Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2950 del 9 gennaio 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 2950/XI Predisposizione di una normativa riguardante l'inquinamento acustico. (Interpellanza)

Interpellanza Preso atto che continuano ad essere sollevate, a titolo diverso, dai cittadini lamentele circa il troppo rumore proveniente da cantieri edili, opere stradali, attività commerciali, locali di intrattenimento, traffico veicolare, ecc. che disturba la vita delle persone;

Ricordato che a livello nazionale sono state indicate, con la legge 26 ottobre 1995, n. 447, "Legge quadro sull'inquinamento acustico", le norme generali cui le regioni devono dare applicazione, anche per consentire agli enti locali di predisporre i provvedimenti necessari per tutelare la salute dei cittadini sul proprio territorio;

Constatato che la Valle d'Aosta, a differenza di molte altre regioni italiane, non si è ancora dotata di una legge che regolamenti l'inquinamento acustico così da creare le condizioni per migliorare la qualità di vita delle persone;

Ritenuto opportuno che anche la nostra regione predisponga una normativa in tal senso, a tutto vantaggio non solo dei residenti, ma anche dei turisti;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per sapere:

1) se esiste un monitoraggio continuo circa la rilevazione di dati che descrivono il livello di inquinamento acustico presente nella nostra regione;

2) se intende inserire nel programma di fine legislatura la predisposizione di una normativa riguardante l'inquinamento acustico nella nostra regione.

F.to: Squarzino Secondina - Curtaz

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Nelle relazioni periodiche che l'ARPA predispone sullo stato della salute e dell'ambiente in Valle d'Aosta viene affrontato anche il problema dell'inquinamento acustico, anzi qui viene usato un termine che mi piace: "rumorosità ambientale" e nel rapporto dell'ARPA viene ricordato come oggi la rumorosità ambientale venga percepita dalla società civile come un problema e la qualità acustica dell'ambiente diventi un bene da perseguire e da tutelare con adeguati strumenti legislativi. Questo per sottolineare che, sì, probabilmente non è che ci siano tutti i momenti delle segnalazioni sul rumore, però questo è un problema che è percepito dalla popolazione come un elemento che degrada il livello di qualità della vita. A livello nazionale è stata emanata una legge quadro sull'inquinamento acustico, la n. 447/1995, che indica i grandi principi generali che dovrebbero essere seguiti e anche le tipologie di zone che possono essere individuate in base alla presenza di rumori.

Questa legge demanda alle regioni il compito di definire i criteri in base ai quali i comuni procedono alla classificazione del proprio territorio nelle zone previste dalle disposizioni per applicare i valori di qualità, che determinano il livello di rumorosità di un ambiente; come pure chiede loro le condizioni per l'individuazione, da parte dei comuni, delle zone del territorio in cui ci sia un rilevante interesse paesaggistico, ambientale e turistico, tale da determinare valori inferiori a quelli indicati per legge e, sempre alle regioni, demanda il compito di svolgere il controllo, la verifica che i comuni realizzino questi piani ed intervengano in questo modo. Non solo, ma anche le regioni sono chiamate a predisporre piani di interventi di eventuale bonifica dall'inquinamento acustico. È vero che sono i comuni titolari del provvedimento… che devono assumere i provvedimenti, ma lo devono fare secondo le indicazioni generali fornite dalla legge regionale a cui si richiama la legge quadro prima citata.

Molte regioni italiane - posso dire quasi tutte - hanno provveduto ad emanare una legge in materia, non solo per assolvere ad un dettato legislativo, ma soprattutto perché hanno ritenuto che fosse importante indicare le modalità, le procedure e i criteri con cui i comuni potessero attivarsi per iniziare da una parte la rilevazione acustica, dall'altra l'individuazione di procedure per eventualmente bonificare le zone ad alto inquinamento acustico. La nostra Regione non ha ancora provveduto in tal senso. Ci sono, è vero, alcune leggi regionali che si riferiscono a questo argomento: il PTP parla di un monitoraggio per quanto riguarda l'inquinamento acustico; il Piano socio-sanitario, quando parla di controlli dell'ambiente di lavoro, dice di controllare anche l'inquinamento acustico in base alla 626; fra i compiti affidati all'ARPA c'è anche quello di controllare i livelli di inquinamento acustico; quando si parla del volo in Valle d'Aosta, si dice che, per difendere l'inquinamento acustico, le stesse zone di parco e di aree protette non possono essere utilizzate come zone di atterraggio per veicoli a motore, proprio a questo fine però, non esiste nessuna legge precisa al riguardo. Eppure - dicevo prima -, c'è una popolazione che sente questa esigenza, specie per quanto riguarda i locali notturni di intrattenimento, per quanto riguarda i luoghi dove ci sono spettacoli all'aperto, manifestazioni danzanti, che provocano rumori che i cittadini segnalano, laddove in modo particolare ci sono le zone - nella città di Aosta, nei grandi centri turistici come Courmayeur -, che hanno una forte presenza di rumore durante il giorno, specie lungo le zone del traffico. Se pensiamo a tutta l'autostrada, c'è il problema che è stato affrontato più volte delle barriere antirumore da collocare nella zona della media e bassa Valle.

