Oggetto del Consiglio n. 2006 del 26 giugno 1996 - Resoconto
SEDUTA POMERIDIANA DEL 26 GIUGNO 1996
OGGETTO N. 2006/X Determinazioni sulla riorganizzazione della scuola valdostana, con riferimento ai problemi della popolazione scolastica del comprensorio di Saint-Barthélemy, in Comune di Nus. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso che il villaggio di Lignan, in Comune di Nus, dista 17 Km dal capoluogo ed è situato ad una quota di oltre 1.600 m. s.l.m., vale a dire a circa 1.100 m. di dislivello dal capoluogo stesso;
Ricordato che da alcuni anni a questa parte gli alunni lassù residenti ed in età di frequenza della scuola elementare - in numero di 4 o 5 ogni anno - seguono le lezioni presso la scuola elementare "sussidiata" di Lignan per il diniego delle autorità scolastiche all'apertura di una scuola elementare regionale;
Venuti a conoscenza della decisione delle stesse autorità scolastiche di non aderire all'ennesima richiesta dell'Amministrazione comunale di Nus volta all'apertura della scuola elementare regionale;
Sottolineata la situazione di disagio alla quale gli alunni e le stesse famiglie sarebbero sottoposti nell'eventualità di dover frequentare i corsi scolastici del plesso del capoluogo in alternativa all'abbandono del loro villaggio;
Appresa dagli organi di stampa di un'eventuale razionalizzazione della scuola valdostana senza un progetto complessivo e un preventivo confronto con le categorie interessate;
Ricordato infine, il preciso impegno - più volte ribadito da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale ed, in particolare, dalla forza di maggioranza relativa - volto alla difesa dei diritti delle popolazioni residenti in montagna, già sottoposte a troppi disagi e difficoltà;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per sapere:
1) se la decisione di trasferire nel plesso scolastico del capoluogo di Nus gli alunni del comprensorio di Saint-Barthélemy e la nuova riorganizzazione e razionalizzazione di tutta la scuola valdostana sia una scelta dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione o il frutto di una proposta della Sovraintendenza agli Studi;
2) se tali eventuali scelte non aggravino le situazioni di abbandono e di spopolamento della montagna.
F.to: Lanièce - Marco Viérin - Tibaldi
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Lanièce.
Lanièce (GA) Il contenuto di questa interpellanza mi sembra sufficientemente chiaro, infatti nella premessa viene enunciato il problema oggetto della stessa, problema che ricordo deve essere considerato da un punto di vista generale, non da un punto di vista particolare. E cioè quello di verificare se c'è la volontà da parte dell'Amministrazione regionale di venire incontro alle esigenze della popolazione valdostana proprio per evitare il rischio dello spopolamento della montagna.
In questa interpellanza si parla del villaggio di Lignan, in Comune di Nus, dove vi sono alcuni bambini che necessitano di seguire la scuola elementare e dove da più anni l'amministrazione comunale di Nus ha chiesto la costruzione di una scuola elementare regionale; richiesta che ha sempre avuto il diniego da parte della Soprintendenza agli studi.
Anche quest'anno è stata rinnovata la richiesta da parte dell'Amministrazione comunale, alla quale ancora una volta l'Amministrazione regionale ha risposto con un diniego.
Vogliamo sapere se questa è una decisione presa dall'Amministrazione regionale, dall'Assessorato alla pubblica istruzione o dalla Soprintendenza agli studi, e se non sia il caso di tenere comunque in considerazione un aspetto importante, e cioè che, al di là del fatto che può essere giusto razionalizzare al meglio le strutture scolastiche, in questo consesso si è sempre espresso la volontà di venire incontro alle esigenze particolari della comunità valdostana, cercando di evitare il cosiddetto spopolamento della montagna, come è questo il caso, perché se questi bambini saranno costretti a seguire le scuole a Nus, questo porterà come conseguenza lo spostamento delle stesse famiglie con un abbandono di un'altra zona di montagna, per motivi scolastici.
