Oggetto del Consiglio n. 1208 del 8 marzo 1995 - Resoconto
SEDUTA ANTIMERIDIANA DELL'8 MARZO 1995
OGGETTO N. 1208/X Iniziative per arginare la diffusione di sostanze stupefacenti e per aiutare i tossicodipendenti. (Interpellanza)
Interpellanza Verificata la necessità della presenza assidua di strutture operanti attivamente sul territorio valdostano al fine di arginare la diffusione di sostanze stupefacenti e di aiutare i tossicodipendenti ad uscire dalla spirale mortale della droga;
Preso atto dell'opportunità, da parte dell'Amministrazione regionale, di valutare, sulla base di criteri informativi ed esperenziali, le effettive capacità delle strutture, pubbliche e private, di operare nel raggiungimento dei fini sopraelencati;
Vista la carenza sul territorio, evidenziata pure dai familiari di molti tossicodipendenti, di mezzi atti a combattere attivamente e con ogni strumento possibile il fenomeno della tossicodipendenza, in quanto le strutture pubbliche ambulatoriali (SERT, UOAT) troppo spesso si avvalgono unicamente del metadone quale unica terapia "disintossicante" che ai dosaggi attuali preclude l'ingresso in qualsiasi tipo di comunità residenziale dei tossicodipendenti che si avvalgono di tale trattamento;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
l'Amministrazione regionale per conoscere:
1) i dati in possesso dell'Amministrazione in merito all'estensione del consumo di stupefacenti in Valle d'Aosta e dei risultati ottenuti con vari tipi di trattamento riabilitativo, nonché dei risultati, se ve ne sono, ottenuti con l'utilizzo del metadone;
2) l'ammontare della spesa sostenuta dall'Amministrazione regionale negli ultimi cinque anni per la collaborazione con gli enti ausiliari per la riabilitazione della tossicodipendenza, nonché i costi sostenuti dall'Amministrazione per la distribuzione del metadone e i costi sostenuti, anno per anno, per il mantenimento delle strutture SERT, UOAT e delle comunità terapeutiche valdostane;
3) se è all'attenzione dell'Amministrazione regionale l'opportunità di approntare uno studio per verificare la possibilità di creare un tipo di finanziamento agevolato per le famiglie che vivono in prima persona il problema della tossicodipendenza che intendono avvalersi di strutture adeguate da tempo impegnate nel recupero della tossicodipendenza e dalla provata capacità riabilitativa e preventiva, che non si avvalgono di nessun tipo di surrogato delle droghe nei loro metodi di riabilitazione ampiamente dimostrati da studi medico-scientifici.
F.to: Lanièce
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Lanièce.
Lanièce (GA) Questa interpellanza è molto importante, perché riguarda un problema come quello della droga, che è un problema altamente sociale e che presuppone una forte attenzione da parte di tutte le componenti sociali del paese, in modo particolare da parte delle componenti politiche. Quindi è importante anche verificare i risultati ottenuti in questi ultimi anni, risultati che a volte non sono così positivi come dovrebbero essere, visto la rilevanza sociale del problema.
La droga è ben lontana dall'essere sconfitta, secondo dati statistici in Italia quasi il 4 percento dei giovani dai 12 anni in su farebbe uso di droghe. Nuove sostanze come l'exstasy e il crack hanno invaso i mercati clandestini, mentre una gamma agghiacciante di psicofarmaci viene smerciata più o meno legalmente anche sui banconi delle farmacie, addirittura da quei servizi sociosanitari preposti a risolvere il problema.
I recenti scandali multimiliardari legati alla sanità hanno aperto gli occhi del cittadino, mostrando - ove vi fossero veri e propri crimini sul patrimonio pubblico e sulla pelle di chi soffre - un quadro di desolante inefficienza e la mancanza di una precisa volontà politica nel risolvere davvero il problema.