Le domande che poniamo sono molto semplici. Ci chiediamo intanto se esista un monitoraggio continuo; credo che esista perché l'ARPA raccoglie questi elementi, ma sarebbe interessante capire gli ultimi dati circa la rilevazione dei livelli di inquinamento acustico presente nella nostra Regione. Il problema non è solo se esista il monitoraggio continuo, ma che utilizzo si faccia di questi dati che vengono recepiti, perché se non c'è nessuno che filtra questi dati, che li traduce in proposte di intervento migliorativo, serve a poco raccogliere questi dati! Visto che non esiste nessuna legge che si preoccupa dell'inquinamento acustico e visto che ieri è stato affermato con molta forza dal Presidente della Regione che questa non è una Giunta che vuole solo amministrare, ma vuole governare e fare delle cose importanti, noi domandiamo se, in questi pochi mesi, la Giunta non intenda inserire nel proprio programma di fine legislatura la predisposizione di una legge che riguardi l'inquinamento acustico nella nostra Regione.

Si dà atto che dalle ore 11,11 presiede il Vicepresidente Lattanzi.

Presidente La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.

Vicquéry (UV) Inizierei con il confutare le premesse dell'interpellanza, laddove si afferma che molte regioni italiane hanno legiferato: le regioni italiane, che hanno legiferato, sono nove, compresa la Provincia autonoma di Trento, su ventuno, non mi pare che sia la maggioranza! Va aggiunto che le leggi regionali sono datate, la Liguria, la Toscana, la Provincia autonoma di Trento, il Veneto hanno legiferato immediatamente dopo l'entrata in vigore della legge quadro, dopodiché c'è stata una riflessione generale, che è stata fatta anche a livello di Conferenza Stato-Regioni, sull'opportunità o meno di approntare normative regionali in un contesto generale in cui lo Stato era assolutamente deficitario rispetto alle sue competenze e ritornerò su questo. Giustamente, la Consigliera Squarzino parla di legge quadro: le leggi regionali, che sono state emanate, sono a volte bene, a volte meno bene, a volte male la ricopiatura della legge quadro statale, perché sono a loro volta delle leggi cornice, che si limitano molte volte a definire modalità procedurali a cui devono attenersi gli enti locali, problema che per noi si pone in un altro contesto. Non tutte le leggi regionali sono uguali, ma in gran parte hanno questa connotazione, appunto, di leggi di "nuovo quadro" che definiscono modalità procedurali.

Rispetto al primo quesito che è stato posto sul monitoraggio, devo dire che il monitoraggio del rumore ambientale si fa e anche molto bene: l'organizzazione del "sistema Regione Valle d'Aosta" è all'avanguardia rispetto ad altre regioni, sicuramente per la morfologia del territorio e non per meriti nostri o dei tecnici dell'ARPA. Certo è che abbiamo un'ampia rete di rilevazione, ben 26 stazioni di monitoraggio dell'inquinamento, che ci forniscono i dati periodicamente, dati che sono letti, ma che devono poi tradursi sul territorio e la competenza è dei comuni, che hanno recepito nella maggior parte la valenza di questa normativa, tanto che viene sempre più spesso richiesto l'intervento dell'ARPA per controlli ambientali nelle aree comunali. Entrando un po' nel merito della prima domanda, per conoscere i livelli di rumore ambientale in Valle d'Aosta, le variazioni legate ai cicli giornalieri, settimanali e stagionali, le variazioni dovute ad interventi artificiali, azioni di bonifica, nuove infrastrutture, nonché le tendenze sul lungo periodo in termini di anni, è attivo a cura dell'ARPA un osservatorio acustico regionale.

