cette sentence de 1993. Aujourd'hui encore nous donnons application, comme par ailleurs nous l'avons fait au mois de novembre dernier, à une autre sentence - une sentence du TAR d'Aoste - que nous n'avons pas non plus provoquée.

Finoper, contrairement à ce qu'elle avait réclamé, n'a pas été admise d'office par le TAR à la phase successive du marché négocié; le Tribunal, par contre, nous a ordonné de reprendre la procédure, de réexaminer l'existence - ou non - des conditions n° 5 et n° 7, et de le faire avec la même commission nommée en 1993. Pour exécuter cette décision, la commission a formulé son avis, d'où il ressort que la société Finoper ne remplit pas toutes les conditions fixées par l'avis de concours de 1991. Nous en avons pris acte et la décision étant du ressort de cette Assemblée, nous l'accueillons, décidant ainsi que l'appel d'offres est déclaré infructueux. Par cette décision nous tournons en ce qui nous concerne et sans tergiverser, une page, la page de 1991. Quant à la procédure pour l'attribution de la gestion future de la maison de jeu, et à son futur, que M. Bich a défini avec une expression que j'aime beaucoup - en reprenant peut-être une expression de Star Trek - "l'interspazio", c'est tout autre chose.

Mais avant d'aborder ce thème, permettez-moi de solliciter tous ceux qui ont formulé des accusations contre la gestion extraordinaire quant aux actions ou décisions que celle-ci entreprend, de se renseigner davantage pour éviter - mais cela est peut-être voulu - de créer des malentendus ou d'exprimer des jugements faux et inopportuns. A cet effet je repousse toutes les déductions arbitraires qui ont été exprimées à cet égard. Par ailleurs c'est une méthode que nous ne partageons pas; il ne s'agit pas en effet dans ce cas spécifique d'une confrontation d'idées, d'une confrontation politique ou autre, il s'agit à notre avis d'une volonté spécifique de plier les événements par tous les moyens, comme par exemple à l'occasion de débats et de réunions ou l'on veut modifier certaines affirmations qui sont faites par d'autres, ou encore en ce qui concerne les contrats passés par la gestion extraordinaire concernant les assurances de la maison de jeu. A ce propos, le thème des assurances, qui a été soulevé, faisait l'objet d'un contrat entre SITAV et une compagnie d'assurances de l'extérieur, et le coût de ce contrat était de 1,3 milliards par an. Après la passation des contrats entre SITAV et gestion extraordinaire, ces contrats ont été renégociés sur la base de conditions meilleures et cette renégociation est effectuée toutes les années, de façon que si année par année, à égalité de prestations il y a des conditions meilleures, l'on peut obtenir des avantages sur le plan économique.

Premier renouvellement géré par la gestion extraordinaire: montant 850 millions de primes, donc de 1,3 milliards à 850 millions, toujours avec la même clause qu'à la fin de l'année l'on aurait vérifié si les conditions étaient meilleures ou non, ou si d'autres offraient des conditions meilleures.

Deuxième renouvellement. On a tenu compte d'une exigence qui avait été exprimée, à savoir que les contrats devaient être passés, à égalité de conditions, avec des assureurs valdôtains et avec des compagnies d'assurances ayant leur siège au Val d'Aoste, vu les critiques qui avaient été formulées; résultat de cette vérification, deuxième renouvellement 750 millions de primes avec des prestations meilleures, avec une couverture d'assurance meilleure et avec un bénéfice de 100 millions de plus vis-à-vis de la gestion extraordinaire. Donc je ne vois pas là, à moins qu'il y ait des problèmes vis-à-vis de certaines personnes, à savoir à moins qu'il y ait des faits personnels qui ne nous concernent pas, comment l'on peut porter cet exemple et comment l'on peut faire ces affirmations, lorsque, sur la base des actions menées par la gestion extraordinaire, on est passé avec des prestations supérieures de 1,3 milliards par an à 750 millions, et avec la condition que ce contrat a la validité d'une année et que si l'année prochaine d'autres, à égalité de conditions, font une offre meilleure, c'est le meilleur qui remporte le marché.

Mais revenons aux autres questions. Procédures pour l'attribution de la gestion future de la maison de jeu: il me semble que les volontés ont été clairement exprimées; il est décidé d'ores et déjà que la gestion sera privée, que l'on fera recours, donc, à un concessionnaire privé, qu'un nouvel appel d'offres public sera lancé aux termes des dispositions de loi en vigueur, que l'avis de concours sera approuvé par cette Assemblée. Donc là également pas d'imposition, on ne donne pas pouvoir à d'autres, c'est cette Assemblée qui devra l'approuver.

J'ai déjà, lors de la présentation générale, expliqué les raisons pour lesquelles cet appel d'offres n'est pas présenté aujourd'hui à l'approbation du Conseil; je partage par ailleurs les sollicitations exprimées par plusieurs conseillers, notamment par M. Mostacchi, pour accélérer cette présentation, et je reconfirme l'engagement du Gouvernement quant aux délais prévus qui seront en tout cas les plus courts possibles et ne dépasseront l'année 1996.

En ce qui concerne le futur de la maison de jeu, permettez-moi de souligner qu'avant de parler de futur ou de nous pencher sur le futur de la maison de jeu, nous nous sommes penchés sur le présent de la maison de jeu, et là j'ai pris acte avec satisfaction que les polémiques, qui avaient caractérisé cette Assemblée quant aux résultats de la maison de jeu, n'ont plus eu lieu. Les objectifs que la gestion extraordinaire s'était fixés ont été atteints, les résultats actuels sont positifs, la rentabilité de la maison de jeu est assurée, nous le devons évidemment à l'action de la gestion extraordinaire, dont la nature est établie par la loi n° 88/93, et nous le devons à la compétence du personnel; mais sur le résultat il suffit de prendre les données pour constater que, même sur la base des résultats de l'année 1995, qui a été de toute l'histoire de la maison de jeu l'année la meilleure, nous sommes en progression, et que sur les deux années de gestion extraordinaire le bénéfice net pour la Région a été de plus de 70 milliards de lires.

Je ne veux pas revenir sur les objectifs, parce que là c'est un élément important; je veux rappeler seulement quelles étaient les conditions au 1er juillet 1994 et quelle est aujourd'hui la condition de la maison de jeu. Nous pouvons aujourd'hui compter sur tous les éléments pour renforcer l'activité et l'action du casino. Il est vrai, il y a une modification des comportements des joueurs et nous devons en tenir compte. Il y a également ce thème de l'ouverture de nouvelles maisons de jeu et nous avons là pris acte que M. Tibaldi est favorable à ces ouvertures; mais le tout pour dire qu'il est nécessaire de notre part, là encore en recueillant les différentes suggestions et les sollicitations diverses, de mieux définir la stratégie future pour la maison de jeu. Nous recueillons donc ces sollicitations d'ouverture d'une confrontation, en partant là également d'un élément concret, que la gestion extraordinaire a déjà pourvu à mettre à notre disposition, à savoir le plan de développement du casino. Ce plan peut nous permettre, si nous en partageons les perspectives, de répondre à la question: quel sera le futur de notre maison de jeu, en pouvant également compter sur une maison de jeu aujourd'hui autonome.