Droga di strada e droga legale sembrano quindi stringere il giovane tossicodipendente in un vicolo cieco, un cammino forse inutile e senza speranza. Ma dalla droga secondo me si può uscire ed il giovane che ha abusato di stupefacenti, alcool e psicofarmaci, può recuperare la sua integrità e reinserirsi a pieno titolo nella famiglia e nel contesto sociale. La droga può quindi essere sconfitta e la sua cultura sradicata dalla società civile, a condizione che ci sia una ferrea volontà da parte delle amministrazioni pubbliche di concerto con tutte quelle strutture, sia quelle che sono convenzionate con il pubblico sia quelle private, associazioni di volontariato, privato sociale, che operano sul territorio e la cui azione deve essere primaria nell'ambito della lotta alla droga.
Azione che può essere tanto più incisiva, quanto più riesce a creare una sorta di coordinamento stretto fra tutte le forze in campo, senza discriminazioni di parte, perché il fine ultimo è la riabilitazione del tossicodipendente, anche perché ogni struttura ha dei metodi diversi e i metodi sono inconfutabili, perché ognuno ha suoi procedimenti, suoi programmi, però l'importante è la riabilitazione del tossicodipendente. Quindi non si può non rivolgersi a tutti quegli enti che dimostrano e dimostreranno di dare buoni risultati nel campo della lotta alla droga.
Ho valutato con particolare attenzione in questo periodo, in cui ho seguito questo problema, incontrando alcuni dei rappresentanti di queste strutture che operano sul territorio valdostano, i dati forniti dal SERT della Valle d'Aosta sull'attività di riabilitazione e di recupero dei tossicodipendenti, e sono rimasto un po' sconcertato circa l'uso e la quantità di metadone che il servizio utilizza, che fa sì che i tossicodipendenti rimangano tali, perché ovviamente il metadone non è altro che una droga.
I dati del SERT evidenziano che dal 1988, anno in cui è stato creato il SERT, a tutt'oggi la quantità di persone che fanno abituale uso di sostanze stupefacenti è aumentata in modo considerevole. Peraltro, sulla base degli elementi che mi sono stati forniti dagli operatori che svolgono l'attività di sostegno e di recupero sul territorio, il numero di utilizzatori di sostanze stupefacenti ammonta in Valle d'Aosta a circa 3000 unità. Il servizio, come dicevo, ha finora realizzato in modo esclusivo un programma basato sulla fornitura, talvolta anche in quantità indiscriminata e spesso con terapia a mantenimento del metadone. Metodi questi che ritengo siano inefficaci e improduttivi per il fine ultimo che si intende perseguire, ovvero il recupero e il completo reinserimento nel contesto sociale di coloro che vivono o hanno vissuto, in passato, in modo diretto l'esperienza della tossicodipendenza.
É opinione diffusa fra l'altro che consentendo ad un tossicodipendente, anche sotto controllo medico, l'uso di metadone e quindi di uno stupefacente legalizzato, si risolve in modo concreto un problema di ordine pubblico. Con la somministrazione del metadone, si dice, evitiamo che ci siano dei furti, che ci siano altre azioni illegali.
La soluzione per impedire a chi fa uso di sostanze stupefacenti di commettere atti contro il patrimonio pubblico, furti o addirittura di prostituirsi per procurarsi il denaro necessario all'acquisto della dose giornaliera, non è certo quella prospettata dai più e praticata attraverso il SERT, quello proprio del metadone a mantenimento: mi sembra che ciò non possa raggiungere quel fine ultimo e indispensabile che è la riabilitazione del tossicodipendente.
Le comunità terapeutiche e le associazioni convenzionate con la Regione, anche altre associazioni private, hanno costantemente lamentato che l'indiscriminato uso di metadone che altro non è che un narcotico oppiaceo, i cui effetti da astinenza sono del tutto identici a quelli prodotti dall'eroina, impedisce di fatto ai tossicodipendenti l'accesso ai programmi di recupero avviati dalle stesse comunità: infatti le comunità non possono accettare persone che utilizzano il metadone.
Ritengo doveroso evidenziare l'importanza del ruolo svolto e l'impegno profuso dalle comunità, seppure con gravi carenze organizzative e mezzi economici non adeguati, applicando comunque metodi e interventi di lavoro diversificati rispetto a quelli utilizzati dal SERT. Questo l'ho visto anche contattando direttamente queste comunità, verificando dal vivo l'opera di queste comunità, che hanno il compito di cercare di portare un aiuto concreto alle persone che si trovano in grave difficoltà.