Quindi chiediamo all'Assessore, vista la sua particolare sensibilità alla problematica, se è intenzionato a tenere conto di questa esigenza sollevata da più anni dall'Amministrazione comunale e se, nel caso in cui non sia possibile l'apertura di questa scuola elementare, almeno si possa continuare con l'esperienza di una scuola sussidiata, sempre nel villaggio di Lignan, in modo da permettere il mantenimento di questo piccolo villaggio e per venire incontro alle esigenze delle famiglie. A questo proposito la normativa prevede che ci siano almeno cinque bambini, in questo caso sono quattro; non è il caso di un solo bambino quindi, ma di quattro, per cui si potrebbe verificare la possibilità di continuare con l'esperienza di questa scuola sussidiata. Altrimenti vorremmo sapere quali sono le proposte che l'Assessorato intende proporre, a fronte di questa ennesima richiesta dell'Amministrazione comunale, in modo da poterle valutare, invitando comunque lo stesso Assessore a prendere contatto con l'Amministrazione comunale per cercare di risolvere un problema che da più anni si sta portando avanti e che comporta disagi sia per l'Amministrazione comunale, che non vede raggiunto un suo obiettivo, sia per le stesse famiglie che ogni anno temono di dover abbandonare il proprio villaggio per seguire i figli presso il capoluogo.
Rimaniamo in attesa di conoscere le volontà dell'Assessore, ribadendo che comunque rispetto ad una scelta della Soprintendenza è giusto dare maggiore importanza ad una scelta politica; se invece si sceglie la soluzione di seguire solo scelte tecniche, indicate dalla Soprintendenza agli studi in base alle normative, in base a dati stabiliti a livello nazionale, mi sento di dire che a questo punto tanto vale che ci siano i politici se poi alla fine si fa quello che decidono i funzionari. Questo è un invito a fare una scelta politica verso una collettività come quella valdostana, che vive di queste situazioni di differenza fra la pianura e la montagna.
Rimaniamo quindi in attesa di sapere cosa intende fare l'Assessore alla pubblica istruzione.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore alla pubblica istruzione, Louvin.
Louvin (UV) Je remercie d'abord le Conseil pour avoir reporté à cet après-midi la discussion de cette interpellation, ce qui me permet de donner personnellement la réponse à ce que MM. Lanièce, Viérin et Tibaldi ont demandé.
Avant d'aborder la question, je tiens à séparer nettement le discours qui concerne la rationalisation du réseau scolaire par rapport à la question de Lignan, dans le sens qu'il n'y a aucun lien direct entre ces deux différentes démarches.
Le problème de Lignan est un problème ponctuel, qui s'est déjà posé dans le passé et qui continue de se poser, mais qui ne découle nullement pour ce qui est de sa solution du plan de rationalisation du réseau scolaire.
D'abord nous avons le devoir de rappeler quel est le cadre législatif d'ensemble, sur la base duquel ce Gouvernement est dans l'obligation d'agir, un cadre législatif qui dépend de ce Conseil, pour ce qui est de l'intégration des dispositions de l'Etat; mais les dispositions, auxquelles nous sommes tenus d'accorder le plus grand respect sont des dispositions de loi voulues par ce Conseil régional, notamment en 1983 par la loi 57 qui établit les conditions pour l'ouverture ou la fermeture des écoles régionales de tout ordre, à l'exception de l'école maternelle qui est régie par une loi précédente de 1972.
Or, la loi 57/83 prévoit que chaque année l'institution ou la suppression des écoles de la Région est faite par le Gouvernement régional, sur proposition de l'Assesseur de l'instruction publique et sur l'avis de la section horizontale du Conseil scolaire régional.
Le rôle du Surintendant par rapport à cette démarche consiste simplement à établir un plan annuel, qui doit être préparé au mois de janvier et qui tient compte, sur la base des dispositions de loi, des propositions qui sont avancées par les communes ou par les autres collectivités intéressées.