Esso si configura come una vera e propria rete di monitoraggio di rumore ambientale, basata su siti rappresentativi di diverse condizioni di rumorosità ambientale nella nostra regione, monitorato di continuo per periodi settimanali, con cadenza diversa a seconda della natura delle sorgenti sonore influenzanti il sito medesimo. Nuovi siti vengono mano a mano introdotti in sostituzione di altri già "caratterizzati", i quali verranno a loro volta ripresi in considerazione in tempi successivi, per valutare le variazioni di clima acustico a lungo termine. I siti oggetti di monitoraggio periodico e programmato sono ad oggi 26 e posso fornire l'elenco alla Consigliera Squarzino; al termine di ogni periodo di rilievo i dati sono trasmessi ai sindaci dei comuni interessati e sono anche disponibili presso l'ARPA. Sempre nell'ambito delle azioni conoscitive di stato e tendenze dei livelli di rumorosità ambientale, è in corso di effettuazione, su iniziativa dell'ARPA, una campagna di rilievi brevi su 100 punti di misura distribuiti su tutto il territorio regionale in diversi periodi del giorno e della notte, per un totale di 300 rilievi. Essa è la ripetizione puntuale, nei luoghi e nei tempi, di un'identica campagna svolta esattamente dieci anni fa: settembre-dicembre 1992. Questa è stata una nostra scelta per conto dell'Amministrazione regionale. I rilievi sono già stati ultimati ed è in corso l'elaborazione dei risultati. In questo modo si otterrà, a distanza di dieci anni, una fotografia acustica del territorio regionale di particolare interesse, considerato che il rumore ambientale è caratterizzato da variazioni ampie, ma regolari rispetto ai cicli giornalieri, settimanali ed eventualmente stagionali, ma da variazioni lente sul lungo periodo, raramente esplorate con tale definizione su tale intervallo temporale.

È per questo motivo che definisco all'avanguardia questo sistema messo in piedi dalla Valle d'Aosta, perché saremo la prima Regione d'Italia a poter fare un raffronto rispetto all'inquinamento acustico di dieci anni fa. Sono state svolte, inoltre, su richiesta delle amministrazioni comunali, indagini approfondite del rumore ambientale nei Comuni di Aosta, Verrès, Courmayeur, Châtillon; i rapporti, contenenti i dati rilevati e i commenti sulla situazione acustica ambientale, sono stati trasmessi ai comuni, in alcuni casi - Verrès e Châtillon - essi sono stati oggetto di presentazione alla popolazione nel corso di serate pubbliche. Con particolare riferimento invece alle lamentele sollevate a volte dai cittadini rispetto alle attività di monitoraggio del rumore ambientale, vanno aggiunti gli interventi di misura all'interno delle abitazioni, su iniziativa dei privati, in relazione a specifici sorgenti considerate disturbanti.

I casi considerati nell'arco dell'ultimo decennio, ovvero da quando in Valle d'Aosta si effettuano questi interventi, sono moltissimi, più di cento. Le relazioni tecniche, contenenti tutte il giudizio sul superamento dei limiti previsti dalla normativa, vengono inviate al committente e, in caso di accertato superamento dei limiti di legge, cosa frequente soprattutto nei condomini, che convivono con locali notturni, discoteche e con altre fonti di rumore, queste relazioni vengono inviate anche al sindaco del comune di appartenenza, che provvede immediatamente per quanto di competenza. Concludo dicendo che una sintesi esauriente delle condizioni di rumorosità in Valle d'Aosta, aggiornata al 1999, con analisi delle sorgenti predominanti e delle cause più frequenti di disturbo, è contenuta nella prima relazione sullo stato dell'ambiente a cura dell'ARPA, al capitolo "rumorosità ambientale", pagine 111-132, a cui faccio riferimento per poter meglio approfondire la tematica. Rispetto al secondo punto dell'interpellanza, la risposta è "no" per evidenti motivi di tempo, ma fondamentalmente perché riteniamo che sia pregiudiziale alla predisposizione di una legge regionale il completamento degli adempimenti in capo allo Stato e precisamente, fra tutti i decreti che il Governo doveva emanare, manca quello relativo al DPR contenente il regolamento di esecuzione per la disciplina dell'inquinamento acustico avente origine dal traffico veicolare, ex articolo 11, comma 1, che si interseca sul problema delle barriere autostradali.