Ritengo comunque necessario che questo tema venga approfondito in seguito, perché ovviamente non è che con una discussione si possono raggiungere delle soluzioni. Ci sono diverse proposte, ma sicuramente una proposta importante è quella di creare al più presto un coordinamento fra tutte le forze in campo, fra tutte le persone che hanno dimostrato fino adesso, sia strutture convenzionate con il pubblico che strutture private, di voler lavorare attivamente per risolvere questo problema. Un coordinamento, quindi, fra il SERT, che è una struttura collegata direttamente con l'USL, e tutte queste strutture in modo che ci possa essere una linearità di azione, in modo che queste stesse strutture siano coinvolte dallo stesso SERT con dati aggiornabili continuamente. Questa, penso, sia un'azione che l'Assessorato, in modo particolare l'Amministrazione regionale, potrebbe fare perché non è costosa, e anche perchè dimostrerebbe la buona volontà di cercare di mettere un primo tassello verso la lotta a questo gravissimo fenomeno sociale. Inoltre la creazione di un coordinamento fra tutte queste strutture penso non sia una cosa di difficile attuazione, occorre solamente buona volontà.
So che esiste un gruppo di lavoro, ma a detta dei vari operatori che ho contattato, si tratta di un gruppo di lavoro che non ha una effettiva operatività, e che non discute a fondo le linee di azione che dovrebbero essere intraprese per portare dei risultati positivi. Questo è un invito che faccio all'Assessore; penso che l'Assessore sia a conoscenza di questo problema, penso che l'Assessore sia una persona che dedica importanza a certi fenomeni come la droga, e quindi mi auguro che possa accettare questo invito.
Se non ci sarà da parte dell'Assessorato questa iniziativa, mi farò io stesso promotore di un confronto fra tutti gli esponenti delle varie strutture, in modo che emerga una volontà dei cittadini diretta a far sì che si crei un coordinamento che possa finalmentedare dei risultati utili ed importanti sulla via della lotta contro la droga.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore alla sanità e assistenza sociale, Vicquéry.
Vicquéry (UV) Quant au premier point de l'interpellation, je veux préciser que sur le territoire régional, contrairement à ce qu'affirme M. Lanièce, n'existe qu'un seul service d'aide aux toxicomanes, c'est le SERT. Le domaine d'action dans lequel oeuvre ce service est assez vaste, en vertu des dispositions d'un Texte unique de 1990 et conformément au décret du Ministre de la santé n° 484 de la même année. Il veille donc à la gestion de chaque cas individuel du point de vue thérapeutique et il assure l'aide sociale, l'assistance à la réinsertion dans la société, il favorise et coordonne le réseau des services publics et privés présents sur le territoire régional.
Les cures des intoxications en cours au 31 décembre 1994 concernaient 151 sujets, donc 55 pour cent suivaient un traitement comportant l'emploi des produits pharmaceutiques divers et 45 pour cent un traitement ne prévoyant l'usage d'aucun médicament: interventions de caractère psychosocial, communautés thérapeutiques et cetera.
Quant à l'usage de méthadone, usage réglementé par la circulaire du Ministre de la santé n° 20 du 30 septembre 1994, le service utilise cette préparation opiacée de synthèse selon deux méthodes distinctes, qui visent deux objectifs différents. Comme médicament désintoxiquant avec formule dégressive brève, ce traitement vise à la désintoxication et se propose à la fois d'éviter toute crise aux toxicomanes par les formules les plus rapides et de faciliter le passage de celui-ci à des programmes thérapeutiques différents: communautés thérapeutiques, traitements psychothérapiques et cetera.
Au contraire, comme médicament destiné à maintenir et à déstabiliser l'état psychophysique du toxicomane, toujours en association avec des interventions de caractère psychosocial, éducatif et d'éducation sanitaire. Cette deuxième méthode, dont les objectifs sont à long terme, prévoit tout d'abord la réadaptation psychophysique du patient et seulement en un deuxième temps à sa désintoxication.