Pour ce qui concerne les écoles en particulier de montagne, ces écoles ayant un nombre d'inscrits inférieur à 10 unités, peuvent être instituées seulement, mais jamais en dessous de 5 unités, dans les localités dans lesquelles il est impossible d'organiser un service de transport des élèves vers des établissements scolaires en fonction.
Il y a donc à tenir en considération, pour appliquer cette diminution du nombre de 10 élèves au nombre de 5 élèves, cette condition d'impossibilité de transport vers une école plus proche, et cela toujours à la condition que l'on ne descende pas en dessous de 5 unités.
Le discours de la rationalisation se tient en dehors de l'application de ces dispositions, parce qu'il concerne la réorganisation de l'ensemble des circonscriptions didactiques, des établissements des écoles moyennes et des écoles supérieures. Si les conseillers qui ont présenté l'interpellation souhaitent avoir un cadre d'ensemble, je peux leur le donner, et je me rattache aussi à ce qui a été dit dans ce Conseil lors de la discussion de l'interpellation et de la résolution au sujet de la circonscription didactique de Châtillon, il y a quelques semaines. Les circonscriptions doivent avoir au moins 50 places d'enseignant, les écoles moyennes au moins 12 classes et au moins 25 classes les institutions d'enseignement supérieur.
La situation actuelle pour ce qui concerne l'ensemble des écoles est la suivante.
Nous avons porté une modification graduelle en ce qui concerne l'école maternelle et élémentaire, en passant de 3 à 4 circonscriptions pour ce qui est de l'école maternelle, nous avons réduit de 11 à 10 les circonscriptions didactiques élémentaires; nous aurons à nous pencher sur la situation des écoles moyennes prochainement, des 12 écoles actuelles il y en a 5 qui sont en dessous du nombre minimum prévu par la loi; pour ce qui concerne l'instruction classique scientifique et l'école normale 3 des 5 écoles sont en dessous du minimum prévu par la loi; dans le domaine de l'instruction technique 3 instituts sur 4 sont en dessous des barèmes prévus par la loi; la seule école dans le domaine de l'instruction artistique, étant très réduite en nombre d'élèves, est également sous-dimensionnée et toutes les écoles professionnelles de la région sont dans la même condition.
Cela pose un problème politique général, d'application graduelle, auquel nous serons confrontés au cours des mois à venir. Ce n'est pas là une cause du dépeuplement de la montagne, c'est un effet du dépeuplement de la montagne ainsi que de la baisse démographique dans cette région au cours de ces dernières années.
Nous sommes donc dans la condition, en tant que Gouvernement régional, de devoir progressivement et avec beaucoup de bon sens pourvoir à une réorganisation de notre réseau scolaire, qui tienne compte de ces données. Cela dans un respect de rôles: un rôle de proposition qui concerne la Surintendance des études et un rôle politique, que M. Lanièce à juste titre revendiquait pour les institutions régionales, notamment pour la Junte régionale, qui sera appelée à prendre les décisions conséquentes. Il y a de notre part la nécessité de réaffirmer qu'il y a une nette séparation de fonctions et qu'il n'est nullement question d'opposition entre les organes de la Région: la Surintendance des études a un rôle spécifique en la matière, la Junte régionale en a un autre, et sont donc de son ressort les décisions qui découlent de cette situation particulière.
Venons précisément à la situation de Lignan; nous sommes là dans la nécessité de corriger un certain nombre d'erreurs qui sont probablement à la base d'une perception non correcte de la réalité de l'école de Lignan.