Pour ce qui est enfin de la dernière question: "l'interspazio", il est vrai, nous devons également nous pencher sur cette période, que nous souhaitons la plus courte possible, en définissant mieux une série de règles et de comportements. Je voulais néanmoins souligner deux aspects: le premier, que le Gouvernement a refusé toute demande d'augmentation des effectifs de la part de la gestion extraordinaire; le même nombre fixé au moment de la passation de la gestion entre SITAV et gestion extraordinaire nous avons voulu le maintenir en disant que nous pourrions envisager une augmentation des effectifs seulement sur la base de deux conditions: l'une, un plan de développement, parce qu'alors effectivement il y aurait une nécessité réelle de disposer de personnel supplémentaire; l'autre, l'approbation par cette Assemblée d'une réglementation concernant le recrutement du personnel.

C'est un engagement que nous avons pris au mois d'août, à la fin du mois d'août nous avons transmis aux organisations syndicales l'ébauche du règlement, la semaine prochaine j'aurai une rencontre avec ces mêmes organisations syndicales pour entamer une discussion, de façon qu'après cet examen préalable et nécessaire avec les organisations syndicales le Gouvernement puisse approuver une proposition et la transmettre à la IVème Commission. Donc là c'est un engagement qui a été maintenu.

De même en ce qui concerne les rapports avec SITAV, il faut préciser que maintenant ces rapports se limitent aux problèmes du Billia, des parking et des entrepôts. A compter du 1er septembre le logiciel software et hardware est autonome, il n'y a plus de rapports avec SITAV, et donc il s'agit là d'examiner ce problème, comme d'ailleurs le problème de STV, en tenant compte de ses implications sociales et des problèmes d'emploi qui sont liés au maintien de l'activité de ces différentes sociétés. Nous avons soit directement, soit par le biais de la gestion extraordinaire, formulé là encore des propositions pour le renouvellement du contrat des services qui arrive à échéance à la fin de l'année, mais non pas sur la base de propositions, aujourd'hui inacceptables, à savoir les 112 mille présences et 1 milliard par mois de redevances, mais sur la base des conditions qui, au fil des mois, ont été négociées et qui tiennent compte des changements qui sont intervenus entre temps.

Mais si ces conditions ne sont pas acceptées, nous sommes même disposés à demander à SITAV de louer à la gestion extraordinaire l'entreprise, de façon que l'on puisse, en payant les frais de location sur la base des conditions qui réglementent la location des Grands Hôtels, assurer une rentabilité à la propriété, gérer l'hôtel et les services annexes et assurer le maintien de l'emploi, vu que la raison fondamentale pour laquelle nous avons conclu et nous maintenons encore la volonté de conclure des accords avec SITAV, c'est pour assurer le maintien des 180 emplois de l'Hôtel Billia. Lundi il y aura une réunion au Bureau du travail, où ces problèmes seront affrontés, et je souhaite qu'ils soient par tout le monde affrontés avec sérieux et sens de responsabilité.

Pour terminer, nous sommes convaincus qu'avec la décision que nous allons prendre aujourd'hui nous tournons une page, mais pas seulement, nous avons également défini un projet qui a comme objectif le développement de la maison de jeu de Saint-Vincent. Là, je peux rassurer certains conseillers, parce que nous savons le chemin.

Si dà atto che, dalle ore 16,55 alle ore 17,20 presiede il Vicepresidente Aloisi.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello, per dichiarazione di voto.

Chiarello (RC) É giusto, come ha detto anche lei, Presidente, che i consiglieri discutano e decidano su questa questione, ma sono tre-quattro anni che stiamo discutendo, speriamo che arrivi una decisione finalmente!

Volevo solo fare un appunto a Bich, e mi dispiace che adesso non sia in aula. Il Consigliere Bich ha fatto uno di quei discorsi belli a sentirsi, ma che almeno in un punto non mi trova d'accordo. Parlando di assunzioni, ha detto che si deve cambiare la legge perché siamo tutti colpevoli nell'aver spinto qualcuno all'interno del casinò.

Non ho capito bene cosa volesse dire in merito a chi fa assumere le persone, è la solita teoria per cui quando tutti sono colpevoli, sono anche tutti innocenti, cioè ci sono tutti immischiati ed è bene cercare di non parlare tanto.

Mi dispiace ma per me non è così. Sono d'accordo che al più presto esca un regolamento sulle assunzioni a questo casinò, è una cosa importante almeno finché è commissariato, perché certe assunzioni diventano pericolose.

Per parlare dell'assicurazione, volevo dire che nei limiti del risparmio sono d'accordo di scegliere l'assicurazione che a minor prezzo dà le stesse garanzie, però è anche vero che bisogna vedere chi le propone queste garanzie.

Abbiamo già avuto diverse discussioni, in questo momento su quanto ha detto il Presidente della Giunta in merito alla nuova gara di appalto la pensiamo nella stessa maniera, finalmente. Io dico che non è mai troppo tardi, speriamo effettivamente che non sia troppo tardi!

Con l'esperienza che ho fatto in questa commissione vorrei dare un consiglio, se mi è permesso, proprio per evitare che certe gare di appalto siano fatte per un concorrente invece che per l'altro: che al prossimo bando di preselezione chi stende le domande sia anche colui che valuta le risposte. Una delle difficoltà che abbiamo riscontrato in commissione è che è difficile entrare nella testa di coloro che hanno formulato le domande.

E poi lasciatemi dire una cosa, alla quale stamani non ho accennato anche perché mi avrebbe impedito di fare il mio lavoro, ma quello che ha detto Voyat mi ha veramente liberato e posso dire che sono stati pesanti questi tre o quattro mesi per noi della commissione. Allora, noi eravamo in commissione e in televisione qualcuno di Finoper diceva che forse si sapeva già come andava a finire; sono arrivati dei documenti fuori tempo massimo alla commissione e poi dopo le decisioni della commissione, quando mi ero rifiutato di dare ai consiglieri di minoranza la relazione finale della commissione, perché ritenevo che dovesse essere consegnata a questo Consiglio nella IV Commissione competente, qualcuno aveva già ottenuto per vie traverse le risoluzioni.

(... intervento di un consigliere, fuori microfono...)

... anche quelli che sono in maggioranza, per carità. Ho detto che nei confronti dei consiglieri di minoranza mi sento in difficoltà, perché a quella che ritenevo la mia correttezza di aver consegnato la relazione alla IV Commissione, non hanno fatto seguito altre correttezze.

Dichiaro che mi asterrò su questo atto, e per evitare che la mia astensione sia male interpretata dal momento che ho votato la relazione della commissione, faccio presente che qui è scritto di rinviare ad un successivo provvedimento deliberativo, e siccome non sono in questa maggioranza, se il provvedimento deliberativo prevede un appalto europeo dirò che è stato fatto con tre o quattro anni di ritardo, ma non mi sento di dare carta bianca a questa maggioranza, mentre mi sentivo di sottoscrivere la relazione della commissione.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (PpVA) Il paradosso che viene subito da notare in questa situazione è che questo Consiglio regionale - e dico questo Consiglio, non parlo giustamente di maggioranza o di opposizione - fin dal primo momento in cui ha trattato nel luglio '93 l'argomento casinò, si è sempre espresso unanimemente per perseguire con forza la nuova privatizzazione della casa da gioco.

