Oggetto del Consiglio n. 1187 del 22 febbraio 1995 - Resoconto
SEDUTA POMERIDIANA DEL 22 FEBBRAIO 1995
OGGETTO N. 1187/X Approvazione dello "schema" delle tipologie di attività economiche insediabili delle aree dei Comuni di Pollein e di Brissogne in attuazione del "piano di ristrutturazione e di riconversione dell'area autoportuale" della Valle d'Aosta.
Deliberazione Il Consiglio
a) richiamate le proprie deliberazioni n. 3093 del 29 giugno 1992 e n. 3957 del 25 novembre 1992, con le quali si provvede alla ratifica rispettivamente delle deliberazioni di Giunta n. 2414 del 9 marzo 1992 e n. 8340 del 18 settembre 1992, concernenti l'approvazione dei programmi operativi plurifondo (P.O.P.) Interreg italo-francese e italo-svizzero (sottoprogramma Valle d'Aosta - infrastrutture) per il periodo 1991-1993;
b) viste le decisioni della Commissione europea n. C (92) 647 - modificata con decisione C (93) 3773 del 17 dicembre 1993 - e n. C (92) 694, entrambe del 3 aprile 1992, e la deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) 12 agosto 1992 - modificata con deliberazione 21 dicembre 1993 - che dispongono l'assegnazione di contributi finanziari alla Regione Valle d'Aosta per l'attuazione dei programmi di cui in a);
c) richiamata la propria deliberazione n. 4463 del 13 aprile 1993, con la quale si provvede alla ratifica della deliberazione di Giunta n. 2053 del 26 febbraio 1993, concernente, tra l'altro, l'approvazione degli elaborati fondamentali del "piano di ristrutturazione e riconversione dell'area autoportuale di Aosta" interessante l'area di proprietà della Società "Autoporto Valle d'Aosta S.p.A." in Comune di Pollein e l'adiacente area di proprietà regionale in Comune di Brissogne;
d) viste le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale, in applicazione del piano di cui in c) e dei programmi di cui in a):
d.1) n. 7874 del 17 settembre 1993, con la quale si autorizza la Finaosta - ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 28 giugno 1982, n. 16 e successive modificazioni e integrazioni - ad acquisire "fino al 66,67 per cento" del capitale della Società "Autoporto Valle d'Aosta S.p.A." al fine di dare attuazione - per il tramite di tale Società - al piano di ristrutturazione e di riconversione di cui in c);
d.2)n. 9212 del 5 novembre 1993, n. 10951 del 24 dicembre 1993 e n. 11351 del 30 dicembre 1993, con le quali vengono approvati - in applicazione dei programmi di cui in a) - i finanziamenti finalizzati alla progettazione delle infrastrutture generali dell'area ed alla attuazione di un primo stralcio delle medesime nonché alla progettazione "municipale" e parzialmente esecutiva delle strutture edilizie previste nel piano di cui sopra;
d.3)n. 10443 del 10 dicembre 1993, con la quale vengono approvati il progetto e l'appalto dei lavori di costruzione della variante alla strada regionale n. 34 di raccordo alla viabilità internazionale e di accesso all'Autoporto;
d.4) n. 1597 del 25 febbraio 1994, con la quale viene approvata apposita convenzione tra Regione e Società "Autoporto Valle d'Aosta S.p.A." per l'attuazione, da parte di quest'ultima, dei progetti e degli investimenti di cui in d.2);
d.5) n. 7877 del 30 settembre 1994 con la quale vengono approvati lo "schema planovolumetrico generale" e il "progetto esecutivo delle infrastrutture tecniche generali" elaborati in applicazione della deliberazione di cui in d.4);
e) vista la legge regionale 15 dicembre 1994, n. 76, concernente "Intervento regionale per la riconversione delle attività esercitate nell'area autoportuale di Pollein", con la quale, tra l'altro, si impegna la Società "Autoporto Valle d'Aosta S.p.A." a "promuovere la messa a disposizione per affitti, a canoni che rispettino parametri fissati con deliberazione della Giunta regionale, delle infrastrutture che saranno realizzate nell'area autoportuale";
f) richiamato il proprio "ordine del giorno" in data 9 novembre 1994, con il quale impegna la Giunta regionale a sottoporre al Consiglio, entro 90 giorni, lo schema delle tipologie di attività insediabili nell'area in questione e individua alcuni criteri e vincoli per la formulazione della proposta;
g) richiamata la propria deliberazione n. 4113 del 14 gennaio 1993, con la quale vengono approvate le indicazioni programmatiche e di urbanistica commerciale ai sensi della legge 11 giugno 1971, n. 426;
h) considerate la strategia economica individuata dal piano di cui in c) e le attività in esso analizzate - in termini di bacino di utenza, fatturato, addetti e superficie minima economicamente giustificabile - con riferimento alle tre aree settoriali convenzionalmente denominate "commercio", "merci", "comunicazione";
i) ritenuto necessario stabilire con la presente lo schema delle tipologie di attività economiche insediabili in attuazione dell"'ordine del giorno" di cui in f) unitamente ai criteri di priorità in base ai quali la società "Autoporto Valle d'Aosta S.p.A." selezionerà le proposte imprenditoriali finalizzate all'insediamento delle attività economiche nelle strutture dell'area in applicazione dell'articolo 2, lett. b), della legge regionale di cui in e);
