Oggetto del Consiglio n. 2093 del 24 luglio 1996 - Resoconto
SEDUTA POMERIDIANA DEL 25 LUGLIO 1996
OGGETTO N. 2093/X Ritiro della mozione: "Ridefinizione delle rappresentanze negli organi societari della R.A.V. e modifica dell'organigramma impiegando personale dirigenziale valdostano".
Mozione Considerato che la Regione Autonoma Valle d'Aosta possiede il 42 percento del capitale sociale della Raccordo Autostradale Valle d'Aosta S.p.A. e detiene il totale delle azioni privilegiate per una quota di capitale pari a lire 115 miliardi;
Riscontrata l'anomala situazione nella quale si viene a trovare la Regione Autonoma Valle d'Aosta come azionista della R.A.V. - Raccordo Autostradale Valle d'Aosta S.p.A.: da una parte possiede la possibilità di controllare l'Assemblea dei soci per mezzo delle azioni ordinarie e privilegiate di sua proprietà e quindi è in grado di incidere sulla nomina dei vertici amministrativi, dall'altra si trova in minoranza in seno al Consiglio di Amministrazione, dove la Regione ha provveduto alla nomina di tre rappresentanti su sette;
Visto l'organigramma generale della R.A.V. - Raccordo Autostradale Valle d'Aosta S.p.A. e riscontrato in ordine:
1) che l'Amministratore delegato non è di nomina regionale;
2) che l'unico rappresentante della Regione in posizione apicale è il Presidente, il quale, come è noto, non possiede i poteri decisionali ed esecutivi che la legge riserva all'Amministratore Delegato;
3) che il Direttore Generale, il Direttore Amministrativo della Finanza e Personale, il suo Assistente, il Direttore Affari Generali Societari e Contratti, il Direttore Tecnico Operativo, il suo Assistente, l'Amministratore Budget Programmazione Controllo e Bilancio, il Responsabile dell'Area Personale, il Responsabile dell'Area Tecnica e il Responsabile dell'Area Controllo Lavori di Costruzione non sono espressione del mondo del lavoro valdostano, ma arrivano tutti dagli uffici di Roma;
4) che l'unico Dirigente valdostano inserito all'interno del succitato organigramma è il Responsabile della Sede secondaria di Aosta e della Sezione Operativa;
Preoccupato per questo ennesimo attacco all'autonomia della nostra Regione, che privilegia l'impiego di personale residente a 800 km. dalla Valle d'Aosta, piuttosto che usufruire di unità già presenti sul territorio valdostano per le cariche di maggior prestigio all'interno dell'organigramma e della struttura societaria;
Ritenuto opportuno provvedere al ripristino del ruolo strategico e principale della Regione in seno alla R.A.V. - Raccordo Autostradale Valle d'Aosta S.p.A. al fine di salvaguardare l'occupazione locale e di ottenere una più equa rappresentanza in seno agli organi dirigenziali della Società;
il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
Impegna
la Giunta regionale a convocare urgentemente l'Assemblea dei Soci della R.A.V. - Raccordo Autostradale Valle d'Aosta S.p.A. al fine di ridefinire le rappresentanze all'interno degli organi societari e provvedere con urgenza alla modifica dell'organigramma considerando la necessità di impiegare, per quanto possibile, personale dirigenziale valdostano.
F.to: Linty
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Linty.
Linty (LNPIAP) Questa mozione nasce essenzialmente dall'analisi della composizione societaria di R.A.V. e dall'organigramma che R.A.V. ha al suo interno.
Inizio ricordando che la Regione possiede il 42 percento del capitale sociale di questa società e detiene anche il totale delle azioni privilegiate di questa società. Però si trova in una situazione che potremmo definire anomala per quanto riguarda la sua rappresentanza nelle "stanze dei bottoni", ovvero nei posti che contano, poiché è l'amministratore delegato che ha i poteri esecutivi all'interno di una società e vediamo che non è di nomina regionale, ma è di nomina Traforo Monte Bianco.