Je voudrais procéder maintenant à la lecture de la réponse fournie par M. Ferrari, responsable du Service d'aide aux toxicomanes, qui évidemment a une opinion personnelle, à propos de laquelle je n'ai pas la présomption ni de la soutenir ni de la démentir; il s'agit d'une "linea di pensiero" scientifique et soutenable, mais en même temps contestée de la part d'une autre "linea di pensiero" également digne d'attention.
M. Ferrari affirme: "Per quanto riguarda specificatamente l'uso del farmaco metadone si precisa quanto segue:
- è questo un farmaco, non una droga, che ha sì degli effetti collaterali, ma che crea anche moltissime opportunità e dà risultati apprezzabili e quantificabili, vedasi la bibliografia internazionale e nazionale scientifica;
- nessuno ha mai preteso e detto che tale farmaco cura la tossicodipendenza da eroina, sarebbe un farmaco miracoloso, ma si può facilmente sostenere che esso crea le condizioni per iniziare un vero percorso di riabilitazione. Tale farmaco non impedisce l'accesso ad altri programmi, soprattutto comunitari;
- tutti i soggetti ai quali si somministra il metadone (mantenimento) sono portatori cronici del problema tossicodipendenza, molti anni di abuso, con alle spalle moltissimi tentativi diversi di uscire dal problema (interventi psicosociali, inserimenti in comunità, disintossicazioni le più diverse, eccetera), tentativi tutti falliti. Inoltre sono soggetti molto compromessi dal punto di vista sociale (senza famiglia, senza lavoro), penale (con pendenze giudiziarie e storie di carcerazioni interminabili), sanitarie (sovente HIV positivi con epatiti, a rischio anche di infettare la popolazione sana);
- sovente il metadone è per queste persone l'unico programma che loro possono e vogliono accettare; riteniamo, come tutti gli studi scientifici indicano soprattutto nel nord Europa, che comunque è essenziale avere con i tossicodipendenti la possibilità di contattarli, di fare almeno un intervento sanitario se non curativo, perché è meglio avere un tossicodipendente vivo e sano che potrà sempre prima o poi guarire, che un tossicodipendente ammalato irreversibilmente, con tutte le risorse familiari, lavorative e sociali distrutte;
- l'uso del metadone inoltre, nessuno può negarlo, protegge dall'avere problemi penali (sono drasticamente diminuiti nei soggetti in trattamento le carcerazioni);
- l'uso del metadone protegge dal contrarre malattie infettive, vedasi AIDS ed epatiti, perché permette al tossicodipendente di non vivere con l'assillo dell'astinenza, quindi lasciandogli il tempo di prendere le precauzioni dovute. A tal riguardo, segnaliamo che fra i tossicodipendenti residenti in Valle d'Aosta solo l'8,7 percento sono HIV positivi, contro il 21,3 percento dei non residenti;
- l'uso del metadone ha abbassato sia il numero dei ricoveri ospedalieri dei tossicodipendenti, ricoveri spesso inutili e disturbanti, sia gli interventi del pronto soccorso;
- l'uso del metadone ha inciso anche sulle cause di decesso dei tossicodipendenti limitando le overdose in materia drastica, in quanto la tolleranza sviluppata dal farmaco protegge l'individuo dai sovradosaggi, infatti usare eroina in un soggetto assuefatto al metadone non implica gravi danni, cosa che invece avviene in un soggetto disintossicato perché non più tollerante; da una nostra valutazione clinica la stragrande maggioranza dei soggetti che sono incorsi in problemi legali, per esempio per furti, scippi, eccetera, sono soggetti non conosciuti dal servizio oppure avevano interrotto ogni trattamento; è essenziale, e ciò è facile da riscontrare, sapere che l'uso del metadone in un soggetto assuefatto non comporta alterazioni psicofisiche evidenti, e permette soprattutto al soggetto di lavorare, studiare, riallacciare dei rapporti interpersonali sani e recuperare uno stile di vita normale. Infatti abbiamo fra i soggetti con tale trattamento in corso ben il 60 percento che sta facendo un qualsiasi tipo di lavoro e lo sta mantenendo, e questo dato fra le popolazioni dei tossicodipendenti non è insignificante;
- siamo coscienti anche degli effetti negativi del metadone: mantenimento della situazione attuale del tossicodipendente e forse anche un rallentamento, ma non una rinuncia nella presa di coscienza del suo reale problema, non un impedimento assoluto nel continuare un uso di sostanze illecite, anche se - come detto prima - sicuramente è diminuita la frequenza di queste. É meglio usare una volta la settimana le droghe illegali, che 4-5 volte al giorno. Negativo può essere anche alimentare il mercato nero delle sostanze stupefacenti con l'aggiunta del metadone, ma sappiamo che di solito, se questo viene dirottato, lo è sicuramente verso altri tossicodipendenti che ne hanno bisogno. Quindi, calcolando, come dobbiamo, i pro e i contro di tale situazione, sicuramente sono maggiori i risultati positivi;
- un flacone di metadone costa all'USL lire 1.860 contro le 70mila circa al giorno di un trattamento comunitario.
