Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 723 del 1° giugno 1994 - Resoconto

OGGETTO N. 723/X - Disegno di legge: "Modificazioni alla legge regionale 17 agosto 1987, n. 81 (Costituzione di una società per azioni nel settore dello sviluppo della informatica".

Articolo 1 - (Modificazioni all'articolo 2)

1. L'articolo 2 della legge regionale 17 agosto 1987, n. 81 (Costituzione di una Società per azioni nel settore dello sviluppo dell'informatica), è sostituito dal seguente:

"Articolo 2

(Soci)

1. Possono acquisire la qualità di soci azionisti della IN.VA. S.p.A., oltre alla Regione Valle d'Aosta:

a) un'impresa, con specializzazione ad ampio spettro nel settore, dalla progettazione alla produzione di calcolatori, di periferiche e di sistemi operativi avanzati, di comprovata solidità, esperienza e capacità nel settore, sia in quanto ad entità del capitale sociale che ad immagine e presenza sul mercato nazionale ed internazionale;

b) gli enti locali della Regione Valle d'Aosta;

c) imprese, in forma singola od associata, che per apporti finanziari, tecnologici o di mercato possono contribuire alla valorizzazione della società."

Articolo 2 - (Modificazioni all'articolo 4)

1. Il comma 2 dell'articolo 4 della legge regionale 81/1987 è sostituito dal seguente:

"2. L'impresa di cui all'articolo 2, comma 1, lett. a), può acquisire una quota di capitale sociale non superiore al quaranta per cento delle azioni."

2. Il comma 3 dell'articolo 4 della legge regionale 81/1987 è sostituito dal seguente:

"3. I soggetti di cui all'articolo 2, comma 1, lett. b) e c), possono acquisire la proprietà delle azioni non sottoscritte dagli altri soggetti di cui al medesimo articolo."

Articolo 3 - (Piano operativo annuale)

1. La Giunta regionale approva, entro il 31 ottobre di ogni anno, un piano operativo annuale per lo sviluppo, la modernizzazione e la diffusione degli strumenti, delle tecnologie e dei sistemi informativi dell'Amministrazione regionale.

2. Per l'anno 1994 il piano operativo annuale di cui al comma 1 è approvato dalla Giunta regionale entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

Articolo 4 - (Dichiarazione d'urgenza)

1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.

Presidente - Ha chiesto la parola il relatore, Consigliere Lanivi.

Lanivi (PVA) - Il disegno di legge in esame si propone, tenuto conto dell'esperienza maturata e della nuova legislazione nazionale, di:

a) qualificare il ruolo di IN.VA. S.p.A., attribuendo ad essa compiti prevalentemente di tipo programmatorio e di indirizzo nel settore dell'informatica, piuttosto che gestionale o di tipo operativo;

b) consentire la partecipazione degli enti locali garantendo in tal modo un migliore coordinamento dei programmi e degli interventi nel settore pubblico regionale;

c) favorire una maggiore flessibilità e migliore funzionalità all'attività dell'IN.VA. S.p.A.

A tal fine sono state previste le seguenti modificazioni:

- all'articolo 2 la possibilità agli enti locali della Regione Valle d'Aosta di acquisire la qualità di soci azionisti dell'IN.VA. S.p.A.; la stessa possibilità è allargata ad imprese che singolarmente o in forma associata possono contribuire alla valorizzazione dell'IN.VA. per rapporti finanziari, tecnologici o di mercato;

- all'articolo 4, è stabilito che l'impresa, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), non può superare la quota del 40 percento del capitale sociale. Gli enti locali della Regione Valle d'Aosta e le imprese previste dall'articolo 2, comma 1, lett. c), possono acquisire le azioni non sottoscritte dagli altri soggetti, di cui al medesimo articolo.

Inoltre è previsto un piano operativo annuale per lo sviluppo, la modernizzazione e la diffusione di strumenti delle tecnologie e dei sistemi informativi dell'Amministrazione regionale, che la Giunta regionale deve approvare entro il 31 ottobre di ogni anno.

Per il 1994 è previsto che tale piano venga approvato dalla Giunta regionale entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge.

