Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1179 del 22 febbraio 1995 - Resoconto

SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 22 FEBBRAIO 1995

OGGETTO N. 1179/X Riapertura della centrale nucleare di Creys-Malville. (Interpellanze)

Interpellanza Viste le notizie sulla riattivazione della centrale nucleare di Creys-Melville senza una preventiva consultazione delle Regioni e delle amministrazioni comunali italiane confinanti;

Considerato che il Consiglio regionale del Piemonte ha già espresso la sua forte preoccupazione per questa possibilità, preoccupazione espressa ultimamente anche da varie amministrazioni comunali valdostane;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

il Presidente della Giunta regionale per sapere:

- quali provvedimenti la Giunta regionale ha preso o intende prendere nei confronti del Governo italiano e quello francese con l'obiettivo della chiusura della centrale suddetta, visto il potenziale pericolo che la popolazione valdostana correrebbe in caso di incidente che si verifichi nella centrale stessa.

F.to: Chiarello

Interpellanza Visto gli articoli apparsi sui quotidiani nazionali e locali inerenti il pericolo nucleare costituito dalla centrale Crey-Malville;

Visto la denuncia del Consiglio regionale del Piemonte e di vari enti locali;

Considerato l'importanza che il problema riveste sulla salute dei cittadini;

Il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

la Giunta regionale per conoscere:

1) se il govemo regionale condivide il pericolo che incombe anche sulla Valle d'Aosta;

2) quali iniziative intende intraprendere al riguardo.

F.to: Viérin M.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) Sono contento che sia stata presentata, contemporaneamente alla mia, un'altra interpellanza sullo stesso argomento.

Io per principio sono antinuclearista, però non penso che tutti quelli che sono preoccupati in questo momento siano antinuclearisti. Questa centrale di Creys-Malville penso preoccupi anche quelli che sono per il nucleare, dal momento che la centrale ha avuto un susseguirsi di incidenti interni che per fortuna non sono più pesanti di quello che sono stati; non si sa ancora come sia la struttura del nucleo, si ha paura di crepe.

Dopo aver presentato l'interpellanza, ho visto che anche un comune della Valle d'Aosta si è preoccupato di questa centrale; penso che più si va avanti e più ci faccia paura. Il Consiglio della Regione Piemonte ha approvato un ordine del giorno che invita quella Giunta a fare tutto quanto è nelle facoltà della regione per far sì che la centrale rimanga chiusa.

Quello che mi viene da dire è: non aspettiamo che si verifichi un incidente grave, per dire si poteva fare qualcosa dopo; in questo campo voglio solo fare una nota. Lo scorso Consiglio ho fatto un'interpellanza sull'oleodotto SNAM, in questi giorni ho visto che la SNAM sta scoprendo il tubo in diversi punti della Bassa Valle, probabilmente per capire cosa sia successo. Adesso, dopo che è stato rimesso il petrolio all'interno di questo tubo, si stanno facendo dei sondaggi perché non si è molto sicuri delle condizioni di questo tubo. Il tubo della SNAM ha fatto dei danni e potrebbe fare dei danni che sono limitati; abbiamo l'esempio di Chernobyl per poter immaginare i danni che potrebbe fare la centrale di Creys-Malville.

E' mia intenzione presentare prima della fine del Consiglio un ordine del giorno, che inviti la Giunta a fare tutti i passi possibili; ma prima voglio sentire la risposta che mi verrà data.

Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin Marco.

Viérin M. (PpVA) Condivido l'illustrazione del Consigliere Chiarello, ma vorrei aggiungere qualcos'altro.

Mi pare molto strano che questa Giunta non abbia adottato alcun provvedimento al riguardo, anche perché persone attualmente in Giunta, in passato, hanno fatto fuoco e fiamme su questo problema. Questo mi induce a pensare che qualcosa non funzioni, o che ci sia qualcosa di strano.

Oltretutto ho cercato l'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale del Piemonte, cosa che poteva fare benissimo anche la Giunta ed eventualmente portarlo al dibattito di questo Consiglio. Mi riservo di parlare con Chiarello per formulare oggi, o la prossima seduta del Consiglio, una mozione che riguardi l'argomento.

Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore all'ambiente, territorio e trasporti, Riccarand.