Comunque, al di là della polemica siamo tutti d'accordo - e il servizio pubblico in prima fila lo ha sempre sostenuto - che sarebbe meglio che il tossicodipendente risolvesse in maniera definitiva i suoi problemi di tossicodipendenza non usando nessuna sostanza sostitutiva. Inoltre anche se i risultati sopraesposti possono, e lo sono anche, limitati, vorrei sapere se esistono altri trattamenti che garantiscono gli stessi risultati. A noi questi non risultano".
Quant à la deuxième question, la dépense supportée directement par l'Administration régionale concerne la structure Comunità terapeutica residenziale Emanuele Désaymonet. La liste des dépenses supportées au cours de 5 dernières années est la suivante: 1990, 407 millions; 1991, 381 millions; 1992, 488 millions; 1993, 454 millions; 1994, 202 millions, pour un total de 1.944 millions.
Voilà maintenant les données fournies par l'USL au sujet des dépenses qu'elle a supportées pour les accueils auprès des communautés thérapeutiques valdôtaines:
"Le spese sostenute dall'USL per i ricoveri nei regimi residenziali e semiresidenziali sono le seguenti:
- La Svolta, 1992, 53 milioni; 1993, 87 milioni; 1994, 49 milioni: totale 189 milioni;
- Bourgeon de Vie, 1992, 128 milioni; 1993, 143 milioni; 1994, 90 milioni: totale 362 milioni;
- S. Grato, 1990, 56 milioni; 1991, 173 milioni; 1992, 336 milioni; 1993, 350 milioni; 1994, 188 milioni: totale 1.105 milioni".
Quant à la troisième question, il est important de souligner que seul le service public chargé de l'aide aux toxicomanes a la faculté de procéder à des actions de première aide et d'orientation destinées aux toxicomanes et à leurs familles - et ce n'est pas ni l'assesseur ni quelqu'un autre qui peut décider et veut décider et ce doit être clair -, de définir des programmes thérapeutiques individuels (médicaments, interventions psychosociales, traitements intégrés), de réaliser directement par le biais d'une convention avec les structures de réadaptation sociale et les programmes thérapeutiques et de réinsertion sociale.
L'octroi d'aides économiques aux familles qui vivent le problème de la toxicomanie et d'autres encore est déjà prévu par la loi régionale n° 22/92, portant Aides économiques en faveur des personnes âgées, handicapées, des alcooliques, des toxicomanes, des siéropositifs et des malades de SIDA, qui autorise le Gouvernement régional à accorder des subventions en vue de supporter les frais d'hospitalisation de jour ou d'hébergement dans des centres de soin et de réadaptation sociale, à inciter les particuliers à assumer des initiatives d'assistance susceptibles d'éviter l'accueil en établissement.
En synthèse, à l'heure actuelle les pensions mensuelles pour les frais d'hospitalisation sont différenciées selon les centres de soin et moyennement la pension mensuelle est de 1,9-2 millions de lires chaque mois. Pour 1994 la Région a dépensé le chiffre de 148 millions pour l'hospitalisation de 15 personnes.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Lanièce.
Lanièce (GA) Prendo atto dei dati forniti dall'Assessore e quindi mi farebbe piacere poter usufruire della documentazione.