Presidente - É aperta la discussione generale.

Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (PpVA) - Brevemente, su questo disegno di legge che abbiamo avuto modo di approfondire in commissione.

La prima osservazione da farsi è che questo disegno di legge che ci apprestiamo a votare presenta, perlomeno di questi tempi, una grossa anomalia. In un'epoca come questa, in cui una delle parole più in voga è la parola privatizzazione, e quindi apertura verso i privati, in questa composizione societaria andiamo a vendere le quote che finora erano dei privati, a chi? Sostanzialmente, mi è parso di capire anche nel corso della discussione che c'è stata in commissione, al Comune di Aosta.

É vero che la legge non impedisce ad altri enti di acquistare eventuali azioni, ma dalle informazioni che ci sono giunte nel dibattito della commissione, al momento l'unico ente che ha già dimostrato il suo interesse a rilevare le quote che si renderebbero disponibili è il Comune di Aosta.

É una situazione anomala che denota subito come la situazione dell'IN.VA., in particolare, ma credo la situazione più ampia di tutto il settore dell'informatica e direi della partecipazione stessa della Regione nelle ditte le più disparate, richieda un dibattito molto più profondo.

Ad esempio, sulla situazione IN.VA., la prima cosa da dire in maniera chiara ed evidente è che questo disegno di legge non sana la situazione IN.VA.; questo disegno di legge serve esclusivamente per mettere a quei privati che in un primo tempo avevano fatto una scelta di entrare nel pacchetto azionario della società, di potersi togliere da questa società, facendo entrare, invece, un ente che sicuramente ha delle esigenze più che rispettabili.

Non sana, quindi, questo una situazione di una società che, come ci è stato riferito dal Presidente stesso nell'ultima audizione che abbiamo avuto in commissione, ha dei bilanci sostanzialmente in rosso, ha delle cause pendenti con grosse società non ancora risolte, e le quali cause hanno determinato anche alcune osservazioni da parte del revisore dei conti in fase di relazione appunto del revisore dei conti sul bilancio della società stessa.

É una società che ha un capitale sociale di 1 miliardo, a fronte di un numero di dipendenti che si aggira intorno a 18; nessuna società sana, come suol dirsi, con un numero così basso di dipendenti ha un capitale sociale così alto. É una società che, nonostante abbia questo capitale così alto, ha come dicevo il bilancio in rosso; è una società, così come hanno convenuto tutti i membri presenti nella commissione al di là delle loro appartenenze partitiche, amministrata da tre figure, previste peraltro dalla legge, che sono: un presidente, un amministratore delegato e un dirigente generale, i quali, per amministrare questa società che descrivevo prima, percepiscono qualcosa come complessivamente 350 milioni l'anno, più di un terzo dello stesso capitale sociale di una società che ha il bilancio in rosso.

Evidentemente, questo ci sta a dimostrare in maniera lampante di come ci sia bisogno di affondare le mani dentro l'IN.VA., non semplicemente con questa legge che ha la parvenza di essere una goccia in un oceano, ma assumendo decisioni ben più incidenti rispetto a questa.

Un'ultima considerazione. Credo che chi abbia bisogno di garanzie, proprio a fronte della situazione che denunciavo dell'IN.VA., siano i 18 dipendenti, i quali hanno scritto alcuni mesi or sono al Presidente del Consiglio e ai consiglieri regionali, chiedendo in maniera esplicita che una delegazione potesse in tempi brevi incontrare i Capigruppo del Consiglio regionale.

A quanto mi risulta, forse una delegazione ha incontrato sì il Presidente del Consiglio ma non ha incontrato, almeno per quanto mi risulta, la Conferenza dei Capigruppo. L'ha incontrata? Allora, va bene. Spero che in quella occasione siano state date le dovute garanzie, anche perché nel dibattito che c'è stato in commissione sono state date più che assicurazioni, rassicurazioni; di fatto, non abbiamo ancora avuto delle assicurazioni sulla destinazione che avranno i dipendenti IN.VA. a fronte dell'unica decisione certa, sulla quale finora sembra orientarsi la Giunta o comunque la maggioranza regionale, che è quella di andare verso una riduzione del personale.