Perché dico che è un paradosso? Perché ogni qualvolta che le condizioni sembrano propizie per giungere finalmente ad una nuova privatizzazione della casa da gioco, questo Consiglio non più all'unanimità, ma a maggioranza, assume delle decisioni tali che questo obiettivo viene procrastinato nel tempo e non si sa fino a quando!

Così era successo quando avemmo le prime conclusioni della cosiddetta "Commissione Bortoli", quando, nonostante le conclusioni avessero lasciato molti fra noi piuttosto perplessi, vi era una frase in quella conclusione che diceva all'epoca che nessuna delle società possedeva i requisiti. In quella conclusione noi ravvisammo un'opportunità, quella di azzerare e chiudere questa pagina del casinò. La maggioranza di questo Consiglio disse di no, perché se volevamo privatizzare il casinò, era quello il momento giusto di trattare con SITAV. Sappiamo tutti come è andata a finire!

Oggi noi diciamo che ancor più dell'epoca a cui facevo riferimento prima sarebbe vicina la soluzione del problema casinò nella direzione che spero ancora tutto il Consiglio auspichi, cioè quello della privatizzazione. Credo che le motivazioni date dai consiglieri dell'opposizione, che sono intervenuti stamani, abbiano fatto capire come a nostro avviso in questa fase si potrebbe andare ad una trattativa con una certezza forse in più rispetto alla volta scorsa: quella cioè che andando alla trattativa con l'unica società rimasta sarebbero assai meno probabili nuovi ricorsi di quanto non lo fossero - e si sono in effetti puntualmente verificati - nel passato.

Questa consapevolezza della volontà di giungere alla privatizzazione del casinò era chiaramente espressa ancora all'epoca in cui questo Consiglio decise di trattare con SITAV, e fra le motivazioni che qualche consigliere della maggioranza - posso anche farne il nome, ma non voglio strumentalizzare, parlo del collega Florio - avanzò precedentemente alla scelta di andare alla trattativa con SITAV c'erano queste giustificazioni. Alle nostre richieste di azzerare la situazione, diceva il collega Florio due anni fa - rivolto a me -: "É vero, c'era anche la possibilità di ricominciare da capo, e l'avremmo anche preferita; ma con ciò si sarebbe corso il rischio di ricadere nelle norme CEE per appalti di questo tipo, quindi abbiamo preferito questa soluzione intermedia per cercare di limitare il numero dei possibili ricorsi".

Allora qualche anno dopo ci ritroviamo ad assumere una delibera che ci rimanda ad un bando di concorso secondo le norme CEE e che non ci tutela minimamente, anzi è la decisione che meno ci tutela dal punto di vista dei possibili ricorsi.

Ma chiaramente le controdeduzioni che sono state espresse anche da chi è intervenuto a nome delle forze di maggioranza si possono sintetizzare in questo modo: voi dell'opposizione la fate troppo comoda, noi dobbiamo rispettare quelle che sono le sentenze, noi dobbiamo ottemperare a quelle che sono le conclusioni più approfondite - chiamiamole come preferiamo - della Commissione Bortoli.

É stato detto da più persone e credo dallo stesso Presidente della Giunta che con questa decisione noi andiamo nel medesimo momento, da una parte, ad ottemperare a quelle che sono state le sentenze, dall'altra a recepire quelle che sono le conclusioni della Commissione Bortoli. Dire questo significa dire che l'una, la sentenza del TAR o del Consiglio di Stato se preferite, e l'altra, cioè la conclusione della Commissione Bortoli, vanno di pari passo perché noi con questa scelta mettiamo d'accordo le due posizioni.

Ecco, io è questo che voglio decisamente smentire, ma senza fare un grosso esercizio né giuridico né dialettico, ma cercando di esporre quella che è una realtà che appare in maniera lampante da tutti gli incartamenti che abbiamo davanti.

Sempre gli interventi di alcuni consiglieri di maggioranza e del Presidente, adducendo le motivazioni che hanno portato a questa decisione, non hanno detto delle bugie, hanno semplicemente detto delle mezze verità, che è indubbiamente diverso. Ma la verità è una e bisogna dirla fino alla fine, altrimenti se uno si ferma a metà è chiaro che poi le cose non vanno tanto bene.

Perché dico che si parla di mezze verità? Perché il Presidente poco fa nella sua replica ha detto che la sentenza del TAR diceva in pillole che la Commissione Bortoli doveva riesaminare se la società concorrente rimasta avesse o meno questi benedetti requisiti. É vero questo? Sì, è vero, ma è vero a metà, perché la sentenza del TAR ha detto di più di questo; leggo solo tre righe che si riferiscono al compito della Commissione Bortoli: "Si trattava di completare un procedimento già iniziato sulla base della presa d'atto di circostanze oggettive, desumibili dal contenuto delle sentenze da ottemperare". Quindi, il compito della Commissione Bortoli non era quello di rivedere autonomamente se questa società aveva i requisiti o meno, ma era quello di rivedere se questa società aveva i requisiti alla luce delle sentenze da ottemperare. É chiaro che voi avevate due possibilità: o dire quello che avevate già detto, o dire che vi eravate sbagliati. Come avevo già facilmente profetizzato, se così si può dire, avete preferito dire che non vi eravate sbagliati.

Quindi, Chiarello, quando tu dici che qualcuno diceva che l'esito della commissione era scontato, era facilmente prevedibile, se non scontato!

Così come l'altra mezza verità che ho sentito è stata detta dal collega Perrin, il quale dice che il prof. Zanetti nella lettera che abbiamo ricevuto risponde a Finoper. É vero questo? É una mezza verità, perché il prof. Zanetti risponde sì a Finoper, ma risponde anche a terzi, ed io vi giuro che la lettera del prof. Zanetti, che ci è stata consegnata ieri mattina, è quella che più di ogni altro mi ha convinto a votare contro questa deliberazione. Questa è una lettera che il professore scrive a tutti noi, per darci in qualche modo ulteriori motivazioni per prendere una decisione ed essere più sicuri di quello che facciamo.

Leggo, e non è la risposta a Finoper che mi interessa, perché sarebbe più che lecita e doverosa da parte di un membro della commissione rispondere alle deduzioni che la società per difendere i propri interessi ha fatto; dunque Zanetti dice: "La Finoper torna a ripetere quanto già affermato dal TAR di Aosta e dal Consiglio di Stato". Quindi è chiaro che quello che dice il prof. Zanetti risponde non solo a Finoper, ma alla sentenza del TAR e del Consiglio di Stato, e cioè: "La totale inconsistenza dell'affermazione, del tutto privo di fondamento, ricordando la sentenza del TAR che errando pienamente..."; non so chi abbia ragione, cioè non sono in grado di dire se il prof. Zanetti ha ragione o ha torto sulle cose che dice, confesso la mia ignoranza e sfido gran parte dei colleghi qui dentro a pronunciarsi su quanto hanno capito delle deduzioni di questi "professoroni" di diritto, di economia, eccetera. Quindi non entro nel merito di ciò che dice il prof. Zanetti, ma non credo che il prof. Zanetti possa confutare la sentenza di un organo della giustizia amministrativa, non credo che sia nelle possibilità né del prof. Zanetti né tanto meno di questo Consiglio regionale; e il fatto che le giustificazioni addotte da Finoper siano quelle del TAR e del Consiglio di Stato non lo dice Finoper, cioè lei lo dice ma è sospetta quanto meno, non lo dice Marguerettaz, ma lo dice il prof. Zanetti nella sua lettera.

