Oggetto del Consiglio n. 297 del 24 novembre 1993 - Resoconto
OGGETTO N. 297/X - Difficoltà sorte per la realizzazione del "Palaghiaccio" di Courmayeur. (Interpellanza)
Interpellanza - Venuti a conoscenza delle difficoltà passate, presenti e future inerenti la realizzazione della struttura regionale del "Palaghiaccio" di Courmayeur ? sito in Località Plan des Lizes. Vista l'importanza dell'opera in questione per l'Alta Valle.
Considerato la grande confusione sull'iter per la realizzazione e il completamento dell'opera intercorso dal 1984 ad oggi.
Saputo che ad oggi, pur essendo stati appaltatati i lavori, non è stato ancora nominato il direttore dei lavori.
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per conoscere
1) quali sono state le varie fasi dal 1984 ad oggi inerenti la realizzazione dell'opera in questione sia sotto l'aspetto amministrativo che finanziario;
2) quali sono gli intendimenti, della stessa, al riguardo;
3) quale impegno, la Giunta intende assumersi, sia nei tempi che nelle modalità onde completare l'opera.
F.to: Viérin Marco? Marguerettaz.
Presidente - Ha chiesto la parola il Vicepresidente del Consiglio, Viérin Marco.
Viérin M. (DC) - Ho presentato tale interpellanza per conoscere la vicenda di questo famoso Palaghiaccio, che pare sia la cattedrale nel deserto. Anche perché sia i cittadini di Courmayeur che gli altri cittadini valdostani hanno grande confusione in merito a questa vicenda.
Le nostre domande sono abbastanza precise, le ripeto: quali sono state le varie fasi dal 1984 ad oggi inerenti la realizzazione dell'opera in questione sia sotto l'aspetto amministrativo che finanziario; quali sono gli intendimenti della Giunta al riguardo; quale impegno la Giunta intende assumersi, sia nei tempi che nelle modalità onde completare l'opera.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Ferrero.
Ferrero (Ass.tec.) - Lunga, vecchia ed attuale storia. Per quanto riguarda le varie fasi della realizzazione dell'opera, l'iter si distingue in tre lotti: il primo lotto è lo stadio del ghiaccio vero e proprio, il lotto ulteriore è il padiglione tennis, l'ultimo lotto riguarda il Palasport, le opere di completamento, l'ultimazione.
Fornisco dei dati rapidamente, dando poi agli interroganti, per iscritto, degli elementi più precisi.
Per quanto riguarda i primi due lotti, l'approvazione del progetto e dell'appalto risale nei due casi all'agosto 1987, l'importo a base d'asta per il primo lotto è di lire 6.200.000.000, per il secondo lotto è di lire 2.600.000.000.
L'aggiudicazione dei lavori per il primo lotto è del novembre 1987, per il secondo lotto è dell'aprile 1988. L'ultimazione dei lavori è avvenuta per il primo lotto nell'aprile 1991, per il secondo lotto nel maggio del 1990.
Il collaudo, nel caso del primo lotto, è stato deliberato nel febbraio 1992, ed è in corso di approvazione per lo stadio del ghiaccio, mentre il collaudo del secondo lotto è stato deliberato nel novembre 1990 ed è attualmente in corso. Questo per quanto riguarda l'iter che si riferisce agli anni passati.
Per quanto riguarda le opere di completamento e di ultimazione dei lavori, il progetto e l'appalto sono stati approvati il 3 aprile 1992, l'importo a base d'asta era di 18,5 miliardi più 3 miliardi circa di impianti speciali. I lavori di completamento sono stati aggiudicati il 28 giugno 1993. I tempi di esecuzione previsti sono 360 giorni, di cui 170 per il completamento dello stadio del ghiaccio, di cui ho parlato prima.
La situazione attuale è che l'aggiudicazione è avvenuta per un importo di 14 miliardi, con il ribasso d'asta. I lavori sono stati aggiudicati all'impresa Incisa di Parma, che successivamente, al 28 giugno, si è fusa per incorporazione con l'impresa Grassetto di Padova.
Il contratto non è stato ancora stipulato in quanto, per effetto di queste modifiche societarie cui ho fatto cenno, che sono intervenute dopo l'aggiudicazione, sono ancora in corso le verifiche previste a norma di legge nei confronti dell'impresa Grassetto, in particolare circa la regolarità degli adempimenti, rispetto agli enti assicurativi e assistenziali, e il possesso dei requisiti previsti dalle disposizioni antimafia.
Per quanto riguarda la consegna dei lavori, alla data odierna, proprio a causa del fatto che il contratto non è ancora stato stipulato, i lavori non sono stati consegnati, né ad oggi si prevede che possano essere consegnati a causa della situazione meteorologica, che non consentirebbe un'esecuzione regolare. Infatti, in primo luogo, da un punto di vista tecnico, devono essere realizzati tramezze e tamponamenti esterni. Si può prevedere che la consegna dei lavori possa essere effettuata verso la fine inverno, prima dell'inizio della primavera.