Riccarand (VA) La Giunta regionale condivide le preoccupazioni che sono state espresse dagli interpellanti rispetto alla centrale nucleare di Creys-Malville, che è una centrale nucleare diversa da quelle tradizionali. Si tratta di un surgeneratore che funziona a plutonio, una sostanza estremamente nociva, di cui bastano pochi grammi per provocare il cancro; nel cuore del Superphoenix ci sono (secondo le stime che sono note) dalle 5 alle 7 tonnellate di plutonio, quindi si tratta di un impianto estremamente pericoloso, anche perché diversamente dagli altri impianti tradizionali nucleari l'impianto di Creys-Malville per le sue caratteristiche particolari è esposto al rischio di esplosioni, quindi di disseminazione di sostanze molto pericolose nell'arco di centinaia di chilometri. Aosta e la Valle d'Aosta è nell'area a rischio, perché dista circa 200 km in linea d'aria dalla zona della centrale.

Il Consiglio regionale in realtà si è occupato di questo problema già nelle precedenti legislature, ha già preso posizioni chiedendo la chiusura e la non riattivazione di questo impianto; credo che più volte il Consiglio si è espresso in questo senso.

Del resto la vicenda del Superphoenix da quando è stata attivata, cioè dal primo gennaio 1986 in poi, è stata costellata da incidenti, per fortuna mai drammatici, comunque ripetuti, che hanno dimostrato la pericolosità dell'impianto, nel senso che diversamente da quello che si diceva sulla sicurezza dell'impianto, questi incidenti - che hanno determinato poi la chiusura in più fasi della centrale - hanno dimostrato che questa sicurezza non era acquisita.

In particolare l'impianto ha funzionato dal 1° gennaio 1986 fino al luglio 1990 con alcune interruzioni, poi dal luglio 1990 è iniziato un lungo blocco del funzionamento della centrale che si è protratto fino all'estate del 1994, perché sono stati rilevati diversi inconvenienti che hanno reso necessari notevoli interventi sull'impianto, ed è stata necessaria un'inchiesta approfondita da parte delle autorità governative francesi, prima di poter autorizzare la riapertura dell'impianto, avvenuta nel mese di agosto 1994, con una produzione notevolmente ridotta, con un funzionamento del 30 percento rispetto a quelle che erano le potenzialità dell'impianto.

Quando nell'estate scorsa le autorità francesi hanno deciso di riattivare l'impianto, da parte della Giunta regionale sono state assunte alcune iniziative ben precise.

In data 24 agosto 1994 il Presidente della Giunta regionale ha inviato una lettera al Presidente dell'ENEL, in quanto l'ENEL partecipa alla società che gestisce l'impianto del Superphoenix, chiedendo una serie di chiarimenti ed esprimendo la preoccupazione rispetto alla situazione del Superphoenix. Lettera a cui è stato risposto il 19 settembre 1994 da parte del Presidente dell'ENEL Viezzoli con una risposta interlocutoria, come è tipico da parte di questi organismi.

Abbiamo preso contatti anche con la Regione Piemonte per concordare posizioni comuni e con un comitato che raggruppa a livello internazionale i movimenti che si oppongono al Superphoenix, ovvero il Comitato "Les Européens contre le Superphoenix", che ha sede a Ginevra e con cui esiste uno scambio regolare di informazioni, in modo da coordinare le iniziative.

Non solo, siccome avevamo un'occasione ben precisa di incontro con i responsabili dell'ambiente francese, svizzero, italiano, e quindi con i tre ministri che hanno una competenza importante rispetto alla vicenda della centrale, e l'appuntamento è rappresentato dall'incontro dei tre ministri che si è svolto a novembre 1994 a Ginevra, nel cui ambito si collocava anche la conferenza dell'Espace du Mont Blanc, in quell'occasione, in rappresentanza della Giunta regionale, ho posto esplicitamente al Ministro francese Barnier, ed anche ai ministri italiano e svizzero in secondo piano, il problema delle preoccupazioni che abbiamo rispetto al funzionamento del Superphoenix e la necessità che ci sia un intervento di modificazione rispetto agli indirizzi di politica energetica in questa direzione, da parte dei tre governi, in particolare da parte del Governo francese.

Il Ministro francese dell'ambiente in quella occasione mi rispose prendendo atto delle preoccupazioni espresse, sottolineando che comunque la centrale era stata rimessa in funzione con un funzionamento estremamente ridotto e che comunque nelle intenzioni del Governo francese vi era quella di andare ad una riconversione dell'impianto di Creys-Malville, trasformandolo da un impianto surgeneratore ad un impianto di tipo diverso, di utilizzazione di scorie nucleari, ma abbandonando l'impostazione inizialmente data al progetto. Questo è l'orientamento che sta assumendo il Governo francese.