Quindi bisogna avere il coraggio di dirle tutte queste verità e cercare di fare questa scelta in maniera consapevole.

Questa mattina si è parlato di un disegno politico dietro a tutte queste scelte che nel corso degli anni sono state fatte, ed è un disegno - almeno così è stato individuato da parte nostra - che tenta di mantenere il più a lungo possibile una gestione pubblica commissariale della casa da gioco.

Il Presidente della Giunta ha detto con orgoglio quasi: vedete questa maggioranza, che avete spesso accusato di essere formidabilmente dialettica al proprio interno, in questo momento, di fronte ad un problema così rilevante, è compatta.

Di questo ne va dato atto non alla maggioranza, a mio avviso, ma al Presidente, il quale è stato davvero abilissimo in questa operazione, tant'è vero che posso dire che l'operazione casinò come è stata gestita in tutti questi anni sarà davvero il fiore all'occhiello di questa Presidenza di Giunta. Perché? E chiedo scusa se faccio qualche passaggio di tipo psicologico che può essere tranquillamente errato, quindi con il beneficio di inventario. Credo che i consiglieri di maggioranza che voteranno a favore, naturalmente, di questa delibera, non votano tutti con una uguale motivazione; ci sono diverse motivazioni che portano i consiglieri di maggioranza a votare a favore di questa delibera, e l'abilità del Presidente è stata quella di ricondurre tutti i vari disagi che ci sono, come è normale che ci siano di fronte a questo problema, nella soluzione che presenta oggi. Ma queste cose non sono cose che penso di notte, sono considerazioni che mi vengono quando parlo con amici e colleghi che ci sono fra le file della maggioranza e fuori dalle sedi istituzionali. É evidente che per alcuni c'è una preoccupazione di andare ad una trattativa con Finoper, una preoccupazione nei confronti di altri palazzi per avviare una trattativa con questa società; ed è certo che questo condizionamento psicologico viene facilmente a cadere con questa soluzione.

Così come è riuscito a recepire il disagio di quelli che, pur volendo una privatizzazione, stanno vedendo che una gestione commissariale non è così tragica - o almeno quei dati che più o meno sono attendibili non la fanno apparire così tragica - sono però al tempo stesso scontenti perché ogni tanto arrivano delle notizie che preoccupano di come viene gestita questa situazione, e il Presidente giustamente stamani ha precisato che una cosa non c'entra con l'altra, e che anzi con questa soluzione ci sarà modo di riflettere sulla conduzione commissariale del casinò e di rivederla.

In terzo luogo ci sono dei consiglieri ai quali questa società, al di là dei requisiti o dei non requisiti, non è gradita; l'intervento che ha fatto stamani il collega Bich, che non è stato altro che un elenco di articoli di giornali inerenti questa società, che scopo aveva se non quello di richiamare l'attenzione dei consiglieri sul fatto che non sappiamo con chi andiamo a trattare? E questa sensazione non è solo del collega Bich - ammesso che ce l'abbia - ma è più diffusa all'interno dei colleghi della maggioranza. Una sensazione che, guarda caso, gli stessi non avevano quando si trattò di decidere di trattare con SITAV, che dal punto di vista del requisito fondamentale, cioè la trasparenza dell'azionariato, credo che non avesse niente da insegnare a nessuno.

Concludo dicendo semplicemente questo. Noi molto crudamente abbiamo oggi una scelta da fare che è molto chiara, soprattutto dopo aver letto quello che ha affermato il prof. Zanetti: da una parte c'è il prof. Zanetti, la Commissione Bortoli, con queste ragioni, dall'altra ci sono le ragioni espresse in due sentenze. Il Consiglio regionale è chiamato a scegliere, ed io credo che però quando si contestano, così come avviene in tutti gli atti che abbiamo sotto gli occhi, le sentenze sia di un TAR che di un Consiglio di Stato, non si possano percorrere strade diverse da quelle previste dalla legge. Allora, se ricorrere si vuole a fronte di una sentenza, bisogna ricorrere. Noi oggi non stiamo ricorrendo, stiamo semplicemente facendo una scelta che a nostro avviso non ottempera quella sentenza.

Ho iniziato parlando di paradosso e concludo parlando di paradosso. Qualcuno ha parlato di costi di questa Commissione Bortoli - immagino che siano rimborsi spese e onorari - e io mi stavo chiedendo: ma se un domani dovessi essere giudicato per una qualsiasi cosa dal TAR della Valle d'Aosta con una sentenza che a me non va giù, se chiamo il prof. Zanetti il quale mi dice che quella sentenza è una sentenza errata, posso fare quello che voglio?

Si dà atto che, dalle ore 17,20, riassume la Presidenza il Presidente Stévenin.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Voyat.

Voyat (UV) Poiché secondo me le conclusioni della commissione sono giuste e valide almeno da quanto possiamo giudicare dai documenti, per evitare che io ed altri consiglieri usciamo di qua con delle perplessità visto che si parla di mezze verità, proporrei di leggere i documenti se non nel loro complesso, almeno in tutte le loro parti, non una riga sì e una riga no.

Dice il Consigliere Marguerettaz: "Finoper si contraddice nettamente fin dall'apertura delle sue note, in particolare nel punto 2 del foglio 5, là dove torna a ripetere quanto già affermato dal TAR della Valle d'Aosta, dal Consiglio di Stato e nuovamente da Finoper, e cioè che la commissione avrebbe omesso di prendere in considerazione il bilancio consolidato presentato dalla scrivente, pur avendone la disponibilità fin dal '93".

Se andiamo avanti senza leggere il documento, si evince che la commissione ha lavorato unicamente sul bilancio consolidato del gruppo, e che non avrebbe potuto fare altrimenti non avendo altra documentazione a sua disposizione. Saltiamo un paragrafo e dove dice che ha analizzato tutto il consolidato Finoper, si legge: "Avendo infatti la commissione fondato le proprie analisi sul bilancio consolidato del gruppo Finoper, il patrimonio di quest'ultimo si è giovato (quindi nel consolidato Finoper c'era la COIMAR) eccome del patrimonio della società COIMAR, appunto perché compreso nel consolidato stesso. Un comportamento diverso, come sembrerebbe doversi evincere dal disposto richiamato, avrebbe comportato non il tenerne conto bensì la sua duplicazione", cioè avrebbe dovuto tener conto del consolidato Finoper e in più del consolidato COIMAR, già incluso nel consolidato Finoper. Questo per dire che o le cose si leggono e si dicono, oppure è meglio non incutere dubbi negli altri consiglieri, altrimenti andiamo a fare del terrorismo politico.