Dans l'interpellation on dit qu'il y aurait eu: "diniego delle autorità scolastiche all'apertura della scuola regionale, una decisione di non aderire all'ennesima richiesta dell'Amministrazione comunale di Nus". En rappelant ce que je viens de dire au sujet du nombre minimum d'élèves et en considérant (et cela est évidemment un peu forcé) qu'il y ait une impossibilité de rejoindre le village de Lignan sur la base de l'état des routes actuelles, jamais cette école n'a atteint le nombre minimum qui lui permettrait une ouverture en tant qu'école régionale. Dans les 7 années qui vont de l'année scolaire 1988-89 à l'année 1994-95, le nombre des élèves qui auraient dû fréquenter cette école n'a jamais atteint les 4 unités: 3 en 1988-98 et ensuite 3, 3, 1, 2, 3 et 3; jamais, dans toutes ces années, l'on a atteint les conditions minimales qu'une loi régionale prévoit pour l'institution d'une école. Pendant toutes ces années la commune de Nus a demandé non pas l'institution d'une école régionale, mais simplement l'ouverture d'une école "sussidiata", ce qui a toujours été octroyée de la part de la Surintendance aux études à une exception, près il s'agit de l'année 1991-92, quand il n'y avait eu qu'un seul élève et à ce moment-là la classe n'avait pas été ouverte.
Avant le début de cette année scolaire (1995-96) l'administration communale a demandé, en retard et par une présentation incomplète de la demande, l'ouverture d'une école régionale, qui n'avait pu être octroyée non seulement pour les raisons formelles dont je viens de faire allusion, mais également pour le fait que le nombre des élèves n'était, dans cette année-là, non plus suffisant.
La deuxième requête - les Conseillers l'ont défini "l'ennesima richiesta", mais elle avait été la première requête présentée à temps avant la préparation du plan annuel - a été avancée pour l'année scolaire 1996-97 sur la base d'un nombre de 5 élèves, mais dont seulement quatre inscrits à cette école, car depuis quelques années, et encore pour l'année prochaine, pour des raisons de famille l'un de ces élèves est inscrit à une autre école pour l'année à venir. Donc nous nous sommes penchés sur cet aspect et nous avons regardé également en avant: quelles sont les perspectives?
En examinant les perspectives de l'année 1997-98 jusqu'à l'année 2001-02, les données sont les suivantes: 3, 3, 2, 1 et 1. Donc il n'y a pas dans les 5 ans à venir non plus la possibilité d'atteindre le nombre minimum d'élèves prévu pour l'ouverture de cette école.
Je ne veux pas aborder en ce moment des discussions qui nous amèneraient loin sur les problèmes de gestion des petites écoles qui marchent avec un système pluriclasse, je veux simplement rappeler que jamais nous n'avons eu des conditions qui nous permettent l'ouverture de cette école.
Il nous a été donc impossible d'accueillir la requête qui a été présentée par la Commune de Nus d'ouvrir cet établissement scolaire, mais il me paraît important de souligner que ce n'est pas une attitude de cette Junte visant à créer des difficultés. Nous en maintenons plusieurs dans des conditions très difficiles, là où les perspectives démographiques permettent la récupération en perspective de certaines situations, mais il nous est impossible sur la base de la législation actuelle de faire face autrement à ce problème.
Je veux rappeler que ce Conseil a la possibilité de se pencher d'une façon autre que celle de présenter des interpellations, qu'il est bien juste de présenter, mais qu'il y a d'autres moyens pour intervenir. Mais encore faut-il que ce Conseil réfléchisse bien, en pensant que les conditions prévues par la législation actuelle nous éloignent déjà énormément des barèmes nationaux en vigueur et même des barèmes les plus favorables. Il faudrait être très prudents avant d'ouvrir un dossier tel que celui de la modification des lois actuelles et notamment de la loi 57/83; cela pourrait nous mettre dans de sérieuses difficultés sur la base de nos pouvoirs actuels, qui ne sont que des pouvoirs d'intégration et d'application des lois de l'état.