Visto il parere favorevole rilasciato dal Dirigente del Servizio Studi Programmi e Progetti della Presidenza della Giunta, ai sensi del combinato disposto dell'articolo 72 della legge regionale n. 3/1956 e successive modificazioni, e dell'articolo 21 della legge regionale n. 18/1980 e successive modificazioni, in ordine alla legittimità della presente deliberazione;
Visto il parere della IV Commissione consiliare permanente;
Delibera
1) di approvare l'allegato "schema" - che forma parte integrante della presente deliberazione - delle attività economiche insediabili nelle strutture edilizie (denominate "serpentone", "centro direzionale" e "torre della comunicazione") da realizzare nei Comuni di Pollein e di Brissogne in attuazione del "piano di ristrutturazione e di riconversione dell'area autoportuale di Aosta" approvato con deliberazione di Giunta n. 2053 del 26 febbraio 1993, ratificata con propria deliberazione n. 4463 del 13 aprile 1993. Lo "schema" individua le attività economiche sulla base della classificazione pubblicata dall'ISTAT in "metodi e norme - serie C - 11 - ed. 1991" e riferisce le attività stesse alle singole strutture edilizie e alla relativa superficie disponibile in cui possono essere insediate nonché alle tre aree settoriali convenzionalmente denominate dal piano "commercio", "merci", "comunicazione";
2) di stabilire che le proposte imprenditoriali finalizzate all'insediamento delle attività economiche di cui al punto 1) siano selezionate dalla Società "Autoporto Valle d'Aosta S.p.A." al fine di privilegiare quelle suscettibili:
2.1) di valorizzare il potenziale economico ed imprenditoriale valdostano;
2.2) di minimizzare - nell'osservanza dei prescritti standard di compatibilità ambientale - l'impatto ambientale in termini di emissioni, rumorosità, consumo di risorse;
2.3) di valorizzare in maggior misura il traffico autoportuale e autostradale come opportunità di scambio e di sdoganamento delle merci in Valle d'Aosta;
2.4) di massimizzare il valore aggiunto rispetto al fatturato l'occupazione aggiuntiva qualificata rispetto al capitale investito, i rientri finanziari della Società Autoporto Valle d'Aosta in termini di corrispettivi per la locazione degli immobili;
2.5) di favorire l'integrazione reciproca delle attività economiche insediabili nell'area;
3) di demandare alla Giunta regionale l'individuazione dei parametri che la Società "Autoporto Valle d'Aosta S.p.A." dovrà adottare per la selezione delle iniziative economiche da insediare nell'area in applicazione dei criteri di cui al punto 2);
4) di sottoporre la presente deliberazione al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 8, lettera b), del decreto legislativo 22 aprile 1994, n. 320.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore al bilancio e finanze, Lévêque.
Lévêque (Ass.tec.) Non pensavo di intervenire in questa fase, perché mi sembrava abbastanza chiara la delibera che ha le sue fondamenta nell'ordine del giorno che questo Consiglio ha approvato il 9 novembre scorso, su proposta della IV commissione, che prevedeva l'impegno della Giunta regionale a sottoporre al Consiglio entro 90 giorni lo schema delle tipologie di attività insediabili nell'area autoportuale.
Con la proposta che è all'attenzione del Consiglio si prevedono due cose: al punto 2 della deliberazione una serie di linee di indirizzo, a cui la società dovrà attenersi nella valutazione delle proposte di insediamento che in futuro potrebbero trovarsi a dover esaminare, e che tengono conto della discussione che era stata fatta in commissione e in quest'aula in ordine non tanto alle tipologie settoriali, ma alla qualità degli insediamenti. I cinque punti sono: la valorizzazione del potenziale economico e imprenditoriale valdostano, in linea con il punto c) dell'ordine del giorno; minimizzare l'impatto ambientale in termini di emissioni, rumorosità e consumo di risorse delle proposte; proposte che valorizzino in maggior misura il traffico autoportuale e autostradale sia come opportunità di scambio commerciale, che di sdoganamento delle merci in Valle; massimizzare il valore aggiunto rispetto al fatturato; l'occupazione aggiuntiva qualificata rispetto al capitale investito; i rientri finanziari della società Autoporto in termini di corrispettivi per la locazione degli immobili; infine, quelle attività che possono favorire la integrazione reciproca delle attività stesse insediate nell'area.
A questa griglia di linee guida si associa un'altra griglia settoriale, che nella delibera contiene anche lo sforzo propositivo di inquadrare nei nove settori che lo schema in allegato propone, e cioè in linea con il piano di ristrutturazione, le possibili attività insediabili ubicandole nelle tre fattispecie di edifici che già il progetto prevede: Serpentone, Centro direzionale, Torre delle comunicazioni, cercando di incolonnarle anche fra le attività definite dal piano: merci, che sono quelle che vengono chiamate attività produttive e di trading, attività di taglio più commerciale e attività più prettamente di comunicazione e terziario avanzato.