Proseguiamo nella lettura là dove si parla del consolidato Finoper, pagina 2, metà del 4° capoverso: "La stessa Finoper afferma con chiarezza (pagina 18) che il totale del proprio patrimonio netto consolidato ammonta a lire 13,127 miliardi (allegato 1)." Giustamente la commissione dice: ci avete accusato di avere analizzato solo parte dei documenti, ed invece non è così, noi abbiamo analizzato il documento Finoper nella sua interezza e all'interno del consolidato Finoper c'è anche la COIMAR; e poiché Finoper nel 1991 dice che il suo capitale consolidato è di 13,127 miliardi, di fatto dà ragione a quello che dice la commissione.

Io conosco poco le procedure, so però che a livello di TAR o Consiglio di Stato si discute solo sulla documentazione che è stata presentata e nessuno può produrre altra documentazione né può mandare gli avvocati a chiedere di considerarne altra.

Comunque, sulla base di quello che dicevo già stamani, mi ritengo completamento tranquillo su quello che ha fatto la commissione anche se guardando il solo primo documento, forse meno completo, ricevendo poi una lettera quasi minatoria ci si puo' mettere in sospetto; poi comunque basta leggere nella documentazione a pagina 18 dell'allegato 1) dove Finoper afferma di avere un capitale consolidato di 13,127 miliardi, quindi non di 40 miliardi. Quanto poi all'obiezione di Finoper che la commissione non avrebbe considerato il bilancio COIMAR, la commissione replica dicendo di aver considerato tutto quello del gruppo, quindi anche il 90 percento della COIMAR, che è già incluso nel consolidato Finoper.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Dujany.

Dujany (PVA) Intervengo per esprimere un giudizio favorevole nei confronti di questo deliberato e per fornire alcuni chiarimenti ai quesiti posti dal Consigliere Marguerettaz sul perché la Regione non avrebbe impugnato l'ultima sentenza del TAR Valle d'Aosta. A questo riguardo mi pare che si debba avere un minimo di idee chiare su quella che è la sostanza del giudicato nelle sentenze, siano esse del TAR che del Consiglio di Stato. La copertura del giudicato riguarda unicamente i principi di diritto delle sentenze, non invece le situazioni di fatto; quindi là dove una sentenza contenga anche degli errori di fatto, così come sono stati esplicitati sia nella relazione del prof. Zanetti, sia anche dal Consigliere che mi ha preceduto, non avrebbe senso che tali errori di fatto fossero oggetto di impugnativa davanti alla Magistratura superiore, tanto più che l'ultima sentenza del TAR ha chiaramente riconosciuto a questa Assemblea il diritto di valutare i punti 5 e 7 oggetto di contestazione. Questo significa che in fatto è possibile in ogni momento andare a rettificare quelle dichiarazioni contenute in una sentenza, che non sono mai state oggetto di copertura di giudicato.

Se non abbiamo chiari questi elementi di principio di diritto amministrativo, possiamo creare del falso terrorismo. Per il resto richiamo quanto già emerso dal contenuto di chi mi ha preceduto.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris.

Ferraris (GV-PDS-SV) Nel riconfermare il voto favorevole alla deliberazione ritengo che, sentendo alcune osservazioni dell'opposizione, se tale deliberazione ha un limite, sia quello di essere troppo pedissequa nel rispetto delle sentenze dei vari tribunali amministrativi che fino ad ora si sono susseguite, basti leggere la parte iniziale della delibera che va in questo senso. Approfitto con questo intervento per chiedere l'iscrizione della risoluzione che ho presentato.

Président Non, on termine la discussion et après vous demanderez l'inscription.

La parole à M. Lanivi.

Lanivi (PVA) Dichiaro il voto a favore del nostro gruppo con le seguenti motivazioni.

La prima, perché questa espressione di volontà così come viene proposta dal Governo regionale è coerente con gli obiettivi che condividiamo, cioè il superamento di un confronto, che nel passato vi era stato in questo Consiglio, fra chi voleva la chiusura addirittura della casa da gioco e chi voleva invece uno sviluppo quantitativo sconfinato alla presenza della casa da gioco di Saint-Vincent, quasi che al casinò spettasse un ruolo egemone nella vita economica della nostra regione. Mi pare che questa maturazione, che è avvenuta nella scorsa legislatura e nell'attuale, tenda a definire un rapporto fra un'attività economica, quella della casa da gioco, in armonia o misurata rispetto alla realtà valdostana e, quindi, su un miglioramento qualitativo più che quantitativo, su una giustificazione della sua presenza non solo sul piano economico, ma anche su quello occupazionale. Questa mi pare sia la scelta politica di fondo rispetto alla quale questa decisione è corretta.

Una preoccupazione - condivisibile - di questo Consiglio era la garanzia sulla sicurezza stessa, cioè per quanto concerne la comunità valdostana, che l'attività di questa casa da gioco si mantenesse entro limiti di sicurezza tali da non turbare la vita sociale della Regione. Questo mi pare sia l'obiettivo centrale e rispetto a questo obiettivo la proposta sottoposta all'attenzione del Consiglio mi pare corretta.

Un secondo motivo per il quale diamo voto favorevole è che questa decisione è coerente con una vicenda che non abbiamo contribuito - mi riferisco a questa maggioranza e a quella immediatamente precedente - a costruire; non possiamo dimenticare che c'è stata una scelta e in conseguenza a quella scelta l'Amministrazione regionale è stata costretta a seguire una via tortuosa e difficile; ma credo che, perseguita con coerenza questa linea, alla fine l'Amministrazione regionale sarà nelle condizioni di attuare in pieno delle decisioni che riguardano la correttezza e la trasparenza totale su metodi di scelta del gestore della casa da gioco, il ruolo che questa casa da gioco deve avere in Valle d'Aosta, e soprattutto la trasparenza nei rapporti fra potere politico e questo potere che agisce da quasi mezzo secolo nella nostra realtà.

Non abbiamo motivi per dubitare della serietà del lavoro compiuto dalla commissione, quindi riteniamo doveroso dare il nostro assenso a questa proposta.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (Ind) Questa mattina ho espresso in maniera abbastanza estesa quelle che sono le ragioni e soprattutto i dubbi, le forti perplessità che presiedono questa scelta politica dell'azzeramento della procedura.

Ho ascoltato con attenzione le argomentazioni e le repliche che questo pomeriggio il Presidente della Giunta ha portato in quest'aula.

Devo dire che se già ero fermamente convinto della posizione di perplessità che nutrivo innanzi a questa proposta di deliberazione, adesso sono ulteriormente convinto, ovvero c'è stato un rafforzamento in quelli che sono i miei pensieri. E questo si evince soprattutto da quella che è stata la debolezza della replica del Presidente, che non ha avuto argomentazioni sostanziali ma si è limitato a ripercorrere una cronistoria di comodo, riprendendo alcuni passaggi che naturalmente avrebbero potuto suffragare la sua posizione.