Ma più che per i vertici di R.A.V. questa mozione nasce dall'analisi di un discorso, che è stato fra l'altro oggetto di una mia interrogazione all'Assessore Mafrica circa lo stabilimento Converter di Pont-Saint-Martin, e che casualmente è arrivato in mio possesso proprio ieri mattina. Chiedo scusa se richiamo anche argomentazioni trattate ieri a riguardo di Zincocelere, che si tacciava da una parte di eccessivo protezionismo da parte della Regione quando la Regione chiedeva l'assunzione di personale valdostano. Sui giornali in questi giorni si è sentito dire spesso, soprattutto dai sindacalisti, che i lavoratori valdostani che prestano il loro servizio all'Olivetti di Ivrea non vengono cacciati solo perché sono Valdostani; certamente sarebbe curioso sapere quant'è l'investimento che la Regione Piemonte mette nell'Olivetti di Ivrea, perché dobbiamo anche guardare da dove partono i soldi pubblici e dove vengono investiti.
Analizzando l'organigramma di R.A.V., viene da chiedersi se la Regione è normalmente rappresentata all'interno di questa società anche dal punto di vista dell'occupazione; sappiamo bene che i posti di dirigente della società vengono stabiliti in Consiglio di amministrazione e quindi con le percentuali di possesso delle quote sociali, ma è anche vero che la R.A.V. con la partecipazione della Regione potrebbe avere, anzi, secondo il proponente la mozione, ha il sacrosanto diritto di richiedere l'assunzione di personale valdostano. Questo perché?
Perché intanto viene da chiedersi il motivo di tanti impiegati a Roma, dal momento che i cantieri sono interamente in Valle d'Aosta, e invece R.A.V. conta parecchie decine di impiegati a Roma. E viene da chiedersi come mai all'interno di questo organigramma che, ripeto, opera in Valle d'Aosta, troviamo un solo Valdostano che è il responsabile della sede secondaria di Aosta, con l'interim sull'area gestionale della sezione operativa, mentre tutti gli altri arrivano da Roma o comuni limitrofi.
Quando si parlava di Zincocelere si diceva che l'azienda ha facoltà di poter reperire personale dall'esterno in caso di mancanza di personale locale; allora, se tutti questi fossero dei fisici nucleari, si potrebbe dire che, essendoci carenza di fisici nucleari in Valle d'Aosta, ha un senso andarli a cercare a Roma. Ma qui leggo che ci sono ragionieri, geometri, architetti, ingegneri: non credo che dobbiamo accettare la situazione che in Valle d'Aosta non ci sia del personale assumibile presso R.A.V. che sia espressione della nostra comunità.
La richiesta che viene fatta alla Giunta regionale è quella di chiedere, nei limiti del Codice civile e delle convenzioni - delle quali non sono in possesso -, comunque di chiedere nei limiti delle nostre possibilità, una revisione dei patti parasociali.
Sarebbe importante poter avere l'amministratore delegato anche alla luce di un fatto molto semplice: che, stando alle statistiche, la Regione è forse l'unica che paga puntualmente i creditori; se guardiamo quanto ci impiega l'ANAS a pagare i creditori, vediamo che la Regione è sempre la più apprensiva nel regolarizzare le posizioni debitorie, quindi sarebbe anche giusto che l'amministratore delegato fosse di nomina regionale, però non finalizzato essenzialmente al vertice di R.A.V. ma per dare la possibilità di rivedere l'organigramma e procedere per quanto possibile al reperimento di personale dirigenziale - e non solo - valdostano, anziché importarlo da Roma.
Si dà atto che, dalle ore 18,08, presiede il Vicepresidente Aloisi.
Presidente É aperta la discussione generale. Qualcuno chiede la parola?
Se nessuno chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale, Viérin Dino.
Viérin D. (UV) Le problème qui a été soulevé par M. Linty, à part les considérations que nous pouvons faire sur la façon dont il l'a soulevé, est un problème que nous estimons important, tant il est vrai qu'il a déjà été considéré par ce Gouvernement; la preuve en est que nous avons déjà, par le biais de nos représentants, demandé et obtenu qu'un siège secondaire de cette société soit ouvert à Aoste. Et ce lors de l'ouverture à la circulation du tronçon autoroutier Aoste-Morgex, au début de la phase de gestion de cette autoroute, à partir de 1994.
