Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 679 del 18 maggio 1994 - Resoconto

OGGETTO N. 679/X - Attivazione del servizio di assistenza ai malati di Aids presso la comunità alloggio di Mazod, in Comune di Nus. (Interpellanza)

Interpellanza - Avuta notizia che il servizio di assistenza ai malati di AIDS presso la comunità-alloggio di Mazod, in comune di Nus, alla data odierna non è stato avviato;

Ricordata la richiesta di disponibilità all'avviamento del cen­tro, rivolta due anni orsono dall'Assessorato regionale della sa­nità ed assistenza sociale alla cooperativa "Bourgeon de vie", ri­chiesta alla quale la stessa aveva dato pronta risposta afferma­tiva;

Richiamata la delibera della Giunta regionale n. 1850 del 26 febbraio 1993 con la quale veniva demandata alla "U.S.L. della Valle d'Aosta la stipulazione di una convenzione con la coopera­tiva "Bourgeon de vie" per la gestione di una comunità-alloggio residenziale per n. 4/6 soggetti infetti da HIV o affetti da AIDS e patologie correlate, garantendo la copertura delle spese gestio­nali fisse indipendentemente dal numero dei soggetti assistiti nella struttura stessa" per una spesa annua preventivata di 365.385.000 lire, IVA compresa;

Richiamata, altresì, la delibera della Giunta regionale in data 28 giugno 1993 con la quale veniva assegnato alla cooperativa "Bourgeon de vie" un contributo di lire 80 milioni per la siste­mazione dei locali da adibire a residenza degli infetti da HIV e affetti da AIDS;

Ribadite l'assoluta importanza ed urgenza rivestite dalla pronta attivazione di tale servizio ripetutamente sollecitata dal Coordinatore del gruppo tecnico di lavoro regionale per l'AIDS;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

la Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere:

1) quali sono le cause che hanno impedito l'avvio del servizio;

2) quali sono gli intendimenti in merito all'attuazione del servi­zio stesso.

F.to: Lanièce

Presidente - La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Lanièce.

Lanièce (GA) - Ho presentato questa interpellanza per porre all'attenzione del Consiglio la problematica riguardante la mancata apertura della comunità-alloggio per malati di AIDS in frazione Mazod di Nus. Onde permettere a tutti i consiglieri di venire meglio a conoscenza del problema, mi permetto di fare una breve croni­storia della vicenda. Con una lettera datata 27 febbraio 1992 l'allora Assessore alla sanità, Beneforti, chiedeva alla coopera­tiva "Bourgeon de vie" se era disposta a gestire un centro resi­denziale per malati di AIDS. A questa richiesta la cooperativa rispondeva affermativamente in quanto aveva già maturato negli anni precedenti significative esperienze nel campo dei malati di AIDS. In data 15 dicembre 1992 la stessa cooperativa presentava all'Assessorato un progetto per la gestione di una comunità-alloggio per 4/6 soggetti infetti da AIDS definendo necessario, per fare fronte alle spese, un impegno finanziario pari all'incirca a 360 milioni annui.

Un anno dopo, il 26 feb­braio 1993, la Giunta regionale adottava la delibera 1850 con la quale si stabiliva di demandare all'U.S.L. della Valle d'Aosta la stipulazione di una concessione con la cooperativa "Bourgeon de vie" per la gestione di una comunità-alloggio residenziale per soggetti colpiti da AIDS, garantendo la copertura delle spe­se gestionali fisse. Nella stessa delibera veniva anche messa in evidenza l'urgenza del servizio nonché i pareri favorevoli sia all'iniziativa sia ai requisiti della cooperativa.

Nel frattempo la stessa cooperativa stava avviando alla conclusione la trattativa di acquisto di un fabbricato situato a Nus in frazione Mazod nel quale ospitare questa comunità-alloggio. A tale proposito era stata chiesta alla Finaosta la concessione di un mutuo di 500 milioni di lire. La Finaosta in data 31 marzo 1993 deliberava la concessione del mutuo, a condizione però che venisse sottoscrit­ta questa convenzione con l'U.S.L..

In data 3 aprile 1993 la stessa cooperativa chiedeva all'Assessorato alla sanità un con­tributo straordinario di circa 80 milioni per fare fronte alle spe­se per permettere l'apertura della stessa comunità. In data 31 maggio 1993 l'amministratore straordinario dell'U.S.L., Dottor Sechi, dichiarava con una lettera che la scrivente U.S.L. aveva in corso l'approvazione della convenzione con la cooperativa "Bourgeon de vie" e in data 28 giugno 1993 con la delibera n. 5693 la Giunta regionale, a riconoscimento della validità dell'iniziativa e dei suoi intendimenti, deliberava la concessione del contributo richiesto. In seguito la stessa cooperativa stipu­lava l'atto d'acquisto dell'edificio.

A circa due anni dalla lettera con cui l'Assessore chiedeva alla cooperativa la disponibilità a gestire questo servizio, ad un an­no dalla lettera dell'amministratore dell'U.S.L. che dichiarava che la stipula della convenzione era in corso, non è ancora suc­cesso nulla. Tutti gli impegni e le garanzie per l'apertura di questa comunità-alloggio per malati di AIDS sono ancora in­certi, e questo perché manca la sottoscrizione di una conven­zione tra l'U.S.L. e la cooperativa.