La logica che ha guidato questa proposta è una logica che fa riferimento alle categorie merceologiche ufficiali, così come identificate dal codice Istat, e ovviamente alle vocazioni dei tre edifici in alcuni casi troverete lo stesso codice Istat sulle tre possibili strutture, in quanto a seconda della tipologia di iniziativa essa potrebbe essere considerabile come iniziativa di trading, iniziativa di commercio ubicabile nel centro direzionale, oppure iniziativa terziaria, di brockeraggio commerciale per esempio.
Direi che è rispettato, seppure magari con qualche specificazione, quell'invito del Consiglio a tener conto delle attività artigianali locali, perché là dove si parla di fabbricazioni di prodotti in legno, il codice 20.5, o là dove si parla di confezionamento articoli in tessuto esclusi gli articoli in vestiario, 17.4, nel Serpentone, il riferimento era per esempio a quella ipotesi di localizzazione di attività artigianali locali, che nel legno e nei tessuti hanno la loro principale fattispecie, e per ricomprenderle con questo metodo Istat bisognava usare la categoria specifica che le include, ma che ovviamente è più ampia.
Sono a disposizione per chiarimenti, credo che come quadro di riferimento sia sufficiente.
Presidente E aperta la discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Bich.
Bich (APA) Si potrebbe dire con questa delibera, che siamo chiamati ad approvare oggi in Consiglio, che l'arco procedurale delegato al Consiglio regionale per la trasformazione dell'area autoportuale di Pollein si conclude. Quindi potremmo sigillare con un "tutto è giusto e perfetto" la chiusura delle elaborazioni e delle proposte fatte per quel settore, che è pur sempre un settore vitale, di cui viene data una definizione.
Abbiamo determinato i contorni, abbiamo dato le valutazioni più ampie anche nelle discussioni che si sono svolte nella IV commissione e in altre commissioni: anzi direi che è un procedimento che ha origini molto lontane, che già nella precedente legislatura aveva chiamato il Consiglio ad esprimersi.
Tutto è giusto e perfetto; però allo stato attuale rileggendo le carte ed andando più in profondità, collegandole anche con altri interventi della Regione, in particolare mi riferisco alla deliberazione n.396 della Giunta regionale, approvazione del protocollo di intesa fra regione e Heineken Italia per il potenziamento dello stabilimento Heineken di Pollein, balza agli occhi un aspetto, una realtà diversa da quella che abbiamo immaginato fino adesso, ed è la proprietà dei terreni su cui si opera.
Il ragionamento che avevamo fatto in passato era questo. La società Heineken intende ristrutturarsi, potenziandosi, collegandosi alle aree a ponente dello stabilimento. Per poter attuare questo programma di sviluppo e di ristrutturazione degli stabilimenti, con anche conseguente presenza della direzione amministrativa e fiscale dello stabilimento, si deve entrare in possesso dell'area su cui insiste il sedime della Megagaroschi di Pollein, quindi dell'Ipermercato Mega di Pollein. Di conseguenza è necessario trasferire l'Ipermercato dal terreno su cui insiste attualmente in altra zona, ed abbiamo individuato come logico trasferimento l'area autoportuale. Per di più l'area autoportuale è anche elemento di captazione di altri traffici, captati sulle due direttrici internazionali verso il S.Bernardo e il Bianco a nord e a ovest, e poi dal S.Bernardo e dal Bianco verso la Valle Padana; quindi una zona importante e strategica.
Scopriamo oggi che la realtà non è questa e che la proprietà dei terreni, mi riferisco ai 28.779 mq di proprietà della Sima in Pollein e ai successivi 8.680 mq acquistati dalla Sima a nord dell'area della ex Multibox, erano già di fatto disponibili per l'allargamento degli stabilimenti della Heineken.
Fatta salva quindi questa volontà e questa necessità, per carità è una valutazione che è stata fatta ed è stata d'altronde anche attuata dalla Giunta con la delibera a cui mi riferivo prima, siamo dinanzi ad una situazione diversa, perché veniamo a sapere prima di tutto che la Mega non aveva terreni, mentre tutti noi facenti parte della IV commissione (dove si è discussa ed approfondita la tematica della ristrutturazione dell'autoporto) ritenevamo che i terreni fossero di proprietà della Mega.
In secondo luogo il trasferimento stesso della Mega da questa area a quella autoportuale costituisce un cospicuo e vistoso miglioramento per la Mega, in una condizione praticamente di unicità del soggetto che tratta; sostanzialmente è l'unico soggetto che può attuare questo tipo di trasferimento sia per il piano della grande distribuzione, quindi l'unicità di questa concessione, di questa licenza per la grande distribuzione in questa area, sia per il fatto che nel comune di Pollein l'unico soggetto commerciale avente questi requisiti resta la Mega.
Allora la Mega va a ricoprire all'interno dell'area dell'autoporto una superficie di 13.200 mq, va a delimitare un'area del 70 percento di 18mila mq, avente destinazione di parcheggio, aree a verde, impianti generali. Con questo tipo di operazione la Mega, che oggi si vedrebbe, per atti già programmati nel passato, chiusa in una specie di budello nel quale non passerebbe più nessun tipo di traffico, se non quello destinato unicamente a quel tipo di esercizio commerciale, si troverebbe invece in una zona strategica, centrale ai traffici autostradali internazionali e nazionali, oltreché in una condizione di particolare favore anche nell'ambito di un'area ristrutturata e dotata di nuovi servizi e di una gamma di servizi che è integrata e complementare, così come si viene a delineare nel passaggio dall'una all'altra.