M. Linty en tout nous soumets, de ce point de vue, une question importante, une question réelle, sur laquelle nous nous sommes penchés, mais, dans la formulation de cette motion, en ce qui concerne le préambule et la partie délibérative, il pose des problèmes qui, à notre avis, ne peuvent pas être abordés de cette façon, compte tenu des conditions qui réglementent le fonctionnement de cette société. C'est pour ces raisons que je ferai un peu l'histoire de cette société, dès ses débuts, afin de définir exactementtouts les éléments de la question et afin de préciser aussi au Conseil quelle est aujourd'hui la volonté du Gouvernement, quelles sont les actions qui ont déjà été entreprises afin d'obtenir le résultat que M. Linty en général souhaite, et comment nous envisageons la poursuite de cette procédure afin de concrétiser ultérieurement cette volonté.
Le problème concerne les rapports entre les actionnaires de la R.A.V., la Région autonome de la Vallée d'Aoste et la société du tunnel du Mont-Blanc, rapports qui sont aujourd'hui réglementés par une convention, qui a été signée le 30 janvier 1985 entre Italstat - société financière de l'IRI - et la Région.
Dans cette convention, l'on fait référence à la loi n° 531/92 qui, à l'article 5, donne la possibilité à l'ANAS de confier par un contrat de concession la construction et l'exercice de la voirie qui mène aux tunnels alpins existants, à la condition que cette réalisation, si l'on prévoit la participation des collectivités locales, ne soit pas inférieure à 35 pour cent de la dépense.
Sur la base de cette disposition, Italstat et Edilfin - autre société dont la participation de Italstat était à 100 pour cent - le 16 mars 1993 avaient constitué une société anonyme ayant pour objet la promotion, l'étude, la présentation d'un projet de liaison autoroutière entre Aoste et le tunnel du Mont-Blanc, la société R.A.V.. La Vallée d'Aoste, étant intéressée à la construction de cette autoroute, avait à l'époque demandé de participer directement à cette société et Italstat s'était déclarée disposée à céder à la Région une quote-part du capital social - 42 pour cent. La répartition du capital social de cette société est donc aujourd'hui la suivante: 58 pour cent société du tunnel du Mont-Blanc, 42 pour cent Région autonome de la Vallée d'Aoste. Tout au départ le capital social était de 200 milliards; par la suite il a été augmenté et se chiffre aujourd'hui à environ 150 milliards d'actions ordinaires, dont - disais-je - 58 pour cent société du tunnel du Mont-Blanc, 42 pour cent Région Vallée d'Aoste.
Il est vrai, l'article 5 de cette convention prévoit également la possibilité que l'on émette d'autres actions, des actions privilégiées aux termes de l'article 2348 du Code civil; ces actions entièrement souscrites par la Région ont des droits spécifiques pour ce qui est de la répartition des bénéfices dans le cas où il y aurait dissolution de la société et le droit de vote uniquement pour l'assemblée extraordinaire. De ce point de vue une première précision s'impose: étant donné la composition du capital social de R.A.V. et des sommes dont elle dispose pour la réalisation du tronçon autoroutier Aoste-Courmayeur, la Région autonome de la Vallée d'Aoste peut être considérée comme actionnaire majoritaire seulement au sein de l'assemblée extraordinaire de la société.
De plus, cette répartition des actions ordinaires de la société ne peut être modifiée parce qu'il faut se référer à une autre convention, celle entre ANAS et R.A.V., par laquelle l'ANAS a accordé à la R.A.V. la concession de la construction de ce tronçon autoroutier. Et là, il faut fournir des précisions parce que cette répartition des actions au sein de la société est une condition juridique essentielle pour le maintien de la concession, vu que l'article 12 de la convention ANAS-R.A.V. stipule que les actionnaires sont tenus de maintenir cette répartition des actions pour toute la durée de ladite convention sous peine de déchéance de la concession.
Par ailleurs, le Conseil d'Etat, a qui cette question avait été soumise, avait exprimé un avis dans lequel, quant au maintien de cette concession, l'on établissait: "Occorre però che l'attuale assetto della società sia conservato. A tal fine occorre inserire nella convenzione fra l'ANAS e la società un'apposita clausola che preveda la decadenza della concessione in caso di alienazione totale o parziale del pacchetto azionario della società azionaria per il Traforo del Monte Bianco". La raison de cette clause découle donc du contexte général du régime des sociétés autoroutières en 1985, à l'époque où cette convention a été établie et la société constituée.