Questo DPR, in modo del tutto analogo a quello concernente il traffico ferroviario, che è il n. 459/1998, dovrà contenere l'indicazione dell'ampiezza delle fasce di rispetto per il rumore prodotto da strade e autostrada, sottolineo "strade" perché, ad oggi, sembra che debba intervenire anche sulle strade comunali, non solo su quelle statali, nonché i relativi limiti diurni e notturni. Esso deve costituire la base di riferimento per la progettazione delle azioni di bonifica. La lacuna, costituita dal ritardo nell'emanazione di questo decreto, è tanto più evidente se si considera che è già stato emanato il decreto contenente i criteri per la predisposizione, da parte dei gestori, dei piani di intervento per il contenimento e abbattimento del rumore, il D.M. 29 novembre 2000, che dovrebbe essere conseguente e fa riferimento al rispetto dei valori limite stabiliti a norma del regolamento di cui all'articolo 11, comma 1, non emanato.

Questa è una delle tante contraddizioni supposte del Governo centrale, contraddizioni che sono facilmente traducibili, perché è di tutta evidenza che su questo ultimo decreto sono intervenute pressioni di più lobbies e soggetti esterni per bloccare l'iniziativa governativa. Noi questo tipo di ragionamento lo abbiamo fatto più volte e in più sedi ed è un ragionamento abbastanza trasversale fra le regioni, intendiamo fare una legge regionale e la faremo sicuramente, ma non nell'ultimo scorcio di legislatura - dirò poi perché -, ma la faremo non definendo una legge quadro regionale, ma una legge più specifica, che vada a meglio definire i limiti entro i quali i comuni o le comunità montane devono attenersi.

Vengo alla seconda pregiudiziale, che riguarda chi deve svolgere queste funzioni. Riteniamo che debba essere, al di là dell'ambito comunale, una funzione svolta in ambito sovracomunale per evidenti motivi di rapporti fra un comune e l'altro e, pregiudiziale all'indicazione dell'ente competente, è l'iter legislativo, che, in commissione consiliare, mi risulta essere riferito alla modifica della legge n. 54/1998, la cui bozza di articolato, all'articolo 84, dice esattamente: "Con delibera di Giunta regionale, da adottarsi d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali e previo parere delle commissioni consiliari competenti, sono individuate le funzioni di cui all'articolo 83, che devono essere esercitate obbligatoriamente in forma associata da parte delle comunità montane, nonché eventuali soglie e parametri riferiti alle singole funzioni, che costituiscono presupposto per l'esercizio delle funzioni stesse da parte delle comunità montane".

Riteniamo che debba essere inquadrata in questo articolo la normativa più generale dell'inquinamento acustico, per evitare da un lato spreco di risorse finanziarie, perché la definizione di piani di zona integrati nei singoli comuni sarebbe una contraddizione in termini, in quanto non sarebbe più un piano di zona integrato, ma sarebbe un piano di zona acustico comunale e la legge quadro parla di piano di zona integrato; i costi inoltre sarebbero eccessivi mentre, fatto a livello di comunità montana, come è stato fatto nella normativa che riguarda i campi elettromagnetici, riteniamo che sia più opportuno, ma è una materia che riguarda gli enti locali, per cui la tempistica non ci permette di definirlo in questi tre mesi. Dopo la zonizzazione vanno predisposti i piani di risanamento acustico che il Comune di Aosta ha fatto.

La Consigliera Squarzino sa bene che il Comune di Aosta ha fatto il piano di risanamento acustico e questo dimostra - rispondo così al terzo quesito - che i comuni, ai sensi dell'articolo 6, comma e) della legge quadro n. 447/1995, già possono, volendo, predisporre i regolamenti. Il punto d) dice, infatti, che spetta ai comuni il controllo del rispetto della normativa per la tutela dell'inquinamento acustico all'atto del rilascio delle concessioni edilizie ai nuovi impianti e infrastrutture e il punto e) stabilisce che spetta ai comuni l'adozione di regolamenti per l'attuazione della disciplina statale e regionale per la tutela dell'inquinamento acustico. La Consigliera mi risponderà che manca la disciplina regionale, ma appunto qui ritorna il problema iniziale: noi vogliamo fare una legge regionale, che non si limiti, come hanno fatto molte delle regioni di quelle citate, a definire i criteri e a definire il percorso, perché la realtà delle altre regioni è diversa.