Il Presidente ha giocato in difesa, dicendo che si respingono al mittente certe affermazioni fatte dall'opposizione e che l'opposizione ha fatto in aula alcune estrapolazioni artificiose e modificate di interventi fatti precedentemente. Allora, Presidente, non è sufficiente respingere al mittente quanto è stato detto dai componenti dell'opposizione, ma bisogna dimostrare almeno il contrario per sostenere le proprie ragioni. Quindi il costrutto del Presidente della Giunta non è carente, ma secondo me è assente di determinate risposte a quesiti che questa mattina in aula sono stati puntualmente posti. Ed io ne ripropongo uno, perché ad un quesito di fondamentale importanza non è stata assolutamente data alcuna risposta.

Nel 1993 la SITAV si trovava in una situazione analoga, e qui ho uno stralcio di dichiarazioni fatte dal Presidente della Giunta, che leggo per intero: "Le Président de la Junte propose au Conseil que seul la société SITAV soit admise aux pourparlers en vue de l'attribution de la maison de jeu de Saint-Vincent et que par conséquent une délégation soit donnée au Gouvernement afin d'entreprendre les pourparlers avec cette même société, en vue du renouvellement de la concession. En même temps il devra être procédé à l'acquisition des éléments ultérieurs susceptibles de combler les lacunes soulignées par la commission spéciale, Commission Bortoli, du point de vue des documents concernant notamment les conditions requises aux points 2 et 4 de l'avis de présélection". Allora, la SITAV era lacunosa in due punti: trasparenza dell'azionariato, comprovata capacità manageriale; ciò nonostante la scelta politica allora fu di andare a trattativa privata. Ribadisco che c'era la bozza pronta all'esame di questo Consiglio. Oggi mancano i requisiti 5 e 7 relativi alla capacità patrimoniale; uno manca per certo secondo la Commissione Bortoli e il prof. Zanetti, l'altro è di dubbia esistenza, tuttavia la scelta politica oggi a distanza di tre anni è l'azzeramento.

Si tenga presente che innanzi ai ricorsi fatti dalla società Finoper la società SITAV ha avuto una dimostrazione al contrario del possesso dei requisiti, quindi per assurdo la Regione sarebbe andata a trattare con una società che assolutamente non aveva alcun requisito.

Il quesito legittimo che ho posto stamani e al quale non c'è stata alcuna risposta è il seguente: sette erano i requisiti, mi chiedo se era necessario possedere per la società l'ottavo requisito, cioè la clausola di gradimento politico. Ebbene, non mi sembra che nessuna delle argomentazioni sostenute oggi siano state sufficienti a garantirmi il contrario, o perlomeno a tranquillizzarmi. E quello che dico è suffragato da due cose. La prima è la recentissima sentenza del TAR, che sottolinea che nel comportamento della Regione (leggo) "è ravvisabile quindi un oggettivo appesantimento dell'iter procedimentale in quanto, se è pur vero che la stessa, come sottolinea la difesa regionale, ha agito con grande tempestività rispetto alla pubblicazione della sentenza, è parimenti innegabile che ha dilatato e complicato l'esecuzione del giudicato inserendo passaggi ulteriori". Il fatto che siano stati inseriti passaggi ulteriori è stato - secondo elemento - suffragato anche da quanto detto stamani dal collega Bich, che mi dispiace sia assente.

Del Consigliere Bich stimo la sobrietà intellettuale e la sua qualità oratoria, ma oggi penso che sinceramente abbia dato delle motivazioni alquanto scadenti, una versione addomesticata la sua, proprio per cercare di dimostrare questa forzata compattezza della maggioranza che si vuole far vedere dinanzi ad un problema tanto delicato ed importante. Il Consigliere Bich cerca di essere più realista del re, dicendo come possiamo noi accettare che determinati personaggi abbiano comprovate qualità manageriali. Allora, dico, qui non abbiamo solo Zanetti, la Commissione Bortoli, il TAR e il Consiglio di Stato, ma abbiamo anche queste versioni, che sono alquanto raccapriccianti, che abbiamo sentito stamani in aula. Questa è la riprova che il gradimento politico da parte di questa maggioranza non c'era assolutamente, per motivazioni diverse, come sottolineava giustamente il collega Marguerettaz, ma non era una società che aveva il fondamentale requisito politico.

Di fronte a questo, secondo quesito al quale non è stata data alcuna risposta, possiamo cogliere un altro elemento di debolezza nella stessa delibera che oggi ci viene proposta, debolezza che ripeto troviamo nella premessa della stessa, dove addirittura - e qui non si tratta di mezze verità - si legge: "Constatato che in ottemperanza della decisione del Consiglio di Stato, il Consiglio regionale deliberava il 23 novembre". Non ha fatto così il Consiglio regionale, Presidente, non ha ottemperato ad alcuna decisione del Consiglio di Stato; ha ottemperato a quelle che erano le sue regole, le sue scelte, o meglio le scelte di una maggioranza o di un Presidente che ha voluto dare un preciso indirizzo politico, una precisa scelta amministrativa alla questione del casinò.

Che ne sarà adesso? Ho detto che questa scelta non è così semplicistica; qualcuno stamani cercava di svilire la solennità di questa giornata, e invece è una giornata particolarmente importante perché non chiude solo una parentesi con la cancellazione dalla lista dei concorrenti dell'ultima società, qui non si vuole assolutamente per forza condurre da parte dell'opposizione questa società alla gestione della casa da gioco, però visto che per la SITAV era stato fatto un certo trattamento, mi chiedo perché d'altra parte per Finoper questo trattamento oggi non sia più lecito.

Si sceglie la strada dell'azzeramento, che cade in un momento particolarmente delicato. Stamani ho detto - e il Presidente ha strumentalizzato quanto ho detto poco fa - che la Valle d'Aosta ha una grossa fortuna rispetto alle altre regioni, nell'ambito di questa fortuna abbiamo la casa da gioco. Una casa da gioco che se oggi è tollerata ed esclusiva solo per quattro enti locali, domani sarà senz'altro - ed è legittimo che lo sia perché ci sono anche altri enti locali che lo richiedono - a disposizione di altri comuni e di altre regioni, verranno istituite altre realtà analoghe a questa. Di fronte a questo mercato che va verso una liberalizzazione, la scelta della Regione è il congelamento: congeliamo tutto in mano pubblica, in quella mano pubblica che sotto forma di gestione straordinaria è un ibrido giuridico, dove non sappiamo precisamente chi ha le redini e la responsabilità della cosa, dove sappiamo che si può arrecare grave nocumento con una decisione di questo tipo.

Non sto a riprendere le varie argomentazioni fatte da altri consiglieri, mi sono soffermato solo su quella di Bich, che adesso è presente, per cui ripeto che a lui riconosco grandi qualità, però sinceramente questa mattina è stata una delusione una parte del suo intervento, dove ha cercato di sostenere il contrario gettando fango e basta. Quando poi va a generalizzare il fatto che i consiglieri adoperino certi metodi, tutti, per collocare determinate persone al casinò, gli consiglierei prima di parlare di sincerarsene perché ho sentito un brusio abbastanza vasto: forse sono metodi che erano praticati o sono praticati da determinate persone e non penso che siano in ognuno di noi.