La convention ANAS-R.A.V. avait repris cette prescription et l'article 12, 1er alinéa, établit: "La società per il Traforo del Monte Bianco, che detiene attualmente il 58 per cento del capitale azionario della R.A.V. - Raccordo autostradale Valle d'Aosta - e la Regione Valle d'Aosta, che detiene attualmente il 42 per cento del capitale azionario, si sono impegnate a conservare direttamente per tutta la durata della concessione le rispettive partecipazioni nella R.A.V.".
Les augmentations successives du capital social et la souscription des actions privilégiées ont été un choix délibéré et de la société R.A.V. et de la Région autonome de la Vallée d'Aoste, pour permettre la réalisation de cette autoroute, compte tenu également du fait que sur la base de la convention ANAS-R.A.V. la répartition des frais (65 pour cent l'Etat, 35 pour cent R.A.V.) n'est pas actuellement réspectée, vu que l'ANAS n'a pas versé la quote-part qui lui revient: le fameux 65 pour cent, les 315 milliards se rapportant au montant des travaux précédents, les 500 milliards sur la base du montant des travaux mis à jour à la date d'aujourd'hui. De ce point de vue nous pouvons donc exercer un pouvoir majoritaire lors des assemblées uniquement en cas de convocation d'une assemblée extraordinaire.
Les rapports au sein de la société sont donc réglementés par la convention Italstat-Région; cette convention établit la répartition des charges au sein du Conseil d'administration - article 8 - et réglemente aussi la nomination des responsables administratifs: la Région nomme le président et deux administrateurs, l'Italstat nomme l'administrateur délégué et trois autres administrateurs. Italstat, en accord avec la Région, choisit le directeur général, le directeur administratif et le directeur technique, qui sont nommés par le Conseil à la majorité des 2/3 de ses membres. Le tout est donc réglementé par la convention sur la base de la considération que l'apport de Italstat était d'un certain type car elle mettait à la disposition de la société non seulement une partie du capital social, mais aussi tout son patrimoine de connaissances, surtout techniques, en ce qui concerne la construction autoroutière (ce qui en d'autres termes, est normalement défini comme le "know-how").
La Région, en outre, nomme un commissaire aux comptes titulaire et son suppléant, l'Italstat en fait de même, alors que le troisième commissaire aux comptes, titulaire, qui doit présider le Conseil, est nommé d'un commun accord entre les parties.
Nous devons de plus considérer l'organigramme général de la R.A.V., sans oublier quelques précisions à apporter à propos de l'organigramme du personnel de direction qui a été distribué par Linty lors d'une conférence de presse, qui ne respecte pas la situation réelle, mais ce sont là des détails. L'organigramme que vous avez distribué ne correspond pas à l'organigramme R.A.V.. Cet organigramme prévoit un total de 6 directeurs, dont un détaché auprès des autoroutes, et 78 employés; au total donc 82 personnes, dont 52 sont résidantes au Val d'Aoste. De plus, il faut considérer que R.A.V. a toujours sollicité la collaboration de techniciens: ingénieurs, architectes, géomètres, non pas en tant qu'employés de la société, mais sur contrats de collaboration. Or, au cours de ces années la plupart de ces contrats ont été stipulés avec des valdôtains, appartenant à diverses professions libérales.
Pour ce qui est des travaux, les accords prévoyaient que l'on utilise autant que possible du personnel local, tant il est vrai que R.A.V., en accueillant une requête spécifique de la Région, a adjugé à des entreprises valdôtaines une quote-part des travaux correspondant à 63 pour cent du montant général des travaux, adjugés sans appel d'offres.
De plus, il faut considérer l'article 10 de la convention, à savoir que le siège de la société, qui actuellement est à Rome, devra être transféré sur simple requête de la Région. Cette requête n'a jamais été officiellement formulée pour des raisons fiscales. Vu que le siège social au Val d'Aoste nous permettrait de bénéficier de la répartition financière des impôts. Mais, comme l'a précisé tout à l'heure l'assesseur Lévêque, quand nous sommes créditeurs envers l'Etat, nous devons rendre les 9/10 des impôts perçus, et donc si ce siège de la R.A.V. était actuellement à Aoste, nous devrions rembourser une partie de la T.V.A. parce que les recettes sont inférieures aux dépenses et on n'est pas débiteur vis-à-vis de l'Etat, mais on est créditeur, donc on doit rendre les 9/10 de cette partie d'impôts.