Arrivo all'ultima questione che viene evocata nell'interpellanza. É chiaro che nel frattempo, cioè prima della fine dell'inverno, deve essere risolto il problema della direzione lavori. Era intenzione della Giunta di ricorrere all'affidamento di un incarico professionale; tuttavia, poiché si tratta di un incarico professionale del valore di circa 620 milioni, la direttiva CEE 50/92 sui servizi imporrebbe per l'affidamento dell'incarico l'avvio di una procedura di gara con la pubblicazione dell'apposito bando.
Senza dilungarmi su questo, sottolineo solo che l'aggiudicazione dei lavori risale al 28 giugno. Il primo luglio è entrata in vigore la direttiva CEE 50/92 - che, pur non essendo ancora recepita attraverso apposita legge, sarà poi la legge comunitaria della fine di quest'anno -, la quale prevede vere e proprie gare per i servizi d'ingegneria, il cui valore sia pari o superiore a 200mila ECU. Vale a dire, sulla base del decreto in vigore, pari a 304 milioni.
Dalle verifiche che gli uffici stanno facendo sul piano tecnico-giuridico-amministrativo, diciamo, sull'esperibilità della procedura europea - la più rapida delle procedure europee previste dalla direttiva comunitaria, tenendo conto che sarebbe la prima applicazione in Valle della direttiva comunitaria sui servizi - si può prevedere l'affidamento della direzione dei lavori e la consegna dei lavori per la fine inverno, inizi primavera.
Si dà atto che alle ore 18,04 riassume la Presidenza il Presidente Stévenin.
Presidente - Ha chiesto la parola il Vicepresidente del Consiglio, Viérin Marco.
Viérin M. (DC) - Oggi il sottoscritto forse ha toccato alcuni aspetti che sono abbastanza ingarbugliati, fra i quali c'è sicuramente questo. Perché l'Assessore ha riferito che alcune cose sono completamente inerenti la procedura, procedura sotto l'aspetto burocratico, ma non penso che, anche ai giorni nostri, le procedure possano durare così, a livello di tempo.
Per quanto riguarda due aspetti che ha toccato l'Assessore, cioè che l'ultimazione lavori del primo e secondo lotto è avvenuta nell'aprile 1991 e nel maggio del 1990, quindi la Rava nel maggio del 1990 aveva già il secondo lotto consegnato, di cui era stata fatta la certificazione di ultimazione dei lavori.
Dopo tre anni e mezzo mi stupisco che il collaudo sia ancora in corso. Se occorrono tre anni e mezzo per fare un collaudo, è chiaro che tale struttura non va avanti perché ci sono altri motivi. Se si è aspettato il primo luglio, è perché si è voluto forse aspettare per evitare alcuni problemi che a giugno c'erano già.
E questi problemi riterrei di poterli riassumere così: attualmente manca il collaudo amministrativo, e uno si può chiedere come mai manca un collaudo dopo tre anni e mezzo: forse qualcuno ha paura di collaudare? A questa domanda ritengo che la risposta sia affermativa, perché da notizie che ho raccolto pare che, sia il discorso del collaudo, sia la nomina del direttore dei lavori, debbano essere imputate al problema che esiste sul manto di copertura - e quindi sul tetto di questa struttura, per essere più chiari -, in quanto questa copertura ha più di 80 infiltrazioni.
Sul tipo di copertura erano già sorte varie contestazioni, discusse allora, con relative lettere fra ente locale, impresa e R.a.v.a., e non si è mai posto un rimedio adeguato, perché le infiltrazioni e le rotture del manto di copertura continuano ad aumentare.
Chi è stato l'esecutore: per essere preciso l'azienda Giacomone Ciro S.p.A., che ha vinto sia il primo lotto che il secondo lotto, vuole che ci sia questo famoso collaudo, anche perché probabilmente aspetterà il saldo dei lavori, che non si può fare, mancando il collaudo. L'azienda inoltre vuole il collaudo, per non avere certe responsabilità che in futuro possono esserle imputate sul manto di copertura.
D'altra parte chi ha vinto l'appalto del terzo lotto, precisamente la ditta Grassetto, non vuole prendere in mano la consegna lavori fino a quando non sa cosa prende in mano e a cosa va incontro alla fine dei lavori in merito a tale struttura.
Quindi l'impasse è sicuramente sul come è stato eseguito il manto di copertura, anche se tutti si nascondono dietro ad altre cose, a partire dalla ditta che ha vinto i primi due appalti, fino alla ditta che ha vinto il terzo appalto, l'ente pubblico e così via; però il nocciolo della questione è il discorso del manto di copertura.
Oltre a questo, pare che l'amministrazione pubblica non sia ancora, ad oggi, proprietaria di tutti i terreni su cui è stata eseguita l'opera; il che sarebbe abbastanza grave, se si è proceduto ad appaltare e a consegnare questi lavori a ditte - in merito ad una costruzione - quando l'amministrazione pubblica non era ancora proprietaria dei terreni sui quali questa costruzione veniva effettuata.
Quindi chiederei all'Assessore di controllare questo elemento e poi di riferirmi. Lo pregherei soprattutto di verificare se i motivi non sono quelli che ho annunciato, rispetto a quelli che ha annunciato lo stesso Assessore poc'anzi.