Concludo con l'ultimo elemento di debolezza che si ravvisa in questa delibera, cioè il rinvio. Il rinvio penso che sia una risposta a quello che diceva stamani Mostacchi, il quale dice che la condizione perché possa approvare questa delibera è che entro il 31 dicembre ci sia l'indizione del bando. Il Presidente, naturalmente con grande abilità - un'abilità che gli abbiamo riconosciuto tutti in questi tre anni perché è stato il gestore esclusivo della casa da gioco dal 1° luglio '94, e lo continuerà ad essere ancora per molto tempo secondo le scelte che oggi vengono compiute, anche perché il Presidente è il primo ad essere consapevole che la scelta di oggi comporterà quel ginepraio di ricorsi e controricorsi che non sapremo dove andrà a finire - propone il rinvio, senza stabilire una data. E perché c'è il rinvio? Perché proprio sapendo che la questione si anniderà nelle cosiddette "carte bollate", il Presidente si è limitato a dirci che "les temps seront les plus courts possibles et en tout cas entre décembre '96".

Se questo è "nous savons le chemin", penso che questo non sia assolutamente "chemin à parcourir" dichiaro il mio voto contrario e invito il Consiglio a riflettere e a fare quell'esame di coscienza al quale stamani lo avevo invitato, perché qui si giocano gli interessi di una casa da gioco e di una parte consistente dell'economia valdostana e di coloro che vi lavorano.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (RV) Intervengo anch'io brevemente per riconfermare il nostro voto favorevole alla delibera predisposta dalla Giunta. Mi sembra anche che sia necessario che chiarisca le motivazioni che ci spingono a votare in maniera convinta questa delibera, anche a seguito degli interventi fatti dai consiglieri della minoranza.

Il dato di fatto è, secondo noi, uno. Nel momento in cui la sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che doveva essere la commissione tecnico-politica a verificare i requisiti per ammettere le società che avevano presentato domanda al bando di concorso, ritengo, come qualunque altro consigliere, che si debba tener conto di quelle che sono le risultanze effettuate da questa commissione, altrimenti non aveva significato avere incaricato una commissione per accertare la presenza o meno di determinate cose che erano già prestabilite a monte.

Quindi non vedo come il sottoscritto, o altri consiglieri, possano arrogarsi il diritto o il potere di andare a travisare il risultato scritto e sottoscritto da tutti i componenti di questa commissione, rappresentata anche dai membri della minoranza. E non credo che il risultato sia un qualcosa emerso a seguito di interventi esterni al lavoro di questa commissione.

Questo a prescindere da quella che è la valutazione di carattere politico che ognuno vuole dare alla vicenda casinò.

Ritengo anche che la conclusione a cui è giunta questa commissione non apra la strada a interpretazioni possibiliste: si dice soltanto che avendo fatto le verifiche, questa società non ha i requisiti previsti per poter partecipare alla trattativa.

Detto questo, ritengo che sia giusto fare delle considerazioni di carattere anche politico. Innanzitutto questo Consiglio non affronta ancora oggi questo problema per volontà propria, ma lo affronta per gli errori commessi in passato e forse per la superficialità con cui si è posti dinanzi alla vicenda casinò negli anni passati. Questo Consiglio e questa maggioranza credo abbiano avuto il merito in alcuni momenti critici - mi riferisco al momento in cui è stata approvata la legge sul commissariamento - di evitare che la casa da gioco venisse chiusa, mettendo sulla strada i 2000 dipendenti circa - non so con esattezza quanti siano - affrontando anche il problema dei dipendenti SAAV, di cui tutto il Consiglio a quell'epoca si era fatto carico.

É importante altresì fare riferimento agli obiettivi che questa maggioranza e l'intero Consiglio si erano posti nel momento in cui avevano tracciato la strada per andare a definire la trattativa per la casa da gioco; mi riferisco all'intento unanime di questo Consiglio con il quale si diceva che era tempo che questa Regione si riappropriasse di un bene proprio e che fosse lei stessa a dare gli indirizzi, cercando nel contempo di togliere il cosiddetto "accerchiamento". Questi erano obiettivi importanti di cui tutti dobbiamo tener conto.

Altro aspetto importante è il discorso, a cui faceva riferimento anche il collega Bich, degli enti locali che gravitano intorno alla casa da gioco e, più in generale, dell'indotto a livello turistico che la casa da gioco potrebbe creare, se rilanciata, così come merita di essere rilanciata.

Ognuno di noi in questo Consiglio è stato eletto dai cittadini valdostani per svolgere un compito istituzionale ben preciso: quello di operare costantemente per portare avanti gli interessi della comunità valdostana. Come consigliere regionale non mi sento di parteggiare né per questa né per l'altra società; mi sento soltanto di svolgere il mio ruolo politico nel costante impegno a difendere gli interessi dei cittadini valdostani. Ed è quello che ho cercato sempre di fare, così come credo facciano tutti i consiglieri che siedono in questo Consiglio. Da quanto detto ne consegue che non si può venire a dire, come è successo velatamente attraverso scritti, richiami e altre forme di pressione psicologica: state attenti perché chissà a cosa andate incontro! Noi, credo onestamente, oggi, assumiamo una decisione ed esprimiamo un voto politico convinti di fare gli interessi dei cittadini valdostani.

É chiaro che poi ci sono tutte le implicazioni che riguardano il commissariamento, e mi sembra che il Presidente della Giunta abbia dichiarato nel suo intervento l'impegno da parte della Giunta, e suo personale, di andare a rivedere alcune cose in questa vacatio fra l'eventuale rinnovo della convenzione - speriamo a breve scadenza - e il momento straordinario del commissariamento. Mi riferisco in particolare al mantenimento dei livelli occupazionali, per il quale mi sembra che ci sia l'impegno da parte di tutti non solo per quanto riguarda i dipendenti della casa da gioco, ma anche per quanto riguarda i dipendenti della società SAAV, che sono fuori dalla trattativa per la gestione della casa da gioco.

Altro problema è quello di arrivare ad una gestione trasparente, ottimale, che possa raggiungere gli obiettivi che ognuno di noi ha espresso in questo Consiglio, vale a dire il rilancio della casa da gioco e la rottura dell'accerchiamento che ha visto sempre questo Consiglio, ogni qualvolta vi è stato un rinnovo contrattuale, succube del ricatto delle società che hanno gestito la casa da gioco.

Questi erano gli obiettivi e questi devono tenere impegnati non solo noi, ma tutta la cittadinanza valdostana, perché se cercassimo di chiudere affrettatamente il discorso casinò senza tenere presente questi principi, faremmo non gli interessi dei Valdostani ma quelli di qualcuno. E sinceramente non mi sento di fare gli interessi di qualcuno in questo Consiglio!

Quando avremo la possibilità di riaprire il bando, le società che hanno già partecipato potranno nuovamente partecipare e se avranno i requisiti dei quali più volte abbiamo fatto l'elenco in questo Consiglio, saranno ammessi alla trattativa e potranno essere i gestori della casa da gioco di Saint-Vincent, però in un contesto di grande trasparenza e di grande legalità.