Da qui la mia riflessione: mentre le altre imprese che vengono chiamate ad allocarsi in questa zona, sono assoggettate ad una procedura concorsuale, per la quale l'assegnazione di questi spazi avverrà mediante bandi pubblici, in questo caso c'è un diritto di opzione che è già anticipatamente riconosciuto e che poteva anche non essere riconosciuto.
Pertanto, in forza di questa delibera, la Mega ottiene un corsia privilegiata per andarsi a localizzare in quest'area, che è strategica, già dotata di tutte le strutture che abbiamo detto prima. La mia domanda allora è come si può evitare questo tipo di assegnazione, che è il superamento di una procedura concorsuale con un procedimento di trattativa privata, anche se la trattativa privata può essere conveniente, e in questo caso con la volontà certamente di dare degli assetti produttivi e remunerativi per il capitale pubblico. Chiedo però come è possibile superare questa condizione, che vede privilegiare una ditta privata importante come la Mega, sapendo già che la Mega o la Garosci, adesso non so su quale ingegneria finanziaria si attuerà questo disegno, significano il passaggio a concentrazioni finanziarie più ampie imperniate su trattative con società finanziarie francesi, importanti nel settore.
Mi domando se è possibile superare questa condizione, perché è una condizione che agevola fortemente la Mega. Vorrei aggiungere una piccola puntura a livello puramente politico; in questo caso la congettura fa sovrapporre la funzione finanziaria ed economica del capitale a quella di essere un soggetto politico. Si dirà: ma come la Mega è un soggetto politico?
In un certo senso la Mega è un soggetto politico, perché il suo presidente, se trattasi del deputato europeo Garosci, è il coordinatore di Forza Italia. Adesso questa è una provocazione; non sia mai che il silenzio di Forza Italia, che è stato così apprezzato e così ampiamente osservato in questi ultimi mesi in Valle d'Aosta, sia determinato dal fatto di non entrare in un agone politico che forse è un po' scomodo e determinerebbe un contrasto dialettico in questa fase transitoria che vede l'uscita della Mega da quella specie di budello in cui si è andata a ficcare attualmente.
La mia tirata polemica è verso Forza Italia, bene inteso; vorrei sapere se Forza Italia apprezza e stimola in questo modo. Forza Italia ha un andamento carsico in Valle d'Aosta, non si sa mai chi è il responsabile, salvo il deputato europeo Garosci, che non abbiamo del resto mai visto, lo vogliamo sempre incontrare tutti però non lo incontriamo mai, sembra l'ombra di Anchise.
Poi i quadri intermedi importanti di questa formazione politica sono in continua mutazione, quindi non si sa bene chi sono gli interlocutori; sta di fatto che oggi Forza Italia non parla. Non so se è collegato questo aspetto, può darsi che sia così; sta di fatto che c'è un grosso buco nero nella vicenda politica valdostana di questi ultimi tempi ed è il silenzio di Forza Italia.
Le chiedo, Assessore, di non parlare di Forza Italia se non ne ravvisa la necessità, però per la prima cosa ci potrebbe dare delle risposte; per la seconda cosa aspettiamo che la stampa lanci sulle sue colonne le motivazioni di questo silenzio, per cui si abbia magari un confronto dialettico a distanza sull'assenza di proposte da parte del movimento Forza Italia in Valle d'Aosta.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Florio.
Florio (VA) Vorrei chiedere se l'Assessore può rispondere alle domande precise poste dal Consigliere Bich, lasciando ai consiglieri la possibilità di chiedere ulteriori chiarimenti, senza per questo chiudere la discussione generale.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore al bilancio e finanze, Lévêque.
Lévêque (Ass.tec.) Il Consigliere Bich non ha posto delle domande precise; il Consigliere Bich ha fatto delle considerazioni ed ha evidenziato alcune cose che secondo me sono da chiarire.
In primo luogo, sembra - da quanto ha esposto Bich - che ci sia stata rispetto a discussioni passate una modificazione del quadro, che non c'è stata di fatto. Mi spiego. In commissione e in Consiglio si discusse sull'opportunità di mantenere la seguente ipotesi - perché voglio chiarire che con la delibera di oggi non si decidono gli insediamenti, si ipotizza una griglia di possibili attività - (leggo testualmente): "impegna la Giunta a sottoporre al Consiglio entro 90 giorni lo schema delle tipologie di attività insediabili nell'area in questione, considerando il cosiddetto Serpentone come sede di attività produttiva e/o di stoccaggio, immagazzinamento, trading internazionale, con la sola eccezione riguardante possibili trasferimenti di punti vendita della grande distribuzione già operante nel comune di Pollein". Questa non è la novità della delibera di oggi, ma è il contenuto dell'ordine del giorno del Consiglio, proposto dalla commissione, dopo ampia ed articolata discussione avvenuta nei mesi che hanno preceduto novembre.