Dopo quell'incontro c'è stato però un fatto nuovo: il 26 dicembre 1994 l'impianto di Creys-Malville è stato nuovamente fermato, perché si è verificata una fuga di vapore. L'interruzione dell'attività dal 26 dicembre prosegue ancora oggi e, in base alle informazioni che abbiamo, fino all'estate non è prevista la riattivazione dell'impianto, perché è necessario procedere alla sostituzione di alcuni scambiatori di calore ed altre parti abbastanza delicate.

Quindi fino alla prossima estate l'impianto non sarà in funzione neanche in forma ridotta, per cui esiste una situazione che in questo momento non presenta elementi di rischio rispetto all'attività produttiva. Esiste però un problema di rischio, legato magari a fatti remoti, ed è il problema di rischi sismici; in Giappone abbiamo visto che si è verificato un terremoto di estrema potenza. Ora l'impianto di Creys-Malville anche fermo è pericoloso, proprio per il suo contenuto di plutonio.

Il problema va affrontato e non è facilmente risolvibile perché le sostanze contaminanti presenti in quell'impianto sono notevoli, ma il primo obiettivo è sicuramente quello di ottenere uno stop definitivo dell'utilizzazione dell'impianto come impianto nucleare surgeneratore che funziona a plutonio e che produce nuovo plutonio. In questo senso sembra che stiano orientandosi anche le autorità francesi; del resto questo impianto ha dimostrato di non essere redditizio perché è continuamente fermo ed ha dei costi enormi.

Credo che anche nei confronti dell'ENEL dobbiamo chiedere che non ci siano ulteriori impegni finanziari, che da parte del Governo italiano ci sia una uscita da questo progetto. Ritengo che nei mesi che abbiamo di fronte vadano prese iniziative a livello istituzionale, a livello di cittadini che possono aderire anche individualmente, o come forze politiche, a questo Comitato "Les Européens contre le Superphoenix", che vada fatto tutto lo sforzo, e la Giunta è impegnata in questo senso, per chiedere la disattivazione definitiva dell'impianto, la sua riconversione e la messa in sicurezza di un sito che presenta un quantitativo di sostanze pericolose, che può essere sempre una fonte di rischio per la Valle d'Aosta.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) L'interpellanza è stata ben accettata dall'Assessore, vedo che siamo in sintonia, non avevo dubbi che questo pericolo interessasse tutti, saremmo incoscienti se non ci interessasse. Però penso che in questo senso è utile un ordine del giorno che dica che tutto il Consiglio è solidale con la Giunta, anzi la invita a fare questi passi.

Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin Marco.

Viérin M. (PpVA) L'Assessore ha ripercorso alcune date importanti per la Giunta, espressamente la lettera all'ENEL del 24 agosto, lettera che ha avuto una risposta interlocutoria. Questi sono i dubbi che mi vengono, e cioè che queste risposte interlocutorie alla fine non portino a risolvere il problema.

Quanto ai contatti con il Piemonte per assumere una posizione comune, questo mi sta bene, direi che sia proprio questa la strada perché l'unione fa la forza, come pure con il Comitato francese. Però, in merito a questo incontro del novembre 1994 con i tre ministri che hanno ribadito ed hanno anche condiviso una certa pericolosità di questo impianto, poi è successo che l'impianto è stato rimesso in funzione a regime ridotto. E guarda caso, anche se messo in funzione a regime ridotto, il 24 dicembre 1994 si è fermato per l'ennesima volta, e quindi neanche a regime ridotto dà garanzie di sicurezza. Sappiamo bene che un'esplosione o un guasto di questa centrale non crea il problema solo dei 200 km limitrofi, ma crea problemi di più vasta intensità.

L'Assessore mi dice che fino all'estate prossima non funzionerà l'impianto neppure a regime ridotto; direi che però non dobbiamo perdere questi mesi da qui all'estate per riprendere il problema. Qui bisogna approvare un documento, che va inviato sia al Comitato francese che al Consiglio regionale del Piemonte, ma anche al Consiglio regionale della Lombardia, perché anche questa Regione è interessata tanto quanto noi, e quindi prodigarsi in questi mesi per riuscire, tramite il Governo italiano, a far sì che l'ENEL non continui con gli investimenti in questa società. Oltretutto, ascoltando la relazione dell'Assessore e seguendo il documento approvato dalla Regione Piemonte, ho visto che le premesse sono pressoché identiche, quindi sarebbe bene se nel pomeriggio si riuscisse a stendere un documento in comune, in modo da impegnare la Giunta ad attivarsi in maniera decisa, con la piena fiducia di tutto il Consiglio. Penso che non ci siano Consiglieri che si tirano indietro nel dare questo impegno alla Giunta.

Quindi confido nella pausa pomeridiana per sentirci e per proporre un documento da far votare al Consiglio.