Fra le varie dichiarazioni, appena pronunciate, la dichiarazione del responsabile del SERT deve far meditare, perché venire qui a dire che il metadone è la linea migliore, ovviamente è un'affermazione pericolosa, perché sappiamo bene che così non è. Ricordiamoci che circa 97 sono i soggetti a metadone a mantenimento, e sono soggetti che ovviamente non hanno risolto i loro problemi. Sappiamo che il metadone a lungo andare non porta ad una guarigione dell'individuo, ma ad un peggioramento, perché non permette di uscire da quell'ambito in cui purtroppo la persona è caduta.
Parlando con le varie comunità e con i vari responsabili delle comunità, tutti quanti, pur con le differenziazioni, hanno sempre sottolineato che una cosa che non va è l'uso indiscriminato di metadone; quindi verificare che diverse strutture, che magari fra di loro hanno delle divergenze anche forti, stranamente si trovano d'accordo su un unico problema, vuol dire che questo problema esiste. E se tutti quanti gli operatori che lavorano in questo ambito dicono che l'uso indiscriminato di metadone a mantenimento per i soggetti tossicodipendenti è un'operazione che non porta vantaggi nell'ambito della lotta alla droga, ci sarà qualcosa di veritiero, tanto più che si tratta di persone che operano attivamente in questo campo, a differenza di noi consiglieri, almeno di quei pochi che stanno seguendo il dibattito su questo problema, molto più importante di tante altre discussioni effettuate in questa aula e che richiamano sempre l'attenzione di tutti, e poi magari finiscono anche sugli organi di stampa.
Ripeto, è un problema importantissimo e se delle persone che dedicano la loro vita alla lotta contro la droga fanno dichiarazioni tutte in una unica direzione, non si può pensare che quello che dicono siano cose non veritiere. Anche perché il problema principale, che nessuno ha mai preso in considerazione, è che noi possiamo fare qualsiasi dichiarazione, ma i primi a dover essere interpellati sono loro, sono i tossicodipendenti; noi non possiamo cercare di risolvere un loro problema se non chiediamo prima a loro cosa pensano di questi metodi adottati, e loro sicuramente diranno che il metadone non li fa guarire. Per arrivare alla guarigione del tossicodipendente bisogna mettere la volontà, non bisogna dire: "Così è", bisogna sentire tutti, bisogna creare questo coordinamento, bisogna far sì che il SERT che fa certe dichiarazioni venga pubblicamente davanti agli altri rappresentanti a dire quello che dice, che cioè il metadone è un metodo utile per la guarigione.
Bisogna che ci sia un confronto, bisogna che ci sia la volontà politica di creare questo confronto tra il SERT e tutte le persone che operano in questo ambito. Questa mi sembra una richiesta importante, e vedremo se oseranno dire che il metadone è il metodo migliore, perché a quel punto dovranno confrontarsi con quelli che operano direttamente con il tossicodipendente, non distribuendo il metadone come fa il SERT, ma parlando al tossicodipendente, standogli vicino, affrontando i problemi della famiglia. É in questa direzione che deve essere indirizzata la politica dell'Assessore alla sanità.
Spero che l'Assessore Vicquéry sia una persona valida, una persona che segue i problemi, e che abbia voglia di risolverli, e pertanto lo invito ad andare in questa direzione, a cercare di creare questo dibattito e questo coordinamento, in cui si possono confrontare il SERT e tutte le strutture che operano nel mondo della droga. Magari sarà un piccolo tassello, però sarà un inizio molto importante per una lotta ad un fenomeno sociale come quello della droga, che merita rispetto e attenzione più di qualsiasi contributo che passa in questo Consiglio, o qualsiasi altra legge, pur importante, ma che non riguarda l'uomo in sé. Ogni volta che c'è un bilancio di previsione parliamo di bilancio a misura d'uomo; ma è inutile che ci riempiamo la bocca di discorsi se nella pratica non finalizziamo la politica a dare delle soluzioni ad un problema sociale, come è quello della droga, a cui noi come amministratori regionali dobbiamo comunque dare una risposta.
Presidente Si sospendono i lavori del Consiglio.
La seduta è tolta.