Vorrei, ancora una volta, sottolineare che così come tutti gli ex azionisti, quindi Intesa Olivetti e Regione, avevano avuto modo di dire al presidente della società che la cosa più urgente da fare era ridurre le spese, contenere le spese per questa società; però, a mio avviso, prima di andare a pensare ad una riduzione del personale, bisognerà comunque pensare ad una riduzione di quelle tre figure cui accennavo prima.

É perfettamente inutile che in una società di questo genere ci sia, ad esempio, la figura di un direttore generale che assorbe la bellezza di 200 milioni l'anno, che da soli sarebbero stati in grado, a fronte del bilancio di quest'anno, di sanare abbondantemente il bilancio stesso.

Si dà atto che, dalle ore 19,09, presiede il Vicepresidente Aloisi.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) - Riprendendo quello che diceva prima il Consigliere Marguerettaz, è stata fatta la Conferenza dei Capigruppo su questo problema e proprio da questa Conferenza abbiamo capito che tale legge non sana niente, cioè il privato è bello, ma quando è in deficit, si torna al pubblico, perché tappi i buchi il pubblico.

Qui c'è una diatriba fra il SED e la famosa l'IN.VA., cioè quello che doveva fare l'IN.VA. è stato stravolto negli ultimi anni da dichiarazioni di dipendenti IN.VA., anche da consulenze che sono state richieste dall'Amministrazione regionale per effettuare lavori che l'IN.VA. era in grado di effettuare. Sono state delle scelte politiche ed amministrative.

Adesso siamo arrivati a questa legge proprio, come dice il Consigliere Marguerettaz, per sanare il sanabile, per cercare di salvare questi dipendenti, sperando che i comuni abbiano la liquidità per rilevare dal privato. Sono anch'io dell'avviso che ci sono delle figure di troppo in questa società, almeno alti stipendiati di troppo, non so se possa essere il presidente o l'amministrazione delegato; non riesco a capire quali siano bene le funzioni in una società così. Però, se partiamo in una società che ha un bilancio di questo tipo con 350 milioni per gli alti dirigenti, saremo fuori di bilancio tutti gli anni.

Presidente - Ha chiesto la parola il Vicepresidente, Viérin Marco.

Viérin M. (PpVA) - É già intervenuto il mio collega Marguerettaz su alcuni aspetti, però va ribadito l'aspetto fondamentale, che è quello di chiedere a questa maggioranza qual è la finalità conclusiva di questo disegno di legge, una volta che sarà approvato, quindi cos'è che cambierà in maniera radicale ed effettiva.

Ritengo poche cose. Altri consiglieri mi hanno preceduto in alcune analisi, cambierà effettivamente solo il discorso della eliminazione di una figura, quindi un risparmio nelle spese correnti. Però in questo momento, dove tutti gli enti pubblici stanno cercando di privatizzare, stanno cercando di eliminare spese o carrozzoni, noi siamo qui a fare una legge per mantenere un carrozzone. E perché mantenere un carrozzone? Perché oltre al rapporto fra capitale sociale e spese per gli amministratori e i dirigenti, basta fare un rapporto fra bilancio, che si aggira sui 4 miliardi, e spese di dipendenti.

Ora, non può esistere una società con 4 miliardi di fatturato e 18 dipendenti, più un consiglio di amministrazione, che costa certe cifre che sappiamo. E anche se verranno ridotte, saranno sempre costi superiori alla norma; costi che, se presenti in un'azienda privata, quest'azienda fallirebbe il mese dopo. Allora perché tenere in piedi questo carrozzone?

Secondo il sottoscritto, tenere in piedi questo carrozzone è per salvare qualcuno che si è buttato nella mischia in passato ed ora ne vuole uscire senza perderci niente; mi riferisco, in maniera precisa, ad alcuni privati. Se si va a vedere l'azionariato dell'Intesa e poi si va a vedere chi è azionista di quei soci dell'Intesa, e quindi si fa una ricerca di azionisti, vediamo che, alla fine, ci sono alcuni privati che hanno tutto l'interesse ad uscire alla chetichella per vari motivi. Il primo motivo, per partecipare agli appalti pubblici senza incorrere in sanzioni, ma il motivo principale è di uscire alla chetichella da una società senza rimetterci niente, in quanto è una società che si occupa di una fetta di mercato di cui la Valle d'Aosta è prettamente satura.