Le 12 octobre 1994, en tout cas, nous avons demandé et obtenu, vu qu'une partie du tronçon autoroutier a été mise en fonction, que le siège secondaire de cette société soit ouvert à Aoste. Et ce sur proposition des représentants de la Région au mois d'octobre 1994. La responsabilité de ce siège secondaire de la société a été confiée à un dirigeant valdôtain.
Quelle est la volonté du Gouvernement? C'est de poursuivre dans cette logique, à savoir que, en vue du déplacement du siège de la société à Aoste et de la stabilisation définitive de sa structure de gestion, il s'avérera forcement nécessaire de réviser cette convention Région-Italstat et, par conséquent, de restructurer l'organigramme de la R.A.V.. Avec le siège de la société à Aoste et la société étant opérationnelle, les conditions seront remplis pour solliciter une renégociation de cette convention, pour demander que l'on privilegie l'emploi de personnel local en ce qui concerne le personnel de direction et le système opérationnel.
J'en tire donc les conclusions dans le sens que nous partageons dans le fond la requête exprimée par M. Linty, tant il est vrai qu'elle coïncide avec notre volonté et avec les actions que nous avons déjà entreprises pour la concrétiser. Mais nous pensons qu'il n'est pas possible d'utiliser le moyen, tel qu'il est prévu par la motion, d'une convocation d'assemblée extraordinaire, compte tenu de la nécessité de maintenir les rapports entre actionnaires au sein de la société, dont l'un dispose de 58 pour cent et l'autre de 42 pour cent, vu que cette répartition du capital social ne peut être modifiée sous peine de perte de la concession. Il y a donc la nécessité de procéder par degrés en vue de la réalisation de cet objectif.
C'est une volonté que nous avons exprimée et que nous reconfirmons aujourd'hui - en réaffirmant ici au Conseil notre engagement - c'est-à-dire la volonté de demander - le temps venu - le transfert en Vallée d'Aoste du siège de la R.A.V. et de prévoir, parallèlement, la révision de cette convention, procédure qui impliquera la réorganisation des structures de cette même société avec toutes les retombées y afférentes.
Après ces considérations d'ordre général, je formulerai des considérations plus politiques. Je comprends parfaitement quel est le sens politique de la motion présentée par M. Linty, j'espère que M. Linty comprendra également quelle est la signification politique de notre position: nous sommes là pour affirmer une volonté précise, nous avons même indiqué une procédure que nous suivrons afin d'obtenir cet objectif; nous considérons par ailleurs que, telle qu'elle a été formulée, cette motion n'est pas recevable.
Nous ne sommes pas disposés à subir des volontés et des objectifs qui sont déjà les nôtres, ou à modifier, cette motion, vu qu'il faudrait présenter une autre motion avec d'autres considérants et surtout avec d'autres engagements, parce que ce serait présenter autre chose par rapport à ce que formellement M. Linty a présenté.
Nous ne voudrions pas atteindre le même effet de la motion concernant le "sovrapprezzo termico", sur laquelle nous étions d'accord, mais dont le texte a été totalement modifié par M. Mafrica quant à forme et à procédure, vu que pour réaliser à certains objectifs il faut aussi indiquer une procédure permettant d'obtenir ces résultats.
Donc, de ce point de vue, nous nous engageons à poursuivre ces objectifs, qui rejoignent dans le fond la requête présentée par M. Linty, mais nous ne pouvons pas accepter sa motion telle qu'elle a été formulée, parce qu'elle ne permet pas d'obtenir ces résultats. C'est pour toutes ces raisons que je demande à M. Linty d'accepter l'engagement du Gouvernement qui lui permet dans le fond d'obtenir ce qu'il sollicite, mais de retirer sa motion parce que, si cette motion est maintenue, nous ne pourrons que nous abstenir sur sa formulation, tout en partageant dans le fond l'objectif qu'il a bien voulu nous rappeler.
Si dà atto che, dalle ore 18,21, presiede il Vicepresidente Marco Viérin.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Linty.
