Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 723 del 15 luglio 1999 - Resoconto

SÉANCE DU 15 JUILLET 1999 (MATIN)

OGGETTO N. 723/XI Revisione del progetto della discarica di inerti nel sito "pendici del Verrand". (Interrogazione)

Interrogazione Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 4257 del 24 novembre 1997 con cui si chiedeva una revisione del progetto esecutivo della discarica di inerti nel sito "pendici del Verrand", al fine di una maggior salvaguardia della zona boscata a conifere esistente in loco;

Appreso che in realtà si sta procedendo ad una totale devastazione della zona, con abbattimento di numerosi alberi di alto fusto;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

la Giunta regionale per conoscere:

1) in che data, con quale provvedimento e sulla base di quali elaborati si è proceduto all'approvazione della revisione del progetto citato in premessa;

2) se sulle modifiche del progetto è stata preventivamente sentita la stazione forestale competente, in che data, con quale espressione di parere.

F.to: Curtaz - Squarzino Secondina

Président La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.

Perrin (UV) Devo fare una breve cronistoria dei fatti, per rispondere a questa interrogazione.

Con deliberazione della Giunta regionale del 24 novembre 1997 concernente: "Valutazione positiva condizionata sulla compatibilità ambientale del progetto di smaltimento dei materiali inerti provenienti dallo scavo della galleria autostradale del Dolonne, secondo lotto, nei Comuni di Morgex, Pré-Saint-Didier e Courmayeur", presentato dalla società RAV, si è approvata la sistemazione del materiale inerte proveniente dai lavori autostradali in cinque siti specifici: quello del Dailley, Susey, Lamanche in Comune di Morgex, la pendice di Verrand in Comune di Pré-Saint-Didier e la Brenva in Comune di Courmayeur.

La sistemazione del materiale di risulta nei cinque siti sopraelencati, oltre a risolvere il problema di stoccaggio degli inerti, permette in alcuni casi di andare a sanare problematiche legate all'assetto del territorio; c'è un riempimento di vecchie escavazioni di cava, per una parte, nel caso di Susey, Vineuve, Lamanche, la Brenva, la protezione da eventi calamitosi nel caso di Dailley e la sistemazione e consolidamento del versante per quanto concerne invece le pendici di Verrand. Quest'ultima area, oggetto dell'interrogazione, è costituita da un versante geologicamente instabile che presenta fenomeni di assestamento e di erosione superficiale, causati in parte da fattori meteorologici e in parte conseguenti alla costruzione della superstrada 26.

Nel luglio 1996, tra l'altro, un evento alluvionale di eccezionale intensità ha causato notevoli danni alle strutture esistenti e in corso di realizzazione lungo il tratto della Dora Baltea compreso fra il Traforo del Monte Bianco e la pendice di Verrand. In particolare su quest'ultima sono stati rilevati numerosi distacchi della coltre superficiale, che hanno interessato addirittura la strada statale.

La necessità di consolidare la pendice risulta quindi indispensabile e non differibile, al fine di garantire la stabilizzazione e la conseguente messa in sicurezza delle costruende infrastrutture.

Le soluzioni tecniche individuate per la risoluzione dei problemi sono: il blocco dell'erosione ai piedi della pendice, mediante sistemazione idraulica della Dora Baltea e il consolidamento al piede della pendice con un rilevato in terra rinforzata. Gli interventi sono determinanti per garantire la stabilità del versante e delle opere che sopra insistono, e prevedono preliminarmente il taglio della vegetazione boschiva presente in questa fase.

Va sottolineato che le piante che ricoprono attualmente il versante sono relativamente giovani e presentano irregolarità e curvature dei tronchi, dovute proprio all'instabilità del sito.

Con la deliberazione n. 4257/97, pur esprimendo una valutazione positiva sulla compatibilità ambientale del progetto di sistemazione della pendice di Verrand, si è richiesto che il progetto esecutivo fosse concordato con il coordinamento risorse naturali dell'Assessorato all'agricoltura, al fine di preservare parte della zona boscata che è composta da conifere.

Il progetto esecutivo presentato dalla RAV e concordato con il Coordinamento delle risorse naturali nella primavera 1998 contiene delle modifiche al precedente progetto, riducendo le zone interessate dai lavori. Purtroppo la necessità di eseguire interventi finalizzati alla stabilizzazione dei versanti sopra evidenziati, non rende possibile variare di molto il numero di piante da preservare. Infatti, come rilevato anche dal personale della stazione forestale competente, parte delle zone boscate che si volevano inizialmente salvaguardare sono state interessate dai necessari lavori di regimazione idraulica della Dora, cioè quell'intervento dovuto all'eccezionale calamità.

Il Dipartimento risorse naturali, tramite la Direzione del Corpo forestale, ha però provveduto nel frattempo, con nota del 19 maggio scorso, a richiedere alla società RAV nuove soluzioni progettuali, onde consentire il rispetto delle disposizioni contenute nella deliberazione. Una delle soluzioni possibili potrebbe essere il successivo rimboschimento della zona, quando i lavori saranno terminati. Si fa presente che allo stato attuale i lavori di sistemazione delle pendici non sono ancora iniziati e che non si è provveduto per il momento all'abbattimento di alberi presenti, fatta eccezione per quelli - ripeto - interessati dai lavori di regimazione idraulica, nel corso del precedente intervento.

Président La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) La risposta dell'Assessore è stata per certi versi completa anche nella sua premessa, ma sono totalmente insoddisfatto delle risposte che sono state date, anche se l'Assessore con ampia maestria ha tentato di minimizzare quello che è successo.

Visto che so che è un amante della montagna, lo invito ad andare a visitare la zona, se non lo ha già fatto. Se è andato a visitare la zona, si sarà reso conto di quale scempio si sta realizzando sotto i nostri occhi e a nostre spese, e con l'Amministrazione regionale e gli organi forestali competenti che stanno a guardare, come le stelle nei romanzi.

Non posso condividere alcune delle affermazioni che l'Assessore ha fatto, alcune quasi paradossali come quella che, ammettendo che ci troviamo in una zona di dissesto geologico, si affronta questo dissesto togliendo le piante. Credo che questa sia una cosa di comune esperienza, che nessuno ha mai visto fare.

Mi preoccupa che si dica che purtroppo non è possibile salvare le piante, tanto che già una parte di esse sono scomparse nonostante quello che era stato concordato; mi preoccupa il fatto che si invitino le controparti, le società, la società delle autostrade, a delle nuove soluzioni progettuali, perché questo vuol dire che si tratta di nuove soluzioni progettuali che sono indirizzate a "riparare" i danni che già sono stati provocati nel frattempo. Si parla genericamente di un possibile successivo rimboschimento, ma sappiamo che trattandosi di boschi e di conifere anche un successivo rimboschimento potrebbe avere degli effetti positivi sul territorio fra decine di anni.

Credo che su questa vicenda ci sia stata scarsissima attenzione, come su altre vicende che riguardano l'ambiente nella nostra regione. Ancora una volta dimostriamo come non sappiamo assolutamente valorizzare quella che è la nostra massima ricchezza attraverso omissioni, come in questo caso, attraverso dimenticanze, attraverso lassismi, attraverso il non intervento, quando si manifestano da parte di terzi soggetti degli atteggiamenti vandalici rispetto ad un progetto originario che, nell'occasione, non è stato rispettato.

Chiudo quindi invitando l'Assessore a fare tutto il possibile, senza troppi "purtroppo", perché si ponga rimedio a questa situazione e di vigilare in futuro affinché altre situazioni analoghe non si ripetano.