Esse cioè hanno definito se spetta alle province piuttosto che ai comuni o alle comunità montane, qual è l'ufficio competente e qual è la procedura da seguire. Noi questa fase la risolviamo con l'articolo 98 del disegno di legge di modifica della n. 54, non c'è bisogno di una disciplina specifica. Vorremmo andare a definire nella disciplina elementi di valutazione più puntuale, ad esempio la valutazione dei comuni turistici, per i quali, in virtù della legge quadro n. 447, i piani di zona e i piani di inquinamento dovrebbero definire lavori più bassi rispetto alla generalità del territorio. Dovremmo andare a definire, in armonia con il Servizio urbanistico, i comuni soggetti alla tutela della sovrintendenza, e sono moltissimi, e dovremmo andare a definire per macroaree alcuni grossi argomenti: i limiti lungo l'asse autostradale, i limiti lungo l'asse ferroviario e i limiti lungo le strade comunali e statali. Questo è quanto vorremmo fare. Aggiungo anche che la bozza del disegno di legge è pronta secondo le linee generali delle altre regioni, ma non ci soddisfa rispetto a quanto ho appena riferito, per cui va in gran parte rivista secondo la logica di puntualizzare meglio alcuni argomenti.

Concludo dicendo che, non appena sarà approvato il disegno di legge di modifica della legge n. 54, fisseremo un incontro con gli enti locali per definire con loro un percorso di avvicinamento alla problematica e capire come assieme si possa impostare questa normativa, per capire se i comuni e gli enti locali sono d'accordo circa la strategia che è stata testé evidenziata.

Presidente La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Rispetto alla risposta alla prima domanda sono soddisfatta, nel senso che, per quanto concerne i dati e la filosofia dell'impostazione del problema, l'Assessore ha fatto riferimento alla prima relazione sullo stato dell'ambiente dell'ARPA, allo stesso volume, alle stesse pagine che ho citato nella mia illustrazione. Sono contenta che questo lavoro di monitoraggio sia continuato, sono contenta che ci sia la volontà di completare questa rete di monitoraggio mettendo a confronto i dati di dieci anni in modo da avere una percezione più chiara del problema. Non sono invece soddisfatta della seconda parte del suo intervento, relativa alla seconda domanda che abbiamo posto.

Abbiamo chiesto se c'è una volontà precisa di intervenire, per dotare anche la Regione di una legge riguardante questo settore. Lei prima ha detto che non potevate farlo, perché a livello nazionale mancano i decreti per cui non vale la pena di farlo. Nella seconda parte del suo intervento poi ha anticipato che questo comunque verrà fatto con delibere di Giunta, intervenendo sulla legge n. 54 delle autonomie dei comuni, ma che questa è una cosa che viene fatta subito. Il motivo quindi non è che si aspetta l'intervento dello Stato per fare questo, "noi possiamo fare una nostra legge" ha detto l'Assessore e io posso concordare con lui, perché non è detto che la legge regionale della Valle d'Aosta sia una fotocopia della legge quadro; condivido l'idea di individuare una legge che sia rispettosa delle caratteristiche del nostro territorio, ma questo non ci fa dire che dobbiamo rinviare a chissà quando.

Mi ha detto che ha una bozza pronta, me l'ha fatta vedere, io le posso credere, ma quella bozza può essere di qualunque altra legge! O lei mi permette di verificarlo, oppure è solo un pezzo di carta, Assessore, abbia pazienza! È un pezzo di carta che non ha nessun valore, di conseguenza non ha nessun valore il fatto che lei dica che sta riflettendo su questo argomento. Voi avete ancora quattro mesi di tempo, volevamo meno mesi, voi ne volete di più, come abbiamo capito ieri; avete rivendicato voi con forza e con orgoglio che voi siete una Giunta di governo e che volete fare ancora delle cose in questi mesi, lei ha la possibilità di farlo!

Da quel che dice lei, sembra che lei abbia le idee chiare, sembra che lei sappia cosa vuole fare, allora dia le indicazioni chiare in questo senso! Il fatto che lei non voglia impegnarsi, lei e la sua Giunta - in questo caso "sua" perché lei oggi rappresenta anche il Presidente della Regione - non vi vogliate impegnare su questo tema, vuol dire che, al di là dei dati raccolti, della rete di monitoraggio, dell'aver costruito un sistema all'avanguardia, voi non siete affatto interessati a questo problema! Prendiamo atto di questo.