Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2879 del 10 dicembre 1997 - Resoconto

SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 10 DICEMBRE 1997

OGGETTO N. 2879/X Definizione dell'importo esatto dei tickets sanitari. (Interrogazione)

Interrogazione Venuti a conoscenza che gli uffici dell'U.S.L., dopo innumerevoli reclami da parte dei cittadini, non hanno ancora definito l'importo esatto di ticket sanitari da pagare;

Considerato che tale situazione ha ingenerato e ingenera non soltanto il malcontento ma anche e soprattutto la sfiducia verso le istituzioni pubbliche;

i sottoscritti consiglieri regionali

Interrogano

la Giunta regionale per sapere:

1) se quanto denunciato risponde al vero e nel caso affermativo perché non sono stati adottati i provvedimenti necessari per evitare tale situazione;

2) se sono già state intraprese delle iniziative nei confronti della direzione dell'U.S.L. da parte della Giunta regionale al fine di evitare che situazioni analoghe possano verificarsi in futuro.

F.to: Parisi - Lanièce - Viérin Marco

Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.

Vicquéry (UV) L'Assessorato, in merito al problema che è stato sollevato con l'interrogazione, ha chiesto informazioni all'USL la quale ha risposto che a lei risulta esserci stato un unico caso di disguido, unico caso che poi è balzato all'attenzione tramite gli organi di stampa, ma che direttamente non è stato portato all'attenzione né dell'Ufficio pubbliche relazioni dell'USL né degli organi di direzione dell'USL, per cui si ritiene che l'interpellanza faccia riferimento a questo caso.

I disguidi derivano da una diversa interpretazione da parte degli uffici nell'applicazione della normativa sui ticket, normativa che, come il Consigliere Parisi sa, è difficilissima da applicare perché è un continuo susseguirsi di disposizioni nelle varie leggi finanziarie, alcune delle quali abrogative di precedenti disposizioni, altre integrative, con difficoltà interpretative grosse.

Probabilmente l'interpretazione diversa, nel caso specifico, è stata determinata dal fatto che in alcuni uffici hanno fatto pagare solo la quota fissa di 6000 lire, essendosi dichiarato disoccupato il cittadino, il quale sembrerebbe essersi presentato negli sportelli dell'ospedale per chiedere altre prestazioni e dove gli avrebbero chiesto anche la dichiarazione dei redditi. Perché non è sufficiente lo stato di disoccupazione, bisogna avere anche un reddito non superiore a 16 milioni lordi se persona singola e a 22 milioni lordi se coniugata, più 1 milione per ogni figlio a carico, per poter aver diritto all'esenzione del ticket; si pagano solo le 6.000 lire come quota fissa comunque e non si paga fino a 70.000 lire, che è il costo delle prestazioni.

Gli uffici dell'USL dicono anche che non è esatta l'affermazione secondo cui essi non avrebbero ancora definito l'importo esatto dei ticket sanitari, infatti quest'importo è stato determinato con deliberazione della Giunta regionale n. 1761 del 19 maggio 1997, e ribadiscono che bisogna considerare piuttosto la difficoltà che gli uffici in questione incontrano ogni giorno, per reperire sul predetto tariffario gli accertamenti voluti dai medici in quanto ciascuno di essi usa spesso terminologie differenti per indicare la stessa indagine diagnostica e inoltre perché frequentemente non viene utilizzata la denominazione riportata sul nomenclatore regionale. È comprensibile quindi che, qualora un medico prescriva ad esempio - leggo testualmente quanto scrivono gli uffici dell'USL - una medicazione complessa, non tutti gli uffici preposti alla tariffazione sappiano che occorre riferirsi alla voce "rimozione asportativa di ferita, infezione o ustione", come suggerito dallo specialista competente, per cui ne deriva una carenza di omogeneità nello svolgimento del lavoro effettuato.