Nella nostra regione abbiamo un mercato dell'informatica che si aggira sui 20 miliardi; però, fino ad oggi, abbiamo tre o quattro società di importanza media, mentre altre piccole società si occupano più delle cose spicciole e quindi, ad oggi, vi sono una miriade di società che si occupano di questo settore. Allora, perché tenere l'IN.VA. in piedi, quando abbiamo anche un SED che dovrebbe risolvere alcuni problemi che l'ente pubblico Regione ha? Altrimenti dobbiamo ridefinire a cosa serve il SED. Se vogliamo fare dei doppioni, ce lo diciamo francamente.

Noi non riteniamo che sia il momento di fare dei doppioni. Se questi sono esistiti, se ci si deve mettere mano, ci si deve mettere mano fino in fondo, e non per fare solo un discorso d'immagine esterna e poi, a livello sostanziale, non cambiare niente. Perché, ad oggi, abbiamo il SED che si occupa di certe cose, l'IN.VA. che è a partecipazione pubblica e che si occupa di altre cose; poi abbiamo anche una miriade di incarichi a professionisti in merito a questo settore. Pertanto vorrei capire! La Regione è compartecipe in una società tipo IN.VA., ha il SED a disposizione, utilizza anche una terza via dando degli incarichi professionali di notevole entità. Quindi se l'amministrazione si trova in un marasma, è tutto detto senza bisogno di aggiungere altro.

In questo momento va fatta una scelta di tipo diverso, una scelta in cui si danno disposizioni concrete e precise a chi deve seguire il SED e poi verificare se si deve tenere ancora in piedi la società IN.VA.: secondo me, questa società non deve essere tenuta in piedi, altrimenti non vedo perché il privato debba fuggire.

Nella concorrenzialità del libero mercato, quando fugge il privato, è tutto detto. Infatti nella legge vedo possibilità per gli enti locali, possibilità per le banche; voglio proprio vedere se una banca privata, e qui lo dico e lo vedremo in futuro, andrà ad acquisire delle azioni IN.VA. É chiaro che se è la Banca della Valle d'Aosta, comincio a dubitare che una strategia sia stata fatta per tenere in piedi questo carrozzone, ma voglio proprio vedere se nel 40 percento arriveranno veramente banche private e sperare che non arrivi poi una banca pubblica.

Questo per dire, in maniera conclusiva, che siamo alle solite: siamo qui a cercare di salvare qualcuno che non potrà essere salvato, e quindi sicuramente tra un anno, un anno e mezzo, otto mesi, ci ritroveremo a discutere dello stesso problema ma con un problema aggiuntivo: quello che avremo fatto un altro buco su questo settore e avremo fatto un altro buco nel bilancio della Regione.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello per il secondo intervento.

Chiarello (RC) - Volevo solo dire la mia su quanto ha detto Viérin. Secondo me, bisognava valutare bene se era il SED da eliminare o l'IN.VA., vedere cosa hanno dato le due strutture a questa Regione, chi faceva i programmi più avanzati, oppure se erano le consulenze esterne.

Se invece si vogliono tenere in piedi 50 consulenze esterne e il SED, anche con i limiti che ha, allora è un discorso politico. Era quello che volevo dire.

Presidente - Vi sono altri colleghi che vogliono intervenire? Se nessuno intende intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha chiesto la parola l'Assessore al bilancio e finanze, Lévêque.

Lévêque (Ass.tec.) - Brevemente per svolgere alcune considerazioni aggiuntive all'intervento del relatore e per rispondere a qualche problema sollevato dagli intervenuti.

In primo luogo, il disegno di legge che viene presentato a questo Consiglio è un disegno di legge che non ha l'ambizione di ridiscutere in modo strutturale quelle che sono state e sono le scelte in materia di tecnologia informatica dell'Amministrazione, ma che ha degli obiettivi più modesti, sostanzialmente due.

