Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 296 del 24 novembre 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 296/X - Iniziative per il rispetto e l'aggiornamento del Piano sanitario regionale. (Interpellanza)

Interpellanza - Preso atto che l'U.S.L. della Valle d'Aosta deliberava, in data 27 settembre 93 con provvedimento n. 2565, l'approvazione di uno schema di convenzione tra l'U.S.L. stessa ed il Centro Ospedaliero regionale ed Universitario di Saint-Etienne (Francia) avente per oggetto l'attivazione di "cicli di perfezio­namento" professionale del personale medico dipendente, fina­lizzati all'avvio, in Aosta, di attività chirurgica extracorporea presso l'U.O. di Chirurgia vascolare ed angiologia del presidio ospedaliero;

Considerato che l'attuale Piano Sanitario Regionale non preve­de l'attività chirurgica extracorporea, né tantomeno l'istituzione di un reparto di cardiochirurgia, nel quale troverebbero pieno utilizzo le competenze professionali acquisite tramite l'aggior­namento di cui sopra;

Constatato che il Piano Sanitario Regionale, approvato con leg­ge regionale n. 66/83, pur integrato con le successive modifica­zioni, va aggiornato con urgenza alle nuove esigenze e ciò va fatto prima che l'U.S.L. della Valle d'Aosta predetermini scelte che, in qualche modo, vadano a sancire obiettivi generali sui quali l'Amministrazione regionale non si è ancora pronunciata;

Tenuto conto che quanto sopra è tanto più importante, in quanto la Regione sarà chiamata ad appianare eventuali situa­zioni debitorie dell'U.S.L., come già ha fatto con la recente legge approvata da questo Consiglio nella seduta del 27 ottobre (Oggetto n. 237/X - D.L. n. 6 "Intervento finanziario per la copertura del disavanzo di gestione dell'Unità Sanitaria Locale della Valle d'Aosta per l'anno 1992");

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per conoscere:

a) se non ritenga opportuno intervenire presso l'U.S.L. della Valle d'Aosta affinché la stessa sospenda l'iniziativa di cui in premessa;

b) se presso l'U.S.L. della Valle d'Aosta, vi siano in essere altre iniziative che non si inseriscono nell'ambito del Piano Sanitario Regionale vigente;

c) entro quale termine sarà presentato dalla Giunta a questo Consiglio l'aggiornamento del Piano Sanitario Regionale la cui adozione riveste carattere d'urgenza.

F.to: Squarzino Secondina?Dujany

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Squarzino Secondina.

Squarzino (VA) - Quest'interpellanza riprende un dialogo che è iniziato in quest'aula anche con l'Assessore Vic­quéry nella seduta pomeridiana del 27 ottobre 1993, quando, nel momento in cui abbiamo votato la legge che finanziava l'USL, avevo sottolineato come in assenza di un piano regionale in cui l'Amministrazione fa la sua scelta politica, l'USL pro­babilmente - leggo dal mio intervento - "...si trova a fare scelte di tipo diverso, che non riusciremo più a controllare, nel senso che si viene incontro a bisogni immediati, vengono date risposte senza inserirle in un quadro completo".

Ed avevo fatto un esempio, che riprendiamo adesso in quest'interpellanza. L'USL ha deliberato di approvare uno schema di convenzione attraverso la quale intende attivare, con il centro ospedaliero regionale di Saint-Etienne, in Francia, dei cicli di perfezionamento professionale del personale medico di­pendente, per avviare poi in Aosta l'attività chirurgica extra­corporea.

A noi sembra che in detto Piano sanitario regionale attuale non siano previsti questi tipi di obiettivo, non ci sia cioè l'istituzione di un reparto di cardiochirurgia nel quale troverebbero pieno utilizzo le professionalità che vengono acquisite con questo cor­so di aggiornamento. Ci sembra quindi che si debba vigilare perché l'USL della Valle d'Aosta, con le sue scelte, non prede­termini gli obiettivi generali, che l'Amministrazione invece do­vrà decidere nel momento in cui definisce il Piano regionale sanitario.

Per questo vorremmo capire se è possibile intervenire presso l'USL, affinché questa iniziativa, che a nostro avviso non rien­tra nel Piano sanitario regionale, venga sospesa, e se non è il caso anche di verificare se esistono altre iniziative che non rientrano nel Piano suddetto.