Le motivazioni per cui Consiglio e commissione giunsero a questa formulazione erano quelle che ha ricordato Bich e che permangono; vale a dire il progetto di ampliamento della Heineken richiedeva delle aree limitrofe, parte delle quali erano occupate dall'attività del Mega. Non si è mai detto che l'area occupata dal Mega fosse del Mega o di altri. La realtà è che la Heineken nel suo programma di ampliamento ha necessità di queste aree e le ha acquisite da una società che le possedeva, e cioè possedeva l'area dove insiste il Mega, possedeva il piazzale vicino e ancora quella fascia di territorio che c'è fra la birreria e la Multibox. Questo ha fatto sì che la Heineken possieda oggi il titolo di proprietà di una area riquadrata che è costituita dal suo stabilimento, da due piazzali vuoti e da un pezzo di territorio dove c'è un'attività economica in funzione.
Ora, o l'Heineken limita il progetto di espansione, e a questo punto sarebbe diventata proprietaria di un terreno a fini immobiliari e non a fini industriali, cioè per mantenerci un inquilino e percepirci l'affitto, come faceva la società prima, oppure la nuova proprietà della Sima, cioè la Heineken - la Sima è la società che possiede il terreno sopra il quale c'è la Mega - sfratta il proprio inquilino, cosa possibilissima. Data la situazione delle licenze, la situazione del territorio, la situazione urbanistica, è possibile che l'inquilino sfrattato debba cessare l'attività.
Le ragioni di preoccupazione della commissione e del Consiglio di consentire l'eventuale possibile rilocalizzazione di questa attività nell'area vicina, stavano proprio in questo: cioè nella possibilità di non interrompere un'attività, permettendo comunque alla struttura industriale di realizzare il suo ampliamento come previsto.
Secondo aspetto. Finora tutto questo è stato un rapporto fra privati; quello che abbiamo sempre detto e che permane vero per il futuro è che qualunque insediamento dovesse essere deciso all'interno della struttura autoportuale due sarebbero stati i requisiti: l'uno che faccia come privato tutta una serie di investimenti che il pubblico si limita a fare riguardo ai soli fabbricati. La natura di tali investimenti dipenderà dal tipo di privato che si insedierà.
L'altro requisito è che l'ubicazione di qualunque privato in quella sede sarà a titolo oneroso e a prezzi di mercato, quindi così come l'attività di cui stiamo parlando oggi è in affitto da qualcuno su un terreno a prezzi (ritengo) di mercato, così sarà in locazione a prezzi di mercato, con condizioni da stabilire, nella nuova possibile ubicazione. Ubicazione che non è oggi decisa, perché con la griglia di oggi si mantiene questa possibilità, ed io vorrei correggere l'affermazione di Bich: non è stato ancora deciso che è necessario trasferire la Mega là. Potrebbe essere ritenuto opportuno trasferire la Mega laggiù, tenendo conto dell'impatto che può avere un'attività che è in funzione, che ha degli occupati, che dà del lavoro eccetera.
Credo di aver risposto a quel collegamento logico che era stato fatto con il piano di espansione dell'Heineken, che era stato fatto e che permane in tutta la sua interezza oggi.
Inoltre il rapporto occupazionale (in termini di spazi occupati nell'autoporto) prevedibile per questo insediamento non supera il quinto della parte occupabile, nel senso che è vero che esiste la previsione di una superficie di vendita più una superficie di magazzini e dei parcheggi, ma la somma delle superfici di vendita e dei magazzini previsti non supera il 20 percento di quanto è complessivamente previsto nella zona produttiva e le stime dei valori di mercato che al momento sono allo studio della società (si parla del 97 e non prima per poter fare queste operazioni, perché prima va ristrutturato il sito) dovrebbero generare quasi il 30 percento dei ricavi, che consentono l'equilibrio della gestione autoportuale. Questo in ragione del fatto che questo tipo di attività consente alla società Autoporto, che deve mantenere certi equilibri economici, la produzione di un cash flow di entrate, in rapporto superiore ad altre attività che possono remunerare l'area occupata in misura minore.
L'unica cosa che ha detto Bich che mi sento di confermare in pieno è che per altre situazioni potremo - l'augurio è questo, speriamo di non dover andare con la valigetta a cercare gli inquilini - comparare offerte e proposte di tipo diverso in qualche modo mettendole in concorrenza, anche se la formula giuridica resterà quella della trattativa privata, seppure si farà l'avviso pubblico, perché poi ci sarà una trattativa plurima fra condizioni di affitto, di occupazione, di volume di affari eccetera.
Quello che dice Bich è vero, che in questo caso - se si ritenesse opportuno andare in questa direzione - data la situazione delle licenze, e questo era scritto già nell'ordine del giorno, data la normativa attuale, (i referendum incombenti di giugno non so come potrebbero modificare questo quadro) effettivamente è l'unico titolare di licenze in quel comune che può oggi spostare la sua attività da lì ad un altro posto.
Si tratta di esaminare in quale misura il suo spostamento può essere ritenuto opportuno per l'interesse generale e che sia a condizioni di assoluta coerenza con le leggi di mercato, con i prezzi di mercato, con le condizioni di mercato, che oggi e ancora più domani gli altri inquilini dell'area ristrutturata dovrebbero sostenere e pagare per essere ubicati lì.