Primo, tenuto conto della rapida evoluzione e modificazione che subisce un settore come quello dell'informatica, la previsione della legge n. 81/87 in ordine all'azionariato della società era rigida, cioè prevedeva tre tipologie di soci con delle quote azionarie determinate, ed erano tre tipologie estremamente concrete e definite e direi limitanti, cioè erano o un consorzio di imprese locali operanti in informatica, una grande impresa del settore e la Regione con quote definite.

L'evoluzione che sia a livello tecnologico che di mercato ha attraversato il settore informatico in questi anni, e lo attraverserà probabilmente in futuro, suggeriscono, al di là di quello che sarà il primo impatto concreto di questo ampliamento di possibilità azionarie, la necessità di diverse caratterizzazioni, di diverse configurazioni di soci; per cui la proposta è quella di mantenere certi rapporti fra azionisti, ma consentire a questa società, le cui finalità restano quelle che erano previste dalla legge n. 81, di dare la possibilità o agli enti locali o ad altre tipologie di imprese di fare parte, a condizione che questi soci abbiano la possibilità di fornire un apporto, o di tecnologie, o finanziario, o di mercato alla società.

Secondo obiettivo di questo semplice disegno di legge è un obiettivo che, secondo me, ha una sua importanza, ed è quello di prevedere all'articolo 3 un momento di programmazione delle attività, che deve concretizzarsi con l'approvazione da parte della Giunta di un piano operativo annuale, che deve essere fatto e deve costituire un quadro entro cui l'Amministrazione regionale esplicita le sue scelte e la sua programmazione in materia di sistemi informativi e di informatica.

Questo è un aspetto importante, perché consente anche allo strumento che la Regione si è dato con questa legge nel 1987 una sua possibilità di collocazione all'interno di questi piani e programmi.

Direi che la legge si ferma a questi obiettivi di carattere molto concreto e chiaro, e però ci sono delle ragioni per cui questi obiettivi sono perseguiti con questo disegno di legge.

Una prima ragione, è quella di cui già si è discusso in occasione di un'interpellanza del Vicepresidente Viérin in questo Consiglio, di recente, in merito al ruolo della società. In quell'occasione, oltre alle preoccupazioni che Viérin aveva espresso in ordine alla situazione economico-finanziaria e del personale e che mi sembravano diverse dall'approccio dell'intervento di oggi, in cui definisce IN.VA. un carrozzone da chiudere, la risposta che io diedi era una risposta alla base della quale stava la volontà della Giunta regionale di ridefinire con più precisione, sempre nell'ambito delle finalità della legge esistente, quello che era oggi il più opportuno ruolo della società nei confronti dell'Amministrazione. In questo senso la Giunta, dopo un confronto al suo interno e dopo anche un confronto con lo stesso management della società, ha identificato nel supporto di carattere tecnico progettuale alle scelte di sviluppo dell'informatica nell'Amministrazione e, più in generale, nella Regione Valle d'Aosta, la funzione principale di questa società. Funzione che probabilmente 6-7 anni fa, quando fu pensata la legge e la costituzione della società, aveva delle caratterizzazioni diverse, legate anche ad altri aspetti, non solo di "intelligence" nei confronti dell'Amministrazione, ma anche di fornitura concreta di apparecchiature, di gestione e di erogazione di programmi e di servizi. Cose che, per l'evoluzione del settore e per l'evoluzione anche della normativa, oggi non sono da considerarsi più opportune.

Questo motiva la necessità anche di darci un piano e di dare poi una collocazione alla società con una configurazione diversa nei confronti dell'Amministrazione. Da qui, anche le considerazioni che si possono fare su quello che è il giro di affari e le grandezze economiche che i bilanci della società evidenziano.

Il Consigliere Marguerettaz ha parlato di bilanci in rosso; sicuramente un bilancio che chiude con 9 milioni di perdita è un bilancio in rosso. La situazione però non va posta in termini di una situazione catastrofica; è una società che ha chiuso il bilancio 1993 con una flessione dei ricavi anche in ragione di una crisi generalizzata, che ha una modesta perdita e che, anche alla luce di queste prospettive che ho detto, si accinge ad un processo di revisione e di ristrutturazione al suo interno, che consentirà, nei prossimi anni, di rivedere quella che è la dimensione economica, però rivedendone anche la redditività e la struttura del conto economico.