Linty (LNPIAP) Utilizzando la tecnica machiavellica secondo cui "il fine giustifica i mezzi", dovrebbero bastarmi gli impegni assunti dalla Giunta regionale.
Io ritirerò questa mozione, però dirò anche qualcosa al riguardo, cioè dirò che di fronte ad una scelta politica di una Giunta, di una maggioranza, di emettere un atto formale, questo non viene fatto, viene lasciato al resoconto consiliare di oggi; al riguardo spero che tutto quello che è stato detto non faccia la fine di quanto detto il 16 gennaio 1996, ma che venga mantenuto.
Mi aspettavo che - quanto meno - ci fosse un impegno del Consiglio, disposto addirittura ad eclissarmi per non dare adito a strumentalizzazioni o a malinterpretazioni su questo fatto, proprio perché quello che interessa è arrivare a raggiungere un obiettivo importante, a mio modo di vedere. Abbiamo 52 unità residenti in Valle d'Aosta, ma andiamo anche a vedere i posti di questi 52, perché l'organigramma sicuramente non sarà aggiornato o vi saranno da fare delle modifiche formali per quanto riguarda le aree - ripeto che questo organigramma l'ho ricevuto direttamente dalla R.A.V., probabilmente lo hanno modificato senza comunicarmi le modifiche -; però è anche vero che la presenza di personale dirigenziale, perché reputo un direttore degli affari generali, societari e contratti, un dirigente, e spero di non sbagliarmi, vede una prevalenza schiacciante di personale extra-valdostano.
Vorrei riferirmi all'interessante analisi fatta dal Presidente della Giunta di tutte le tappe che, per diversi motivi, fossero anche di età, non potevo conoscere, perché è stato citato il cosiddetto "know-how" e vorrei approfittare di questa discussione per mettere un punto di riflessione sul "know-how" (l'ho citato già prima per la Zincocelere). Forse il rapporto non calza a pennello però abbiamo in Valle d'Aosta degli esempi di quello che sto per dire, si chiamano le latterie turnarie e le consorterie dei comuni, dove venivano chiamati i capifamiglia a fare i presidenti della latteria, al di là della loro volontà o meno di farlo. Questo perché? E credo che questo sia un principio altamente federalista, sperimentato anche nelle istituzioni svizzere.
Perché è chiaro che se faccio fare il presidente della latteria ad una persona che l'ha già fatto, lo saprà fare sicuramente meglio di una persona che non lo ha mai fatto; su questo non ci piove. Ma è vero anche che se non do la possibilità e non do lo stimolo ad un'altra persona, che magari non ha le conoscenze di chi ha l'esperienza, di poter iniziare a fare una nuova professione e ad avere delle nuove responsabilità, non avrò la crescita della collettività. Cioè avrò dieci, quindici, trenta teste pensanti che rimangono in una sorta di sfera metafisica, distaccata da quella che è la collettività.
Sì, è vero, la latteria è un conto e la R.A.V. è un altro, in quanto si parla di competenze tecnologiche, e via dicendo, però quello che mi ha spinto a presentare la mozione era il fatto di iniziare anche in questa regione a dare la possibilità di formarsi a giovani Valdostani, dotati dei relativi requisiti, per poter ricoprire questi importanti posti di organico.
Il fatto di avere 52 residenti in Valle d'Aosta su 182 persone presenti nell'organigramma dimostra che comunque la Regione in qualche modo ha subito la pressione dell'altro azionista; so che non si può fare un rapporto fra personale dipendente e le quote di possesso delle azioni, ma se lo si facesse, vedremmo che il rapporto 182:52 è diverso dal rapporto 58 percento:42 percento. Quindi il senso della mozione è anche quello di allertare il Consiglio regionale su eventuali, latenti pericoli - pericoli, perché se trattiamo di questo argomento, è perché abbiamo a cuore il futuro della nostra regione e intrinsecamente anche quello del raccordo autostradale valdostano - di tentativi dall'esterno di mettere, come si dice, le mani in pasta.
Guardando da dove arrivano i signori messi nei posti di alta dirigenza, vediamo che ci sono anche vicedirettori di autostrade in pensione, oppure persone che arrivano dalle autostrade adriatiche; questo per dire che, quando si parla di "know-how", mi va bene chi che era direttore nella Bolzano-Brennero, ma non vedo le autostrade adriatiche cosa abbiano a che vedere con i tunnel che portano al raccordo autostradale. Credo che la cosa strida un po'.
