Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 290 del 24 novembre 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 290/X - Situazione della trattativa per la salvaguardia dell'oc­cupazione nel settore siderurgico. (Interrogazione)

Interrogazione - Preso atto del piano esistente di procedere alla liquidazione dell'ILVA?Cogne da parte dell'ILVA stessa, nonché da parte dell'IRI e del Governo centrale;

Visto il disinteresse dimostrato fino ad oggi dai privati nei con­fronti dello stabilimento Cogne di Aosta;

Preso atto di come sia stato snaturato il ruolo della Regione in questo particolare momento di dialogo e confronto con il Gover­no centrale;

Rilevato che l'organizzazione delle aree e delle centrali elettriche Cogne senza un preventivo piano di politica industriale non sia sufficiente a creare prospettive certe sul piano produttivo ed oc­cupazionale;

Preso atto dell'andamento delle trattative a livello nazionale e che proseguiranno in sede locale fra le parti interessate;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore competente e la Giunta regionale per conoscere:

? quali certezze sono state date dal Governo centrale che l'inter­vento dei privati non porti alla definitiva chiusura dello stabi­limento siderurgico;

? se non ritiene opportuna una convocazione straordinaria del Consiglio regionale sull'argomento, allo scopo di procedere ad un confronto aperto sulle iniziative, linee e piani che la Giunta regionale intende seguire ed attuare per salvaguardare l'occu­pazione nel settore siderurgico nella nostra Regione.

F.to: Rini?Lanièce

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore all'industria, commercio e ar­tigianato, Mafrica.

Mafrica (GV-PDS-SV) - Rispetto ai problemi della Cogne, ha già illustrato nel dettaglio i risultati il Presidente della Giunta nelle sue comunicazioni.

Non volendo ripetere cose che sono state dette, mi limito a fare due considerazioni.

Credo che il risultato ottenuto venerdì 19, con la firma separata di due protocolli, uno con l'ILVA relativo all'acquisto di terreni e centrali, l'altro con i privati che sono stati indotti ad unire i propri sforzi per presentare un piano comune, sia un risultato di importanza grande per la nostra Regione e ponga le basi per un progetto di politica economica di grande respiro. Manca ancora un pezzo, ed è l'accordo fra ILVA e privati. I protocolli firmati dai privati e dall'ILVA contengono però indi­cazioni che possono far pensare che il tutto possa essere conclu­so entro il 31 dicembre 1993.

Il protocollo di ILVA impegna l'ILVA ad una trattativa esclusi­va ed alla stipulazione del contratto entro il 31 dicembre 1993; il protocollo con i privati, a rovescio, impegna i privati a costi­tuire una società che stipuli l'acquisto della Cogne-Acciai Spe­ciali entro il 31 dicembre 1993.

Le reazioni del Gruppo ILVA e dei privati dopo la firma dei protocolli lasciano intendere come si sia avviato un dialogo che troverà un primo approfondimento già nel corso di questa set­timana, e che potrà portare rapidamente alla definitiva solu­zione di questo problema, le cui implicazioni sono notevoli per la politica dell'occupazione, per la politica urbanistica, per la politica energetica regionale.

Credo di dover fare soltanto questa considerazione: in una si­tuazione di gravità eccezionale della crisi economica del settore siderurgico, essere riusciti ad arrivare ad impegni così definiti con il Gruppo ILVA, con i privati e con il Governo, è una prova dell'impegno della Regione, di tutti i suoi organi, ed anche della capacità che ha una piccola realtà di intervenire in processi economici così complessi quali quelli del mondo della siderur­gia.

La seconda considerazione: se entro poche settimane ci sarà l'accordo fra ILVA e privati, si apriranno nel settore della rior­ganizzazione industriale, del ripensamento urbanistico del territorio valdostano e della politica energetica regionale, pro­spettive importanti: aperte dalla disponibilità di un milione di mq. nel Comune di Aosta di area industriale, aperte dal posses­so di tre centrali idroelettriche di una energia superiore ai 200milioni di kwh.

Anche le attività di riorganizzazione e di bonifica dell'area sa­ranno fattori di per sé positivi nello sviluppo economico regio­nale.