Non voglio riprendere il discorso che faceva il collega Bich, mi rivolgo invece al Consigliere Chiarello per citare solo due aspetti che ha affrontato: uno è il problema occupazionale. Chiarello, probabilmente solo tu non hai capito quello che è avvenuto in tutti questi anni nella casa da gioco di Saint-Vincent; lo sanno anche i sassi come avvenivano certi pacchetti di assunzioni presso la casa da gioco. Quindi se solo tu non hai capito l'intervento del collega Bich...

Chiarello (fuori microfono)... non ha capito neanche Tibaldi...

Parisi (RV) ... allora non ha capito neanche Tibaldi...

Aloisi (fuori microfono)... ma Tibaldi ha capito bene!

Parisi (RV) Allora ha capito bene anche lui. Noi vorremmo che le assunzioni alla casa da gioco avvenissero in modo trasparente e attraverso delle selezioni serie, non con i sistemi che si sono seguiti fino ad oggi. Siamo intesi?

Un altro aspetto è riferito alle considerazioni che il collega Bich aveva fatto in merito alla società. Ma le sue preoccupazioni erano le preoccupazioni di tutto il Consiglio; ricordo che nel momento in cui parlavamo della società SITAV, la preoccupazione fondamentale era quella di affidare la gestione della casa da gioco avendo la massima garanzia di affidabilità e di trasparenza. Allora quanto ha detto il collega Bich ritengo che vada nel senso di riconfermare questi principi, cioè che la gestione della casa da gioco di Saint-Vincent deve essere affidata a società che abbiano massima affidabilità e trasparenza, principi ai quali in questo Consiglio ci siamo sempre richiamati.

Mi auguro che questa gestione straordinaria debba terminare in tempi brevissimi, come è desiderio di tutti, e nello stesso tempo invito la Giunta, nel momento in cui si aprirà la trattativa per i dipendenti della SAAV, a fare il massimo sforzo per difendere le situazioni occupazionali di questo personale, perché capisco che d'ora in poi il rapporto con la società sarà molto delicato e molto difficile. Pertanto invito il Presidente a fare il massimo sforzo per difendere questo settore, che è sicuramente il più debole in questo momento.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello, per fatto personale.

Chiarello (RC) É molto grave quello che aveva detto Bich, ma è molto più grave quello che ha detto Parisi, perché poi Bich si è ripreso! Siccome non mi piace fare la figura di quello che non capisce niente, probabilmente capirò poco, ma avevo capito quello che ha detto Bich, vorrei ricordare che Bich prima aveva accusato tutti noi, ma poi si è ripreso e si è rivolto ai membri dell'Esecutivo o della maggioranza, a quelli che contano per dire: "Chi non ha le mani sporche scagli la prima pietra!"

Allora, Parisi, io avevo capito bene, ma siccome è molto grave quello che dite perché parlate di una procedura per le assunzioni che si colloca al di fuori delle leggi nazionali, dovete fare nomi e cognomi quando parlate così, e non dire sempre che sono tutti colpevoli o tutti innocenti!

Presidente Va bene, abbiamo capito, anche per fatto personale perché lei non aveva capito.

Ha chiesto la parola il Consigliere Bich, per fatto personale.

Bich (RV) Il mio era un intervento laico, senza andare a toccare i sacri testi, per carità, non ho assolutamente il carisma per andare a leggere queste cose, però, caro Chiarello, ho detto esattamente l'opposto di quello che hai pensato te. Vorrei che chi opera all'interno del Consiglio regionale, se non ha mai telefonato, pretenda... invece questo non è avvenuto. Sappiamo invece che è esattamente avvenuto l'opposto.

Presidente Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino, per dichiarazione di voto.

Viérin D. (UV) Le vote est favorable.

Je voulais souligner qu'on ne peut nous faire dire des choses que nous n'avons pas affirmées et que les réponses qui ont été sollicitées sont contenues dans les déclarations et dans les actes que nous avons proposés. Nous n'avons jamais parlé de "gradimento politico", c'est une affirmation personnelle de M. Tibaldi.

Nous donnons application à une sentence du TAR de la Vallée d'Aoste, sentence qui nous dit - je cite -: "Devono essere riesaminati dalla commissione anche al fine di un'eventuale ulteriore produzione documentale ovvero di semplici chiarimenti in merito ai documenti già prodotti [...] non sussiste sviamento di potere da parte dell'Amministrazione regionale [...] si è rivelata infondata la tesi secondo cui Finoper doveva essere ritenuta senza altri approfondimenti in possesso di tutti i requisiti [...] la procedura di preselezione dovrà quindi essere ripresa nei confronti della sola Finoper dal momento della convocazione della commissione, di cui alla delibera del 1993, e dovrà essere proseguita con la valutazione da parte della commissione dell'esistenza o meno dei requisiti nn. 5 e 7 in capo a detta società, nel rispetto dei criteri enunciati nella sentenza del Consiglio di Stato del 1995 e nella presente sentenza".

C'est ce que nous avons fait sur la base des principes qui réglementent la validité et l'efficacité des sentences d'un Tribunal administratif.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi, per mozione d'ordine.

Tibaldi (Ind) Prima di effettuare l'operazione di voto, volevo domandare a nome di tutti i componenti dell'opposizione, quindi oltre al sottoscritto, i Consiglieri Lanièce, Collé, Marguerettaz, Viérin Marco, Linty e Chiarello qui presenti, di effettuare la votazione nominale, in modo che il voto contrario che viene espresso dai colleghi di minoranza, con l'esclusione di Chiarello mi è parso di capire, sia agli atti. Normalmente il voto contrario non è agli atti, solo il voto di astensione resta agli atti, quindi chiediamo che da parte del segretario dirigente sia espletata - penso che sia possibile con richiesta di almeno 5 consiglieri - la votazione per appello nominale.

Presidente Per favore, un consigliere segretario. Si procede, come previsto dall'articolo 72, con l'appello da parte del segretario rispetto alla proposta di votazione:

Presenti: 35

Votanti: 34

Favorevoli: 28

Contrari: 6

Astenuti: 1 (Chiarello)

Il Consiglio approva

I Consiglieri si sono così espressi:

- AgnesoD Gino Gio. OUI - Marguerettaz Rudi NO

- Aloisi Giovanni SI - Mostacchi Benito OUI

- Bavastro Marco SI - Parisi Domenico SI

- Bich Edoardo SI - Perrin Carlo OUI

- Bionaz Augusto SI - Perrin Giuseppe Cesare OUI

- Borre Fedele SI - Perron Ego OUI

- Chenuil Giorgio SI - Piccolo Guglielmo SI

- Chiarello Vittori. AST. - Riccarand Elio SI

- Collé Ivo NO - Rini Emilio OUI

- Dujany Adolfo OUI - Squarzino Secondina SI

- Ferraris Piero SI - Stévenin Francesco OUI

- Florio Vanni SI - Tibaldi Enrico NO

- Laniece André NO - Vallet Franco OUI

- Lanivi Ilario SI - Vicquéry Roberto OUI

- Lavoyer Claudio SI - Viérin Dino OUI

- Linty Paolo NO - Viérin Marco NO

- Louvin Roberto OUI - Voyat Ugo OUI

- Mafrica Demetrio SI