Ripeto, mi dispiace, anche se capisco le osservazioni, capisco anche la volontà del Presidente della Giunta di non voler prendere ufficialmente una posizione nei confronti di questo Consiglio visti i precedenti, perché la cosa è nata da chi i precedenti poteva averli creati.
Quello che chiedo alla Giunta regionale è di addivenire al più presto, senza bisogno di mozioni né di risoluzioni, oltre che ad una ridefinizione della convenzione per il tramite dei rappresentanti che la Regione ha in seno al Consiglio di amministrazione della R.A.V., ad una ridefinizione dell'organigramma dirigenziale.
Questa è la cosa più urgente, verso la quale chiedo un impegno immediato alla Giunta regionale.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Florio.
Florio (VA) Solo per dire alcune cose velocissime.
Ho avuto modo per altri motivi di avere a che fare per lungo tempo e duramente con la società R.A.V.; devo dire che il tipo di personale presente all'interno di questa società, ovviamente personale cosiddetto dirigenziale, proveniente dall'esterno, era in massima parte positivamente rapportato alla realtà valdostana ovviamente con tutti i "se" e i "ma" di persone incaricate di questioni aventi stretta connessione con proprietà, fatti, aspetti della vita di cittadini residenti in Valle d'Aosta e interessati dal tracciato, guardati con un'ottica evidentemente che era quella di gente proveniente da Roma.
Là dove invece ho trovato un'assoluta inefficienza era nella figura dell'amministratore delegato, quello passato, nei confronti del quale non potrei che dire il peggio possibile. Non ho mai trovato una persona meno in grado di capire ciò di cui si stesse parlando, la sua provenienza non era legata al "know-how", come ha giustamente detto il Presidente, ma era una provenienza ben diversa, era un cosiddetto mezzo busto televisivo che non capiva nulla di autostrade, che capiva poco di gestione manageriale di una società di questo genere, ma che era stato messo lì perché i rapporti di forza fra i partiti politici allora in auge in questo Paese avevano fatto sì che ci fosse quel personaggio.
Ma questo poteva anche non voler dire nulla, se poi il risultato della presenza di una persona di questo genere fosse comunque servito al corretto rapporto fra questa società e il territorio. Ma così non era, perché non ho mai trovato una persona più ostica, più contrastata rispetto a ciò che si andava a discutere con questa società.
Certo è che quanto il Presidente ha detto nei confronti della situazione nella quale ci troviamo dà un quadro che non è tranquillizzante. Soprattutto ha delineato una situazione nella quale ci dobbiamo probabilmente muovere come per passare nella cruna di un ago.
Il fatto che si sia legati ad una partecipazione azionaria predefinita, modificando la quale decadrebbe perfino la concessione, costituisce un vizio originale che bisognerebbe riuscire a superare ma che, non riuscendo a superarlo, ci lega le mani. Questo è il risultato di una stagione - lo ha detto anche il Presidente nella quale questo tipo di opere venivano realizzate in regime di monopolio e facevano parte di quel meccanismo, venuto alla luce molti anni dopo, e di cui abbiamo sentito parlare e sentiamo ancora parlare oggi.
É chiaro che bisogna muoversi con estrema attenzione, e qui la sollecitazione che faccio al Presidente è che i nostri rappresentanti all'interno di questa società siano veramente nostri rappresentanti, ma con grande durezza, con grande attenzione, con grande fiuto. Ricordo che anni fa, quando sedevo in Consiglio comunale di Aosta, ebbi modo di avere fra i miei compagni alcuni rappresentanti di questa regione all'interno di S.A.V., che non si erano accorti di come si fosse modificata la proprietà del capitale azionario, di come la società che progettava la variante della SS 27 era diventata proprietaria della quota azionaria S.A.V., di come fossero altri nella sostanza a determinare le scelte S.A.V..
Qui la situazione è completamente diversa, è molto più chiara per certi versi, ma veramente raccomando fiuto e stretto collegamento di questi nostri rappresentanti con l'Esecutivo.
Presidente La mozione del Consigliere Linty è stata ritirata.
Il Consiglio prende atto