Adesso mi sembra che ci sia di nuovo una recente iniziativa per attivare i posti- letto a paga­mento: è vero che è la legge che lo prevede, ma questo come rientra all'interno del Piano sanitario regionale? Si tratta di capire qual è la volontà del Piano stesso, verificare se even­tualmente quest'iniziativa va inserita in una più ampia, in cui vanno risolti i problemi di tipo funzionale, qualitativo e quanti­tativo, della degenza ospedaliera. Si tratta probabilmente di in­serirla in una verifica di come vengono utilizzati attualmente i posti-letto e quanto vengono utilizzati. Tutto ciò per evitare che ci siano iniziative che partono per conto loro.

Rispetto al terzo punto che avevamo individuato nell'interpel­lanza, c'è già stata la risposta precedente dell'Assessore, per cui non vi ritorno. Ringrazio di questa risposta.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore alla sanità e assistenza sociale, Vicquéry.

Vicquéry (UV) - Pur essendo io di provenienza dell'USL, e avendo rivendicato per anni un'autonomia da parte della Regione, concordo in parte con la collega Squarzino quando dice che non dobbiamo dare troppa libertà all'USL.

Ricordo che uno dei punti principali del programma di legisla­tura nostra è la scissione fra competenze regionali e competen­ze dell'USL. Io sto attuando fedelmente questo programma, an­che se alcuni se ne dimenticano e fanno titoli sui giornali senza aver letto i programmi.

A questi provvederò a trasmettere, con lettera, copia di tale programma di legislatura, ricordando che il programma di legislatura ha una durata quinquennale e non semestrale; per cui, quando mi si parla di Piano sanitario na­zionale, permettetemi di dirvi che il vero Piano sanitario è stato fatto nel 1983, aggiornato dalla cosiddetta "pianola" nel 1988.

Vi inviterei caldamente a non farmi interrogazioni o interpel­lanze ogni 15 giorni perché ripeterò sempre le stesse cose: po­tremo fare un piano sanitario al momento in cui la legislazione ce lo permetterà; l'inizio della discussione sarà probabilmente nel mese di gennaio e la conclusione sarà entro l'anno 1994, non prima, perché ci sono tutta una serie di problemi molto de­licati da prendere in considerazione.

L'esempio che ha fatto la collega Squarzino è un esempio "pesante"; non è un'iniziativa leggera questa che è stata intra­presa dall'USL prima dell'inizio di questa legislatura in colla­borazione con l'Assessorato regionale alla sanità. Dico collabo­razione, perché l'iniziativa è dell'USL, ma aveva l'avallo tacito da parte dell'Assessorato.

Io me la sono trovata confezionata tale iniziativa, non ho avuto modo di approfondirla più di tanto, perché i rapporti con l'ospedale di Saint-Etienne, che è comun­que un ottimo ospedale di dimensione più o meno uguale al nostro, è una realtà più o meno identica, erano già stati intra­presi, e mi sono premurato di verificare quali basi aveva quest'iniziativa.

Preciso che non si tratta assolutamente di istituire un nuovo reparto di cardiochirurgia, che non sarebbe previsto dal Piano sanitario regionale; si tratta di dare piena attuazione all'atti­vità già prevista nell'attuale Unità operativa di chirurgia va­scolare e angiologia. Il titolo stesso dell'Unità operativa dice quali sono le mansioni della stessa, e tale iniziativa prende in considerazione la possibilità di mettere in piedi un'attività ex­tracorporea, precisamente un'attività di chirurgia aorto-coro­narica, da effettuarsi nelle strutture già esistenti.

Non viene istituito un nuovo reparto, non vengono aumentati i posti-letto, non viene aumentato il personale medico, non viene aumentato il personale paramedico. C'è un investimento in termini di at­trezzature, che rientra assolutamente nella media degli inve­stimenti, perché si parla di 360 milioni nel giro di 3 anni; c'è un investimento abbastanza grosso in termini di formazione del personale, che costerà circa 600 milioni in un biennio, dovuto principalmente all'applicazione dell'articolo 45 del contratto di lavoro, che prevede il comando all'estero con spese totalmente rimborsate da parte dell'USL.

Questa è la spesa più rilevante, che però noi, come Ammini­strazione regionale, ed anche coloro che ci hanno preceduto, abbiamo sempre sponsorizzato: guai se i medici e i paramedici dell'ospedale rimanessero isolati in mezzo a quattro montagne, perché, sicuramente, la qualità del servizio ne verrebbe meno.

