Oggetto del Consiglio n. 2930 del 8 gennaio 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 2930/XI Realizzazione di una pista forestale di collegamento alla località Mont Blanc di Issogne. (Interrogazione)
Interrogazione Preso atto che in data 19.12.2001 la Direzione Forestale dell'Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali ha presentato, per la Valutazione dell'Impatto Ambientale, un progetto per la realizzazione di una pista forestale di collegamento alla località Mont Blanc nel Comune di Issogne;
Osservato che tale pista, assai impattante dal punto di vista ambientale (tant'è che la relativa valutazione di compatibilità ha dato esito negativo), non pare rispondere ad alcuna finalità "forestale", non essendo funzionale alla difesa, al miglioramento e all'utilizzazione del bosco;
Creduto piuttosto che la pista in esame risponda ad altre esigenze;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
l'Assessore competente per sapere:
1) quali sono le reali finalità dell'eventuale realizzazione della pista forestale di collegamento alla località Mont Blanc del Comune di Issogne;
2) quale giudizio dà della valutazione di impatto ambientale;
3) che ne sarà del progetto in esame.
F.to: Curtaz
Président La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.
Perrin (UV) La realizzazione della pista forestale in questione è stata presa in considerazione dall'Amministrazione in seguito alla presa d'atto delle esigenze della popolazione locale, che ritiene, con questa infrastruttura, di poter usufruire dell'area boscata - ed è un'area boscata di grossa estensione - in modo più razionale e produttivo, agevolando in tal modo anche le funzioni di salvaguardia idrogeologica svolte dalla vegetazione boschiva stessa. Per scendere nei particolari e per rispondere puntualmente alla domanda dell'interrogante, si può dire che, in primo luogo, si produrrà il miglioramento dell'assetto idrogeologico; infatti, la realizzazione della pista consentirà un più agevole controllo del territorio e un corretto mantenimento del bosco e del sottobosco, che svolgerebbero in tal modo un'adeguata funzione di regimazione delle acque superficiali.
Inoltre, dai numerosi sopralluoghi effettuati in quella zona dai nostri tecnici e progettisti incaricati, si è riscontrato un notevole accumulo di materiale, pietra, legname ed arbusti, sia lungo le aste torrentizie, sia nel bosco, dovuto all'assenza di un qualsiasi intervento manutentivo. In occasione di eventi meteorologici intensi si sono infatti già verificati piccoli fenomeni di "piena", con notevole trasporto di materiali a valle. La presenza della pista permetterà anche il monitoraggio e la manutenzione delle aste torrentizie della zona. In secondo luogo, si potrà raggiungere l'aumento della produttività dell'area boscata. Attualmente la redditività dell'area boscata è nulla, in quanto, vista la difficoltà di accesso, i proprietari dei fondi hanno abbandonato l'utilizzo della zona. La realizzazione della pista consentirà l'esecuzione di tagli e reimpianti, incentivando l'utilizzo ed aumentando notevolmente la redditività del bosco. Al giorno d'oggi l'intervento selvicolturale spesso è condizionato dalla possibilità di ottenere un prezzo di macchiatico positivo o, nel caso in cui il legno sia ad uso dello stesso proprietario, che il bosco stesso sia di facile accessibilità, condizione "sine qua non" per una minima utilizzazione del bosco. È sempre più facile vedere il bosco abbandonato a sé stesso in mancanza di vie di accesso; ne sono testimonianza, nella zona, i numerosi cedui presenti in stato di progressivo abbandono. Un altro aspetto non trascurabile è la funzione antincendio che la pista potrà fornire: fungendo da via di accesso per i mezzi e squadre antincendio boschivo, permetterà interventi più efficaci abbattendo notevolmente anche i costi.
Nelle condizioni attuali eventuali operazioni antincendio sarebbero molto onerose, in quanto si potrebbe intervenire solo con l'elicottero. Infine, la pista agevolerebbe il recupero e la rivitalizzazione dei luoghi e non è uno scopo secondario, dall'incentivazione al recupero del patrimonio edilizio, ad interventi di riqualificazione ambientale, ad esempio nei confronti delle vecchie discariche, delle vecchie cave che oggi sono inattive; anche il villaggio di Mont Blanc diventerebbe più facilmente raggiungibile, divenendo, fra l'altro, punto di partenza per l'accesso alle frazioni più alte. Per rispondere al punto 2, la commissione del VIA ha espresso parere negativo sul progetto proposto, perché dall'esame degli elaborati emergevano eccessivi volumi di scavi e di riporti, oltre ad alcuni sbancamenti in roccia. Il progetto prevedeva anche la costruzione di muri di sostegno.