Siccome stiamo da anni sospirando una soluzione definitiva a questo problema, prima di esprimere la soddisfazione più totale ed assoluta aspettiamo ancora l'ultimo passo, che non dipende da noi, perché quello che la Regione poteva fare è stato fatto, in modo significativo.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Rini.

Rini (DC) - Prendiamo atto della risposta dell'Assessore, ma non ci sentia­mo soddisfatti, perché non sussistono i presupposti perché i privati mantengano i loro impegni.

Il Governo centrale con circa 32 miliardi per l'acquisto delle aree ha liquidato lo stabilimento Cogne, è il prezzo che ha pa­gato per abbandonare la siderurgia in Valle d'Aosta. É stata seguita la stes-sa strada dell'Ilssa Viola: anche allora lo Stato ha dato alla Regione dei soldi, mi pare circa 11 miliardi, per l'acquisto delle aree.

(...interruzione dell'Assessore Mafrica...)

Non vorremmo che la Regione si rendesse compartecipe della can-cellazione della nostra tradizione siderurgica; questo, dopo quanto avvenuto all'Ilssa Viola, sarebbe un atto grave perché non sus-sistono prospettive produttive e occupazionali certe per il futuro.

Credo che non dovevamo abbandonare senza resistenza il pubblico per cadere nelle braccia del privato; c'è da domandarsi il perché di questo passo. É vero che c'è una decisione del Go­verno di procedere alla privatizzazione dell'ILVA-Cogne, ma lo Stato dovrebbe dare delle determinate garanzie.

Non può paga­re 32 miliardi e lavarsene le mani, come mi pare intenda fare. É vero che i tempi sono cambiati; è vero che esiste un piano CEE che contrasta con gli interessi del nostro Paese; è vero che ogni realtà siderurgica corre per conto proprio, nonostante che le Organizzazioni sindacali abbiano tentato di riunire le forze proclamando anche degli scioperi generali. Ma è anche vero che in Valle d'Aosta ci siamo sempre opposti a che la Cogne cadesse completamente in mano ai privati, anche quando il mercato dell'acciaio tirava bene.

Non si può essere profeti, e neanche noi lo siamo. Ma come fa­remo a fronte di ulteriori ed eventuali richieste che potrebbero arrivare dai privati con l'attuale bilancio regionale?

Una volta che lo Stato non è più presente in Valle d'Aosta, per­ché ci ha scaricato la patata bollente pagando questi 32 mi­liardi, è la Regione che dovrà far fronte ad eventuali richieste e rispondere in prima persona alle richieste dei privati, delle Or­ganizzazioni sindacali e dei lavoratori, che pretenderanno dalla Regione la garanzia di un posto di lavoro.

In poche parole, mi chiedo se questo è stato un buon affare per la Valle d'Aosta. Non so se con la privatizzazione la CEE non richieda di ridurre ulteriormente la produzione, riduzione che andrebbe a gravare sui problemi occupazionali. Non so se 32 miliardi bastano per garantire lavoro ai dipendenti ILVA-Cogne, o almeno ai 575 della Cogne-Acciai Speciali. Spero comunque che nel giro di qualche anno la Cogne non debba chiudere definitivamente, e che mi possiate dire che ero troppo pessimista.

Vorrei anche far notare che è stato istituito un gruppo di lavoro ristretto per i problemi della Cogne, con il compito di seguire tutta la vicenda. Di questo gruppo faccio parte anch'io e posso assicurare che il gruppo non ha lavorato, in quanto stranamen­te è stato convocato una sola volta, precisamente il giorno 13 settembre di quest'anno. Riteniamo che l'argomento non possa comunque esaurirsi nei tem-pi che il Regolamento del Consiglio prevede per le interro­gazioni, per cui ribadiamo la nostra richiesta che venga indetto un consiglio straordinario, allo scopo di confrontarsi sull'intera problematica della siderurgia, prima che vengano prese le de­cisioni definitive. Crediamo che comunque debba essere questo Consiglio a dire l'ultima parola su un argomento così importante per l'intera Valle d'Aosta.