In questo senso sarà prevista una riduzione di organico, però compatibile con l'esistenza della società e delle funzioni che la società avrà nei confronti dell'Amministrazione. E la riduzione dell'organico dovrà, ovviamente, essere una riduzione che non disperde energie e professionalità che sono maturate nel periodo, ma che le valorizza, collocandole in sede opportuna in altre realtà della vita economica della Valle d'Aosta: società del settore o in altre società che possono aver bisogno di esperienze di questo tipo.

Non è sicuramente nelle intenzioni del Governo regionale promuovere iniziative che tendano a lasciare sulla strada qualcuno degli attuali dipendenti della società.

Per quanto riguarda l'incidenza delle spese dell'organo amministrativo, quindi del consiglio di amministrazione e degli amministratori, la Giunta ha svolto le stesse considerazioni che ha svolto il Consigliere Marguerettaz insieme con gli stessi responsabili della società, sostenendo che non è più compatibile un costo di struttura di questo genere con il mutato ruolo e la mutata struttura del conto economico, e i provvedimenti conseguenti saranno adottati proprio dagli azionisti, perché sono gli azionisti che dovranno deliberare in ordine alla riduzione dell'organo amministrativo ed ai compensi degli amministratori nelle prossime loro scadenze.

Una precisazione però mi sento di farla: il rapporto non è da fare fra il costo dell'organo amministrativo e il capitale sociale; questa è un'indicazione che non vuol dire nulla. Il rapporto va fatto fra il costo di struttura e il giro di affari, che è diverso dal dire 300 milioni su 1 miliardo, perché sono 300 milioni su 4,6 miliardi. Però la Giunta ha concordato sulla necessità di ridimensionare e rendere congruente e compatibile questa cosa.

Un'ultima considerazione è legata al problema privatizzazione/pubblicizzazione. Il disegno di legge che portiamo oggi all'attenzione del Consiglio non è un disegno di legge che propone una pubblicizzazione IN.VA.; sarebbe stato molto più chiaramente scritto che uno dei soci, invece di essere la società privata o le società private, doveva essere un ente locale. Quello era rendere pubblica la società come scelta strategica. Il disegno di legge non dice questo.

Il disegno di legge dà la possibilità ad una partecipazione, che fra l'altro può anche essere tale da non comportare una maggioranza pubblica, perché se fosse del 9 percento la partecipazione dei comuni, più il 40 della Regione, sarebbe il 49 percento e il resto rimarrebbe privato, ma la possibilità anche per gli enti locali, poiché è stato in questo periodo ridefinito questo ruolo della società nei confronti della Regione e della Valle d'Aosta nel suo insieme, di poter concorrere ad un disegno di informatizzazione, che sia coerente e che coinvolga anche in maniera reticolare quelli che sono i sistemi informativi degli enti locali.

Questa è cosa che interessa diversi ambiti di applicazione, non solo quelli amministrativi, ma quelli ad esempio in materia sanitaria, quelli in materia dei sistemi tecnici eccetera.

Quindi non è una scelta di pubblicizzazione, è un ampliare la gamma di possibilità di azionariato comprendendo anche, se lo riterranno, la possibilità per gli enti locali di prendervi parte nella misura che richiederanno e che sarà compatibile con le disponibilità che saranno da mettere in campo. É vero che il Comune di Aosta ha già comunicato di essere d'accordo e disponibile ad un ingresso nella società.

Credo di aver risposto alle domande, da quello che ho detto credo sia evidente la convinzione del Governo regionale di non considerare - come mi sembra invece abbia dichiarato Viérin - l'IN.VA. un carrozzone, tanto meno un carrozzone da sopprimere. E se le preoccupazioni di Marguerettaz in ordine al personale, sono condivise, sicuramente sono lievemente in antitesi con quanto mi è sembrato di capire dalle dichiarazioni di Viérin, che diceva che la struttura sarebbe da chiudere, con questo mettendo un grosso punto di domanda proprio sul problema del personale.