Ce que je viens de dire je ne le dis pas avec une grande satisfaction, dans le sens que le problème du dépeuplement de la montagne est un problème très sérieux, auquel tout le monde de l'éducation est confronté. Mais, à bien voir le dernier des services publics présents dans une commune est en général l'école, le dernier à résister pour essayer d'enrayer le dépeuplement de la montagne. Il faut donc éviter d'interpréter des situations qui peuvent paraître assez frustrantes aussi comme des situations dans lesquelles il y ait une manque de volonté. Le problème du dépeuplement de la montagne doit être affronté d'une façon différente, autre que celle d'une dérogation perpétuelle aux dispositions; il faut assurer par d'autres moyens la persistance de la vie à la montagne.
Quant à l'aspect de l'ouverture d'une école "sussidiata", ce qui a été le cas dans le passé, aucun obstacle ne s'oppose en ce moment à ce qu'elle soit demandée par la Commune de Nus et je ne vois personnellement aucun inconvénient à ce que cette situation soit maintenue.
Bien entendu, il s'agira d'évaluer la volonté de la Commune de Nus à ce propos, mais il est évident que de notre part il y aura la plus grande attention pour faire de façon que les élèves de Lignan puissent jouir, dans les meilleures conditions, du service scolaire.
Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin Marco.
Viérin M. (PpVA) L'Assessore non mi ha convinto più di tanto, anzi. Ha iniziato a parlare di legge nazionale, ha richiamato la legge 57/83, poi ha richiamato quella del '72 e così via.
Ha iniziato a rispondere prendendo come spunto la seconda domanda che avevamo fatto, quella se era la Soprintendenza agli studi ad aver proposto certe scelte per il futuro della scuola valdostana in merito alla razionalizzazione della stessa e alla riorganizzazione, oppure se era una scelta politica.
L'Assessore ha ribadito che è stata una scelta politica e che la Soprintendenza ha avuto un ruolo di tipo diverso, cioè quello di verificare alcune situazioni, di comunicarle, eccetera. Ebbene, c'è contraddizione in questo perché subito dopo l'Assessore mi ricorda le norme nazionali, che sono quelle della legge 820 del 24 settembre '71, e mi elenca nient'altro che l'articolo 12, cioè non mi dice niente di nuovo o di diverso. Dopo di che prende ad esame il problema di Lignan.
Ebbene, Lignan, caro Assessore, sono d'accordo con lei, non ha raggiunto i 5 allievi, come prevede la legge, ma da una piccola ricerca fatta risulta che in altri momenti altri sforzi sono stati fatti in maniera diversa. Prima di ricordare questi diversi momenti o queste diverse scelte, volevo anche far presente che sulla richiesta per la regionalizzazione della scuola di Lignan c'è stato per una volta il parere favorevole della sezione del Consiglio scolastico regionale per le scuole elementari, ma al parere favorevole per la scuola a Lignan la Giunta ha risposto in maniera negativa. E quando la stessa sezione del Consiglio scolastico regionale per le elementari in altra situazione ha dato parere contrario, guarda caso la Giunta è stata favorevole. Quindi sui diversi pareri, contrari e favorevoli, formulati dalla sezione del Consiglio scolastico regionale per le elementari la Giunta si è comportata in maniera difforme, cioè quando il primo ha dato parere favorevole la Giunta ha dato parere contrario, e viceversa. Quindi, Assessore, ci sono delle grosse incongruenze in questo comportamento.
Posso fare anche un esempio: nell'anno scolastico 1995-96 è stato fatto questo discorso per Emarèse che dal 1996-97 sarà trasferita a Saint-Vincent, e lo stesso è stato fatto a Rhêmes.