Precisato che non si tratta di istituire una nuova unità operati­va, va segnalato che questa è una iniziativa di tipo dipartimen­tale, che coinvolge - in quanto dipartimento - oltre l'Unità ope­rativa di chirurgia vascolare anche l'Unità operativa di ane­stesia, la car-diologia e la radiologia. Per cui è una delle prime grosse iniziative di collaborazione interdisciplinare, così come l'applicazione del "118" e della medicina di emergenza e di ac­cettazione.

Ciò detto, ritengo che non la si debba assolutamente sospende­re perché creeremmo un ritorno - da parte dei diretti interes­sati - molto negativo nei confronti di un'iniziativa che è lodevo­le sotto tutti i punti di vista, soprattutto in funzione della futu­ra aziendalizzazione dell'USL. Ricordiamoci che l'azienda USL dovrà essere un'azienda che incassa, e per poter incassare do­vremo far sì che i cittadini valdostani - al di là dell'aspetto mo­ralistico - non escano più per farsi operare in altre regioni d'Italia oppure in altre regioni europee, perché ogni uscita di un cittadino valdostano costa in termini di mobilità ospedaliera un quid.

Tant'è che la Regione Valle d'Aosta è assolutamente la prima nella graduatoria delle regioni che esportano più pa­zienti. Esportando più pazienti, lo Stato ci defalca le entrate sul Fondo sanitario nazionale. Nel momento in cui riusciremo ad avere un ospedale di qualità, così come già in parte abbiamo, ogni cittadino non valdostano che verrà operato in Valle d'Ao­sta avrà sicuramente un riflesso di ordine economico non indif­ferente e ogni entrata sarà devoluta alla popolazione valdosta­na. In questi termini si sta cominciando a parlare per esempio di neurochirurgia e anche di altre iniziative che sicuramente dovranno essere esaminate con molta attenzione all'interno del futuro Piano sanitario regionale.

Per rispondere al secondo punto, altre iniziative per ora l'USL non ne ha, anche perché se ci fossero, l'impegno da parte della Giunta regionale sarebbe di stopparle visto che siamo al punto di partenza di una nuova organizzazione sanitaria.

Altro non mi pare di poter dire. É un grosso tema questo, ma non dobbiamo esasperare gli animi, perché così come è stato dimostrato ed evidenziato dal Direttore sanitario in una lettera che mi sono fatto mandare il 19 ottobre e che posso poi dare agli interpellanti, è dettagliatamente descritto quali saranno gli impegni da parte delle Unità operative nell'avvio di questa iniziativa, sia in termini di risorse umane, sia in termini di ri­sorse finanziarie.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Dujany.

Dujany (PVA) - Per dichiararmi soddisfatto in relazione alla risposta, nel senso che, come ha già evidenziato la collega Squarzino, la preoccu­pazione degli interpellanti era quella che in qualche modo l'USL andasse a predeterminare delle scelte di carattere gene­rale prima ancora che il Consiglio si fosse pronunciato.

Dalla risposta dell'Assessore emerge invece che quest'iniziativa si colloca nell'ambito della divisione così come già esistente e prevista dal Piano sanitario.

Peraltro, proprio sulla base dell'intervento fatto dall'Assessore, pro-prio sulla base del riconoscimento dello stesso Assessore che l'ini-ziativa è una iniziativa consistente, pesante, direi che var­rebbe la pena che la Commissione sanità valutasse quale sarà, alla fin fine, la qualità del servizio per il malato valdostano che ne deriverà.

Capisco l'esigenza di fornire all'interno della struttura regionale una serie di servizi che in questo momento non sussistono, per evitare il convenzionamento esterno che è costoso; dall'altra parte, però, non si può non tenere in conside­razione quale sarà la ricaduta di qualità del servizio nel mo­mento in cui tale servizio potrà essere garantito in loco.

Con questo voglio dire, per essere più chiaro, che evidentemen­te alcuni servizi - e credo che questo sia uno di quelli, per averne avuto conoscenza da medici del settore - per poter dirsi validamente installati, hanno bisogno di una serie di numero di interventi all'anno che li giustifichi. Per quel che riguarda detto tipo di servizio, mi si diceva che gli interventi non potrebbero essere inferiori alle 300 unità.

Allora mi chiedo se sia stata fatta questa valutazione e se la commissione competente non possa analizzare ed approfondire tale discorso, che non riguardi esclusivamente questo servizio ma, più in generale, quelli che sono i programmi dell'USL, di cui l'Assessore ha detto ci fornirà copia, se cioè è giustificato dalla domanda stessa esistente in Valle d'Aosta e quale tipo di offerta ci sarà per il valdostano malato.