Sui possibili vantaggi di posizione e le altre cose che sono state ipotizzate, evidentemente l'area è appetibile; il solo fatto che ci sarà la possibilità di ricomprendere in quell'area delle attività produttive di buon livello e che si preveda, una volta ristrutturato, una popolazione di quasi 400 persone che dovrebbe poterci lavorare, è connesso al fatto che è un'area importante.
La stessa scelta regionale di acquisirla e di mantenerne il controllo, a suo tempo adottata, testimonia della coscienza che la Regione ha dell'importanza strategica di quell'area.
Questo non toglie che l'ubicazione in quell'area avverrà certamente nel modo più trasparente e chiaro possibile per tutti, anche per il Consiglio, ed anche se con questo atto il Consigliere Bich dice che da adesso il Consiglio non se ne occupa più, il Consiglio ha dettato le grandi linee e potrà ritornare quando lo ritiene sulle verifiche e sulla modifica delle grandi linee. Ma sono convinto che con le discussioni fatte nei mesi scorsi, con i paletti messi, questa operazione consentirà di essere portata avanti nella più chiara trasparenza e nel maggiore interesse pubblico di ottimizzazione dello sfruttamento e dell'utilizzo di quell'area e del suo potenziale.
Presidente Siamo sempre in tema di discussione generale, visto le ulteriori precisazioni fatte dall'Assessore. Ha chiesto la parola il Consigliere Bich.
Bich (APA) Ho cercato di fare delle valutazioni che sono radicate, serie. Intanto vorrei evidenziare sempre sull'aspetto del terreno così come si manifesta oggi, che stiamo seguendo la cronaca di un trasferimento annunciato, perché i terreni sì, ma se uno va a vedere al tribunale e al registro ditte i trasferimenti della Sima, le connotazioni della Sima, si hanno delle cartelle di roba, perché è una società che ha avuto delle vicissitudini. Fra l'altro la Sima è proprietaria di un terreno di 8680 mq a nord della ex Multibox, che ha acquistato dalla Regione ad un prezzo molto buono, cioè al prezzo di 433 milioni, quindi con circa 50-60mila lire al mq. Andando a confrontare i valori di questo terreno con valori dei terreni adiacenti, dobbiamo sempre fare delle considerazioni...
(...Interruzione fuori microfono...)
Nel 1989, tre o quattro anni fa. Arriviamo poi al paradosso che con la delibera 396 della Giunta siamo reintegrati in quel possesso, almeno fino al 49 percento; entrando in possesso della Sima la Regione, unitamente alla Heineken, ritorna in possesso paradossalmente di questo terreno che avevamo venduto alla Sima qualche anno fa.
Inoltre la Sima è proprietaria, come dicevo prima, dei 28779 mq adiacenti al levante della birreria, la cui destinazione conoscevamo.
Questo mi fa tornare in mente un acceso confronto che abbiamo avuto in commissione; ma se noi volevamo agevolare, come penso sia giusto anche agevolare lo sviluppo di questa società, potevamo dare la disponibilità delle aree a levante della birreria, dando l'intera disponibilità su una parte del costituendo polo autoportuale, sganciando così la birreria - ecco perché dico che è la cronaca di un trasferimento annunciato - da una variabile assolutamente coperta e imponderabile, che è la permanenza e l'esistenza dell'ipermercato Mega. Allora l'ipermercato Mega non entrava in questo gioco.
Perché l'ipermercato Mega entra in questo gioco? Perché non abbiamo voluto trattare, non abbiamo voluto dare la disponibilità e la concretezza di immissione nell'area a levante della birreria. Se questo era possibile, cosa c'era da chiedere? La Mega restava lì, si ristrutturava a suo piacimento nelle condizioni che hanno tutti gli altri ipermercati, senza avere accesso al grande traffico autostradale, e voilà la birreria aveva spazi amplissimi: 100mila mq finanche, quindi non c'era nessun problema.
Quello che invece ci fece discutere in commissione fu proprio quello: "Ma perché dobbiamo fare il doppio passaggio, cioè Heineken prende Sima, Sima espelle Mega, Mega viene ribaltata sul nodo autostradale"? Questo è l'aspetto che non si capisce, e chiaramente dà una valenza notevole. Al sig. Garosci, che oggi potrebbe andare a fare il commercio ambulante perché con il suo stabilimento a Pollein non può più vendere un bel niente, invece con queste condizioni diamo un'apertura di credito notevolissima, perché il sig. Garosci, per ironia della sorte, va a piombare proprio nel punto geodetico del massimo traffico possibile, sia quello secondario sul territorio della regione a est di Aosta, sia quello autostradale che come abbiamo visto dalle prospezioni fatte dalla società Autoporto è notevolissimo. Ecco perché ho sollevato questa obiezione; per di più noi lo blindiamo perché lo mettiamo in una condizione di non confrontarsi con altre offerte.