Allora io concordo nella scelta fatta per Rhêmes ed altri luoghi, ma ritengo che ad influire su questa scelta sia stata la distanza. Ricordo che da Nus a Lignan ci sono circa 20 km, il che vuol dire circa 40 km ogni volta. Quindi non è più pensabile continuare a ragionare sul discorso che da 5 a 10 allievi si può derogare, altrimenti non si può fare niente. Secondo me, caro Assessore, il discorso dell'abbandono della montagna rientra in questo ragionamento, perché se abbiamo dei siti che distano oltre 20 km, non possiamo pretendere di trasportare gli alunni una volta al giorno e quindi fargli fare due volte il tragitto con tutti i problemi che ne conseguono, altrimenti costituisce uno dei motivi che porterà all'abbandono della montagna. Se avessi dei figli che distano 20 km da una scuola...
(... intevento dell'Assessore Louvin, fuori microfono...)
...Assessore a questo punto la sussidiata è un'altra cosa, la richiesta che è stata fatta dal Comune di Nus chiedeva la regionalizzazione della scuola, siamo chiari sui termini.
Dico che le scelte sono state fatte anche in maniera diversa - e l'ho confermato con i dati che ho detto poc'anzi -, per cui è inutile che si venga a dire che la legge 820/71 è inderogabile. E sono contento che si siano fatte deroghe in altre occasioni, perché ci credo in questo discorso.
Concordo invece con l'Assessore che è un problema politico, perché il non mantenere più una scuola in certi paesi è un grave aiuto allo spopolamento della montagna. Nel contempo concordo con l'Assessore sul fatto che bisogna comunque uscire da una mentalità di tenere tre alunni se questi sono ad una distanza di 5-6-7 km dalla sede centrale, come può essere stato il caso fra i Comuni di Saint-Oyen e Saint-Rhémy, perché la distanza è minimale. Quindi concordo in una razionalizzazione della scuola, eliminando delle sedi scolastiche se queste non sono troppo distanti dalla sede centrale, cioè sì al risparmio e alla razionalizzazione, ma con criterio.
Mi risulta inoltre - ed è un altro problema che volevo sollevare - che questa programmazione fatta per l'anno scolastico 1996-97 sia stata fatta con grave ritardo, senza un approfondito confronto con le forze sociali e i Sindacati, e nel contempo con i lavoratori e gli stessi enti locali. Per le prossime volte pregherei l'Assessore di anticipare il dibattito; forse è importante partire già alla fine dell'estate per ragionare sull'anno scolastico 1997-98 ed evitare il rincorrersi all'ultimo momento.
Rispetto poi a quanto ha detto l'Assessore, rivolgendosi alle forze di minoranza, che esistono anche altri mezzi diversi dall'interpellanza, fra cui la presentazione di proposte di modifiche alla legislazione vigente, la Giunta ha presentato tantissimi disegni di legge, forse se cercasse di analizzare in maniera più approfondita queste problematiche, le costerebbe ben poco, avendo anche le strutture, proporre qualcosa alla commissione competente.
Ribadisco, Assessore, che questo è un problema politico, quindi ritengo che sia meglio tenere una scuola a Lignan, o in un altro sito distante 20 km dalla sede dove si dovrebbe trasferire la vecchia scuola, e che sia meglio che ci siano 2 o 3 alunni soltanto, ma che rimangano lì con le loro famiglie. Rischiamo con l'accorpamento di queste poche scuole, che distano in misura notevole dagli altri siti, di aggravare il fenomeno dello spopolamento della montagna.
Diceva l'Assessore che la scuola è l'ultima piccola cosa che se ne va, e presumo che volesse dire che se ne va dopo altri servizi quali il bar, il negozio di alimentari o il ristorante. Ebbene Assessore questo a Lignan non succede, ci sono i bar, i ristoranti, la vita c'è; quindi non si può dire che Lignan viva questa situazione. Quelle strutture ci sono ancora e quindi la scuola di Lignan è stata una delle prime cose che rischia di sparire dal villaggio.
Spero vivamente che l'Assessore nella prossima programmazione riveda le sue posizioni, cerchi un confronto anticipato con i sindacati e gli enti locali, in modo da affrontare in maniera più serena questa problematica.