Presidente - Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il Vicepresidente, Viérin Marco.

Viérin M. (PpVA) - Mi aspettavo questa battuta finale dell'Assessore perché non poteva dire altro, perché sulla concretezza invece della proposta di legge non è che poteva dire tante cose.

Mi aveva già anticipato Chiarello, e chiedo scusa se prima sono stato male interpretato sulla parola carrozzone: questo termine va inteso nell'aspetto complessivo del problema dell'informatica; la Regione si è sempre basata su IN.VA., su SED e su privati con incarichi professionali. Quindi il carrozzone è l'informatica abbinata alla Regione, e la Regione deve smettere di utilizzare il carrozzone dell'informatica per fare cose che non sono più possibili.

Quindi va fatta una scelta, che sia la scelta di mantenere il SED, ampliato, revisionato, visto in altra maniera, oppure quella di mantenere l'IN.VA.; e poi bisogna fare la scelta, lo diceva Chiarello prima, sul discorso di queste consulenze ai privati.

Per quanto riguarda la creazione dell'IN.VA. con questo progetto di legge, o si pensa di riuscire a monopolizzare completamente il mercato valdostano - che rappresenta un bacino di 20 miliardi di fatturato annuo, quindi un bacino non enorme - e allora si può pensare che questa società abbia un futuro in un certo senso, oppure si pensa che questa società potrà riuscire ad entrare in concorrenza fuori della Valle d'Aosta. Allora bisogna capire se l'ente pubblico o meglio un'azienda pubblica in questo settore è più competitiva di un'azienda gestita da privati, e su questo mi permetto di dire che non può essere più concorrenziale e lo vediamo in tutti i settori, purtroppo.

L'Assessore Lévêque mi dice che c'è una crisi oltretutto generalizzata e questo è un altro aspetto, per cui, in un momento come questo, rimettiamo in piedi e manteniamo tre strutture; dico tre strutture perché ancora non si è parlato del discorso delle consulenze, quindi manteniamo in piedi IN.VA., SED e consulenze in un momento di crisi.

Poi l'Assessore, alla fine, mi dice che la finalità non è quella di trasformare la società in maggioranza pubblica; qui ribadisco quanto ho detto poc'anzi, che aspetterò i risultati su questa battuta, perché leggendo la legge, il 40 percento Regione, il 20 percento possibilità per gli enti locali, il 40 percento per privati - e possono essere anche banche - vorrò vedere se rimarrà al 49 percento l'azionariato pubblico, o se questo azionariato salirà. Se salirà, avrò ragione di dubitare sugli aspetti che ho detto nel primo intervento.

Ringrazio invece l'Assessore per quello che ha detto sulla volontà di indicare al Consiglio o tramite i rappresentanti della Regione nel consiglio di amministrazione, di ridurre il consiglio di amministrazione stesso.

Questa, se non altro, è una cosa che ritengo giusta, perché da subito si andrebbe a diminuire i costi delle spese correnti. Staremo a vedere se ci saranno dei riscontri; quindi proprio per questo non voteremo contro, ma ci asterremo perché non riteniamo giusta questa proposta di legge.

Presidente - Altri intendono intervenire per dichiarazione di voto? Se nessuno interviene per dichiarazione di voto, passiamo all'esame dell'articolato.

Pongo in votazione l'articolo 1:

Presenti: 23

Votanti: 22

Favorevoli: 22

Astenuti: 1 (Viérin M.)

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 2:

Presenti: 23

Votanti: 22

Favorevoli: 22

Astenuti: 1 (Viérin M.)

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 3:

Presenti: 23

Votanti: 22

Favorevoli: 22

Astenuti: 1 (Viérin M.)

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 4:

Presenti: 23

Votanti: 22

Favorevoli: 22

Astenuti: 1 (Viérin M.)

Presidente - Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

Presenti: 24

Votanti: 22

Favorevoli: 22

Astenuti: 2 (Marguerettaz e Viérin M.)

Il Consiglio approva