È un tema molto, molto complesso questo dei ticket perché coinvolge in prima battuta il medico di medicina generale che fa la prescrizione, gli specialisti ambulatoriali territoriali e gli specialisti ospedalieri e proprio per questo motivo si tratta di coordinare il tutto. Conto molto perché dopo quanto è successo siamo intervenuti per capire bene, sul decollo appena avvenuto dell'area territoriale, che ha già preso alcune iniziative consistenti nel diramare delle disposizioni univoche per tutti. Il problema di fondo sta nel controllo perché, se è vero che tutta la legislazione in vigore, compresa la Bassanini e la legge sulla trasparenza, ribadiscono più volte il concetto dell'autocertificazione e dell'autodichiarazione agli sportelli, è anche vero che gli sportelli non possono e non devono sempre affidarsi alle dichiarazioni dei cittadini perché, se il cittadino dichiara su sua certificazione di essere disoccupato e dichiara di avere un reddito inferiore ai 16 milioni, evidentemente l'ufficio prende atto di quanto dichiara il cittadino.

Immaginate infatti cosa comporterebbe andare a controllare all'Ufficio del lavoro lo stato di disoccupazione ogni volta e farsi consegnare la dichiarazione dei redditi ogni volta per fare una radiografia. Succederebbe che il cittadino per fare una prestazione passerebbe delle giornate intere a portare della documentazione. Pertanto ci si affida all'autodichiarazione, che talvolta comporta questi problemi, perché il funzionario più diligente che richiede documentazione supplementare si rende conto che il cittadino deve pagare le 70.000 lire e non solo le 6.000 lire.

Il primo intervento che si sta attuando in questi giorni è un riesame di tutte le disposizioni e vi assicuro che ci sono faldoni interi di disposizioni date sulle singole tariffazioni che sono migliaia per ogni singola prestazione, sia che sia fatta dallo specialista, sia che sia fatta dal medico, eccetera.

Il secondo intervento grosso è quello della prossima entrata in funzione del CUP (Centro unico di prenotazione), su cui stiamo lavorando e che è un obiettivo che la Regione ha dato all'USL, CUP che dovrebbe risolvere in parte questi problemi, ma il problema di fondo, Consigliere Parisi, è che la politica dei ticket è una politica dissennata che, in primo luogo, obbliga gli sportelli e l'USL ad un carico di lavoro enorme, per avere poi nella voce Entrata degli importi ridicoli rispetto al carico di lavoro.

E che, in secondo luogo, pone dei grossi problemi al cittadino che in una logica di totale parificazione del servizio pubblico con il servizio privato giustamente preferisce sotto alcuni punti di vista rivolgersi al privato, presso il quale non deve pagare nessun ticket. Ma è una politica che il Governo sta continuando ad attuare perché sulla finanziaria, come sappiamo, si sta parlando del ricavometro che è un'altra diavoleria che, se dal punto di vista delle finanze può avere delle giustificazioni, dal punto di vista della semplicità amministrativa, della snellezza burocratica e della possibilità da parte del cittadino di essere agevolato nella sua vita quotidiana sicuramente sarà un grosso handicap.

Tornando alla nostra realtà, spero che situazioni del genere non vengano a riprodursi. È anche vero che - con questo non voglio giustificare nessuno - si sta attuando uniformemente una politica di controlli maggiori che riguardano non solo i ticket, ma tutte le prestazioni sanitarie.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (Aut) Ringrazio l'Assessore per la risposta che è stata data. Se la RAI ha ampliato un fatto singolo, cioè l'unico caso successo, mi sembra un po' strano che si dia tutta quest'attenzione ad un caso; probabilmente, come mi risulta, la situazione è quella che poi ha spiegato l'Assessore.

L'interpretazione è difficile, non è effettivamente l'unico caso, ma vi sono stati tantissimi altri casi di cittadini che si sono lamentati per questo andirivieni perché succede che se lo stesso ente dà in un ufficio una risposta e poi il cittadino si presenta presso un altro ufficio sempre dello stesso ente, ma che gli dà una risposta completamente contraria...

(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)

... qui si parlava di interpretazione di una norma, ma di una prestazione che credo sia la stessa che era stata prospettata al primo ufficio. Mi sembra che la situazione, come ha anche confermato l'Assessore, sia abbastanza difficile e complicata, quindi mi auguro, proprio per evitare di aggravare una situazione generale di diffidenza che già il cittadino ha verso l'istituzione pubblica, che l'USL faccia almeno una circolare esplicativa ai medici per dire come si devono comportare nel momento in cui rilasciano i certificati, o con altri sistemi, in modo da evitare questa confusione che sicuramente non dà un'immagine così esemplare di quello che è il servizio pubblico.

Termino augurando che questo fatto, anche in previsione di quello che diceva l'Assessore, si debba completare attraverso quell'operazione che diceva l'Assessore.