La commissione aveva anche ritenuta carente la relazione geologico tecnica; si ritiene di poter ovviare ad una buona parte delle problematiche con la redazione di una nuova progettazione con la quale, pur ricalcando in linea di massima il tracciato esistente - perché non ci sono grosse possibilità di variazione del tracciato - si potrà riproporre un tracciato più aderente al terreno originale con conseguente minore impatto. In sede di revisione del progetto si provvederà ad un approfondimento delle tematiche geologiche, così come si ritiene di poter impiantare il cantiere per la realizzazione della pista in maniera da non arrecare disturbi all'avifauna, perché una delle motivazioni del diniego è stata quella di non andare a disturbare un sito di nidificazione di una delle specie fra le più importanti dell'avifauna valdostana. In conclusione, tenendo in debito conto i benefici apportati dall'intervento, il progetto sarà rivisto alla luce di quanto ho esposto e, probabilmente, riproposto alla Commissione del VIA se ci saranno le condizioni, al fine di verificare la possibilità di realizzare effettivamente l'opera con un limitato impatto sull'ambiente. Un'opera che dà un grosso servizio ad una zona che sappiamo essere difficile, ma che, se permarrà difficilmente accessibile, non potrà che essere abbandonata dall'attività dell'uomo.
Président La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) Nonostante la convinzione con cui l'Assessore ha risposto all'interrogazione, non è riuscito a convincermi della bontà delle sue argomentazioni e cercherò di fare alcune osservazioni anche di carattere generale, che prescindono dalle valutazioni sulla necessità di questa strada. Questo progetto - l'Assessore lo ha messo fra le righe, parlando di esigenze secondarie da non trascurare - ha tutta l'aria di essere non una pista forestale, ma una pista agricola di accesso a certe zone e idonea a favorire la ristrutturazione di vecchi edifici. Non dico che questa sia un'esigenza trascurabile, però abbiamo l'ennesima dimostrazione come spesso, con il pretesto di fare una pista forestale, poi facciamo tutt'altro! Le esigenze di manutenzione, anche boschiva, sono tutte apprezzabili e condivisibili, però ritengo che in questa regione ci sia difficoltà a fare un ragionamento in termini di costi-benefici, perché se andassimo a vedere certe opere pubbliche, dividendo il costo complessivo per numero di utenti o per valore intrinseco del bene da mantenere, troveremmo delle sproporzioni inaudite!
Secondariamente credo che, ancora una volta, bisognerebbe riflettere e verificare se - non mi riferisco al caso in esame perché non lo conosco a sufficienza - la strada è sempre l'unico mezzo per intervenire. Faccio un esempio che forse ho già portato, ma non è secondo me inutile ripeterlo. Qualche tempo fa, la III Commissione è andata nel salisburghese a verificare come vengono fatte le dighe selettive: questo dopo l'alluvione. Abbiamo scoperto che addirittura hanno costruito dighe selettive e le mantengono con periodicità semestrale, mi pare, senza avere una strada, adottano altri sistemi. Pensiamo che costino di più? No, costano di meno, perché hanno portato il materiale per fare le dighe con delle teleferiche mobili, di quelle che vengono smontate alla fine del lavoro, magari recuperate per un'altra struttura e alla fine il lavoro costa meno! La manutenzione viene fatta portando via il legname attraverso elicotteri e cose del genere.
Credo che questi ragionamenti si debbano fare, non solo per un discorso di impatto ambientale che è evidentissimo, ma anche per questioni economiche. Vanno fatti anche in riferimento a questo progetto specifico, perché credo che qualsiasi progetto riferito a questa strada, anche se riuscisse a superare la valutazione di VIA - cosa che non è riuscito a fare il primo progetto - avrebbe dei problemi di impatto - quanto meno visivo - assai evidenti, perché conoscendo la zona esposta alla valle centrale avremmo quella che considero un'ennesima ferita nel territorio della nostra regione. C'è un giudizio negativo su questo progetto, ma c'è anche una richiesta di riflessione, perché è possibile, anche confrontando con esperienze dell'esterno, verificare se ci sono modalità di accesso ai luoghi di carattere diverso, che possono contemperare le esigenze economiche e quelle ambientali.