Poi, è valido metterlo lì? Forse sì, ci fosse stata un'impresa valdostana forse sarebbe stato meglio; fra qualche anno i nostri nipoti o noi stessi vedere la grande luminaria, avremmo potuto vedere qualcosa di nostro. Per la verità apriamo delle prospettive a società di capitale, di cui il capitale è mobile ed è in fase di trasferimento, o quanto meno dovrebbe essere così.
Queste sono le obiezioni che mi sentivo di fare, con nessuna iattanza, ma solo confrontandomi su questa realtà.
Presidente Qualcuno intende intervenire? Se nessuno intende intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola l'Assessore al bilancio e finanze, Lévêque.
Lévêque (Ass.tec.) Ancora per due chiarimenti, che mi sembrano doverosi.
Pur condividendo le legittime richieste di chiarimenti, non sono d'accordo sul modo di approcciare il problema che lascia sempre intendere qualche lato oscuro e qualche ombra che non esiste.
E la conferma di quello che dico sul modo di lasciare intendere sempre qualche lato oscuro, era la punzecchiatura politica che il Consigliere Bich ha fatto alla fine e su cui non mi esprimerò non solo perché me lo ha chiesto lui, ma perché non ritengo né opportuno né sensato dire nulla.
Invece vorrei chiarire due cose. Intanto, non si poteva fare come dice il Consigliere Bich per le ragioni che vado a spiegare. La possibilità che fa intravedere il Consigliere Bich è che avessimo messo la birreria, o la sua espansione, all'autoporto; ora c'è sempre un problema di tempi entro cui vengono prese certe decisioni e di questo va tenuto conto. Quando la regione ha acquisito la società Autoporto e quando la regione ha approvato il progetto Autoporto, la situazione della Heineken non lasciava presupporre né un fabbisogno di espansione come quello che ha presupposto adesso, né tanto meno il fatto che il gruppo olandese e la capogruppo italiana decidessero di fare dello stabilimento della Valle d'Aosta il polo di riferimento dell'attività Italia. A quel punto questo discorso non si poneva, anzi, i problemi connessi al depuratore del luglio 93 lasciavano addirittura incerto il destino occupazionale dell'Heineken, quando dovettero bloccare la produzione fra l'altro in una stagione importante per la produzione di quel tipo di beni. A quel punto il gruppo di tecnici e di esperti stava lavorando ed ha lavorato ad un progetto Autoporto che aveva una sua fisionomia e che non era compatibile mesi dopo, una volta approvato, una volta approvato a Bruxelles, una volta ottenuti i finanziamenti, con uno stravolgimento non parziale ma completo nella sua natura. A questo punto gioco forza l'espansione dell'Heineken poteva avvenire nelle aree non dell'Autoporto, dove si è deciso e programmato di fare qualcos'altro, con i soldi della C.E. per di più, ma poteva avvenire là dove c'era dello spazio disponibile. Le soluzioni erano solamente due: o avviene comunque e l'unità produttiva attuale della Mega ne occupi 20, ne occupi 30, ne occupi 40 chiude, oppure si trova una soluzione anche per questa, nell'ambito di una quadratura che veda l'Autoporto fare il suo progetto, la società Heineken poter provvedere al suo ampliamento, e il Mega sopravvivere.
Riguardo poi alla società di capitale, la società attuale Mega-Garosci è una società di capitale i cui destini non conosco, ma è una società di capitale tanto quanto il gruppo Heineken, per cui le due realtà sono realtà che hanno sotto quel profilo delle.affinità, pur nelle differenze.
(...Interruzione della registrazione...)
Allo stato gli interlocutori sono le società e i loro responsabili, e con esse, in particolare con il gruppo Heineken, l'amministrazione ha condotto un ragionamento e una valutazione di opportunità nei mesi scorsi, che hanno portato ad un accordo che per la Valle d'Aosta riteniamo importante ed utile soprattutto in prospettiva.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Florio per dichiarazione di voto.
Florio (VA) Questa è una vicenda che ha cominciato ad interessarci sin dall'ingresso in questa aula e che oggi credo per l'ultima volta interessi questo Consiglio in modo concreto, dal punto di vista decisionale.
In effetti, il tentativo che è stato messo in piedi è quello di creare un intervento, una volta decisa la centralità di quell'area dal punto di vista geografico ed anche delle destinazioni per l'economia della regione, un intervento in quell'area - dicevo - che venga realizzato non direttamente dall'ente Regione, ma da questa attraverso la società Autoporto. E sulla base del punto 3 del deliberato di cui stiamo discutendo, dopo che la Giunta regionale avrà individuato i parametri che la società che ho citato dovrà adottare per la selezione delle iniziative economiche da insediare nell'area, in applicazione dei criteri di cui al punto 2, noi non discuteremo più di questo problema. E questo è anche giusto che avvenga, nel senso che una volta assunta la decisione di indirizzo, è corretto che ad attuare quella decisione, a mettere in atto l'obiettivo che ci si è fissato siano altri, anche se ovviamente sempre controllati dall'ente Regione.
Deriva da questo il fatto che quanto previsto alla categoria 52 nel Serpentone commercio si riferisca senza ombra di dubbio all'attività che il Consigliere Bich ha citato; si riferisce sicuramente, e lo dice in termini espliciti, al trasferimento o potenziamento di punti di vendita della grande distribuzioni già operanti nel comune di Pollein. Quindi è fuori discussione, checché se ne dica, che oggi qui, approvando queste tipologie, come da ordine del giorno a suo tempo votato, si dia esplicita indicazione che ad insediarsi nel Serpentone per riempire la casellina 52 sarà la Mega e nessun altro, o ovviamente chiunque altro rilevi la proprietà di quella società.