Questo è grave e ridicolo se si pensa al fatto che noi Valdostani ci vantiamo di offrire dei buoni servizi sociali e ospedalieri e poi però non sosteniamo le iniziative come quella di questa cooperativa che hanno come unico scopo quello di creare e di avviare delle strutture di ac­coglienza per questi malati, in modo che possano avere in questi centri un punto di riferimento e di fraterna solidarietà. Volevo poi fare anche presente che è stato emanato il 7 aprile di quest'anno un decreto del Presidente della Repubblica che riguarda l'approvazione di un progetto obiettivo AIDS 1994-1996; in questo decreto presidenziale vengono fatte alcune previsioni, per quanto riguarda il 1995, che indicano che ad ogni trimestre dovrebbero verificarsi circa 1800 nuovi casi di AIDS. Ovviamente a fronte di questo incremento vi è anche una richiesta di predisporre dei centri di accoglienza e di ser­vizio per aiutare questi malati.

Io chiedo all'Assessore dei chiarimenti in merito all'apertura di questo centro, anche perché la cooperativa ha speso quasi un miliardo per la ristrutturazione dell'edificio di Nus e a tutt'oggi non ha ancora avuto nessuna risposta.

Presidente - La parola all'Assessore della sanità ed assistenza sociale, Vic­quéry.

Vicquéry (UV) - Le Conseiller Lanièce pose deux questions: il veut connaître les raisons qui n'ont pas fait démarrer ce service. La réponse est simple: s'est que l'U.S.L. c'est refusée de le faire démarrer car la délibération de la Junte régionale que le Conseiller a citée a un défaut, c'est-à-dire qu'elle cherche à imposer à l'U.S.L. de faire une convention dans ce cas avec l'association "Bourgeon de vie" et ce n'est pas dans les compétences de l'Administration régionale d'imposer de faire des conventions.

Surtout le problème c'était que cette délibération était en partie en contraste avec l'arrêté du ministre de la santé du 13 septembre 1991 car, dans un point de la délibération, on dit clairement que l'U.S.L. devrait aussi garantir les frais de gestion indépendamment du nombre des malades et ça est en contraste avec l'arrêté ministériel car le prix de la pension est rapporté au nombres des malades.

C'est pour cette raison que la Junte régionale, avec la délibération 6804 du 6 agosto 1993, a révoqué la délibération que le Conseiller Lanièce a citée en disant clairement que la chose ne pouvait pas être réalisée.

La deuxième question concerne les intentions du Gouvernement régionale à ce propos. Nous avons fait une série de rencontres avec l'U.S.L., avec les responsables des services et de l'association "Bourgeon de vie" qui connaissent très bien la réponse et nous avons envoyé un courrier à l'U.S.L en disant qu'elle est libre de faire cette convention, mais elle doit respecter les directives de l'arrêté du ministre de la santé que j'ai cité. Nous ne voulons absolument pas discuter les décisions de l'U.S.L. d'autant plus après qu'elle est devenue une véritable "azienda".

Je termine en disant que la convention est une des possibilités, l'U.S.L. peut, si elle le veut, gérer directement un service de ce genre et l'arrêté que j'ai cité précise aussi qu'on peut prévoir les soins à domicile des malades de SIDA comme dans des résidences collectives. Toute cette problématique est liée au fait qu'il y avait une proposition de la part de l'association "Bourgeon de vie", mais il faut dire que cette proposition est une des possibilités que l'U.S.L. peut envisager de réaliser. La possibilité présentée par l'annexe A de l'arrêté est celle des soins à domicile.

Je termine en disant qu'en perspective les indications du ministère et aussi de cette Administration régionale sont d'éviter le plus possible l'hospitalisation et donc de potentier les services à domicile.

Presidente - La parola per la replica al Consigliere Lanièce.

Lanièce (GA) - Prendo atto della risposta dell'Assessore, ma non mi ritengo molto soddisfatto anche perché mi sembra che si cerchi di sca­ricare colpe tra la Regione e l'U.S.L.. L'unico punto di partenza è che nel 1992 l'Assessorato alla sanità aveva chiesto la dispo­nibilità a questa cooperativa di gestire un servizio di questo genere. L'Amministrazione regionale ha poi annullato la deli­bera con la quale si chiedeva all'U.S.L. di stipulare questa con­venzione. Ovviamente in questo lasso di tempo la cooperativa ha fatto delle spese (pari circa a un miliardo); io credo quindi che sarebbe stato più corretto che la Regione, quando decide di cambiare la sua linea di condotta, avesse avvisato per tempo la Cooperativa.

Oggi la cooperativa si trova ad avere speso un miliardo senza che questo servizio sia stato avviato.

Il punto di partenza sa­rebbe quello di cercare di aiutare la cooperativa ad avviare questo servizio e cioè indipendentemente dai problemi finan­ziari. La Regione ha invogliato la cooperativa ad occuparsi di questo problema, le ha promesso una convenzione e ora tutti questi impegni non hanno più alcuna validità.

La situazione mi pare imbarazzante e se le cose vanno in questo modo, non pos­siamo lamentarci di quello che succede nella regione. Sono molto dispiaciuto del fatto che questa cooperativa non possa avviare il centro, visto che non si tratta di un problema di soldi, ma piuttosto si tratta di iniziare un servizio che si ritiene indi­spensabile, un servizio che esula da qualsiasi problematica politica od ideologica, ma che va ad aiutare delle persone tragi­camente colpite dal destino.

L'invito è di verificare se ci sono le possibilità di dare vita a questa convenzione o di cercare, attraverso degli incontri con i responsabili della cooperativa, di verificare la possibilità dell'avvio di questo servizio che reputo fondamentale, anche alla luce del decreto presidenziale che ho citato precedente­mente.