Questo è il primo dato di fatto che bisogna tenere presente.
La seconda considerazione che mi viene da fare è che è vero, perché da sempre è stato detto nelle diverse riunioni che abbiamo avuto, che i requisiti da utilizzare per ricercare chi insediare nelle tre tipologie di edifici sono due: il richiamo al titolo oneroso per poter entrare in queste strutture, a prezzi di mercato è sempre stato detto, a condizioni che saranno da stabilire, vedi infatti punto 3 del deliberato. Così è anche vero che, una volta consegnate le scatole, una volta consegnate le strutture edilizie e le relative opere infrastrutturali a rete o puntuali, saranno i privati che verranno riconosciuti dalla società Autoporto a dover intervenire con investimenti propri per definire compiutamente la scatola stessa, in rapporto alle proprie esigenze e alle produzioni o alle attività che vi vorranno insediare, tenuto conto delle tipologie di cui alla tabella di cui stiamo parlando.
Questo è tutto vero, ma è tutto vero tranne che per uno, perché? E può anche essere giusto che sia così, come diceva Bich. Però, senza avere, come accennava l'Assessore retropensieri, e garantisco che non ne ho, se non l'unico che mi deriva da un campanellino che mi è suonato or sono dieci giorni fa, ma relativo ad un'altra vicenda rispetto alla quale sono stato chiamato in causa nella totale e assoluta buona fede come parecchi altri colleghi, ripeto: tutto è vero tranne che per questo esplicito e singolo caso, perché è chiaro che, una volta che sarà stato stabilito il prezzo di mercato per questa scatola, una volta che sarà stata stabilita quindi l'onerosità per la locazione di questa scatola, quella sarà la condizione che verrà posta al titolare di quella società e nessun'altra.
Non vi potrà essere in questo caso concorrenza alcuna in nessun caso, perché le condizioni, è vero, le porrà la società Autoporto sulla base dei criteri di cui stiamo ragionando, ma quelle saranno le condizioni, e non ci potranno essere condizioni di maggior favore per la società Autoporto e di conseguenza per noi rispetto a quelle fissate. Cosa che invece auspichiamo dovrebbe accadere per tutte le altre scatole, per tutte le altre destinazioni, nonché per tutti gli altri edifici di cui all'intervento dell'Autoporto. E questo che mi lascia perplesso.
Il fatto poi che non vi potessero essere altre soluzioni per risolvere il problema Heineken, che è venuto fuori dopo che era stato approvato il progetto Autoporto, e addirittura, come giustamente ha detto l'Assessore, dopo che nel luglio dell'anno scorso la crisi dello stabilimento Heineken era ben grave, tanto da far persino presupporre una sua chiusura, allora se è vero tutto questo, è anche vero che ho delle perplessità sul fatto che non vi potessero essere altre soluzioni, che non potesse essere realizzabile una spaccatura del Serpentone ad esempio.
Ci voleva una grande scelta, difficile, tale da allungare indefinitamente i tempi per spaccare parte di quell'area o lo stesso Serpentone, senza nulla toccare della situazione esistente per quanto riguarda l'ubicazione dell'attuale centro di grande distribuzione.
C'è un altro dato che fa pensare e lascia perplessi: il valore aggiunto commerciale di quella struttura domani rispetto all'oggi ne riceve un grande vantaggio, un notevolissimo vantaggio, e i dati che l'Assessore ci ha dato, quello dei 400 dipendenti in questa area, significa un richiamo di traffico e di conseguenza di drenaggio di potere commerciale notevolmente diverso rispetto a quello che possiede oggi o possederebbe domani rimanendo al di fuori dell'area autoportuale. E d'altra parte siamo noi stessi che auspichiamo una crescita forte della importanza di questa area se decidiamo, come abbiamo deciso giustamente, di investirvi le risorse che vi investiamo.
Si dà atto che dalle ore 17,10 assume la Presidenza il Vicepresidente Marco Viérin e che il Vicepresidente Aloisi non partecipa alla votazione del provvedimento.
Presidente Non abbiamo capito la dichiarazione di voto del Consigliere Florio. Ha chiesto la parola il Consigliere Florio.
Florio (VA) Volevo dire anche un'altra cosa, tanto per completare fino in fondo il ragionamento.
Personalmente ho delle grosse perplessità a votare questa deliberazione, probabilmente finirò per astenermi: sia chiaro che questo non significa chiamarsi fuori, ma significa mantenere una serie di dubbi e di perplessità che ho manifestato nel passato, sia quando sono andato in IV Commissione che all'interno delle stesse riunioni di maggioranza.
Presidente Pongo in votazione la delibera in oggetto.
Presenti: 29
Votanti e favorevoli: 21
Astenuti: 8 (Bich, Chiarello, Florio, Lanièce, Linty, Marguerettaz, Tibaldi e Viérin M.)
Il Consiglio approva